LACHESI (C1)
Una delle Moire.
LADONE
(C1)
1) Dio fluviale padre delle ninfe Dafne,
Metope, Siringa
e Talpusa.
2) Altro Ladòne era il serpente che fu messo da Era
a guardiano dei pomi delle Esperidi.
LAIO
(C1)
Re di Tebe, e padre di Edipo.
Rapì un giovinetto, di cui si era innamorato, attirando su di sè la sua
maledizione e la collera di Era
che odiava chi disprezzava le donne. Forse per questo gli fu destinato di morire
per mano del figlio Edipo.
LAMIA (C1)
Si concesse a Zeus che per sdebitarsi le concesse il dono di potersi togliere e
rimettere gli occhi. Dall'unione nacquero molti bambini che furono tutti uccisi
da Era, fatta eccezione di Scilla.
Lamia per vendicarsi rubava e divorava i figli altrui e il suo volto si trasformò
in una maschera orrenda. Lamia in seguito si unì alle Empuse
e stremava i giovani con la sua libidine. Il suo nome fu usato come spauracchio
dalle bambinaie greche per tenere buoni i bambini.
LAMPETUSA (C1)
Una delle Eliadi figlie di Elio
e di Neèra, pascolavano in Sicilia il gregge del padre. Le altre erano:
Lampezia e Fetusa, sorelle di Fetonte.
LAODAMIA
(C1)
1) Figlia di Bellerofonte
e di Achemone, amata da Zeus generò Sarpendonte. Per il suo orgoglio fu da Artemide
uccisa con una delle sue frecce.
2) Altra Laodàmia era la moglie di Protesilào che fu il primo dei greci a
cadere sotto le mura di Troia. Quando la donna seppe della morte del marito
scongiurò gli dèi perché gli restituissero in vita il marito. Mossi a
compassione gli dèi gli resero il marito per solo tre ore, passato questo tempo
anch'essa si lasciò morire appresso a Protesilào.
LAOMEDONTE
(C1)
Re di Troia per il quale Poseidone
eresse le mura della città. Poichè rifiutò di pagare il dovuto, dovette
esporre in sacrificio a un mostro marino la figlia Esione,
che Eracle si offrì di salvare in cambio dei cavalli di Zeus. Ma, poichè
neppure questa volta Laomedonte rispettò gli impegni, Eracle uccise tutti i
suoi figli maschi, a eccezione di Priamo,
e giurò di muovere guerra alla città.
LATONA
(C1)
Figlia di Ceo
e di Febe,
fu la prima sposa di Zeus che la rese madre di Apollo e di Artemide. Era per
gelosia la costringe a sgravarsi dei figli nell'isola di Delo.
Per questo motivo Latòna parteggiò per i Troiani nella guerra causata da
Elena. Offesa da Nìobe
fu vendicata ferocemete da Apollo e Artemide che uccisero i quattordici figli
della sventurata sacrilega.
LEARCO (C1)
Uno dei figli di Ino
e di Atamante,
ucciso dal padre in preda al furore ispiratogli da Era, la quale non aveva
perdonato Ino di avere allevato Bacco,
che Zeus aveva avuto da uno dei tanti tradimenti.
LEDA (C1)
Madre dei Dioscuri
Castore e Polluce, di Clitennestra
e di Elena.
Figli che concepì quando Zeus la fece sua sotto le spoglie di Cigno.
LELAPO
(C1)
Mitico cane metallico e animato costruito da Efesto.
Zeus lo aveva regalato a Europa
che lo regalò a Minosse
che lo regalò a Procri,
che lo regalò a Cefalo. Zeus mutò il cane in roccia stanco di vedere il suo
regalo trattato come moneta di scambio per delle mortali scaramucce d'amore.
LEO (C1)
eroe eponimo figlio di Orfeo. Per liberare Atene da una terribile pestilenza,
sacrificò tre delle sue figlie come suggeritogli dall'oracolo delfico.
