Grillo
Parlante 64/2002
Inviato a 1584 indirizzi email.
Se vuoi, puoi contribuire alle
spese telefoniche per la produzione ed invio della newsletter e,
contemporaneamente, sostenere una iniziativa di solidarietà in El
Salvador. Metà dell'offerta da te versata verrà infatti destinata a
sostenere "Progetto Sorriso" e l'attività dei volontari di Pax
Christi Internazionale operanti nella più piccola nazione del Centro
America. Conto Corrente Postale numero 21008305 - intestato a: Amedeo Tosi
- Chiara Terlizzi. Indirizzo: località Praissola 74/b - 37047 San
Bonifacio (Verona) - Causale del versamento: "Progetto Sorriso+Grillo
parlante". Grazie.
PAZIENTI E
IMPAZIENTI
«Chi è impaziente di avere un figlio sposa una donna incinta»
(Proverbio: Toucouleur - Nazione: Senegal)
Appuntamenti
da non perdere
Inviaci gli appuntamenti organizzati dalle associazioni del tuo paese! grilloparlante@mbservice.it
| 12/04/02 - Verona - Incontro con
Agnoletto e Valpiana
«...GENOVA ...PORTO ALEGRE... IL FUTURO» è il tema dell'incontro
che si terrà VENERDI' 12 APRILE ore 20,45, presso la SALA LUCCHI
(Palazzina Servizi dello Stadio) INCONTRO con Vittorio AGNOLETTO,
rappresentante italiano al Consiglio Internazionale Forum Sociale
Mondiale, e l'On.Tiziana VALPIANA, deputata e delegata del PRC al
Forum di Porto Alegre. L'incontro è organizzato dal Partito della
Rifondazione Comunista Federazione di Verona - via Frangini 9/a - tel.
0458013200 |
| 12/04/02 - Vicenza - Le
frontiere dell'economia veneta
La «Casa di Cultura Popolare» organizza un incontro sul tema: LE
FRONTIERE DELL'ECONOMIA VENETA. "L'allargamento a Est dell'Unione
Europea: vantaggi economici e responsabilità politiche".
Introduce Giancarlo Corò, Università di Urbino. Interviene Gabriele
Orcalli, docente di Economia dell'integrazione europea all'Università
di Padova. L'incontro si terrà presso la Sala Lampertico, alle ore
18.00. |
| 12/04/02 - Nogara (VR) - Nascita
ed evoluzione della villa veneta
«Nogara nel Rinascimento: dalla corte alla villa» è il titolo del
ciclo di incontri organizzato dall'Assessorato alla Cultura di Nogara
(VR) e dalla locale Biblioteca comunale, che ospita gli appuntamenti
in programma. Questa sera, alle ore 21 la dott.sa Daniela Zumiani
(Università di Verona) tratterà il tema: "Nascita ed evoluzione
della villa veneta". |
| 12-14/04/2002 - Villafranca - «Silenzio
& Rumore»
Cari amici di "Moscacieca", con questa comunicazione
vogliamo invitarvi a far visita alle "stanze di moscacieca",
ultimo incontro della rassegna "Silenzio & Rumore", che
vi ha visti partecipare numerosi, interessati, critici ed entusiasti.
A partire da Venerdì 12 fino a Domenica 14 aprile, potrete visitare,
presso palazzo Bottagisio, la raccolta di installazioni che abbiamo
voluto assemblare a conclusione di questo primo evento organizzato
dalla nostra associazione. Palazzo Bottagisio si trova a Villafranca
in Via Pace, gli orari di in cui potrete visitare la mostra sono i
seguenti: venerdì: dalle 18.30 alle 24.00 (inaugurazione alle 19.00
circa con modesto rinfresco); sabato: dalle 16.00 alle 24.00;
domenica: dalle 11.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 24.00 . Oltre al
materiale proposto da moscacieca avrete la possibilità di vedere
anche opere di giovani artisti locali: Marcello De Angelis, Diego
Norbiato, Gildo Grendene, Caterina Galvani, Federico Flammia, Alberto
Capone. Ingresso libero con tesseramento volontario (gradito). (Per
informazioni: info@moscacieca.org
) |
| 12-14/04/2002 - Rimini - Rete
Radié Resch: «Il sorriso di Pacha Mama»
A Rimini, Convegno Nazionale di «Rete Radiè Resch» il 12 - 14
aprile 2002 dal titolo “Il sorriso di Pacha Mama” sottotitolo
“la speranza degli esclusi”, con relatori Manlio Dinucci, Alì
Raschid, Giulietto Chiesa, frei Gorgen, Marco Revelli, Guido Viale,
Ettore Masina, Alex Zanotelli, … ed altri testimoni. Per
informazioni: dinopoli@ferrarisvr.it |
| 13-14/04/2002 - Vago di Lavagno
(VR) - Giovani Insieme e... Quale modello globale?
Gi.Ins (Giovani Insieme) in collaborazione con il Gruppo Consiliare «Insieme
per il Veneto» organizza una duegiorni di riflessione sul tema: «Quale
modello globale?».Interverranno: Massimo Cacciari, Paolo Fogliozzo
(gesuita), l'on. Franca Bimbi, Emilio Del Bono e il professor
Chiamazzo. Si parlerà di diritti umani, economia globale ed
istituzioni economiche e politiche. Per informazioni: makulato@tin.it
o Marco Burato (338 7991919). Gli appuntamenti si terranno presso
l'Oasi San Giacomo di Vago di Lavagno (VR) (tel. 045 994548) a partire
dalle ore 9,45 di sabato 13 aprile. |
| 13-14/04/2002 - San Bonifacio e
Verona - WWF: GIORNATA PER LE OASI
Il 13 e il 14 aprile GIORNATA PER LE OASI. Il WWF Italia sarà
presente in più di 600 piazze d'Italia per testimoniare il suo
impegno e offrire a tutti coloro che sceglieranno di sostenere uno dei
suoi progetti nelle Oasi,la guida e la cartina del delle Oasi del WWF
insieme ad una confezione di pasta prodotta nel Parco Nazionale della
Majella. Il WWF sarà presente a San Bonifacio domenica 14 Aprile in
Piazza Costituzione. |
| 14/04/2002 - Verona - Ventennale
del Gruppo Futura/1
In occasione del proprio ventennale, il "Gruppo Futura"
gruppo volontariato solidarietà handicap, con sede in via Saliceto 3,
Verona organizza domenica 14 aprile 2002 - ore 17.00: «IL MARE RUBATO»
letture animate per bambini del Gruppo Ex-Trapola. Testi ed animazioni
di Gek Tessaro - Musiche : Anna Lisa Buzzola, Cristina Ribul.
L’appuntamento si svolgerà presso il TEATRO CANOSSA Via Albertini 4
Verona (Borgo Trieste). |
| 15/04/2002 - Colognola ai Colli
(VR) - Presentazione della Rete di Lilliput
Il Gruppo Consumo Critico Val d’Illasi, l’Associazione Underforum
e l’Associazione Politico-Culturale di Cellore e Illasi organizzano:
“UN MONDO DIVERSO E’ POSSIBILE”, Incontro con la Rete Lilliput
di Verona. Cos’è la Rete Lilliput, la sua lettura del processo di
globalizzazione, le sue proposte a livello Nazionale e Locale.Relatore:
Stefano Guffanti, del Coordinamento provinciale Rete Lilliput. Lunedì
15 Aprile ore 20.45 presso la Sala Parrocchiale di S. Zeno di
Colognola ai Colli (VR). |
| 15/04/02 - Verona - Anniversario
della Liberazione / 1
L’Istituto veronese per la storia della Resistenza e dell’età
contemporanea organizza, in occasione della ricorrenza del 25 aprile,
per ribadire il valore storico, civile e politico dell’anniversario
della Liberazione, momento fondante della Repubblica italiana, alcune
iniziative pubbliche che avranno luogo a Verona e nella Provincia. In
data odierna: lunedì 15 aprile - ore 20,45 Libreria "Prosivendola",
via P.te Nuovo 2, Verona - Presentazione del libro di Mimmo
Franzinelli «Le stragi nascoste. L’armadio della vergogna: impunità
e rimozione dei crimini di guerra nazifascismi, 1943-1945» (Mondadori,
2002). Ne discutono: Bartolomeo Costantini (Procura militare della
Repubblica di Verona) e l’Autore. A questa iniziativa, che vuole
ricordare alcuni degli appuntamenti previsti per la ricorrenza del 25
aprile 2002, partecipano: Comitato Laico Antirazzista - Cesar K; CGIL
Verona; Circolo Pink Centro di Cultura ed Iniziativa
Gay/Lesbica/Bisessuale e Transgender Verona; CISL Verona; UIL Verona;
Giovani Comunisti Verona; Donne in Nero Verona; La Prosivendola
libreria; Società Letteraria; Rifondazione Comunista Verona; Rete
Lilliput Verona; Gruppo RC Consiglio Provinciale di Verona; Comitato
Passalacqua e Santa Marta per Verona; Associazione Filorosso; casa
editrice Ombre Corte; Antigone Onlus per i diritti e le garanzie nel
sistema penale. |
| 15/04/02 - Vicenza - La legge
Bossi-Fini
Lunedì 15 aprile a VICENZA, presso Chiostri di Santa Corona, ore
21.00, i Verdi Vicenza organizzano un incontro sul tema: Legge Bossi -
Fini: senza diritti non c'è futuro. |
| 17/04/02 - Verona - Anniversario
della Liberazione / 2
L’Istituto veronese per la storia della Resistenza e dell’età
contemporanea organizza, in occasione della ricorrenza del 25 aprile,
per ribadire il valore storico, civile e politico dell’anniversario
della Liberazione, momento fondante della Repubblica italiana, alcune
iniziative pubbliche che avranno luogo a Verona e nella Provincia. In
data odierna: Mercoledì 17 aprile - ore 18,00 - a cura di Iversrec e
Società Letteraria - Sala Barbieri di Palazzo Giuliari
dell’Università di Verona - presentazione del libro di Salmen
Gradowski, «Sonderkommando. Diario da un crematorio di Auschwitz,
1944» a cura di Philippe Mesnard e Carlo Saletti (Marsilio, 2002). Ne
discutono Adriana Cavarero. (Università di Verona), Donatella Levi
(scrittrice e psicoterapeuta) e Maurizio Zangarini (Direttore Iversec).
Saranno presenti i curatori. A questa iniziativa, che vuole ricordare
alcuni degli appuntamenti previsti per la ricorrenza del 25 aprile
2002, partecipano: Comitato Laico Antirazzista - Cesar K; CGIL Verona;
Circolo Pink Centro di Cultura ed Iniziativa Gay/Lesbica/Bisessuale e
Transgender Verona; CISL Verona; UIL Verona; Giovani Comunisti Verona;
Donne in Nero Verona; La Prosivendola libreria; Società Letteraria;
Rifondazione Comunista Verona; Rete Lilliput Verona; Gruppo RC
Consiglio Provinciale di Verona; Comitato Passalacqua e Santa Marta
per Verona; Associazione Filorosso; casa editrice Ombre Corte;
Antigone Onlus per i diritti e le garanzie nel sistema penale. |
| 17/04/02 - Sommacampagna (VR) -
Riflessi di Pace/2
Il Comitato per l'Educazione alla Mondialità, l'Università del tempo
libero, la Biblioteca comunale, il Gruppo teatrale
"L'Incontro" e l'Associazione Culturale "Lanternamagica"
sono i promotori del palinsesto "Riflessi di Pace".
L'appuntamento odierno, presso il Cinema Teatro "Virtus",
alle ore 21, sarà dedicato alla poesia. Lo spettacolo è titolato
"Dalle ceneri". Voce recitante e regia: Massimo Totola.
Percussioni: Sbibu Sguazzabia. Ingresso a pagamento. |
| 18/04/02 - Verona - Le Campagne
della Rete Lilliput Verona
Rete Lilliput di Verona organizza un incontro, giovedì 18 aprile 2002
– ore 21.00, presso Corte Molon – Lungadige Attiraglio (prima
della diga del Chiedo) a Verona. Tema: “La Rete va in Campagna!”Le
Campagne della Rete per costruire “un mondo diverso” Campagne di
“Obiezione alle Spese Militari” e “Banchearmate” - Queste
campagne, mettendo in discussione le spese militari (lo stato italiano
spenderà circa 40 mila miliardi nel 2002) ed i finanziamenti che le
banche concedono per la costruzione ed il commercio di armi,
permettono di esprimere concretamente il “No alla guerra!” e di
non collaborare, seppure in modo passivo, alle politiche belliche.
Campagna per l’adozione della Tobin Tax - Ogni giorno quasi 1500
miliardi di $ vengono scambiati sui mercati valutari mondiali per pura
speculazione invece che per produrre beni. L'introduzione di una tassa
(la Tobin Tax) su queste transazioni disincentiverebbe le manovre
puramente speculative e permetterebbe di raccogliere fondi da
destinare allo sviluppo di quei 3/4 dell'umanità che non ha accesso
ai beni essenziali. - Campagna per l’Acqua - L'acqua è un bene
comune dell'umanità e degli altri organismi viventi, ma l'accesso al
suo utilizzo è un diritto umano e sociale troppo spesso negato o
limitato. La Campagna chiede, per garantire a tutti l’accesso
all’acqua potabile: la redistribuzione delle risorse idriche,
l’inversione della politica di privatizzazione e maggiori
investimenti per migliorare le strutture distributive pubbliche.
