Configurazioni e combinazioni di carico.

Ai fini della determinazione delle sollecitazioni più gravose nelle sezioni di una trave continua, il numero di configurazioni di carico da considerare e la modalità operativa per la loro combinazione sono in relazione sia al numero delle campate sia alla metodologia di calcolo strutturale adottata (Stati limite ultimi, di esercizio e tensioni ammissibili).

 

L'applicazione del carico anche sugli sbalzi produce un aumento del momento nelle sezioni A e B e una sua riduzione nella sezione C.

Non sempre il carico risulta più pericoloso per la struttura quando è applicato su ogni suo elemento. Ad esempio, si consideri la trave appoggiata a doppio sbalzo in figura e si disponga il carico dapprima sull'intera struttura e successivamente solo sul tratto AB.

 

Dall'analisi dei due diagrammi dei momenti, risulta evidente che la prima configurazione di carico risulta più pericolosa per il dimensionamento delle sezioni A e B mentre, per la sezione di mezzeria C, è la seconda configurazione di carico a produrre l'effetto più gravoso.

 

Categorie di carico.

Le Norme Tecniche per le Costruzioni distinguono tre diverse categorie di carico:

Se il carico permanente non strutturale G2 è ben definito (ad esempio il carico derivante dalla muratura perimetrale di un edificio) esso può essere assimilato al carico permanente strutturale G1.

 

Il calcolo agli stati limite.

La metodologia di calcolo, semiprobabilistica, non prevede dei valori dei carichi "certi". All'indecisione sulla loro entità si cerca di sopperire mediante l'applicazione di coefficienti.

I coefficienti possono essere maggiorativi se l’effetto del carico è sfavorevole, riduttivi (o pari a zero) se l’effetto del carico è favorevole.

 

Nel calcolo agli stati limite ultimi strutturali (SLU STR) i coefficienti risultano pari a:

Ä  gG1,sfav = 1,3 per i carichi permanenti strutturali G1;

Ä  gG1, fav = 1 per i carichi permanenti strutturali G1;

Ä  gG2,sfav = 1,5 per i carichi permanenti non strutturali G2;

Ä  gG2,fav = 0  per i carichi permanenti non strutturali G2;

Ä  gQ,sfav = 1,5 per i carichi variabili Q;

Ä  gQ,fav = 0 per i carichi variabili Q;

 

Nel calcolo agli stati limite ultimi di equilibrio (SLU EQU) i coefficienti risultano pari a:

Ä  gG1,sfav = 1,1 per i carichi permanenti strutturali G1;

Ä  gG1, fav = 0,9 per i carichi permanenti strutturali G1;

Ä  gG2,sfav = 1,5 per i carichi permanenti non strutturali G2;

Ä  gG2,fav = 0  per i carichi permanenti non strutturali G2;

Ä  gQ,sfav = 1,5 per i carichi variabili Q;

Ä  gQ,fav = 0 per i carichi variabili Q.

 

Agli stati limite ultimi di esercizio (SLE) i coefficienti sfavorevoli sono posti unitari, quelli favorevoli, ad eccezione di G1, sono posti uguali a zero (carico non presente).

Ä  gG1,sfav = 1 per i carichi permanenti strutturali G1;

Ä  gG1, fav = 1 per i carichi permanenti strutturali G1;

Ä  gG2,sfav = 1 per i carichi permanenti non strutturali G2;

Ä  gG2,fav = 0  per i carichi permanenti non strutturali G2;

Ä  gQ,sfav = 1 per i carichi variabili Q;

Ä  gQ,fav = 0 per i carichi variabili Q.

 

Il calcolo alle tensioni ammissibili.

Il calcolo è condotto con la stessa metodologia adottata per gli stati limite di esercizio (combinazione caratteristica rara).

 

Le configurazioni di carico

Nel calcolo agli stati limite SLU STR al carico permanente strutturale G1, sempre presente, è attribuito il medesimo coefficiente (favorevole o sfavorevole) per tutte le campate: ciò dà luogo a due diversi diagrammi delle sollecitazioni: il primo calcolato senza amplificare il carico (gG1, fav = 1), il secondo con valori proporzionali al primo, con un coefficiente di proporzionalità pari a gG1,sfav = 1,3.

Per lo stesso carico, nel calcolo agli stati limite SLU EQU, sono attribuiti due coefficienti (gG1, fav = 0,9  gG1,sfav = 1,1) che possono essere diversi nelle singole campate, dando luogo a 2n configurazioni di carico, dove n è il numero delle campate.

 

Nell’esempio si hanno 22 = 4 configurazioni di carico.

