Le notizie seguenti riguardanti alcuni "piatti tipici"
costaltesi (in ladino e in italiano) sono state redatte da Lucio Eicher Clere |
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I COLAZES I colazes gnee fate dle sagre
o cuön ch'era la cresma di canai. |
LE CIAMBELLE I colazes venivano preparati per
le sagre e per la cresima. |
I CROSTI I crosti era al daburiò
pi fin che se podee mangé de dolze ple cede d'nota. |
I CROSTOLI I crostoli erano il dolce fritto
più leggero che si poteva mangiare nelle case di un tempo.
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I NIGHI La parola "nighi" vögn dal todösco pustar ìnigelenî. Iné fate con farina, vöve e gherm (a la todösa) o lievito (a la taliana). S'incariese a mangé pöna frite, col zucar sora, opur a disné aped al café bianco. |
I NIGHI La parola deriva dal pusterese
ìnigelenî. |
CSANZÖI Csanzöi era al piato pi bon che l fömne d ceda podee böte su la taula. Forse parché ch era tanto laoro a föi csanzöi, gnee fate d raro, ma sempro a la stösa maniöra: farina, vöve e aga par impastà la pasta ch gnee tireda col ladagné. Con un goto s taiee fora el so rode e zal medo se btee l patate conzade e misiede co la dota, col pulié o coi craute. Gnee sarade a pizgo e tude z aga. A conzai sul piato se btee sora zigar e onto scarltù. Un vecio didee: |
CSANZÖI Csanzöi era il piatto più gustoso che le donne di casa potevano portare in tavola. Forse per la laboriosità che richiedeva la loro preparazione, si facevano raramente, ma sempre allo stesso modo: farina, uova e acqua, per la pasta che veniva stesa con il mattarello. Con un bicchiere, poi, si ritagliavano i cerchi, al centro dei quali si disponeva l'impasto di patate condite e mescolate con erbe e mentuccia o con crauti. Chiusi a mezzaluna e pressati ai lati, erano lessati e serviti con burro fuso e ricotta affumicata con erba cipollina. Un vecchio di Costalta (e la
sua battuta è rimasta come un proverbio) diceva: |
Il Panificio... - dal 2007 offre nuovi servizi - nel 2008 viene sostituito il vecchio forno Informazioni più dettagliate sugli squisiti csanzöi si possono leggere nella pagina I csanzöi... a Costalta e nell'articolo di G. Giuseppini "E' nel ripieno il segreto dei casunziei" |
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