Agenda 21 Locale - Come coniugare lo sviluppo sostenibile, il rispetto
dell’ambiente, i diritti sociali, la partecipazione democratica
all’aprirsi del 21° secolo? Agenda 21 propone di coinvolgere e
sensibilizzare tutti i soggetti costituenti una comunità (singoli
cittadini, amministratori, rappresentanti delle varie categorie del
mondo del lavoro), per esplicitare e condividere obiettivi di
sostenibilità (locale, ecologica e sociale), verificarne la
fattibilità e tradurli in linee d’azione concrete. |
| 18/04/2002 - Verona -
Diapo-racconti: Nicaragua
La VI Circoscrizione di Verona, il CENTRO TERRITORIALE PERMANENTE PER
L'ISTRUZIONE E LA FORMAZIONE IN ETA' ADULTA, il DISTRETTO 29 - SCUOLA
" G. CARDUCCI " VERONA, curato del circolo Legambiente
Fagiani nel mondo, promuovono la Rassegna di diapo-racconti di viaggio
per conoscere paesi e culture di altri mondi " C'è mondo fuor di
queste mura…" (dedicato a Walter Pedrotti). 18 aprile 2002 -
Nicaragua: dal lago Cocibolca al Rio San Juan… Viaggio nell'Acqua di
Sandro Campagnola e Federico Carazzolo. L'incontro inizierà alle ore
20.30 presso la scuola "G. Carducci" Via Betteloni, 21
Verona - tel. 045525551. Ingresso libero. |
| 19/04/2002 - Fumane (VR) -
Tangentopoli, 10 anni dopo
Venerdì 19 aprile alle ore 21 il comune di Fumane ospiterà un
incontro organizzato in collaborazione con il gruppo Mac^ka dal titolo
"Tangentopoli 10 anni dopo: che succede?". A questa domanda
spinosa quanto doverosa cercheranno di rispondere Marco Travaglio,
giornalista della Repubblica e collaboratore di micromega, Peter Gomez,
giornalista dell'Espresso e collaboratore di Micromega e Guido Papalia,
procuratore capo di Verona coordinati da Nadir Welponer, consigliere
regionale. A 10 anni dal caso Tangentopoli, in attesa del nuovo libro
di Travaglio si fa sentire la necessità di sapere a che punto siamo,
cosa è rimasto fermo e cosa continua a muoversi, chi sono i nuovi (?)
protagonisti, cosa fanno, cosa è possibile aspettarsi per il futuro,
cosa sperare. Peter Gomez e Marco Travaglio si interessano da tempo a
queste tematiche e i loro sforzi di capire cosa sia realmente accaduto
e cosa stia accadendo hanno trovato voce, tra il resto, ne La
reppublica delle banane" ( Roma, 2001, Editori Riuniti ). Come si
ricorderà, Travaglio aveva attirato l'attenzione in seguito al suo
intervento al Satyricon di Daniele Luttazzi in cui aveva presentato
"L'odore dei soldi. Origine e misteri delle fortune di Silvio
Berlusconi"( Roma, Editori Riuniti ) libro scritto a quattro mani
con Elio Veltri. In quella occasione il Cavaliere aveva fatto sapere
in Italia che lo spettacolo gli aveva procurato un aumento di 5 punti
percentuali, salvo poi correggersi durante un discorso ufficiale in
Spagna dichiarando che il suo indice di gradimento era sceso invece di
17 punti percentuali. Viste le premesse (e le tante promesse ) il
dibattito si prospetta interessante. Fumane, venerdì 19 aprile, ore
21, presso la sala consigliare del Comune di Fumane. |
| 19 - 20/04/2002 - Verona - Nuovi
stili di vita
Il Gruppo di Lavoro Tematico Stili di Vita per una Sobrietà Felice
della Rete Lilliput di Verona organizza due momenti di confronto dal
titolo: Un'Alimentazione diversa è Possibile. Ci troveremo a Corte
Molon, sul Lungadige Attiraglio dopo la diga, il 19 Aprile 2002 alle
ore 20:45 per un incontro-dibattito sull’Alimentazione Naturale,
Sana e Buona. Ed il 20 Aprile 2002 dalle ore 15:00 all’allegro
laboratorio di cucina per mettere in pratica quanto appreso:
prepareremo alcune pietanze e poi ceneremo insieme. Per partecipare al
laboratorio è necessario prenotarsi telefonando a: Graziella dalle
19:30 alle 21:00 al numero 0456150911. La Rete Lilliput di Verona è
un insieme d'associazioni, gruppi e singoli cittadini impegnati nel
volontariato, nel mondo della cultura, nella cooperazione Nord/Sud,
nel commercio e nella finanza etica, nel sindacato, nei centri
sociali, nella difesa dell'ambiente, nel mondo religioso, nel campo
della solidarietà, della pace e della nonviolenza. Abbiamo dato vita
alla Rete Lilliput per unire in un'unica voce tutte le nostre voci.
Come i piccoli lillipuziani vogliamo bloccare il gigante Gulliver,
ovvero quel concetto ingiusto di libero mercato che concentra il
potere economico nelle mani di pochi, e vogliamo sostituire la logica
del mero profitto e del consumismo con la salvaguardia della Vita,
della Dignità umana, della Salute e dell’Ambiente. Il Gruppo
Tematico di Lavoro Stili di Vita per una Sobrietà Felice è un
insieme di persone convinto del fatto che: Dobbiamo incominciare a
vivere più semplicemente per permettere a tutti semplicemente di
vivere; per raggiungere questo obbiettivo abbiamo pensato a delle
modalità di lavoro, che sintetizziamo: il gruppo vuole essere
elemento di stimolo innanzitutto per i suoi stessi componenti al fine
di ampliare le proprie conoscenze e i settori in cui applicare stili
alternativi; fondamentale é apparso l’approccio che si vuole avere
sul come operare, deve essere il più possibile PRATICO e PRATICABILE
per poterlo attuare quotidianamente; tutto ciò che si arriverà a
proporre (conferenze pubbliche, laboratori, incontri…) dovrà essere
caratterizzato da un aspetto ludico-creativo-giocoso affinché le
persone siano invogliate a venire e vadano via felici del tempo
trascorso… non vogliamo cioè ricadere nel solito schema per cui la
sobrietà richiama ancora il concetto negativo di rinuncia => chi
me lo fa fare? Noi riteniamo che un’Alimentazione diversa sia
possibile e necessaria perché: Ci fa stare meglio, ci rende più
felici e belli! Permette di salvaguardare l’Ambiente in cui viviamo
e rispettare gli animali; Tramite il Consumo Critico e l’acquisto di
prodotti etici e solidali permette che ci sia una maggiore giustizia
nei confronti di chi lavora, specie nei Paesi che producono a basso
costo, spesso sfruttando i bambini; Ci fa risparmiare e imparare tante
cose; … il resto lo scoprirete partecipando agli incontri! |
| 19/04/2002 - Brescia - Scuola e
Religioni
Convegno “E’ L’ORA DELLE RELIGIONI? LA SCUOLA E IL MOSAICO DELLE
FEDI”, 19 aprile 2002 presso Cem Mondialità, Istituto Saveriano -
Via Piamarta,9 – 25121 Brescia. Per informazioni e iscrizioni Tel.
030.377.2780 (dal lunedì al venerdì 9.30 –12.30) E-mail
cemmondialita@saveriani.bs.it Web:www.saveriani.bs.it/cem |
| 19/04/02 - Nogara (VR) - Lo
sviluppo della corte rurale
«Nogara nel Rinascimento: dalla corte alla villa» è il titolo del
ciclo di incontri organizzato dall'Assessorato alla Cultura di Nogara
(VR) e dalla locale Biblioteca comunale, che ospita gli appuntamenti
in programma. Questa sera, alle ore 21 il prof. Remo Scola Gagliardi
(Ricercatore e Scrittore) tratterà il tema: "Lo sviluppo della
corte rurale nella pianura veronese". |
| 22/04/02 - Arcole (VR) - Libertà
e regole per diventare adulti
Inserito all'interno del palinsesto "Incontri per genitori",
organizzato dalla Direzione Didattica 2 Circolo di San Bonifacio e
dalla Scuola Media Bonturi-Piubello, con il patrocinio del Comune di
Arcole, si terrà, presso la sala civica di Arcole (VR) alle ore 20,30
l'incontro "Libertà e regole per diventare adulti" (Come
essere liberi accettando i vincoli della convivenza sociale).
Interverranno uno psicologo, un sacerdote e un massmediologo. |
| 23/04/02 - Verona, S.Marino B.A
- Anniversario della Liberazione / 3
L’Istituto veronese per la storia della Resistenza e dell’età
contemporanea organizza, in occasione della ricorrenza del 25 aprile,
per ribadire il valore storico, civile e politico dell’anniversario
della Liberazione, momento fondante della Repubblica italiana, alcune
iniziative pubbliche che avranno luogo a Verona e nella Provincia. Due
gli appuntamenti odierni: Martedì 23 aprile - ore 21,00 - a cura di
Iversrec e Va - Circoscrizione Scuola media "E. Meneghetti",
Verona: «Per non dimenticare. Chi era Egidio Meneghetti?» incontro
per la conoscenza e la memoria del nostro passato, con la
partecipazione di Chiara Saonara (Istituto Veneto per la storia della
Resistenza e dell’età contemporanea) e Gian Paolo Marchi (Università
di Verona). Martedì 23 aprile - ore 10,00 Scuola media "B.
Barbarani", S. Martino Buon Albergo - Incontro con gli studenti
delle classi terze e presentazione del libro di Delfina Borgato «Non
si poteva dire di no» a cura di Manuela Tommasi (Iversrec, 2002).
Saranno presenti il Sindaco di San Martino Buon Albergo, Mario Lo
nardi, il Direttore dell’Iversrec, l’Autrice e la Curatrice.
L’attore Guido Ruzzenenti leggerà brani del volume. A questa
iniziativa, che vuole ricordare alcuni degli appuntamenti previsti per
la ricorrenza del 25 aprile 2002, partecipano: Comitato Laico
Antirazzista - Cesar K; CGIL Verona; Circolo Pink Centro di Cultura ed
Iniziativa Gay/Lesbica/Bisessuale e Transgender Verona; CISL Verona;
UIL Verona; Giovani Comunisti Verona; Donne in Nero Verona; La
Prosivendola libreria; Società Letteraria; Rifondazione Comunista
Verona; Rete Lilliput Verona; Gruppo RC Consiglio Provinciale di
Verona; Comitato Passalacqua e Santa Marta per Verona; Associazione
Filorosso; casa editrice Ombre Corte; Antigone Onlus per i diritti e
le garanzie nel sistema penale. |
| 24/04/02 - Verona, S.Marino B.A,
Caprino Veronese - Anniversario della Liberazione / 4
L’Istituto veronese per la storia della Resistenza e dell’età
contemporanea organizza, in occasione della ricorrenza del 25 aprile,
per ribadire il valore storico, civile e politico dell’anniversario
della Liberazione, momento fondante della Repubblica italiana, alcune
iniziative pubbliche che avranno luogo a Verona e nella Provincia. Le
gli incontri odierni: Mercoledì 24 aprile - ore 17,30 - a cura di
Iversrec e Circolo "Pink" Sala Barbieri di Palazzo Giuliari,
Università di Verona - Presentazione del libro «Le ragioni di un
silenzio. La persecuzione degli omosessuali durante il nazismo e il
fascismo», a cura del Circolo Pink di Verona (Ombre Corte, 2002). Ne
discutono: on. Niki Vendola (parlamentare RC), Gianfranco Goretti
(storico), Frediano Sessi (saggista) e Maurizio Zangarini (Direttore
Iversec). Mercoledì 24 aprile - ore 20,30 Teatro "Peroni",
S. Martino Buon Albergo Presentazione del libro di Delfina Borgato «Non
si poteva dire di no» a cura di Manuela Tommasi (Iversrec, 2002).
