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ABADIR (C1) Con questa parola, di origine semitica si designa la pietra divorata da Crono al posto di Zeus neonato. La pietra che aveva salvato la vita a Zeus fu, poi sempre tenuta in grande considerazione.

ABANTE (C1) Figlio di Ippotoone e di Meganira, per essersi fatto beffe di Cerere, da lui sorpresa a bere con troppa avidità, fu trasformato in lucertola dalla dea infuriata. La stessa leggenda è da Ovidio (Metamorfosi) attribuita a Stelèo. Sono ricordati con lo stesso nome di Abante, uno dei Troiani che, erranti nella città invasa dagl'incendi, si fece compagno d'Enea fuggiasco da Troia; e anche uno dei Centauri. D'un altro omonimo si favoleggia fosse figlio di Linceo e Ipermnestra, e padre di Preto e di Acrisio, nonchè avo di Perséo

ABARI (C1) leggendario taumaturgo greco, sacerdote di Apollo, collocabile tra il VII ed il VI sec. a.C. Il suo ricordo in Erodoto e Pindaro ne riconduce la figura agli Iperborei, le popolazioni dell'estremo nord europeo, ed allo sciamanesimo. Per aver esaltato in versi il viaggio di Apollo agli Iperborei, fu fatto primo sacerdote di Apollo Iperboreo ed ottenne dal dio il dono dello spirito profetico ed una freccia d'oro, a cavalcioni della quale egli soleva fendere il cielo.

ABASTE (C1) Nome di uno dei cavalli di Diomede.

ABBONDANZA (C1) Divinità allegorica che avrebbe accompagnato nell'esilio Crono, quando Zeus gli tolse il regno e lo bandì dall'Olimpo. Essa non ebbe mai né templi né altari né culto. Negli antichi monumenti, essa è raffigurata da una giovane ninfa piuttosto pingue, il volto acceso di vivi colori, la testa cinta di una ghirlanda di fiori e di frutta, reggendo nelle braccia uno dei corni della capra Amaltea, ricolmo di vari prodotti della terra. Gli scrittori antichi, nel rappresentarla, le fanno sparpagliare con la mano sinistra le spighe, e la vestono d'una tunica verde ricamata in oro. Il nome greco di questa divinità è da identificare con quello di Eutenia.

ABDERA (C1) antica città marittima della Tracia, fondata (secondo la leggenda da Eracle) attorno al VII sec. a.C. Fu distrutta e ricostruita un secolo dopo; secondo alcuni, dall'omonima sorella di Diomede; secondo altri, da Temesio di Clazomene, o anche da Eracle, in ricordo di Abdéro, suo compagno ed amico. Vi nacquero i filosofi Democrito, Leucippo, Protagora e Anassarco. Sede della scuola filosofica degli atomisti. Gli abitanti di Abdera furono ritenuti sciocchi e sul loro conto circolò nell'antichità gran quantità di storielle, benché la città potesse vantare un'insigne scuola di filosofi.

ABÈO (C1) soprannome dato ad Apollo con riferimento alla città di Abèa, nella Focide, dove il dio aveva un celebre tempio ed un oracolo.

ABIA (C1) Figlia di Eracle, sorella e nutrice di Illo, venerata con grande onore in un tempio che le era dedicato nella Messenia. Si ritirò nella città di Ira, alla quale diede il suo nome e che, secondo Omero, era una delle sette città che Agamennone offerse ad Achille, per disarmarne l'ira così funesta ai Greci.

ABLABIE (C1) Nome che si dava alle Erinni o Furie, quando erano considerate sotto un aspetto mite e in attitudine di benignità verso chi riparava la colpa col sincero pentimento. La parola, in greco, vale: scevre di colpa.

ABRETÀNO (C1) Epiteto attribuito a Zeus dal nome della ninfa Abrèzia dalla quale aveva preso il nome la località dove il culto del dio era particolarmente osservato.

ABRÒTO (C1) Epiteto attribuito più comunemente al dio Apollo. Significa immune da morte.

ABSÈO (C1) Nome di uno dei Giganti, figlio del Tartaro e di Gea, che mosse guerra a Zeus e fu da lui fulminato.

ABSIRTO (C1) Figlio di Eeta, re della Colchide, e fratello di Medea. Costei, mentre, con Giasone, si apprestava a partire sopra una nave, recando con sè il favoloso Vello d'oro, inseguita dal padre, per tenerlo a bada tagliò a pezzi il fratellino, e ne seminò le membra in mare; ciò le permise di fuggire, mentre il padre e i suoi uomini si fermavano a raccattare i miseri resti dell'ucciso, per dargli sepoltura.

ACACÀLLIDE (C1) Figlia di Minosse primo re di Creta, madre di Filachide e di Filandro ebbe lo stesso nome la moglie di Minosse, che gli diede un figlio, Oàsso.

ACACESIO  (C1)
antica città dell'Arcadia, dedicata al dio Ermes Acacesio

ACACÈTO (C1) Epiteto di Ermes, significa incapace di fare il male.

ACÀCO (C1) Figlio dell'arcade Licaòne, fu il marito della nutrice di Ermes.

ACADEMO (C1) Eroe attico il quale rivelò a Castore e Polluce il luogo dov'era stata nascosta da Teseo, che l'aveva rapita, la loro sorella Elena, allora bimba appena decenne, e ancora ignara delle vicende che le serbava il destino di Troia.

ACADINA (C1)  fonte della Sicilia, consacrata ai fratelli  Pàlici, celebre nella mitologia greca.

ACAIA  (C1)
Acaia, nei poemi omerici appare quale epiteto di tutta la Grecia, come terra conquistata dagli Achei.

ACALANTIDE (C1) Una delle nove figlie di Piero, tramutata dalle Muse in canarino, per punirla, insieme con le sorelle, di averle sfidate nel canto.

ACALE (C1) Nipote di Dedalo, si diceva avesse inventato la sega ed il compasso, suscitando la gelosa invidia di Dedalo che lo fece precipitare da una torre; ma Pallade, mossa a compassione di lui, lo trasformò in pernice.

ACAMANTE (C1) Figlio di Teseo e di Fedra, partecipò all'assedio di Troia, secondo Omero, fu inviato, insieme con Diomede, alla reggia di Priamo per chiedere la restituzione di Elena. L'ambasciata non ebbe séguito; ma Laodicea, una delle figlie di Priamo, s'innamorò d'Acamante, dal quale ebbe un figlio. Tornato l'eroe al campo greco, fu scelto fra quelli che si nascosero nel famoso cavallo di legno; e quando, per l'inganno di Sinone, ne scese, nel furore della strage che seguì, secondo l'indicazione della schiava Etra che gli additò, mostrandoglielo, il figlio avuto da Laodicea riuscì a trarre in salvo l'uno e l'altra.

ACANTIDE  (C1)
mitologica figlia di Autonoo e Ippodamia, che fu trasformata in cardellino.

ACANTO (C1) Giovane ninfa che corrispose all'amore di Apollo e ne fu ricompensata con l'essere cambiata nel fiore che le dà il nome.
2) ACANTO, nome di alcune antiche città: Acanto in Egitto, a sud di Menfi, sede di un tempio dedicato ad Osiride. Acanto nella Caria, in Asia Minoree infine Acanto nella Penisola Calcidica.

ACARNANA e ANFOTERO (C1) Fratelli e figli di Alcmeone e di Calliroe, per intercessione della madre, ottennero da Zeus il prodigio di diventare subito grandi e vendicare la morte del padre, ucciso dai fratelli di Alfesibèa. Alcmeone aveva tolto ad Alfesibèa un monile, da costui rubato alla propria madre Erifile dopo averla uccisa, per farne dono a Calliroe. Acarnana ed Anfotero uccisero i fratelli di Alfesibèa e consacrarono ad Apollo il fatale monile.

ACARNANIA   (C1) regione storica della Grecia, fra il Mar Jonio, il golfo di Patrasso ed il fiume Acheloo che la divideva dall'Etolia. Fu dapprima territorio spartano, poi macedone. Nel 314 a.C. si ricostituì, sotto il controllo macedone, in Stato federale. Fu poi spartita tra Etoli ed Epiroti. Recuperò poi l'autonomia, che mantenne anche in epoca romana fino a quando, nel 27 a.C., Augusto incorporò la regione nella provincia di Acaia.

ACASTA (C1) Una delle ninfe Oceanine.

ACASTO (C1) Famoso cacciatore e uno degli Argonauti, figlio di re di Iolco, nella Tessaglia. Quando Giasone, obbedendo al comando di Iolco, gli ebbe consegnato il Vello d'oro, Iolco non volle più mantenere la promessa di cedergli il trono ; e allora Medea famosa maga che, innamorata di Giasone, con le magiche arti, l'aveva aiutato nella difficilissima conquista del Vello d'oro persuase le figlie del vecchio Pelia, per ringiovanirlo, di tagliare a pezzi il padre e farli cuocere con una mistura d'erbe da lei preparata. Acasto, succeduto, così, nel regno al padre, si preparò a vendicarne la morte; ma Giasone e Medea si sottrassero con la fuga al meritato castigo. Avendo Acasto bandito una gara per celebrare con giuochi funebri i funerali del padre, Pelèo, figlio di Eaco e di Endèide, volle parteciparvi; e, in questa occasione, Astidamia (secondo altri Atalanta), moglie di Acasto,s'innamorò follemente di colui che sarebbe, più tardi, divenuto il padre di Achille; ma non essendo riuscita a piegarlo alle sue voglie, lo accusò davanti al marito di aver voluto farle violenza: Acasto dissimulando il suo rancore, condusse a caccia Peléo; ed approfittando del sonno che l'aveva colto, per stanchezza sul monte Pélio, lo spogliò delle armi, abbandonandolo alla crudeltà delle fiere e dei Centauri. Ma Chirone, uno di essi, lo sottrasse alla furia dei compagni, e gli permise, così di tornare a Iolco e uccidere Acasto e Astidàmia.

ACATE  (C1)
personaggio dell'Eneide, compagno di Enea di proverbiale fedeltà.

ACE (C1) Figlia di Minosse re di Creta e madre di Mileto, re della Caria.

ACELO (C1) Nome d'un figlio che Eracle (durante la sua dimora presso la regina Onfale, della quale il padre Zeus lo volle schiavo adorante, per punirlo di certe malefatte) avrebbe avuto da una schiava di nome Melìde.

ACESO (C1) Figlia di Asclepio, alla quale la leggenda attribuiva una profonda conoscenza della medicina.

ACÈTE (C1) Capitano d'un vascello di Tiro, si oppose ai suoi compagni che volevano rapire Dioniso (da loro trovato senza conoscerlo, sulla spiaggia) nella speranza di ricavarne un grosso riscatto. Dioniso, sulle prime, non oppose loro resistenza; ma, ad un tratto, si fece da loro riconoscere; e, per punirli li tramutò in delfini, salvo Acète di cui fece il suo primo sacerdote.

ACHEI (C1) Achei o Achivi, stirpe primitiva e leggendaria della Grecia antica, celebrata da Omero. Sarebbero giunti nella penisola ellenica intorno al 1700 a.C., stabilendosi nel Peloponneso, a Creta e sulla coste dell'Asia Minore, e partecipando alla fioritura della civiltà micenea. Parteciparono insieme ai Popoli del Mare (Pelasgi) ad un'impresa contro i Faraoni. Dopo l'invasione dei Dori sopravvissero nelle regioni che da loro prendono il nome di Acaia (Fiotide e del Peloponneso). Secondo un'altra interpretazione gli Achei coinciderebbero con i Dori, la cui invasione in effetti non sarebbe mai avvenuta, ed il loro declino sarebbe imputabile a cause di natura interna.

ACHELÒE (C1) Una delle Arpie, cui vengono attribuite come sorelle Alope e Occìpete.

ACHELOO (C1) Figlio dell'Oceano e di Teti, contese ad Eracle l'amore di Deianira, figlia di Eneo, re degli Etoli. Si accese fra i due contendenti una lotta furiosa nella quale Acheloo fece ricorso ad innumerevoli trasformazioni: in fiume, in serpente, in toro senza riuscire a liberarsi dalla stretta di Eracle anzi in questa forma ebbe rotto uno dei corni che le Naiadi riempirono di fiori e frutta facendone dono all'Abbondanza. Acheloo sconfitto si nascose nel fiume Toante che poi prese il suo nome. I greci lo consideravano il re dei fiumi e fecero di Acheloo oggetto di grande culto. Infatti l'Acheloo (Aspropotamo) è il più grande fiume della Grecia.

ACHEMENIDE (C1) Uno dei compagni di Ulisse, sfuggito alla voracità di Polifemo e dimenticato da Ulisse nell'antro del Ciclope. Riuscito a porsi in salvo dopo molte dolorose avventure fu raccolto in Sicilia da Enea.

ACHEO (C1)
figlio di Xuto e nipote di Elleno, è il mitico capostipite degli Achei. Come termine è relativo all'Acaia ed agli Achei. Il dialetto greco parlato dagli Achei di epoca storica. La lingua parlata dagli antichi Achei (III-II millennio a.C.), della quale possediamo conoscenze solo congetturali. Omero generizza con la parola Achei i greci.

ACHERONTE (C1) Fiume dell'Ade dalle acque amare. Le anime dei morti lo attraversavano sulla barca del demone Caronte senza possibilità di ritorno. Era un figlio di Demetra mutato in fiume per aver dato acqua ai Titani quando fecero guerra a Zeus. (Altro Acheronte era il padre delle Furie).

ACHEROE (C1) Pioppo consacrato agli Dei infernali e che cresceva nella riviera d'Acheronte.

ACHERONDIA (C1) Città situata in Puglia, sotto la quale si apriva una caverna che dava all'inferno. Eracle vi sarebbe entrato per catturare il mostruoso cane a tre teste Cerbero.

ACHERUSA (C1) Palude del Ponto Eussino, alla foce dell'Acheronte, odierno Macropotamos dalla quale si scendeva all'Ade. 

ACHESO (C1) Uno dei figli di Asclepio dio della medicina e di Epione.

