Parrocchia S.Giovanni Battista Casale POPOLO (in dialetto Popal) "Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni"
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Al Popal 'd' na vota A cura di Giuseppe Deandrea Questa è il titolo di una ricerca eseguita da Giuseppe Deandrea (dal Batistin), con alcuni collaboratori di Popolo principalmente riferita agli anni cinquanta e sessanta, sul vecchio dialetto, sui ricordi, sui modi di dire, sui proverbi e sui soprannomi. Il penare a quel periodo ritornano alla memoria le persone (genitori, parenti, amici), il modo di vivere, gli oggetti, le aggregazioni rappresentati di un mondo ora profondamente cambiato. Si inizia con i soprannomi suddivisi per cantone, incominciando dal Cavallino: Murandin Bertinetti operaio Furmjia Boda Scartocc Cartozzi operaio Moru Solerio agricoltore Cudun-a Demichelis operaia Chin Cabiati agricoltore Lasagnin Cappa falegname Magrun Deandrea agricoltore Gratin Cappa negozio alimentari Lüsèrta Solerio agricoltore Biundin Solerio agricoltore Giamò Bruno agricoltore Bacian Guaschino agricoltore Buiuni Pavan panettiere Tufla Solerio agricoltore Büscaia Coppa muratore Urtlan Mazzucco ortolano Ghitin Deflessi agricoltore Pumi Solerio operaio Pudrina agricoltore (Giuanin dal Iacu) Solerio agricoltore (Batistin) Deandrea (mio padre) agricoltore (Carlin Cristin-a) Cabiati operaio Leggendo questi soprannomi mi passano davanti agli occhi tutte quelle persone, quelli ancora usati sono Biundin e Sigalin. Nomi di località : Masarin, Bulli, Bulli lunghi, Dos, Binda Gli abitanti del cantone erano definiti: i maiun (con tante maglie) Curiosità: esistenza di un pozzo di acqua solforosa verso il Po, nel casinot dal Barban, Dal Vasot allevamento di conigli d’Angora, bellissimi, bianchi con gli occhi rossi, cessato con ma diffusione della Mixomatosi, grave malattia virale. Cantone Chiesa: Murandin Bertinetti (un fratello a Cavallino) ortolano Maghèra Deandrea agricoltore Palli Cappa negozio di prodotti per l’agricoltura Minetta Solerio agricoltore Fidrigun Cappa commerciante Carlubeucc Prati mediatore , Cecco rus Coppa Cioca Ferraris agricoltore Barbis Robiola Pruta Deandrea commerciante di maiali Sciavandun Deandrea agricoltore Faruna Angelino agricoltore Cifun Deambrogio Avucat di povar Mombello Piciota Costanzo Nasciu Angelino agricoltore Tufla Solerio (una sorella a Cavallino) minatore Giamò Bruno agricoltore Nin-a dal Giursè Ceraf Cappa emigrante Uin Solerio negozio-tabaccheria Balarin-a Alberti Località: Burlet, Bulun, la strà neuva (la strada della banca) Astuzia contadina: mio cugino Maghèra mi ha raccontato che i tedeschi durante la guerra requisivano tutti i cavalli; lui aveva una cavalla col giovane puledro, ai tedeschi presentò il puledro, fortunosamente lo rimandarono a casa, perché inadatto ai loro scopi. Propose a mio padre di presentare anche lui lo stesso puledro; gli è andata bene così salvarono i loro cavalli. Aneddoto: Il Cicot Tufla aveva perso un occhio in un incidente; una volta viaggiando in treno si era seduto nel posto riservato agli invalidi e mutilati (cos’ì era scritto una volta), il controllore lo redarguisce e il Cicot con l’imbarazzo dei presenti, si toglie l’occhio di vetro prendendolo in mano e dicendo:”non sono forse invalido?” Il cinema: in un capannone abbastanza vicino alla Chiesa, c’era il cinema Ninfeo dove si proiettava il film alle domeniche pomeriggio, a far girare la pellicola c’era Papèla (Carena Francesco). Mi ricordo di aver visto il film strappa-lacrime: I figli di nessuno del 1951 con l’attore Amedeo Nazzari Curiosità: nella pubblicità del suo negozio il Gianni usava il soprannome e scriveva:”Cappa Gianni Palli” Cantone Corno: Logia Scamuzzi agricoltore Pinciu Silano agricoltore Quaciun Cappa agricoltore Squarciun Serralunga acquaiolo Gran can Deambrogio agricoltore Cilin Guaschino agricoltore Tilasciu Arseniato agricoltore , Giambruni