Anche se... non tutti sono assurti agli onori
delle cronache letterarie,
molti sono i vati di Costalta!


POETI COSTALTESI

 Estremamente poetici sono i testi delle canzoni del Gruppo Musicale,
un piccolo saggio dei quali è offerto nella pagina del sito ad esso dedicata.
Il Gruppo si propone di "raccontare la vita di oggi, la realtà sociale, le persone, i sentimenti",
esprimendo la commozione di fronte ad un evento locale, ad uno spettacolo offerto dalla natura...

Permeate di lirismo sono le composizioni del Coro Comelico.

Sono stati, comunque, prodottti, nel dialetto locale e in italiano, anche da singoli costaltesi,
numerosi testi in versi, di cui presentiamo, di seguito, alcuni esempi...

 CONCORSI DI POESIA
organizzati da CostaltArte:

 Cominciamo con alcune liriche
in ladino,
con traduzione in italiano,
tratte da

"La sofita di ricorde"

di Lucio Eicher Clere
(presidente del Gruppo Musicale)
Edizioni Antony, 2009

e pubblicate
in altra sezione del sito

 

C'è anche chi ha dato alle stampe le proprie liriche,
come Franco Casanova Fuga,
nato a Costalta nel 1959 e diplomatosi al Liceo Classico "Tiziano" di Belluno.

  Dal volume abbiamo scelto alcune liriche... che pubblichiamo di seguito

 
DOMANI

Quando la natura ti sussurrerà parole d'amore,
quando la sera intonerà tristi note
di canzoni passate,
mentre tu cullerai la tua solitudine
fuori di te sarà primavera.
Ti sfiorerà, ti bacerà
travolgendo i tuoi giorni
freddi e cupi,
sbattendo le porte
del tuo inverno
che non ride e non canta.
Quando la stagione del risveglio
ti guiderà sui sentieri
della gioia altrui
e ti sommergerà
come oceano di passione
sarà inverno per te.
La tua stagione, l'unica che ti appartenga,
la sola che non ami,
è quella dalle fredde mani,
dal viso impassibile di cristallo
e dal cuore di ghiaccio.
Tu sei l'inverno.
NASCITA DI UNA VITA

Risuona tra le valli assonnate,
sfiorate dalla notte che se ne va
i suoni melodiosi di un ritorno.
Ritorna la luce nei suoi antri colorati
accarezzando il giorno che rifiorisce
mentre lontano si sente ancor
la voce dell'inverno.
Si alzano d'incanto
note di danza
e tra il bisbiglio di mille fiori
ballan sciami d'insetti
al ritmo della vita.
Borbotta, la terra,
l'aria freme,
il mondo si scuote
e da un soffio di vento
rinasce la speranza,
risorge impetuosa dalle zolli nutrici
e si insinua in ogni fessura,
in ogni cuore.
L'Eternità del domani
ha piantato la sua tenda
ai confini del mio futuro.
L'estate ha aperto gli occhi
lasciando cari ricordi
di bianche distese.
Sbadiglia ormai l'alba
del giorno fissato
e vado anch'io
a campeggiare nei ricordi.

VITA NOSTRA

L'acqua se scorre
lo fa per abitudine
Tu se vivi
lo fai per caso
Non domandarti
come lo so
Intuizioni sono
di chi è peggio di te
E costretto è a veder
di più di quel che vorrebbe
Non conosco il perché
di tutto questo
Inutile cosa sarebbe
se potessi vedere il solco
della mia vita
trascorsa e capirla
Fortuna è
che la notte è scura
e la luna non c'è
o se c'è (chi lo sa)
non la vedo
Ed ora non chieder di più
oltre andare è vano
se dopo tutto si è sempre
al punto di partenza
Più vivi di così
cosa pretendi?

