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Percorsi di Fede |
Le 4 sezioni noi di "Atti degli Apostoli"
San Luca Evangelista di Vladimir Lukič Borovikovskij
San Paolo ai Colossesi 4,[14]Vi salutano Luca, il caro medico, e Dema
2Timoteo4,[11]Solo Luca è con me. Prendi Marco e portalo con te, per il ministero
1. 16,10-17 - 2. 20,5-15 - 3. 21,1-18 - 4. 27,1-28,16
Prima sezione "noi": 16,9-17 - [9]Durante la notte apparve a Paolo una visione: gli stava davanti un Macedone e lo supplicava: <<Passa in Macedonia e aiutaci!>>. Dopo che ebbe questa visione, subito cercammo di partire per la Macedonia, ritenendo che Dio ci avesse chiamati ad annunciare loro il Vangelo. 11Salpati da Tròade, facemmo vela direttamente verso Samotràcia e, il giorno dopo, verso Neàpoli 12e di qui a Filippi, colonia romana e città del primo distretto della Macedonia. Restammo in questa città alcuni giorni. 13Il sabato uscimmo fuori della porta lungo il fiume, dove ritenevamo che si facesse la preghiera e, dopo aver preso posto, rivolgevamo la parola alle donne là riunite. 14Ad ascoltare c'era anche una donna di nome Lidia, commerciante di porpora, della città di Tiàtira, una credente in Dio, e il Signore le aprì il cuore per aderire alle parole di Paolo. 15Dopo essere stata battezzata insieme alla sua famiglia, ci invitò dicendo: "Se mi avete giudicata fedele al Signore, venite e rimanete nella mia casa". E ci costrinse ad accettare. 16Mentre andavamo alla preghiera, venne verso di noi una schiava che aveva uno spirito di divinazione: costei, facendo l'indovina, procurava molto guadagno ai suoi padroni. 17Ella si mise a seguire Paolo e noi, gridando: "Questi uomini sono servi del Dio altissimo e vi annunciano la via della salvezza".
Seconda sezione "noi": 20,5-15 - 5Questi però, partiti prima di noi, ci attendevano a Tròade; 6noi invece salpammo da Filippi dopo i giorni degli Azzimi e li raggiungemmo in capo a cinque giorni a Tròade, dove ci trattenemmo sette giorni. 7Il primo giorno della settimana ci eravamo riuniti a spezzare il pane, e Paolo, che doveva partire il giorno dopo, conversava con loro e prolungò il discorso fino a mezzanotte. 8C'era un buon numero di lampade nella stanza al piano superiore, dove eravamo riuniti. 9Ora, un ragazzo di nome Èutico, seduto alla finestra, mentre Paolo continuava a conversare senza sosta, fu preso da un sonno profondo; sopraffatto dal sonno, cadde giù dal terzo piano e venne raccolto morto. 10Paolo allora scese, si gettò su di lui, lo abbracciò e disse: "Non vi turbate; è vivo!". 11Poi risalì, spezzò il pane, mangiò e, dopo aver parlato ancora molto fino all'alba, partì. 12Intanto avevano ricondotto il ragazzo vivo, e si sentirono molto consolati. 13Noi, che eravamo già partiti per nave, facemmo vela per Asso, dove dovevamo prendere a bordo Paolo; così infatti egli aveva deciso, intendendo fare il viaggio a piedi. 14Quando ci ebbe raggiunti ad Asso, lo prendemmo con noi e arrivammo a Mitilene. 15Salpati da qui, il giorno dopo ci trovammo di fronte a Chio; l'indomani toccammo Samo e il giorno seguente giungemmo a Mileto.
Terza sezione "noi": 21,1-18 - 1 Appena ci fummo separati da loro, salpammo e per la via diretta giungemmo a Cos, il giorno seguente a Rodi e di qui a Pàtara. 2Trovata una nave che faceva la traversata per la Fenicia, vi salimmo e prendemmo il largo. 3Giunti in vista di Cipro, la lasciammo a sinistra e, navigando verso la Siria, sbarcammo a Tiro, dove la nave doveva scaricare. 4Avendo trovato i discepoli, rimanemmo là una settimana, ed essi, per impulso dello Spirito, dicevano a Paolo di non salire a Gerusalemme. 5Ma, quando furono passati quei giorni, uscimmo e ci mettemmo in viaggio, accompagnati da tutti loro, con mogli e figli, fino all'uscita della città. Inginocchiati sulla spiaggia, pregammo, 6poi ci salutammo a vicenda; noi salimmo sulla nave ed essi tornarono alle loro case. 7Terminata la navigazione, da Tiro approdammo a Tolemàide; andammo a salutare i fratelli e restammo un giorno con loro. 8Ripartiti il giorno seguente, giungemmo a Cesarèa (marittima ndr); entrati nella casa di Filippo l'evangelista (>Atti 8,40), che era uno dei Sette (>diaconi ndr: Atti 6,5; 8,5-40), restammo presso di lui. 9Egli aveva quattro figlie nubili (non maritate ndr), che avevano il dono della profezia. 10Eravamo qui da alcuni giorni, quando scese dalla Giudea un profeta di nome Àgabo. 11Egli venne da noi e, presa la cintura di Paolo, si legò i piedi e le mani e disse: "Questo dice lo Spirito Santo: l'uomo al quale appartiene questa cintura, i Giudei a Gerusalemme lo legheranno così e lo consegneranno nelle mani dei pagani". 12All'udire queste cose, noi e quelli del luogo pregavamo Paolo di non salire a Gerusalemme. 13Allora Paolo rispose: "Perché fate così, continuando a piangere e a spezzarmi il cuore? Io sono pronto non soltanto a essere legato, ma anche a morire a Gerusalemme per il nome del Signore Gesù". 14E poiché non si lasciava persuadere, smettemmo di insistere dicendo: "Sia fatta la volontà del Signore!". 15Dopo questi giorni, fatti i preparativi, salimmo a Gerusalemme. 16Vennero con noi anche alcuni discepoli da Cesarèa, i quali ci condussero da un certo Mnasone di Cipro, discepolo della prima ora, dal quale ricevemmo ospitalità. 17Arrivati a Gerusalemme, i fratelli ci accolsero festosamente. 18Il giorno dopo Paolo fece visita a Giacomo, insieme con noi; c'erano anche tutti gli anziani.
