Sommario. Sui
resti dei regni cristiani della Nubia che erano fioriti nel Medioevo,
il popolo guerriero dei Fung fondò nel Sudan uno stato
indipendente durato trecento anni, dagli inizi del XVI secolo fino
all’occupazione egiziana del 1820. Passato sotto il dominio britannico
insieme all’Egitto, quando nel 1923 l’indipendenza
di quest’ultimo fu riconosciuta dal Regno Unito, il Sudan divenne
un
condominio anglo-egiziano. Tramontati i progetti di unione con
l’Egitto,
il paese acquisì l’indipendenza nel 1956, ma la pacificazione
interna
tra i mussulmani al potere e i cristiani del sud è rimasta un
miraggio e si è risolta nel 2011 solo con la separazione delle
regioni meridionali del paese.
Repubblica del Sudan, As-Sudan, Al-Jamhuriyat as-Sudan, Republic of Sudan, 1956-1970
Bandiera di impiego
generale adottata quando l’ex condominio anglo-egiziano ottenne
l’indipendenza, il 1° gennaio 1956; sostituita nel 1970.
Proporzioni 1/2. I colori e il loro significato erano neutri, non
ricollegabili a nessuna parte politica o minoranza. L’azzurro alludeva
al Nilo, il giallo ricordava il deserto e il verde le terre coltivate.
Repubblica del Sudan, As-Sudan, Al-Jamhuriyat as-Sudan, dal 1970
Bandiera di impiego
generale alzata ufficialmente il 20 maggio 1970. Proporzioni 1/2; il
triangolo all’asta occupa 1/3 della lunghezza del drappo. Creata dal
regime rivoluzionario dopo la presa del potere del 1969, la bandiera
attesta la solidarietà del paese alla causa dell’unità
araba; porta infatti i colori della rivolta araba (panarabi), che
ebbero larga diffusione sulle bandiere a partire dal 1917.
Sommario. In
seguito ai risultati del referendum tenutosi nel gennaio 2011, la
parte meridionale del Sudan, comprendente le regioni storiche del
Bahr el Ghazal, dell'Equatoria e dell'Alto Nilo, è diventata
indipendente con il nome di "Repubblica del Sud Sudan" il 9 luglio
2011, esattamente sei anni dopo la costituzione del governo autonomo
del Sudan Meridionale.
Repubblica del Sud Sudan, The Republic of South Sudan, dal 2011
Il nuovo stato ha
adottato una bandiera strettamente derivata da quella usata dal governo
autonomo provvisorio del Sudan Meridionale
insediatosi nel 2005, a sua volta mutuata
dall'insegna del Movimento Popolare per la Liberazione del Sudan
(SPLM), nota fin dalla prima metà degli anni '80 del XX secolo
(vedi). Le proporzioni dovrebbero
essere 1/2. Ai colori sono attribuiti
nuovi significati; il nero rappresenta la popolazione africana, il
bianco la pace, il rosso il sangue versato nel lungo conflitto per
l'indipendenza, il verde le risorse agricole, il blu il fiume Nilo. La
stella d'oro simboleggia il nuovo stato indipendente.
Sommario. Un
trattato del 1894 assegnò in amministrazione allo stato del
Congo (in pratica al Belgio) anche l’enclave di Lado, un piccolo
territorio nel Bahr el Ghazal, sul Nilo, oggi nel Sudan Meridionale ai
confini con Congo e Uganda. Fino al ritorno alla Gran Bretagna nel
1910, quella regione ebbe anche una bandiera propria.
Territorio di Lado, Lado Enclave, 1894 (?)-1910
Bandiera del piccolo
territorio nel Bahr el Ghazal, sul Nilo, adottata forse in occasione
dell’assegnazione al Congo (12 maggio 1894) e abolita nel 1910, quando
il territorio tornò alla Gran Bretagna. Stessi colori della
bandiera dello Stato indipendente del Congo.
Sommario. Stati
indigeni tutsi furono unificati nel regno di Urundi verso il 1700 da
Ntare I, primo sovrano (mwami) di una dinastia destinata a
durare sino al 1966. Nel 1903 la Germania impose il protettorato
sull’Urundi. Nel 1920, dopo la sconfitta tedesca, fu creato il mandato
belga del Ruanda-Urundi. Nel 1962 il regno riacquistò
la piena indipendenza con il nome di Burundi. Con l’indipendenza i
contrasti tra hutu e tutsi si accentuarono e scoppiò una guerra
civile con
veri e propri genocidi. Nel 1966 il mwami fu destituito e
proclamata
la repubblica. I conflitti a sfondo etnico non sono mai cessati.