VERRÀ DOMANI

I1 domani
ci restituirà i nostri sogni
le nostre battaglie
mai vinte
il nostro passato
che ritorna nel tempo
e ci troverà
immersi nei nostri giochi
fatti di gesti stanchi
ripetuti negli anni
E ci ritroveremo
uniti come non mai
perché la vita
spesso si ripete
e si diverte
a rimescolare
i nostri sentimenti
perché la vita è un assurdo,
un continuo susseguirsi
d'occasioni mancate,
un porsi giorno per giorno
domande inutili
Passeremo come immagini
di un film su uno schermo gigante.
Luci variopinte
che sfumano in niente.
Resteremo come luce negli occhi,
attimi violenti
che lasciano ombre,
tele sgualcite
destinate al macero.


Ecco una poetica presentazione dei fiori
(in particolare di quelli di montagna)
fatta da Giovanni De Bettin;
poeta della ladinidà comeliana...

FIORE: ESSENZA DEL CREATO

FIORE ALPESTRE, per te il cielo è tanto più vicino, per te il giorno è maestà del sole
O STELLA ALPINA, imperatrice di bellezze arcane; tu sei l'ardito fiore vellutato.
FIORE DI BOSCO che accompagni il canto degli uccelli nella freschezza d'ombre misteriose.
FIORE DI PRATO, al prato verde dei tuoi colli erbosi tu doni il tuo colore, il tuo profumo.
FIORE DI BREZZA, il vento accompagna la tua voce; trasmetti armonia tutt'intorno.
O GEMMA ALPINA, preludio d'avvenente primavera, ognor atteso il tuo argentato stelo.
O BUCANEVE, sei niveo pur tu, ma tu sei fiore che pullula sul prato al primo verde.
A TE RODODENDRO, contorte fronde di selvaggi pini ondeggiano cullando il rosso fiore.
O GENZIANELLA, un vespero montano in armonia d'un colorato suon di campanelle.
GERANIO IN FIORE, rosata chioma dal protumo mite; tu dai ristoro a chi ti sta vicino.
MARGHERITINA, sei bella in quell'aureola stellata; quella corolla d'oro ti fa luce.
FIOR DI MUGHETTO, stelo grondante di campanelline che spargono profumo in ogni dove.
FIOR CICLAMINO, color d'amore, tu sei tanto bello, ti vedo in mezzo al verde e sul verone.
FIOR DI MIMOSA, tu offri un dono a chi si vuole bene, chi ti raccoglie ama ed ama ancora.
O CRISANTEMO, per te o fiore, io non ho parole; senza vederti sento la mestizia.
AMATO GIGLIO, immacolato fior tu simboleggi la maestà dei puri ed innocenti.
FIOR DEL PENSIERO, tu serbi un nome sì, tu sei violetta: reca un messaggio a chi mi sta lontano.
FIORE DI MAGGIO, trionfano le rose in gemmazione mentre la terra ride e si colora.
O TULIPANO, caleidoscòpio sul balcone posi e riverente dici: "Sono anch'io"!
ASTRO IN FIORE, multicolore vivi nel giardino: guardando il cielo, io ti chiamo stella.
O GAROFANO, tu serbi in cuor la gioia e sei festoso quando la vita offre un lieto evento.
PALLIDA ROSA, tra fiori e fiori tu sei la regina; la profumata serra ti consacra.
FIOR DI CILIEGIO, esulta il tuo candore: é primavera mentre s'appresta il frutto sospirato.
FIORE DI VASO, che vivi nel domestico tepore offrendo il bello a chi ti sta d'accanto.
VERONE IN FIORE, troneggi in quell'essenza del creato guardando il sol nella gran luce sua.
FIORE AZZURRO "non ti scordar di me" fu detto allora, offrendo questo fior color di cielo.
... E DAL GIARDINO qualcuno me lo disse: "Questo è tuo!". Ma è troppo bello: non può esser mio!


Preghiera

Tu che dal Cielo vedi, mio Signore,
gli eletti figli tuoi qui tra gli stenti,
non odi le lor voci di dolore,
le pene d'essi, mio Signor, non senti?

M'han detto che Tu sei l'eterno Amore,
che lievi sono in Te pure i tormenti;
m'han detto che l'amplesso del Tuo cuore
dà forza, dà speranza ai sofferenti.

Ascolta d'un Tuo figlio la preghiera,
potente mio Signor, bontà infinita,
quando per lui del mondo si fa sera.