ACHILLE (C1) Figlio di Peleo, re dei Mirmidoni e della Nereide Teti. È consacrato come l'eroe per antonomasia. Quando nacque, Teti per renderlo immortale lo immerse nelle acque del fiume Stige tenendolo per i talloni rimanendo così l'unica parte vulnerabile dell'eroe. La Nereide informata dall'oracolo che il figlio sarebbe morto nella guerra che si stava preparando contro Troia, lo mandò con vesti femminili alla corte di Licomede re di Sciro, la Achille si innamorò di Deidamia (una delle figlie del re) e da lei ebbe un figlio Pirro o Neottolemo. Intanto l'indovino Calcante incitò i greci alla ricerca di Achille, senza il quale non avrebbero vinto la guerra e rivelò dove era nascosto. Ulisse si assunse l'incarico di ritrovare l'eroe, e presentatosi come mercante di gioielli e abiti femminili alla reggia di Licomede, individuato con facilità, Achille, dovette seguirlo. Teti volendo proteggere il figlio pregò il Fato perché mutasse la sorte di Achille e questi allora propose di scegliere fra una vita lunga ed oscura o una morte gloriosa in battaglia: e questa Achille scelse seguendo Agamennone a Troia cinto delle magnifiche armi che la madre aveva fatto fabbricare a Efesto. L'assedio a Troia durava ormai da anni quando scoppiò una contesa fra lui ed Agamennone la quale si concluse con la provocazione del duce della spedizione che fece rapire dall'accampamento di Achille la schiava diletta Briseide. Achille sdegnato giurò di non prendere più parte alla guerra e si ritirò nella sua tenda. Mentre i Troiani con la assenza di Achille riuscivano vincitori in tutti gli scontri. Intanto Agamennone pentitosi amaramente restituì all'eroe la schiava e gli fece offerta di grandi doni. Achille rifiutò persino di raccogliere la sfida a duello che Ettore gli aveva lanciato. Intanto Patroclo (amico di Achille) prese le armi forgiate da Efesto facendo le veci di Achille scontrò Ettore che lo uccise e lo spogliò delle superbe armi. Teti ottiene dal divino fabbro nuove armi per il figlio il quale rivestitosene si scontrò con Ettore uccidendolo e facendo scempio del cadavere che trascinò sul terreno per tre giorni attorno alle mura di Troia attaccato al suo carro. Commosso dalle lacrime di Priamo restituì il cadavere per la sepoltura. Sulla fine di Achille la tradizione più comune dice che egli sarebbe stato ucciso da Paride. Incantato dalla bellezza di Polissena una delle tante figlie di Priamo che egli aveva veduta un giorno al tempio. Già da tempo l'aveva chiesta in moglie ad Ettore che però aveva posto la condizione all'eroe di passare dalla parte dei troiani. Achille avrebbe respinto sdegnato la proposta, ma il volto della ragazza gli sarebbe rimasto impresso nella memoria che dopo aver reso il cadavere di Ettore egli avrebbe chiesto a Priamo la mano della figlia. Accordatosi con lui l'eroe si sarebbe recato al tempio per la cerimonia nuziale, mentre Deifobo lo accoglieva con gioia, Paride lo avrebbe ucciso scagliandogli una freccia nel famoso tallone. Secondo un'altra tradizione sarebbe stato ucciso da una freccia scagliatagli sempre nel tallone dal dio Apollo.Intorno al cadavere di Achille si combatte furiosamente finché Ulisse ed Aiace Telamonio riuscirono a portarlo nel loro accampamento. Teti e tutte le Nereidi lo piansero e lo vegliarono per svariati giorni, infine fu seppellito sul promontorio Sigèo dove Pirro o Neottolemo immolò la vergine Polissena. L'oracolo di Dodona decretò ad Achille onori divini. I Tessali gli eressero un tempio dove ogni anno gli venivano offerti giochi funebri e sacrifici. Omero lo pone come re dell'aldilà Non consolarmi della morte io pria farei servir bifolco per mercede a cui scarso e vil cibo difendesse i giorni, che del mondo defunto aver l'impero . ( Odissea, XI ).

ACI o ACILIO (C1) Bellissimo pastore siciliano amato dalla ninfa Galatea, figlia di Nereo e di Doride, la quale per lui aveva sdegnosamente respinto l'amore di Polifemo. Avendo però questi sorpreso l'amoroso abbandono dei due amanti, in un accesso di furore, staccato un pezzo di rupe, la gettò addosso al rivale, La ninfa ottenne da Poseidone che l'amato fosse trasformato nel fiume omonimo, oggi scomparso. Alla sua foce, sarebbe approdato Ulisse.

ACIDALIA (C1) Uno degli epiteti attribuito, dai Greci alla dea Afrodite considerata come insensibile ai crucci e agli affanni che, col suo potere, essa procurava ai mortali. (Lo stesso nome indicava una famosa fonte presso Orcòmeno, nella Beozia, dove convenivano le Cariti).

ACLI (C1) Nome della più remota divinità che sarebbe preesistita, secondo alcuni autori greci, allo stesso Caos e dalla quale sarebbero poi discesi tutti gli altri déi.

ACMEONE (C1) Principe greco tormentato dalle Erinni per aver ucciso la propria madre rea di aver ucciso il marito.

ACMONTE (C4-C1) vedi Dattili Idei.

ACONTEO (C1) Cacciatore tramutato in pietra dalla Medusa mentre assisteva alle nozze di Persèo.

ACONZIO (C1) giovane di Ceo, di grande bellezza, il quale andato a Delo per fare un sacrificio a Artemide, s'innamora pazzamente di Cidippe bella fanciulla ateniese, che però non corrisponde al sentimento del giovane. Perduta la speranza di farla sua, gettò una mela sulla quale aveva scritto: Giuro su Artemide, o Aconzio, di non esser d'altri che tua. Cidippe raccolse la mela e lesse così formulando il giuramento senza pensarci e poi buttò via la mela. Fu richiesta più volte in matrimonio da altri, ma prima che si compiessero le nozze era sempre presa da una febbre violenta che fu interpretata come punizione datale da Artemide, per non aver mantenuto il giuramento prestato anche se involontariamente e per questo finì con lo sposare il furbo Aconzio.

ACRATOFORO (C1) Uno dei soprannomi di Bacco Dioniso, con il quale il dio era onorato soprattutto in Figalia, nell'Arcadia.

ACREA (C1) Soprannome di Era, datole a Corinto, dove la dea aveva un tempio.

ACREO (C1) Soprannome di Zeus col quale era onorato a Smirne. Gli abitanti gli avevano dedicato un tempio su un'altura che dava sul mare.

ACRISIO (C1) Il nome significa Uomo delle alture era re di Argo. Dalla moglie Euridice ( non quella di Orfeo), ebbe una figlia Danae. Seppe però dall'oracolo di Delfi che l'erede gli sarebbe venuto dalla figlia Danae, ma che questi lo avrebbe ucciso. Volendo eludere il Fato Acrisio rinchiuse la figlia con un'ancella in una prigione sotterranea fatta di ferro. Non aveva considerato i desideri di Zeus che riuscì ugualmente a rendere Danae madre di Perseo. Quando Acrisio scoprì il bimbo si imbestialì. fece rinchiudere Danae e il piccolo in una cassa che abbandonò alle onde del mare sicuro di sbarazzarsi dei due senza sporcarsi le mani. Zeus però li fece arrivare sani e salvi sull'isola di Serifo. Dopo molti anni Perseo ormai uomo ritornò con la madre ad Argo. Acrisio che ancora non aveva dimenticato la profezia non attese oltre e andò a rifugiarsi presso il re amico Larissa in Tessaglia. Perseo mosso dalle più sane intenzioni lo seguì e i due si riconciliarono. Per festeggiare l'avvenimento si organizzarono dei giochi durante i quali un disco scappò di mano a Perseo colpendo Acrisio ad un piede. La ferita portò Acrisio ad una lenta e dolorosa morte.

ADAMANTEA (C1) Nutrice di Zeus a Creta.

ADE (C1) Col significato di invisibile i Greci chiamavano la divinità che regnava sull'oltretomba e l'oltretomba stesso. Il dio Ade era anche chiamato Plutone nome più usato. Grandi sono le porte dell'Ade (solo per entrare, impossibile l'uscita) e alla sua guardia sta Cerbero. Nell'Ade scorrono quattro fiumi: lo Stige, l'Acheronte, il Cocito e il Piriflegetone. Lucrezio così descrive l'Ade: In realtà quei supplizi tutti che dicon vi siano nel fondo dell'Acheronte, noi li abbiam qui nella vita. .............Ma v'è il terror delle pene qui nella vita, maggiore quanto maggiore è la colpa, ed il castigo del fallo, il bagno, e l'orrido lancio giù dalla rupe, le verghe, la pece, il boia, le torce, il cavalletto, le piastre: e s'anco mancano, l'animo, conscio dei falli, in anticipo applica a sè quei tormenti, si strazia con i rimorsi, né scorge intanto qual termine possano avere i suoi mali, né quale fine, alla fine, avranno le sofferenze, e teme ch'esse si debbano far, con la morte, più gravi: così la vita diventa qui, per gli stolti, un inferno. (De rerum natura III,976-977, 1013-1022).

ADEFAGIA (C1) divinità che personificava l'Ingordigia.

ADEFAGO (C1) Epiteto attribuito ad Eracle per la sua grandissima voracità Euripide racconta nell'Alcesti Ghiottamente ingorgia tutto che trova ed altro chiede e pressa che gli si rechi.

ADMETE (C1) Se ne sà di due , una figlia di Teti, l'altra figlia di Euristea. Desiderosa di possedere il cinto di Ippolita (regina delle Amàzzoni) causa la nona fatica di Eracle.

ADMETO (C1) Re della Tessaglia, partecipò alla guerra di Troia e partecipò al famoso viaggio degli Argonauti. Ospitò Apollo quando fu punito da Zeus a servire un mortale per aver ucciso i Ciclopi coi suoi dardi. Admeto accolse benignamente Apollo affidandogli la cura dei suoi armenti, per questo il dio venne pure salutato come protettore dei pastori. Aiutato dal dio riuscì a sposare Alcesti figlia del re di Iolco, e quando fu colpito da una grave malattia, sempre con l'aiuto del dio riuscì a sfuggire al mortale colpo delle Moire, a condizione che un'altra persona si offrisse come vittima, ma, nemmeno i vecchi genitori (ormai prossimi alla fine) accettarono di prendere il suo posto. Solo Alcesti si offrì di sacrificarsi per lui. Questo gesto d'amore sembrò a Persefone tanto sublime che intercedè da Ade ed ottenne che essa ritornasse sulla terra. Secondo un'altra versione Ade non si sarebbe commosso allora Eracle discese all'Ade combattendo con Tanato la Morte sconfiggendola la legò con una catena di diamanti e tenendola così prigioniera sino a che ottenne la restituzione di Alcesti che ricondusse trionfalmente a casa. Una delle ninfe Oceanine ebbe nome Admeto.

ADONE (C1-FSC) Benché il nome sia di provenienza semitica Adonai Signore. Esso è un personaggio della mitologia greca. Giovane bellissimo figlio di Agenore e di Smirna (secondo altra tradizione di Fenice e Alfesibea oppure figlio incestuoso di Ciniro e sua figlia Mirra) Fattosi adulto Adone divenne un grande cacciatore e destò grande passione in Afrodite. Ares occortosi di avere un pericoloso rivale, per eliminarlo prese le forme di un cinghiale e si avventò su Adone e lo uccise. Afrodite alla notizia pianse a lungo e trasformò il suo beneamato in Anemone. Disceso nell'Ade Persefone si innamora delle bellezze del giovane per questo quando Afrodite si rivolse a Zeus per ottenere che Adone ritornasse in vita, essa si rifiutò di renderlo. Su consiglio di Calliope per mettere pace fra le due dee si stabilì che Adone vivesse sei mesi sulla terra e sei mesi nell'Ade. Ma allo scadere del termine Afrodite non rispettò i patti e così dovette intervenire nuovamente Zeus. Egli stabilì che Adone doveva essere libero quattro mesi all'anno, quattro mesi con Afrodite e quattro con Persefone. Adone ebbe templi nella maggioranza delle città greche, e pure in Egitto, nella Persia, in Assiria e in Giudea.

ADPORINA (C1) Così era chiamata Cibele alla quale era eretto un tempio sopra una montagna nell'Asia Minore presso Pergamo.

ADRASTEA (C1) Nome della dea Cibele, che ricorda Adrasto, figlio di che le aveva dedicato un tempio a Cizico. Altra Adrastea era la Ninfa che allevò Zeus quando Gea sottrattolo alla voracità di Crono lo nascose a Creta in una grotta. Era intesa così anche Nemesi personificava l'indignazione degli dei.

ADRASTO (C1) Re di Argo presso il quale si rifugiarono Polinìce (figlio di Edipo) per sfuggire al fratello Eteocle e Tidèo (figlio di Enèo). Adrasto ricevette entrambi con cordialità e diede loro per spose Argìa e Deìpile sue figlie per fare verificare l'oracolo secondo il quale Argìa avrebbe sposato un leone (e Polinìce indossava una pelle di leone quale discendente di Eracle) e Deìpile un cinghiale (Tidèo indossava una pelle di cinghiale quale fratello di Meleagro uccisore del cinghiale di Calidone). Per fare fede alla promessa fatta a Polinìce di rimetterlo sul trono usurpato dal fratello mosse guerra contro Tebe e partì accompagnato da Polinìce, Tidèo, Capanèo, Ippomedonte, Partenopèo e Anfiarao. L'esito di questa guerra fu molto disastroso e tutti i condottieri vi lasciarono la vita tranne Adrasto, il quale si salvò fuggendo da Tebe sul cavallo Arione, che Poseidone aveva fatto uscire dalla terra con un poderoso colpo del suo tridente. Tornato in patria Adrasto sollevò l'animo dei figli dei sei condottieri che dieci anni dopo partirono alla volta di Tebe per vendicare i loro genitori. Questa guerra fu detta degli Epigoni, alla quale presero parte Egialèo (figlio di Adrasto), Diomede, Tersandro, Stenelo, Promaco, Alcmeone ed Eurialo. Stavolta l'esito fu favorevole agli Epigoni che distrussero Tebe però Egialèo vi morì in battaglia, ricondotto in patria l'esercito vittorioso Adrasto non sopravvisse al dolore della perdita del figlio. Si dice di un'altro Adrasto fatto uccidere da Telemaco per la sua perfidia. Un terzo Adrasto avrebbe ucciso il proprio fratello colpendolo per errore con una freccia indirizzata ad un cinghiale che terrorizzava il paese dei Miseni, si sarebbe ucciso per la disperazione.

