Amo molto i libri. Un libro è un oggetto prezioso, di per sè, anche se a volte riserva qualche delusione quando ne esploriamo il contenuto. Per mettermi al riparo da questo rischio, spesso mi rifugio nei classici, quei bei romanzi che lasciano spaziare la fantasia fra gente e vita, e sempre ci rappresentano sentimenti credibili, e scoperte. Sono i grandi scrittori che, come dice Ivano Fossati , sanno far muovere insieme i vivi e i morti. Alcune di queste letture rimangono nel sangue per sempre e ci accompagnano, discretamente e in sordina, nella nostra avventura nel mondo. Una manciata di quelle che più mi sono rimaste vicino, raccolte un po' alla rinfusa, sono elencate a destra, con un breve commento, non da critico, ma da lettrice. Sui nomi degli scrittori trovate un link a pagine dedicate. |
|
romanzo (Rio de Janeiro, 1963)
romanzo (USA, 1957)
Jack Kerouac era nato nel 1922, cioè era della stessa generazione di mio padre. Non riesco a immaginare due persone più differenti, anche temporalmente. Eppure erano coetanei. Ma mio padre era cresciuto nella spessa ombra del fascismo, aveva fatto la guerra, incluso un breve e intenso soggiorno in Pomerania, e quando era tornato a casa, ebbe il suo daffare a ricomporre i pezzi. JK, un singolare tipo di mistico cattolico solitario, nel frattempo, faceva 40.000 km in 18 giorni e inventava la beat generation e tutta la contro cultura del dopoguerra. Il suo libro è un documento prima di essere un romanzo, ma, quel che è bello è che un romanzo prima di essere un documento. Mi piace perchè... the only people for me are the mad ones, the ones who are mad to live, mad to talk, mad to be saved, desiderous of everything at the same time, the ones who never yawn or say a commonplace, but burn, burn, burn like fabulous roman candles... - ...le uniche persone per me sono i pazzi, quelli che sono pazzi di vivere, pazzi di salvarsi, che desiderano tutto nelle stesso tempo, quelli che non sbadigliano mai e non dicono mai un luogo comune, ma bruciano, bruciano, bruciano, come favolose fiaccole romane... |
romanzo (USA, 1939)
La prosa di Steinbeck è limpida e diretta, la sua lingua essenziale. Ma in questo libro è spesso costretta a intorbidirsi, a sfrangiarsi, senza per questo perdere efficacia. L'epopea disperata dell'emigrante, alla ricerca vana di un lavoro, che gli restituisca dignità e speranza, è di un'attualità inquietante. E non a caso Bruce Springsteen, 'the boss', intitola The ghost of Tom Joad , il fantasma di Tom Joad, che del romanzo è il protagonista, una delle sue ballate più celebri. Ma se Tom Joad è l'America, è già un mito distrutto, perchè il romanzo non offre via d'uscita, non suggerisce riscatto, anzi non può che chiudersi nel fango di una tempesta senza riparo, dove tutto è perduto per i vinti. Ancora più disperato è quel gesto di pietà, più inevitabile che deliberato, della giovane sorella di Tom che ha appena partorito un bambino morto e offre le sue mammelle gonfie di latte a un uomo che sta morendo di fame. |
romanzo (Londra, 1874)
Ecco un romanzo a lieto fine, fatto assai singolare perchè l'autore è Thomas Hardy, il poeta della maledizione del vivere. E' questo il suo primo romanzo di successo, centrato su due grandissime figure protagoniste, forti e positive, ciascuna a suo modo. Un intreccio avvincente, che mi ha coivolto al punto di sentirmi sinceramente innamorata di Gabriel Oak, il pastore che conosce ogni segreto delle sue pecore ed è l'unico in grado di sanarle quando rompono il recinto e, vinte dalla gola, brucano il giovane, mortale, trifoglio. Le pecore sono gonfie come otri e c'è solo una persona in tutto il Wessex (contrada dell'Inghilterra dove si svolge la storia) che conosce la giusta manovra per salvar loro la vita. Questo è solo uno degli episodi di cui il romanzo è ricco, accanto a una storia d'amore che ha della soap opera nella sua accezione più eccellente. Il tutto immerso in un'atmosfera quasi da favola, quella della nebbiosa e ricca campagna inglese, in cui soltanto i nomi dei luoghi sono frutto di fantasia. |
romanzo (Berlino, 1895)
Un vero classico, anche se molto particolare. Ancora la storia di una donna, raccontata da un uomo, come in altri capolavori indimenticabili, la Madame Bovary di Flaubert, l'Anna Karenina di Tolstoj e la Nora Helmer di 'Casa di bambole' di Ibsen, per citarne solo alcune. Un libro che fa tremare. Ancora non so spiegarmi perchè, ma quando l'ho finito di leggere, non riuscivo a prendere sonno. La storia di un tradimento, non scelto, non premeditato, la storia di un peccato di solitudine, ma un peccato che le grigie brume di una Germania quasi selvaggia non potevano perdonare. Con una scrittura sapiente, e invidiabile per chi la sa creare, come sono invidiabili le melodie dei grandi musicisti, è costruito con pochissimi personaggi, intorno a un unico, scarno, avvenimento, ma tuttavia traccia senza fatica un affresco di quella che è l'insidia più cattiva della nostra vita sociale, la punizione inesorabile per qualcosa di cui a mala pena ci sentiamo responsabili. |
romanzo (1939)
Scegliere un'opera della Yourcenar, preferendola alle altre, è impresa ardua, tanto grande è la sua scrittura sia nei famosi capolavori "Memorie di Adriano" e "l'Opera al nero" sia negli scritti cosidetti minori. Ma "Il colpo di Grazia" è stato un amore a prima vista, fin da quando lo lessi poco più che adolescente, ignorando tutto o quasi dell'autrice. Con le parole della stessa MY, questo breve romanzo rappresenta "un conflitto di passioni e di volontà quasi puro" ed è il tipico caso in cui ogni critica, qualsiasi commento appare sbiadito e fuori luogo tanto le pagine parlano da sole. Ciò che maggiormente mi affascinò alla prima lettura, e continua ad affascinarmi quando lo prendo in mano, è la potenza e l'intensità della scrittura, parole che sembrano scolpire immagini e sensazioni, creare dinanzi ai nostri occhi scene e atmosfere, senza un'incertezza, senza una sbavatura. La storia è molto romantica, quasi un brandello di Ottocento in rovina che si insinua nel Novecento in costruzione. Se lo smarrimento morale, di cui parlano tutti i critici, lo percepiamo così attuale, non è tanto perchè precorra i tempi, ma perchè li travalica, ne supera ogni confine, assumendo una valenza universale. |
English version |
© 2000 Carla Marchetti
November 2000 |
torna all'indice |