PERUGIA
Bandiera di Perugia, capoluogo dell'Umbria e città di antichissima origine umbro-etrusca. Drappo armeggiato, riproducente lo stemma "di rosso al grifo d'argento". È questa una delle più antiche insegne comunali (XI secolo) presa direttamente dalla cultura etrusca; il grifo è infatti l'animale mitico più celebre e popolare prodotto dall'arte etrusca. Sullo stemma moderno (riconoscimento del 3 giugno 1941), e quindi anche sulla bandiera, il grifo è in posizione rampante e coronato d'oro. (Vexilla Italica, 1, 1987)
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Bandiera di Firenze, città d'arte tra le più importanti del mondo, capoluogo della Toscana e, dal 1865 al 1871, capitale d'Italia. Il giglio è il simbolo di Firenze fin dal secolo XI. All'inizio era bianco in campo rosso, ma nel 1251 i colori furono invertiti dai guelfi al potere, perché nel 1215 i ghibellini avevano fatto dell'insegna rossa l'emblema della loro parte. Si suppone che il giglio, o giaggiolo (Iris florentina), abbia la stessa origine del nome di Firenze (Florentia), che deriverebbe dal "luogo fiorito" dove sorse la città. Così vuole la tradizione; comunque sia, il giglio non ha mai cessato di rappresentare la città di Firenze. Vedi anche la pagina relativa alla Repubblica di Firenze. (Vexilla Italica, 2, 1993)
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Bandiera di Bologna, capoluogo dell'Emilia Romagna, sede dell'Università considerata la più antica del mondo (1088). Immutata sin dal medioevo, la bandiera è rappresentata per la prima volta, senza i colori, sugli statuti comunali del 1259 ma di sicuro preesistente come insegna di riconoscimento in funzione militare almeno da un secolo. Verso la fine del secolo XIII, come nel caso di altri comuni italiani, dalla bandiera nacque lo stemma (e non viceversa). Nel 1311 la si trova raffigurata a colori. (Vexilla Italica 2, 1986)
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Venezia, oggi capoluogo della regione del Veneto, non ebbe una vera e propria bandiera civica ufficiale fino al 1879. I vessilli ispirati a quelli della Serenissima (v. Repubblica di Venezia), mutevoli nel disegno, erano stati definitivamente ammainati verso il 1820. Nel 1879, il Consiglio comunale scelse come bandiera della città, non senza critiche e contrasti, il tricolore nazionale con il leone di San Marco con libro e spada contenuto in un rettangolo rosso occupante il terzo superiore della striscia verde. Nel 1922, per iniziativa popolare, riapparve sul pennone centrale in piazza San Marco il vessillo codato, ma la bandiera ufficiale restò quella del 1879. Quest'ultima subì alcune modifiche decretate il 1° maggio 1942; il leone perse la spada, il cantone rosso fu rimpicciolito, e lo stemma sabaudo eliminato dalla striscia bianca. Nell'immediato dopoguerra la bandiera di fatto scomparve, ma de jure restò in vigore sino all'8 gennaio 1997.
1922-1997
dal 1997
Il 30 aprile 1922 riapparve in piazza San Marco, dopo un secolo, il glorioso vessillo esacodato rosso-carico con il leone marciano, come detto sopra, per iniziativa di un comitato cittadino. Tuttavia per essere riconosciuto ufficialmente come "gonfalone" della città, occorre attendere lo stesso decreto del 1° maggio 1942 che ridefiniva la bandiera civica tricolore. Il disegno era mutevole nei particolari in quanto tale vessillo non era mai stato codificato. Finalmente, un DPR dell'8 gennaio 1997, concedeva la bandiera civica con precise caratteristiche. Contenuto nella prima metà del drappo rosso di proporzioni 1/2, Il leone marciano è accompagnato da un monticello su cui sorge un castello; il campo è seminato di stelle; intorno, una bordura con ricchi ornamenti dorati interrotti da otto riquadri raffiguranti (in senso orario) l'arcangelo Gabriele, la Colomba dello Spirito Santo, l'Annunciata, l'aquila dell'evangelista Giovanni, il bue di San Luca, la Vergine col Bambino, l'angelo dell'evangelista Matteo e il leone di San Marco. La metà al battente è costituita da sei code ciascuna con ornamenti dorati e una sfera armillare azzurra e oro. (Vexilla Italica 2, 1992; 2, 1999)
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Bandiera di Verona, seconda città del Veneto, azzurra con croce gialla, riproducente lo stemma. La croce e i colori si ritrovano sul gonfalone dell'antica comunità artigiana e, allorché nel 1259 le Arti salirono al potere favorendo l'avvento della signoria scaligera, divennero i simboli della città e ancor oggi lo sono. Lo stemma ebbe riconoscimento ufficiale il 23 dicembre 1938, il gonfalone il 10 giugno 1939. (Vexilla Italica, 2, 1991)
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Bandiera della città di Padova, in Veneto a circa 40 chilometri a ovest di Venezia, bianca con croce rossa. Di antica origine, risale probabilmente alla cacciata di Ezzelino da Romano da parte dei guelfi nel 1238. Si tratta di una bandiera armeggiata, riproducente lo stemma della città, d'argento alla croce di rosso, immutato dal XIII secolo. (Vexilla Italica, 2, 1991)
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Bandiera civica di Trieste, capoluogo della regione autonoma Friuli-Venezia Giulia. Dal 1947 all'ottobre del 1954 fu usata anche come bandiera di stato per il Territorio Libero. Armeggiata, riproduce lo stemma di Trieste di rosso all'alabarda di san Sergio d'argento. In realtà l'alabarda sarebbe una "corsesca", arma diffusa dai còrsi. All'origine rappresentava forse una croce o un giglio e fin dal secolo XIV fu simbolo comunale. La bandiera, tuttora bandiera civica triestina, fu introdotta nel periodo tra le guerre mondiali. (Vexilla Italica, 2-3, 1977)
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