Saranno presenti il Sindaco di San Martino Buon Albergo, il Direttore
dell’Iversrec, l’Autrice e la Curatrice. Seguirà il concerto
della "Meshuge Kletzmer Band" di Verona con la
partecipazione dell’attore Andrea De Manicor. Mercoledì 24 aprile -
ore 20,30 Palazzo Carlotti, Caprino Veronese Presentazione del libro
«Da Caprino a Ebensee. Danilo Veronesi, un martire del nazismo», a
cura di Vasco Senatore Gondola, (Comune di Caprino, 2002). A questa
iniziativa, che vuole ricordare alcuni degli appuntamenti previsti per
la ricorrenza del 25 aprile 2002, partecipano: Comitato Laico
Antirazzista - Cesar K; CGIL Verona; Circolo Pink Centro di Cultura ed
Iniziativa Gay/Lesbica/Bisessuale e Transgender Verona; CISL Verona;
UIL Verona; Giovani Comunisti Verona; Donne in Nero Verona; La
Prosivendola libreria; Società Letteraria; Rifondazione Comunista
Verona; Rete Lilliput Verona; Gruppo RC Consiglio Provinciale di
Verona; Comitato Passalacqua e Santa Marta per Verona; Associazione
Filorosso; casa editrice Ombre Corte; Antigone Onlus per i diritti e
le garanzie nel sistema penale. |
| 25/04/02 - Verona - Anniversario
della Liberazione / 5
L’Istituto veronese per la storia della Resistenza e dell’età
contemporanea organizza, in occasione della ricorrenza del 25 aprile,
per ribadire il valore storico, civile e politico dell’anniversario
della Liberazione, momento fondante della Repubblica italiana, alcune
iniziative pubbliche che avranno luogo a Verona e nella Provincia. Tre
gli appuntamenti in programma: Giovedì 25 aprile ore 9.00 Verona -
Manifestazione ufficiale per la ricorrenza della Liberazione con
corteo che da Piazza delle Poste raggiungerà la Sinagoga e Piazza Brà.
Alle ore 10,30, nella Sala Arazzi del Comune di Verona, verranno
tenuti i discorsi da parte del Sindaco di Verona e del prof. Vittore
Bocchetta. Seguirà la deposizione di corone al monumento al
partigiano. Giovedì 25 aprile - ore 15,00 - a cura di Iversrec e
Libreria "Prosivendola" Piazzetta Pescheria, Verona:
"La liberazione e il riscatto": festa in piazza con la
partecipazione di attori e gruppi musicali. Sono previsti interventi
di Vittore Bocchetta, del Provveditore agli Studi, del Sindaco di
Verona. Giovedì 25 aprile - ore 18,00 - per iniziativa del Circolo
"Pink" e Cesar K. Piazza Brà, Verona . Commemorazione delle
altre vittime della persecuzione nazista e fascista; davanti il
monumento ai deportati si ricordano Sinti e Rom, politici, Testimoni
di Geova, omosessuali, anarchici e “le vite indegne di essere
vissute”. A questa iniziativa, che vuole ricordare alcuni degli
appuntamenti previsti per la ricorrenza del 25 aprile 2002,
partecipano: Comitato Laico Antirazzista - Cesar K; CGIL Verona;
Circolo Pink Centro di Cultura ed Iniziativa Gay/Lesbica/Bisessuale e
Transgender Verona; CISL Verona; UIL Verona; Giovani Comunisti Verona;
Donne in Nero Verona; La Prosivendola libreria; Società Letteraria;
Rifondazione Comunista Verona; Rete Lilliput Verona; Gruppo RC
Consiglio Provinciale di Verona; Comitato Passalacqua e Santa Marta
per Verona; Associazione Filorosso; casa editrice Ombre Corte;
Antigone Onlus per i diritti e le garanzie nel sistema penale. |
| 26/04/02 - Nogara (VR) - Villa
Marogna
«Nogara nel Rinascimento: dalla corte alla villa» è il titolo del
ciclo di incontri organizzato dall'Assessorato alla Cultura di Nogara
(VR) e dalla locale Biblioteca comunale, che ospita tutti gli
appuntamenti. Questa sera si terrà l'ultimo incontro in programma,
alle ore 21, che sarà tenuto dalla dottoressa Micaela Panarotto
(Conservatrice dei beni culturali). Il tema: "Villa Marogna:
architettura cinquecentesca nella bassa veronese". |
| 27/04/02 - Verona - Anniversario
della Liberazione / 6
L’Istituto veronese per la storia della Resistenza e dell’età
contemporanea organizza, in occasione della ricorrenza del 25 aprile,
per ribadire il valore storico, civile e politico dell’anniversario
della Liberazione, momento fondante della Repubblica italiana, alcune
iniziative pubbliche che avranno luogo a Verona e nella Provincia. In
data odierna: SABATO 27 aprile - ore 21,00 - per iniziativa dei
Giovani Comunisti di Verona Giardini di Ponte Catena Verona Dibattito
«Contro i revisionismi e per la memoria delle vittime del nazismo e
del fascism». Intervengono: Circolo Pink, Circolo Baldo Garda, Casa
ed. Giustizia e Libertà. A questa iniziativa, che vuole ricordare
alcuni degli appuntamenti previsti per la ricorrenza del 25 aprile
2002, partecipano: Comitato Laico Antirazzista - Cesar K; CGIL Verona;
Circolo Pink Centro di Cultura ed Iniziativa Gay/Lesbica/Bisessuale e
Transgender Verona; CISL Verona; UIL Verona; Giovani Comunisti Verona;
Donne in Nero Verona; La Prosivendola libreria; Società Letteraria;
Rifondazione Comunista Verona; Rete Lilliput Verona; Gruppo RC
Consiglio Provinciale di Verona; Comitato Passalacqua e Santa Marta
per Verona; Associazione Filorosso; casa editrice Ombre Corte;
Antigone Onlus per i diritti e le garanzie nel sistema penale |
| 03/05/02 - Sommacampagna (VR) -
Riflessi di Pace/3
Il Comitato per l'Educazione alla Mondialità, l'Università del tempo
libero, la Biblioteca comunale, il Gruppo teatrale
"L'Incontro" e l'Associazione Culturale "Lanternamagica"
sono i promotori del palinsesto "Riflessi di Pace".
L'appuntamento odierno, presso il Cinema Teatro "Virtus",
alle ore 21, sarà uno spettacolo musicale con poesie interpretate da
Grazia De Marchi. Ingresso a pagamento. |
| 04/05/2002 - Nogara (VR) - LA
GIUSTIZIA E' UGUALE PER TUTTI?/3 - INCONTRO CON MARCO TRAVAGLIO, ELIO
VELTRI E PETER GOMEZ
All’interno del ciclo di incontri «LA GIUSTIZIA E' UGUALE PER TUTTI
?» organizzato dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Nogara
(Verona) e dalla Biblioteca Comunale di Nogara "Elisa Masini"
sabato 4 maggio alle ore 16 presso il Teatro Comunale di Nogara (via
Roma, 1) si terrà la presentazione del libro di ELIO VELTRI "Le
toghe rosse" (Baldini & Castaldi) e dell'ultimo libro di
MARCO TRAVAGLIO, GIANNI BARBACETTO E PETER GOMEZ «C'era una volta
Mani Pulite» (Feltrinelli). Interverranno: MARCO TRAVAGLIO
Giornalista de "la Repubblica"; PETER GOMEZ (giornalista de
L'Espresso); ELIO VELTRI, Presidente dell'Associazione
"Democrazia e Legalità"; PAOLO ANDREOLI, Sindaco di Nogara.
Tutti sono invitati. Per informazioni http://digilander.iol.it/biblionogara
; biblionogara@libero.it . |
| 04/05/2002 - Verona - Ventennale
del Gruppo Futura/2
In occasione del proprio ventennale, il "Gruppo Futura"
gruppo volontariato solidarietà handicap, con sede in via Saliceto, 3
Verona, organizza, sabato 4 maggio 2002 - ore 9.00, TAVOLA ROTONDA
“VOLONTARIATO ED HANDICAP:REALTA’ E PROSPETTIVE”.
L’appuntamento si svolgerà presso il TEATRO CANOSSA Via Albertini 4
Verona (Borgo Trieste). |
| 05/05/2002 - Verona - Ventennale
del Gruppo Futura/3
In occasione del proprio ventennale, il "Gruppo Futura"
gruppo volontariato solidarietà handicap, con sede in via Saliceto 3,
Verona organizza, domenica 5 maggio 2002 - ore 17.00, «LA CICALA E LA
FORMICA» spettacolo di burattini curato dal Teatro Mondo Piccino -
Autori: Marco Campedelli, Elisabetta Zampini. L’appuntamento si
svolgerà presso il TEATRO CANOSSA Via Albertini 4 Verona (Borgo
Trieste). Ingresso libero con offerta (il ricavato verrà devoluto
alle attività del Gruppo Futura). |
| 07- 09/05/2002 - Verona -
Convegno promosso dalla Fesmi
La non violenza possibile: una sfida per la missione. È il tema del
convegno promosso dalla Fesmi (Federazione della stampa missionaria
italiana) che si svolgerà a Verona, presso il Centro unitario
missionario (Cum), dal 7al 9 maggio prossimi. L’iniziativa è
un’occasione privilegiata per riflettere sul tema della ‘non
violenza’, con l’aiuto di esperti i cui apporti saranno elaborati
ed arricchiti in un’attività di dibattito e di laboratorio.
“L’escalation bellica afgana, che ha fatto seguito alla tragedia
delle ‘Twin Towers’ e del Pentagono, come anche i numerosi focolai
di tensione in numerosi Paesi del Sud del mondo, esige da parte dei
missionari un’attenzione privilegiata per un rinnovato annuncio del
Vangelo della Pace”, ha commentato padre Ottavio Raimondo,
segretario nazionale della Fesmi. Tra i partecipanti al convegno
figurano i teologi Tissa Balasuriya dello Sri Lanka e don Gianni
Colzani. Per ulteriori informazioni: raggio@rivistaraggio.org - sermis@emi.it |
| 17/05/02 - Sommacampagna (VR) -
Riflessi di Pace/4
Il Comitato per l'Educazione alla Mondialità, l'Università del tempo
libero, la Biblioteca comunale, il Gruppo teatrale
"L'Incontro" e l'Associazione Culturale "Lanternamagica"
sono i promotori dell'ultimo appuntamento inserito all'interno del
palinsesto "Riflessi di Pace". Presso il Cinema Teatro
"Virtus", alle ore 21, il Gruppo Teatrale
"L'Incontro" metterà in scena "Dirittidiversinversi".
Ingresso a pagamento. |
| 31 maggio - 1 giugno 2002 - Vago
di Lavagno (VR) - 1° Meeting "Regnum Dei"
31 maggio – 1 giugno 2002 - 1° MEETING “REGNUM DEI” arte e
preghiera all’Oasi San Giacomo (Vago di Lavagno – Verona) 1°
Meeting all’Oasi San Giacomo di Vago di Lavagno (Verona), casa di
incontri dell’Opera Don Calabria. Il 31 maggio e 1 giugno vedremo
coinvolti, nel particolare momento di arte e preghiera, artisti,
sportivi, laici, religiosi e quant’altro possa servire a
testimoniare pace, amore e fratellanza come Gesù insegna. La
manifestazione avrà inizio il 31 maggio alle ore 9.30 con un
incontro-dibattito sostenuto da Don Antonio Mazzi che tratterà il
“Disagio Giovanile”, compagno di viaggio di Don Mazzi, in questo
contesto, sarà il popolare cantautore cristiano Roberto Bignoli
(autorevolmente riconosciuto anche all’estero dove ha ricevuto
numerosi premi). Interverrà il gruppo “Jazz & Fuoco” in uno
spettacolo unico al mondo fatto di musica, favole e momenti
pirotecnici. La sera del 31 maggio, alle ore 21.00, si esibirà il
gruppo gospel “ Venice Gospel Ensemble & Vg’s Out” diretto
dal M° Luca Pitteri (Saranno Famosi – Italia 1). Giorno 1 giugno il
Prof. Emilio Gandini (Presidente Nazionale delle scuole professionali
cattoliche), relazionerà sulle problematiche giovanili. Artisti e
sportivi daranno la loro testimonianza. Giusto una pausa pranzo e si
riprenderà con un bel momento di incontro tra giovani provenienti da
varie parrocchie. Si esibiranno Giovani artisti e Gruppi canori.
Parteciperà il “Circolo della Danza” con un gruppo di giovani
ballerine dirette da Milena Spera. La Santa Messa delle ore 18.00 avrà
la singolarità di essere animata da tutti i cantautori di Dio che
aderiscono al Meeting. Alle ore 21.00, dopo una performance del gruppo
“Jazz & Fuoco”, Concerto dei “Cantautori di Dio”. Avremo
di scena Giuseppe Cionfoli, Michele Paulicelli (ForzaVeniteGente),
Paolo Migani, Claudio Venturi, P. Sergio Tommasi, Jordan Sax, Rino
Davoli, Gigi Giordano, Mario Migliarese, Don Giuseppe Moscati, Don
Paolo Auricchio e altri. I due incontri mattutini saranno preceduti da
un breve percorso Storico-Culturale sull’Oasi San Giacomo e sul
Colle del Grigliano. Aspettiamo numerose adesioni da gruppi
parrocchiali,oratori,scuole e da chiunque abbia voglia di esibirsi e
incontrarsi con giovani e non di altre parrocchie, altre realtà, ma
dello stesso ideale: Gesù. Contatti: Oasi San Giacomo Vago di Lavagno
– Verona - Tel. 045.99.18.66 - Fax 045.99.15.48 Spaziofioritomariano@libero.it
Organizzazione e Direzione Artistica : Rino Davoli: 338/5882169 rinodavoli@libero.it |
Letter@
scomod@
DISARMIAMO EXA
2002
Il 13 e 14 aprile si terranno a Brescia una serie
di contro-manifestazioni alla grande fiera-esposzione di armi EXA. Il
Brescia Social Forum spiega perché opporsi a questa kermesse... di morte.
