NAIADI
(C1)
Ninfe delle acque sorgive, dei fiumi, dei laghi, delle fonti e delle cascate.
Rapirono e tennero presso di sé Ila, il giovane amato da Eracle.
NAPEE (C1)
Ninfe delle valli.
NARCEO (C1)
Figlio della ninfa Fiscòa e di Bacco.
NARCISO
(C1)
Figlio della ninfa Lirìope e del dio fluviale Cefìso.
Ragazzo dalla bellezza indescrivibile. Di lui si innamorò la ninfa Eco,
lui non volle corrisponderla e la povera ninfa si ridusse a un'ombra e non
rimase altro che la voce. Nemesi la dea che puniva
le colpe e le debolezze degli uomini, commossa per la fine della ninfa decise di
vendicarla e per fare ciò condusse Narcìso ad una fonte dalle acque
limpidissime che rifletterono l'immagine del giovane, il quale vedendo la sua
immagine riflessa se ne innamora e non vuole più lascialrla finché non muore.
Fu da Nemesi mutato nell'omonimo fiore che fu poi consacrato alle Erinni.
NASSO (C1)
Isola del mare Egeo, la più grande delle Cicladi, legata alle vicende di
Dioniso e Arianna.
NAUCRATE (C1)
Madre di Icaro.
NAUPLIO (C1)
Figlio di Poseidone e di Amimòme, inventò il modo di stabiliire le rotte
facendo riferimento all'Orsa Maggiore.
NAUSICAA
(C1)
Figlia di re Alcinoo e della regina Arete dei Feaci, fu la prima a
incontrare Ulisse appena naufragato sulle coste di Corciria e ad
accompagnarlo alla corte del padre.
NECESSITÀ (C1)
Figlia della Fortuna, dea allegorica adorata e ubbidita ciecamente anche da
Zeus. Era chiamata anche col nome di Ananke.
NEREIDI
(C1)
Le cinquanta figlie del dio Nereo, Ninfe marine del Mediterraneo, distinte
dalle Naiadi, che erano le Ninfe delle acque dolci, e dalle Oceanine, Ninfe
dell'Oceano. La più celebre delle Nereidi fu Tetide, madre di Achille.
Offese da Cassiopea, le Nereidi furono vendicate da Poseidone che pretese
il sacrificio di Andromeda.
NEMESI (C1)
Dea della giustizia e della vendetta, perseguitava i malvagi e coloro i quali
non facevano buon uso dei doni avuti dalla sorte. Essa tormentava senza tregua
chiunque infrangeva le regole.
NEPENTE (C1)
bevanda, dalla magica proprietà di alleviare dolori e tristezze.
NEREO
(C1)
Il "vecchio del mare", figlio di Gea
e di Ponto,
personificazione maschile del Mare. Dalla sorella e sposa Doride
ebbe cinquanta figlie, le Nereidi. Come altre divinità marine, aveva la
prerogativa di predire il futuro e di sapersi trasformare apparendo sotto
diverse forme.
NERITE (C1)
Giovane bellissimo figlio di Nerèo, amante di Afrodite
quando la dea abitava ancora il mare. Quando la dea dovette salire sull'Olimpo
voleva portarlo con se ma avuto un rifiuto dal giovane , Afrodite lo mutò in
conchiglia.
NETTARE (C1)
Bevanda degli dèi, che dava l'immortalità a chi la beveva.
NIKE (C1)
Dea della vittoria, personificata come giovane donna alata. Era anche detta Nice
o Niche.
NIMBO (C1-C2)
Disco lunimoso che veniva posto sul capo delle divinità della luce, quali Elio
e Selene. Divenuto in seguito attributo dei santi cristiani.
NINFE (C1)
Con questa parola i Greci designano una giovane donna in età sessuale matura,
per cui il termine poteva essere usato per indicare senza distinzione una dea o
una mortale. Il termine anche se indicava una figlia di dea o una figlia di dio
non implicava necessariamente la loro immortalità. Solo le Nereidi, le Naiadi e
le Limniadi avevano il dono dell'immortalità, mentre le altre ninfe erano
longeve. Molte volte le ninfe facevano da balia agli dèi o ai figli degli
stessi.
