GESU' IL CRISTO PAG.2


IL CERTO

Un fatto certo (in quanto assai ben documentato e storicamente accertato) è che la Palestina era sotto il diretto controllo romano dalla data del 4 a.C. (morte di Erode [che faceva da "cuscinetto" tra israeliani ed Impero], all'epoca della quale Gesù doveva avere circa due anni). La nomina di Archelao a etnarca di Giudea e Samaria e di Erode Antipa a tetrarca di Galilea, entrambi figli di Erode e scelti nel ruolo dall'Impero Romano) servì solo a procrastinare l'impatto diretto ed incisivo della dominazione romana sino al 6 d.C., data della destituzione di Archelao.
Ed il 6 d.C. è anche la data del censimento che provocò la rivolta guidata da Giuda di Galilea a da Saddok. Come appare facilmente comprensibile il censimento ordinato dai romani è in diretta correlazione con il pagamento del tributo personale a Roma (al fine di poter riscuotere regolarmente il tributo da tutti gli interessati era necessario averli "censiti"), che è poi la reale causa della rivolta.
Altrettanto certo è che di tutte le regioni conquistate la Palestina è stata quella che ha provocato all'Impero maggiori seccature e che è stata necessaria (politicamente e militarmente) la diaspora (e cioè la dispersione degli ebrei tra le varie parti dell'Impero) per risolvere (apparentemente) la questione giudea (termine usato in senso lato) una volta per tutte.

Si è trattato, per quanto mi è noto, dell'unico caso in cui una popolazione pragmatica, poco incline all'astrazione e relativamente indifferente alle credenze religiose dei popoli conquistati (come i Romani), si sia sentita in dovere di attuare una politica così dura e repressiva nei confronti di una (intera) nazione conquistata.

La distruzione di Masada (fortezza degli zeloti e ribelli ebrei - foto a pag.6) e gli eventi del 70 d.C., precedute dalla rivolta di Giuda di Galilea (alla base della quale vi era il carattere religioso degli ideali che condussero Giuda [un rabbino] e Saddok [un fariseo] a suscitare la ribellione nella popolazione in occasione del censimento, così come raccontato da Giuseppe Flavio [episodio raccontato sia nella sua "storia della guerra degli ebrei contro i romani" sia nelle "antichità degli ebrei"]. L'occasione risulta fornita dal Censimento effettuato da P.Sulpicio Quirinio, legato di Siria, su incarico di Augusto), e dalle numerose successive insurrezioni con la medesima matrice, insieme con il quasi contemporaneo evento della eradicazione e della distruzione da parte di Vespasiano della comunità di Qumran (68 d.C.[vedere anche i recenti lavori di Heisenman sui legami tra Gesù e la comunità essena, ricavati/dedotti dallo studio dei rotoli di Nag Hammadi];da ricordare gli stretti legami esistenti tra Qumran, Masada e zeloti o Kannã'im), rappresenta l'aspetto terminale dell'intera faccenda, con il suicidio di massa di quasi tutti gli "zeloti" ed i patrioti ebrei asserragliati nella fortezza (occorre però ricordare che si verificarono, anche negli anni successivi ed in molte altre località dove nuclei di ebrei si erano insediati, molte insurrezioni contro la dominazione romana o contro confessioni religiose concorrenti).
Vale la pena di ricordare che Joyce, nel suo libro "Jesus Scrolls" riferisce di aver potuto vedere personalmente un rotolo rubato dagli scavi in Masada (che gli era stato chiesto di esportare illegalmente) che risultava firmato da Ya'akob ben Gennesareth, da lui identificato con Gesù di Genezareth, figlio di Giacobbe (curioso soprattutto se collegato all'ipotesi di una eventuale sopravvivenza di Gesù alla crocifissione).

La durissima guerriglia , condotta dagli ebrei per oltre cent'anni (una vera e propria guerra di liberazione nazionale), lasciò tra i romani una sensazione di fastidio per tutte le forme di fanatismo, peraltro già presente nell'ambito imperiale (che con tolleranza aveva assimilato culti e religioni diversissime tra loro), e specialmente per quelle (forme di fanatismo) che anteponevano la fede religiosa alla ragione di stato (rifiutando anche di pagare il dovuto tributo a Roma) e costituisce sicuramente una spiegazione ed una giustificazione per le contraddizioni e le inspiegabili trascuratezze che ritroviamo nei vangeli sinottici ed in tutta la documentazione paleocristiana dei primi tre secoli d.C..

La necessità di predicare una dottrina che trovasse accoglienza in comunità (in origine probabilmente soltanto giudee, anche se forse con connotazioni ellenistiche e gnostiche fortemente permeate di influssi platonici) che dovevano sopravvivere in un contesto dominato e controllato dai romani, sembra essere il motivo guida di tutti e quattro i vangeli canonici, con il pressante ed indispensabile tentativo di manlevare i romani da ogni responsabilità (ricaduta, per mancanza di altri colpevoli o per ragioni di competizione tra comunità/sette che convivevano nei medesimi siti, sui compatrioti di Gesù).


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