 

In tutti gli stati limite i carichi permanenti non strutturali G2 e variabile Q possono essere presenti (eventualmente amplificati gsfav) oppure no ( il che è equivalente a gfav = 0), dando  luogo a 2n-1 configurazioni di carico, dove n è il numero delle campate (la configurazione con il carico nullo su tutte le campate è, ovviamente, priva d’interesse ed è stata sottratta dal numero totale).

Nell’esempio si hanno 22-1 = 34 configurazioni di carico.
La configurazione con tutte le campate scariche non è stata presa in considerazione

 

 

I diagrammi inviluppo.

Per ogni configurazione di carico sono calcolate le sollecitazioni. I valori massimi positivi e negativi risultanti dal confronto danno luogo ai diagrammi inviluppo delle sollecitazioni, che costituiscono la base del successivo calcolo strutturale.

In pratica, se si disegnassero, sovrapponendoli, i diagrammi di tutte le configurazioni, il diagramma inviluppo si potrebbe ottenere unendo tutti i punti più esterni (positivi e negativi). Ciò dà luogo a diagrammi che non sono più continui nel passaggio tra la zona positiva a quella negativa e che presentano tratti con valori sia positivi sia negativi.

 

I diagrammi inviluppo.

 

La combinazione dei carichi

Gli effetti dei carichi sono combinati attraverso una formula di correlazione del tipo

La modalità di combinazione non è lineare ed i carichi variabili intervengono con un’intensità (valore di combinazione) legata alla loro probabilità di essere contemporaneamente presenti sulla struttura. Ad esempio su un tetto è improbabile che la massima pressione del vento si verifichi contemporaneamente alla massima nevicata.

 

Presenza del carico di esercizio.

 

I valori dei momenti originati dal carico permanente g e da quello di esercizio q hanno lo stesso segno nelle sezioni B ed E e segno opposto in D.

Con la presenza del carico di esercizio q il momento in B ed E aumenterà mentre quello in D subirà una riduzione.

Si supponga, ad esempio, di voler valutare l'effetto del carico di esercizio q agente sulla campata BC di un solaio a due campate caratterizzato dal peso proprio g, nel caso della combinazione caratteristica rara (SLE).

La formula di correlazione

diventa

Il peso proprio è permanente mentre il carico di esercizio può essere presente oppure no.

Poiché il momento della combinazione di carico complessiva in ogni sezione è dato dalla correlazione dei momenti che si verificano nelle due distinte situazioni, si può facilmente dedurre che:

Ä  le sezioni B ed E vanno dimensionate considerando la presenza del carico di esercizio in quanto i rispettivi momenti, dello stesso segno, finiscono per sommarsi.

Ä  la sezione D è da dimensionarsi, al contrario, senza considerare il carico di esercizio poiché quest'ultimo produce un momento di segno opposto rispetto a quello originato dal carico permanente, con una conseguente riduzione del valore finale. Nel caso delle strutture in cemento armato la situazione è ancora più complessa: se, infatti, il momento negativo è maggiore, in valore assoluto, di quello positivo, si viene a determinare una pericolosa inversione di segno che richiede un diverso posizionamento delle armature resistenti.

 

 

Valori di combinazione dei carichi.

Con riferimento alla durata percentuale relativa ai livelli di intensità dell’azione variabile, si definiscono:

·         valore quasi permanente y2j×Qkj: la media della distribuzione temporale dell’intensità;

·         valore frequente y1j×Qkj: il valore corrispondente al frattile 95 % della distribuzione temporale dell’intensità e cioè che è superato per una limitata frazione del periodo di riferimento;

·         valore raro (o di combinazione) y0j×Qkj: il valore di durata breve ma ancora significativa nei riguardi della possibile concomitanza con altre azioni variabili.

 

Categoria/Azione variabile

y0j

y1j

y2j

Categoria A Ambienti ad uso residenziale

0,7

0,5

0,3

Categoria B Uffici

0,7

0,5

0,3

Categoria C Ambienti suscettibili di affollamento

0,7

0,7

0,6

Categoria D Ambienti ad uso commerciale

0,7

0,7

0,6

Categoria E Biblioteche, archivi, magazzini e ambienti ad uso industriale

1,0

0,9

0,8

Categoria F Rimesse e parcheggi (per autoveicoli di peso 30 kN)

0,7

0,7

0,6

Categoria G Rimesse e parcheggi (per autoveicoli di peso > 30 kN)

0,7

0,5

0,3

Categoria H Coperture

0,0

0,0

0,0

Vento

0,6

0,2

0,0

Neve (a quota 1000 m s.l.m.)

0,5

0,2

0,0

Neve (a quota > 1000 m s.l.m.)

0,7

0,5

0,2

Variazioni termiche

0,6

0,5

0,0

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