Charles Bukowski - POESIE


Charles Bukowski, disegnato da joenat

 

mi vengono a trovare un editore e un poeta
un trucco per alleviare il nostro sanguinare
mangiato dalle farfalle
le ragazze
le ossa di mio zio
la lettura di poesia
una minaccia alla mia immortalità
la donna ideale
il mio amico William

 


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Mi vengono a trovare un editore e un poeta

Avevo appena vinto 115 dollari dai succhiacervelli e
stavo nudo sul letto
ascoltando un'opera di uno degli italiani
e mi ero appena liberato di una donnaccia
quando bussarono alla porta,
e visto che i piedipiatti avevano fatto irruzione circa un mese prima,

urlai piuttosto irritato -
chi diavolo è? Che vuoi amico?
sono il tuo editore! Rispose qualcuno urlando,
e io strillai, non ho un editore,
prova qui accanto, e lui rispose urlando,
sei Charles Bukowski, vero? Mi tirai su e
sbirciai attraverso la grata di ferro per accertarmi che non fosse un piedipiatti,

e coprii la mia nudità con una vestaglia,
diedi un calcio ad una lattina di birra e li invitai ad entrare,
un editore e un poeta.
soltanto uno prese una birra (l'editore)
così io ne bevvi due per il poeta e una per me
e loro sedevano là sudando e osservandomi
e io sedevo là cercando di spiegare
che non ero veramente un poeta nel senso tradizionale,
e raccontai loro dei recinti per il bestiame e del mattatoio
e degli ippodromi e delle condizioni di alcune nostre prigioni,
e l'editore improvvisamente tirò fuori cinque riviste da una cartella

e le gettò tra le lattine
e parlammo dei Fiori del male, Rimbaud, Villon,
e di cosa sembravano alcuni poeti moderni:
J.B.May e Wolf the Hedley sono molto puri, unghie pulite, ecc.;
mi scusai per le lattine di birra, la mia barba, e tutto quello che c'era sul pavimento
e ben presto tutti stavano sbadigliando
e l'editore improvvisamente si alzò e io dissi,
andate via?
e poi l'editore e il poeta stavano uscendo dalla porta,
e allora pensai, beh, al diavolo può non essergli piaciuto
quello che hanno visto
ma io non vendo lattine di birra e opera italiana e
calze di nylon strappate sotto il letto e unghia sporche,
io vendo rime vita e versi,
e mi alzai e mi scolai una nuova lattina di birra
e guardai le cinque riviste con il mio nome in copertina
e mi chiesi cosa significasse,
mi chiesi se scriviamo poesie o se stiamo tutti ammucchiati
in una grande tenda
abbracciando teste di cazzo.

 


Un trucco per alleviare il nostro sanguinare

In pratica
le grandi parole dei grandi uomini
non sono poi così grandi.

e le grandi nazioni o le grandi bellezze
non lasciano altro che il residuo
della reputazione che sarà lentamente
rosicchiato via.

né le grandi guerre sembrano così grandi,
né le grandi poesie
né le leggende di prima mano.

persino i lutti
ora sono così tristi,
e il fallimento non è stato altro che un
trucco
per farci continuare.

e la celebrità e l'amore
un trucco per alleviare il nostro sanguinare.

e come il fuoco diventa cenere e l'acciaio
diventa ruggine, noi diventiamo
saggi
e poi
non così saggi.

e sediamo su sedie
leggendo vecchie mappe,
guerre finite, amori finiti, vite finite,

e un bambino gioca davanti a noi come una scimmia
e noi diamo un colpetto alla pipa e sbadigliamo,
chiudiamo gli occhi e dormiamo.

belle parole
come belle signore,
si accartocciano e muoiono.

 


Mangiato dalle farfalle

Forse vincerò alla lotteria irlandese
forse diventerò pazzo
forse
forse l'assicurazione contro la disoccupazione o
una ricca lesbica in cima a una collina

forse re-incarnazione in una rana…
o 70.000 dollari trovati a galla in un sacchetto di plastica
nella vasca da bagno

ho bisogno di aiuto
sono un uomo grasso mangiato da
alberi verdi farfalle e da te

gira gira
accendi la luce
i denti fanno male, i denti della mia anima fanno male
non posso dormire
prego per i tram morti
i topi bianchi
motori in fiamme
sangue su un camice verde in una sala operatoria a
San Francisco
e sono imprigionato
ahi ahi
folle: il mio corpo là pieno di nient'altro che
di me
me intrappolato a metà strada fra il suicidio e
la vecchiaia
che mi affanno nelle fabbriche accanto ai
ragazzi
tenendo il passo
bruciando il mio sangue come benzina e
facendo sogghignare
il caposquadra

le mie poesie sono soltanto scarabocchi
sul pavimento di una
gabbia.


