All' ordine dei chirotteri, termine scientifico con cui vengono designati i pipistrelli, appartengono oltre 1100 diverse specie, corrispondenti a circa un quarto di tutte le specie di mammiferi attualmente conosciute. Molte di esse rischiano oggi l'estinzione.
L'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura e delle Risorse Naturali (IUCN), massimo organismo internazionale che si occupa di conservazione, ha recentemente valutato lo stato di conservazione di 778 specie di chirotteri: circa la metà di esse sono state incluse nella "Lista Rossa delle specie minacciate". I chirotteri italiani (35 specie, un terzo dei nostri mammiferi terrestri) condividono questa sorte.
Le cause sono molteplici: distruzione e alterazione degli ambienti in cui i pipistrelli si alimentano; impiego massiccio di insetticidi in agricoltura (tutti i pipistrelli europei sono insettivori); distruzione e alterazione dei loro siti di riposo diurno, riproduzione e ibernazione.
Fra questi ultimi, le cavità sotterranee naturali (grotte) e artificiali (miniere abbandonate) rivestono un'importanza primaria. Sono utilizzate da alcuni chirotteri lungo l'intero corso dell'anno e dalla maggior parte delle specie per trascorrere il periodo invernale, climaticamente ostile e povero di insetti. I pipistrelli lo superano in letargo, rallentando le funzioni vitali in modo da realizzare un'eccezionale risparmio energetico: la temperatura corporea, che in attività oscilla fra 37 e 40°C, viene ridotta entro 1-2 gradi di quella del rifugio (di solito compresa fra +2 e +10 °C); i battiti cardiaci possono scendere fino a 20 al minuto (sono quasi 1000 al minuto quando gli esemplari volano) e la respirazione arrestarsi per periodi lunghi fino a 90 minuti (negli esemplari svegli, gli atti respiratori sono 4-6 al secondo).
Durante il letargo i pipistrelli devono essere lasciati in assoluta tranquillità: se vengono svegliati perdono preziose riserve energetiche e la loro sopravvivenza è messa a rischio.