Approfondiamo le
quattro fasi
1-Lo stadio delle "grandi aspettative"
In questo stadio l'individuo pianifica l'entrata nella nuova
cultura. La progettazione e lo sviluppo dei viaggio e gli
obiettivi che vuole raggiungere lo rendono eccitato e circospetto
allo stesso tempo. Può darsi che non veda l'ora di provare nuovi
gusti culinari e nuove esperienze, anche se è preoccupato circa
il suo approccio a queste novità. Si domanda in che modo altre
persone gli verranno incontro anche se ha paura di eventuali
rifiuti. Comunque vede il futuro con ottimismo e la pianificazione
continua.
2 - Lo stadio "tutto è bello"
Quando l'individuo giunge, seppure probabilmente tra molte
difficoltà, nella nuova cultura, sente un senso di eccitamento,
di piacere e di soddisfazione per aver preso la decisione di
essere venuto in questo bel posto. Durante questa fase, quasi
tutto sembra meraviglioso. Il cibo è buonissimo, la gente sembra
amichevole. Nonostante possa provare alcuni dei sintomi sopra
citati, il suo entusiasmo e la sua curiosità superano questi
disagi minori.
3 - Lo stadio "tutto è brutto"
La luna di miele è finita!
Le situazioni si fanno più dure. Dopo un primo periodo
comincia a sentirsi più ansioso, senza riposo, impaziente e
contrariato. Gli sembra più difficile spiegarsi e farsi capire.
E' difficile incontrare qualcuno che non sia della stessa
nazionalità, che abbia voglia di comunicare e l'individuo, dopo i
primi successi, stenta ad imparare la nuova lingua. Comincia a
pensare che le "grandi aspettative" erano pura fantasia,
colorata dallo stadio in cui tutto sembrava bello ed era euforico.
La sensazione è di aver sbagliato tutto.
Questo periodo di shock culturale è segnato dalla
perdita di legami sociali con i nativi con un periodo di
depressione forse mai sperimentato prima. La confusione aumenta
con gli odori non familiari, i suoni, il cibo ed i costumi
culturali. Non solo sintomi psicosomatici, anche sentimenti di
solitudine e paura pervadono la sua esistenza. La reazione è
prevedibile. Lo stadio in cui "tutto è brutto" può
durare da poche settimane fino a diversi mesi.
Alcune persone no sperimentano mai quanto descritto in questo
stadio, mentre altre lo fanno in maniera molto sofferta.
La maggior parte degli individui in questo stadio può
incorrere nella frustrazione in una o in tutte le seguenti modalità:
A:conflitto/B:fuga/C:filtro/D:flessibilità
A: conflitto. Alcune persone dileggiano il
paese ospitante. Possono anche rifiutare i cittadini di quella
nazione e pensare che siano loro inferiori (hanno un atteggiamento
etnocentrico). Altri in questa stessa situazione disprezzano e
distruggono la proprietà altrui alimentando la colpa e
peggiorando le loro condizioni. Una simile risposta conflittuale
spesso sconfina nell'illegalità e crea problemi giudiziari,
instaurando una catena di situazioni negative.
B: fuga. Ci sono individui che cercano di
staccarsi in qualche modo dalla cultura ospitante. Gli esempi più
ovvi sono rappresentati da quelli che cercano di tornare a casa
non appena arrivati- Anche se non partono fisicamente lo fanno nel
loro immaginario; ad esempio evitano qualsiasi contatto con la
nuova cultura, non soltanto rifiutando di imparare la lingua, ma
rimanendo in contatto solo con eventuali connazionali. In questa
fase si possono sviluppare forti sensi di nervosismo, depressione,
alcolismo, uso di stupefacenti incorrere in patologie mentali, o
più semplicemente dei sentimenti nostalgici ossessivi
C: filtro. Ci sono tre tipi di comportamento:
- Cl. Negazione della realtà.
Queste persone possono negare qualsiasi
differenza tra loro e i membri della cultura ospite o tra le città
di origine e quelle in cui risiedono.
Il soggetto può rimuovere tutti gli aspetti
negativi lasciati a casa e ricordare solo quelli positivi. E' come
guardare le cose attraverso delle lenti rosa, create per un
bisogno di sicurezza
La percezione distorta si estende nei
confronti dei membri della società ospitante; non solo questo
individuo esalta il paese d'origine, ma esprime disappunto e
disgusto per la cultura ospite.
Accade quando le persone rifiutano totalmente o
quasi la "vecchia" cultura e adottano con entusiasmo
quella nuova. Qual è dunque il problema? Questo comportamento non
funziona poiché esse sono accettate nella cultura ospite
esattamente per quello che sono e possono trovarsi in situazioni
molto frustranti
D: flessibilità. E' il comportamento più
positivo della fase in cui "tutto è brutto". I soggetti
osservano, provano nuove cose, riflettono sugli eventi e operano
delle scelte; cercano di capire quello che provano e perché.
Questo processo porta allo stadio finale.
4 - Lo stadio in cui tutto (o quasi) è OK
Dopo un primo periodo di adattamento l'individuo riesce a
valutare persone e situazioni in modo sia positivo che negativo in
maniera bilanciata.
Ha finalmente imparato molte cose sulla nuova cultura e
nonostante non approvi o non gli piacciano molte componenti, si è
abituato alla maggior parte di esse. Scopre che non tutti sono
truffatori e che, come in qualsiasi altro posto, ci sono buoni e
cattivi soggetti.
I disturbi psicosomatici si fanno più radi, così come
la confusione, l'incertezza e la solitudine. Aumentano i contatti
normali con i membri della cultura ospitante e si affievolisce
l'atteggiamento difensivo.
Comincia un'accettazione di sé e degli altri. Lo stesso
percorso può essere ipotizzato per coloro che, dopo un lungo
periodo all'estero, fanno ritorno a casa e, anche se in misura
minore, facilmente ricadono nelle stesse o in altre fasi appena
citate.
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