Quarta
sezione "noi": 27,1-28,16
-
1 Quando fu deciso
che
ci imbarcassimo per l'Italia,
consegnarono Paolo, insieme ad alcuni altri
prigionieri, a un centurione di nome Giulio, della coorte Augusta.
2Salimmo su una nave
della città di Adramitto, che stava per partire verso i porti della provincia
d'Asia, e salpammo, avendo con noi Aristarco, un Macèdone di Tessalònica.
3Il giorno dopo
facemmo scalo a Sidone, e Giulio, trattando Paolo con benevolenza, gli permise
di recarsi dagli amici e di riceverne le cure.
4Salpati di là,
navigammo al riparo di Cipro a motivo dei venti contrari
5e, attraversato il
mare della Cilìcia e della Panfìlia,
giungemmo a Mira di Licia.
6Qui il centurione
trovò una nave di Alessandria diretta in Italia e ci fece salire a bordo.
7Navigammo
lentamente
parecchi giorni, giungendo a fatica all'altezza di Cnido. Poi, siccome il vento
non ci permetteva di approdare, prendemmo a navigare
al riparo di Creta, dalle
parti di Salmone; 8la
costeggiammo a fatica e giungemmo in una località chiamata Buoni Porti, vicino
alla quale si trova la città di Lasèa.
9Era trascorso
molto tempo e la navigazione era ormai pericolosa, perché era già passata anche
la festa dell'Espiazione; Paolo perciò raccomandava
10loro: "Uomini, vedo
che la navigazione sta per diventare pericolosa e molto dannosa, non solo per il
carico e per la nave, ma anche per le nostre vite".
11Il centurione dava
però ascolto al pilota e al capitano della nave più che alle parole di Paolo.
12Dato che quel
porto non era adatto a trascorrervi l'inverno, i più presero la decisione di
salpare di là, per giungere se possibile a svernare a Fenice, un porto di Creta
esposto a libeccio e a maestrale.
13Appena
cominciò a soffiare un leggero scirocco, ritenendo di poter realizzare il
progetto, levarono le ancore e si misero a costeggiare Creta da vicino.
14Ma non molto tempo
dopo si scatenò dall'isola un vento di uragano, detto Euroaquilone.
15La nave fu travolta
e non riusciva a resistere al vento: abbandonati in sua balìa,
andavamo alla
deriva. 16Mentre
passavamo sotto un isolotto
chiamato Cauda, a fatica
mantenemmo il controllo
della scialuppa.
17La
tirarono a bordo e adoperarono gli attrezzi per tenere insieme con funi lo scafo
della nave. Quindi, nel timore di finire incagliati nella Sirte, calarono la
zavorra e andavano così alla deriva.
18Eravamo sbattuti
violentemente dalla tempesta
e il giorno seguente cominciarono a gettare a mare
il carico; 19il
terzo giorno con le proprie mani buttarono via l'attrezzatura della nave.
20Da vari giorni non
comparivano più né sole né stelle e continuava una tempesta violenta;
ogni
speranza di salvarci era ormai perduta.
21Da molto tempo non si
mangiava; Paolo allora, alzatosi in mezzo a loro, disse: "Uomini, avreste dovuto
dar retta a me e non salpare da Creta; avremmo evitato questo pericolo e questo
danno. 22Ma ora vi invito a farvi
coraggio, perché non ci sarà alcuna perdita di vite umane in mezzo a voi, ma
solo della nave. 23Mi si è
presentato infatti questa notte un angelo di quel Dio al quale io appartengo e
che servo, 24e mi ha detto: "Non
temere, Paolo; tu devi comparire davanti a Cesare, ed ecco, Dio ha voluto
conservarti tutti i tuoi compagni di navigazione".
