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Richiami teorici di didattica modulare

Definizione e caratteristiche del modulo

Con riferimento alla nuova organizzazione  della didattica, è opportuno sottolineare che essa comporta una trasformazione non semplice: viene infatti messo in discussione il sistema delle strutture sequenziali che caratterizzano la didattica di numerose discipline, per passare alla programmazione sistemica.  
 
Infatti, da sempre il Ministero della Pubblica Istruzione ha imposto agli insegnanti lo svolgimento di un programma specifico, determinando quindi la sfera delle conoscenze e dei contenuti di cui dovevano impadronirsi gli studenti secondo i criteri di una programmazione lineare sequenziale.

Anche l’ attuale programmazione per obiettivi è di tipo tendenzialmente lineare, anche se l’ insegnante oggi è più autonomo nella scelta degli strumenti e non c’ è più rigidità né nei contenuti né nella loro successione temporale: quello che viene prefissato a livello ministeriale sono gli obiettivi.
Tuttavia, gli obiettivi si succedono tendenzialmente da quello tassonomicamente più semplice a quello più complesso e i contenuti vengono articolati con il criterio della propedeuticità.
Nei cd. “programmi Brocca” dei primi anni ’90 per un ipotetica scuola riformata, realizzati in via sperimentale in molti istituti secondari, i programmi sono strutturati secondo i criteri della strategia curricolare. Pertanto figurano debitamente descritte le seguenti parti: il progetto; i piani di studio; le finalità; gli obiettivi di apprendimento; i contenuti; le indicazioni metodologiche; la verifica e la valutazione. Con ciò si ribalta il criterio dei programmi precedenti, in cui si indicavano precettisticamente e perentoriamente liste di contenuti che l’ allievo era tenuto a conoscere. Con i programmi Brocca si privilegiano le abilità, le competenze (i savoir faire) degli allievi, mentre nei programmi precedenti si privilegiavano le conoscenze e le nozioni. Pertanto, ciascuna disciplina va letta in tutti i suoi aspetti, di finalità, di obiettivi, di contenuti di metodi, e non di soli contenuti.
Ciò segna un passo avanti importante per quanto riguarda l’ avvicinamento della nostra scuola secondaria alla strategia curricolare.  

Con la nuova didattica modulare (D.M. 24/04/92 Nuovi programmi del Biennio e Terzo anno degli Istituti Professionali; D.M. 09/03/94; Regolamento sull’ autonomia didattica 25/02/99), oggi suggerita alle istituzioni scolastiche quale possibile forma di flessibilità da adottare se ritenuta opportuna, si passa alla determinazione delle sole competenze, intese come la somma di conoscenze e di abilità, che devono essere acquisite al termine di un modulo (finalità del modulo = competenza complessa).
Si tratterà quindi di lavorare secondo la metodologia della programmazione sistemica, nella quale un curricolo non può che avere uno sviluppo modulare, che consente la massima flessibilità nella individuazione e costruzione delle mappe cognitive.
La struttura modulare è a rete e non sequenziale: un curricolo fondato sullo sviluppo modulare è  quindi strutturato in più moduli, a loro volta aggregabili in cicli.
L’ apprendimento sistemico è conseguentemente basato su mappe cognitive la cui visualizzazione non è sequenziale e numerica, ma globale e spaziale.
Inoltre, la didattica modulare e per progetti ha lo scopo di individualizzare, per quanto possibile, il processo di insegnamento-apprendimento aumentando di conseguenza il successo scolastico.   