AEDE (C1) Una delle Muse. Presiedeva al canto.

AEDONA (C1) Figlia di Pandareo, sposa di Zeto re di Tebe col quale ebbe solo un figlio Ati. Gelosa della prolificità della cognata Niobe, si propose di ucciderle col favore del buio, il maggiore dei figli ma per errore invece uccise il proprio figlio. Zeus mosso da compassione dalle lacrime disperate la mutò in usignolo.

AEGOCERO (C1) Così è detto Pan, per quando gli dei lo collocarono fra gli astri del cielo, egli si era trasformato di sua volontà in capra.

AELLO (C1) Era una delle Arpie, apportatrice di tempeste. le altre erano Ocipite (Ocitoe) e Celeno.

AEREA (C1) Epiteto di Era quale divinità per antonomasia.

AETLIO (C1) Figlio di Eolo, padre di Endimione e marito di Calice.

AETONE (C1) Uno dei cavalli di Poseidone.

AEX (C1) Una delle nutrici di Zeus a Creta, posta per questo fra gli astri.

AFAREO (C1) Figlio di Perierète e di Gorgofòna nipote di Perseo e re di Messene, ebbe culto a Sparta. Fu padre di Ida e Linceo, avversari dei Dioscuri.

AFARIDI (C1) Ida e Linceo figli di Afarèo, su invito di Meleagro presero parte coi più valorosi guerrieri del loro tempo alla caccia del tristemente famoso cinghiale di Calidone mandato da Artemide a devastare l'Etolia perché in una festa avevano dimenticato di sacrificare ad essa.

AFRODITE (C1) Dea greca dell'amore, i romani la identificarono in Venere. In occidente il culto della dea ebbe il suo maggior centro in Sicilia ad Erice dove esisteva un tempio dedicato a Tanit. Si praticavano riti di fecondità e la prostituzione sacra. Dalla Sicilia il culto di Afrodite si diffuse in Italia fino a Roma dove fu venerata col nome di Venus Erycina. Secondo Omero la dea è figlia di Zeus e di Dione. Esiodo invece racconta di Urano in amplesso amoroso con Gea quando arriva Crono e lo mutila. Il membro staccatosi galleggiava sulle onde quando si trasforma in spuma bianca nella quale si forma la divina fanciulla. Nata dal mare Afrodite veniva venerata dai naviganti non come Poseidone ma come colei che rende il mare tranquillo e la navigazione sicura. A lei era sacro il Delfino. Essa è la dea della primavera in fiore le sono sacre le rose e tante altre piante. Ma la primavera è anche la stagione degli amori quindi Afrodite viene collegata al matrimonio ed alla generazione dei figli, non fu mai la dea dell'unione coniugale come fu Era. Essa era piuttosto quella forza che spinge un essere verso l'altro con immenso desiderio. Afrodite era rappresentata col corpo cinto di rose e di mirto su un carro tirato da passeri, colombe e cigni. Suo era il cinto che rendeva irresistibile chiunque lo indossasse, in quanto vi erano intessute tutte le malie d'Afrodite. Persino Era era solita farselo prestare quando Zeus aveva per la testa qualche scappatella. Afrodite era accompagnata dalle Cariti e dai geni della bramosia e della persuasione: Eros, Imero e Peito. Era la bellezza personificata e Paride benché comprato con la promessa della bella Elena non fu ingiusto preferendola a Era e Atena assegnandole il pomo con la scritta Alla più bella tirato dalla Discordia sul banchetto nuziale di Peleo e Teti. Dopo aver concepito da un rapporto con l'eroe Anchise, il probo Enea dovette per comando di Zeus, sposare Efesto il deforme dio del fuoco che ella si affrettò a tradire con Ares dal quale avrebbe avuto due figli Eros (l'amore) e Anteros (l'amore corrisposto). Efesto, che avrebbe avuto da Afrodite un figlio, Priapo, aveva il sospetto che Afrodite lo tradisse e messosi all'erta un giorno sorprese i due amanti in flagrante allora stese attorno al letto una rete di sua costruzione dove i due rimasero intrappolati ed offerti in spettacolo agli dei accorsi al richiamo di Efesto. Oltre ad Ares , numerosi furono gli amanti di Afrodite quali: Bacco (che la rese madre delle Cariti e di Imene); Poseidone (col quale generò Rodo); Ermes (nacque Ermafrodito). Comunque aveva un debole per gli uomini in genere Alcuni suoi epiteti: Ciprigna, Citerea, Aurea, callòpigia,filomòte, Antheia, Pontica, Peristea, Tritonia, Apostrofia, Anadiomene.

AGAMEDE (C1) Figlio di Ergino re d'Orcomeno famoso architetto insieme col fratello Trofonio costruì il tempio d'Apollo a Delfi e un edificio per custodire i tesori di Irièo figlio di Poseidone e re d'Iria nella Beozia. I due fratelli conoscevano una via segreta per entrare nella stanza del tesoro e ne approfittavano per rubarne ogni notte una parte. Ma il re vedendo che il suo tesoro diminuiva senza che le porte fossero forzate si pose in agguato e riuscì a incatenare Agamede. Trofonio sopraggiunto non riuscì a liberare il fratello che il re al buio non aveva ancora riconosciuto e per eliminare il sospetto da sè staccò la testa al fratello.

AGAMENNONE (C1) Figlio di Atrèo (re di Micene) e di Erope (secondo altre fonti nipote di Atrèo) spodestato del trono da Egisto si rifugiò insieme col fratello Menelao a Sparta presso la corte di Tindarèo, e ne sposò la figlia Clitennestra. Scacciato l'usurpatore dal trono di Micene con l'aiuto del suocero. Quando scoppiò la guerra contro Troia per il rapimento di Elena una grande flotta greca si raccolse nel porto di Aulide. Agamennone fu nominato capo della spedizione ( o meglio Primus inter pares che doveva sentire il parere degli altri capi). Per aver ucciso inavvertitamente una cerva consacrata a Artemide, la dea impedì con dei venti contrari che la flotta partisse. Per calmare la dea consigliato dall'indovino Calcante, egli non esitò a sacrificarle la figlia Ifigenìa, che Afrodite impietosita trasse in salvo sostituendola nel momento del sacrificio con una cerva. Placati così i venti la flotta potè partire ed approdare a Tenedo vicino Troia. Dove nel decimo anno dell'assedio a Troia iniziò la celebre contesa tra Agamennone e Achille. Dopo la sconfitta di Troia, Agamennone portò con sè come schiava Cassandra (una delle figlie di Priamo), giunto nella sua reggia fu ucciso da Egisto, che durante la lunghissima guerra contro Troia era diventato l'amante di Clitennestra, la quale lo aiutò perché non gli aveva mai perdonato il sacrificio (anche se non avvenuto) di Ifigenìa. Agamennone aveva avuto da Clitennestra quattro figli: Elettra, Crisotèmi, Ifigenìa ed Oreste che per placare l'ombra del padre uccise la madre.

AGANEPORE (C1) Pretendente di Elena. Partecipò all'assedio di Troia come condottiero delle sessanta navi degli Arcadi.

AGANICE (C1) Famosa maga della Tessaglia.

AGANIPPE (C1) Figlia di Permesso (dio fluviale), fu mutata in fonte da una zampata di Pegaso. Le sue acque avevano la virtù di rendere poeta chi la beveva. Ecco perché le Muse erano anche dette Aganippòe.

AGASTENE (C1) Re di Elide (figlio di Augia), partecipò alla guerra di Troia alleato ai Greci.

AGATENORE (C1) Fondatore della città di Pafo nell'isola di Cipro, figlio di Anceo ed amante di Elena (fortemente richiesta!). Uno dei tanti figli di Eolo (dio dei venti).

AGATODEMONE (C1-2) I greci tenevano la sua effigie nelle loro case come buon auspicio in quanto era il genio buono. La sua effigie era un piccolo serpente con la testa coronata e la coda con un fiore di loto, oppure come giovane che reggeva la cornucopia in una mano e nell'altra un mazzo di spighe e papaveri. Agatodemonisti venivano chiamati dai romani la gente che non beveva altro che un calice di vino per propriziarsi Agatodemone.

AGAVE (C1) Madre di Pentéo (figlia di Cadmo e di Ermione). Avendo il figlio cercato di impedire le feste dionisiache che si stavano per svolgere sul monte Citerone in Grecia, la madre che faceva parte del coro delle Baccanti, invasata dal furore sacro scambiato il figlio per un cinghiale lo fece a pezzi. Una delle Nereidi si chiamava anch'essa Agave.

AGAVO (C1) Uno dei tantissimi figli di Priamo (pare ne avesse cinquanta).

AGELAO (C1) Vedi Paride.

AGENORE (C1) Figlio di Poseidone e di Libia (re di Tiro), marito di Tefassa e padre di Cadmo, Fenice, Cilice e Europa. Quando Zeus rapì Europa (sotto forma di Toro) Agenore mandò i rimanenti figli alla ricerca della sorella con l'imposizione di non fare ritorno a mani vuote. Essendo stata infruttuosa la ricerca in quanto Zeus aveva condotto la ragazza a Creta, i fratelli non osarono fare ritorno. Cilice e Fenice si stabilirono nelle regioni che presero il loro nome mentre Cadmo fondò Tebe. Altro Agenore era figlio di un principe troiano (Antènore). Valoroso guerriero, disputò pure con Achille. Fu ucciso da Neottòlemo.

AGESILAO (C1) Figlio di Eracle e di Onfale regina della Lidia. Era così detto anche Plutone in quanto governava l'aldilà.

AGIEO (C1) così era detto Apollo. Con questo nome proteggeva chi entrava ed usciva da casa e sorvegliava le strade e i piazzali.

AGLAE o AGLAIA (C1) Aggettivo dal significato Splendente attribuito a Pasifae la più giovane delle Cariti, fu moglie di Efesto. Viene raffigurata con un bocciolo di rosa in mano.

AGLAO DI PSOFI (C1) Pastore che l'oracolo di Apollo salutò come il più felice dei mortali nella sua povertà.

AGLAOPE (C1) O Aglaofono o Aglaofeme, una delle Sirene "quella dalla voce meravigliosa".

AGLAURA (C1) Una delle figlie di Cecrope (fondatore di Atene e re di Agràule), aveva altre due sorelle Erse e Pandroso. Aglaura era sacerdotessa di Pallade Atena. La dea consegnò alle sorelle un paniere col divieto di aprirlo. Nel paniere era nascosto Erittonio appena nato, frutto degli amori di Efesto e Gea. La ragazza curiosa volle aprirlo e vi trovò un bambino mostruoso che al posto delle gambe aveva la coda di serpente, a quella vista fu presa da un orrore così grande da precipitare con le sorelle dalla rocca della cittadella.

AGLAURO (C1) Figlia del re di Atene, Erettèo. Aglauro promise a Ermes di assecondarne l'amore per la sorella Ersèa. Atena sdegnata da tale intesa suscitò nell'animo di Aglauro un'incontrollabile gelosia verso la sorella, cercando in tutti i modi di ostacolare l'incontro dei due amanti. Ermes infuriato trasformò la ragazza in rupe.

AGNO (C1) Una delle ninfe nutrici di Zeus bambino. Aveva lo stesso nome una fontana del monte Licèo, sacra alla ninfa. Quando c'era siccità il sacerdote di Zeus gettando un ramo di quercia dopo aver invocato il dio, riusciva a far piovere.

AGONII (C1) Dèi che si invocavano prima di iniziare imprese difficili.

AGONIO (C1) Aggettivo di Ermes, quale protettore di atleti e palestre.

AGOREO (C1) Altro aggettivo di Ermes datogli dai Lacedemoni.

AGRAO (C1) Nome di uno dei Titani, significa campestre.

AGRAULO (C1) Madre di Aglauro e moglie di Cecrope. In nome suo era consacrato ad Atene un bosco. Ebbe un figlio da Ares, al quale imposero il nome Alcippe.

AGRIA (C1) Figlia di Edipo, fu uccisa per ordine di Creonte.

AGRIO (C1) Uno dei giganti che lottò contro Zeus. Fratello di Diomede.

AGRO (C1) Ninfa che allevò Zeus nell'Arcadia.

AGROTERA (C1) Aggettivo di Artemide che significa Campestre.

AIACE (C1) Figlio di Oileo (uno degli Argonauti) era un famoso arciere e molto veloce nella corsa. Prese parte nella guerra di Troia, coraggioso ma brutale, affrontava sia gli dèi che i duci greci. Violentò Cassandra che si era rifugiata nel tempio di Atena per sfuggire alle fiamme della città. Fu subito punito dall'indignazione della dea che pregò Poseidone per fare levare una burrasca quando Aiace sarebbe uscito con le sue navi. Appena fu giunto vicino agli scogli di Cafarèa, la sua flotta fu sbattuta dalla tempesta, ma dopo essersi dibattuto fra tanti pericoli riuscì a mettersi in salvo su uno scoglio e tronfio di orgoglio gridò: Mi salverò a dispetto degli dèi . Allora Poseidone che lo aveva aiutato a trovare rifugio, con un colpo del suo tridente, spaccò lo scoglio e per Aiace questa volta non ci fù scampo.

AIACE (C1) Figlio di Telamone, considerato il più forte guerriero greco dopo Achille. Eracle per volere di Zeus gli regalò la pelle del Leone Nemeo (rendeva invulnerabile). Aiace se ne era rivestita sola una parte del petto, e così dal foro dove era entrato il dardo di Eracle egli poteva essere ferito, però nessuno lo sapeva. Anch'esso come il suo omonimo era irrispettoso degli dèi e presuntuoso della sua forza bestiale. Una volta scacciò malamente Atena che voleva dargli un consiglio e addirittura per farle sfregio tolse dal suo scudo l'effigie della civetta che era sacra alla dea. Morì suicida perché alla morte di Achille aspirava che le armi dell'eroe fossero a lui affidate, ma Agamennone le diede ad Ulisse. Allora Aiace impazzì ed in una notte sterminò un'intero gregge credendo di uccidere Ulisse e quanti lo avevano favorito, ritornato in sé dalla vergogna si uccise.

