COMISO E COMISANI
APRANSI OMAI
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Apransi
omai le sotterranee porte
di quest'orrido avel, tomba e prigione,
acciò veda ciascun come la morte
tutto il bello dell'uom guasta e scompone.
Di
cadaveri estinti in varia sorte
l'ossa spolpate a meditare espone
e fastosa col piè preme ben forte
toghe, porpore, mitre, ostri e corone.
Mortal,
se in te tanto saper non regna,
scendi in questo liceo di morte amara,
e te medesmo a gran profitto impegna.
E
se l'anima tua t'è grata e cara,
quanto ogni morto a ben morir t'insegna,
tanto tu vivo a viver ben impara.
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Questo sonetto, (di autore anonimo)
risale al 17° secolo
ed è scritto su un
cartiglio
apposto sulla porta
dell'ossario annesso
alla
Chiesa dei
Cappuccini
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UN
RITORNO |
Tornare dal cimitero,
vecchio
in compagnia di vecchi,
dopo
aver consegnato lì
un
bambino bellissimo.
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Paolo Nicosia
(1893-1970)è l'autore di questa poesia,
tratta dalla raccolta
Voglio che
tu mi viva
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SALMO DELLO SCAPOLO
IN FIERA |
Con
la gonna di rafia tutta fiocchi
e le calze turchine
e la scarpa che crocchia
e la spadina d'argento sul crine,
tu mi pari, ragazza,
accordellata nel busto d'alpagio
un'asinetta che discende in piazza
nel giorno di San Biagio.
Come vorrei comprare
a peso d'onze le guardate ladre
così maldestre e destre,
e da lontano il tuo nome gridare
alla mia vecchia madre
che aspetta e ride dietro la finestra!
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Gesualdo Bufalino
( 1920-1996)
è l'autore di
questa lirica,
tratta da L'AMARO MIELE
(Ed.
Einaudi - Anno 1982)
Cliccando qui si può leggere la
poesia MALINCUORE,
IL GIORNO DEL SANTO
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UN FIORE DI SPERANZA |
E'
Pasqua, gloria di rinnovo.
Fugge dai giorni muti soffio d'aprile,
schiude gemme, favoleggia speranze.
Occhiate
ladre, sorrisi d'incanto,
giovanette a festa giocano
leggere
tra lazzi e risa d'amore.
Spera
il bambino il palloncino
rosso, grande grande,
alza le braccia, ridono gli occhi.
Anche
il vecchio i pensieri
che imbrigliano scaccia,
guarda e gioisce: dal cuore
un fiore di speranza schiude.
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Carmelo Depetro è l'autore di questa lirica,
tratta dalla
pubblicazione
PASQUA '95
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da LA RISATA DEL FAUNO |
Solo.
Davanti al mare di Puntasecca
perdo la cognizione dei millenni,
mi sembrano,
quelle,
orme lasciate poco fa
dal calpestio dei Greci
nella sabbia
e che siano, quelle,
orme delle lucertole
scappate tra i canneti
al loro arrivo.
Ho qui l'impressione
d'essere l'ultimo Greco
che i suoi compagni
partendo
hanno dimenticato
in Sicilia.
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Salvatore Fiume
(1915-1997)è l'autore di questa poesia,
che è stata tratta dal sito
www.fiume.it
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FRA
LA GENTE |
Se
un giorno
tornassi a camminare
per le strade del paese
non ti darei un passaggio
per non sottrarti
alla tua gente
che ama
vedere un prete
camminare fra la gente.
Se
un giorno
tornassi a bussare alla mia porta
ti laverei i piedi stanchi
e ti rimanderei fuori
fra la gente
che ama
vedere un prete
incontrare tanta gente.
Camminando
e cercando
tra afflitti e morenti
un giorno bussasti
alla porta di Dio:
ascoltando i tuoi passi
la povera gente
t'aperse, festante,
la porta del Cielo.
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Questa poesia composta da B.G.
e dedicata al
can. ANGELO
GUASTELLA
(1930-2000)
è tratta dal libro
UN PRETE FRA LA
GENTE
pubblicato a cura della
ASSOCIAZIONE TUTELA
TRADIZIONI POPOLARI
(anno 2000)
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PICCOLO
PAESE
(Camposanto) |
Piccole case di un piccolo paese
che non ha più tempo!
Il silenzio echeggia tra le stradine pulite,
solo il cinghettio degli uccelli
e il vento e le strazianti preghiere
lo smorzano di tanto in tanto.
Non
li incontrerai mai i suoi abitanti,
li rivedrai solo nei belli o nei cattivi ricordi
e forse nei sogni.
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Biagio La Ferla
è l'autore di
questa poesia
(anno 2003)
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AL VENTO AFFIDO... |
Affido al vento i miei segreti,
e agli alberi confido
il mio dolore...
Vento, sei tu che i miei affanni
onori,
rispettandone la marcia e il tempo...
Leggeri come ali di libellule
volano,
solcando le immense distese
d'azzurro...
Maschero il volo
con logori crepuscoli...
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Rosa Maria Di Falco
è l'autrice
di questa poesia,
scritta nel 2010
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Nota
La
musica del canto "UN RITORNO"
(composta nel 2008 da Biagio F. in onore del prof. Paolo
Nicosia, del quale fu allievo presso il Liceo classico
"Giosuè Carducci" negli anni '50 ) è eseguita
dal maestro Marcello Serafini.
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