Charles Bukowski - POESIE

Charles Bukowski, disegnato da joenat

Il funerale di uno scrittore
Epilogo

Qualche consiglio per prepararsi


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Il funerale di uno scrittore


c'era una frana sulla
Pacific Coast Highway e ci hanno fatto fare una
deviazione fin su alle colline di Malibu
e c'era un gran traffico e faceva caldo, e poi
ci siamo persi.
ma ho intravisto un carro funebre e ho detto: "ecco
il carro funebre, seguiamolo", e la mia donna ha detto:
"quello non è il carro funebre", e io ho detto: "sì, è il
nostro carro funebre".

il carro funebre ha girato a sinistra e io l'ho seguito
mentre si arrampicava per una
stradina sterrata, fino a quando non ha accostato e io
ho pensato: "si è perso pure lui". c’era un camioncino parcheggiato lì
e un signore che vendeva fragole
e io mi sono fermato
e ho chiesto
dov’era la chiesa e lui mi ha dato le indicazioni
e la mia donna ha detto al tizio delle fragole: "al ritorno
passiamo a comprare un po’ di fragole". poi ho fatto
inversione e il carro funebre si è rimesso in moto
e ci siamo avviati uno dietro l’altro
fino a quando non siamo arrivati alla
chiesa.

eravamo lì
per il funerale di un grand'uomo
ma
il gruppo era sparuto: la
famiglia, un paio di vecchi amici sceneggiatori,
e altre due o tre persone. abbiamo
detto due parole ai parenti e alla moglie del defunto
e poi siamo entrati e la messa è cominciata e il
prete non era niente di che ma uno dei figli del grand'uomo
ha fatto un bel discorso, e poi è finito tutto
ed eccoci di nuovo fuori, in macchina,
di nuovo dietro al carro funebre, giù per la stessa stradina
ripida
e di nuovo davanti al camioncino delle fragole, e la mia
donna ha detto: "non fermiamoci per le fragole",
e mentre proseguivamo verso il cimitero, ho pensato:
Fante, sei stato uno dei più grandi scrittori di tutti i tempi
e questo è un giorno triste.
alla fine, eccoci al cimitero; il prete
ha detto qualcosa ed è tutto finito.
sono andato dalla vedova che se ne stava lì seduta tutta pallida
e bella e piuttosto solitaria su una sedia pieghevole di metallo.
"Hank", mi ha detto, "è difficile", e ho provato inutilmente
a dire qualcosa che le fosse di conforto.

allora ce ne siamo andati, lasciandola lì, e
io stavo proprio male.

ho chiesto a un amico di riaccompagnare la mia ragazza in
città e me ne sono andato all'ippodromo. sono arrivato
giusto in tempo per la prima corsa, e mentre giocavo la mia
scommessa l'impiegato mi guardava strano e mi ha detto
"Gesù, Hank, come mai porti la cravatta?"

***

Epilogo

Fante che se n’è andato a Hollywood,
Fante su un campo di golf,
Fante al tavolo da gioco,
Fante in una casa a Malibu,
Fante amico di William
Saroyan.
Ma Fante il ricordo più bello
che ho di te
era negli anni ‘30
quando vivevi in quell’albergo vicino
all’Angel’s Flight
e lottavi per essere uno scrittore,
inviando racconti e lettere
a Mencken.
a quei tempi
ti veniva fuori
l’urlo dallo stomaco.
e io lo sentivo.
lo sento ancora adesso.
e mi rifiuto di immaginarti
su un campo di golf
o a Hollywood.
ma questo non è importante
adesso che sei morto
però il fatto che tu fossi un grande scrittore
quello resta
e insieme il modo in cui mi hai aiutato
a mettere le parole
sulla carta
come volevo io.
sono felice di averi incontrato alla fine
anche se stavi
morendo
e mi ricordo quando
ti ho domandato
"senti, John, come cavolo
gli è andata a quella ragazza
messicana
di Ask the Dust?"
e tu mi hai risposto
"si è scoperto che era
una dannata
lesbica!"
e poi è entrata l’infermiera
con delle grosse
pillole bianche
per te.


(da Betting on the Muse. Poems & Stories)

***

 

Qualche consiglio per prepararsi


sarebbe bello morire alla macchina da scrivere invece che in un letto
con il culo appiccicato a una padella fredda.
una volta andai all’ospedale a trovare un mio amico scrittore che stava morendo
un pezzetto alla volta
il peggior modo possibile.
così a ogni visita
(quando era in sè) continuava a
parlarmi
della sua
scrittura (di come non fosse un dono
ma una magica ossessione)
e non si preoccupava delle
mie visite perché
lui sapeva che io capivo perfettamente che cosa stava
dicendo.
al suo funerale
mi aspettavo che si alzasse dalla
bara e dicesse: "Chinaski,
è stato bello così,
ne è valsa pena"
non ha mai saputo come ero fatto
perché prima che ci conoscessimo
era giù diventato cieco
ma sapeva
che io capivo
la sua lenta e terribile
morte.
una volta gli dissi che
gli dei lo stavano punendo
perché scriveva troppo
bene.
io spero di non essere mai così
bravo, io voglio morire con la mia testa buttata su questa
macchina da scrivere
3 righe alla fine della
pagina
una sigaretta consumata tra le
dita, la radio ancoraaccesa
voglio solo scrivere
abbastanza bene per
finire
così

 

 

 

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