ÈACO (C1)
Figlio di Zeus e di Egina e re di Egina. Per la sua pietà era molto caro agli dèi.
Quando una pestilenza aveva distrutto la popolazione dell'isola, pregò perché
lo aiutassero gli déi, che mutarono in uomini una colonia di formiche. Così
nacque la razza dei Mirmidoni. Dopo la sua morte Èaco per volere di Zeus
divenne giudice delle anime dei morti nel Tartaro
assieme a Minosse
e Radamànto.
ÈAGRO (C1)
divinità fluviale della Tracia; Marito di Calliope
e padre di Orfèo
e, secondo alcuni miti, anche di Lino e Marsia
EBE
(C1)
dea della giovinezza eterna e della forza vitale; secondo Omero, coppiera degli
dei, data in sposa a Eracle. Dai Romani fu assimilata alla loro Juventa o
Juventus
ECAÈRGO (C1)
(=colui che agisce da lontano), appellativo che si usava dare ad Apollo e ad
Artemide.
ECALÈSIE (C1)
feste istituite da Teseo in onore di Ecale.
ECATE (C1)
divinità infernale originaria dell'Asia Minore, venerata poi in Grecia in un
culto trinitario con Artemide e con Demetra. Secondo Esiodo, figlia di Perseo e
Asteria, era signora del regno infero, delle evocazioni, degli incantesimi e dei
fantasmi. I suoi simulacri venivano eretti nell'interno delle case, alle porte
delle città, nei trivii e nei quadrivii da ciò le derivò anche l'appellativo
di Trivia. Le furono dedicati templi a Egina, ad Argo, a Samotracia e
in moltissime città dell'Asia Minore. Gli Ateniesi le eressero una statua
sull'Acropoli. Era detta triforme e come tale veniva spesso rappresentata (con
tre teste e tre corpi), appunto per ricordare le sue tre attribuzioni: celeste,
(Artemide), terrestre (Demetra) e ctonia (Ecate). Aiutava od opprimeva le
donne nel parto.
ECATOMBE
(C1)
Significa sacrificio di cento buoi (o altri animali), ma generalmente si
limitava a uno soltanto.
ECATONCHIRI (C1)
Equivalente di Centìmani, erano i giganti con cinquanta teste e cento braccia,
figli di Urano e Gea, essi erano : Briarèo, Còtto e Gige. Rinchiusi nel
Tartaro da Crono, furono liberati da Zeus che cercava alleati per la sua lotta
contro i Titani.
ECHIDNA
(C1)
Mostro, donna nella parte superiore e serpente nella parte inferiore. Figlia di Crisaore,
moglie e madre di Tifone
e della maggior parte dei mostri della mitologia classica. Dalla sua unione con
Tifòne, generò una serie di mostri orripilanti quali: l'insonne dragone che
custodiva il vello d'oro, il drago che faceva da guardia ai pomi delle Esperidi,
Scilla, Cerbero, la Chimera, l'Idra di Lerna il cane Ortro che unitosi alla
madre generò la Sfinge e il leone Nemèo e anche l'aquila che straziava
Prometeo. Fu uccisa nel sonno da Argo.
ECHINADI
(C1)
Erano delle ninfe che in un sacrificio di dieci buoi offerto agli dèi dei
boschi e delle acque, si dimenticarono di Achelòo, che per questo le mutò in
isole.
ECO (C1)
Ninfa dei boschi e delle sorgenti. Con Pan generò Lince. Dotata di grande
parlantina Zeus, si serviva di lei per trattenere la gelosa Era, ogni volta che
s'incapricciava di qualche donna. Era apprezzava molto la ninfa, finché
accortasi della presa in giro, la punì a non potere parlare se non interrogata
e nel rispondere poteva solo ripetere le ultime sillabe della domanda rivoltale.
Quando si innamorò di Narciso non potendogli dire dell'amore che provava, gli
ripeteva sempre le ultime sillabe delle parole da lui pronunciate. Narciso
stanco di quel fatto non si fece più vedere. Eco dalla disperazione di averlo
perduto si mise a cercarlo e non trovandolo dal dolore si lasciò morire e di
lei restò solo la voce. Gli dèi impietositi la mutarono in roccia.
EDIPO (C1)
Figlio di Giocasta
e di Laio
re di Tebe. L'oracolo di Delfi aveva previsto a Laio la morte per mano di un
figlio, al che il re fece di tutto per non averne. Ma il Fato,
che non può essere ingannato, gli fece il brutto tiro di farlo ubriacare, in
quelle condizioni Laio prese Giocasta e la mise incinta. Quando la donna partorì
il re memore del vaticinio prese il bimbo, gli fece bucare e legare i piedi e lo
espose sul monte Citerone.
Il pecoraio Euforbo, trovò il bimbo e lo portò al suo re, Polibo. Questi con
la moglie Peribea non avendo figli lo allevarono come suo, e lo chiamarono
Edipo. Il giovane crebbe sano e forte alla corte di Corinto, finché non ebbe
delle allusioni circa la sua origine, allora egli andò a consultare l'oracolo
di Delfi che gli disse che avrebbe ucciso il padre e sposato la madre. Edipo,
allora decise di non tornare più a Corinto per non fare offesa a Polibo e
Peribea, che credeva suoi genitori. Nel suo vagabondare in una strettoia
incontra Laio, siccome il sentiero non permetteva il passaggio del carro del re
e del giovane Edipo, l'araldo chiese al giovane di farsi da parte. Edipo
che non era per niente umile fece finta di non sentire e continuò a camminare,
finì che un cavallo gli pesto un piede e Laio diede una frustata al giovane
insolente che non gli aveva ceduto il passo. Edipo dalla rabbia ammazzo Laio e
l'araldo e continuò a vagadondare senza meta. Intanto a Tebe, Creonte fratello
di Giocasta aveva preso temporaneamente il trono, aveva promesso il regno e la
mano della sorella a chi sarebbe riuscito a sconfiggere la Sfinge che opprimeva
il regno. Edipo che aveva udito il bando si presentò alla Sfinge,
ascoltò l'indovinello e lo risolse. Per il dispiacere la Sfinge si suicidò
e Tebe fu salva. Acclamato dal popolo Edipo sposò Giocasta senza sapere che era
sua madre. Ma gli dèi indignati mandarono una pestilenza a Tebe, allora fu
interrogato nuovamente l'oracolo che rispose che solo scacciando l'assassino di
Laio tutto si sarebbe risolto. Edipo ordinò delle ricerche ma non approdando a
niente chiamò a corte Tiresia,
indovino che sapeva le cose future e passate. L'indovino tergiversava per paura,
ma messo alle strette indicò Edipo quale assassino del padre Laio. Edipo e
Giocasta non volevano credere a quanto detto, ma davanti a delle prove
inconfutabili dovettero ricredersi, allora Giocasta dalla vergogna s'impiccò e
Edipo presa una spilla dalle vesti di lei si accecò. Scacciato da Tebe e
perseguitato dalle Erinni,
partì per l'esilio accompagnato dalla figlia Antigone. Dopo tanto girovagare
giunse a Colono in Attica, dove finalmente le Erinni smisero di tormentarlo.