NIOBE
(C1)
Figlia di Tantalo
e sposa di Anfione. Madre di 14 figli, sette femmine e sette maschi. Le furono
uccisi tutti da Apollo
e da Artemide per punirla di avere offeso la loro madre, sulla fecondità delle
due donne, infatti Latona
aveva avuto solo Apollo e Artemide, mentre Niobe ne aveva avuti 14 e di
questo si vantava disprezzando la dea. Dall'eccidio si salvarono solo un maschio
e una femmina che in tempo pregarono Latona affinché li perdonasse.
NISA (C1)
1) Ninfa che si prese di cura di Bacco quando era bambino.
2) NISA è il nome del monte sul quale Dioniso avrebbe trascorso la
fanciullezza. È attribuito anche ad altre località legate al suo culto, da cui
gli viene l'epiteto di Niseo.
NITTIMO (C1)
Fu ucciso dai fratelli e servito a tavola a Zeus.
NONIO
(C1)
Uno dei cavalli di Poseidone.
NOTO (C1)
Dio dell'omonimo vento del sud, apportatore di tempeste e di oscurità per cui
rendeva insicura la navigazione. Era chiamato anche col nome di Austro.
NOTTE o NYX (C1)
Dea del fenomeno naturale notte. Per gli Orfici era la dea primigenia che
fecondata dal vento, depose l'uovo d'argento dal quale nacque Eros.
Per Esiodo
la Notte è figlia di Gea
e del Caos.
Unitasi incestuosamente al fratello Erebo generò: Etere, Thanatos, il Sonno (Hypnos),
il Sarcasmo (Momo),le Moire, i Sogni, Nemesi, e le Esperidi. Era inoltre madre
di personificazioni quali: la Vecchia, la Discordia, L'Inganno, la Tenerezza, la
Sciagura, la Miseria, la Sorte, Hemera, il Giorno, e le Kere.
OCEANINE
(C1
Figlie di Oceano e di Teti, erano tremila le più famose sono:Acaste, Anfiro,
Asia, Admeto, Calliroe, Clitia, Criside, Calipso, Cherchide, Climene, Dione,
Dori, Elettra, Eudora, Europa, Eurinome, Galaxaura, Ianira, Iante, Ippo, Idia,
Meti, Melobosi, Menesto, Ociroe, Plexaura, Polidora, Pito, Primno, Perside,
Petrea, Rodeia, Stige, Telesto, Toe, Tiche, Urania, Zeuxo e Xante.
OCEANO
(C1)
Secondo Esiodo era figlio di Urano e di Gea. Invece per Omero,
Oceano è il principio di tutte le cose. Egli è un dio fluviale con la
particolarità di circondare tutte le terre e di sorgere da sè stesso e
ritornare in sè stesso. Rappresentava la grande forza generatrice dell'acqua;
sorgenti, mari e fiumi nascono da lui. Teti era la sua sposa e con essa generò
tremila figli (i fiumi) e tremila figlie, le Oceanine. Oceano e Teti che erano
della stirpe dei Titani furono gli unici a non prendere parte alla guerra dei
Titani contro Zeus e per questo il sommo dio per ricompensarli gli lasciò
governare le acque.
OCIPETE (C1)
Una delle Arpìe che risponde anche al nome di Ocitoe o di Ocipode.
OCIROE (C1)
1) Figlia del centauro Chirone e della ninfa Cariclèa.
2) Altra Ociroe era una delle Oceanine.
OGIGIA (C1)
Antico nome della Beozia e nome dell'isola di Calipso.
OLIMPI
(C1)
Le dodici maggiori divinità dell'Olimpo, legate tutte alla stirpe di Zeus.
Erano: Zeus stesso, Poseidone, Apollo, Ares, Ermes, Efesto, Estia, Demetra,
Era, Atena, Afrodite e Artemide.
OLIMPO (C1)
Era la montagna sulla quale gli dèi avevano la loro sede. È alta tremila metri
e fa parte alla catena montuosa che si estende tra la Tessaglia e la Macedonia.