 

le ragazze

Contemplo
lo stesso
paralume
da
5 anni
e s'è coperto
d'una polvere da scapolo
e
le ragazze che entrano qui
sono troppo
indaffarate
per pulirlo

Ma io non ci bado
anch'io sono stato troppo
indaffarato
per accorgermi
finora

Che la luce
balugina
fioca
dietro questi
5 anni
di vita.


le ossa di mio zio

Le ossa di mio Zio
montavano una moto ad Arcadia
e violentarono una casalinga
dentro un garage
pieno di tubi e rastrelli
le ossa di mio Zio
si lasciarono dietro
1. un vaso di burro d'arachidi
e
2. due bambine chiamate
Katherine &
Betsy e
3. una moglie stracciata che piangeva
continuamente.
le ossa di mio Zio
scommettevano anche
sui cavalli
e
fabbricavano moneta falsa -
per lo più nichelini, e l'F.B.I. lo ricercava
per qualcosa di più grave
anche se da allora
ho dimenticato cosa fosse.
le ossa di mio Zio tirate per il lungo
sembravano troppo corte
e guardate
mentre venivano verso di te
si curvavano come archi
sotto le ginocchia.

le ossa di mio Zio
fumavano e bestemmiavano
e sono state sepolte
dove si seppelliscono le ossa
che non hanno
quattrini.
Quasi quasi scordavo di dirvi:
le sue ossa si chiamavano - John -
e
avevano occhi verdi
che non
durarono.

 

 


la lettura di poesia

Pieno pomeriggio
in un college vicino al mare
sobrio
col sudore che mi cola sulle braccia
una goccia di sudore sul tavolo
l'asciugo col dito
per i soldi per i soldi
mio dio penseranno che adoro tutto questo come gli altri
mentre è per il pane e la birra e l'affitto
per i soldi
sono teso faccio schifo mi sento male
poveracci che fiasco che disastro

Una donna si alza
esce
sbatte la porta

Una poesia sconcia
me l'avevano detto di non leggere poesie sconce
qui
troppo tardi.

i miei occhi non vedono alcune righe
le leggo
fino alla fine -
disperato tremante
che schifezza

non possono sentire la mia voce
e io dico
basta, è finita, sono
rovinato.

e più tardi in camera mia
trovo birra e scotch:
il sangue d'un codardo.

questo dunque
sarà il mio destino:
scribacchiare per quattro soldi in stanze semibuie
leggere poesie di cui da un pezzo mi sono
stancato.

e una volta credevo
che gli uomini che guidano l'autobus
o puliscono le latrine
o ammazzano altri uomini nei vicoli
fossero degli idioti.

 

 

una minaccia alla mia immortalità

si spogliò davanti a me
con la figa dall'altra parte
mentre io stavo a letto con la bottiglia
di birra.

cos'è quella verruca che hai
sul culo? Chiesi.

non è una verruca, disse lei,
è un neo, una specie
di voglia.

quel coso mi spaventa, dissi,
lasciamo
stare.

scesi dal letto
e andai nell'altra stanza
e mi sedetti sulla sedia a dondolo
e mi dondolai.

mi raggiunse.dì un po',
vecchia scorreggia. sei pieno di verruche e cicatrici
e bitorzoli d'ogni genere
dappertutto. credo proprio che tu sia il vecchio
più brutto
che abbia mai visto.

lascia perdere, dissi, dimmi qualcosa di più
di quel neo
che hai sul culo.

lei andò nell'altra stanza
si vestì e poi mi passò davanti
sbatté l'uscio
e
sparì.

e pensare
che aveva anche letto
tutti i miei libri di poesie.

spero solo che non dica a nessuno
che non sono stato
carino.

 

 

la donna ideale

il sogno di un uomo
è una puttana con un dente d'oro
e il reggicalze,
profumata
con ciglia finte
rimmel
orecchini
mutandine rosa
l'alito che sa di salame
tacchi alti
calze con una piccolissima smagliatura
sul polpaccio sinistro,
un po' grassa,
un po' sbronza,
un po' sciocca e un po' matta
che non racconta barzellette sconce
e ha 3 verruche sulla schiena
e finge di apprezzare la musica sinfonica
e che si ferma una settimana
solo una settimana
e lava i piatti e fa da mangiare
e scopa e fa i pompini
e lava il pavimento della cucina
e non mostra le foto dei suoi figli
né parla del marito o ex-marito
di dove è andata a scuola o dov'è nata
o perché l'ultima volta è finita in prigione
o di chi è innamorata,
si ferma solo una settimana
solo una settimana
e fa quello che deve fare
poi se ne va e non torna più indietro

a prendere l'orecchino che ha dimenticato sul comò.

 

 


il mio amico William


il mio amico William è un uomo fortunato:
non ha abbastanza immaginazione per soffrire

ha conservato il suo primo impiego
la sua prima moglie

è capace di guidare per 50.000 miglia
senza una frenata

balla come un cigno
e ha gli occhi più belli e inespressivi
che ci siano da El Paso fino a qui

il suo giardino è un paradiso
i tacchi delle sue scarpe sono sempre allo stesso livello
e la sua stretta di mano è vigorosa

la gente gli vuol bene

quando il mio amico William morirà
non sarà certo di cancro o di pazzia

passerà davanti al diavolo
per andare in paradiso

stasera lo vedrete alla festa
sorridere
davanti al suo martini

beato e contento
mentre qualcuno
gli chiava la moglie
nel bagno.


 

 

 

 

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