ALALCOMENEO (C1) Fù il primo uomo della Beozia spuntato dalla terra vicino al lago Copalde. Si pensava fosse stato educatore della dea Atena (anche detta Pallade).

ALALCOMENIA (C1) Aggettivo dato alla dea Atena dagli abitanti della città Alalcomenia in Beozia.

ALASTOR (C1) Aggettivo di Zeus quale punitore delle malefatte. Altro Alastor era il figlio di Nelèo e Clori. Anche uno dei cavalli di Plutone era così chiamato.

ALBIONE (C1) Figlio di Poseidone.

ALCATOE o ALCITOE (C1) Una delle figlie di Minia ( re d'Orcomeno). La ragazza non volle partecipare ai riti dionisiaci e dissuase le sorelle Aristippe e Leucippe. Dioniso risentito mutò le fanciulle in pipistrelli.

ALCATOO (C1) Figlio di Pelope, accusato di essere stato complice all'uccisione del fratello Crisippo, si rifugiò a Megara dove uccise il figlio di re Eusippo, ne sposò la moglie ed usurpò il trono. Altro Alcatoo era un troiano che sposò Ippodamia (figlia di Priamo), fu ucciso durante l'assedio di Troia da Idomenèo.

ALCEIDE (C1) Vedi Anteo.

ALCEO (C1) Figlio di Perséo, sposo di Ipponoma (o Ippomene) e padre di Anfitrione, fu il nonno di Eracle.

ALCESTI (C1) Figlio di Perséo, sposo di Ipponoma (o Ippomene) e padre di Anfitrione, fu il nonno di Eracle.Moglie di Admeto re di Tessaglia, figlia di Pelia e di Anassabia. Admeto per conquistare Alcesti dovette sottostare alle prove che Pelia imponeva a tutti gli aspiranti alla mano della figlia, egli riuscì a superare la prova che consisteva nell'aggiogare ad un carro un leone ed un verro. Quando gravemente ammalato stava per essere preso dalle Moire, Alcesti si offerse od ottenne di morire al posto del marito, ma Eracle traendola dall'Ade la fece rivivere.

ALCIDA (C1) Mostro che vomitava fuoco, generato da Gea e ucciso dalla dea Atena.

ALCIMEDONTE (C1) Uno dei marinai che tentarono di rapire Bacco per ottenere un grosso riscatto e fu dal dio trasformato in delfino. Un'eroe greco ebbe lo stesso nome e fu ricordato per avere dato in sposa ad Eracle la propria figlia.

ALCIMEDA (C1) Madre di Giacone e moglie di Esone.

ALCIMENE (C1) Figlio di Giasone e di Medèa e fratello di Téssalo. Quando Giasone ripudiò Medèa, essa per vendetta fece morire atrocemente i due giovani. Ebbe lo stesso nome un figlio di Glauco che fu ucciso dal fratello Bellerofonte.

ALCINOE (C1) Moglie di Anfiloco e figlia di Polibio, fu indotta da Atena ad abbandonare il marito per scappare con Xanto, ma presa dal rimorso si uccise. Tutto ciò per punirla di aver privato del salario una delle sue operaie. Ebbero lo stesso nome una nutrice di Zeus e una sorella di Aristeo.

ALCINOO (C1) Figlio di Poseidone, regnava sul popolo dei Feaci con la moglie Arete. Alla sua corte giunse il naufrago Ulisse e si svolsero le nozze tra Giasone e Medea. (Non confondere col Gigante Alcinoo).

ALCIONE (C1) Moglie di Ceice e figlia di Eolo, il marito morì facendo ritorno da Claro dove aveva interpellato l'oracolo d'Apollo. Il dio del sonno inviò Morfeo a dare la funerea notizia ad Alcione e questa precipitatasi sulla riva riconosciuto il corpo del marito si gettò a mare per abbracciarlo, ma gli dei mossi a compassione dal dolore della giovane trasformarono i due in Alcioni. Secondo un'altra leggenda Ceice ed Alcione peccarono di vanità per cui Zeus tramutò Ceice in Smergo e Alcione nell'uccello marino che ne porta il nome. Anche una delle Pleiadi aveva lo stesso nome. 

ALCIONEO (C1) Uno dei giganti che mossero guerra a Zeus. Sconfitto cercò scanpo nascondendosi nel globo lunare, ma Atena lo fece precipitare. Gli si dava il potere di resuscitare, Eracle mutilandolo glielo tolse.

ALCIPPE (C1) Figlia di Aglauro e di Ares.

ALCITOE (C1) Vedi Alcatoe.

ALCMENA (C1) Moglie di Anfitrione entrambi nipoti di Perseo. Quando i Tafi uccisero i fratelli di Alcmena, Anfitrione dichiarò loro guerra. Zeus approfittando dell'assenza di Anfitrione ne prese le sembianze e possedette Alcmena la quale concepì Eracle. Intanto a Era era giunta voce del nuovo tradimento di Zeus e giurò di odiare Eracle ancora prima di nascere. Dato che Zeus aveva predetto che quello dei gemelli che Alcmena aveva in grembo fosse nato per primo avrebbe controllato l'altro con la volontà, allora Era mutatasi in vecchia mendicante messasi vicino al palazzo reale formulando delle parole magiche fece in modo che il primo a nascere fosse Euristeo invece di Eracle. Un'altro figlio di Alcmena fu Ificlo. Alla morte di Anfitrione Alcmena sposò Radamanto re di Creta.

ALCMEONE (C1) Uccise la madre Erifile, colpevole di essersi invaghita di un monile offertole da Polinice se gli avesse rivelato il nascondiglio del marito Anfiarao che si era nascosto per non partecipare alla guerra dei Sette contro Tebe, Erifile tradì il marito che trovò la morte a Tebe. Per il fatto di essere diventato matricida Alcmeone fu tormentato dalle Erinni e perduto il senno giravagò a lungo finchè fu ospitato da Tegèo re di Psofi e ne sposò la figlia Alfesibèa alla quale donò il monile che egli aveva strappato dal collo della madre. Ma dato che non aveva ancora recuperato il senno continuò a girovagare finchè si fermò da Acheloo dove finalmente recuperata la ragione ne sposò la figlia Calliroe che gli diede due figli Acarnana ed Anfotero. Per accontentare Calliroe con la scusa di volerlo consacrare ad Apollo nel tempio di Delfi si fece restituire da Alfesibea il triste monile, ma, sparsasi la voce del suo inganno egli fu ucciso dai fratelli di Alfesibea. Calliroe disperata chiese ed ottenne da Zeus che i suoi figli passassero repentinamente da infanti ad adulti per divenire i vendicatori del padre, Acarnana ed Anfotero riuscirono così ad uccidere tutta la famiglia di Tegèo.

ALCONE (C1) Figlio di Eritteo venerato ad Atene. Era un arciere abilissimo difatti una leggenda narra che un giorno un serpente avrebbe avvolto il figlio che stava dormendo e Alcone con una freccia lo uccise senza svegliare il bimbo. La venerazione degli Ateniesi gli era dovuta per l'arte medica. 

ALEA (C1) Aggettivo di Atena quale dea del grano e protettrice dei molini.

ALEMONE (C1) Uno dei Giganti che fecero guerra a Zeus.

ALEONE (C1) Figlio di Atrèo, chiamato Diòscuro, al pari dei fratelli Melàmpo ed Eumòlo.

ALESO (C1) Figlio che Agamennone ebbe da Briseide quando la fece rapire ad Achille. Pare avesse attentato alla vita di Clitennestra rea assieme ad Egisto di aver ucciso Agamennone, ma fallitogli il tentativo fu da Zeus mutato nel monte vicino al quale Persefone raccogliendo fiori fu rapita da Plutone.

ALESSANDRO (C1) Secondo nome di Paride, il più famoso figlio di Priamo.

ALESSIDAMO (C1) Vedi Anteo.

ALESSIROE (C1) Figlia di Eracle (dea della giovinezza eterna). Altra Alessiroe era una ninfa del monte Ida in Grecia si pensava fosse figlia del monte Cedreno, fu spesso confusa con Alessitoe.

ALETE (C1) Era un compagno di Enea.

ALETRIONE (C1) Giovane favorito da Ares e suo ruffiano nelle avventure erotiche, fu un giorno incaricato di vigilare mentre il dio era appartato con Afrodite. Però nella lunga attesa il giovane si addormentò ed Elio che stava spiando nascosto da una nube avvisò subito Efesto il quale sorprese in flagrante i due amanti. Ares infuriato per la negligenza del giovane lo mutò in gallo.

ALETTO (C1) Era una delle tre Erinni, figlia di Acheronte e della Notte era la più spaventosa perché non dava tregua alle sue vittime (il suo nome significa l'irrefrenabile), era raffigurata in agitazione continua con in mano una fiaccola che scuoteva sopra le sue vittime.

ALFEO (C1) Figlio dell'Oceano e di Teti (non si tratta della Teti madre di Achille). Alfeo avrebbe fatto una corte accanita alla dea Artemide la quale per sottrarsi al suo inseguimento si rese irriconoscibile sfregandosi del fango sul viso (per questo venne chiamata anche Alfèa).

ALFESIBEA (C1) Fu la prima moglie di Alcmeone e da lui abbandonata per Calliroe.

ALFIASSA (C1) O Alfiona, era uno degli aggettivi di Artemide.

ALIA (C1) Una delle cinquanta Nereidi.

ALICE (C1) Ninfa del mare figlia di Nereo e dell'Oceanina Doride.

ALICO (C1) Eroe di Megàra, che accompagnò i Dioscuri quando andarono ad Attica per riprendere la sorella Elena.

ALIMEDE (C1) Una delle cinquanta Nereidi.

ALISSOTOE (C1) Ninfa ritenuta madre di Esaco, uno dei tanti figli di Priamo.

ALITEO (C1) Aggettivo di Zeus.

ALITERSE (C1) Figlio del noto indovino Mastore ricordato per i saggi consigli dati a Telemaco.

ALLIROE (C1) Una delle concubine di Poseidone.

ALLIROZIO (C1) O Allirotio, figlio di Poseidone e della ninfa Eurite. Morto per mano di Ares.

ALLOPROSALLO (C1) Epiteto di Ares, gli fu dato per la sua volubilità.

ALOADI o ALOIDI (C1) Erano due mostruosi giganti (Oto e Efialte) figli di Alòo ed Ifimedia (pare che crescessero di nove pollici al mese). Essi presero attivamente parte alla guerra contro Zeus. Zeus chiese tregua ai giganti che pretesero Artemide e Era come ostaggi, allora Zeus mandò Ares a combatterli, però Oto ed Efialte riuscirono a battere il dio e lo rinchiusero in una prigione di ferro per tredici mesi, fino a che Eracle lo liberò. Artemide convinta che gli dei sarebbero riusciti a sconfiggere con la forza i due giganti, un giorno sotto forma di cerva andò incontro al loro carro di guerra e quelli nel tempestarla di frecce involontariamente si uccisero l'un l'altro.

ALOIDE (C1) Vedi Muse.

ALOO (C1) Gigante figlio di Urano e di Gea e padre degli Aloidi.

ALOPE (C1) Una delle Arpie.

ALTEA (C1) Figlia di Testio e di Euritèmi, moglie del re di Calidone e madre di Meleagro. Avendo il marito dimenticata Artemide nei suoi sacrifici la dea per vendicarsi mandò a Calidone un temibile cinghiale per devastare il paese. Meleagro lo affrontò e l'uccise facendo dono delle spoglie dello animale ad Atalanta figlia di Giasone d'Arcadia da lui amata, ma i fratelli si opposero al dono che essi stessi desideravano e venuti a contesa furono da lui uccisi. Indignata e addolorata per il fatto Altea prese il tizzone alla quale era legata la vita di Meleagro e lo mise sul fuoco di modo che il figlio morisse. Ma disperata si uccise anche lei.

ALTEMENE (C1) Figlio di Catrèo o Cratèo (uno dei figli di Minosse re di Creta). Appreso dall'oracolo di Delfi che il padre sarebbe stato ucciso da uno dei figli, per scongiurare il pericolo uccise una delle sorelle che era stata violentata da Ermes e diede in spose a principi forestieri le altre sorelle, fatto ciò si esiliò di sua volontà e andò a vivere a Rodi. Il padre triste per aver così perduto il figlio che amava fortemente non potendo vivere senza di lui allestì una flotta e partì alla sua ricerca approdando su Rodi dove gli abitanti considerandolo un invasore presero le armi contro Catrèo, nel combattimento che ne seguì Catrèo riportò una ferita mortale inflittagli da una freccia scagliata giusto da Altemene che era corso per spogliarlo (era usanza dopo avere ucciso il nemico di spogliarlo delle armi), quando giunto vicino si accorse con orrore di avere colpito il padre che aveva inutilmente cercato di salvare. Disperato chiese ed ottenne dagli dei di essere inghiottito vivo dalla terra.

ALTENO (C1) Nome di un parente di Diomede sprezzatore degli dei. Alteno per compiacere Afrodite che era stata offesa dall'eroe greco in un processo intentato contro Diomede gli fu acerrimamente avverso anche perché la dea gli favorì gli amori di Enippe bella figlia di Dauno.

AMADRIADI (C1) Ninfe dei boschi e degli alberi dei quali ne dividevano la vita e la morte, racchiuse indivisibilmente nella loro corteccia erano simbolo della vita vegetativa.

AMALTEA (C1) Era la capra che allattò Zeus, oppure il nome della ninfa figlia di Oceano che avrebbe nutrito il dio col latte di una capra generata dal dio del Sole, la quale perdette un corno, al quale Zeus concedette la proprietà di riempirsi di tutto quello che le ninfe potessero desiderare, questo per compensarle delle loro amorevoli cure avute nell'infanzia. Zeus volle mettere questa sua nutrice in cielo nella costellazione del Capricorno e di pelle caprina rivestì il suo scudo. Anche la sibilla Cumana era chiamata Amaltea. Lo stesso nome aveva pure una città sull'isola di Cipro.