Con la sua cima ricoperta di nevi in inverno è nella sua base prosperoso di
boschi fitti, interrotti da precipizi, balze e rocche. Illuminato per primo
al sorgere del sole e oscurato per ultimo al tramonto. La sua cima circondata da
nubi squarciate di tanto in tanto da lampi, seguiti da tuoni, era nascosta alla
vista degli umani. Percui gli antichi Greci fantasticavano fosse la sede degli dèi.
ONCO (C1)
Grande allevatore di cavalli e figlio di Apollo. Nelle sue mandrie si nascose
Demetra per scampare alle voglie amorose di Poseidone.
ONIRO (C1)
Dio dei Sogni, figurato come giovane alato e con un corno per versare i sogni.
ORE (C1)
figlie di Zeus e di Temi, in origine divinità della natura e dell'ordine,
delle stagioni e delle piogge, più tardi connesse anche al concetto della
Giustizia. Furono talvolta identificate con le Cariti (le Grazie) e chiamate
Auxo e Carpo, nomi alludenti alla semina, alla crescita e ai frutto delle piante
secondo le stagioni: oppure Eunomia (l'Equità), Dike (la Giustizia)
e Irene (la Pace), con riferimento all'ordine, alla giustizia e alla
pace. In seguito furono specialmente connesse con le suddivisioni del giorno. I
Greci ne contarono 10, i Romani 12, danzanti intorno al carro del Sole.
Controllavano l'ordine della natura nell'alternarsi delle stagioni ed erano le
portinaie dell'Olimpo.
OREADE (C1)
ciascuna delle ninfe dei monti, figlie di Nereo e di Doride e seguaci di
Artemide (Diana)
ORESTEO (C1)
Figlio di Deucalione. La sua cagna partorì un palo, che sotterrato da Oresteo
germogliò diventando così la prima vite. La cagna è la stella Sirio che fa
maturare l'uva.
ORFEO
(C1)
Celebre musico e poeta, figlio di Apollo e di Clio. Suonava in modo talmente
dolce la sua cetra che i fiumi si fermavano per ascoltare, le belve si
ammansivano e i sassi e gli alberi si commovevano. Portando con se la sua cetra
Orfeo discese negli Inferi per recuperare la dolce Euridice. Al suono del suo
strumento e del suo canto Caronte lo traghettò, Cerbero lo lasciò passare, le
anime dannate di Tantalo, Sisifo e Issione non soffrirono più. Negli Inferi,
Orfeo col suo canto e col suo suono era riuscito a commuovere i giudici
infernali, anime dei morti. Anche Persefone e Plutone, regnanti del tetro paese
delle ombre si commossero e acconsentiro che egli riportasse con se Euridice, a
condizione che non si voltasse mai a guardarla finché non fosse fuori dagli
Inferi. Orfeo con la sposa iniziò così il ritorno al mondo dei vivi, ma per
strada non sentendo più i passi della sua amata si voltò a guardare e così
Euridice rifattasi ombra si dileguò nell'ultimo saluto di addio al suo sposo.
Orfeo non riuscendo a rassegnarsi rifece i suoi passi indietro, e stavolta a
nulla valsero le sue suppliche a Caronte perché lo facesse traghettare.
Inutilmente egli aspettò per sette giorni senza toccare cibo sulle rive
dell'Acheronte. Sconsolato Orfeo si ritirò sul monte Rodope, rinchiuso nel suo
dolore. Le Baccanti
cercarono di consolarlo in tutti i modi, facendo a lui profferte amorose e
respinte anche quelle, le Baccanti sdegnate lo fecero a pezzi e gettarono le sue
membra nel fiume Ebro. La sua testa e la sua cetra continuavano a cantare il suo
dolore per la perdita di Euridice. Zeus commosse dalla struggente storia, pose
la testa di Orfeo in mezzo al cielo, nella costellazione della Lira. Ancora
oggi, si dice che, nelle notti stellate è possibile udire il suo canto d'amore.
