BACCANTI
(C1)
Corteo di donne incoronate di pampini che seguiva il carro di Dioniso
durante i suoi errabondi viaggi in Oriente. Con tale nome furono poi
indicate le sacerdotesse che celebravano i riti in suo onore. Recavano in
mano il tirso, un bastone sormontato da pampini e edera intrecciati.
BACCO
(C1-C2)
Uno dei tanti nomi per indicare il dio Dioniso.Gli erano sacre le foreste
e le vallate dove viveva freneticamente. Fu dio della forza fecondatrice
della natura, venerato dalle donne. La sua origine è alquanto complessa,
quindi ci limitiamo a queste brevi righe onde evitare grandi confusioni.
BAIO (C1-C2)
Compagno di Ulisse e presunto fondatore della città di Baia in Campania.
Le fonti termali della città erano dedicate ad Ercole.
BASALA o PASSALO
(C1)
Fratello di Achèmone e grande attaccabrighe come il fratello. La madre li
aveva avvertiti di non molestare il Melàmpige che in greco significa uomo
dalle natiche nere. Un giorno s'imbatterono in un uomo addormentato sotto
un albero e lo stuzzicarono, ma l'uomo che era Eracle prese i due fratelli
per i piedi e li appese alla sua clava e se li portava sulle spalle. In
quella posizione ebbero modo di notare che Eracle si era imbrattato di
fango le natiche e Basala esclamò al fratello Ecco l'uomo dalle natiche
nere che dovevamo evitare, la battuta divertì l'eroe che li lasciò
andare.
BASILEA (C1)
Figlia di Urano e Titea, e sorella di Rea.
BASSAREO (C1)
Nome attribuito a Dioniso e che significa vendemmiatore.
BATTE
(C1)
Dea dell'impudicizia, era festeggiata di notte con danze e giochi lascivi.
Ad Atene era chiamata Cotìto e i suoi sacerdoti Batti.
BATTO
(C1)
Pastore della Tessaglia. Fu testimone del furto subito da Apollo,
quando, Zeus scacciatolo dal cielo fu costretto a fare il custode alle
mandrie di Admeto,
e subì il furto delle vacche più belle da parte di Ermes. Batto, che
aveva assistito all'abigeato ricevette da Ermes
la vacca più bella a condizione che avesse tenuto la bocca chiusa. Ermes
non fidandosi, del pastore, gli si presentò sotto altre spoglie e
mostrandosi edotto del furto, gli offrì un bue e una bellissima vacca se
lo avesse messo sulla giusta via per acciuffare il ladro. Batto, vinto
dall'avidità, svelò senza titubanza il segreto che gli era stato imposto
di tacere; allora il dio indignato lo trasformò nella pietra di paragone,
che ha la proprietà di misurare la purezza dell'oro perché non venga
scambiato con l'orpello.
BAUCI
(C1)
Vecchia moglie del vecchio e povero Filemone, abitava in un piccolo
villaggio della Frigia. I due coniugi ospitarono cordialmente Zeus ed
Ermes che viaggiavano in incognito per quelle zone e sino a quel momento
non avevano trovato altro che corruzione ed inospitalità. Dopo aver
consumato, nella capanna dei due vecchi che si amavano teneramente, un
pasto molto povero, i due visitatori si fecero conoscere, e condussero con
loro i due vecchi su una montagna, dicendo loro di guardarsi intorno.
Filemone e Bauci videro allora tutto il paese sommerso dal diluvio, che
aveva risparmiato la loro capanna, mutata in un bel tempio. Gustata la
meraviglia dei vecchi, Zeus chiese loro di formulare un desiderio che
sarebbe stato appagato subito.
Con Bauci prima non so che pispiglia, poscia in tal guisa a' Numi il
comun senno
palesa Filemon: <<Di noi create
due sacerdoti e portinai del nuovo
tempio; e come l'età concordemente
passammo, alle vitali aure ci tolga
l'ora stessa; né mai della consorte
io vegga il sasso funeral né questa
le palpebre mi chiuda>>. A' lor desir
fur veritiere le promesse.
(Ovidio, Metamorfosi, VIII)
Giunti alla decrepitezza, un giorno mentre stavano parlando davanti al
tempio, Filemone si accorge che la sua Bauci si stava mutando in un
tiglio, e Bauci a sua volta vedeva il marito mutarsi in una quercia; così
ebbero il tempo di scambiarsi i più teneri saluti prima che la loro
trasformazione si completasse.