LEONE DI NEMEA
(C1)
Leone dalla pelle invulnerabile. Ucciderlo fu la prima fatica di Eracle.
LEONTE (C1)
Figlio di Orfeo. Sacrificò le sue tre figlie agli dèi per salvare Atene dalla
carestia.
LERNA (C1)
Palude dell'Argo nella quale aveva residenza l'Idra dalle nove teste. Nella
stessa palude le quarantanove uxoricide Danàidi gettarono le teste dei loro
mariti.
LESTRIGONI (C1)
popolo mitico di giganti antropofagi governato dal re Lamo, la cui sede sarebbe
stata nel lontano Occidente, secondo Omero, in Sicilia secondo gli autori greci
postomerici. Ulisse capitò tra loro e si salvò a stento dalla loro ferocia.
LETE (C1)
Uno dei fiumi dell'Ade. I morti, tuffandosi nelle sue acque, perdevano
totalmente la memoria della vita terrena.
LEUCE (C1)
Ninfa mutata da Persefone
in pioppo quando Ade cercò di farla sua.
LICA (C1)
Era lo schiavo che Deianira
incaricò di portare a Eracle la veste intinta nel sangue del centauro Nèsso.
Eracle indossata la veste per gli atroci dolori che gli causava prese lo schiavo
e lo scaraventò nel mare.
LICOREO (C1)
Figlio di Apollo e della ninfa Coricia. Fondatore della città che prese il suo
nome Licorea. Nei suoi pressi approdò l'arca di Deucalione dopo il diluvio.
LIMNADI (C1)
Ninfe dei laghi e degli stagni.
LIMNIADI (C1)
Venivano chiamate così le ninfe dei prati.
LINO (C1)
1) Figlio di Apollo e di Psamate figlia di Crotope re di Argo. Per paura del
padre espose il figlio su un monte dove venne allevato da alcuni pastori. Venne
sbranato da uno dei cani di Crotope. Dal dolore di Psamate, Crotope capì che il
ragazzo era figlio di lei e la condannò a morte. Allora Apollo addolorato per
la perdita del figlio e dell'amante mandò su argo una specie di Arpia, Pene che
rapì tutti i bambini della città.
2) Altro Lino era figlio di Ermes
e di Urania,
fu un grande musicista e inventò il ritmo e la melodia Apollo per gelosia lo
uccise.
LIRIOPE
(C1)
Ninfa Oceanina, fu amata da Cefìso.
LOTIDE (C1)
Ninfa che per avere respinto l'amore di Ermes fu dal dio mutata nel fiore del
loto.
MAIA (C1-C2-In)
Nome di diversi personaggi:
1) Figlia di Atlante
e di Pleione
e madre di Ermes;
2) La Maia dei Romani era moglie di Vulcano e annunciava la primavera;
3) La Maia indiana era madre della Trimurti e del dio dell'amore Kamadewa.
MANIE (C1)
Così erano chiamate le Erinni.
Mania era la personificazione della pazzia.
MARSIA (C1)
Satiro, famoso suonatore di flauto che a quanto pare suonava lo stesso flauto
inventato da Atena
e che la dea buttò via quando si accorse che suonandolo gli venivano le guance
gonfie e modo grottesco. Marsia suonava così bene che tutti dicevano che
neanche Apollo con la sua lira avrebbe potuto suonare di meglio. Il dio
risentito e offeso in quello che era la sua arte sfida il povero Marsia in una
gara musicale dove il vincitore avrebbe potuto punire il vinto nel modo che più
gli gradiva. Il satiro ingenuamente accettò la sfida e come era presumibile
considerato che a giudicare erano le Muse, che erano
legate ad Apollo, Marsia perse. Apollo ancora offeso lo legò ad un albero e lo
scorticò.
MEDEA
(C1)
Figlia del re di Colchide Eeta,
sorella di Absirto e nipote della maga Circe.
