Maurizio Vaghi

F  A  S  C  I  S  M  O
La costruzione della dittatura

STORIA

Le radici del Fascismo italiano

La costruzione della dittatura

L'impero fascista

 



La dottrina fascista

 




Giacomo Matteotti

 



Benito Mussolini

 

Mussolini sopprime ogni libertà
Nei mesi successivi, mentre i capi locali del Partito fascista scatenavano una nuova ondata di violenze contro gli antifascisti, il governo emanò una serie di leggi eccezionali (1925-1926) che cancellarono definitivamente il vecchio Stato liberale.
Furono rafforzati i poteri del capo del governo
Il Parlamento fu privato della propria autorità
L’opposizione parlamentare venne eliminata
Furono sciolti i partiti, soppresso il diritto di sciopero, dichiarate illegali tutte le   organizzazioni sindacali, tranne quelle fasciste che presero il nome di
corporazioni, alle quali venne assegnato il compito di promuovere la collaborazione tra datori di lavoro e lavoratori
La stampa contraria al fascismo fu ridotta al silenzio
I sindaci, la cui carica era ancora elettiva, vennero sostituiti dai
podestà nominati dal re su proposta del governo
Fu creata la
Polizia politica segreta (OVRA) e venne istituito il Tribunale speciale per giudicare e condannare, anche alla pena di morte, coloro che si fossero resi colpevoli di reati politici

Gli anni del consenso 

A partire dal 1925 mutò anche la politica economica del fascismo che, abbandonando l’indirizzo liberista dei primi anni, si orientò verso l’intervento diretto e indiretto dello Stato in tutti i settori produttivi.
Proprio nel 1925 fu lanciata da Mussolini la Battaglia del grano. L’obbiettivo era quello di rendere autosufficiente l’Italia nella produzione granaria.
Mussolini diede inoltre il via a un imponente complesso di
lavori pubblici (strade, case, acquedotti, edifici), secondo un programma che rispondeva alla duplice esigenza di creare nuove infrastrutture e di dare lavoro ai disoccupati.
Allo scopo di assicurarsi il sostegno degli italiani, Mussolini creò numerose organizzazioni che furono abilmente usate per diffondere la dottrina fascista. Le principali organizzazioni di massa del regime furono:
 lOpera nazionale dopolavoro, alla quale venne affidato il compito di soddisfare i bisogni ricreativi e culturali di operai, contadini e impiegati;
l’
Opera nazionale per la maternità e l’infanzia, che doveva assistere e aiutare i “figli del popolo”. Essa fu finanziata con la tassa sul celibato, che gravò sui cittadini maschi non sposati;
l’
Opera nazionale balilla, che doveva educare le nuove generazioni a “credere, obbedire e combattere”. I ragazzi furono divisi, a seconda dell’età, in figli della lupa, balilla e avanguardisti.

Il fascismo attua una propria politica sociale
L’attività sociale del regime si svolse attraverso grandi enti previdenziali, tra i quali:
l’Istituto nazionale per la previdenza sociale (INPS)
l’
Istituto nazionale per le assicurazioni e infortuni sul lavoro (INAIL)
l’
Istituto nazionale assistenza malattie (INAM)

Patti  Lateranensi
L’11 febbraio 1929 fu stipulato tra il governo italiano e il pontefice Pio XI  un Concordato con il quale venne sancita la conciliazione fra Stato e Chiesa.
Con tale accordo il governo italiano riconobbe la piena ed esclusiva sovranità del pontefice sulla Città del Vaticano. Il pontefice, da parte sua, riconobbe il Regno d’Italia con capitale Roma e abbandonò il proposito di restaurare lo Stato della Chiesa.

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Benito Mussolini dal balcone di Palazzo Venezia a Roma annuncia agli italiani l'entrata dell'Italia in guerra al fianco della Germania, contro Inghilterra e Francia.  10 giugno 1940

 

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