BÈLIDI
(C1)
Erano le figlie di Dànao
meglio conosciute come Danaidi.
Dal loro antenato Bèlo presero il nome di Bèlidi.
BELLEROFONTE
(C1)
Nome che significa uccisore di Bellero. Non si conoscono con precisione i
suoi genitori, giacché si favoleggia fosse figlio di Glauco
re di Corinto. Ma Glauco era anche un epiteto di Poseidone,
dunque potrebbe essere figlio del dio marino. La madre si chiamava
Eurimeda o Eurinome,
nome di una divinità marina. Poseidone gli aveva regalato Pegaso
il cavallo alato, Bellerofonte non riuscì a domarlo finché Atena in
sogno non gli mostrò delle briglie d'oro, imitatele finalmente poté
domare il cavallo, diventando così l'inventore dell'equitazione. Per
purificarsi dell'uccisione di Bellero fu mandato ad espiare la sua
penitenza presso Preto re di Tirinto. Di lui si invaghì Antea moglie di
Preto e vistasi rifiutata disse al marito di essere stata molestata da
Bellerofonte. Preto non volendo uccidere il giovane da lui purificato, lo
mandò presso il suocero Giobate re di Licia, con una lettera chiusa che
diceva di uccidere il portatore della stessa. Giobate leggendo la lettera
si gettò in conflitto con la coscienza; da una parte non voleva uccidere
il giovane ospite e dall'altra non voleva dispiacere il genero, allora
egli scelse una scappatoia: affidare a Bellerofonte un'impresa disperata
lasciandolo così al volere degli dèi. Bellerofonte fu così mandato
contro la mostruosa Chimera,
con l'aiuto del suo favoloso Pegaso dall'alto uccise la Chimera con
l'ausilio di saette. Allora Giobate lo mandò a combattere i Solimi: il
giovane li vinse. Fu poi mandato contro le Amazzoni:
vinse anche quelle. Ritornando i più forti guerrieri della Licia gli
tesero un'imboscata: perirono tutti. Allora il re capì che gli Olimpi
erano con Bellerofonte, si scusò e gli offrì la mano della figlia
(sorella di Antea) e metà del suo regno. Da quest'unione nacquero:
Isandro, Ippoloco e Laodamìa.
Dopo aver ucciso la Chimera, Bellerofonte tornò in volo a Tirinto dove
fingendosi innamorato di Antea la invitò a fuggire con lui in groppa a
Pegaso. Quando furono sopra il mare Bellerofonte precipitò la malaugurata
in acqua. La stessa fine fece egli stesso quando avanti con gli anni
divenne cupo e miscredente, quindi salito in groppa a Pegaso voleva andare
su in cielo a vedere con i suoi occhi se gli dèi c'erano oppure no. Ma
Pegaso non volendosi prestare ad un sacrilegio lo precipitò sulla terra.
Così il mitico cavallo alato sollevato da ogni peso terrestre si mise a
servire Eos, e da allora galoppa nei cieli albeggianti.
BÈLO
(C1)
Figlio di Poseidone e di Libia, gemello di Agemore e sposo di
Anchinoe. Era il padre di Egitto e Dànao e di conseguenza il nonno
delle cinquanta Danaidi. Altro Belo fu re di Sidone, padre di Anna, Didone
e Pigmalione.
BERENÌCE
(C1)
Moglie di Toloméo III Evergete, re d'Egitto. Ancora sposina il
marito dovette lasciarla per partire in guerra contro la Siria. Berenìce
fece voto agli dèi di tagliare i suoi bellissimi capelli se il marito
fosse ritornato integro. Nel 245 a. C. Toloméo terminata la guerra ritornò
con un ricco bottino e di conseguenza Berenìce fu felice di compiere la
promessa fatta agli dèi e di posare la sua folta chioma sull'altare del
tempio. Ma il giorno dopo la capigliatura non c'era più al suo posto,
allora, Conone, l'astronomo di corte, che aveva appena scoperto una
costellazione, la chiamò Chioma di Berenìce, fantasticando che Afrodite
aveva trasferito la chioma nel firmamento.
BIA e CRATOS
(C1)
Bia, dea greca della violenza. Figlia del titano Pallante
e della dea fluviale Stige
e sorella di Cratos, il «potere», con cui spesso collaborava. Secondo le
leggende, i due ebbero da Zeus l'incarico di incatenare Prometeo. Erano
gli assistenti al trono di Zeus, sempre pronti a fare rispettare gli
ordini del dio.