Aiutò Giasone
a superare le prove che gli permisero di conquistare il vello
d'oro e lo seguì a Iolco dopo averlo sposato a Drepane. Con il pretesto
di rendergli vigore e giovinezza, convinse le figlie dello usurpatore Pelia a
fare a pezzi e a bollire il corpo del padre e per questo dovette rifugiarsi con
il marito a Corinto. Qui Giasone l'abbandonò per Creusa, alla quale Medea donò
una veste stregata che si incendiò appena venne indossata dalla fanciulla; per
rendere più spietata la sua vendetta, uccise anche i due figli avuti da
Giasone. Fuggì poi ad Atene su un carro trainato da serpenti alati e divenne la
moglie di re Egeo. Fu smascherata da Teseo e tornò in Colchide dove regnò
sulle terre del padre.
MEDUSA
(C1)
Una delle Gorgoni,
l'unica mortale delle tre, figlia delle divinità marine Forco
e Cheto.
Era in origine una bella fanciulla, ma le sue chiome vennero tramutate in
serpenti da Atena
che volle punirla per essersi concessa a Poseidone
in uno dei templi dedicati alla dea. Il suo aspetto era diventato così tremendo
che chiunque la guardasse in faccia diventava di pietra. Per questo Perseo,
quando le tagliò la testa, ricorse a un lucido scudo di bronzo su cui si
rifletteva l'immagine del mostro. Anche recisa, la testa di Medusa manteneva i
suoi terribili poteri tanto che, col solo mostrarla, Perseo annientò Fineo
che voleva impedirgli di sposare Andromeda. Atlante,
secondo alcune versioni, sarebbe stato vittima dello stesso sortilegio. Dopo
varie vicende, la testa di Medusa fu collocata da Atena al centro del proprio
scudo.
MEFITIS (C1-C2)
Divinità dell'Italia centro meridionale, le erano dedicate le puzzose
esalazioni del vulcano.
MEGALARTO (C1)
("Megàlartos", "dai grandi pani"), considerato l'inventore
del sistema per trasformare il grano in pane.
MEGARO (C1)
Figlio di Zeus, si salvò dal diluvio universale rifugiandosi sulla cima del
monte Gerania.
MEGÈRA (C1)
una delle tre Erinni ("Mégaira").
MELAMPO (C1), «dal piede nero », figlio
di Amitaone e nipote di Creteo. Fu il primo mortale cui Apollo concesse il dono
di trarre profezie dalle viscere di animali, il primo ad esercitare l'arte
medica, il primo che in Grecia eresse un tempio a Dioniso. Capiva anche il
linguaggio degli uccelli; questa proprietà gli era venuta da una nidiata di
serpenti che, per sdebitarsi con lui che li aveva salvati dalle mani di un
servo, gli avevano leccato gli orecchi. Suo fratello Biante era innamorato della
loro cugina Pero, ma il padre di lei, Neleo, voleva dargliela soltanto in cambio
del bestiame del re Filace. Quel re, era così geloso della sua mandria che non
pensava lontanamente a venderla, e la custodiva tanto bene che non c'era nemmeno
da pensare a rubarla. Ma più ancora amava suo figlio Ificlo, e il suo maggiore
cruccio era che il figlio fosse impotente. Allora Melampo si fece promettere da
re Filace la famosa mandria contro la guarigione di Ificlo; la cosa gli riuscì
tanto bene che Ificlo generò ben presto un figlio, Podarce. Padre e nonno
felice, Filace diede a Melampo il bestiame, questi lo passò a Neleo in cambio
di Pero che Melampo generosamente cedette a Biante. Così furono contenti tutti;
ma la felicità non doveva durare a lungo, perchè Pero morì giovane. Ora
avvenne che le tre figlie - Lisippe, Ifinoe e Ifianassa - di Preto, figlio di
Abante, che assieme ad Acrisio regnava sull'Argolide, venissero colpite per
decreto divino da pazzia. Non si sa di preciso cosa avessero commesso: forse
avevano schernito Dioniso, forse avevano suscitato la collera di Era per certi
loro amorazzi. Fatto sta che furiose giravano per i monti, comportandosi in modo
abominevole e costringendo i viandanti a soddisfare le loro brame. Melampo offrì
a re Preto di riportate le sue figliuole alla ragione chiedendo come parcella un
terzo del suo regno. Preto, pensando che tre pazze in famiglia fossero
sufficienti, non volle mettersi nel mezzo anche lui e respinse la richiesta
esorbitante. Melampo non insistette. Ma la pazzia contagiò le altre donne di
Argo; molte uccisero i loro bimbi e seguirono le figlie di Preto sui monti.
