My big fat Greek wedding

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Il mio grosso grasso matrimonio greco - My big fat Greek wedding

IL MIO GROSSO GRASSO MATRIMONIO GRECO
(My big fat Greek wedding - USA, 2001)

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REGIA: Joel Zwick.

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CAST: Nia Vardalos (Toula Portokalos), John Corbett (Ian Miller), Michael Constantine (Gus Portokalos), Lainie Kazan (Maria Portokalos), Bess Meisler (Yiayia), Andrea Martin (Zia Voula), Louis Mandylor (Nick Portokalos), Gerry Mendicino (Zio Taki), Stavroula Logothettis (Athena), Constantine Tsapralis (Foti), Gia Carides (Nikki), Joey Fatone (Angelo), Ian Gomez (Mike), Jayne Eastwood (Sig.ra White), Charlene Bitzas (Zia Nota), Christina Eleusiniotis (Toula A 6 Anni), Gale Zoe Garnett (Zia Lexy), Bruce Gray (Rodney Miller), Kathryn Haggis (Cugina Marianthi), John Kalangis (Insegnante Di Greco), Chrissy Paraskevopoulos (Cugina Jennie), Fiona Reid (Harriet Miller), Maria Vacratsis (Zia Freida).

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PRODUZIONE: Gold Circle Films - Home Box Office - Mph Entertainment Productions - Playtone Co.

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DISTRIBUZIONE: Nexo.

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DURATA: 95 min.

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STORIA: Toula Portokalos ha trent'anni, è greca e lavora nel ristorante di Il mio grosso grasso matrimonio greco - My big fat Greek wedding famiglia a Chicago, il "Dancing Zorba". Tutto ciò che suo padre Gus vorrebbe per lei è che sposi un bravo ragazzo greco, ma Toula aspira a qualcosa di più nella vita. Sua madre convince il padre a lasciarle seguire un corso di computer al college e, dopo aver terminato il corso, Toula subentra nell'agenzia di viaggi di sua zia. Toula incontra così Ian Miller, un insegnante di inglese alla high school. I due si frequentano di nascosto, fino a che la famiglia di Toula non scopre tutto: Gus è fuori di sé perché la figlia esce con un non-greco, ma dovrà imparare ad accettare Ian; Ian dal suo canto dovrà imparare a convivere con la numerosa famiglia della sua fidanzata, mentre Toula dovrà imparare ad accettare se stessa...

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RECENSIONI:
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PANORAMA - "Il film, scritto dalla stessa Vardalos (nessuno lo voleva, l'hanno prodotto i lungimiranti coniugi Tom Hanks - Rita Wilson), ha collezionato l'esorbitante incasso di oltre 200 milioni di dollari. Commedia romantica, con in più la garanzia al botteghino dei fiori d'arancio e la sindrome irresistibile da Cenerentola, zero in regia e dieci in scaltro sentimento". (Piera Detassis 'Panorama', 5 dicembre 2002).

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IL MESSAGGERO - "Buone notizie per le signore (e non solo): la protagonista del film-fenomeno dell'anno, lanciato come massimo incasso mai realizzato da una commedia romantica, non è la solita Julia Roberts ma un'ignota greco-canadese né bella né graziosa ma travolgente e magnetica. Si chiama Nia Vardalos, fino a ieri arrancava nel limbo delle attrici troppo qualunque per fare le bellone ma non così Il mio grosso grasso matrimonio greco - My big fat Greek wedding brutte da interpretare le racchie. Mentre oggi è sceneggiatrice e protagonista di 'Il mio grosso, grasso matrimonio greco', titolo che può sembrar furbo per un film che furbo non è. Solo semplice, corale, ovvio quel tanto che basta a garantire identificazioni massicce in qualsiasi fascia di pubblico 'etnico', ma senza offendere l'intelligenza dello spettatore". (...) Un bello sberleffo al sogno "americano". Con tanti saluti alla verosimiglianza, certo, perché poi nella realtà la Vardalos non ha sposato il bel John Corbett ma Ian Gomez, quel pelato grassoccio che fa il suo miglior amico in un paio di scene. Del resto, si sa, nessuno è perfetto". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 6 dicembre 2002). "'Il mio grosso grasso matrimonio greco' di Joel Zwick è una commedia sentimentale intelligente, progressista, con una grande sceneggiatura e un cast sfavillante. Divina Nia Vardalos, protagonista bella e accessibile. Incasso Usa stratosferico. Il segreto? Dopo l'11 settembre gli americani vogliono essere accettati dagli altri. Buon segno". (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 13 dicembre 2002).