Il modulo nella programmazione modulare

Il modulo è un percorso formativo compiuto e concluso in se stesso, quindi ha un respiro ampio e una durata di medio periodo. Ciononostante deve essere inserito in una rete di relazioni e interferenze interdisciplinari della quale costituisce un nodo rilevante.
Questa nuova modalità didattica è particolarmente attenta ad incrociare bisogno dell’ utente e l’ offerta formativa. Scopo della modularità è di segmentare l’ itinerario formativo in “settori” (i moduli) ben programmabili, gestibili, controllabili e verificabili rispetto alle abilità da acquisire.
Secondo la definizione Di Gaetano Domenici il modulo è una parte significativa, omogenea e unitaria, di un più esteso percorso formativo – disciplinare o pluri-multi-interdisciplinare programmato - volta a far conseguire una capacità complessa (finalità del modulo), tramite una serie di attività di insegnamento/apprendimento; tale finalità viene suddivisa in più obiettivi didattici (unità didattiche) a loro volta tradotti in descrittori di prestazione, per ognuno dei quali va fissato un criterio di accettabilità. Il modulo, documentabile ed esportabile, produce risultati (raggiungimento degli obiettivi) certificabili e capitalizzabili.
Il modulo è  quindi documentabile ed esportabile in quanto è programmato in ogni sua parte e costituisce un “pacchetto” comprensivo anche dei materiali e delle prove di verifica.
I risultati sono certificabili perché il superamento del modulo coincide con la verifica del possesso di abilità ben definite e sviluppate intenzionalmente mediante le attività di insegnamento/apprendimento programmate.
I risultati sono altresì capitalizzabili perché la garanzia (certificata) che il discente “sa fare certe cose” potrebbe/dovrebbe essere spendibile (come credito formativo) all’ interno dei vari livelli della formazione (che oggi si vorrebbe “permanente”).
Il modulo quindi viene scandito e strutturato al suo interno in unità didattiche, secondo una certa sequenza.
L’ unità didattica è un’ unità minima di apprendimento sequenziale, che si compie e si completa solo nel respiro più ampio e complessivo del modulo e in collegamento con altre.
La strutturazione di un percorso formativo in moduli deriva da una preventiva analisi disciplinare (individuazione dei nodi concettuali), che garantisce tra l’ altro che il modulo stesso costituisca una parte significativa, omogenea ed unitaria all’ interno del percorso formativo.

 

 

Il modulo può essere articolato in due parti:

    1) Unità di lavoro

blocco di contenuti o “ parte di programma” sufficientemente  omogenea ed autonoma, che viene svolta, ad esempio attraverso lezione frontale, (generalità, analisi ed esempi applicativi).

   2)  Apparato didattico:  

  Deve essere costituito almeno da:

  • Generalità (collocazione, durata, etc.)

  • Analisi della disciplina ed individuazione dei nodi concettuali

  • Scelta all'interno del panorama del nodo su cui organizzare il modulo

  •  Individuazione dei prerequisiti 

  •  Definizione delle finalità del modulo

  • Definizione degli obiettivi didattici del modulo

  • Articolazione di ogni obiettivo in descrittori

  • Tabella dei descrittori

  • Prove formative

  • Attività di recupero/rinforzo/approfondimento

  • Prove sommative

  • Valutazione e certificazione

  • Attività metodologica didattica e scansione temporale.      
         

Relativamente alle verifiche osserviamo che:

a)      prima verifica formativa individuale durante lo svolgimento del modulo: può essere sia orale che scritta, e viene svolta per decidere quali strategie adottare nell’azione didattica, con segnalazione degli errori e misurazione del raggiungimento degli obiettivi di apprendimento (si/no). Discussione sugli errori (formativa orale).
b)     
attività di recupero/approfondimento: la classe, tutta presente, viene suddivisa in due gruppi. Segue il percorso di recupero chi non ha superato la verifica (svolge  attività mirate a fissare i concetti o le abilità non assimilati);       segue  il  percorso di approfondimento chi ha superato la verifica (svolge  attività mirate a  estendere  e sistematizzare le conoscenza-competenze già acquisite).
c)      Seconda verifica finale (individuale sommativa) scritta; correzione della verifica in classe con segnalazione degli errori e misurazione del raggiungimento degli obiettivi di apprendimento (classificazione numerica); certificazione (credito/debito); discussione sugli errori: studenti alla lavagna (formativa orale)