ORFISMO (C1)
Orfeo era ritenuto il fondatore dell'Orfismo, religione misterica che iniziò a
espandersi dalla Grecia in Asia Minore dal VI secolo a.C.. Era una dottrina
filosofica e cosmogonica che esaltava le forze spirituali dell'Uomo e il
desiderio di identificarsi con le divinità. I precetti religiosi degli orfici
vengono dall'unità del creato col creatore e la natura divina dell'Uomo è data
dall'anima immortale, mentre il principio del male è dato dal corpo che è una
prigione. Alla morte l'Uomo sconterà i peccati commessi in vita per poi
riprendere una nuova esistenza. Orfeo ottenne da Persefone e da Dioniso la
grazia di salvare l'anima dal ciclo delle reincarnazioni e così di potersi
riunire agli dèi. Poteva avere tale grazia solo chi iniziato ai misteri orfici
e conduceva una vita corretta secondo le regole della setta che prevedeva sia
dei riti selvaggi che regole ascetiche. L'Orfismo influì molto sulla filosofia
greca, col suo senso del dolore e del continuo rinnovarsi della vita, un esempio
è dato dalla filosofia di Pitagora.
ORGIE (C1)
Feste religiose dove prevaleva una certa sovraeccitazione che rasentava la
follia. I partecipanti, donne e uomini erano seminudi e danzando e urlando si
abbandonavano a pratiche sconce, si chiamavano Orgiasti e i sacerdoti Orgiofàni.
ORIONE
(C1)
Viveva a Tanagra un uomo di nome Irieo, che inconsapevolmente ospitò nella sua
capanna Zeus, Poseidone ed Ermes. Irieo ospitò molto caldamente i tre viandanti
che prima di ripartire gli chiesero quale era il suo più grande desiderio e il
vecchio rispose che desiderava un figlio ma considerata la sua età non riusciva
a generarlo. Gli dèi presero un'otre e la riempirono della loro orina e
ordinarono a Irieo di sotterrarla. Dopo dieci mesi ne venne fuori un gigante che
venne chiamato Orione in ricordo di come fu generato. Questo gigante era
ritenuto il più bello dei mortali, innamoratosi di Merope,
figlia di Enopione che a sua volta era figlio di Dioniso. Orione chiese a
Enopione la mano della giovane, che si dimostrò disposto a condizione che egli
avesse liberato l'isola dalle belve che la infestavano. Orione da bravo
cacciatore non ebbe difficoltà e sterminate le fiere va a chiedere il suo
compenso ma Enopione rifiutò di rispettare il patto. Orione incavolato prese
un'otre di vino e la bevve per dimenticare, ma ubriacatosi penetrò nella stanza
di Merope e la violentò. Enopione allora chiese a Dioniso che era suo padre di
vendicarlo, il dio ordinò ai Satiri
di ubriacarlo fino a farlo addormentare, allora Enopione lo accecò. Un oracolo
disse ad Orione che per recuperare la vista se avesse potuto volgere le orbite
ad Elio sorgente dall'Oceano. Facendosi guidare da uno dei garzoni di Efesto, un
certo Cedalione,
giunse sulle rive dell'Oceano e riebbe da Elio la vista. Orione acquistata la
vista parte alla ricerca della vendetta, tornato a Chio non trova Enopione che
preventivamente si era nascosto in un rifugio fattogli da Efesto. Allora
credendo che il suo nemico si fosse nascosto da Minosse, Orione andò a Creta e
non trovandolo neanche là, si mise a cacciare e minacciava di sterminare tutti
gli animali, allora Madre Terra per evitare la strage mandò un'enorme Scorpione
che lo uccise. Orione data la sua origine divina fu portato in cielo nella
omonima costellazione.
ORTIGIA (C1)
Isola nella quale Latona partorì Apollo e Artemide.
ORTRO (C1)
Cane dalle due teste, figlio di Tifone e di Echidna. Custode delle mandrie di
Gerione, fu ucciso da Eracle.
OSSA e PELIO (C1)
Monti della Tessaglia che nella guerra contro Zeus i Giganti sovrapposero uno
sull'altro per potere giungere sull'Olimpo.
OTRERE (C1)
Figlia di Ares e progenitrice delle Amàzzoni.
OVERBECK (AV)
Johannes, archeologo tedesco (Anversa 1826-Lipsia 1895). Studioso di iconografia
della mitologia greca, compilò un repertorio di tutte le fonti antiche sugli
artisti greci. Scrisse "Mitologia figurata dell'arte greca" del
1871-1879.