Edipo, sotto lampi e tuoni discese negl'inferi, pianto dalla figlia Antigone.
EEA (C1)
1) Isola della costa tirrenica che prendeva nome dalla maga Circe (o Eea), poi
unita alla terraferma e detta Monte Circeo.
2) Città della Colchide governata da re Eeta (fratello di Circe, e padre di
Medea), in cui era custodito il vello d'oro riportato in Grecia dagli Argonauti.
EÈTA (C1)
Fu padre di Medea. Re della Colchide, nelle stanze d'oro del suo palazzo di
notte andavano a riposare i raggi del sole.
EFESTO
(C1)
Dio del fuoco e fabbro della mitologia greca, era l'equivalente del dio Vulcano
dei Romani. Siccome Zeus aveva generato Atena senza partecipazione femminile,
facendola nascere dalla sua testa, Era ingelosita volle fare altrettanto e così
senza avere contatto con uomo, generò Efèsto, ma nacque debole e
deforme. Era non volendo un figlio deforme lo buttò dall'Olimpo. Molti anni
dopo per vendicarsi della madre le costruì un trono con un marchingegno
straordinario, non appena Era si sedette, dal trono scattarono una miriade di
corde sottilissime e fortissime che legarono saldamente la dea e in più il
trono si mise a galleggiare in aria. Gli dèi non riuscendo a togliere la dea da
quella posizione ridicola ordinarono a Efèsto che liberasse sua madre, ed egli
rispose ridendo che non aveva avuto il piacere di conoscerla. Ares provò con la
forza a costringere Efèsto a liberare la dea ma fu scacciato a malo modo,
allora ci provò Dioniso che andato con la sua combriccola da Efèsto lo fece
ubriacare a puntino e caricatolo sul dorso di un mulo lo portò sull'Olimpo.
Benché ubriaco il dio aveva mantenuto una certa lucidità, difatti per liberare
Era, volle in cambio Afrodite per sposa.
EFIDRÌADE (C1)
ninfa delle acque.
EFIRA (C1)
Ninfa figlia di Ocèano e di Teti.
EGA (C1)
Ninfa, fu una delle nutrici di Zeus.
EGEO (C1)
Re di Atene, sposato con Mèlite e poi con Calchiope, non avendo avuto figli da
nessuna delle due, sposò Etra, figlia di Piteo re di Trezene. Da lei finalmente
ebbe un figlio, Teseo.
Ma il padre non era Egèo bensì, Poseidone.
EGIDA (C1)
Era un oggetto e fregio molto misterioso di Zeus. Scuotendolo incuteva terrore
ai nemici, con questo oggetto scatenava anche le tempeste. L'Egida fu costruita
da Efesto e anche la dea Atena col permesso di Zeus ne faceva uso.
EGIMIO (C1)
Fu il capostipite dei Dori. padre di Dimànte e di Pànfilo.
EGINA (C1)
Figlia di Asopo dio fluviale. Venne rapita da Zeus che voleva farla sua, ma
Asopo accortosi del rapimento mise il fuga il rapitore che per sfuggire si mutò
in roccia davanti alla quale Asopo passò senza accorgersi di niente. Zeus una
volta arrivato al sicuro sull'Olimpo con uno dei suoi terribili fulmini uccide
Asopo, così sistemato ogni impedimento, raggiunge la bella ninfa e sotto forma
di aquila la fece sua, da questa unione nacque Eaco.
EGIPANE (C1)
Nome di Pan nella forma di Caprone.
EGISTO
(C1)
Tieste dopo essere stato scacciato da Micene dal fratello Atreo, dopo che gli
uccise e servì a pranzo i figli, chiese all'oracolo di Delfi come vendicarsi
del fratello. L'oracolo gli rispose che doveva generare un figlio con la propria
figlia, Pelopea. Tieste andò a Sicione dove la figlia era sacerdotessa e al
termine di un rito notturno nel bosco sacro, facendo attenzione a non farsi
riconoscere la violentò. Pelopea nella foga della lotta riuscì a togliergli la
spada e la nascose. Atreo, nell'intento di far pace col fratello si reca a
Sicione, dove si innamorò di Pelopea e volle sposarla. Quando Pelopea si sgravò
di Egisto avuto da Tieste, per vergogna lo fece esporre sui monti, dove fu
salvato dai pastori. Atreo credendo che il figlio fosse suo lo fece recuperare.
Atreo sapendo che Tieste era vivo non riusciva a stare tranquillo quindi ordinò
ai figli di cercarlo e portarlo a Micene. Tieste fiducioso del fatto che il
fratello lo cercava altrove ritornò a Micene dove venne imprigionato. Atreo,
finalmente tranquillo ordina al giovane Egisto di uccidere Tieste mentre
dormiva, Egisto fallì il compito poiché Tieste aveva un sonno leggerissimo e
sentitolo arrivare lo disarma, guardando meglio l'arma si accorge che era la sua
spada, Egisto gli rivela che l'aveva avuta dalla madre. Tieste ordina al
giovane di portargli la madre, ma quando Pelopea viene a sapere di essere stata
violata dal padre, sconcertata si uccide con la spada di Tieste. Tieste fattosi
riconoscere da Egisto per suo padre, comanda al giovane di fare vedere la spada
insanguinata ad Atreo e una volta tranquillizzato di ucciderlo. Questa volta
Egisto non fallisce il suo compito. Tieste così ritorna sul trono di Micene, ma
il suo trono non dura a lungo, poichè Agamennone aiutato da Tindareo
riconquista Micene e manda nuovamente in esilio Tieste, mentre Egisto partiva
alla ricerca di terre più calme dove potere meditare la sua vendetta.
EGLE (C1)
Furono diverse le donne ad avere questo nome:
1) Secondo nome di Coronide, madre di Asclepio.
2) Una delle Espèridi.
3) Una delle Elìadi.
4) Un'amante di Tèseo.
EIDOTEA (C1)
Figlia di Pròteo,
rivelò a Menelao smarritosi come costringere il padre a dargli un vento
favorevole per il ritorno in patria.
EIONE
(C1)
Una delle Nerèidi.
EIRENE
(C1)
Figlia di Zeus e di Temi, era una delle Ore
e personificava la pace. Figlio suo era Pluto
dio delle ricchezze, essendo queste un frutto della pace.
