Giovanni Battista è il santo
più raffigurato nell’arte di tutti i secoli; non c’è si può dire, pala d’altare
o quadro di gruppo di santi, da soli o intorno al trono della Vergine Maria, che
non sia presente questo santo, rivestito di solito con una pelle d’animale e con
in mano un bastone terminante a forma di croce.
Egli è l’ultimo profeta
dell’Antico Testamento e il primo Apostolo di Gesù, perché gli rese
testimonianza ancora in vita. È tale la considerazione che la Chiesa gli
riserva, che è l’unico santo dopo Maria ad essere ricordato nella liturgia,
oltre che nel giorno della sua morte (29 agosto), anche nel giorno della sua
nascita terrena (24 giugno); ma quest’ultima data è la più usata per la sua
venerazione, dalle innumerevoli chiese, diocesi, città e paesi di tutto il
mondo, che lo tengono come loro santo patrono.
Quando Giovanni nacque, il
padre Zaccaria che all’annuncio di Gabriele era diventato muto per la sua
incredulità, riacquistò la voce, la nascita avvenne ad Ain Karim a circa sette
km ad Ovest di Gerusalemme, città che vanta questa tradizione risalente al
secolo VI, con due santuari dedicati alla Visitazione e alla Natività.
Della sua infanzia e giovinezza non si sa niente, ma quando ebbe un’età
conveniente, Giovanni conscio della sua missione, si ritirò a condurre la dura
vita dell’asceta nel deserto, portava un vestito di peli di cammello e una
cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano locuste e miele
selvatico.
Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio (28-29 d.C.), iniziò la sua
missione lungo il fiume Giordano, con l’annuncio dell’avvento del regno
messianico ormai vicino, esortava alla conversione e predicava la penitenza.
Da tutta la Giudea, da Gerusalemme e da tutta la regione intorno al Giordano,
accorreva ad ascoltarlo tanta gente considerandolo un profeta; e Giovanni in
segno di purificazione dai peccati e di nascita a nuova vita, immergeva nelle
acque del Giordano, coloro che accoglievano la sua parola, cioè dava un
Battesimo di pentimento per la remissione dei peccati, da ciò il nome di
Battista che gli fu dato.
Anche i soldati del re Erode Antipa, andavano da lui a chiedergli cosa potevano
fare se il loro mestiere era così disgraziato e malvisto dalla popolazione; e
lui rispondeva: “Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno e contentatevi
delle vostre paghe” (Lc 3, 13).
Molti cominciarono a pensare che egli fosse il Messia tanto atteso, ma Giovanni
assicurava loro di essere solo il Precursore: “Io vi battezzo con acqua per la
conversione, ma colui che viene dopo di me è più potente di me e io non sono
degno neanche di sciogliere il legaccio dei sandali; egli vi battezzerà in
Spirito Santo e fuoco”.
E alla delegazione ufficiale,
inviatagli dai sommi sacerdoti disse, che egli non era affatto il Messia, il
quale era già in mezzo a loro, ma essi non lo conoscevano; aggiungendo “Io sono
la voce di uno che grida nel deserto: preparate la via del Signore, come disse
il profeta Isaia”.
Anche Gesù si presentò al Giordano per essere battezzato e Giovanni quando se lo
vide davanti disse: “Ecco l’Agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato dal
mondo!” e a Gesù: “Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me?” e
Gesù: “Lascia fare per ora, poiché conviene che adempiamo ogni giustizia”.
Allora Giovanni acconsentì e lo battezzò e vide scendere lo Spirito Santo su di
Lui come una colomba, mentre una voce diceva: “Questo è il mio Figlio prediletto
nel quale mi sono compiaciuto”. Da quel momento Giovanni confidava ai suoi
discepoli “Ora la mia gioia è completa. Egli deve crescere e io invece
diminuire” (Gv 3, 29-30).
La sua missione era compiuta, perché Gesù prese ad iniziare la sua predicazione,
aveva formato il gruppo degli apostoli e discepoli ed era seguito da una gran
folla; egli aveva predicato proprio per questo, preparare un popolo degno, che
accogliesse Gesù e il suo messaggio di Redenzione.
Erode fece arrestare e mettere
in carcere Giovanni su istigazione di Erodiade, la quale avrebbe voluto che
fosse ucciso, ma Erode Antipa temeva Giovanni, considerandolo uomo giusto e
santo, preferiva vigilare su di lui e l’ascoltava volentieri, anche se restava
molto turbato.
Ma per Erodiade venne il giorno favorevole, quando il re diede un banchetto per
festeggiare il suo compleanno, invitando tutta la corte ed i notabili della
Galilea. Alla festa partecipò con una conturbante danza anche Salomè, la figlia
di Erodiade e quindi nipote di Erode Antipa; la sua esibizione piacque molto al
re ed ai commensali, per cui disse alla ragazza: “Chiedimi qualsiasi cosa e io
te la darò”; Salomé chiese alla madre consiglio ed Erodiade prese la palla al
balzo, e le disse di chiedere la testa del Battista.
A tale richiesta fattagli dalla ragazza davanti a tutti, Erode ne rimase
rattristato, ma per il giuramento fatto pubblicamente, non volle rifiutare e
ordinò alle guardie che gli fosse portata la testa di Giovanni, che era nelle
prigioni della reggia.
Il Battista fu decapitato e la sua testa fu portata su un vassoio e data alla
ragazza che la diede alla madre. I suoi discepoli saputo del martirio, vennero a
recuperare il corpo, deponendolo in un sepolcro; l’uccisione suscitò orrore e
accrebbe la fama del Battista.
Molti testi apocrifi, come anche i libri musulmani, fra i quali il Corano,
parlano di lui; dai suoi discepoli si staccarono Andrea e Giovanni apostoli per
seguire Gesù. Il suo culto come detto all’inizio si diffuse in tutto il mondo
conosciuto di allora, sia in Oriente che in Occidente e a partire dalla
Palestina si eressero innumerevoli Chiese e Battisteri a lui dedicati.
La festa della Natività di S. Giovanni Battista fin dal tempo di s. Agostino
(354-430), era celebrata al 24 giugno, per questa data si usò il criterio,
essendo la nascita di Gesù fissata al 25 dicembre, quella di Giovanni doveva
essere celebrata sei mesi prima, secondo quanto annunciò l’arcangelo Gabriele a
Maria.
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