Allora Preto fece sapere a Melampo che aveva ripensato e accettava la proposta.
« Maestà », ridacchiò Melampo, « prima si trattava di guarire tre donne,
adesso ce ne sono molte di più. Anche facendo uno sconto sulla quantità,
voglio ora due terzi del tuo regno: uno per me e uno per mio fratello Biante.
Gli affari, sire, sono affari ». A Preto non restò che accettare le condizioni
iugulatoríe, e Melampo, messosi subito all'opera, riuscì con mezzi piuttosto
sbrigativi a riportare le donne di Argo e le figlie di Preto alla ragione. Preto
fu di parola cedendo a Melampo e Biante i due terzi del regno, dando per
soprammercato - fu generosità o risentimento? Lisippe in sposa a Melampo e
Ifianassa a Biante.
MELIA (C1)
Figlia di Oceano,
Apollo la mise incinta di Tenero che divenne un noto veggente.
MELIADI (C1)
Ninfe dei frassini, nate dal sangue sparso da Urano
quando venne evirato. tutelavano i greggi.
MELOBOSIDE
(C1)
Una delle Ninfe Oceanine.
MENECEO (C1)
Si sacrificò buttandosi dalle mura della città quando Tiresia
disse che per salvare Tebe dalla peste, uno degli Sparti doveva morire.
MENELAO
(C1)
Figlio di Atreo, il re di Micene, e fratello di Agamennone. Quando sposò Elena,
ricevette da Tindareo il trono di Sparta, e proprio alla figura della moglie,
rapita da Paride e causa della guerra di Troia, è legata la sua celebrità.
Durante il conflitto Menelao mise in luce tutto il suo valore: si scontrò con
il suo avversario personale, Paride, e lo avrebbe colpito a morte se Afrodite
non glielo avesse sottratto avvolgendolo in una nube, e uccise Deifobo. Alla
caduta della città si riconciliò con la moglie e fu il primo a lasciare con le
sue navi i lidi di Troia. Arrivò il patria dopo otto anni di peregrinazioni, ma
da quel momento condusse un'esistenza tranquilla a Sparta. Riguardo alla sua
morte, come riguardo a quella di Elena, varie sono le tradizioni: sarebbe stato
condotto nei Campi Elisi, oppure a Tauride dove Ifigenia lo avrebbe sacrificato
alla dea Artemide.
MENEZIO (C1)
Fu da Zeus fulminato per avere preso parte alla rivolta dei Titani.
MENTA (C1)
Per essere stata amata da Plutone fu da Persefone mutata nella nota erba
aromatica che ne porta il nome. Era figlia del dio fluviale Cocìto.
MEROPE
(C1)
1) Una delle Pleiadi che si accoppiò con Sisifo.
2) Principessa di Chio, fu violentata da Orione che il padre Enopione accecò
con l'aiuto di Dioniso.
MEROPS (C1)
Re di Coo e sposo della ninfa Etemia. Quando la ninfa morì Merops si voleva
uccidere, ma, Era, commossa da tanto amore lo mutò nella costellazione
dell'Aquila.
METEO (C1)
Uno dei cavalli di Plutone.