ELAI
(C1)
Figlia di Anio,
aveva avuto da Bacco il dono di cambiare in olio, vino e biada tutto quello che
toccava. Agamennone
voleva per questo portarla con se nella guerra contro Troia, ma Bacco la muto in
colomba.
ELARE (C1)
Ninfa madre del gigante Tizio.
ELATO (C1)
Uno dei centauri. Altro Elato fu il fondatore della città Elatea, e figlio di
Leanira e di Arcade.
ELENA
(C1)
Simbolo della bellezza femminile, generatrice involontaria di odio e
distruzione. Nata dall'uovo di Leda assieme a Castore e Polluce e Clitennestra.
Ancora undicenne viene rapita da Teseo, non avendo l'età per amare, Teseo la
nasconde in un luogo sicuro in attesa che la ragazza cresca. Intanto Teseo
assieme a Piritòo parte per rapire Persefone dall'Ade, ma rimane prigioniero.
Durante l'assenza i Diòscuri trovano e liberano la sorellina e la riportano a
nella casa paterna di Tindareo. Matura andò in sposa a Menelao, generando così
quattro figli una femmina e tre maschi. Nel frattempo si era svolto il giudizio
di Paride, nel quale Afrodite per l'assegnazione del pomo aveva promesso in
sposa Elena. La dea mantenendo la promessa sistema le cose in modo che Paride si
rechi alla corte di Menelao, che si era recato ai funerali del nonno a Creta
lasciando a corte la moglie. Paride intanto circuisce e rapisce Elena che porta
con sé il figlio Plistene e parte del tesoro di Menelao. Menelao non ottenendo
con la diplomazia la restituzione della moglie muove guerra contro Troia. La
guerra muoveva in favore di Menelao e morto Paride, altri figli di Priamo si
contesero la mano di Elena, la ottenne di forza Deifobo, ma il destino di Troia
ormai era segnato e Elena per riconquistare la fiducia degli ateniesi quando
Troia nella notte cadde aiutò attivamente Menelao ad uccidere Deifobo.
Perdonata dal marito finalmente fa ritorno a Sparta.
ELENO (C1)
Famoso indovino, figlio di Priamo e di Ecuba.
ELETTRA
(C1)
1) Figlia di Oceano e Teti, fu madre delle Arpie e di Iride generate con
Taumante.
2) La figlia di Atlante che partorì a Zeus Dardano.
ÈLICE (C1)
ninfa nutrice di Zeus, fu da questi mutata nella costellazione dell'Orsa
Maggiore, per sottrarla alle ire di Crono.
ELIO (C1)
Dio greco del sole, nato da Iperione
e Eurifaessa. Elio guida la sua quadriga ogni giorno per il cielo e partendo da
un palazzo della Colchide giunge in un'altro palazzo nel paese delle Esperidi.
Chiamato spesso anche Febo (più
propriamente epiteto di Apollo, figlio del titano Iperione e della titanessa Tea,
fratello di Eos l'Aurora e di Selene
la Luna. Al mattino Elio si levava da Oceano a oriente dove aveva il
suo splendido palazzo, percorreva il cielo in una coppa d'oro, e scendeva a sera
di nuovo in Oceano a occidente. Era il dio al quale non sfuggiva nulla di quanto
avveniva in cielo e sulla terra. Fu lui infatti a denunciare a Efesto
l'adulterio di Afrodite, a informare Demetra del rapimento di Persefone, a
scoprire il furto dei suoi stessi buoi uccisi in Trinacria dai compagni di
Ulisse. Fu padre di Eeta e di Circe; Climene gli generò Fetonte e le sorelle
Eliadi; anche Pasifae, sposa di Minosse, era sua figlia.
ELISA (C1-C2)
o Elissa, nome fenicio di Didone,
spesso usato da Virgilio nel IV libro dell'Eneide.
ELISO (C1)
Era la dimora eterna degli eroi, dei poeti e di tutte le anime virtuose. Ognuno
vi godeva i piaceri che più lo dilettavano in vita. Era chiamato anche col nome
di Campi Elisi.
ELLENO
(C1)
Figlio di Decaulione
e di Pirra. Fu il capostipite di tutti i Greci, per via dei figli e dei nipoti
che furono a loro volta capostipiti delle varie genti greche. I nomi dei parenti
e delle genti greche: dal nipote Acheo
vennero gli Achei; dal figlio Doro
i Dori; dal nipote Ion gli Ioni; dal figlio Eolo gli Eoli.
ELPA (C1)
Figlia di Polifemo che fu rapita da Ulisse dopo che aveva accecato il ciclope.
ELPIS (C1)
La speranza, era uno dei doni contenuti nel vaso di Pandora
e fu l'unico a rimanervi dentro.
EMPUSE (C1)
Erano figlie di Ecate, demonesse impudiche, avevano il sedere d'asino e
portavano sandali di bronzo. Si divertivano a spaventare i viandanti e avevano
la facoltà di mutarsi in vacche, cagne o belle ragazze e in questa forma
durante la siesta si ficcavano nei letti per succhiare la forza vitale degli
uomini.
ENCELADO (C1)
Uno dei giganti che mosse guerra a Zeus. Era figlio di Urano e Gèa, venne da
Zeus fulminato e messo sotto l'Etna dove ancora vomita fiamme contro il cielo.
ENDIMIONE
(C1)
Figlio di Zeus e di Càlice. Selene avendo visto il giovane in una grotta
addormentato se ne innamora e lo bacia sugli occhi. Nacque un'amore a dir poco
sconvolgente considerato che nacquero cinquanta figlie e dato che cinquanta sono
troppi anche per una divinità, Selene chiese ed ottenne da Zeus che Endimione
potesse dormire con eterna giovinezza per l'eternità, così Selene senza il
rischio di ulteriori maternità potè continuare a baciarlo ed accarezzarlo.
ENÈA
(C1)
Enèa, nella mitologia greca, eroe troiano, figlio di Anchise e di Afrodite e
discendente di Dardano . Fu partorito sul monte Ida e sposò Creusa dalla
quale ebbe Ascanio. Combatté valorosamente sotto le mura di Troia durante
l'assedio da parte degli Achei . Caduta la città, secondo la più antica
versione della leggenda troiana, si ritirò con la moglie, il figlio e il padre
Anchise sull'Ida, dove regnò sui superstiti del popolo troiano. Secondo una
versione più recente (sec. VI a.C.), avrebbe preso il mare e fondato varie città:
Enea in Macedonia e un'altra nel territorio degli Enotri. A questa versione si
riallacciano le posteriori leggende romane che identificano con Enea il
progenitore dei Re di Alba Longa e quindi del fondatore di Roma . Queste
leggende trovarono la loro compiutezza nella rielaborazione che ne diede
Virgilio nell'Eneide.