Cos’è Exa
Exa è la più grande esposizione
al mondo di armi sportive, da caccia e da tiro, comuni da sparo; si svolge
annualmente a Brescia e nel 2002, dal 13 al 16 aprile, se ne terrà la
ventunesima edizione. Exa si propone propagandisticamente come un evento
tutto centrato sull’ “idilliaca” passione per le armi da caccia,
sportive, da collezione; in realtà, scorrendo la lista degli espositori
dell’ultima edizione della mostra (e di quelle precedenti), si potrà
comprendere come dietro la facciata dell’esposizione di armi sportive si
nasconda una realtà diversa e ben più complessa. Grandi industrie che
espongono a Exa destinano una parte rilevante della loro produzione alle
armi da guerra, alle armi leggere e di piccolo calibro, alle dotazioni
antisommossa, a sistemi di addestramento per operatori alla sicurezza. Per
comprendere quale sia la vera movimentazione di affari promossa da Exa
basta citare alcuni dei maggiori espositori: primo tra tutti la Beretta,
industria armiera bresciana con una storia plurisecolare, il cui profilo
è quello di un’industria fondamentalmente militare in grado di
convertirsi almeno in parte al civile. La Beretta deve la propria fortuna
alla prima guerra mondiale, e poi alle grandi forniture militari del
periodo dell’espansione “imperiale” fascista; dopo una rapida
riconversione postbellica ai fucili da caccia, la Beretta tornò alle
commesse governative con l’adesione dell’Italia alla Nato. Oggi la
Beretta dichiara ufficialmente un fatturato militare pari soltanto al
25-30% della sua produzione, ma non è azzardato ipotizzare che nel 2000
la produzione militare abbia raggiunto il 40-50%, valutabile in 250-300
miliardi, del fatturato consolidato, e che almeno la metà sia stata
prodotta in Italia e da qui esportata. E poiché queste cifre sono
lontanissime da quelle ricavabili sulla base delle autorizzazioni
all’esportazione, si può ragionevolmente affermare che il gruppo
Beretta aggira di fatto, anche se probabilmente del tutto legalmente, la
legge 185/90, che sancisce il divieto di esportazione di armi verso paesi
in stato di conflitto, in via di sviluppo, e verso quelli i cui governi
sono responsabili di violazioni delle convenzioni internazionali in
materia di diritti dell’uomo. Oggi la Beretta ha assunto una struttura
multinazionale, con fabbriche negli Stati Uniti, in Turchia, Grecia e
Spagna, e rifornisce le forze armate italiane, l’esercito degli U.S.A.,
l’aeronautica francese, e numerosi altri paesi. Ma all’esportazione di
armi da guerra vere e proprie aggiunge quella delle cosiddette armi
leggere o di piccolo calibro (rivoltelle e pistole a carica automatica,
fucili, fucili mitragliatori, fucili d’assalto e mitragliatrici
leggere), che sfuggono ai divieti della legge 185 ma che sono quelle più
frequentemente usate nei vari scenari bellici, e che provocano il maggior
numero di vittime, specialmente tra le popolazioni civili. La Beretta, per
le sue dimensioni, rappresenta l’esempio più eclatante tra i
fabbricanti italiani di strumenti di morte che utilizzano Exa come vetrina
per promuovere la propria produzione, ma in scala ridotta valutazioni
analoghe possono farsi per altri espositori, come la Benelli, la Franchi,
la Breda, ecc. Sono poi presenti colossi internazionali dell’industria
armiera, anche bellica, come Browning, Winchester, Colt, Smith &
Wesson, Ruger. Accanto a questi, altri produttori espongono a Exa
strumenti ad alta tecnologia e dotazioni in uso alle forza antisommossa
delle polizie di paesi “democratici” e non; si va dalle cosiddette
“armi meno che letali” ai gas lacrimogeni, dalle munizioni speciali
agli spray irritanti, ecc. Gli espositori di Exa, quindi, coprono tutta la
vasta gamma degli impieghi della produzione armiera.
Perché siamo
contro Exa
Exa rappresenta dunque una vetrina
per alcune tra le più importanti fabbriche d’armi al mondo; promuove
l’uso delle armi a scopo ludico, sportivo, di difesa, ma costituisce
occasione d’incontro e di affari anche per tipologie di armi a uso
bellico e antisommossa. Le ragioni per boicottare Exa sono quindi
molteplici e attraversano diversi temi tutti interni alla dimensione della
globalizzazione capitalista. E’ intuitivo e di tutta evidenza il
collegamento tra industria armiera e scenari bellici. Alcune delle
industrie che espongono a Exa producono vere e proprie armi da guerra (Beretta,
Breda, Franchi, ecc.); molte producono le cosiddette armi leggere e di
piccolo calibro che, pur non destinate in senso stretto a uso bellico, di
fatto, attraverso esportazioni illegali o triangolazioni che eludono la
legge, alimentano gli scenari di guerra che provocano ogni anno oltre
150.000 morti, per lo più tra la popolazione civile. Nel luglio 2001
l’Organizzazione delle Nazioni Unite ha tenuto a New York una conferenza
sul commercio illegale delle armi leggere e di piccolo calibro, definite
dal Segretario Generale dell’O.N.U. Kohi Annan, “armi di distruzione
di massa”. Sono stati rimarcati gli effetti nefasti dell’accumulazione
e della diffusione di armi leggere e di piccolo calibro di uso militare, e
forniti dati che illustrano tutta la portata devastante del fenomeno.
Nell’ultimo decennio, due milioni di bambini sono stati uccisi in
conflitti dove sono state usate armi di piccolo calibro e cinque milioni
sono diventati disabili. Si stima che soltanto in Afghanistan vi siano
circa dieci milioni di armi di piccolo calibro; sette milioni in Africa
Occidentale, circa due milioni in America Centrale. Amnesty International
fornisce dati, relativi all’anno 2000, secondo i quali l’Italia è il
terzo paese esportatore di armi di piccolo calibro (dopo U.S.A. e Gran
Bretagna), con valori che superano i trecento milioni di dollari. Tra i
destinatari delle esportazioni legali di armi e munizioni si trovano Stati
coinvolti in conflitti, tra cui India, Pakistan, Eritrea e Etiopia,
l’Uganda, la Sierra Leone, il Congo, l’Algeria. Molti dei paesi
destinatari sono teatro di violazioni dei diritti umani, come Turchia,
Arabia Saudita, Cina e Indonesia. Si sottraggono invece a ogni controllo i
traffici illegali, che nella maggior parte dei casi hanno all’origine un
trasferimento legale e poi, attraverso triangolazioni tra Stati e
intermediazioni di organizzazioni criminali e trafficanti senza scrupoli,
sfuggono agli embarghi e fanno perdere ogni traccia di sé. Le armi
leggere e di piccolo calibro sono le armi delle guerre moderne, provocano
l’esacerbazione dei conflitti e rendono più difficili le soluzioni
diplomatiche, ma aumentano anche il tasso di criminalità e le violazioni
dei diritti umani. Exa quindi, dietro la facciata rassicurante che attira
decine di migliaia di visitatori ogni anno, nasconde il suo vero volto di
vetrina dei fabbricanti di strumenti di morte. Disarmare Exa significa
anche colpire la finanza armata: le connessioni tra finanza ufficiale e
paradisi fiscali, le banche che finanziano il traffico d’armi
internazionale, gli Stati che destinano quote importanti del loro p.i.l.
alle spese militari, sottraendole alla spesa sociale; le lobbies e i
potentati che influenzano scelte politiche, gravide di effetti distruttivi
sullo scenario internazionale. La produzione e l’esportazione di armi,
sia legale che illegale, ha bisogno di grandi capitali e di servizi
finanziari che solo le banche possono offrire, di modo che gli istituti
bancari destinano i risparmi dei cittadini anche a finanziare operazioni
bancarie che generano morte. Nell’anno 2000, secondo i dati forniti dal
governo, sono state autorizzate esportazioni di armi a uso bellico
dall’Italia per oltre 1.500 miliardi di lire, e quasi la metà degli
importi autorizzati si riferiscono ad esportazioni verso Sudafrica,
Turchia, Nigeria e India. Circa il 70% delle esportazioni ufficiali di
armi leggere, quindi considerate “per uso civile”, ha invece avuto
come destinatari paesi del sud del mondo: tra gli altri, paesi come
Libano, Congo, Marocco, Algeria, Burkina Faso, Mauritania, Camerun,
Senegal, India, Kenia, ecc. Le spese militari sottraggono alla spesa
sociale quote importanti dei p.i.l. di tutti i paesi, somme ingenti che
anziché essere destinate all’utilità pubblica servono a fornire gli
eserciti e le polizie di sempre più sofisticati strumenti di morte. Ma
attraverso le esportazioni di armi verso i paesi in via di sviluppo, si
alimenta e perpetua il loro debito, e quindi la loro dipendenza, nei
confronti degli Stati industrializzati, con la conseguente impossibilità
di sviluppare economie destinate a soddisfare in primo luogo i bisogni
primari dei cittadini, di promuovere e finanziare progetti in materia di
salute, alimentazione, istruzione. Disarmare Exa significa anche
promuovere un modello di sviluppo sostenibile per l’ambiente, perché
l’esercizio della caccia impoverisce il patrimonio faunistico del nostro
pianeta, alterando l’equilibrio dell’ecosistema e provocando ogni anno
la morte inutile di centinaia di milioni di esseri senzienti. La scomparsa
e il rischio di estinzione di diverse specie animali sono anche
conseguenza della caccia, oltre che della distruzione del loro habitat
naturale. Disarmare Exa, insomma, significa pensare alla costruzione di un
mondo diverso, in cui le risorse oggi utilizzate per procurare morte,
distruzione, danno ambientale, possano essere destinate a utilizzi
socialmente utili; in cui le fabbriche d’armi possano essere
riconvertite ad altri cicli produttivi; in cui la guerra sia bandita per
sempre.
Exa nella guerra
globale
Nell’ultimo decennio i grandi
potentati economici e finanziari transnazionali, gli apparati
militari-industriali, i principali governi del mondo sempre più
frequentemente hanno fatto ricorso alla guerra per risolvere i conflitti,
per imporre la loro pace, i loro interessi nei punti di crisi e di
rilevanza strategica del pianeta. E dopo la strage terroristica dell’11
settembre alle Twin Towers la guerra sembra diventare ormai, sempre più,
la forma stessa del dominio, sanguinosa e devastante, terribile nella sua
concretezza, fatta di bombe, pallottole, distruzione e morte per le
popolazioni civili. Va imponendosi una sorta di stato di guerra permanente
sull’intero pianeta. Le azioni belliche, attuabili ovunque in qualsiasi
momento, diventano normalità nel governo sui popoli. Lo schema
amico-nemico e la guerra squalificano ogni iniziativa di mediazione
politica tra istanze complesse legittime e differenti, e cercano invece di
garantire nel Nuovo Ordine Mondiale neoliberista la concentrazione della
ricchezza e del potere nelle mani di pochi a discapito della gran parte
dell’Umanità, del diritto universale ad una vita dignitosa. Teatro di
operazioni militari sono oggi l’Afghanistan e la Palestina, prestissimo
potrebbero essere la Somalia, l’Iraq, forse di nuovo i Balcani… E
anche le forze armate italiane, con un consenso ampiamente maggioritario
in parlamento, ma non fra i cittadini, sempre più sono impiegate in
queste azioni di guerra con un ruolo attivo importante. Nel bilancio
pubblico gli stanziamenti del governo per le spese militari sono in
costante aumento. All’interno degli stessi Paesi più ricchi, lo stato
di guerra porta con se l’ampliarsi dell’esclusione dalla sfera dei
diritti, dei servizi e delle tutele sociali, nonché l’adozione sempre
più frequente di misure e metodi autoritari, apertamente repressivi, per
colpire il dissenso e la protesta democratica. E’ in questo scenario che
si pone, nell’anno 2002, l’esposizione di Exa, la cui rilevanza
economica e commerciale – come abbiamo visto - va ben al di là della
realtà bresciana. Ed è in questo scenario che Exa si rivela più che
mai, nei marchi degli espositori di armi leggere per ogni uso, nel logo
accattivante che la pubblicizza, nella propria stessa esistenza, un
veicolo per alimentare, foraggiare, legittimare, rendere senso comune
accettato e persino bello (“sportivo”) proprio la guerra, i suoi
strumenti e chi sulla guerra realizza profitti a palate. Senza guerra non
ci sono produzione e vendita di armi. Senza produzione e vendita di armi
non c’è guerra. E’ tutto qui, in fondo, il gioviale happening di Exa.