MÈTI (C1)
Mètide o Metis, nella mitologia greca, personificazione della saggezza; figlia
di Oceano e di Teti. Fu moglie di Zeus prima di Era ed un oracolo le predisse
che avrebbe partorito un figlio che avrebbe detronizzato il padre. Per evitare
ciò, Zeus la divorò quando era incinta. Qualche tempo dopo Zeus soffrì di
tali dolori alla testa che per guarirne si fece aprire il cranio da Efesto. Dal
suo cervello uscì allora Atena.
MIAGRO (C1)
Divinità dal compito alquanto insolito di scacciare le mosche era chiamato
anche col nome di Miode.
MIDA (C1)
Re di Bromio. Ospitò Sileno che ubriaco si era addormentato nel suo giardino e
poi lo riportò da Bacco che per ricompensarlo della sua cortesia gli fece
esprimere un desiderio, Mida, scioccamente scelse di poter mutare in oro tutto
quello che toccava. Accortosi che rischiava di morire di fame perché anche i
cibi e le bevande che cercava di portare alla bocca diventavano d'oro, andò a
cercare Bacco e gli chiese di togliergli quel dono troppo scomodo. Bacco
divertito gli disse di lavarsi le mani nelle sorgive del fiume Pàttolo e così
fatto Mida ritornò alla normalità. Scelto come giudice di una gara musicale
fra Pan e Apollo al contrario dell'altro giudice Tmolo, Mida votò per Pan
provocando l'ira di Apollo che per punirlo gli fece nascere delle lunghe
orecchie di asino. Mida vergognandosi si coprì il capo con un grande cappello
frigio per non farsi vedere dal popolo. Purtroppo anche i re hanno bisogno dei
barbieri e così dovette mostrare il suo segreto, imponendo il segreto al suo
barbiere. L'uomo non potendo tenere per sé tale notizia scavò un buco nella
terra e disse <<Mida ha le orecchie d'asino>>, ma in quel
luogo crebbero delle canne che ogni qualvolta spirava il vento, svelavano il
segreto che il barbiere aveva seppellito nel buco, mettendolo così a conoscenza
di tutti.
MINOSSE
(C1)
Figlio di Zeus e di Europa.
La madre dopo essere stata abbandonata da Zeus sposa Asterio re di Creta, alla
morte di costui pretese la successione al trono, perciò prego Poseidone che gli
mandasse egli stesso la vittima da sacrificare per la sua incoronazione, il dio
per mostrargli il suo consenso dal mare fece nascere un toro bianco. Era una
bestia così bella che Minosse non volle sacrificare e lo sostituì con un altro
toro. Così facendo, si tirò addosso lo sdegno di Poseidone che del toro ne
fece il suo strumento di vendetta, difatti fece in modo che Pasifae
moglie di Minosse si innamorasse follemente di quel toro. La donna si struggeva
dal desiderio di accoppiarsi con quel favoloso toro ma la cosa non era per
niente facile, allora si rivolse a Dedalo
che era ospite alla corte di Minosse. Il geniale inventore fabbricò una vacca
di legno, all'interno cava e di sopra ci mise una pelle bovina per ingannare
l'animale e spiegò alla sciagurata come sistemarsi all'interno di quello
sconcio simulacro. Allora spinse la finta vacca sul prato dove allegramente il
toro la montò soddisfacendo così l'insane voglie di Pasifae. Scaduto il tempo
Pasifae partorì una creatura mostruosa dalla testa di toro e dal corpo umano
che fu chiamato Minotauro. Minosse per nascondere quelle incestuosa corna fece
rinchiudere il mostro e la moglie nel Labirinto.
MINOTAURO
(C1)
Mostruoso essere per metà uomo e per metà toro, nato dall'unione di Pasifae,
moglie di Minosse re di Creta, con un toro mandato sull'isola da Poseidone.
Viveva nel labirinto del palazzo dove, con l'aiuto di Arianna, lo raggiunse e lo
uccise l'eroe Teseo.