Guaschino agricoltore Gambalunga Cappa Ciapalard Silano Gagà Deambrogio Ghirun Cappa cavatore Rusin d’la Baducca Deambrogio ranatè Papèla Carena coiffeur Baletti Guaschino negoziante Pulu Angelino Sensa caruati Andreone Tastun Damnotti Mapulu Coppa Gnaset Guaschino ferroviere Raschèt Rasca Sochi (S dolce) Guaschino cavatore Bèrru Costanzo cavatore Pastasùccia Guaschino Magnaghin Cappa agricoltore Sigulin Cappa cavatore Piciò Costanzo cavatore Cù bas Costanzo Cù arpatà Bibjin Guaschino Lapabreu Savatè Zavattaro Paciuni Pacifico Duminipetta Migliati Cupartun Uracco Cudin Cappa Ratin Deandrea Pipetu Deandrea Budinoli Uracco Artisan Costanzo Falop Guaschino Sautaciuendi Can dal plùcc Tapin Siasin Gibota Busardot Guaschino Marandon 48 soprannomi sono veramente tanti! Notizie e personaggi: Località: Masètta, Ghèt, Gir d’la crus, Ustranun, Punt dal iasi, Punt dal strji, Casun, l’Isula, la Trova
Costanzo Eusebio (al Seubi): non si può parlare di Corno, riferendosi a 50 anni fa, senza ricordare questo personaggio; sarto da uomo, comunista DOC, era dotato di capacità di comunicazione e di intrattenimento a dir poco eccezionali: mentre cuciva nel cortile raccontava storie ai ragazzi, seduti sui gradini della scala esterna. D’estate portava i ragazzi a fare campeggio lungo il torrente Marcova. Io non l’ho conosciuto, ma ne avevo sentito parlare con entusiasmo dai miei compagni di scuola alle elementari. La figlia Gina, attualmente alla casa di riposo di Balzola, mi ha detto che con mio padre c’era molta amicizia. Per i ragazzi era un educatore: qualche giorno fa la Iole mi ha detto:”ai matocc ai mustava ben”, e che una parte dei soprannomi li aveva appioppati lui. Inoltre intratteneva adulti e ragazzi leggendo romanzi di avventura, nel modo che solo lui sapeva, catturando l’attenzione di tutti, nel salone della casa del popolo. Seubi si distingueva anche nell’aiutare chi veniva a trovarsi in difficoltà, come ad esempio per ricoveri in ospedale, dato che allora non c’era la mutua. Ho avuto la foto da sua figlia Gina attualmente alla casa di riposo di Balzola. Convinzioni politiche: In passato Casale Popolo era conosciuto come una frazione molto “ROSSA”, dei vari cantoni quello più rosso era Corno, addirittura era chiamato “il CREMLINO” Alluvione: So di andare fuori tema parlando di tempi più recenti, ma non posso far a meno di ricordare le due alluvioni dell’autunno 1994 e 2000. Essendo il cantone più basso di livello di tutti gli altri, anche le due alluvioni hanno sommerso maggiormente le case (un metro d’acqua la prima e un metro e mezzo la seconda) e l’acqua ha defluito più lentamente con maggiore danno. Si dice che il tempo lava le ferite, ma nell’intimo l’esperienza negativa di questo genere rimane, ancora adesso quando piove tanto e per più giorni, diverse persone anziane mi hanno detto che prende loro l’angoscia e la paura. Ricordi personali: Domenico Gagà mi ha detto che durante la guerra era stato abbattuto un aereo americano dalla contraerea tedesca, lui era corso a vedere il relitto, era stato molto impressionato dai cadaveri dei militari americani, dei quali uno era nero. Nell’anno 1965 o 1966 mio padre aveva affittato un pezzo di terreno da riso vicino alla Casinota, avendo poca esperienza diretta della sua coltivazione, Pierino Logia glie lo aveva seminato gratis, messo il verderame alla bocchetta per combattere le alghe (il craciun), mentre Gusto Quarciun aveva regalato tante piantine di riso da trapiantare dove era nato male. Mia madre si sottoponeva a dialisi ed incontrava sovente in ospedale Ovidio Mapulu, anche lui dializzato ed avevano stretto una certa amicizia, per i loro rapporti sono stato qualche volta a casa sua. Per i soprannomi e notizie varie si ringrazia vivamente Iole Guaschino, Loredana Rasca, Guido Cappa, Mariuccia Guaschino, Mauro Costanzo e Iside Cabiati.
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