Regno del Burundi, Royaume du Burundi, 1962-1966
Bandiera nazionale e di
stato alzata ufficialmente il 1° luglio 1962, in occasione della
cerimonia per l’indipendenza e
modificata nel 1966. Proporzioni 2/3. La bandiera, dal disegno
insolito,
recava al centro un emblema composto da una pianta di sorgo sovrapposta
alla
sagoma di un tamburo. Il disegno corretto dell’emblema dovrebbe essere
quello
che figura anche su alcune emissioni filateliche ufficiali del regno.
Con
la proclamazione della repubblica si aprì un periodo confuso e
non
è chiaro il destino della bandiera; forse fu modificato
l’emblema
con l’eliminazione del tamburo, che era simbolo dell’autorità
reale
in tutti i regni affacciati sui laghi. Il nuovo modello con le stelle
entrò
in uso solo nel giugno 1967.
Repubblica del Burundi,
République du Burundi, Republika y'u Burundi, dal 1967
Bandiera nazionale e di
stato adottata il 28 giugno 1967, alcuni mesi la proclamazione della
repubblica (29 novembre 1966).
Proporzioni 2/3 e 3/5. Stesso disegno di base della bandiera
precedente;
cambia invece l’emblema nel disco centrale, ora costituito da tre
stelle
rosse orlate di verde, che ricordano le tre parole del motto di stato Unité
Travail Progrès. Esse volevano anche essere un segno di
riconciliazione giacché rappresentavano le tre etnie del paese,
i tutsi, gli hutu e
i twa: auspicio purtroppo vano, perché i contrasti e i conflitti
a
sfondo etnico non sono mai cessati.
Sommario. Nel
maggio 1972, all’acme di
nuovi sanguinosi scontri fra hutu e tutsi, fu costituita a Vyanda nella
provincia di Bururi, con l’aiuto di elementi (“mulelisti”) provenienti
dal Congo,
la repubblica separatista hutu di Martyazo che sopravvisse non
più
di dieci giorni.
Repubblica di Martyazo, République de Martyazo, 1972
Bandiera della
repubblica secessionista alzata il 1° maggio 1972 e ammainata poco
più di una settimana più tardi, il 9 maggio,
allorché la regione fu riguadagnata dall’esercito.
Sommario. La
dinastia che regnò
sul Ruanda fino al 1959 ebbe origine nel XV secolo quando furono uniti
sotto
un solo trono vari staterelli tutsi. I tutsi, o vatussi (ba-tutsi),
allevatori di origine nilotica, costituivano l’etnia dominante in
contrasto
con gli agricoltori hutu, autoctoni, di stirpe bantù. Il regno
del
Ruanda perseguì per secoli e con alterne fortune una politica di
espansione finché verso la fine del XIX secolo divenne una
colonia tedesca.
Dopo la prima guerra mondiale, in seguito al crollo tedesco, fu
assegnato
in mandato al Belgio insieme all’Urundi e si costituì il
territorio
del Ruanda-Urundi. Nel 1959 gli insanabili contrasti tra le due etnie
principali portarono alla ribellione degli hutu che abbatterono la
monarchia legata ai tutsi e alla separazione del regno dell’Urundi;
così nel 1962, il paese ottenne la piena indipendenza come
repubblica.
Repubblica del Ruanda,
Rwanda, République Rwandaise, Republika y'u Rwanda, 1961-2002
1961
1961-2002
Bandiera nazionale e di
stato, alzata ufficialmente il 25 settembre 1961 e confermata al
momento della piena indipendenza il
1° luglio 1962. Sostituita il 1° gennaio 2002. Colori
panafricani.
La bandiera originale, in uso dal 28 gennaio 1961, non aveva lettera
“R”
ed era pertanto uguale a quella della Guinea (alcune fonti la riportano
erroneamente
con il verde all’asta, come il tricolore del Mali). L’iniziale fu
aggiunta
come elemento di distinzione.
Repubblica del Ruanda,
Rwanda, République Rwandaise, Republika y'u Rwanda, dal 2002
Bandiera nazionale e di
stato alzata ufficialmente il 1° gennaio 2002. Proporzioni 2/3. La
striscia azzurro chiaro, doppia delle altre, simboleggia la pace e reca
un sole giallo verso il battente, nel quale si ravvisa l’unità,
la sincerità e la lotta contro l’intolleranza. La striscia
gialla rappresenta il lavoro e quella verde
la speranza e la prosperità. Fatto singolare, esiste una
simbologia
ufficiale anche per un colore che non c’è: il rosso, associato
alle
uccisioni che hanno insanguinato il paese e perciò escluso dalla
bandiera.