MIRMEX (C1)
Ninfa prediletta da Atena
che le avrebbe ispirato l'invenzione dell'aratro. Mirmex si vantò come se
l'idea fosse stata tutta sua e la dea per punirla la mutò in formica.
MIRRA
figlia di Cinira re di Cipro, nutrì un amore incestuoso (ispiratole da
Afrodite) per il padre, il quale tentò poi di ucciderla, ma ella fuggì nei
deserti d'Arabia, dove divenne madre di Adone e fu tormentata dal rimorso. Gli
dei, mossi a pietà, la mutarono nell'albero a cui rimase il suo nome e le cui
gocce di resina ricordano le amare lacrime da lei sparse.
MISENO (C1)
figlio di Eolo e insuperabile suonatore di tromba che morì affogato dagli dei
marini per averli sfidati a uguagliarlo. Durante la guerra di Troia contribuì
col suo strumento a spronare gli eroi troiani. Caduta la città, seguì Enea in
Italia e gli fu compagno fedelissimo. Enea ne trovò il cadavere presso un
promontorio su cui lo fece inumare e al quale diede il suo nome.
MNEMOSINE
(C1)
Madre delle nove Muse, generate con Zeus.
MOIRE (C1)
Dee del Destino, figlie di Zeus e della Notte. Esse sono: Cloto la filatrice, Làchesi
colei che aggiudica e Atropo colei che non può essere sviata. Il loro filato
sono i giorni dei mortali: Cloto fila, Làchesi svolge il filo nel fuso, Atropo
lo taglia. Ovviamente la lunghezza del filo determina la lunghezza della vita e
stabilire questa lunghezza spetta a loro, nemmeno il potente Zeus può fare
qualcosa per modificarla.
MOMO (C1)
Dio del Riso, della maldicenza e del sarcasmo. Figlio del Sonno (Hypnos) e della
Notte e fratello della Follia. Fu dagli dèi scacciato dall'Olimpo in quanto
soleva schernire anche loro.
MORFEO (C1)
nella mitologia greca, figlio di Hypnos
e della Notte,
che secondo il mito recava il sonno agli uomini. Era raffigurato come un vecchio
alato, con una corona di papaveri e una cornucopia. Nella locuzione «essere tra
le braccia di Morfeo», dormire.
MUSE
(C1)
I Romani assimimilarono le Muse con le loro antiche divinità locali chiamate Camene
e che erano ninfe delle sorgenti e delle acque venerate presso il boschetto
di Porta Capena. Figlie di Zeus e di Mnemosine (che significa Memoria). Il sommo
dio si unì per nove notti con la dea figlia di Urano e di Gea. Allo scadere
della gestazione la dea partorì (nella Pieria ai piedi dell'Olimpo) nove
bimbe: le Muse che presiedevano alla bella arte della musica. Esse erano: Clio
ispiratrice della storia, Euterpe la rallegrante, Talia la festosa,
Melpomene la cantante, Tersicore che gode della danza, Erato stimolatrice di
nostalgie, Urania
la celeste, Polinnia la ricca di Inni e Calliope dalla bella voce. Le Muse erano
invocate dai poeti come ispiratrici dei loro canti. Chi osava offenderle veniva
severamente punito, come le figlie di Pierio, re della Tessaglia. Questi aveva
nove figlie che hanno voluto gareggiare con le Muse nel canto e furono mutate,
come racconta Ovidio in rauche gazze. Da questo evento le Muse a volte vengono
chiamate Pieridi.
MUSEO (C1)
era il poeta e i sacerdote strettamente legato con Orfeo, di cui una tradizione
lo voleva suo figlio e discepolo. Era connesso anche con i misteri eleusini dei
quali, si dice, sarebbe stato il primo sacerdote. Personaggio che si pone al
confine tra storia e mito, venne considerato dagli antichi un autore di opere a
carattere oracolare e cosmogonico.