AMARINZIA (C1) Epiteto di Artemide, datole in un villaggio dell'isola Eubea, dove la dea era particolarmente venerata.

AMATUNTA (C1) Città consacrata a Afrodite nell'isola di Cipro, nel tempio ad essa consacrato gli abitanti sacrificavano gli stranieri. Indignata da questo rito (considerando che era dea dell'amore), Afrodite mutò in tori gli abitanti della città e fece prostituire le donne.

AMAZIA (C1) Una delle Nereidi.

AMÀZZONI (C1) Favoloso popolo di donne guerriere che abitavano nella Cappadocia sulle rive del Termodonte, ma a volte si spingevano fino alla Scizia. Esse non ammettevano uomini nel loro paese, perciò una volta l'anno s'incontravano con loro per la continuazione della specie. Facevano morire oppure storpiavano i figli maschi, mentre avevano molta cura delle femmine che addestravano a combattere e bruciavano loro la mammella destra di modo ché potessero usare meglio le armi. Coi loro vicini ebbero molte guerre, ma furono più volte vinte da Bellerofonte, da Eracle e da Teséo che sposò la loro regina Ippolita o Antiope dalla quale ebbe Ippolito. Guidate dalla loro regina Pentesilèa (figlia di Ares) parteciparono alla guerra di Troia combattendo contro i Greci mettendoli più volte in difficoltà finché Achille non uccise la loro regina.

AMAZZONIO (C1) Questo nome venne dato ad Apollo per avere aiutato le Amazzoni durante l'assedio di Troia.

AMBROSIA (C1) Era il cibo degli dèi, così come il nettare era la loro bevanda. Chi lo assaggiava diveniva immortale, e d'ambrosia di nutrivano anche i cavalli degli dèi. Si dice che provenisse dall'orto delle Esperidi. Anche una figlia di Atlante si chiamava Ambrosia e anche una festa che si celebrava nel periodo della vendemmia in onore di Dioniso aveva lo stesso nome.

AMICLA (C1) Una delle sette figlie di Niobe, uccise da Artemide.

AMICLE (C1) Padre del giovane Giacinto tanto caro ad Apollo.

AMICLEO (C1) Epiteto di Apollo, venutogli dalla città Amiclea la dove aveva un tempio a lui dedicato.

AMICO (C1) Figlio di Poseidone, grande pugile e re dei Bebricioni. Col suo popolo abbandonò la Tracia per stabilirsi in Bitinia, dove allettando le genti con giochi e pubblici divertimenti, le attirava in una foresta dove le derubava ed uccideva. Amico fu ucciso da Polluce e dagli Argonauti il suo seguito che erano riusciti e sventare le sue trappole.

AMIMONE (C1) Una delle Danaidi che si concesse a Poseidone per gratitudine di averla sottratta alle violenze di un satiro. Dalla loro unione nacque Nauplio re d'Eubea.

AMITAONE (C1) Capostipite degli Amitaonidi, fu padre di melàmpo (famoso indovino) e re d'Argo.

AMNISIADI o AMNISIDI (C1) Ninfe onorate nell'isola di Creta nella città di Amniso.

 AMORE (C1-2) Per i Greci Eros, per i Romani Cupido, era rappresentato come un giovanetto nudo di grandissima bellezza armato di un arco col quale scagliava le infallibili frecce dalla cui ferita nasceva il mal d'amore. Era la personificazione della forza irresistibile che spinge gli esseri umani uno verso l'altra. Era venerato non solo come dio dell'amore ma anche come protettore delle amicizie fra gli uomini. Figlio di Afrodite e di Ares appena nacque Zeus al solo guardarlo conobbe quanti guai avrebbe conbinato quel bimbo e cercò di convincere Afrodite a sopprimerlo. Allora Afrodite per salvarlo da Zeus lo fece allevare di nascosto nei boschi dove le bestie feroci lo allevarono e nutrirono. Appena il bimbo crebbe abbastanza da utilizzare un arco se ne costruì uno di frassino e le frecce di cipresso, imparò da solo l'uso dell'arma addestrandosi con gli animali nell'arte di ferire gli uomini e gli dèi. Non risparmiò nemmeno la madre che scoccandole a tradimento una freccia la fece innamorare di Adone (unico amore della dea) che fu ucciso da Ares ingelosito. Afrodite gelosa della bellezza di Psiche pregò Amore perché la facesse innamorare del più povero dei mortali per togliersela davanti. Il dio vedendo la ragazza ne restò incantato e l'amò senza rivelarle chi egli fosse e senza farsi mai guardare altrimenti lo avrebbe perso. Psiche incitata dalle sorelle non resistette alla tentazione ed una notte accesa una lampada lo guardò, ma il dio svegliatosi di soprassalto per uno schizzo d'olio sparì. Psiche cercò inultilmente il suo amore anzi Afrodite la umiliava ed angustiava durante le sue ricerche. Infine i due si ritrovarono e Amore ottenne da Zeus che la sua amata fosse posta fra gli immortali. Dalla loro unione nacque la Voluttà.

AMPELO (C1) Sacerdote di Dioniso o Bacco, era figlio di un satiro.

AMPICO (C1) Fondatore dell'oracolo di Mallo nella Cilicia e padre di Mopso.

ANACALIPTERIO (C1) Con questa parola i Greci designavano l'atto della sposa di togliersi il velo quando lo sposo presentava i doni nuziali. Dall'atto la parola passò ai doni stessi. Cosi Zeus consacrò la Sicilia come anacalipterio a Core.

ANACETI DÈI (C1) Con questo nome erano venerati ad Atene i Diòscuri per la clemenza che usarono nei confronti dei cittadini di Afidna, quando ritrovarono in questa città la sorella Elena rapita da Teseo prima che da Paride.

ANADIOMENE (C1) Aggettivo di Afrodite in riferimento alla sua nascita. La parola vuol dire sorta dal mare.

ANAIDEIA (C1) Personificazione dell'impudenza di Atene.

ANAITIDE (C1) aggettivo di Artemide o di Afrodite, presso gli abitanti della Armenia, della Lidia e della Persia.

ANAPI (C1) Dio fluviale nel quale la ninfa Ciane mutata in fontana da Plutone, mescolò le proprie acque con quelle del dio.

ANASCI (C1) Nato dall'unione di Castore con Febe figlia di Leucippo.

ANASITEA (C1) Nome di una delle Danaidi, madre di Oleno, fu amata da Zeus.

ANASSABIA (C1) Ninfa che per sottrarsi alla corte di Apollo si rifugiò nel tempio di Artemide.

ANASSARETTA (C1) O Anassarete, ninfa dell'isola di Cipro o di Salamina, che per non avere compiaciuto Ofi, anzi lo schernì, gli dèi la mutarono in rupe, mentre Ofi si uccideva per la disperazione di essere stato respinto.

ANASSIBIA (C1) Sorella di Agamennone e madre di Pilade, fu sposa di Strofio re della Focide.

ANASSO (C1) Moglie di Elettrione e madre di Alcmena.

ANCEO (C1) Figlio di Poseidone e di Aristipalea, fu uno degli Argonauti e partecipò alla caccia del cinghiale Calidonio. Uno schiavo gli predisse che non avrebbe più bevuto vino della sua vigna, allora Anceo per farsi gioco di lui ordinò che gli venisse portata una coppa di vino, ma prima ancora egli bevesse lo schiavo gli ricordò che fra le labbra e la coppa c'era una certa distanza, e nello stesso istante lo avvisarono che il cinghiale era entrato nella sua vigna e la stava distruggendo, Anceo gettata la coppa si precipitò all'assalto della bestia che lo sbranò. Figlio suo fu Agatenore.

ANCHIALE (C1) Madre di Tizia e di Cileno, Dattili Idèi che nella Troade formavano il corteo alla dea Cibele.

ANCHIROE (C1) Figlia di Nilo e madre d'Egitto.

ANCHISE (C1-2) Eroe di Troia, figlio di Capi e di Temi cugino di Priamo e padre di Enea figlio avuto da Afrodite, per essersi vantato del favore della dea fu da essa punito con la cecità. Dopo la caduta di Troia fu salvato dal figlio che lo portò a spalla. Durante il viaggio verso l'Italia, morì a Trapani dove il figlio gli diede onorata sepoltura sul monte Erice dove c'era un tempio consacrato ad Afrodite. Enea sceso nell'aldilà incontra il padre che gli dà le profezie sulla grandezza di Roma e l'Eneide così recita: ....... ma tu, Romano ricorda che i popoli devi al tuo cenno piegare questa sarà la tua arte e imporre di pace sicura le norme, e grazia concedere ai vinti e debellare i superbi . (VI)

ANCURO (C1) Figlio di re Mida.

ANDIRINA (C1) Nella città di Andera dove la dea aveva un tempio a lei consacrato così era chiamata Cibele.

ANDREOCLE (C1) Uno dei tanti figli di Eolo (dio dei Venti), regnò nella Sicilia orientale.

ANDROCLEA (C1) Una delle figlie di Antipeno e di Antipene re di Tebe, le quali obbedendo al comando dell'oracolo secondo il quale la città non si sarebbe liberata dal dominio di Eracle se una delle famiglie più illustri non si fosse sacrificata, così affrontarono la morte per la salvezza di Tebe.

ANDROFONA (C1) Aggettivo di Afrodite dal significato di assassina di uomini.

ANDROGENO (C1) Figlio di Minosse e di Pasifae, fu ucciso a tradimento dagl'invidiosi Ateniesi e Megaresi perché in tutti i giochi pubblici Androgeno grazie alla sua forza e destrezza ne vinceva tutti i premi. Minosse per vendicarlo fece guerra a Megara e ad Atene. Sconfitte le due città, le obbligò a inviare ogni nove anni sette fanciulli e sette fanciulle quale pasto per il terribile Minotauro. Un'altra leggenda narra che Androgeno fu fatto uccidere a tradimento da Egeo re d'Atene, invidioso del fatto che il giovane era uscito vincitore nei Giochi Panatenèi celebrati in onore di Atena. Zeus, irato afflisse l'Attica con una tremenda siccità. L'oracolo consultato per come scongiurare gli dèi di far cessare una così terribile punizione, rispose che toccava al re intercedere la grazia del dio. Solo quando Egeo con preghiere pubbliche e sacrifici ebbe fatto ammenda della sua colpa si ebbe una pioggia abbondante. Androgenie furono chiamate le cerimonie espiatrici.

ANDROMACA (C1) Figlia di Eezione, re di Tebe Ipoplacia nella Misia, fu moglie di Ettore dal quale ebbe Astianatte. È descritta come donna dolce ed affettuosa. Sorretta da coraggio alla vista di Ettore morto trascinato dal carro d'Achille essa si preoccupa non di sè ma per il figlio privato del padre. Dopo la caduta di Troia essa toccò come bottino a Pirro (figlio di Achille), dal quale ebbe tre figli. Alla morte di Pirro sposò il cognato Eleno (figlio di Priamo). Rimpianse sempre Ettore che aveva tanto amato e parlava sempre di lui e ne esaltava il valore, gli fece erigere un monumento nell'Epiro e nonostante la sorte l'aveva indotta a vivere con Pirro prima e con Eleno dopo, il rimpianto amoroso di Ettore non la abbandonò mai in tutta la sua vita.

ANDROMEDA (C1) Figlia di Cefeo re dell'Etiopia (indicava i paesi a sud dell'Egitto e genericamente l'Africa) e di Cassiopea. Essendosi la madre vantata che la figlia superasse in bellezza le Nereidi, queste risentite si rivolsero a Poseidone perché punisse l'oltraggio avuto e poseidone mandò un mostro marino a devastare le coste del regno di Cefeo. Cefeo interpellato l'oracolo ebbe come responso che doveva abbandonare la figlia Andromeda alla mercè del mostro. I genitori sebbene addolorati acconsentirono alla brutale offerta anche perché spinti dal popolo rumoreggiante e fecero incatenare la figlia ad uno scoglio. Il Fato volle che mentre Perseo ritornava volando in patria la scorse ed incantatosi di tanta bellezza scese e si fece raccontare la storia, saputola si precipitò da Cefeo offrendosi di liberare Andromeda a condizione che gliela concedesse in moglie. Andromeda era già promessa a Fineo, fratello di Cefeo. Cefeo fu più che contento di accettare l'offerta di Perseo e addirittura gli promise la successione al trono. Perseo arrivò giusto in tempo alla spiaggia dove il mostro stava già per attaccare la ragazza, allora Perseo libratosi in volo con la scimitarra (dono divino) iniziò una durissima lotta della quale ne uscì vincitore. Liberata Andromeda la riportò a corte dove il padre Cefeo si affrettò a mantenere la parola organizzando la festa nuziale, ma quando ecco arrivare l'ex pretendende Fineo che armi in pugno voleva far valere i suoi vecchi diritti su Andromeda. Cefeo cercò invano di far capire al fratello che non era il caso che reclasse visto che non aveva mosso un dito per liberarla dal mostro. Nacque così una furibonda lotta che visto il grande numero di seguaci che Fineo aveva portato con se stava per sopraffare Perseo che allora tirata fuori la testa della Medusa pietrificò tutti i suoi avversari Fineo compreso. Perseo ebbe da Andromeda e seguenti figli: Perse, Alceo, Elettrione, Stenelo e Gorgofona. Il figlio Perse rimase col nonno Cefeo mentre gli altri fecero ritorno con lui in Grecia.

ANDROPOMPO (C1) Padre della ninfa Melanto.

ANEMOTE (C1) Aggettivo di Atena.

ANFIALO (C1) Figlio di Neottolemo e Andromaca.