Proposta in
progress
Ma noi, uomini e donne comuni, di Brescia, di Genova, di Assisi, di Porto
Alegre, noi che pensiamo possibile la globalizzazione della pace e dei
diritti, e non del dominio di pochi sull’intero pianeta, siamo parte
dell’umanità contro la quale i potenti scatenano e fanno combattere le
guerre. Ebbene, chi si oppone alla guerra nei mille modi possibili, senza
se e senza ma, chi è per la pace, chi non vuole lasciarsi arruolare, chi
diserta e disobbedisce, chi non collabora, chi vivendo ogni fede sa che
nessuna guerra si può scatenare in nome di Dio, chi non è d’accordo ma
non sa che fare, chi crede possibile un altro mondo senza armi, chi non ci
crede molto ma vede che questo mondo è simile al peggiore possibile…
invitiamo tutti questi uomini e donne e molti di più, come noi e diversi
da noi, a condividere, fra tantissimi soggetti collettivi, politici,
associativi, sindacali, studenteschi…, singoli individui, con
provenienze, percorsi, sensibilità, pratiche, domande, impegni
quotidiani, obbiettivi grandi e/o immediati differenti… un semplice
scopo comune: dire no a Exa. Dirlo in molti modi pacifici, pubblici,
chiari, comprensibili, con creatività, allegria e radicalità. Affermare
che questa mostra di prodotti che servono ad uccidere è semplicemente
illegittima, ingiusta, perché di quei prodotti chiunque può diventare e
diventa vittima innocente. Exa non è figlia legittima di Brescia, non è
un fiore all’occhiello dell’ “intraprendenza e dell’operosità”
dei bresciani. E Brescia non è la città dei produttori e dei mercanti di
strumenti di morte. La stessa tradizionale “vocazione armiera” della
Valle Trompia è l’esito di scelte politiche ed economiche, non un dato
naturale incontrovertibile, certo non è l’unico modello di
organizzazione dei rapporti sociali che possa dare identità e lavoro alle
popolazioni di quel territorio. Siamo convinti che la sicurezza
dell’occupazione e del reddito per i lavoratori oggi impiegati in quel
settore non debba essere messa a rischio, ma è altrettanto certo che i
percorsi della riconversione dell’industria bellica, pur difficili e
realizzabili in tempi lunghi, non siano affatto impraticabili. Per altro,
importanti scelte di delocalizzazione produttiva verso regioni del mondo
dove il costo del lavoro è più basso negli ultimi anni sono state
compiute anche dalla Beretta, e questo, con l’intensificarsi della
competizione sul mercato mondiale, dimostra che persino in Val Trompia la
produzione armiera non è sinonimo di garanzia occupazionale e che anche
in questo ambito della manifattura bresciana prevale la tendenza alla
riduzione di manodopera. Dunque, un serio percorso di riconversione al
civile dell’industria bellica valtriumplina e di reinserimento degli
addetti in altri settori lavorativi può rappresentare non solo una
possibilità per porre fine alla produzione di armi ma anche, in
prospettiva, una concreta necessità di garanzia dell’occupazione e del
reddito per gli operai di quelle imprese a rischio di disoccupazione. Da
anni sono moltissimi e sempre di più i bresciani attivi nella solidarietà
reale, in mille iniziative che vedono la società civile locale sostenere
in modo concreto le popolazioni colpite dalla distruzione portata in ogni
parte del mondo anche dalle armi che da Brescia vengono vendute a
qualsiasi acquirente. L’impegno fattivo di molti bresciani in questi
anni nella cooperazione alla pace nella ex Jugoslavia, a supporto delle
popolazioni civili, per il ripristino del legame sociale devastato dalla
guerra etnica, è solo uno degli esempi. E’ questo il vero fiore
all’occhiello che già da molto tempo ha fatto conoscere i cittadini
bresciani ai cittadini di tutto il mondo, non certo la produzione di
guerra che riempie le tasche di pochi industriali e banchieri. Esprimere
questa solidarietà con coerenza e concretezza, dire no alla guerra non può
non significare anche sollevare e affrontare al più presto il grave
problema che è Exa, chiedere che la mostra delle armi leggere smetta di
esistere. Exa e il suo “palcoscenico”, la rilevanza nazionale ed
europea, la visibilità, oltre che la gravità, di questo evento,
rappresentano anzi un’opportunità grande che la società civile, il
movimento contro la guerra e per i diritti globali può cogliere, per dare
ulteriore legittimità ed efficacia concreta alle proprie ragioni e alla
preziosissima pratica quotidiana della solidarietà e delle azioni di
pace. Anzitutto, chiediamo con forza ai promotori dell’esposizione una
moratoria, cioè di rinunciare almeno all’edizione di quest’anno di
Exa. Crediamo che nella situazione di guerra in atto tale decisione sia
doverosa come gesto minimo indispensabile di assunzione di responsabilità,
di buon gusto e senso civile, di rispetto per l’Umanità martoriata
dall’effetto dei loro prodotti. Ma temiamo che i produttori e mercanti
di pistole, fucili, mitra, così come le società finanziarie e le banche
ad essi collegate, siano più preoccupati di non correre il rischio –
rinunciando all’expò 2002 - di una qualche flessione del giro
d’affari che attraverso Exa si alimenta. Facciamo appello allora a tutti
i soggetti interessati, di Brescia e non di Brescia, a partecipare e a
promuovere insieme a noi una serie di iniziative di critica forte,
pacifica e radicale ad Exa, dal 13 al 16 aprile prossimi. Immaginiamo e
proponiamo uno scenario articolato e complesso di iniziativa, che abbia la
maggior efficacia possibile sul piano politico e comunicativo e che si
dispieghi, nelle settimane e nei mesi a venire, a partire da ora e poi
soprattutto nei giorni dell’esposizione, in momenti di informazione
(volantinaggi, articoli di giornale, conferenze stampa, predisposizione di
un apposito sito internet...), di approfondimento, di discussione, di
mostra e proiezione video, di spettacolo teatrale e musicale, di incontro
(in primo luogo con i lavoratori e con gli studenti), di manifestazione di
strada e di azione diretta che coinvolgano tanto la città e il suo centro
storico, quanto la zona immediatamente a ridosso dello spazio espositivo,
alla periferia est di Brescia. Intendiamo promuovere nei giorni di Exa un
forum di approfondimento, di discussione e proposta, al quale abbiamo
l’ambizione di dare rilevanza nazionale, sulla produzione bellica, sui
percorsi possibili della riconversione dell’industria armiera, sulle
pratiche reali di costruzione della pace e di rifiuto della guerra.
Compiremo azioni di informazione e denuncia riguardanti le banche armate.
Proponiamo, nei giorni dell’esposizione, dei momenti di presenza di
massa nelle adiacenze della zona fieristica. L’obbiettivo che ci
prefiggiamo è di isolare la mostra e denunciare i “commercianti” di
morte. Tenteremo di interporci pacificamente nello svolgimento della
rassegna attraverso un percorso critico sugli effetti devastanti delle
armi e della guerra. Non vogliamo impedire a nessuno l’accesso
all’esposizione, ma crediamo altresì che in un paese libero nessuno ci
possa impedire di manifestare il nostro pensiero, il nostro dissenso e la
nostra critica. E’ evidente che tale proposta, solo abbozzata, dovrà
essere specificata nelle prossime settimane. Del resto lo scenario e le
proposte che iniziamo qui a delineare sono volutamente generici, proprio
per consentire a tutti i soggetti interessati di portare il loro
contributo alla stessa elaborazione del calendario delle iniziative.
Iniziative, anche quelle di strada attorno alla zona fieristica, che
speriamo molteplici, che crediamo possano e debbano avere modalità e
forme le più diverse, pacifiche, nonviolente, di disobbedienza civile e
sociale, che non comportino danno a persone e cose, che abbiano come
prerogative irrinunciabili la chiarezza, la radicalità, la pubblicità e
l’efficacia comunicativa, e siano mosse dall’obbiettivo condiviso da
tutti i promotori: criticare, delegittimare, ostacolare Exa. Pensiamo le
giornate di Exa non come un punto d’arrivo, ma come un passaggio
imprescindibile per rilanciare anche nella provincia di Brescia
l’opposizione alla guerra e alla produzione bellica, per la
riconversione delle fabbriche d’armi. In tal senso, consideriamo
importante arrivare anche attraverso le giornate della contestazione ad
Exa alla creazione di un osservatorio permanente sulla produzione ed il
commercio di armi leggere. Proponiamo l’inizio di un lavoro lungo,
difficile, ma irrinunciabile e importante, per disarmare Exa, per bandire
la guerra e le sue armi da Brescia. Comincia adesso… (Brescia Social
Forum) Per informazioni organizzative: ruscelloimpetuoso@tiscalinet.it
oppure 030-313311 (Elena)
IN
AZIONE
Tobin Tax... a
LEGNAGO (VR)
Ferma la voracità degli speculatori finanziari. Il Legnago Social Forum
sta costituendo un COMITATO PROMOTORE in favore della campagna TOBIN TAX.
L’iniziativa ha la finalità di istituire una tassa sulle transazioni
valutarie, che contribuisca contemporaneamente alla riduzione della
speculazione valutaria e a finanziare la soddisfazione dei bisogni dei
paesi poveri. SONO STATI ORGANIZZATI 3 MOMENTI DI RACCOLTA FIRME IN P.zza
GARIBALDI: SABATO 13 APRILE ore 10.00/13.00 ; DOMENICA 14 APRILE ore
16.00/20.00; SABATO 20 APRILE ore 10.00/13.00. Venerdì 19 aprile, ore
20.45, incontro divulgativo organizzato da ATTAC, presso CGIL di Verona
(via Settembrini). ADESIONI: Legnago Social Forum, Libera Ass. di Base, Il
Germoglio, Lega Ambiente, Arci, Rif. Comunista, VRonline.it (LEGNAGO
SOCIAL FORUM)
GREENPEACE...
PER LE FORESTE
L'Aja, 8 aprile 2002 - Greenpeace ha rilasciato oggi alcuni rapporti che
denunciano il taglio illegale delle foreste primarie da parte di alcune
compagnie a Papua Nuova Guinea e in Finlandia.Greenpeace ha rilasciato
inoltre un rapporto che dimostra il ruolo fondamentale del mercato
giapponese nella distruzione delle foreste.
"Partners in Crime - Malaysian loggers, timber markets and the
politics of self-interest in Papua New Guinea " descrive le
distruzioni e gli effetti devastanti che il progetto Kiunga Aiambak ha
avuto sulla popolazione indigena e sull'ambiente. Il rapporto invita il
governo di Papua Nuova Guinea a fermare il progetto e i consumatori a non
acquistare legno proveniente da quelle regioni. il Rapporto:
http://www.greenpeace.org/saveordelete/reports/png_partnersincrime.pdf
Il Rapporto "Policies of Destruction " e' un'analisi
dell'implementazione finlandese della CBD nella protezione delle
foreste.L'industria del legno finlandese e' tra le piu' importanti e
avanzate al mondo e produce il 25% del fabbisogno mondiale di carta.Le
politiche forestali finlandesi potrebbero sembrare molto avanzate, ma ad
un'attenta analisi si vede che la biodiversita' nelle foreste finlandesi
e' in crisi.
il Rapporto: http://www.greenpeace.org/saveordelete/reports/finland_destruction.pdf
"Japan's Partners in Crime II Chains of Destruction leading from the
world's remaining ancient forests to the Japanese Market" descrive il
ruolo del Giappone nella distruzione delle foreste primarie del mondo.Il
Giappone e' il secondo importatore mondiale dopo gli Stati Uniti di
legname.Il rapporto dimostra che il governo Giapponese sta facendo ben
pochi sforzi per bloccare l'importazione di legno e per sensibilizzare i
consumatori ad acquistare legname ecologico.
il Rapporto: http://www.greenpeace.org/saveordelete/reports/j-chainofdestruction.pdf
Oggi inoltre, alcuni attivisti di Greenpeace stanno bloccando in Finlandia
le operazioni di taglio in una foresta del nord-est del paese.
Agisci! Aiuta la campagna Salva o Cancella di Greenpeace firmando la
petizione on-line http://act.greenpeace.it
MASS
MEDIA
SITI DA VISITARE
1) Agenzia di Stampa Missionaria www.misna.org
2) www.altravicenza.it è il sito
di Altravicenza, che ha sede presso la Casa per la Pace di Vicenza.