Da' Tu la forza ed il premio addita
all'anima che T'ama ed in Te spera
acciò più lieve sia quaggiù la vita.

Alberto De Bettin

TRE POESIE INEDITE di Alberto De Bettin,
che trae ispirazione da luoghi a lui tanto cari
(e che abbiamo sentito recitare tante volte, con "fervore",
dalla cognata Casanova Municchia Eugenia...)

  PIAVE

Tu che placido discendi
tu non sai
Tu che al sole lieto splendi
tu giammai
quella storia, la tua storia la saprai

Chiedi al piccolo balilla lui la sa
chiedi al vecchio che vacilla ti dirà
quella storia, la tua storiae poi va
Va' mormorando ancor quel dolce canto
che mormorasti un di' di gloria e pianto

 
Le "sorgenti" del Piave
(ai piedi del Peralba)

 
Il Peralba (m 2694)
visto dal Col Curié



Il Peralba
visto dalla Val Visdende

 PERALBA

Quanto bello sei Peralba
al risorgere dell'alba
ma più bello sei ancora
rosseggiante nell'aurora.

Quando poi il grand'astro splende
io contemplo da Visdende
'na vision che più d'umana
al mio sguardo sembra arcana.

Nel vapor che lento sale
dico a te l'antico "Vale".
Sembri scuoterti di sdegno
al latin potente segno
e domandar coi tuoi lamenti:
"Cosa fan l'itale genti?
Cosa fan le genti prave
su quel suol che canta il Piave?"

Caro monte non dispera
per l'Italia non c'è sera
torneran le baldi squadre
torneranno alla gran madre
e dall'uno all'altro lato
tornerà benigno il fato.
Tu d'Italia sei confine
delle glorie e le rovine.

 
VISDENDE

In questo ameno canto
io sciolgo la mia rima
e un'ora scordo il pianto
che il mondo s'incammina.

Non un prezioso oggetto
lo studio mio completa
ne' il ben dell'intelletto
può dir ch'io sia poeta.

Se conoscessi l'arte
de' vati ben s'intende
anche a Saturno e Marte
direi cos'è Visdende.

Decanterei quel Dante
col dolce mio stil novo
e queste bellezze e quante
dell'eden in cui mi trovo.

Immortalar sul rigo
vorrei d'augelli il canto
ma neppur Boito Arrigo
saprebbe farci tanto.

Se al par d'un Donatello
ritrar volessi è vano
non può l'uman pennello
umanizzar l'arcano.

Ma poi queste bellezze
questo divino incanto
con le sue dolci ebbrezze
le coprirei con manto
per decantar con zelo
de' vati alla ribalta
quel loco che più anelo
la mia bella Costalta.


Val Visdende...

val Visdende
(sullo sfondo la "Strada delle malghe")

Ed ora una "poesia d'occasione", scritta dallo stesso Alberto De Bettin,
in occasione della nascita di una bimba.


Si possono leggere, in altra pagina del sito, alcune poesie
del maestro Silvio de Bernardin,
tratte da due volumi,
il primo edito dalla Redazione di "Da Postauta a Giò Auto"
(negli anni '70)
e il secondo pubblicatodal Gruppo Musicale
(nel 2005)


Alcune poesie del versatile artista CLAUDIO MICHELAZZI
si possono leggere nel sito
http://www.club.it/autori/effettivi/a-d/claudio.michelazzi/indice-i.html
Poesie di Wilma Casanova Consier,
Presidente del Coro Polifonico di Bolzano.

Poesie (in ladino e in italiano)
scritte da autori costaltesi e pubblicate nel "LUNARIO 2005",
edito dall'Associazione CostaltArte

Poesie
scritte da Silvio De Bernardin e pubblicate nel "LUNARIO 2006",
edito dall'Associazione CostaltArte

Poesie
scritte da Franco Casanova e pubblicate nel "LUNARIO 2009",
edito dall'Associazione CostaltArte


 LA LINGUA DELLA POESIA LADINA
DELLE DOLOMITI BELLUNESI

(Saggio del prof. Adeodato Piazza Nicolai - Settembre 2004)


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