BITONE (C1)
Cleobi e Bitone, erano i figli di Cidippe, sacerdotessa di Era.
famosi per la pietà filiale. Si aggiogarono al carro per trasportare
al tempio la madre. Cidippe pregò quindi la dea affinchè li premiasse
col dono più grande. In risposta, Era concesse loro di morire in modo
indolore, passando insensibilmente dal sonno alla morte.
BÓREA
(C1)
Figlio di Astreo e di Eos. Era il vento del nord e re dei venti, fratello
di Zefiro, Noto
e Apeliote (Euro). Veniva raffigurato come cavallo o come uomo barbuto con
i capelli scomposti, alato e con due facce. Sotto la forma di cavallo si
godette le cavalle di Eretteo. Bórea si godette anche la figlia di
Eretteo, Orizia, che rapitala mentre questa giocava sulle rive del
torrente Ilisso, la possedette e da lei ebbe due figli Calai
e Zete, gemelli alati.
BRIARÈO (EGEONE)
(C1)
Uno dei Titani,
figlio di Gèa
e di Urano,
aveva cento braccia tutte armate e dalle bocche delle sue cinquanta teste
vomitava fiumi di fiamme e fumo. Briarèo fu sconfitto assieme ai suoi
fratelli con l'arma che i Ciclopi nella officina di Efesto
avevano allestito per Zeus: il Fulmine. Dopo la sconfitta Briarèo fu
costretto a reggere sulle spalle il peso enorme dell'Etna.
Secondo una leggenda più antica il titano non avrebbe lottato contro Zeus
perché rinchiuso assieme ai fratelli Cotto
e Gia, nel Tartaro,
dove vi era stato messo da Crono.
Liberato da Zeus fece causa comune con lui aiutandolo a sicura vittoria.
Per premio Zeus nominò i tre, custodi dei Titani vinti nel Tartaro. Briarèo
sarebbe intervenuto anche quando Era aveva ordito una congiura ai danni di
Zeus e sorpresala mentre dava il segnale di rivolta, avvisandolo riuscì a
sventare la congiura in tempo. Zeus per punire la moglie, per lungo tempo
la tenne appesa fra il cielo e la terra, con una catena d'oro, mettendogli
ai piedi delle pesanti incudini. Quando Efesto cercò di liberare la
madre, il padre lo scaraventò giù nel baratro e così il buon Efesto
divenne zoppo.
BRISE
(C1)
Fu sacerdote di Zeus e a lui si deve la scoperta del modo di asportare il
miele dagli alveari senza incappare nell'ira alquanto dolorosa delle api.
BRISÈIDE
(C1)
Figlia di Brise e amatissima schiava di Achille.
BRÒNTE
(C1)
Era uno dei ciclopi che aiutavano Efesto a costruire i fulmini a Zeus. Brònte
era la personificazione del tuono, Stèrope del lampo e Àrge del fulmine.
Tutti e tre facevano sull'incudine un fracasso spaventoso. Brònte è
anche un fiorente paese alle pendici dell'Etna (720 m. s.l.m.).
BRÒTEO
(C1)
Figlio di Efesto, di una bruttezza unica che per la disperazione si buttò
nella bocca fiammeggiante del vulcano Etna.
BUFÒNIE (C1)
Antiche feste religiosei, si celebravano nel mese "skiroforion"
(giugno-luglio), alla fine del raccolto. Si poneva una focaccia di farina
d'orzo nuovo davanti all'ara di Zeus Polieus, poi si conduceva il toro
davanti all'ara, e quando l'animale si chinava per mangiare la focaccia,
veniva sacrificato con un colpo di scure, vibrato da un sacerdote, fatto a
pezzi e distribuito fra i presenti. La scure del sacrificio veniva gettata
nel mare. Le Bufònie facevano parte delle feste diipolie, in onore di
Zeus protettore della città.
BUSÌRIDE
(C1)
Gigante mostruoso figlio di Poseidone e di Libia. Tendeva agguati ai
passanti e li uccideva sacrificandoli a Zeus. Fu ucciso da Eracle che
trovandosi a passare da quelle parti venne da costui aggredito.
BUZÌGE
(C1)
Nome del primo uomo che riuscì ad aggiogare i buoi all'aratro.