3) Notiziario femminile www.femmis.org
4) Rete Lilliput: www.retelilliput.org
5) Il sito dell'Associazione no profit «Progetti Alternativi per
L'energia e l'ambiente» www.paea.it
6) Terre Libere, altre forme di comunicazione www.terrelibere.it
7) Da Monteforte d'Alpone... www.stilelibero.org
8) Agenzia di stampa: www.consumietici.it
9) Informazioni, relazioni, riflessioni... crmvillage.it
10) Giovani e missione... www.giovaniemissione.it
11) L'importante network italiano dell'informazione ecologica: WWW.PROMISELAND.IT
12) Pedagogisti on line: www.educare.it
13) Associazione Valpolicella 2000 http://www.geocities.com/valpolicella_2000
INFORMAZIONI
E RIFLESSIONI
(Nazionale)
Per la pace
una Marcia straordinaria
Per la situazione 'straordinariamente grave' del Medio Oriente, la «Tavola
della Pace» ha convocato un'edizione straordinaria della Marcia della
Pace Perugia-Assisi per il 12 maggio. In questo modo, la Tavola della Pace
intende «rivolgere un pressante appello ad Europa e Nazioni Unite ad
intervenire subito in difesa dei piu' indifesi, della giustizia e della
legalita' internazionale». Chiesto anche l'invio in Medio Oriente di «una
forza di interposizione» che promuova il "cessate il fuoco". La
Tavola della Pace coordina il lavoro di centinaia di associazioni
pacifiste, religiose e laiche. (VEDI BOX ASSOCIAZIONI)
CELEBRAZIONI
A ROMA PER L’ENTRATA IN VIGORE DELLO STATUTO DEL TRIBUNALE PENALE
INTERNAZIONALE
E’ una giornata di festa oggi per i sostenitori dei diritti umani. Con
la ufficializzazione delle ultime 4 ratifiche necessarie, infatti, entra
finalmente in vigore il Trattato di Roma del 1998, costitutivo del
Tribunale penale internazionale permanente. Per l’occasione, questo
pomeriggio si svolgerà una solenne cerimonia al Quirinale, con la
partecipazione del presidente italiano Carlo Azeglio Ciampi e del
segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan. Sede della Corte sarà
la città olandese dell’Aja. I 18 giudici internazionali dovrebbero
diventare operativi a partire dal prossimo luglio e saranno chiamati ad
occuparsi di crimini di guerra e contro l’umanità, compreso il
genocidio. Potranno essere portati in giudizio soltanto i cittadini degli
Stati che hanno ratificato il trattato. Finora sono 60 ma altri 135 hanno
firmato lo statuto e nel tempo lo inseriranno all’interno del proprio
ordinamento. Fra i grandi assenti spiccano gli Stati Uniti, che si sono
sempre opposti alla nascita di questo tribunale. Washington non è
disposta a cedere parti della propria sovranità e dunque non accetta
l’idea che propri cittadini possano essere processati da una corte
internazionale, neppure se coinvolti in crimini di particolare
efferatezza. (fonte: Misna)
GREENPEACE:
«IL GOVERNO BERLUSCONI CI PORTA INDIETRO...»
Roma, 10 aprile 2002 - Intervenendo sul discusso decreto legislativo di
attuazione della Legge Obiettivo 431/2001 che, se approvato, agevolerebbe
le procedure autorizzative di 250 progetti di infrastrutture giudicati
strategici, Greenpeace denuncia l'attacco sistematico di questo governo
contro l'ambiente. "Agevolare le procedure di impatto ambientale per
opere come le dighe mobili alle bocche della laguna di Venezia e' come
fare un salto nel buio. Se i rischi che sono stati evidenziati nel dossier
del VIA che ne ha finora bloccato la realizzazione dovessero, come e'
probabile, avverarsi, la laguna e Venezia sarebbero in reale
pericolo" ha dichiarato Fabrizio Fabbri, direttore Scientifico di
Greenpeace Italia. L'associazione denuncia un piu' generale clima avverso
alle politiche ambientali che caratterizza questo Governo e la maggioranza
che lo sostiene. "Questo Governo fa un disinvolto uso delle deleghe
nell'evidente intento di evitare che la discussione pubblica in parlamento
possa mettere in luce i continui attacchi agli strumenti tecnici e
normativi ambientali, come la ratifica della direttiva europea sulla
brevettabilita' degli organismi viventi. Vero e' che quando la discussione
parlamentare c'e', la maggioranza di Governo non brilla certo per
sensibilita' ambientale come dimostrato dall'emendamento approvato ieri
alla Camera che include nella legge di ratifica del Protocollo di Kyoto
l'energia nucleare tra le fonti rinnovabili" ha aggiunto Domitilla
Senni direttore generale di Greenpeace Italia. Secondo Greenpeace,
l'esclusione della Valutazione di Impatto Ambientale per le grandi opere
e' in netta antitesi con il Principio Precauzionale largamente
riconosciuto a livello politico ed imprenditoriale che prevede una
corretta valutazione dei rischi in assenza del quale l'intervento umano
deve essere scongiurato per evitare ripercussioni negative per la societa'.
INFORMAZIONI
E RIFLESSIONI
(Internazionale)
Meeting per i
bambini dell'Africa
Il Centro Internazionale per la Pace fra i Popoli – Assisi con il
patrocinio dell’Ambasciata della Costa d’Avorio organizza il 1°
MEETING PER I BAMBINI DELL’AFRICA a ABIDJAN - dal 21 al 27 giugno 2002 -
Per ogni informazione e per il programma di viaggio contattare: Centro
Internazionale per la Pace fra i Popoli – tel. 075816700 Ambasciata
Costa d’Avorio – Ufficio Stampa – tel. 0644231129 Linus Viaggi –
tel. 0755003366 – fax 0755003322 – info@linus.it
BETLEMME,
PADRE IBRAHIM: «SPARANO CONTRO DI NOI OVUNQUE CI SPOSTIAMO»
11/4/02 - “Da più di un’ora stanno sparando contro il convento e
contro di noi. Non sappiamo cosa stia avvenendo all’esterno del
complesso della Natività, abbiamo sentito delle detonazioni ma non
abbiamo idea di quanto succeda fuori”, ha detto padre Ibrahim Faltas,
custode della Basilica, raggiunto telefonicamente dalla MISNA. “Sono già
state rotte almeno 4 finestre nell’ostello ‘Casa nova’ – prosegue
il francescano - una finestra della sacrestia, hanno colpito anche la
cucina, sparano dappertutto… ci seguono dovunque ci spostiamo
all’interno del convento”. Proprio stamattina il portavoce della
Custodia di Terra Santa, padre David Jaeger, aveva dichiarato alla MISNA
che da un paio di giorni gli israeliani hanno il controllo dell’ala nord
del convento francescano di Santa Caterina, che si trova accanto alla
Basilica dove da dieci giorni si trova un gruppo di 245 palestinesi, gran
parte dei quali sono armati. (fonte: Misna)
Gerusalemme -
Questo massacro nel nome di dio
di LUIGI SANDRI*
Tra gli elementi che formano la miscela esplosiva che ha il suo asse in
Gerusalemme vorrei qui metterne in evidenza uno: quello religioso. Il nodo
del violento contrasto - storico, politico e sociale - tra ebrei
israeliani ed arabi palestinesi è «se» e «come» dividere, o
condividere la stessa terra. E, tuttavia, in questo nodo - come copertura,
pretesto o fondamento - vi è anche un filo rosso, quello religioso.
Quando i kamikaze palestinesi vanno alla morte, immolando, con se stessi,
anche la popolazione civile israeliana, proclamano di agire «in nome di
Allah». I leader dei coloni degli insediamenti - presenze imposte che
spezzettano ed occupano con prepotenza la Cisgiordania e la Striscia di
Gaza - hanno ribadito che, semmai un governo israeliano (eventualità che,
con Sharon, essi ritengono irrealistica) decidesse, per far la pace con i
palestinesi, il totale ritiro dai Territori, e l'abbandono degli
insediamenti, essi si opporrebbero a questa «ipotesi blasfema», perché
«abbiamo il diritto-dovere di stare nella Terra promessa che Dio ha dato
a noi».
A prescindere da un giudizio sui singoli accadimenti - vi è violenza e
violenza, quella dell'aggressore e quella dell'aggredito; quella di chi
spara nel mucchio e di chi oppone resistenza - un fatto colpisce: sia in
Israele che nei Territori si nota ben poca vigilanza per questo uso
sacrilego del nome di Dio.
Ritengo invece che gli uomini di religione, i ferventi credenti, dalle due
parti, avrebbero dovuto, e dovrebbero porsi con urgenza e consapevolezza
questo problema. Certo, l'impresa è ardua, perché nelle Scritture e
nelle tradizioni tanto ebraiche che islamiche è possibile trovare
passaggi che sembrano giustificare azioni violente (sempre presentate, per
essere religiosamente sostenibili, come legittima difesa). Dove è dunque
il confine tra l'assenso intangibile alla Rivelazione in cui si crede, e
una interpretazione della stessa Scrittura, o della sacra tradizione, che
porti a ritenere non usabili affermazioni scritturali che, verbalmente,
parrebbero permettere la violenza o la guerra? Il problema è grave: da
una parte, infatti, si rischia il più tremendo estremismo, dall'altra la
irrilevanza della Rivelazione. Occorre dunque cercare il cuore santo e
profondo di essa.
Spetterebbe prima di tutto a chi professa la stessa religione aprire,
all'interno della propria comunità, una riflessione radicale su questo
dilemma. Naturalmente, domande si si debbono porre anche dall'esterno di
una data religione; ma, prima di tutto, dovrebbero emergere dal suo
interno.
Domande come queste in realtà sono state poste ma, forse, in tono minore,
e comunque non all'altezza della gravità della situazione. Dopo che il 4
novembre 1995 fu assassinato a Tel Aviv Yitzhak Rabin, a parte l'orrore
per l'accaduto, pochi in Israele hanno davvero riflettuto sul fatto che il
killer - Yigal Amir, un ebreo israeliano - disse ai giudici di aver agito
per punire, in nome di Dio, il «sacrilego» Rabin, in quanto il premier
intendeva dare agli arabi Cisgiordania e Gaza, facenti parte, secondo Amir,
della Terra da Dio promessa agli ebrei.
Specularmente, non risulta che sia stata fatta una adeguata riflessione
teologica, in campo musulmano palestinese, sulle scelte dei kamikaze che
si sacrificano in nome di Allah.
Questo silenzio è il segno, da una parte e dall'altra, di un grumo
irrisolto, di un pensiero non adeguatamente chiarito, di un dibattito
incompiuto.
Il 21 gennaio scorso, convocati dall'iniziativa del primate anglicano
George Carey, ad Alessandria d'Egitto i più alti rappresentanti religiosi
di Ebraismo, Cristianesimo e Islam in vario modo legati a Gerusalemme,
hanno sottoscritto una dichiarazione in cui si afferma: «Secondo le
nostre tradizioni di fede, uccidere innocenti in nome di Dio è una
profanazione del suo Santo Nome, e diffama la religione nel mondo... Come
leader religiosi, noi ci impegniamo a continuare una comune ricerca per
una giusta pace che porti alla riconciliazione a Gerusalemme e nella Terra
santa, per il bene comune di tutti i nostri popoli». Hanno firmato, tra
gli altri, il rabbino-capo sefardita d'Israele, il rappresentante del gran
mufti di Gerusalemme, i tre patriarchi cristiani di Gerusalemme.
Ebbene, nei giorni di passione che vive Gerusalemme - cuore di pietra e di
sangue di un conflitto devastante, e mentre, per punire alcuni feroci
kamikaze, il premier israeliano tiene prigioniero un intero popolo - pochi
si ricordano di un patto appena firmato: né per denunciare chi lo
infanga, né per esigere fedeltà ad esso, né per chiedere alla propria
parte di porsi la domanda estrema se Dio aleggi sulla dinamite o sui
cannoncini dei carri armati.
Tale tragica impotenza (in parte riscattata da quei credenti palestinesi,
musulmani e cristiani, e da quegli ebrei israeliani che, in questi giorni
tremendi, hanno tentato di costruire ponti di solidarietà), tale
inquietante latitanza, dovrebbe turbare, prima che i «laici», proprio i
credenti. E forse spingere ad iniziare un tempo nuovo, quello del silenzio
su Dio e del riferimento a lui, fino a che non si sarà compreso che la
sola cosa che Egli desidera è il rispetto della persona umana, sua
creatura.
Chi opera la violenza, chi fa la guerra o vi assiste, proclami di agire
per la patria, per la gloria, per la giustizia, per la vendetta. Ma
proclami di agire per sua responsabilità, o per amore della propria causa
o in nome del diritto internazionale. Ma nessuno nomini più Dio in Terra
santa. Nessuno, se non quelli e quelle che, in Suo nome, sanno vincere
l'odio e chinarsi con amore, anche a rischio della vita, sugli Abele dei
nostri tempi. Essi soli siano benedetti, e non quanti nominano invano
Allah o Jahve. (fonte: il Manifesto, 6/4/02)
*giornalista, autore di "Città santa e
lacerata. Gerusalemme per ebrei, cristiani, musulmani" (Ed. Monti).
Saccheggi e
vergogna
08 aprile 2002. Jerusalem. La notte scorsa la sala parrocchiale di
Betlemme ha preso fuoco e un rifugiato, accorso per spegnerlo, è stato
ucciso da un soldato. Le versioni sono contrastanti, ma i francescani
confermano che i soldati israeliani sono entrati nella basilica e nei
locali adiacenti, tanto che nelle fretta hanno abbandonato (sono caduti?)
giubbotti e documenti. I diretti interessati dicono che l’esercito ha
sparato e ha usato candelotti lacrimogeni. Nessuno, tanto meno un
giornalista, può avvicinarsi.
Sharon ha integrato il suo governo con altri tre ministri, rappresentanti
dei partiti di estrema destra che non ne facevano parte. Ora la coalizione
che lo portò alla vittoria è tutta dentro il governo e tutti sono
coinvolti nelle scelte. Le destre vogliono la distruzione totale dei
Palestinesi.
Bush ha intimato che Israele deve ritirarsi “immediatamente” dai
territori, ma “comprende” se lo fa con calma, perché “il ritiro no
può avvenire in modo disordinato”. Se ne deduce che sarà necessario
schierare le truppe israeliane, come le coorti romane, nelle processioni
di trionfo del generale vincitore: i soldati marceranno in fila per 4 e
seguiranno i segnalinee, appositamente disegnate sulle strade, senza
sporgere né a destra né a sinistra, perché bisogna dare la mondo uno
spettacolo di “ordine e compostezza”. Non si possono, non si devono
lasciare i territori occupati in disordine: sarebbe disdicevole.