ENIALIO
(C1)
Per gli antichi Greci era il dio della guerra, coadiuvato da Enio. Era venerato
nelle zone di Gortina, Salamina e Tirinto. I Romani lo identificarono con Quirino.
ENIO
(C1)
Dea della guerra, della distruzione e della strage, evocata assieme a Enialio.
ENIPEO (C1)
Poseidone si trasfigurò in questo fiume. Una giovane e bella donna dal nome
Tira, affascinata dalle acque limpide del fiume vi si immerge, allora Enipeo la
possiede facendole partorire due figli: Nelèo e Pelia.
ENONE (C1)
Ninfa che aveva appreso da Apollo l'arte medica, figlia del dio fluviale Enèo.
Era l'amante di Paride quando questi era ancora sconosciuto. Abbandonata da
Paride per Elena, si ritirò sul monte Ida e quando gli portarono l'eroe
mortalmente ferito per l'odio che covava nei confronti di Elena si rifiutò di
curarlo. Quando Paride viene riportato a Troia Enone impietosita prese una cesta
di piante medicinali e andò a casa di Paride che trovò già morto, allora la
ninfa addolorata si uccise.
ENOPIONE (C1)
Figlio di Bacco e di Arianna. Causò la cecità di Orione dopo che questi gli
aveva violentato la figlia.
ENOSIGÈO (C1)
attributo del dio del mare Posidone, così definito perché si riteneva che egli
fosse la causa dei terremoti, che provocava scuotendo la Terra con il suo
tridente.
ENÒTRO (C1)
nella mitologia greca, figlio di Licaone, re d'Arcadia, che alla morte del padre
si stabilì nell'Italia meridionale insieme al fratello Peceuzi. Secondo
Pausania, Enòtro fu il fondatore di Enotria , la prima colonia greca sullo
Ionio. I poeti classici chiamarono poi Enotria tutta l'Italia.
EOLO (C1)
Dio dei Vènti, abitava nell'isola di Lipari e teneva chiusi i vènti in una
caverna.
EOS (C1)
Figlia dei Titani Iperione e Tea, dea dell'Aurora, per via dei suoi genitori non
fu mai considerata dea di prima classe. Era la sorella di Elio lo annunciava e
lo precedeva su un cocchio trainato da due cavalli. Nel suo lavoro di
presentatrice la dea assumeva due diversi nomi: Emera al primo apparire
del sole e Espera al calare. Eos fu sposa di Astreo, dal loro matrimonio
nacquero i Vènti: Borea, Zefiro, Noto e tutte le stelle.
EPAFO (C1)
Figlio di Zeus e di Io. Padre di Libia che fu da Poseidone resa madre di Agenore
e Belo.
EPIBOMIO (C1)
Veniva così chiamato il sacerdote che dirigeva i sacrifici nei Misteri Eleusini.
EPÌFANE
epiteto con cui si designavano le divinità che si fossero manifestate come tali
agli uomini.
EPIMELETI (C1)
Erano i sacerdoti minori nei Misteri Eleusini.
EPIMETEO
(C1)
Della generazione dei Titani, era fratello di Atlante e di Prometeo, sua esatto
opposto. Ebbe da Ermes l'insidioso dono di Zeus e accolse Pandora, fonte di
tutti i mali dell'umanità.
EPIONE (C1)
Era la moglie di Asclepio.
ÈRA (C1)
(dal greco Hera) antica divinità lunare venerata ad Argo; più tardi, ma molto
prima di Omero,
considerata regina del cielo. Come tale la si ritenne figlia di Crono
e di Rea,
sorella quindi di Zeus
di cui divenne sposa. Fu madre di Ares, di Efesto, di Ebe. Di matronale
bellezza, di impeccabili costumi, proteggeva la castità del matrimonio e la
santità del parto. Fu dai Romani assimilata all'italica Giunone.
Già in Omero si trasforma in moglie gelosa che perseguitava le amanti di Zeus,
orgogliosissima, nemica acerrima dei Troiani a causa del giudizio di Paride.
Le erano sacri il pavone, la cornacchia e la melagrana; aveva come messaggeri
Iride e le Ore. Ebbe culto speciale ad Argo Era Argiva, a Samo, nella
Magna Grecia e soprattutto sul promontorio Lacinio Era Lacinia.
ERACLE (C1)
Zeus incapricciatosi di Alcmena, prende le sembianze del marito di lei,
Anfitrione. Zeus passa con la donna un giorno e una notte d'amore, notte che in
effetti era durata tre giorni poiché Zeus aveva ordinato al sole di riposarsi
per tre giorni. Intanto fatto ritorno il vero Anfitrione , fece i suoi doveri
coniugali concependo Ificle gemello uterino di Eracle. Intanto la gelosa Era
accortasi dell'ennesimo tradimento del divino marito e sapendo che il primo
bambino che sarebbe nato nella casa dei discendenti di Perseo sarebbe diventato
re, per fare dispetto a Zeus fece in modo che Nicippe, nuora di Perseo
partorisse in anticipo rispetto ad Alcmena, così per primo nasce Euristeo che
diventa re. Zeus irato perché Era lo aveva giocato, riesce ad ottenere un
compromesso da Era nel senso che Eracle sarebbe diventato un dio se riusciva a
portare a termine dieci imprese impostegli da Euristeo. Eracle ancora in fasce
strozzò due serpenti mandati da Era per soffocarlo. Crescendo fu istruito da
Chirone nella medicina e nella chirurgia; Anfitrione gl'insegnò a guidare i
carri; Castore lo allenò nella lotta; Eurito gli insegnò l'uso dell'arco e
infime Eumolpo gli diede lezioni di canto e di lira. Eracle si mise a girare per
la Grecia, finché la Pizia non gli ricordò che doveva mettersi agli ordini di
Euristeo per compiere le fatiche. L'idea di servire un uomo molto al di sotto di
lui lo tormentava, ma non volendo disubbidire agli ordini del divino padre, si
recò da Euristeo. La prima fatica fu combattere il leone Nemeo che non poteva
essere ucciso dalle armi perché aveva la pelle invulnerabile. La seconda fatica
fu l'uccisione dell'Idra di Lerna dalle nove teste una delle quali era immortale
e le altre rinascevano non appena tagliate. L'Idra aveva metà corpo di ninfa e
metà di serpente. Eracle l'affrontò e dopo avere bruciato le teste mortali con
un enorme masso gli schiacciò quella immortale e così l'Idra morì in un mare
di sangue. Eracle bagnò le sue frecce in quel sangue di modo che così
avrebbero inflitto ferite mortali o inguaribili. La terza fatica fu catturare la
cerva Cerinea che aveva i piedi di rame e le corna d'oro ed era sacra alla dea
Artemide. Eracle non volendo offendere la dea non tirò frecce alla cerva per
non ucciderla ma si limitò a inseguirla per un anno finché l'animale crollò
sfinito e così Eracle potè catturarlo. La quarta fatica fu catturare il
cinghiale Calidone che devastala l'Elide e l'Arcadia. La quinta fatica fu pulire
le stalle di re Augìa, dal letame che da trent'anni non veniva ripulito.