ANFIARAO (C1) Padre di Alcmeone, figlio di Oicle e di Ipermestra. Avendo saputo dall'oracolo che sarebbe morto nella guerra dei Sette contro Tebe per non parteciparvi si nascose. Aveva già deposto dal trono il re di Argo, Talao e costretto il figlio di questi (Adrasto) ad abbandonare l'Argolide. Aveva sposato Erifile, che per vanità e leggerezza fu causa della morte del marito del quale rivelò il nascondiglio a Polinice in cambio di una collana. Costretto così a partecipare alla guerra, un giorno Anfiarao mentre era a mensa con gli altri condottieri vide un'aquila che presa la sua lancia la gettò a terra trasformandola in un ramo di alloro, e il giorno dopo mentre combatteva la terra si aprì ed inghittì Anfiarao con tutto il suo carro da guerra. Anfiarao si era fatto promettere dal figlio Alcmeone che in caso fosse morto avrebbe ucciso la madre Erifile rea di averlo tradito. Fu venerato come un dio presso Tebe e presso Oropo la dove aveva pure due oracoli ed in suo onore si celebravano le Anfiaree.

ANFIDAMANTE (C1) Crudele figlio di Busiride. Aveva l'usanza di sacrificare agli dèi tutti gli stranieri che gli passavano sotto mano. Fu ucciso da Eracle e offerto in sacrificio agli dèi (ripagato della stessa moneta).

ANFIDEMONTE (C1) Figlio di Melantio, offerse ospitalità agli Atridi quando questi andarono a Itaca per tentare senza successo di convincere Ulisse a partecipare alla guerra contro Troia. Fu tra i proci e il giorno della resa dei conti morì per mano di Telemaco.

ANFIDROMIA (C1) Così si chiamava la cerimonia che i Greci usavano fare il quinto giorno dopo la nascita di un bambino, ponendolo davanti all'altare degli dèi della casa dopo averlo fatto correre in braccio al padre intorno al fuoco dell'altare. Durante questo rito veniva imposto il nome all'infante.

ANFILOCO (C1) Fratello di Alcmeone, aiutò il fratello ad uccidere la propria madre Erifile che aveva tradito il marito. Partecipò vittoriosamente alla guerra degli Epigoni. Fu ucciso senza gloria in una rissa tra lui e Mopso.

ANFINOMEA (C1) Madre di Giasone, il supremo condottiero degli Argonauti. Si uccise conficcandosi un pugnale nel petto per la desolazione della lontananza dell'amatissimo figlio.

ANFIONE (C1) Figlio di Zeus e di Antiope, fratello gemello di Zeto. Nati sul Citerone furono allevati da pastori. Divenuti adulti uccisero Lico re di Tebe che aveva ripudiato la loro madre per sposare Dirce la quale per raggiungere il suo scopo aveva fatto chiudere in prigione Antiope con false accuse. Anfione istruito da Ermes nel suono della lira possedeva un'alta conoscenza della musica che la tradizione lo vuole inventore assieme al fratello Zeto. Dal suo strumento sapeva tirare fuori suoni così belli e dolci che quando incominciò a costruire le mura di Tebe le pietre si collocavano da sole al loro posto. Anfione fu sposo infelice di Niobe. Impazzito per la morte di tutti i suoi figli profanò il tempio di Apollo e fu ucciso dalle frecce del dio. Anfione simboleggia il potere dell'intelligenza umana, contrapposto a Zeto che simboleggia la forza fisica.

ANFIRO (C1) Una delle ninfe Oceanine.

ANFITOE (C1) Una delle Nereidi.

ANFITRITE (C1) Figlia di Nerèo e di Doride. Era simbolo della forza del mare. La leggenda le attribuisce per marito Poseidone che essa avrebbe lungamente respinto finché si lasciò convincere dalle insistenze di un delfino che la convinse a sposare il poco bello Poseidone. Dall'unione dei due nacque un figlio maschio Tritone e molte figlie femmine che furono ninfe marine. Anfitrite è rappresentata seduta su un cocchio a forma di conchiglia tirata da delfini e circondata da Tritoni e Nereidi le quali alcune reggono le redini mentre altre soffiano nelle trombe marine per annunziare l'arrivo della dea che con uno scettro d'oro in mano comandava le onde.

ANFITRIONE (C1) Figlio di Alceo re di Tirinto e nipote di Perseo, sposò Alcmena figlia di Elettrione e di conseguenza cugina sua, ma avendo ucciso senza saperlo il suocero ch'era pure suo zio per sfuggire alla vendetta di Stenelo si rifugiò a Tebe da Creonte, e fece guerra a quelli che avevano saccheggiato i territori di Elettrione. Della sua assenza approfittò il volubile Zeus che presentatosi sotto le false spoglie del marito approfittò di Alcmena che ebbe nello stesso parto Eracle (da Zeus) e Ificle (da Anfitrione). Nella successiva guerra contro Tebe ne venne vincitore perché aiutato dalla figlia di re Pterelao che si era innamorata di lui e per questo strappò al padre un capello d'oro al quale ne era legata la vita. Anfitrione morì ucciso in una spedizione dei Tebani contro i Mini.

ANFIZIONE (C1) figlio di Deucalione e di Pirra. Secondo il mito, fu re di Atene, l'iniziatore del culto di Dioniso e colui che istituì le anfizionìe.

ANFOTERO (C1) Vedi Acarnana.

ANFRISIO (C1) O Anfriso, fiume della Tessaglia, sulle cui rive Apollo quando fu temporanemente esiliato dall'Olimpo, pascolava le greggi di Admeto. Là scorticò vivo il satiro Marsia che l'aveva sfidato nel canto, e sempre in quelle rive amò Evadne ed uccise inavvertitamente mentre giocava il suo amato Giacinto.

ANICETO (C1) Uno dei due figli che Eracle ebbe nell'Olimpo dalla dea Ebe dopo che fu assurto sull'Olimpo. L'altro figlio era Alexiàre.

ANIGRO (C1) Fiume della Tessaglia sulle cui rive vivevano le ninfe Anigridi. In questo fiume i Centauri feriti da Eracle alle nozze di Ippodamia lavarono le loro ferite rendendo sudice le acque del fiume che erano famose per la loro limpidezza.

ANIO    (C1)
figlio di Apollo e Reo, sacerdote di Apollo e re dell'isola di Delo, menzionato da Virgilio. Dioniso attribuì alle sue tre figlie il potere di far sgorgare dal suolo grano, olio e vino. Con tali risorse Anio approvvigionò la flotta greca nella spedizione contro Troia.

ANOSIA (C1) Parola che esprime empietà e scarso senso morale, spesso attribuito ad Afrodite.

ANTAGORA (C1) Pastore dell'isola di Còo che riuscì a mettere in fuga Eracle giovanetto.

ANTEA (C1) Moglie di Proculo re di Argo, presso cui si rifugiò Bellerofonte dopo aver ucciso per disgrazia in un incidente di caccia il proprio fratello Pirrene. Antea (anche detta Stenobea) innamoratasi del giovane che la respinse lo accusò davanti al marito di avere cercato di sedurla.

ANTEDONE (C1) madre del dio Glauco.

ANTENORE (C1) Principe troiano accusato di aver tradito la sua città ospitando segretamente Ulisse e concordato con lui come salvare i propri beni dopo la distruzione di Troia. Dopo la distruzione di Troia egli vagò attraverso l'Illiria, la Tracia e giunto in Italia fondò Padova che fu chiamata Antenorea. I suoi figli furono Archiloco, Atamante, Laodico, Acheloo e Anteo.

ANTEO (C1) Noto gigante, figlio di Poseidone e di Gea. Il suo cibo preferito erano i leoni.Abitava il deserto libico dove tendeva agguati ai viandanti costringendoli in una lotta impari e vincendoli li uccideva per mantenere la promessa fatta al padre Poseidone cioè di costruirgli un tempio le cui fondamenta erano fatte di crani umani. Egli era invincibile perché anche se abbattuto al contatto con la madre terra (Gea) riprendeva nuove forze, ma questo non gli valse quando Eracle affrontandolo lo sollevò da terra (per evitare l'aiuto materno) e quindi lo soffocò. Pindaro descrive Anteo come un bruto e sarebbe stato re di Irasa nella Libia. Per trovare un marito alla sua bellissima figlia bandì una gara di corse che furono vinte da Alessidamo.

ANTERO o ANTEROS (C1) Figlio di Ares e di Afrodite la quale vedendo che Eros non cresceva chiese consiglio a Temi e questa gli disse che ciò avveniva perché l'infante non aveva neanche un compagno, allora Afrodite gli diede Antero, i due fratelli così crebbero insieme in forma di fanciulli alati. Essi differivano di molto nei loro poteri divini ad Antero era attribuito il ricambio del sentimento d'amore suscitato dal fratello ma più che altro era un ricambio fuggitivo e sensuale.

ANTESIONE (C1)Figlio di Tisamene indovino di Sparta.

ANTIANIRA (C1) Madre di Echione e di Erito.

ANTICLEA (C1) Era la madre di Ulisse che incontratolo nell'Averno lo informa sulle condizioni di Penelope e di Telemaco.

ANTICLO (C1) Uno dei guerrieri greci nascostosi nel cavallo di Troia. Per poco non tradiva la loro presenza quando Elena uscita con le donne Troiane a guardare il misterioso cavallo si mise ad imitare le voci dei vari guerrieri greci, Ulisse riuscì giusto in tempo a tappargli la bocca.

ANTIFATE (C1) Re del favoloso popolo di nomadi e selvaggi dei Lestrigoni che distrussero la flotta di Ulisse.

ANTIGONE (C1) Figlia di Edipo e di Giocasta, sorella di Ismene, Eteocle e di Polinice. Quando Edipo accecatosi per la consapevolezza di avere ucciso il padre e avere sposato la madre, fu scacciato da Tebe essa non volle abbandonarlo e lo seguì nel lungo pellegrinaggio attraverso l'Attica ed entrò con lui nel bosco sacro alle Eumenidi nel quale era vietato l'ingresso ai profani, e perciò le Eumenidi fecero strazio del corpo di Edipo. Perduto che ebbe così il padre, Antigone fece ritorno a Tebe, dove era in corso la guerra dei Sette re, scoppiata per le discordie dei suoi fratelli che si uccisero vicendevolmente e ai quali fu negata la sepoltura. Antigone contravvenendo agli ordini di Creonte che era divenuto re, raccolse i miseri resti e diede loro sepoltura, pagando con la vita la sua disobbedienza allo zio. Emone figlio di Creonte innamorato di Antigone per il dolore si uccise sulla tomba di lei.

ANTILOCO (C1) Figlio di Nestore re di Pilo. A lui fu affidato il triste compito di annunciare ad Achille la morte dello amico Patroclo. Quando Antiloco grande amico di Achille venne ucciso da Mènnone (fratello di Priamo) mentre tentava di difendere il padre, fu subito vendicato da Achille che disperse l'esercito di Mènnone dopo averlo ucciso.

ANTINOO (C1) Figlio di Eupite, era il più bello ed arrogante dei Proci aspiranti alla mano di Penelope. Dopo aver attentato vanamente alla vita di Telemaco, fu il primo a cadere sotto gli strali scagliati contro di lui da Ulisse.

ANTIO (C1) Epiteto dal significato Fiorito dato a Dioniso nella città di Atene.

ANTIOPE (C1) Regina delle Amazzoni fu sconfitta e fatta prigioniera da Eracle che la diede a Teseo. Altra Antiope era figlia di Nitteo, che Zeus travestito da satiro sedusse. Quando Nitteo si accorse che la figlia era gravida la scacciò e la giovane ebbe asilo presso re Epopeo, dove partorì i due gemelli Anfione e Zeto che però abbandonò.

AONIE (C1) Aggettivo dato alle Muse nella Beozia, dal fonte Aonio a loro consacrato.

APATE (C1) Significa l'inganno era figlia della Notte.

APEMO (C1-C2) Con questo epiteto che vuol dire: apportatore di ogni bene Zeus aveva un tempio a lui dedicato a Roma.

APOLLO (C1-C2) Senza dubbio dopo Zeus, Apollo è il dio più importante della mitologia greca. Il mito di Apollo è legato a quello di Artemide (sorella gemella di lui) con le differenze sessuali ed ha un carattere parallelo. Latona sedotta da Zeus pellegrinò a lungo sulla terra per sfuggire all'ira di Era, nessuno volle ospitarla per timore della vendetta della tremenda dea, finalmente giunse a uno scoglio errante sul mare che la ospitò e in prossimità del parto lo scoglio si fissò al fondo marino con delle colonne diventando così l'isola di Delo. Assistita dalla dea Iride Latona partorì i due gemelli Apollo e Artemide dopo un lungo e laborioso travaglio. Le due divinità hanno un che di misterioso e inavvicinabile che incute rispetto, entrambi munite di arco colpiscono da lontano e chi è colpito dai loro dardi muore senza soffrire. Apollo rappresenta l'autocontrollo, l'autoconoscenza e il senso della misura nel suo tempio a Delfi stava scritto Conosci te stesso. Egli si occupa anche delle espiazioni, delle purificazioni, delle guariggioni e tale compito gli rimane anche dopo avere dato le sue proprietà mediche al figlio Asclepio. Apollo è anche un dio profetico e dio del giusto e della purezza ed anche della musica difatti è rappresentato con la lira a capo delle Muse. Esso venne identificato anche con Elio e veniva immaginato alla guida d'un carro tirato da quattro cavalli e col quale conduceva il Sole per il cielo. Identificato come un giovane bellissimo e nudo. Il centro del suo culto era Delfi dove c'era anche il suo famoso oracolo e dove ogni quattro anni si celebravano in suo onore i giochi pitici. I romani lo venerarono come protettore della salute e come dio della divinazione in suo onore celebravano i giochi detti Ludi Apollinares.

APONIO (C1) Gli abitanti di Elida così chiamarono Zeus come riconoscenza per averli liberati da un'invasione di fastidiose mosche.

APULO (C1) Nome di un pastore mutato in olivo per avere insultato delle ninfe nella grotta del dio Pan.

AQUILONE (C1-C2) Vento freddo di nord-est figlio di Eolo e dell'Aurora, era raffigurato come un vecchio coi capelli bianchi e con la coda di serpente e recava in mano un piatto di olive a simboleggiare le frequenti bufere che scatenava ad Atene città di Atena alla quale era consacrato l'olivo.

ARA (C1-C2) Luogo dove si compivano i sacrifici agli dei per mezzo del fuoco. Presso i romani si intendevano gli altari dedicati agli dèi e in senso estensivo ad ogni monumento commemorativo di una certa dimensione.