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LA REPUBBLICA - "Adattamento di un testo teatrale scritto (e sceneggiato) dalla protagonista, Nia Vardalos, il film arriva preceduto dalla fama di piccolo prodigio culturale del 'melting pot', l'exploit di una minoranza etnica che si spande irresistibilmente fino a conquistare tutta l'America. Sarà, ma per come si presenta nel suo complesso, basterebbe aggiustare qualche dettaglio per poterlo intitolare 'Il mio grosso, grasso matrimonio italiano', 'Il mio grosso, grasso matrimonio turco' o quant'altro". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 14 dicembre 2002).

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FILMUP - Toula Portokalos ha trent'anni suonati, lavora nel ristorante del padre e non ha ancora un marito. Ma soprattutto è greca e tale deve restare. Il padre la vuole sposata ad ogni costo e dopo averle presentato innumerevoli "partiti" pensa addirittura a spedirla in Grecia per risolvere la questione una volta per tutte. Ma per Toula la vita non può essere solamente un marito, dei figli e una quantità infinita di pranzi e cene da preparare. Riesce a convincere i suoi a riprendere a studiare e persino a farsi affidare l'agenzia di viaggi di una delle sue innumerevoli zie. E la vita le cambia. Incontra un uomo, un affascinante professore di liceo che si innamora di lei e vuole sposarla. Una lotta senza quartiere in famiglia prima di riuscire a convincere tutti che è proprio lui che vuole. Il film diretto da Joel Zwick è stato fortemente voluto dall'interprete, Nia Vardalos, greca di origine e in America ha raccolto oltre 210 milioni di dollari decretandone un indiscutibile miglior successo dell'anno. La storia è indubbiamente divertente, come lo possono essere tutte le storie che raccontano gli usi e costumi che una piccola comunità di qualsiasi nazionalità può portare all'esasperazione nel momento in cui viene trapiantata all'estero. Così è stato con i film sugli italiani in America, e così è il matrimonio non propriamente "voluto" dalla famiglia Portokalos, ma organizzato in gran pompa. Le situazioni al limite del paradossale di risate indubbiamente ne suscitano, ma seppur non siano particolarmente forzate alla fine dei conti non che una serie di "déjà vu" ma in lingua greca. La protagonista, anche sceneggiatrice del film, che ha molto combattuto per farsi produrre il film, oltre che riuscire anche ad interpretarlo, è indubbiamente brava, ma in qualche modo interpreta se stessa, perciò è forse troppo presto per dirlo. Il resto del cast, co-protagonisti e caratteristi non lasciano niente di intentato per divertire, riuscendo però a non oltrepassare le righe. 