L'impresa sarebbe stato impossibile se Eracle non avesse deviato le acque del
fiume Alfeo che con la violenza delle sue acque riuscì a portare via tutto lo
sporco. La sesta fatica fu sterminare gli Uccelli Stinfàli che avevano gli
artigli, le ali, il becco e le penne di bronzo che usavano come frecce. La
settima fatica fu la cattura del toro di Creta che Poseidone aveva mandato perché
non gli era stato fatto un sacrificio promessogli. l'Ottava fatica fu di
uccidere Diomede re dei Bistonti che nutriva le sue cavalle della carne dei
poveracci che si trovavano a passare da quelle parti, Eracle gli fece fare la
stessa crudele fine. La nona fatica fu prendere il Cinto di Ippolita regina
delle Amazzoni, alla quale era stato regalato da Ares. La decima fatica fu
prendere i buoi di Gerione che era un mostruoso gigante e aveva un cane bicipite
e un drago con sette teste che custodivano l'armento. Eracle per impossessarsi
dei buoi dovette uccidere Gerione e compagni, nel portare le bestie a Euristeo
mentre dormiva fu dal gigante Caco derubato di quattro giovenche, al risveglio
Eracle si mise alla ricerca del maltolto e trovato Caco con le bestie ne nacque
una lite nella quale uccise il gigante. L'undicesima fu la conquista dei pomi
delle Esperidi che erano custoditi dal drago Ladòne e da Atlante. Per venirne
in possesso Eracle incaricò Atlante di andargliere a cogliere e intanto lui
avrebbe sostenuto il peso del cielo. Atlante liberatosi dal gravoso compito non
voleva più liberarlo ma l'eroe con una astuzia riuscì a cavarsela. La
dodicesima e ultima fatica fu scendere nell'Ade e catturare Cerbero. Le fatiche
furono dodici perché la seconda e la quinta non gli vennero riconosciute in
quanto in una si era fatto aiutare e nell'altra aveva preteso un compenso. Il
centauro Nesso che aveva tentato di rapirgli la moglie Deianira, fu da Eracle
ucciso con una delle sue frecce, ma Nesso prina di morire consiglia la donna di
bagnare le una veste di Eracle nel suo sangue per garantirsi la fedeltà
dell'eroe. Eracle intanto si era innamorato di Jole e stava per lasciare la
moglie, Deianira per riconquistare il marito gli fa indossare la veste intinta
nel sangue del centauro ma invece di riavere l'amore dell'eroe ne causa la
morte, infatti non appena Eracle indossa la veste l'eroe viene preso da
indicibili dolori si fa preparare un rogo e vi sale sopra, Atena lo trae fuori e
lo porta sull'Olimpo dove Zeus gli da per sposa Ebe e il dono dell'eterna
giovinezza.
ERACLE DATTILO (C1)
Inventore dei giochi olimpici, era il più anziano dei Dàttili Idei.
ERANOS (C1)
nell'antica Grecia, banchetto che si teneva fra amici, condividendo le spese;
associazione di persone che si incontravano per banchettare o festeggiare
assieme utilizzando, per le spese, i fondi raccolti in una cassa comune. Molte
di queste associazioni, che furono numerose sia in epoca ellenistica che romana,
si trasformarono poi in sodalizi di stampo politico o assistenziale.
ERATO (C1)
Musa della poesia lirica e amorosa. Anche una delle Nereidi aveva lo stesso
nome.
EREBO (C1)
Figlio di Tenebre e di Caos
e sposo della Notte.
Suoi figli erano: Etere e Giorno. Entità che rappresentava il mondo
sotterraneo, dove dimoravano i morti. Secondo Servio è il luogo di raduno delle
anime prima di muovere verso l'Eliso. Genealogicamente era considerato figlio
del Caos, fratello della Notte e padre dell'Etere e del Giorno.
ERIBEA (C1)
Madre degli Astri e dei Vènti,
sposa di Astrèo.
ERICE
(C1)
1) Figlio di Afrodite e di Bute, in una gara fu vinto e ucciso da Eracle.
2) Monte ai cui piedi è situata Trapani (Drepani) in Sicilia. Sul monte Erice,
Enea seppellì il padre Anchise. Sullo stesso monte si ergeva un tempio dedicato
a Tanit
dea cartaginese dell'amore, ivi si praticava la prostituzione sacra.
ERIDANO
(C1)
Mitico fiume figlio di Oceano e di Teti.
ERINNI
(C1)
Erano le dee della vendetta, si occupavano di perseguitare inesorabilmente chi
uccideva un consanguineo, o mancava di rispetto al padre, la madre, al fratello
maggiore o ai forestieri. Le Erinni erano tre e si chiamavano: Aletto l'inarrestabile,
Megera e Tisifone la vendicatrice, generate dalla Terra dalle gocce di
sangue che caddero dall'evirazione di Urano. Le loro armi erano: serpenti,
scudisci e fiaccole ardenti. I Romani le chiamavano Furie.
ERIS (C1)
Figlia della Notte e dea della discordia, fedele ancella di Ares.
Per non essere stata invitata alle nozze di Peleo e di Teti, tirò sulla tavola
nuziale la funesta mela d'oro che causò il giudizio di Paride e la lunghissima
guerra di Troia.
ERISITTONE (C1)
Per avere abbattuto degli alberi in una foresta sacra a Demetra, fu punito dalla
dea con una fame così forte da costringerlo a mangiare le proprie carni.
ERITOO
(C1)
Uno dei divini cavalli del carro solare.
ERIZIA (C1)
Una delle Espèridi.
ERMAFRODITO
(C1)
Fanciullo con seno da donna e lunghi capelli. Figlio di Ermes e di Afrodite. La
ninfa sorgiva Salmace se ne innamorò, fu da lui respinta, ma quando il giovane
si bagnò nella fonte Salmace lo abbracciò e si fuse con lui.
ERMES (C1)
Figlio di Zeus
e di Maia
la più grande delle Pleiadi.