Nel frattempo, bisogna sgomberare le strade dai cadaveri insepolti, dalle
macerie delle case distrutte e degli alberi sradicati per dimostrare alle
malelingue e ai malpensanti che l’esercito d’Israele è andato nei
territori solo per fare le pulizie di Pasqua e mettere ordine nel
disordine arabo. Notte tra domenica 7- e lunedì 8aprile 2002. L'esercito
israeliano ha tentato un assalto alla Basilica di Betlemme che è andato a
vuoto e non si sa perché. I pompieri hanno potuto accedere per spegnere
l'incendio solo dopo un paio d'ore. L'esercito minimizza. Il mondo sta a
guardare e Berlusconi che ha semrpe dichiarato di essere "amico"
degli Arabi e cugino primo di Israele, ora tace. Forse è meglio! Lunedì
notte, 8 aprile.- Arrivano notizie "incredibili" che chiunque
stenta a credere, anche in mezzo alle barbarie più esecrande.
Naturalmente questa notizia è molto attendibile, ma non è assolutamente
verificabile direttamente (e come potrebbe mai?), dal momento che la
Stampa è tenuta lontana e il Governo nega, come è suo mestiere. A Jenin
(la notizia arriva da lì, ma non sappiamo se anche altrove sia la stessa
cosa, (supponiamo di sì), i plotoni di soldati fanno razzie nelle case,
nelle singole case: entrano, chiudono i presenti in una stanza e prendono
tutto quello che trovano: vettovaglie, soldi, oggetti di 'valore' (?),
viveri, orologi, cellulari, video camere e anche i tappeti che i musulmani
usano per la preghiera, che è lo spregio più ignobile che si possa fare
ad un musulmano. Bruciano le macchine civili, sapendo quello che fanno,
perché lo fanno apposta. Mi dicono che queste razzie da sciacalli, fatti
dai soldati israeliani sono documentati, gesto per gesto, con nome e
cognome delle famiglie che adesso restano nascosti per ovvi motivi, ma che
verranno pubblicati non appena possibile. Quello che non possono portare
via, viene distrutto; poi vanno in un'altra casa per ricominciare. Ho
provato un senso di "impossibilità" e non volevo credere finché
non ho avuto la conferma da altra fonte. Mentre si concedono due ore alla
popolazione per rifornirsi di viveri, l'esercito porta via stessi
viveri... lo scopo? rendere impossibile la vita, la resistenza, la dignità
e costringere i Palestinesi ad emigrare. Non sappiamo dire altro. Sempre
da Jenin, arriva la notizia di un attentato palestinese: morti 13 (?)
soldati israeliani. Morte per morte, ritorsione per ritorsione, non vi sarà
mai più pace in questa terra, visto che da oltre 3.000 anni non vi è mai
stata. Il super mercato Max di Ramallah è stato svuotato di quasi tutti i
viveri con le camionette dell'esercito che ha fatto diversi viaggi e ha
sventrato la cassaforte per portare via i soldi. I capi dell'esercito
dicono che sono "gesti" isolati, non autorizzati dal comando
supremo. Prendi e porta a casa! I generi alimentari che non hanno portato
via, li hanno distrutti. Questa, sì. è lotta al terrorismo! Questa sera
ho avuto un incontro con persone che provengono dall'interno dei territori
occupati dall'esercito. Non posso aggiungere di più: né nomi, né sesso,
né quanti sono perché temo per loro. Non posso nemmeno dire la loro
nazionalità (palestinesi, ebrei, americani, europei????). Hanno
confermato punto per punto tutte le cose "incredibili" sulle
quali avevo ancora dubbi. Il loro racconto è stato terribile. Le parole
entrano ancora nella pelle come punte acuminate. Le case
"ispezionate" sono segnate con un cerchio giallo e forma di
stella. Immediatamente mi ha richiamato alla mente il segno che i nazisti
mettevano sulle case e sui negozi degli ebrei. QUESTE NON SONO IPOTESI
QUESTI SONO FATTI CHE HA TRASMESSO LA TELEVISIONE LOCALE, avendo
l'avvertenza di dire che le immagini sono trasmesse dai militari, quindi
confermando che le notizie arrivano solo filtrate dall'esercito. Non è
possibile che Israele abbia dimenticato il MARCHIO GIALLO. "Se i
resoconti che ci arrivano sono esatti, siamo davanti a una catastrofe
umanitaria mai vista prima in Cisgiordania", dice Sami Mshasha,
portavoce dell'Agenzia umanitaria delle Nazioni Unite (Unrwa). Lo stesso
Onu non riesce a mettersi in contatto con il direttore del campo da due
giorni, avendo esaurito le batterie e visto che l'esercito ha tagliato la
corrente elettrica per perpetuare il black-out. Avevo preparato una scheda
con qualche dato storico per capire il contesto, ma ve la mando un altro
giorno.Ora sono stanco e vi saluto, anche se la morte regna sovrana e ha
seppellito il senso stesso dell'umanità. A chi mi scrive (uno solo, per
la verità) che come prete non devo seminare odio, che devo essere buono
con tutti, che devo parlare da prete... ebbene gli rispondo... che no gli
rispondo nemmeno. Non ha capito nulla delle mie lettere e se ci vede odio,
vuol dire che ha un problema lui, non certamente io... Puoi fare una sola
cosa: chiedimi solo di cancellarti dalla list. Ok? Ok! Non ho tempo da
perdere a dare risposte a chi non vuol capire o non può capire. (Paolo
Farinella, prete).
Gli aiuti che
non aiutano
I paesi ricchi dicono di voler aiutare quelli
poveri ma in realtà gli impediscono di uscire dalla miseria. Colpendo le
importazioni con dazi esagerati.
(di Fritz Vorholz – Die Zeit) Non esiste alcun ambito della
politica in cui la doppiezza sia così spudorata come lo è nel campo
degli aiuti allo sviluppo. Da un lato gli operatori dell’industria della
compassione si trovano a fronteggiare sfide colossali: devono alleviare la
miseria e la fame, frenare la crescita demografica, risolvere il problema
dell’emigrazione, prendersi a cuore i diritti umani, la democrazia e la
tutela dell’ambiente. Recentemente è stato loro assegnato anche il
ruolo di avamposti civili nella lotta al terrorismo internazionale.
Dall’altro lato però a questi stessi operatori viene negato il denaro
necessario per affrontare compiti sempre più gravosi. Mentre i capi di
stato e di governo dei paesi ricchi promettono da decenni, con molta
convinzione, che aiuteranno di più e meglio i paesi poveri, i loro
bilanci evidenziano l’esatto contrario. Mai, fino a oggi, i paesi
riuniti nel Comitato di assistenza allo sviluppo dell’Organizzazione per
la cooperazione economica e lo sviluppo sono stati così lontani dalla
meta che si erano prefissati trent’anni fa, quella cioè di devolvere
almeno lo 0,7 per cento del proprio Pil ai paesi meno sviluppati. Nel 2000
non sono riusciti a riservare più dello 0,22 per cento alla lotta contro
la miseria nel mondo, vale a dire a malapena 54 miliardi di dollari. Meno,
cioè, di quanto in Germania viene trasferito ogni anno dall’Ovest
all’Est del paese. La comunità delle Nazioni Unite si è riunita a
Monterry, in Messico, per un conclave che molti hanno definito “madre di
tutte le conferenze”. Dopo tutti i vertici mondiali dello scorso
decennio, l’ordine del giorno dei delegati si è ridotto a un solo
punto, quello centrale: i soldi, il finanziamento allo sviluppo. Il minimo
denominatore è noto. Ci si è limitati al riciclaggio di una vaga
dichiarazione d’intenti: “Sollecitiamo i paesi sviluppati a compiere
sforzi concreti in vista dell’obiettivo dello 0,7 per cento” è
scritto nella bozza di risoluzione di Monterry, per la cui stesura già si
sono accapigliati i mediatori del Nord e del Sud, senza peraltro riportare
a casa nulla di nuovo se non rimborsi spese; l’unica eccezione sarà
qualche regaletto dell’uno o dell’altro capo di governo. Nulla
d’impegnativo, solo gesti spontanei. In realtà la posta in gioco va ben
oltre le semplici elemosine. Gli aiuti allo sviluppo non sono più la
principale fonte di finanziamento allo sviluppo e non lo saranno mai.
Nella comunità dei paesi donatori c’è un ampio consenso sul fatto che
i paesi poveri devono a loro volta mobilitare delle risorse per tirarsi
fuori dalla miseria. Eppure sono gli stessi ricchi che lo impediscono.
Tanto per restare alla magica cifra dello 0, 7 per cento: una crescita
delle esportazioni pari a questa percentuale porterebbe ai paesi in via di
sviluppo un aumento delle entrate pari all’importo complessivo degli
aiuti stanziati ufficialmente. Eppure, con il loro protezionismo, i paesi
industrializzati impediscono ai paesi in via di sviluppo di guadagnare
quei soldi. Secondo i dati della Banca Mondiale, il mondo ricco colpisce
le importazioni dal mondo povero con dazi che in media sono quattro volte
più elevati delle imposte che gravano sui prodotti dei paesi
industrializzati. Il protezionismo dei ricchi costa ai poveri cento
miliardi di dollari all’anno, vale a dire circa il doppio di tutti gli
aiuti allo sviluppo. E’ uno scandalo. Sono proprio i paesi che fanno
affidamento sull’esportazione delle materie prime, i più poveri tra i
poveri, ad avere più bisogno di essere aiutati in altri modi. E questo
non può significare soltanto più aiuti finanziari. Se si vuole che la
cooperazione allo sviluppo abbia un futuro dovrà esserci qualcosa in più.
NO
NEWS
(le non-notizie di Carta (www.carta.org), in edicola dal 11 al 17 aprile)
Dichiarazione
di pace
È un numero molto speciale, quello di Carta settimanale. Abbiamo cercato,
speriamo con successo, di connettere tra loro le "prove" di
fronte a cui i movimenti sociali si trovano in questi giorni: dalla
straordinaria esperienza dell'interposizione in Palestina, allo sciopero
generale del 16 aprile, alla protesta di Brescia contro Exa, la fiera
delle armi, fino al congresso di Rifondazione, che ha voluto innovare il
modo d'essere del partito. Che nesso c'è? Resistere alla guerra e alla
frantumazione sociale, e proporre alternative, questo è il nesso.
La Palestina
Carta aveva due inviate, in Palestina. Anzi, una e mezza. La prima, Rosa
Mordenti, c'era andata con il primo gruppo di Action for Peace, la
seconda, Anna Pizzo, è stata espulsa appena messo piede a Tel Aviv. E,
con lei, molti altri, tra cui Marco Revelli e Francesco Martone, senatore
verde. Sono loro, a raccontare la sensazione tremenda di essere caduti
dentro una guerra, e il modo in cui pacifisti e Disobbedienti hanno
affrontato la situazione, a Gerusalemme, a Ramallah, a Deheishe... Un
primo tentativo di far depositare le emozioni e comprendere come mai
quelle persone inermi sono state il solo ostacolo alla guerra israeliana
contro il popolo palestinese.
Lo sciopero
generalizzato
Il 16 aprile, ne siamo certi, succederà qualcosa di inedito. Causato
dalla stessa passione che ha portato centinaia di persone ad affrontare le
armi in Palestina. L'espressione "sciopero generalizzato",
proposta da Carta a fine novembre sul manifesto, ha avuto successo. Ora
siamo alla vigilia del 16 aprile, e abbiamo voluto capire meglio, sul
settimanale in uscita, con un reportage a fondo dalla Toscana, per capire
chi e in che rapporto con le Cgil locali, si sta preparando a
"generalizzare" lo sciopero; e cosa ne pensa un sindacalista
intelligente come Maurizio Zipponi, della Fiom Lombardia, cui abbiamo
chiesto di scrivere un articolo sul rapporto tra la Cgil e i movimenti.
ZOOM
ASSOCIAZIONI
PERUGIA-ASSISI:
IN MARCIA... PER LA PACE
Il Circolo “Fagiani nel Mondo” di VERONA sta pensando di organizzare
un pullman per partecipare alla marcia della Pace Perugia-Assisi il 12
maggio 2002. Chi fosse interessato contatti l'indirizzo: fagianinelmondo@libero.it
Per informazioni sulla Marcia leggere qui sotto: Il 12 maggio tutti alla
Perugia-Assisi, per la pace - Domenica 12 maggio 2002: Marcia
straordinaria Perugia-Assisi per la pace in Medio Oriente. Appello
all'Europa: Fermiamo l'escalation del terrore. Fermiamo la carneficina Si
svolgerà domenica 12 maggio e sarà un'edizione straordinaria, com'è
straordinariamente grave il momento che stiamo vivendo. Di fronte alla
drammatica evoluzione del conflitto Israelo-Palestinese e ai pericoli che
incombono, la Tavola della Pace ha deciso di convocare per domenica 12
maggio 2002 una edizione straordinaria della Marcia Perugia-Assisi per la
pace in Medio Oriente. "Un'impressionante fiume di sangue -si legge
nell'appello di convocazione- scorre sotto i nostri occhi alimentando
rappresaglie e vendette. Il peggio che tutti dicevano di voler scongiurare
è arrivato. Ma al peggio non c'è un limite naturale. Lo deve porre la
comunità internazionale, lo dobbiamo porre noi, lo deve porre l'Europa.