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DIARIO: "Lo zabaione - di Marco Lodoli. Un’esuberante signorina greca va a nozze con un algido cavaliere americano lasciando nello scompiglio i familiari. A volte capita d’avere voglia di un ovetto sbattuto: e forse più che di voglia si tratta di vera necessità, perché – come dice anche il Censis – sentiamo che le pile sono scariche. L’umore è basso, le gambe un po’ flosce, e così ci auguriamo che quella cremetta di uovo e zucchero, con l’aggiunta di un goccio di caffè, ci possa sollevare di mezzo centimetro da terra. Mentre siamo lì che ci lecchiamo il cucchiaio, pensiamo che in quel momento non faremmo cambio con nessun piatto di Vissani: sappiamo che si possono gustare piatti molto più elaborati e sfiziosi, ma noi siamo felici del nostro ovetto sbattuto, ci piace e ci sembra che già abbia ottenuto i suoi effetti: ha smesso di piovere, la sacca della piscina ci propone di andare a nuotare, e tutta la vita di colpo ci sembra più attraente. Lo stesso accade con il cinema. Ci sono serate in cui un film iraniano pluripremiato nei festival del mondo potrebbe essere il colpo di grazia per la nostra salute. Oppure capita che un amico ci telefoni per segnalarci una retrospettiva del cinema psichedelico americano, sono tutti capolavori misconosciuti, tutta roba da leccarsi i baffi: ringraziamo e decliniamo l’invito. Non ci sentiamo all’altezza, come si dice a Roma «non ci regge la pompa», questa sera una mattonata culturale ci sbriciolerebbe il cranio. Così apriamo il giornale e, per antica consuetudine, esaminiamo le pubblicità dei film appena usciti. Vicino casa proiettano Il mio grosso grasso matrimonio greco, ecco l’ovetto sbattuto che fa per noi! Dopo dieci minuti di film il nostro cervello inizia a pensare che si tratti di una vera bufala, gli attori sono tutte macchiette, la regia è sciatta, la storia è quanto di più prevedibile si possa immaginare. Però nel corpo a poco a poco s’insinua una strana euforia, quelle soavi musichette greche scavano canali in cui si versa un sentimento positivo, uno sciroppo rigenerante. Quella famigliona greca, così cafona e generosa, con le statue classiche in giardino al posto dei sette nani e la bandiera ellenica dipinta sulla serranda del garage, ci costringe a sorridere, e il buonumore avanza. Dopo un po’ – potenza del cinema! – tutte le nostre difese intellettuali sono crollate, non ce ne importa un fico secco di stabilire se il film è solo una furbata o se invece è una commedia riuscita con il buco, ci lasciamo andare, tifiamo per quella ex cicciona greca che, nonostante i divieti paterni, vuole tanto sposarsi il suo cavaliere americano. Il pubblico ride, ognuno riconosce in quella famiglia impossibile i propri parenti paesani, un po’ antiquati ma così affettuosi. Il tempo vola come un uccellino allegro, dopo i primi baci c’è l’anello di fidanzamento, e dopo l’anello cominciano i preparativi del matrimonio. La famiglia dello sposo è elegante e gelida, un grumo di pregiudizi snob, musica classica, buone letture, sorrisi educati e infelici. Quella compassata malinconia anglosassone viene travolta in un battibaleno dalla veemenza caciarona dei greci, che sanno ancora cos’è una festa e quanto è bello ridere, mangiare, ballare, baciarsi e volersi bene. «Prima di incontrare te, la mia vita era noiosissima», confessa alla sua amata lo sposo americano, un bel professore di letteratura. E noi sentiamo che c’è una verità profonda in quelle parole, che forse abbiamo le pile scariche perché ci manca la presa in cui ricaricarle: i libri servono, i film d’autore sono necessari, la musica più sofisticata ci intriga, però l’energia che serve per andare avanti, dov’è? Ora che l’anno sta finendo, è naturale fare qualche consuntivo e qualche buon proponimento: le nostre buone ragioni ci stanno ammosciando, forse è il caso di rientrare nei torti della vita, di mescolarci con il disordine della realtà. Forse è meglio abbandonare per un poco le ricette più sofisticate e trangugiare qualche gagliardo ovetto sbattuto, ora che abbiamo ancora la forza per sbattere".

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LA COLONNA SONORA (Sony)

My big fat Greek wedding - Il mio grosso grasso matrimonio greco

1 Stalia, Stalia Alexandros Xenofontos Traditional 
2 Xekina Mia Psaroboulla Alexandros Xenofontos Traditional 
3 Orea Pou Ine I Nifi Mas The Greek Wedding Band Traditional 
4 Moose Caca Chris Wilson 
5 Kefi In Katavia Eman Kiriakou 
6 Secret Garden Jeannie Niokos 
7 Yasoo Chris Wilson 
8 Istanbul Coffee House (Kafe Neio) Richard Thomas 
9 Time With You Chris Wilson 
10 Yiayia Chris Wilson 
11 Generations Chris Wilson 
12 Toula And Ian Chris Wilson 
13 Apples N' Oranges Chris Wilson 
14 All My Only Dreams (Olla Mono Ta Oneera Mou) The Greek Wedding Band Rogness 
15 First Date Chris Wilson 

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