Ermes veniva considerato come la personificazione del vento e come tale ne aveva
le caratteristiche: la velocità, la leggerezza, l'incostanza, la monelleria e
l'umore scherzoso. Caratterizzato da astuzia e abilità, gli furono date dai
Greci le attribuzioni più varie: dio delle relazioni pacifiche, del commercio,
della navigazione, dei viaggi, dell'eloquenza, capo delle Cariti o Grazie,
protettore dei ginnasi, dei concorsi degli efebi, dei ladri, degli sportivi,
degli araldi e dei navigatori. Inventore e propagatore delle scienze (specie
della matematica e dell'astronomia) Ermes nacque in una grotta spaziosa ai
fianchi del monte Cillene. Appena nato si liberò da solo delle fasce in cui era
avvolto e furtivamente uscì dalla caverna. Fatti pochi passi incontrò una
tartaruga, la raccolse le tolse il guscio e sulla cavità di questo tese sette
corde inventando così la cetra che dava un suono dolcissimo. Ma subito gli
venne in mente un'altra idea, rubare la mandria di buoi ad Apollo, perciò il
piccolo dio si precipita in Tessaglia. Ermes vi giunse che era notte e senza
perdere tempo si impossessa di cinquanta buoi e tirandoli per la coda li fece
camminare all'indietro per dare l'impressione che le bestie invece di
allontanarsi si avvicinavano al pascolo. Giunto che fu in nell'Elide in
prossimità del fiume Alfeo, scoprì una grotta e la vi nascose la mandria
facendo attenzione a mimetizzare per bene l'ingresso. Stava per spuntare l'alba
quando il piccolo dio fa ritorno alla sua culla nel monte Cillene, quindi si
rimette le fasce e fa finta di dormire. Appena giorno Apollo si accorge subito
che mancano delle bestie ed essendo il dio dei vaticini e degli indovini, seppe
subito chi era il ladro. Si presenta quindi da Ermes e gli impone di rendergli
le bestie, Ermes cadeva dalle nuvole, lui non sapeva che cosa fossero i buoi e
come poteva un lattante di appena un giorno rubare cinquanta buoi? E come
poteva andare così lontano in Tessaglia se ancora non sapeva camminare? Apollo
sforzandosi di non ridere nell'udire come quell'infante gli rifilava una bugia
dietro l'altra, lo minaccia di grandi punizioni se non ubbidiva subito. Ermes
senza scomporsi prese la cetra e si mise a suonarla, ad Apollo che era il dio
della musica il suono della cetra piacque tanto che desiderava averla per sè.
Ermes che aveva uno spiccato senso degli affari gli propose allora lo scambio:
la cetra in cambio dei buoi. Apollo accettò e da quel giorno diventarono ottimi
amici e addirittura Apollo regalò al piccolo dio una verga magica, alla quale
in seguito vennero intrecciati due serpenti d'oro. La verga venne chiamata Cadùceo
e fu il principale attributo di Ermes e degli araldi. Dato che era rapido come
il vento, Zeus lo nominò araldo degli dèi, ma non semplice messaggero, ma un
messaggero speciale, infatti riceveva l'incarico di portare a termine quelle
transizioni particolarmente delicate e le conduceva alla sua maniera nella
massima libertà di azione. Come messaggero degli dèi egli era anche il dio dei
sogni, perché i sogni erano considerati come messaggi divini, e per portare i
sogni anche a chi non dormiva con la sua verga magica aveva il potere di
addormentare i mortali. Nella sua mansione di araldo degli dèi Ermes
accompagnava le ombre dei morti nell'Erebo. Questo compito gli viene dal fatto
che l'anima era considerata un soffio di vento (Vento che lui personificava).
Suoi attributi erano: il Cadùceo, i calzari alati e la cappa che rende
invisibile.
ERMIONE (C1)
Bellissima figlia di Menelao e di Elena, fidanzata forse con Oreste, fu
promessa in sposa dal padre a Neottolemo, in cambio di aiuto per la conquista di
Ilio. Sposata da Neottolemo dopo la presa della città, soffrendo dell'amore del
marito per Andromaca, sua concubina, lo uccise con la complicità di Oreste, col
quale regnò poi su Sparta. Alla morte di Oreste sposò Diomede e ottenne dagli
dèi l'immortalità.
ÈRO (C1)
nella mitologia greca, sacerdotessa di Artemide a Sesto; innamorata di Leandro,
si suicidò quando questi annegò mentre si recava a nuoto da lei attraverso lo
stretto dell'Ellesponto
Èro e Leandro, (lett.) titolo di un poemetto greco in esametri di Museo (secc.
IV-V d.C.). Leandro di Abido, innamoratosi di Ero di Sesto, bellissima
sacerdotessa d'Afrodite, andava ogni notte a visitarla attraversando a nuoto
l'Ellesponto sotto la guida di una fiaccola che la fanciulla teneva accesa in
cima alla torre; ma una notte il vento spense la fiaccola e Leandro, spinto dai
flutti contro gli scogli, annegò. Ero, sconvolta dal dolore, si gettò
dall'alto della torre.
EROS (C1)
1) Nelle più antiche teogonie è la forza generatrice uscita da Caos,
contemporaneamente a Gea.
2) dio dell'Amore, personificazione di questo sentimento. Ignoto a Omero, è
citato da Esiodo, per cui si può ritenere che il suo mito nasca intorno all'VIII
sec. a.C. Fu concepito in maniera duplice, come divinità teogonica (e allora
dai mitografi viene variamente identificato con il figlio del Caos, o del Giorno
e della Notte, o del Cielo e della Terra, o anche generato da Urano, da Crono,
ecc.), e come divinità della passione amorosa, inseparabile da Afrodite (e
allora vien detto comunemente figlio di questa dea e di Ares, ma anche di Ilitia,
di Zefiro e di Iride, di Zeus e infine di Poro e di Penia). Venerato
dovunque, ma particolarmente a Tespie in Beozia e a Pario sull'Ellesponto, le
sue statue erano poste in tutte le palestre e gli efebei, insieme ad Ermes,
Eracle, Atena. Spartani e Cretesi sacrificavano a lui prima delle battaglie.
Venivano celebrate grandi feste in suo onore a Tespie (ogni quattro anni), dette
Erobie, a Samo, Eleuterie. Come simbolo dell'amore corrisposto fra gli uomini
adulti e i giovani palestriti, da lui nacque la figura di suo fratello Anteros l'amore
contrastato. Fu celebrato da poeti e fu soggetto di dispute filosofiche,
famosa fra tutte quella narrata nel Simposio di Platone. Fu
rappresentato forse più di ogni altro dio da scultori e pittori, ritratto come
un fanciullo o un efebo, spesso alato, con vari attributi (i fiori, la lira,
l'arco con cui scaglia a uomini e a dei dardi di amore) In età ellenistica la
sua figura diviene più molle, femminea, sempre più infantile, finché venne
rappresentato come un putto alato. A questo periodo risale anche la formulazione
del mito di Amore e Psiche. Dai latini fu chiamato Amore e Cupido.
ERSE
(C1)
Figlia di re Cecrope di Atene e sorella di Aglauro, con la quale doveva
custodire la cesta in cui Atena aveva nascosto Erittonio. Fu amata da Ermes dal
quale ebbe Cefalo. Sacerdotessa della dea Atena, personificazione della rugiada.
