GIAPPONE - Capitale e città principali

© Roberto Breschi
Fukuoka
Kawasaki
Saitama
Hiroshima
Sendai
Kitakyushu

Chiba
Sakai
Niigata
Hamamatsu
Kumamoto
Sagamihara

Shizuoka
Okayama
Funabashi
Kagoshima
Kawaguchi
Hachioji

Himeji
Matsuyama
Utsunomiya
Higashiosaka
Matsudo
Nishinomiya
Ichikawa
Kurashiki
Ōita
Fukuyama
Amagasaki
Kanazawa
Indice alfabetico - Amagasaki, Chiba, Fukuyama, Fukuoka, Funabashi, Hachioji, Hamamatsu, Higashiosaka, Himeji, Hiroshima, Ichikawa, Kagoshima, Kanazawa, Kawaguchi, Kawasaki, Kitakyushu, Kobe, Kumamoto, Kurashiki, Kyoto, Matsudo, Matsuyama, Nagoya, Niigata, Nishinomiya, Ōita, Okayama, Osaka, Sagamihara, Saitama, Sakai, Sapporo, Sendai, Shizuoka, Tokyo, Utsunomiya, Yokohama.

Le municipalità giapponesi sono classificate in varie categorie sulla base della loro importanza economica e demografica. La prima categoria è quella delle grandi metropoli, (seirei shitei toshi, lett. "città designate per ordinanza del governo") che raggruppa  le città  con maggiore autonomia amministrativa. Devono avere più di 500mila abitanti, ma tale condizione, pur necessaria non è sufficiente. Ad oggi (dicembre 2013) sono 20. Seguono le città definite come "nuclei metropolitani" (chukaku shi)  con oltre 300mila abitanti, le "città speciali" (tokurei shi) con più di 200mila abitanti, le "città" (shi) e altre categorie minori. Tokyo, per il suo ruolo di capitale, è un caso a sé. Sono qui descritte le bandiere di tutte le città con più di 450mila abitanti.

Le peculiari caratteristiche delle bandiere giapponesi in generale e quelle delle città in particolare sono evidenti. Tutte rispondono al medesimo schema: drappo monocromatico caricato di un emblema. I colori hanno molto spesso tonalità inconsuete e di difficile definizione. Il rosso, molto frequente altrove, è praticamente assente come colore di sfondo e raramente è impiegato per gli emblemi. Questi ultimi hanno un significato molteplice. Si tratta di solito dell'iniziale del nome o di una parte di esso o del nome stesso della città, rappresentato in ideogrammi kanji (derivati dalla scrittura cinese) o nei più semplici caratteri fonetici katakana e, più di rado, hiragana. I caratteri sono però stilizzati in modo da raffigurare un oggetto o un concetto simbolicamente legato alla città.

Bibliografia generale - Immagini e notizie sulle bandiere delle municipalità giapponesi si possono trovare in rete piuttosto frequentemente (siti istituzionali, vessillologici, wikipedia, ecc.). Si è ritenuto di far riferimento soprattutto ai dati forniti a "Flags of the World" da Nozomi Kariyasu della Società Vessillologica Giapponese (JAVA).


TOKYO




Bandiere di Tokyo. La capitale giapponese, sulla costa sud-orientale dell'isola di Honshu, costituisce una "metropoli" (to), un'area totalmente urbanizzata formata da un complesso sistema di 26 città (shi), 23 rioni (ku), 12 sobborghi (machi) e 4 villaggi (mura), derivato dalla fusione della vecchia prefettura di Tokyo con l'omonimo capoluogo. Una bandiera porpora con un simbolo bianco simile a un sole di sei raggi fu adottata il 1° ottobre 1964. Il simbolo è il carattere kanji stilizzato per Tokyo-Nihon e rappresenta lo sviluppo della capitale in ogni direzione. Il 1° giugno 1990 è stata adottata una nuova bandiera, bianca con un emblema verde che richiama l'iniziale T e simboleggia prosperità e pace. Tuttavia la bandiera porpora non è stata abolita ed è per lo più impiegata nelle occasioni ufficiali, mentre quella bianca è utilizzata per eventi popolari. Ambedue sono esposte davanti al palazzo del governo metropolitano.


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HACHIOJI


Bandiera di Hachioji, la più popolosa delle 26 città comprese nell'area metropolitana di Tokyo, adottata in data imprecisata. Drappo porpora di proporzioni 2/3 con l'emblema della città in bianco con diametro 3/5 dell'altezza. L'emblema rappresenta una combinazione di caratteri kanji stilizzati che esprimono il nome della città; fu adottato nel 1917.


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YOKOHAMA


Bandiera di Yokohama, seconda città del Giappone per numero di abitanti e capoluogo della prefettura di Kanagawa, che con Tokyo e altre città limitrofe forma una grande conurbazione. Mai adottata per legge, la bandiera reca il simbolo della città adottato nel 1909, rosso sul campo bianco, che rappresenta il carattere katakana stilizzato per hama. Proporzioni 2/3 con l'emblema esteso per 3/5 dell'altezza.


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KAWASAKI


Bandiera di Kawasaki, città della prefettura di Kanagawa, compresa nella conurbazione Tokyo-Yokohama, adottata il 18 giugno 1965. Bianca con l'emblema della città in azzurro opaco verdastro (aiiro), corrispondente al carattere kanji stilizzato per kawa = "fiume" e adottato nel 1925. Proporzioni 7/10, con l'emblema pari a circa 5/7 dell'altezza del drappo.


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SAGAMIHARA


Sagamihara, città della prefettura di Kanagawa, nella grande conurbazione Tokyo-Yokohama, usa una bandiera bianca con al centro, in rosso, l'emblema adottato il 1° novembre 1949 che rappresenta gli ideogrammi katakana stilizzati per sa e hara. Proporzioni 2/3, con l'emblema pari a circa 3/5 dell'altezza del drappo. Non esiste un decreto di adozione.


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NISHINOMIYA


Bandiera della città di Nishinomiya, nella prefettura di Hyōgo, vicino a Kyoto e Osaka, adottata il 3 novembre 1970. L'emblema civico al centro fu invece adottato il 15 aprile 1926; il rosso e il verde in campo bianco simboleggiano rispettivamente il sole splendente e il paesaggio naturale che circonda l'abitato; la forma esprime il nome stilizzato della città nell'alfabeto sillabico hiragana. Proporzioni 7/10.‎


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AMAGASAKI


Bandiera di Amagasaki, centro industriale contiguo a Nishinomiya e non lontano da Osaka, bianca con al centro l'emblema marrone adottato il 4 agosto 1936. Esso  è costituito da una combinazione katakana-kanji interpretabile come "Ama città industriale". I due dischetti ai lati rappresentano l'inglobamento di due sobborghi nella città. Proporzioni 2/3.


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KANAZAWA


Bandiera di Kanazawa, sul mar del Giappone, introdotta in epoca imprecisata. L'emblema bianco posto in campo viola-porpora, adottato il 7 marzo 1891, raffigura il profilo di un fiore di susino che racchiude il nome della città in kanji stilizzato; deriva dallo stemma del clan Maeda, che nel XVI secolo prese il potere soppiantando un governo autonomo buddista. Proporzioni 2/3.


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