25Perciò, uomini, non perdetevi di coraggio; ho fiducia in Dio
che avverrà come mi è stato detto. 26Dovremo
però andare a finire su qualche isola". 27Come giunse
la quattordicesima notte
da
quando andavamo alla deriva nell'Adriatico, verso
mezzanotte i marinai ebbero l'impressione che una qualche terra si avvicinava.
28Calato lo scandaglio, misurarono
venti braccia; dopo un breve intervallo, scandagliando di nuovo, misurarono
quindici braccia. 29Nel timore di
finire contro gli scogli, gettarono da poppa quattro ancore, aspettando con
ansia che spuntasse il giorno. 30Ma,
poiché i marinai cercavano di fuggire dalla nave e stavano calando la scialuppa
in mare, col pretesto di gettare le ancore da prua,
31Paolo disse al centurione e ai soldati: "Se costoro non
rimangono sulla nave, voi non potrete mettervi in salvo".
32Allora i soldati tagliarono le
gómene della scialuppa e la lasciarono cadere in mare.
33Fino allo
spuntare del giorno Paolo esortava tutti a prendere cibo dicendo: "Oggi è il
quattordicesimo giorno che passate digiuni nell'attesa, senza mangiare nulla.
34Vi invito perciò a prendere cibo:
è necessario per la vostra salvezza. Neanche un capello del vostro capo andrà
perduto". 35Detto questo, prese un
pane, rese grazie a Dio davanti a tutti, lo spezzò e cominciò a mangiare.
36Tutti si fecero coraggio e
anch'essi presero cibo. 37Sulla nave
eravamo complessivamente duecentosettantasei (276) persone.
38Quando si furono rifocillati,
alleggerirono la nave gettando il frumento in mare.
39Quando si
fece giorno, non riuscivano a riconoscere la terra; notarono però un'insenatura
con una spiaggia e decisero, se possibile, di spingervi la nave.
40Levarono le
ancore e le lasciarono andare in mare. Al tempo stesso allentarono le corde dei
timoni, spiegarono la vela maestra e, spinti dal vento, si mossero verso la
spiaggia. 41Ma incapparono in una
secca e la nave si incagliò: mentre la prua, arenata, rimaneva immobile, la
poppa si sfasciava sotto la violenza delle onde.
42I soldati presero la decisione di uccidere i prigionieri, per
evitare che qualcuno fuggisse a nuoto; 43ma
il centurione, volendo salvare Paolo, impedì loro di attuare questo proposito.
Diede ordine che si gettassero per primi quelli che sapevano nuotare e
raggiungessero terra; 44poi gli
altri, chi su tavole, chi su altri rottami della nave. E così tutti poterono
mettersi in salvo a terra.
28,1
Una volta in salvo, venimmo a sapere che
l'isola si chiamava Malta.
2Gli abitanti
ci
trattarono con rara umanità; ci accolsero tutti attorno a un fuoco, che avevano
acceso perché era sopraggiunta la pioggia e faceva freddo.
3Mentre Paolo
raccoglieva un fascio di rami secchi e lo gettava sul fuoco, una vipera saltò
fuori a causa del calore e lo morse a una mano.
4Al vedere la serpe
pendergli dalla mano, gli abitanti dicevano fra loro: "Certamente costui è un
assassino perché, sebbene scampato dal mare, la dea della giustizia non lo ha
lasciato vivere". 5Ma
egli scosse la serpe nel fuoco e non patì alcun male.
6Quelli si
aspettavano di vederlo gonfiare o cadere morto sul colpo ma, dopo avere molto
atteso e vedendo che non gli succedeva nulla di straordinario, cambiarono parere
e dicevano che egli era un dio.
7Là vicino vi
erano i possedimenti appartenenti al governatore dell'isola, di nome Publio;
questi ci accolse e ci ospitò con benevolenza per tre giorni.
8Avvenne che il padre
di Publio giacesse a letto, colpito da febbri e da dissenteria; Paolo andò a
visitarlo e, dopo aver pregato, gli impose le mani e lo guarì.
9Dopo questo fatto,
anche gli altri abitanti dell'isola che avevano malattie accorrevano e venivano
guariti. 10Ci
colmarono di molti onori e, al momento della partenza, ci rifornirono del
necessario. 11Dopo tre mesi
salpammo con una nave di Alessandria, recante l'insegna dei
Diòscuri, che aveva
svernato nell'isola. 12Approdammo
a Siracusa, dove rimanemmo tre giorni.
13Salpati di qui,
giungemmo a Reggio. Il giorno seguente si levò lo scirocco e così l'indomani
arrivammo a
Pozzuoli. 14Qui
trovammo alcuni fratelli, i quali ci invitarono a restare con loro una
settimana. Quindi arrivammo a Roma.
15I fratelli di là,
avendo avuto notizie di noi,
ci vennero incontro fino al
Foro di Appio e alle
Tre Taverne. Paolo, al vederli, rese grazie a Dio e prese coraggio.
16Arrivati a
Roma, fu concesso a Paolo di abitare per conto suo, con un soldato di guardia
(>Paolo dalla
prigionia).
Pagina migliorata il giorno 28 Aprile 2017 alle ore 04.00
Ultimo aggiornamento Venerdì 18 Maggio 2018 ore 15.05