Era ritenuta la protettrice dell'agricoltura.
ESIONE
(C1)
Figlia di Laomedonte, re di Troia. Quando Zeus si accorse della congiura
fattagli da Era, Apollo e Poseidone, per punirli li mandò a servire Laomedonte.
Apollo fu incaricato di pascere le mandrie del re, mentre a Poseidone spettò il
gravoso carico di costruire le mura di Troia. Siccome il compito era molto
pesante gli andarono in aiuto Apollo e Eaco, re dei Mirmidoni: la parte di mura
costruite da quest'ultimo non si mostrò resistente come quella costruita dai
due dèi; infatti quando i Greci presero d'assalto Troia quella fu la parte che
crollò. Si intende che prima di iniziare quei lavori servili, Apollo e
Poseidone avevano pattuito con Laomedonte un compenso, e il re fu molto generoso
nelle promesse, ma quando fu il momento di pagare, Laomedonte sostenne che non
gli doveva nulla e che lui non aveva promesso nulla. Apollo che era molto
vendicativo salì sul colle che sovrastava la città e col suo arco d'argento
fece piovere su Troia delle frecce che scatenarono una pestilenza. Dal canto suo
Poseidone sbattendo il suo tridente fece nascere dal mare un orribile drago che
divorava tutte le messi e gli uomini che incontrava. I Troiani interrogato
l'oracolo di Delfi appresero che il re Laomedonte colpevole di spergiuro per
placare i due dèi doveva sacrificare la bellissima figlia Esione. Si può
immaginare il dolore del povero padre che cercava di salvare la figlia, ma il
popolo intero pretese che il re obbedisse per la salvezza del popolo. La povera
Esione fu perciò esposta incatenata sulla riva del mare. La fortuna volle che
si trovava a passare di là Eracle che vedendo la ragazza le si avvicina e così
viene informato di quanto era accaduto. Certamente Eracle non poteva permettere
che una innocente pagasse le colpe altrui e poi lui era votato a distruggere
tutti mostri. Intanto Laomedonte promette ad Eracle due splendidi cavalli
bianchi per la salvezza della figlia. Eracle si mise accanto la ragazza e aspettò
il drago e non appena lo vide lo uccise. Laomedonte dalle esperienze precedenti
non aveva imparato nulla, infatti negò il compenso all'eroe che irato uccise
Laomedonte e tutti i suoi figli maschi escluso Podarce in quanto Esione scongiurò
Eracle perché lo risparmiasse. Da allora Podarce venne chiamato Priamo il riscattato.
ESONE
(C1)
Figlio di Creteo re dei Minii fratellastro di Pelia e padre di Giasone
(famoso eroe). Secondo un'altra tradizione, egli riuscì a vedere il ritorno di
Giasone, ringiovanito da Medea con una pozione magica.
ESPÈRIDI
(C1)
ninfe figlie di Atlante e di Esperide, abitanti di favolose isole dell'Oceano
Atlantico, dove, insieme col drago Ladone, custodivano i
pomi aurei donati a Era da Gea per le sue nozze e che furono poi
conquistati da Eracle. Discordi, i mitografi le considerarono figlie della Notte
e di Erebo, o di Zeus e di Temi, o infine di Forco e di Ceto; alcuni le
identificano con le Atlantidi. Secondo i più erano tre: Egle, Aretusa,
Iperetusa; ma altri ne enumerano o 4 o 5 o 6, aggiungendovi Espera, Eriteide e
Vesta. Secondo la leggenda, dopo che Eracle ebbe rubato i pomi, le ninfe E. per
il gran dolore furono trasformate in alberi, ma altri invece raccontano che
esse, o per intervento di Atena, o per spontanea restituzione degli Argonauti
(sulla cui nave «Argo» Eracle aveva lasciato il suo bottino), recuperarono i
pomi, e seguitarono per l'eternità la loro missione di custodi.
ESPERO (C1)
figlio di Astreo e di Eos, leggendario signore delle terre d'Occidente. Secondo
una tradizione, essendo salito sulle spalle di Atlante per vedere le stelle più
da vicino, fu sorpreso da un uragano e scomparve. In sua memoria, venne dato il
suo nome all'astro che compare per primo, alla sera, e che annuncia il tempo del
riposo. Secondo altri mitografi, Afrodite, invaghitasene, lo avrebbe rapito in
cielo e lo avrebbe poi trasformato in astro.
ESTIA (C1)
Dea del focolare domestico. Era la prima figlia di Crono e di Rea, quindi
sorella maggiore di Zeus. Il suo culto è uno dei più semplici ed è quasi
privo di leggende. In uno dei pochi episodi si narra che, corteggiata da
Poseidone e da Apollo, la dea chiese ed ottenne da Zeus di poter mantenere per
sempre la sua verginità, in cambio ottenne grandi onori e il culto in tutte le
case degli uomini nei templi di tutti gli dèi. Suo attributo è il
focolare, santuario della pace e della concordia.
ETERE (C1)
personificazione della luminosità del cielo, che compare tra i miti cosmogonici
primordiali. Secondo una tradizione, figlio dell'Erebo e della Notte e fratello
di Emera; in una seconda serie di generazioni, la sua figura sembra sovrapporsi
e confondersi con quella di Urano.
ETNA
(C1)
Il vulcano era ritenuto una delle officine del dio Efesto, dove i Ciclopi
forgiavano le folgori di Zeus.
ETO (C1)
Uno dei cavalli del carro solare. Altro suo nome era Etone.
ETRA (C1)
1) figlia di Pitteo, re di Trezene, sposa di Egeo; fu amata da Poseidone, da cui
ebbe Teseo; secondo altri sposa di Poseidone. Teseo le affidò Elena, ma, dopo
che i Dioscuri la liberarono, Etra la seguì come schiava a Sparta e a Troia,
dove fu riconosciuta e liberata dai nipoti Demofoonte e Acamante.
2) Ètra era figlia di Erebo e della Notte, dall'unione con Atlante ebbe per
figlie le Pleiadi.
ETTORE
(C1)
Grande eroe troiano, figlio di Priamo e di Ecuba, sposo di Andromaca, dalla
quale ebbe Astianatte. Combatté valorosamente a difesa della città di Troia.
Omero gli dedica i versi più belli dell'Iliade, dipingendolo come padre
affettuoso e valoroso guerriero. Uccise Patroclo, l'amico di Achille, e fece
grande strage dei Greci; fu ucciso in duello da Achille che legò poi il suo
cadavere ad un carro e gli fece fare per tre volte il giro delle mura di Troia.
La sua salma fu consegnata al padre, che per intercessione degli dei era
riuscito a commuovere Achille, solo dodici giorni dopo. Fu oggetto di culto
nella Troade.