ARACNE (C1) Fanciulla della Lidia, figlia di Idmone di Colofone, famoso tintore di porpora. Abilissima nell'arte della tessitura, si vantava di essere più brava di Atena, filatrice ufficiale dell'Olimpo, e per questo la sfidò in una gara. Aracne era una comune fanciulla mortale che si era fatta un gran nome per il talento che dimostrava nel lavorare la lana, un'arte che doveva aver appreso direttamente da Atena. Ma Aracne sosteneva di no, che anzi era lei a poter insegnare qualcosa alla dea. Così Atena apparve accanto al suo telaio nei tratti di una vecchia e, sorridendo, le consigliò maggiore prudenza, se non voleva adirarsi la dea. La fanciulla rispose con male parole e sfidò Atena, dovunque fosse, a gareggiare con lei nell'ordito e nel ricamo; allora la dea si rivelò e la gara ebbe inizio. Atena rappresentò sulla tappezzeria gli Olimpi in tutta la loro gloria, poi, per ammonire la fanciulla, aggiunse ai quattro angoli della tela altrettanti esempi di superbia umana punita. Aracne, lavorando di lena, disegnò sul suo lavoro gli amori degli dei, quelle unioni che non facevano loro onore: Europa ingannata da Zeus in falsa forma di toro, Leda sdraiata sotto le ali del cigno (Zeus), Poseidone che copre la sorella Demetra in sembianza di stallone. Il lavoro era talmente perfetto che Atena, per la collera, lo fece a pezzi e colpì la rivale con la spola. Umiliata e disperata Aracne si impiccò, ma la dea volle che continuasse a vivere e a tessere il suo filo trasformandola in ragno.

ARCADE (C1) Figlio di Zeus e della ninfa Callisto. Insegnò agli uomini a seminare i cereali, a filare la lana e a fare il pane.

ARCAGETE (C1) Epiteto di Asclepio il quale con questo nome aveva un tempio nella Focide.Lo stesso epiteto era riferito ad Apollo a Megara e nell'isola di Malta ad Eracle. La parola significa duce, condottiero.

ARCE (C1) Figlia di Taumante e sorella di Iride, incappò nell'ira di Zeus.

ARCHIA (C1) Era uno decli Eraclidi, nativo di Corinto e si suppone sia il fondatore di Siracusa. Come consueto prima di iniziare l'impresa consultò l'oracolo che gli propose la scelta tra la ricchezza e la salubrità della città da costruire. Archia scelse la ricchezza e Siracusa non tardò a divenire tra le più magnifiche delle città della Magna Grecia la quale comprendeva anche la Sicilia. Anche una delle figlie di Oceano ebbe lo stesso nome.

ARCHIEREUS (C1) Nei templi Greci era il titolo che spettava al sommo sacerdote.

ARES (C1) Figlio di Zeus e di Era. Dio della guerra,turbolento e litigioso rappresentava più la violenza che l'eroismo ed il coraggio. Gli dèi compreso il padre non lo tolleravano per i motivi già detti. Nella guerra tra Greci e Troiani egli partecipò a fianco di quest'ultimi senza un motivo ben preciso. Ares è l'unico dio che in una lotta con altri dèi viene atterrato e giusto ad Atena spetta questo compito, Atena è anch'essa dea della guerra ma ne incarna l'eroismo intelligente. Anche i compagni di Ares sono piuttosto antipatici e sono : Eris la discordia, Deimos il terrore e Fobos la Paura, gli ultimi due sono addirittura figli suoi e di Afrodite. Ebbe da Afrodite altri figli più simpatici : Eros, Anteros ed Armonia. Il culto di Ares era originario della Tracia si diffuse pure in Grecia senza però diventare molto popolare tranne che a Sparta e a Tebe, i greci erano abbastanza raffinati per gradire un dio così irrazionale e demoniaco. Ad Atene aveva consacrato soltanto l'Aeropago che era il tribunale supremo. Gli animali a lui sacri erano il cane e l'avvoltoio e i suoi attributi la fiaccola e la lancia. I Romani lo identificarono ma non totalmente col loro dio Marte.

ARETE (C1) Dea della temperanza e della virtù. Altra Arete fu figlia di Alcinoo e di Nausicaa. Da Arete Ulisse gettandosi ai suoi piedi ottenne una nave per fare ritorno a Itaca.

ARETUSA (C1) Figlia di Nerèo e di Doride, era compagna fedele di Artemide. Una volta per rinfrescarsi dopo una battuta di caccia per rinfrescarsi si bagnò nel fiume Alfèo il quale innamoratosi della ninfa prese forma umana e la inseguì. Artemide richiamata dalle grida d'aiuto dopo aver trasformato Aretusa in fonte la sprofonda sottoterra e la fà riaffiorare nell'isola Ortigia (Siracusa). Alfèo per nulla scoraggiato riassunse le forme acquatiche e potè così unirsi alla ninfa. Aretusa è rappresentata nelle monete siracusane ritenute fra le più belle al mondo, dalla sua testa circondata da guizzanti delfini (questo motivo appare anche nelle ormai fuori corso banconote da cinquecentolire). Con lo stesso nome era chiamata una delle Esperidi figlie della Notte.

ARGA (C1) Ninfa mutata in cerbiatta da Apollo rea di non averlo compiaciuto.

ARGE e UPIS (C1) Nutrici di Apollo a Delo.

ARGESIO (C1) Uno dei Ciclopi.

ARGIRA (C1) Ninfa che amò e sposò il pastore Selèno, il quale sentendo avvicinare la morte di Argira, si ridusse come un'ombra. Afrodite commossa dalla misera sorte dei due mutò uno in fiume e l'altra in fonte. Selèno col passare del tempo finì per dimenticare l'amata moglie, e da allora tutti coloro che si bagnavano nelle sue acque finivano col dimenticare le persone a loro care.

ARGO (C1) Nome di una città e di quattro personaggi, i quali erano:

1) Figlio di Agenore e di Gea. Si diceva che avesse cento occhi che dormivano e vegliavano a turni di cinquanta, era dotato di una forza immane grazie alla quale uccise il satiro che rubava le greggi agli Arcadi e così pure Echidna che rapinava i passanti. Era lo aveva posto a sorvegliare Io amante di Zeus mutata da lui in giovenca. Zeus per liberarla affidò a Ermes l'ingrato compito di addormentarlo, Ermes lo addormenta col suono della sua magica zampogna e quindi lo uccide per evitare di replicare l'ardua impresa nel caso che Argo si fosse risvegliato. Era per commemorare i servigi di Argo mise i suoi cento occhi nella coda del pavone animale da lei preferito.

2) Si chiamava così anche il fido cane di Ulisse che dopo vent'anni riconobbe il padrone e per la gioia morì.

3) Pure la favolosa nave il cui nome significa la veloce si chiamò a questo modo. il suo nome si vuole fare derivare anche dal nome del suo costruttore Argo figlio di Arestore e di Argea. La nave sarebbe stata costruita su consiglio di Atena, fra il legname sarebbero stati messi pure delle assi ricavate dalla quercia sacra dell'oracolo di Dodona per cui la nave avrebbe avuto il dono della favella. L'Argo sarebbe stata la prima nave a solcare i mari.

4) Capitale dell'Argolide e, dopo Sparta, la maggiore città del Peloponneso.

5) Figlio di Zeus e di Niobe, fu il terzo re della città di Argo e signore del Peloponneso.

ARGONAUTI (C1) Erano i cinquantadue eroi Greci partiti nel lunghissimo ed interminabile viaggio alla conquista del Vello d'oro. Capo supremo della spedizione era Giasone, seguono: Tifi, Ergino, Eufemo, Idmone, Mofo, Acaste, Anfiarao, Admeto, Anfidano, Anfione, Anceo, Argo, Asterione, Asterio, Augia, Bute, Castore, Ceneo, Cefeo, Clito, Echione, Eumedone, Euritione, Filamone, Glauco, Eracle (che abbandonò la spedizione per cercare Ila), Ida, Iola, Ificlo, Ifito, Laerte, Linceo, Linco, Menezio, Naufilio, Neleo, Oileo, Pelèo, Periclemene, Piritòo, Polluce, Teseo, Tideo, e Zete. Giasone conquistò il Vello d'oro più con la magia che con le armi, con gli Argonauti superstiti fece ritorno a Iolco attraverso il deserto libico dove furono costretti a portare la nave a braccia.

ARIANNA (C1) Figlia di Minosse e sorella del Minotauro e di Fedra. Innamoratasi di Teseo che per liberare la sua città dal mostruoso tributo imposto da Minosse (dovevano ogni anno dare sette fanciulli e sette fanciulle come pasto per il Minotauro) aveva deciso di ucciderlo. Senz'altro sarebbe stato destinato a fallire se non fosse stato aiutato da Arianna che gli avrebbe dato un gomitolo di filo da sbrogliare lungo il tortuoso cammino nel labirinto alla ricerca del Minotauro, incontratolo lo uccise con un colpo di mazza. Teseo così guidato dal filo di Arianna potè facilmente uscire dal labirinto e imbarcarsi per fare ritorno vittorioso ad Atene con Arianna. Sbattuti da una tempesta sull'isola di Nasso, vi sbarcarono e mentre Arianna riposava sull'isola, Teseo nell'intento di assicurare meglio gli ormeggi della nave fu trascinato via dalla tempesta lasciando così la povera Arianna sull'isola. Bacco di ritorno da un giro in India incontrò Arianna a Nasso e innamoratosi di lei la fece sua sposa e la pose per onorarla fra le stelle del cielo.

ARIDELA (C1) Aggettivo di Arianna, significa visibile da lontano. Probabilmente questo aggettivo gli viene dopo la sua elevazione fra le stelle ad opera di Bacco.

ARIMASPI (C1) Leggendario popolo con un occhio soltanto come i Ciclopi, furono i primi ricercatori d'oro.

ARIO (C1) Uno dei centauri.

ARIONE (C1) Cavallo che Poseidone con un colpo del suo tridente aveva fatto scaturire dalla terra e aveva il dono della favella. Poseidone lo regalò a Capreo che a sua volta donò a Eracle e quindi passò ad Adrasto che grazie alla velocità di Arione fu l'unico dei sette re che assediarono Tebe a salvarsi con la fuga.

ARISTEO (C1) Figlio di Apollo e della ninfa Cirene, fu allevato dalle ninfe che gli insegnarono a coltivare l'olivo, ad allevare le api per il miele e a rapprendere il latte. Educato dal centauro Chirone nell'arte della guerra e della caccia. Egli dedicò la sua vita ad allevare api e a fare il pastore. Innamorato di Euridice, lo stesso giorno che essa andò in sposa ad Orfeo egli tentò di farla sua prima del marito e nell'inseguimento che nacque Euridice per sfortuna calpestò un serpente che la morse e le tolse la vita. Le ninfe addolorate dalla sciagura, per punire Aristeo gli distrussero tutte le api. Aristeo su consiglio della madre fece ricorso al dio Proteo che gli disse di sacrificare ai Mani della morta quattro tori e quattro vacche, quando egli compì il sacrificio con sua grande gioia vide uscire dalle visceri degli animali sacrificati dei foltissimi sciami di api che lo ripagarono della perdita subita. I pastori gli eressero dei templi e lo assursero a loro protettore.

ARMONIA (C1) Figlia di Ares e di Afrodite, fu moglie di Cadmo dal quale ebbe moltissimi figli. Alle sue nozze ebbe parecchi doni dagli dèi tranne che da Era. Scacciati dai sudditi da Tebe andarono nell'Illiria dove furono mutati in draghi. Armonia è la protettrice della concordia e dell'ordine morale e sociale.

ARPIE (C1) Mostri con testa, busto e braccia di donna e il resto del corpo di uccelli rapaci con ali e artigli. Erano figlie di Taumante e di Elettra. Esse ricorrono anche nella legenda degli Argonauti che le misero in fuga. I loro nomi erano Celeno Oscurità, Ocipete dal volo rapido e Aello apportatrice di tempesta. Il termine Arpia pare provenga dal greco harpazein che significa rapire con impetuosa violenza. La loro residenza fu il giardino delle Esperidi da dove gli Argonauti le fecero fuggire e quindi andarono nelle isole Strofadi. Esse personificavano la morte violenta e trasportavano in volo le anime dei defunti nell'aldilà.

ARPOCRATE (C1-Eg) Dal greco Har-pe-chrod cioè del dio egizio Horus che era raffigurato come un fanciullo e in tale modo con un dito in bocca. I greci scanbiarono il gesto per un chiaro ordine al silenzio e dato che nel loro Olimpo non avevano un tale dio, accettarono ben volentieri Arpocrate a questa mansione.

ARSINOE (C1) Figlia di Nicocreonte, re di Cipro. Di lei si innamorò perdutamente Arceofone. Il giovane non riuscendo a in nessuna maniera a piacerle, per la disperazione si suicidò. Arsinoe assistè al funerale del giovane che era morto per lei con insensibilità e tranquillità, sconvolgendo tutti i presenti che invece ne erano addolorati per questo Afrodite sdegnata la mutò in ciotolo.

