Il
libro è dedicato ai bambini dai tre anni in poi; affronta alcune
tematiche della crescita presenti nella letteratura psicoanalitica e
psicopedagogia utilizzando il linguaggio dell’immaginario.
E’ uno spunto per coloro che hanno la funzione di accompagnare il bambino nelle fasi della crescita. La favola presentata può essere utilizzata da genitori, insegnanti e terapeuti e da quanti valorizzano l’immaginario infantile. Premessa di Francesco Simeti * Molte cose indicano che le mani sono all’origine dei sensi e dei significati. Il bambino appena nato sente con le mani il seno che succhia e poi succhia le mani come il seno; prima illusione. Ben presto vede le mani che muove come un oggetto; seconda illusione. La mano è sé e non sé. La mano si muove per sentire e d’altra parte il sentire regola il movimento; la mano diventa mediatrice fra sé e l’altro da sé. Prendere è premessa di inghiottire; gettare è espressione di rifiuto. Attraverso le mani l’immaginazione diviene azione che la esporta fuori di sé, dapprima come mimesi, poi come gesto comunicante. Prendere viene ritualizzato nel “ciao”. Battere è espressione della contrapposizione. Tendere la mano è la prima indicazione d’oggetto che supporta la parola incipiente. I popoli preistorici lasciavano impronte di mani nelle caverne dove raffiguravano gli animali che dovevano ritornare nella migrazione di primavera, come promessa di caccia. I popoli delle foreste successivamente usavano le mani come tavole mnemoniche per l’alfabeto e i miti degli alberi (riconosciuti da Graves) e come conto dei giorni e delle notti, misure degli scambi fra le parti del mondo, dell’apparenza e dell’ombra, i quali generano la vita e la morte. Le mani divengono dispensatrici delle misure sacre: i ritmi musicali magici e la raffigurazione delle immagini dei miti, come scritto da Schneider. Le azioni differenziate, in analogia con i suoni e le immagini, costituiscono il nucleo di condensazione delle prime forme simboliche verbali. Le mani del bambino divengono attrici delle illusioni del gioco, anima delle marionette, manifestazioni degli affetti. Tenersi per mano, dare una mano in aiuto, stringere la mano evidenziano la partecipazione e l’intimità. Così le proiezioni delle fantasie, che scorrono attraverso le mani, le trasformano in personaggi del mito e di fiaba. Mano grande e mano piccola, mano forte e mano debole, destra e sinistra. La mano destra prende e agisce; la mano sinistra trattiene dalla parte del cuore: la loro differenza marca gli spazi del mito. Gli Áuguri interpretavano le visioni del mondo secondo le loro direzioni, sinistra o destra, come indicazioni del corso degli eventi cosmici. La lettura dei segni della mano sinistra permette una introspezione individuale. La mano destra indica lo svolgimento delle immagini e del pensiero mediante la composizione pittorica e poi la scrittura. Attraverso le immagini del sogno e il movimento delle mani l’uomo continua a ricreare il mondo in cui vivere. L’immaginario simbolico delle mani trova rappresentazione in questo libro di racconti e raffigurazioni. Le mani divengono personificazioni delle fantasie e del pensiero di sogno: Manopiccola e Manogrande rappresentano l’ambivalenza di debolezza e di potere e consentono un gioco delle parti diverse di sé nell’incontro con il mondo esterno. Così le avventure di Manopiccola e Manogrande consentono ulteriori sviluppi immaginativi di esperienze reali e di convalida di sé, che possono essere realizzate sia in situazioni ludiche sia nelle fantasie. * Francesco Simeti è neuropsichiatria infantile, e psicoterapeuta, presidente dell’ “Associazione per lo studio dell’Immaginario e della comunicazione simbolica”. E’ autore tra gli altri del saggio “Archeologia del linguaggio”. |
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