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Cara Matri Addulurata,
  COMISO E COMISANI
di duluri trapassata,
trapassati st'arma mia
sin' all' ultima agunia.

Festa della
MADONNA
ADDOLORATA

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FESTA DELLA
MADONNA ADDOLORATA

La festa della Madonna Addolorata è la più "giovane" tra le grandi feste religiose di Comiso.

Tutte le notizie di questa pagina sono tratte dal libro VICENDE STORICHE DI COMISO di Fulvio Stanganelli (can. Raffaele Flaccavento), pubblicato nel 1926.
Inizialmente viene presentata una breve cronistoria sulle origini della festa e quindi viene presentata la narrazione dello svolgimento della festa, che, come si potrà notare, non è molto diverso da quello degli anni presenti.

(Se si accendono le casse acustiche in sottofondo
si può ascoltare il canto "
Bedda Matri Addulurata")





da VICENDE STORICHE DI COMISO

Fino al 1764 la festa di Maria SS. Addolorata consisteva in poche e modeste manifestazioni di culto, organizzate la 3^ domenica di settembre dai sagristi madriciari, davanti a un'immagine appunto dell'Addolorata, venerata in una edicola tuttora esistente nei pressi della loro chiesa.
Fu appunto in quell'anno
(1764) che la Congregazione della Carità, essendosi con permesso vescovile del 4 maggio, trasferita dalla sua sede di S. Biagio alla Madrice, volle dare un segno tangibile della sua esistenza, onorando la sua patrona nel giorno anzidetto, con illuminazione, processione del Sacramento, benedizione fatta all'aperto davanti a quella nicchia e sparo di petardi.

Nel 1774 i madriciari acquistavano a Napoli una bella statua in legno dell'Addolorata, che accolsero e benedissero nella lor chiesa con grandi tripudi.
Il loro scopo era chiaro, non limitarsi più a una parodia di festa, come per il passato; ma celebrare per la loro Madonna una festa vera e propria, cominciando col farla intervenire, il venerdì santo 28 marzo del
1777, alla processione del Cristo morto dentro l'urna.

Nel 1803 fu fatta una processione molto più chiassosa degli altri anni, il clou della quale fu sempre d'allora in poi l'intervento dell' onorata maestranza in tuba, giamberga e torcia, che dava un aspetto imponente e originale a quella religiosa manifestazione.

Poiché avveniva però spesso che per l'instabilità della stagione, la festa, celebrata nel venerdì di Passione, non riusciva come ai più caldi madriciari sarebbe piaciuto, pochi anni fa essi pensarono di trasportarla nella 3^ domenica di maggio.
Il 15 febbraio
1910 l'arcivescovo di Siracusa Mons. Luigi Bignami confermava e disciplinava la detta trasposizione.


LA FESTA

Festa molto sfarzosa e interessante è quella, che la Chiesa Madre celebra, in onore della SS. Vergine Addolorata, la 3^ domenica di maggio, con gare sportive, lotterie e quant'altro serve a divertire il popolo.

Dopo un devoto Settenario di sermoni, musica e canzoncine adatte alla circostanza, la sera della vigilia la chiesa viene riccamente illuminata e, tra i più poderosi "viva Maria Addolorata" di questo mondo, terminata la sittina, cala il telone quaresimale e apparisce tra una gloria di ceri, il simulacro della S. Vergine, mentre ristabilito un po' di silenzio, ha luogo il canto d'una laude sacra, chiusa dalla benedizione del Sacramento.

L'alba del giorno appresso è salutata dallo sparo assordante d'infiniti petardi, cui risponde il suono gioioso delle campane della chiesa, che per tutto il dì non hanno più requie.
E la festa ha principio tra la più schietta letizia dei madriciari, che la mattina giungono a trovare un posto nel vastissimo tempio per ascoltare la gran Messa, cantata in pretto stile liturgico dalla locale schola cantorum affiatatissima, e il panegirico.
Nelle ore pomeridiane assistiamo in piazza all'uscita della Madonna, la quale, chiusa nel suo magnifico fercolo, dopo il canto d'un bell' inno d'occasione, sarà portata trionfalmente per tutta la città.
I fiori innumerevoli che le piovono su da tutt'i balconi, l'agitar delle pezzuole dei devoti, lo scampanìo, il tuonar delle bombe a mitraglia e a sorpresa, l'assordante fracasso delle diverse musiche, i "viva Maria" entusiastici con cui viene accolto il bel simulacro, in sul primo suo apparire tra quel mare di popolo, hanno del fantastico: è un'altra Pasqua.
E come l'ordine è un mito in questa festa, così è un mito in quest'altra.
E la confusione aumenta lungo tutto il percorso della clamorosa processione, finché raggiunge il colmo a notte avanzata, allorquando la sacra immagine ritorna in piazza, per restituirsi in chiesa tra un subisso di evviva.
Chiudono la festa i soliti fuochi artificiali e l'indomani, lunedì, una buona fiera d'animali vari, ottenuta il 14 maggio
1910 e conclusa di sera con altri fuochi d'artifizio.




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Nota

La musica del canto "Bedda Matri Addulurata" , composta da Biagio F. , è eseguita dal maestro Marcello Serafini.