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Nel
1553 la Vicinanza contava solamente 16 fuochi(nuclei
familiari) e nel 1602,quando fu redatto un censimento
organico,era salita a soli 24 (meno popolose erano
solamente Noceto e Bergiola).Il borgo era però fra i più
prestigiosi del comune; tra l'altro era sede di una delle
primissime Parrocchie autonome della valle(anno 1111 )La
storia prosegue confermando il legame insolubile tra Colonnata e
le sue cave che, insieme ai vari signori e regnanti che si
alterneranno nel tempo nello sfruttamento del marmo, regalerà
momenti di progresso e benessere ad altri di regresso e
miseria.Questi fatti,insieme al carattere autosufficiente ed
austero in cui si era ormai forgiata la comunità,contribuì a
mantenere inestirpabile un certo diaframma tra Colonnata ed
il resto della valle:tale fenomeno risultò in tutta la sua
evidenza nel 1894 , quando Colonnata fu il solo paese del
carrarese a non essere coinvolto,in qualche modo,nei tragici
Moti.Durante l'ultima guerra la frazione partecipò in pieno
alla tragicità degli eventi ed ha avuto,fra l'altro,quasi il
50% delle case bruciate. La lapide posta nella piazza
principale,ricorda il tragico evento:
Un particolare ricordo meritano tutti i cavatori caduti nelle
cave e a questo proposito esiste nel paese di fronte alla
chiesa, un bel monumento in marmo da 60 tonnellate, dello
scultore Alberto Sparapani, dedicato a tutti i caduti sul lavoro
nelle cave, che illustra nelle sue pagine di marmo tutti i
lavori legati alle cave: "ilBagascio"portatore di
attrezzi e acqua, "il Filista"cavatore addetto al
taglio del marmo col filo elicoidale, "il
Lizzatore"cavatore esperto nello scivolamento dei blocchi,
"la Carratura"il trasporto a valle dei marmi.
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