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Una
civiltà pluralista in movimento
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La
multiculturalità, tipica della civiltà del nostro tempo
La pluriculturalità, tipica della civiltà del nostro tempo,
costituisce il quadro di riferimento nel quale ogni altra
situazione pluriculturale si inscrive e si integra.
Essa ci obbliga a porci la questione fondamentale
dell'identità culturale dell'Europa. Essa è la risultante dei
fenomeni che caratterizzano l'evoluzione delle società
industriali dell'Europa occidentale: democrazia di massa, cultura
di massa, società dei consumi, tecnocratizzazione, sviluppo
dell'urbanizzazione e della cultura urbana, potenza dei mass
media e loro privatizzazione, nuove tecnologie dell'edizione,
dell'informazione e della comunicazione (telematica, sviluppo
delle messaggerie), estensione della scolarizzazione
obbligatoria, privatizzazione del religioso e laicizzazione dello
spazio pubblico.
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In
questo frantumarsi generalizzato dei modelli culturali, si
possono inscrivere i profondi cambiamenti dei rapporti
dell'Europa con l'esterno. Come
sottolinea E. Audigier, in un quarto di secolo questi rapporti
si sono, se non invertiti, almeno resi più complessi. Ad
un'Europa penetrante succede un'Europa penetrata: penetrazione
economica, con il Giappone come elemento unificatore;
penetrazione culturale, con l'irruzione dei modelli americani
che, sostenuti dai grandi mezzi di comunicazione, si impongono
specialmente ai giovani (ma non solo a loro); penetrazione
sociale e demografica, con i movimenti migratori desiderati,
subiti o temuti, provenienti dal Sud e dall'Est.
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le
società europee hanno perduto il loro carattere di omogeneità
e sono diventate tutte quante delle società pluriculturali.
Si
è sviluppato un vasto ventaglio di opinioni filosofiche,
morali, politiche e religiose.
Queste opinioni hanno lo stesso diritto di cittadinanza e
possono esprimersi e diffondersi liberamente.
Benché esistano ancora dei punti di riferimento, essi
non sono più condivisi da tutti (vedere le prese di posizione
circa l'aborto, la contraccezione, l'eutanasia, il comportamento
sessuale); le opinioni divergono in rapporto a certi valori
che appartengono tuttavia al patrimonio spirituale comune
(vedere il matrimonio e la famiglia).
A questo proposito, esiste in Europa una molteplicità
di movimenti di ogni genere che ottengono sempre più spesso
il riconoscimento giuridico (obiettori di coscienza verso
l'aborto, il servizio militare, il pagamento delle tasse sugli
armamenti).
Questa pluriculturalità, che impregna radicalmente la società,
ha prodotto un nuovo concetto di società.
Alla nozione di società globale, si preferisce
quella di società nodale: gli individui non appartengono
più ad un tutto sociale, ma fanno parte di una molteplicità
di relazioni che si incrociano fra di loro in una moltitudine di
combinazioni possibili. In
questo contesto, si preferisce parlare di socializzazione piuttosto
che di società, perché questa si costruisce da sola in
permanenza. Si
sottolinea così il carattere relazionale e dinamico della vita
sociale e di conseguenza della cultura.
La società non si può concepire che come un processo di
socializzazione, mettendo in evidenza la complessità di un
mondo che sfugge al fantasma dell'unicità, della spiegazione
totalizzante.
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Nel
concetto di società europea pluriculturale
Nel concetto di società europea
pluriculturale, ci sembra che non si possa ignorare questa
pluriculturalità sulla quale si inscrivono - ed alla quale si aggiungono
- tutte le altre alterità. Nel
quadro della costruzione del nuovo spazio simbolico culturale e
politico dell'Europa, possiamo, per esempio, passare sotto
silenzio la diversità delle visioni religiose, areligiose,
laiciste o atee? La
comprensione e la tolleranza reciproche sono indispensabili, e
questo, noti per scetticismo, ma per rispetto delle persone e
della loro coscienza.
Il riferimento a questa pluralità
culturale ha anche il vantaggio di situare in un contesto più
ampio e più vero i problemi posti da altre civiltà o culture,
veicolate dalle popolazioni immigrate.
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Nazionalismi
e minoranze
Una
terza situazione di pluriculturalità, questa volta linguistica
risulta dalla storia dei nazionalismi, cioè dal processo di
formazione degli Stati nazionali in Europa.
Questa pluralità, del resto, non è altro che un «continuum»
che inizia dalle grandi migrazioni protostoriche per giungere
all'edificio geopolitico che si offre oggi ai nostri occhi.
L'Europa, da questo punto di vista, si è
sviluppata molto più sistematicamente nella mobilità
geografica che in un ancoraggio territoriale permanente,
stabilizzatosi solo molto più tardi.
La rappresentazione visiva della storia farebbe comparire
infatti molte più frecce che macchie.
Questa è la realtà immemorabile del l'Europa, che
l'attuale divisione delle frontiere (visione a macchie di
leopardo) maschera quasi interamente 10.
La formazione storica degli Stati nazionali e del
processo centralizzatone degli Stati in Europa, sia occidentale
che centrale ed orientale, rivela la loro genealogia etnica e
spiega l'esistenza degli Stati plurinazionali, plurilingue e
plurietnici. Questo
processo è all'origine della presenza di parecchie minoranze
(nazionali ed etniche) all'interno degli Stati nazionali.
Nella sola Europa occidentale, queste minoranze
riunirebbero più di trenta milioni di persone.
Questo
stesso processo spiega come certe etnie si trovino divise in due
o più gruppi per effetto dei confini statali.
La prossimità di questi gruppi e gli scambi che ne
derivano perpetuano in essi la coscienza di un'appartenenza
etnica comune, anche se ciascuno di essi è sempre più
penetrato dalla cultura della nazione nella quale si trova
inserito. Ecco
perché si trovano in Europa delle identità etniche (minoranze
nazionali) all'interno di una comunità soprannazionale.
A
questa pluralità etnica e linguistica derivante dalla
formazione storica dello Stato nazionale possiamo aggiungere le
situazioni plurietniche conseguenti ad annessioni o
acquisizioni, spesso arbitrarie, fatte all'indomani della prima
guerra mondiale. Bisogna
tuttavia distinguerle dalle situazioni precedenti, dato che il
concetto di minoranza è legato anzitutto al processo di
formazione della nazione ed alla storia del suo inserimento
nella nazione stessa.
La
pluriculturalità di una società caratterizzata da notevoli
minoranze etniche, con forte concentrazione territoriale, si
distingue dalle altre situazioni di pluriculturalità a causa
della sua carica eminentemente politica e delle rivendicazioni
autonomiste rispetto allo Stato nazionale come mostra l'attuale
contesto di risveglio delle nazionalità.
Il
problema delle minoranze etniche tocca, attualmente ed in
prospettiva, più particolarmente i paesi dell'Europa
sud-orientale ed orientale.
L'Europa sud-orientale è caratterizzata da una
composizione etnica molto eterogenea
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