Preghiera contemplativa Antica Via Crucis Preghiera
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Essi, l’arcivescovo Tommaso Bonaventura dei conti della Gherardesca, nel 1715, e l’arcivescovo Giuseppe Mario Martelli, nel 1725, dichiararono, esaminati diligentemente i legittimi documenti antichi, che si poteva ritenere autentica la s.reliquia custodita nel palazzo del surricordato marchese ed a lui pervenuta per diritto di legittima successione, dai marchesi antenati. Il figlio di tale marchese, Giovan Battista Andrea, sposò, verso il 1730, Maddalena Cantucci-Tonsi, unica erede della tenuta di Capezzana a Carmignano, ove stabilì la sua dimora e, quasi con certezza, possiamo attestare che vi portasse la S.Spina, che rimase conservata ma con il tempo dimenticata tra gli oggetti preziosi. |
Quando il rev. don Macario Rossi, divenuto parroco di Colle, venne a conoscenza di questo prezioso tesoro, chiese alla allora padrona della tenuta, baronessa Rotchschil-Franchetti, di permettere che l’insigne reliquia non restasse più nascosta, ma venisse esposta alla venerazione del popolo cristiano. La baronessa, dietro le insistenze del parroco, sostenute da Mons. Vettori, vescovo di Pistoia, nel novembre del 1920, concesse in custodia alla chiesa di Colle, la reliquia. Alcune considerazioni Una delle tante espressioni d'amore e d'affetto verso una persona che non c'è più, è quella di conservare e venerare qualcosa che le sia appartenuto o che sia in relazione alla sua esistenza. Così ci piace rivedere foto dei nostri cari od oggetti, anche poverissimi, che ce li rammentano e che in qualche modo ce li rendono presenti. E' una caratteristica propria dell'essere umano, espressione della sua sensibilità e del suo desiderio di andare oltre i limiti del nascere e del morire, perchè l'amore, quello autentico, non conosce confini spazio-temporali. |