...LA MIA COLLEZIONE...

L'appellativo di radio popolari deriva loro per l'economicità d'insieme e il numero di apparecchi prodotti (complessivamente pare circa 500.000 esemplari), causa ed effetto desiderati dal regime comunista per permettere la diffusione della radio in ogni casa. Aspetto del tutto simile alla logica che vide la nascita in Italia degli apparecchi Radio Rurale prima, dei Radio Balilla e in fine dei Radio Roma, o dei WE301 e DKE in Germania.
Ad oggi infatti un nomignolo utilizzato in Ungheria per riferirsi a quei due modelli è "radio popolare Rakosi", in memoria dell'omonimo dittatore.

In questa ottica si spiega la peculiarità di queste radio: l'assenza di un sistama di sintonia continua, rimpiazzato da un selettore agente su 3 circuiti accordati semifissi.
La popolazione desiderava radio sintonizzabili e queste erano presenti comunque nel mercato e liberamente vendute. Di contro il regime non vedeva di buon occhio il libero fruire di incontrollate trasmissioni vaganti per l'etere (considerando un simile contesto, su molte radio Ceche che ci pervengono oggi è possibile constatare come le bobine del gruppo d'AF reltive alle gamme OC-OL siano state deliberatamente manomesse). L'economia operata sul sistema di sintonia e sui particolari meccanici connessi permise dunque di perseguire due fini distinti, consentendo di proporre oggetti molto economici e stabilmente sintonizzati su emittenti nazionali.
In dettaglio, le posizioni del commutatore dei canali delle Orion 313 e 115 si riferiscono alle stazioni:

K = "Kossuth" (540kHz)
P = "Petofi" (873kHz)
O = la frequenza del ripetitore locale.

Negli ultimi modelli di 115(A-B), tra le manopole di accensione-volume e sintonia-canale ne venne aggiunta una terza, con logo Orion, per la sintonia fine dei tre canali preimpostati.

Come successo 10 anni prima in Germania per le DKE, anche per le due Orion proliferarono kit di modifica commerciali ed espedienti casalinghi per introdurre la sintonia continua e anche per sintonizzare le onde corte.