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Luca
Tescaroli Dalla quarta di copertina: Corredato dagli interessanti testi introduttivi dell'On. Nando Dalla Chiesa e dei giornalisti Francesco Viviano (inviato speciale del quotidiano "la Repubblica") e Guido Ruotolo (inviato speciale del quotidiano "La Stampa"), tutti testimoni, a vario titolo, di quegli anni o della relativa vicenda dibattimentale, il volume compendia la sintesi ragionata della voluminosa requisitoria scritta, esposta nelle sue linee essenziali nel corso delle udienze del 9 e 11 ottobre 2000, predisposta dal rappresentante del P.M. in esito al giudizio di primo grado, nei confronti dei supposti responsabili del fallito attentato dell'Addaura del 20 giugno 1989. Insidiosi tentativi di delegittimazione, misteri, scontri tra appartenenti dello Stato, strategie destabilizzanti rimangono sullo sfondo di un attentato fallito che doveva annientare e neutralizzare un sistema antimafia faticosamente costruito con l'impegno ed il sacrificio di pochi, sul quale campeggia l'ombra del coinvolgimento di settori deviati delle Istituzioni. Quel che è certo è che: Giovanni Falcone, Carla Del Ponte e gli altri membri della delegazione svizzera dovevano essere assassinati, e solo un cambiamento di programma impedì l'agguato mortale; il delitto è stato ideato ed eseguito da esponenti di vertice di Cosa Nostra. Risultati importanti, raggiunti soprattutto in virtù dell'apporto dei collaboratori di giustizia, che hanno consentito di conoscere una porzione di verità, in relazione ad uno dei fatti più inquietanti verificatisi in Sicilia, ma non sufficienti a dare una seria risposta di giustizia in un Paese democratico. Che le "menti raffinatissime" (per citare un'espressione dello stesso Falcone) che armarono la mano dei sicari siano state (o meno) anche aiutate da esponenti degli apparati deviati dello Stato è un dato che si è intravisto nel corso del dibattimento di primo grado, definito con sentenza della Corte di Assise di Caltanissetta del 27 ottobre 2000, la cui motivazione è stata depositata il 23 gennaio 2001. Questo nuovo libro del magistrato Luca Tescaroli pone, sicuramente, proprio su tale delicatissima questione, più di un dubbio. Il contesto storico nel quale si muovono gli avvenimenti è quello del 1989, quando la "versione siciliana" della "Prima Repubblica" (fondata su frequenti taciti accordi tra mafia e partiti governativi, basati su una sostanziale non belligeranza in funzione anticomunista) incomincia a mostrare i suoi primi cedimenti determinati, da un lato, dall'azione di diversi magistrati coraggiosi ed indipendenti, come Giovanni Falcone e Carla Del Ponte, e, dall'altro, dalla caduta della contrapposizione internazionale Est-Ovest. In quest'ambito, s'incunea, tra l'altro, il controverso ruolo giocato da rappresentanti delle Istituzioni e dai loro amici (e, talvolta, dagli "amici degli amici") siciliani e romani. Ed emerge chiaramente anche il ruolo di Giovanni Falcone e dei numerosi tentativi attuati per delegittimare non solo la sua persona ma l'intero sistema antimafia, che ruotava attorno alla sua figura: dalla non elezione al CSM, alla mancata nomina ai vertici dell'Ufficio Istruzione di Palermo, sino a giungere - addirittura - a malignare che quello dell'Addaura fosse stato un finto attentato organizzato dallo stesso Falcone per autoaccreditarsi dinanzi all'opinione pubblica o per favorire ambizioni di carriera. Altro elemento che traspare dalla lettura del testo è la fondamentale importanza che, per l'accertamento della verità, hanno avuto i collaboratori di giustizia la cui credibilità - sia pur nel quadro di una sempre più ambigua campagna di delegittimazione propugnata dietro il paravento di un falso garantismo - è stata certificata dalla citata sentenza della magistratura. Significative appaiono anche le memorie personali dell'On. Nando Dalla Chiesa, in quanto figlio del Prefetto di Palermo, il Gen. Carlo Alberto, il quale traccia un sintetico ma estremamente efficace quadro socio-politico dell'ambiente giudiziario ed istituzionale nel quale si muoveva Giovanni Falcone all'epoca del fallito attentato dell'Addaura. Luca Tescaroli, nato a Lonigo il 18 marzo 1965, Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Roma, applicato alla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Caltanissetta, Pubblico Ministero nel processo di Capaci nel corso dei giudizi di I e II grado. |
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