ETUSA (C1)
Figlia di Poseidone e di Alcione.
EUANTE (C1)
Figlio di Bacco e di Arianna.
EUBULIA (C1)
Dea che dava buoni consigli.
EUFEME (C1)
Con Pan generò Croto, fu nutrice delle Muse.
EUFEMÌA
nell'antica Grecia, silenzio che andava osservato durante la celebrazione di
alcuni riti; eufemismo.
EUFEMO (C1)
Uno dei figli di Poseidone.
EUFRONA (C1)
Affine ad Eubulìa. Era dea della Notte e apportatrice di buoni consigli.
EUFROSINE (C1)
Una delle Càriti.
EUIPPE (C1)
Figlia del centauro Chirone,
il suo nome era Tea ma in seguito venne chiamata Euippe quando Poseidone la mutò
in giumenta perché non aveva avuto il coraggio di confessare al padre di essere
stata messa incinta da Eolo.
EUMOLPO (C1)
figlio di Posidone e di Chione. Era ancora fanciullo quando il padre lo condusse
nel regno degli Etiopi, presso i quali Eumolpo apprese i più arcani segreti
della natura, degli uomini e degli dei. Ritornato in patria, fu posto al bando e
fuggendo approdò a Eleusi, che allora era in guerra con Atene. Aiutò gli
Eleusini e istituì il culto misterico della Gran Madre Demetra, di sua figlia
Kore e di Dioniso e fu il primo gran sacerdote del santuario da lui fondato,
carica rimasta poi ereditaria nella famiglia che discese da lui Eumolpidi. Fu
dotato di spirito profetico, abile nella poesia e nella musica. Venuto a contesa
con Eretteo, morirono entrambi combattendo. Insegnò musica ad Eracle.
EUNOMIA (C1)
Una delle Ore, si occupava dell'ordine legale.
EURÌALO (C1)
personaggio dell'Eneide di Virgilio, giovane bellissimo che militava con Enea,
teneramente amato dal compagno d'armi Niso che gli era vicino in ogni cimento e
in ogni rischio e insieme al quale fu trucidato dai Rutuli, il cui campo avevano
attraversato nottetempo.
EURIALE (C1)
Una delle Gorgoni.
EURIDICE
(C1)
Diversi personaggi ebbero questo nome:
1) Madre di Laomedonte.
2) Madre di Danae.
3) Madre di Alcmena.
4) ninfa della Tracia, moglie di Orfeo. Inseguita un giorno dal pastore Aristeo
che ne era invaghito, fu morsa da un serpente e morì. Orfeo discese allora nel
regno di Ade e con il suo canto e il suono della lira commosse Persefone, la
quale acconsentì a che Euridice risalisse in terra, purché durante il tragitto
i due sposi non si guardassero. Orfeo, ormai sulla soglia della luce, non seppe
trattenersi dal volgere la testa verso Euridice che così ritornò nell'Ade per
sempre.
EURIMEDONTE (C1)
Nome di vari personaggi:
1) Figlio di Minosse.
2) re dei Giganti, morì nella lotta contro gli dei dell'Olimpo.
3) Eurimedonte, auriga di Agamennone durante la guerra troiana, fu ucciso
insieme al padrone da Egisto dopo il ritorno in patria.
EURINOME
(C1)
Dea di tutte le cose, sorse nuda dal Caos per avere qualcosa dove poggiare i
piedi creò il cielo e la terra e il mare e si mise a danzare dal movimento si
alzò il vento Borea, essa lo strofinò fra le mani ed esso si mutò nel
serpente Ofione che avvolse la dea e la fecondò. Eurìnome assunta la forma di
colomba depone l'uovo cosmico, quando l'uovo si schiuse nacquero tutte le cose.
Eurìnome e Ofione andarono sul monte Olimpo, ma quando Ofione si vantò di
essere il creatore la dea gli pestò la testa rompendogli tutti i denti e lo
rinchiuse nelle oscurità sotterranee. Crono e Rea precipitarono Ofione e
Eurinome nell'Oceano e presero il loro posto. Eurinome si chiamava la divinità
con la quale Zeus generò le Cariti.
Eurinome è anche il nome di una divinità marina, figlia di Oceano che con Teti
salvò il piccolo Efesto.
EURIPILO (C1)
Nome di vari personaggi:
1) Figlio di Euristeo, ucciso da Eracle.
2) Figlio di Poseidone, ucciso da Eracle.
3) Figlio di Telefo, alleato dei Troiani.
EURISTEO
(C1)
Nipote di Perseo. La sua nascita fu affrettata da Era per impedire che Eracle,
figlio della cugina Alcmena, avesse la primogenitura. Regnava su Tirinto, Argo e
Micene. Fu lui, per volere di Era, a imporre a Eracle le "fatiche" che
dovevano dare gloria all'eroe. Morì in battaglia contro gli Ateniesi e la sua
testa fu portata ad Alcmena che gli cavò gli occhi.
EURITO (C1)
Nome di vari personaggi:
1) Gigante ferito da Dioniso e finito da Eracle;
2) Maestro di Eracle nel tiro con l'arco;
3) Re d'Ecalia;
4) Cugino di Augia, ucciso da Eracle.
EURIZIONE
(C1)
Nome di vari personaggi:
1) Re di Ftia, venne ucciso per errore durante la caccia al cinghiale Calidone;
2) Centauro che al matrimonio di Piritòo, ubriacatosi cercò di fare violenza
alla sposina, Teseo e Piritòo gli tagliarono naso ed orecchie;
3) Figlio di Ares;
EUROPA (C1)
In Fenicia viveva una bellissima principessa, Europa, figlia di Agenore e di
Telefassa. La giovane donna si recava spesso con le sue coetanee, sulle rive del
mare per bagnarsi o per intrecciare ghirlande di fiori. Zeus dall'alto la vide e
se ne innamorò, scese dall'Olimpo e per non intimorire la ragazza si mutò in
uno splendido toro bianco, mettendosi a pascolare. Vedendolo mansueto Europa si
avvicinò senza timore e si mise ad accarezzarlo, poi per gioco gli salì in
groppa. Allora il toro che era stato mansueto si mise a correre verso il mare e
sempre sul mare sul quale galoppava come se fosse sulla sabbia, il toro si
diresse sull'isola di Creta. Dopo diverso tempo giunto sull'isola il toro si
fermò all'ombra di un'albero e prese le sue sembianze divine fece sua la bella
Europa che generò Minosse, Radamanto e Sarpedonte.
EUROTA (C1)
Il mitico inventore del molino ad acqua, nonno di Giacinto e di Euridice.
EUTERPE (C1)
Una delle Muse, si occupava della musica e della poesia lirica.