ARTEMIDE (C1) A giudicare dal suo nome la dea sembra non essere di origine greca ma asiatica. L'immagine classica di Artemide ce la mostra come l'incarnazione della natura. Natura che va intesa così come la vedeva l'uomo antico: valli solitarie, alture remote, migliaia di vite che germogliano, crescono, stormiscono, cantano, si agitano, si cercano, si generano, si distruggono. Una natura che nello spettatore suscita sbigottimento ed inquietudine e senso di estraneità e mistero. Ecco Artemide. L'essenza della divinità non agisce sulla coscienza dell'uomo ma si estrinseca nella purezza della natura immacolata. Certamente la natura ha anche un altra sembianza: terribile, demoniaca, distruggitrice e generatrice ma questa sembianza è data ad altre divinità e non ad Artemide. Essa rappresenta la natura estiva e vibrante di luce. Così come Apollo anche Artemide è lontananza e purezza, con le differenze dovute al sesso. In Apollo il distacco e la purezza sono la conseguenza di un virile atto di volontà ragionata, In Artemide si tratta dell'ideale dell'esistenza fisica dell'essere donna. Artemide incarna la natura, ora la natura o è incontaminata o non è natura (un prato dopo il picnic domenicale di gitanti non si può pretendere di essere ancora natura). Quindi era più che normale si pensasse Artemide vergine e così dice l'inno omerico: Artemide pure, la rumorosa dea dal fuso d'oro mai cedette all'amore di Afrodite, dal dolce sorriso. Artemide così come la natura è ritrosa. Atteone che osò spiarla al bagno venne sbranato dai suoi cani. La selva è il suo regno. Caccia per monti e boschi seguita dalle sue compagne, le Ninfe con le quali danza sui prati in fiore. Artemide essendo dea della natura è molto vicina agli animali sia curandoli che cacciandoli. Come cacciatrice il suo simbolo è l'arco ma non solo di giorno, anche di notte al lume di torce andava a caccia. La natura a volte è crudele e così anche Artemide. Così come Apollo essa procura la morte da lontano saettando, ma si limita alle appartenenti al proprio sesso. Ama le sue ninfe come sorelle che scaccia via se si lasciano prendere dall'amore. Essa procura alle donne le doglie del parto e la febbre puerperale, ma contemporaneamente le assiste nel parto. Essa si occupa pure di insegnare a curare ed educare i bambini. Essa è rappresentata in abito da cacciatrice con faretra e arco con il capo ornato, spesso è accompagnata da un levriero o da un cervo.

ARUNTICEO (C1) Dispregiatore di Dioniso per averne deriso le feste fu atrocemente punito dal dio che ubriacatolo lo indusse a violentare la propria figlia Medulina la quale piena di furore lo uccise mentre dormiva.

ASBOLO C1) Centauro che alle nozze di Piritòo combattè i Làpiti. Fu crocefisso da Eracle.

ASCALAFO (C1) Famoso indovino figlio di Acheronte e della Notte. Quando Demetra disperata per il ratto della figlia Persefone si rivolse a Zeus perché Ade la restituisse, Il dio acconsentì a condizione che la ragazza non avesse né mangiato né bevuto nulla nell'Averno. Ma per sfortuna Persefone vinta dalla sete aveva mangiato alcuni chicchi di melagrana ed era stata vista da Ascalafo che aveva palesato il fatto. Demetra indignata lo mutò in Barbagianni. Altro Ascalafo fu figlio di Ares e di Astìoche, uno degli argonauti e che partecipò alla guerra di Troia. Innamorato di Elena per averla combattè e morì sotto le mura di Troia.

ASCLEPIO (C1-C2) Asclepio per i Greci, Esculapio per i Romani, era il dio della medicina. Dalle origini incerte non è chiaro se in origine fosse una divinità sotterranea della Tracia o se come nel caso di Imhotep in Egitto, un uomo realmente esistito che per la sua bravura in tale scienza fu elevato a divinità. Pindaro racconta che Asclepio era stato generato da Apollo e Coronide figlia di Plegia, re dei Tessali. Coronide prima di partorire si innamorò di un comune mortale di nome Ischi. Apollo furioso per il tradimento fece trafiggere l'infedele dalla sorella Artemide con una delle sue frecce. Quando la salma di Coronide si stava consumando nel rogo, Apollo le strappò dal grembo il frutto del loro amore, Asclepio. Apollo salvato che ebbe il figlio lo affidò alle cure del centauro Chirone che lo educherà all'arte medica e all'uso delle armi. Però fattosi adulto Asclepio sceglierà di alleviare le sofferenze umane con la medicina. La leggenda dice che Egli avrebbe guarito le Pretidi dalla pazzia, i Fineidi dalla cecità e Eracle dalle ferite. Crescendo la sua notorietà, cresce pure la sua ambizione e così vuole sconfiggere la morte. Così inizia a resuscitare i morti: Orione, Ippolito, Capaneo e tanti altri. Con questo egli però supera i limiti imposti da Zeus, il quale irato lo fulmina. La morte del figlio causa l'ira di Apollo che in un momento di collera uccide i Ciclopi rei di aver forgiato le saette a Zeus, fatto questo abbandonò per molto tempo l'Olimpo. Asclepio ebbe da Lampezia quattro figlie: Panacèa guariva tutti i mali, Iaso provocava le malattie, Igèa personificazione della salute ed Egle. Gli attributi di Asclepio erano: lo scettro, la verga e il rotolo di libro. Gli erano sacri il serpente, il cane, le oche e il gallo.

 ASCO (C1) Gigante che buttò in un fiume Bacco, salvato da Ermes il dio tolta la pelle ad Asco ne fece un otre.

ASEBIA (C1) Legge greca che puniva diversi reati e che significa: Empietà. Era considerato reato ogni atto volontario o involontario che fosse capace di richiamare la vendetta degli Olimpi. L'Asebia prevedeva i seguenti reati: la mancanza di fede, la ribellione ai sacerdoti, la violazione dei luoghi sacri, la divulgazione dei misteri religiosi, la stregoneria, la derisione dei riti, i culti non approvati dallo stato, l'omicidio volontario, la violenza contro i genitori, l'alto tradimento, ecc. Con l'accusa di Asebia si coprivano alcune lacune della legge e si prestava bene e facilmente ai processi politici e vittima tipica e illustre dell'Asebia fu Socrate.

ASIA (C1) Ninfa figlia di Oceano e di Teti, diede il suo nome a una delle tre parti del mondo allora conosciuto.

ASILO (C1,C2) Immunità data da un luogo sacro e poi il luogo stesso. Questa usanza era molto diffusa presso i Greci, essi pensavano che la santità di un luogo, tempio o bosco si trasmettesse a chi vi si trovasse e perciò diveniva sacro ed inviolabile. Pare che l'Asilo fosse inizialmente sconosciuto ai Romani. Augusto lo concesse al tempio del divo Giulio. Gli Imperatori erano avversi a tale usanza e perciò limitavano il diritto d'Asilo.

ASOPO (C1) Figlio di Oceano e di Teti. Marito di Mètope dalla quale ebbe ventidue figli (solo due maschi). Fu trasformato da Zeus nello omonimo fiume perché aveva minacciato il dio che gli aveva violato la figlia Egìna.

ASTERIA (C1) Ninfa sedotta da Zeus che per perseguire lo scopo si trasformò in aquila, fu madre di Ercole Tirio. Zeus stanco di lei, la trasformò in quaglia. Asteria, nella sua nuova forma riparò nell'isola di Ortigia.

ASTERIO (C1) O dio degli astri. Fu re di Creta, sposò la figlia del re dei Fenici, Europa ed allevò come suoi i figli che ella aveva avuto da Zeus quando la rapì sotto forma di toro.

ASTIANATTE (C1) Figlio di Ettore e di Andromaca. Il suo nome significa difensore della città Troia. Secondo la leggenda fu precipitato dalle mura dal feroce Pirro o Neottòlemo, figlio di Achille.

ASTIDAMIA (C1) Moglie di Acasto che invaghitasi di Pèleo fu da lui respinta, lo accusò davanti al marito di averla insidiata. Pèleo per evitare di essere ucciso per adulterio, ammazzò la triste coppia.

ASTILO (C1) Uno dei Centauri, famoso indovino.

ASTIONE (C1) Bella figlia di Crise, sacerdote di Apollo, schiava di Agamennone e motivo dell'alterco scoppiato fra lui ed Achille, il quale voleva che ella fosse restituita senza riscatto al padre.

ASTREA (C1) Anche detta Dike o Dice, Figlia di Zeus e di Tèmi. Dea della giustizia, secondo la leggenda abbandonò la terra disgustata dalla malvagità degli uomini. Si rifugiò in cielo nella costellazione della Vergine.

ASTREO (C1) Figliodel titano Crio e di Euribia, sposo di Eos, con la quale generò Zefiro, Borea e Noto. 

ASTREI (C1) Erano i figli di Astrèo (erano ben 20) uno dei Titani che mosse guerra contro Zeus e fu fulminato dal Dio assieme ai figli. Astrèo fu marito di Eos.

ATALANTA o ATALANTE (C1) Figlia di Schenèo, re di Sciro. Allevata da un'orsa divenne esperta cacciatrice e velocissima nella corsa che nessuno era capace di raggiungerla. Quando il padre volle darle marito, Atalanta, ricordando quanto le era stato detto dall'oracolo, secondo il quale se si fosse sposata, pur restando in vita non sarebbe più stata una creatura umana. Allora per liberarsi dalle molestie dei pretendenti, disse che avrebbe scelto colui che fosse stato capace a vincerla nella corsa, durante la quale armata di arco, avrebbe ucciso quelli che non fossero riusciti a superarla. Atalanta si fidava caparbiamente della propria agilità anche perché già altre volte era stata messa vittoriosamente a prova nei giochi funebri in onore di Pelia e un'altra volta inseguita da due centauri non solo li aveva sorpassati ma li aveva uccisi entrambi con le sue frecce. Seppure le condizioni dettate erano crudeli e la davano vincente, i pretendenti non mancarono, già più di uno aveva pagato con la morte l'amoroso cimento. Quando si presentò Ippomene, il quale prima di esporre la vita, aveva chiesto aiuto alla dea Afrodite, che gli aveva regalato delle mele d'oro, indicandogli pure come doveva farne uso. Cominciata la gara, Ippomene fingendo di lasciar cadere inavvertitamente i vistosi frutti, proseguiva imperterrito nella corsa, mentre Atalanta vinta dalla curiosità, si chinava a raccogliere ed ammirare le insidiose mele, intanto Ippomene toccava vittorioso la mèta ottenendo così l'ambito premio. La gioia fù tale che il giovane dimenticò di ringraziare la dea che lo aveva aiutato e così causò lo sdegno della dea che abbandonò al loro destino la coppia, la quale per aver profanato il tempio della dea Cibele furono da ella mutati uno in leone e l'altra in leonessa. Non va confusa con Atalanta figlia di Iàso re di Arcadia, che ferì il cinghiale di Calidone e ne ebbe in dono le spoglie da Meleagro.

ATAMANTE (C1) Re di Tebe, separatosi dalla moglie Nefele dalla quale aveva avuto due figli, Frisso ed Elle, sposò Ino che con amare calunnie cercò in tutti i modi di indurre Atamante a sacrificare i figli avuti da Nefele. Avuto sentore di quanto si tramava ai loro danni, Frisso e Elle partirono verso la Colchide cavalcando il mitico montone dal Vello d'oro, ma lungo il viaggio Elle cadde ed annegò nel tratto di mare che prese il nome di Ellesponto in onore della ragazza. Intanto Era indignata per quanto accaduto mise Atamante a conoscenza delle trame ordite dalla moglie per renderlo parricida. Egli in un attimo di ira spiaccicò Leandro contro un muro e rincorse selvaggiamente la moglie e l'altro figlio Melicerte, sino alla riva del mare dove precipitarono ed annegarono entrambi. Afrodite impietositasi pregò Poseidone di collocare i due tra gli dei marini, dando a Ino il nome di Leucotòe (in Grecia) o Matùta (a Roma) ed al figlio Palèmone (Grecia) o Portùnno (a Roma). Ad Atamante spettò la sorte di essere mutato in fiume.

ATE (C1) Dea della sciagura e della vendetta, personificava la Fatalità. Si compieceva di procurare male agli uomini avvolgendoli nel cerchio della perdizione.

ATENA (C1) Atena era figlia di Zeus e di Metis. Così come aveva fatto Crono anche Zeus divorò la moglie incinta in modo di avere sempre con se la consigliera. finita la gestazione Zeus avrebbe partorito la figlia dalla testa. Efesto funse da ostetrico spaccandogli la testa con un colpo di scure. Atena nacque già adulta ed armata di tutto punto. Atena era una dea dalle molteplici attività; ella rappresenta l'invito alla ponderazione e alla misura. Da lei impararono l'arte i fabbri, i carpentieri navali, gli orafi, i fonditori e da lei le donne impararono l'arte di filare e tessere. Atena è pure patrona di tante altre arti e scienze, fra le quali la medicina, l'agricoltura, la pedagogia e tante altre scienze. Era raffigurata vestita di peplo con l'elmo in testa e armata di lancia e scudo. Dai Romani venne identificata con la dea Minerva.

ATLANTIDE (C1) Isola dell'Atlantico, gli antichi immaginavano si trovasse ad occidente delle colonne d'Ercole e che sarebbe improvvisamente scomparsa.

ATLANTE (C1) gigante figlio di Giapèto per aver aiutato gli altri giganti nella rivolta contro Zeus, fu condannato a reggere il peso del mondo sulle spalle. Egli possedeva il giardino delle esperidi, dove maturavano i famosi pomi d'oro. Prima che Zeus lo condannasse a quella triste pena, ebbe il tempo di avere una numerosa discendenza. figlie sue furono le Pleiadi avute da Pleione, da Etna ebbe le Iadi, da Esperide le Esperidi.

ATROPO (C1) Una delle Moire, tagliava implacabilmente il filo della vita umana. Era raffigurata con delle cesoie, una bilancia e vestita di nero con l'espressione del viso duro, arcigna e impassibile.

ATTEONE (C1) Giovane che uscito un giorno per una battuta di caccia sorprese la dea Artemide e le sue ninfe al bagno. Per incanto della dea seccata, Atteòne venne mutato in cervo, e i suoi cani non riconoscendolo lo sbranarono.

AUGE (C1) Figlia di Aleo e di Neera. Fu sacerdotessa di Atena. Violentata da Eracle, ne restò innamorata dell'eroe per tutta la vita. Dall'unione nacque Telefo.

AUGIA (C1) Re dell'Elide, aveva promesso ad Eracle la decima parte della sua immensa mandria se gli avesse ripulito le stalle dal letame, che da trenta anni infettava l'aria. Eracle per riuscire nell'impresa, deviò il fiume Alfèo che portò via tutto il letame che insudiciava le stalle. Ad opera compiuta Augia non volle rispettare la parola data e per questo Eracle lo uccise.

AUSONIO (C1-C4) Figlio che Ulisse ebbe da Calipso. Capostipite delgi Ausoni, tribù meridionali degli Umbri. Di qua la voce Ausonia per Italia.

AZAN  (C1)
figlio di Arcade, sovrano dell'Arcadia. Alla morte del padre, gli toccò in eredità la parte dell'Arcadia che da lui prese il nome di Azania.