E' una nostra responsabilità." Con questa iniziativa la Tavola della
Pace intende rivolgere un pressante appello all'Europa e alle Nazioni
Unite: "Noi chiediamo all'Europa e all'Onu d'intervenire subito in
difesa dei più indifesi, della giustizia e della legalità
internazionale. Noi chiediamo all'Europa e all'Onu di inviare una forza di
interposizione capace di promuovere il cessate il fuoco e di assicurare la
protezione delle popolazioni civili. Noi chiediamo all'Europa e all'Onu di
assumere tutte le misure di pressione e sanzione diplomatica ed economica
necessarie per bloccare l'escalation e riprendere la via del negoziato per
la costruzione di una pace giusta e duratura." "Tutti sanno
-scrivono i promotori- che senza un deciso intervento dei responsabili
della politica internazionale sarà molto difficile spezzare la catena
della morte. Per questo noi cittadini europei, consapevoli delle nostre
responsabilità storiche, rivolgiamo un nuovo pressante appello
all'Europa: fermiamo la carneficina." La Marcia Perugia-Assisi del 12
maggio è promossa dalla Tavola della Pace: l'organismo che coordina il
lavoro di centinaia di associazioni, laiche e religiose impegnate in
Italia per la pace, i diritti umani e la solidarietà. Tra le prime
adesioni nazionali già raccolte ci sono quelle di CGIL, CISL, UIL, Agesci,
Acli, Pax Christi, Legambiente, Forum del III settore, Emergency, Mani
Tese, Arci, Associazione per la Pace, Focsiv, ICS, Lega per i diritti e la
liberazione dei popoli, Peacelink. Per maggiori informazioni: Tavola della
Pace - Ufficio Stampa, via della viola 1 (06100) Perugina tel. 335/6507723
- 075/5736890- fax 075/5739337 - email: info@perlapace.it
«LA PACE
PROMESSA» - ASSEMBLEA NAZIONALE 2002 DI PAX CHRISTI
Macerata 25-28 APRILE 2002
Programma: Giovedì 25 aprile: ore 16.00: accoglienza e sistemazione ore;
21.00:"chiacchiere" e confronti tra i vari Punti Pace (la serata
è lasciata libera perché i vari Punti Pace possano esporre la loro
"carta d'identità", il loro operato...)
Venerdì 26 aprile: ore 8.45: meditazione e preghiera guidata da padre Mosè
Mora, comboniano; ore 9.45: apertura dei lavori da parte di d. Diego Bona;
ore 10.00:Globalizzazione e guerra nello scenario internazionale, con
particolare riferimento alla situazione mediorientale.
"Quali i possibili spazi per pace e nonviolenza?" Relatori:
Padre Benjamin, Luigi Sandri; Un medico che ha operato in Afghanistan ore
15.00: visita a Recanati, accompagnata da una riflessione di Sergio
Paronetto "Leopardi: il filo infinito della pace" ; ore 21.30:
Video: "Tempo di scelte. Dalla globalizzazione dei profitti alla
globalizzazione dei diritti" (Ed. Comboniani)
Sabato 27 aprile: ore 8.45: meditazione e preghiera guidata da padre Mosè
Mora; ore 9.45: Globalizzazione e guerra nello scenario latinoamericano e
africano.
Quali i possibili spazi per pace e nonviolenza dopo l'esperienza di Porto
Alegre? Relatori: Padre Mosè Mora; Carlo Gubitosa (Peacelink) Miriam
Giovenzana (Altreconomia) Paolo Cereda (Caritas Italiana) ore 15.00:
gruppi di lavoro 1. Pax Christi in azione: i movimenti del movimento
(facilita M.Antonietta Di Capita); 2. I possibili compagni di viaggio:
come camminare con Lilliput, Social Forum, Associazioni Cattoliche
(facilita Anna Scalori); 3. La situazione mediorientale: riflessioni e
possibili azioni concrete (facilita don Renato Sacco); 4. Sudan e Congo:
riflessioni e possibili azioni concrete (facilita Tonio Dell'Olio); 5. El
Salvador e Chiapas: riflessioni e possibili azioni concrete (facilita
Alberto Vitali) Verranno invitati a partecipare ai gruppi anche i relatori
della mattinata; ore 18.30: messa e saluto di don Diego Bona; ore 21.00:
momento di festa in piazza
Domenica 28 aprile: ore 8.45: meditazione e preghiera; ore 9.45:
presentazione, discussione e approvazione delle variazioni allo statuto e
del bilancio; ore 11.00: resoconto e discussione sui lavori di gruppo; ore
13.00: conclusioni
Note logistiche: L'Assemblea si svolgerà presso la Domus Letitiae, Via
Cincinelli n.4 - Macerata; tel. 0733/232738
Come arrivare:In treno: scendere alla stazione di Macerata e, andando
verso destra, dopo circa 30 mt. troverete la Domus Letitiae. In auto: con
la A14 uscire a Civitanova Marche e proseguire sulla superstrada per
Macerata. Uscire a Macerata-Corridonia e seguire le indicazioni per la
stazione ferroviaria. La quota di partecipazione, comprensiva delle spese
di segreteria, è di 90 EUR in pensione completa.
Per iscrizioni e ulteriori informazioni rivolgersi a Pax Christi Italia -
segreteria nazionale Via Petronelli n.6 70052 Bisceglie (BA) Tel.:
080/395.35.07 Fax: 080/395.34.50 e-mail: segreteria@paxchristi.it http://www.paxchristi.it
SOAVE:
LEGAMBIENTE E... L'AMORE DI SILVIA
Sabato 18 Maggio 2002, nell'ambito della Festa Medievale del Vino bianco
Soave, che si tiene abitualmente la terza domenica di Maggio a Soave (VR),
il circolo Legambiente Soave, con il patrocinio del Comune e della Pro
Loco, la collaborazione ed il contributo del Centro di Servizio per il
Volontariato della Provincia di Verona, organizza per il secondo anno
consecutivo una manifestazione a carattere di rassegna sul tema:
"L'AMORE DI SILVIA" in riferimento ad un angolo nascosto di
Parco Zanella detto "luogo di Silvia" dove la contessa era
solita incontrarsi con il proprio amante. Il tutto si svolgerà nell'arco
della serata del 18 Maggio 2002 a partire dalle ore 21,00 presso Parco
Zanella - Soave (VR) tipico giardino all'italiana nel cuore del borgo
medievale. La partecipazione è aperta a tutti. E' possibile inviare:
poesie, lettere, brevi racconti (max 5 cartelle), o dialoghi (max 5
cartelle) sul tema dell'amore. La manifestazione non ha carattere di
concorso.
Tra tutte le opere ricevute saranno selezionate le più originali che
verranno lette, recitate o messe in scena per la serata stessa da poeti ed
attori professionisti. Durante la manifestazione il parco sarà animato da
figuranti in costume medievale: damigelle, cavalieri, soldati ed artigiani
all'opera con strumenti dell'epoca. Tutto il materiale dovrà essere
inviato entro il 30 Aprile 2002 a: Legambiente Soave Via Cà del Bosco n°
1, 37038 Soave (VR) e-mail: legambiente.soave@libero.it
e-mail
VI OCCUPATE DI
AMBIENTE?
Mi chiamo Elisa, sono una studentessa di sociologia che vuole censire
tutti i movimenti, i gruppi o le associazioni ambientaliste della
provincia di Verona per la tesi di laurea. Vi chiedo se vi occupate di
ambiente in senso stretto o lato, nell'accezione più ampia dalla tutela
di un parco; all'opera di informazione per il riciclaggio,
all'organizzazione di conferenze di sensibilizzazione, alla difesa di
animali, alla protesta verso una legge comunale e quant'altro. Se anche
marginalmente vi occupate di questi temi o di altri correlati
all'ambiente, alla natura, agli animali, allo sviluppo, alla biodiversità
ecc.vi chiedo di inviarmi una mail a ( lilline@inwind.it ) Spero mi
rispondano anche le associazioni che non si muovono in questi ambiti per
dirmi appunto che non appartengono alla categoria che ricerco. Ringrazio
tutti anticipatamente.
PAROLE IN LIBERTA'
di Vincenzo Andraous (vincenzo.andraous@cdg.it
- Tel. 0382 3814417)
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Vincenzo Andraous è nato a Catania
il 28-10-1954, una figlia Yelenia che definisce la sua rivincita più
grande, detenuto nel carcere di Pavia, ristretto da ventinove anni e
condannato all’ergastolo “FINE PENA MAI”. Da otto anni usufruisce di
permessi premio e lavoro esterno in art.21, da due anni e mezzo è in
regime di semilibertà svolgendo attività di tutor-educatore presso la
Comunità “Casa del Giovane “di Pavia. Per dieci anni è stato uno
degli animatori del Collettivo Verde del carcere di Voghera, impegnato in
attività sociali e culturali con le televisioni pubbliche e private, con
Enti, Scuole, Parrocchie, Università, Associazioni e Movimenti culturali
di tutta la penisola, Circa venti le collaborazioni a tesi di laurea in
psicologia e sociologia; E’titolare di alcune rubriche mensili su
riviste e giornali, laici e cattolici; altresì su alcuni periodici on
line di informazione e letteratura laica, e su periodici cattolici di
vescovadi italiani; ha conseguito circa 80 premi letterari; ha pubblicato
sette libri di poesia, di saggistica sul carcere e la devianza, nonché la
propria autobiografia; “Non mi inganno” edito da Ibiskos di Empoli;
“Per una Principessa in jeans” edito da Ibiskos di Empoli;
“Samarcanda” edito da Cultura 2000 di Siracusa; “Avrei voluto
sedurre la luna“ edito da Vicolo del Pavone di Piacenza; “Carcere è
società” edito da Vicolo del Pavone di Piacenza; “Autobiografia di un
assassino-dal buio alla rinascita” edito da Liberal di Firenze; “Oltre
il carcere” edito dal Centro Stampa della “Casa del Giovane” di
Pavia.
PEDAGOGIA DELL'ERRORE
Quel giorno la professoressa di Italiano tentava di spiegarci che il
destino non è una mera fatalità, bensì siamo noi a tracciarne il senso.
Aveva ragione da vendere, ma io non volli acquistarne neppure un grammo,
tant’è che le lanciai una matita, colpendola alle spalle. “Chi è
stato?”. Il silenzio fu l’ unica risposta. Venne il Preside, minacciò
la sospensione per tutti, se non fosse saltato fuori il colpevole, ma il
mutismo non consentì alcun dialogo, mentre io mi sentivo fiero della mia
bravata, e protetto dal silenzio dei compagni. Ora so che fu un errore,
scambiare quell’accadimento meschino per una forma di solidarietà.
Lentamente ma inesorabilmente piombai nel baratro più oscuro, e uscirne
non è stato facile: mi è costato quasi trent’anni di carcere scontato,
e tutt’ora è un viaggio di ritorno lento e sottocarico. Ho ricordato
questo episodio adolescenziale, perché nella Comunità “Casa del
Giovane” dove seguo e accompagno giovanissimi e minori, mi è capitato
di assistere a qualcosa di terribilmente simile: come una storia sovente
ripetuta, senza che alcuno riesca a coglierne l’insegnamento. Infatti,
un minore ne ha combinata una delle sue, e i coetanei continuano ad
ammiccare, tacere, e, peggio, acconsentire. Scoperto il guaio e punito
giustamente il colpevole, gli amichetti “solidali” si rigano il volto
di lacrime. Anch’io sento il morso del dispiacere, ma sale alto quell’episodio
che mi ha visto protagonista tanti anni addietro. Così schianto con le
parole gli atteggiamenti ipocriti, anzi assai più pericolosi. E’
sottile, quasi invisibile, il confine che separa il sentimento della
solidarietà dall’omertà, ma quest’ultima non ha parentela con ciò
che nasce spontaneo verso l’altro, ciò che spinge e affianca chi è
affaticato, perché la solidarietà è un sentimento che nasce con forza,
con amore, con verità, per poi ritirarsi senza clamori. Invece l’omertà
è un mezzo per rendere sicura la prepotenza e la prevaricazione.
L’omertà è viltà, per coprire l’ignoranza. Soprattutto, a
differenza della solidarietà, è una subcultura che consente di far
pagare ad altri il prezzo della propria inutilità. Altri giovani hanno
condiviso la trasgressione con quel minore, ma rimangono in silenzio,
defilati, nella convinzione che l’importante è “farla franca”. E’
questa loro non-consapevolezza a far riflettere. Ecco che allora diventa
prioritario, urgente, intervenire, perché non rimangano seduti
nell’ultima fila. Proprio in questa cecità ottusa occorre imprimere il
visto di entrata al cuore, e comprendere che è certamente una sola la via
da seguire, cioè quella del sentire il richiamo della solidarietà vera,
quel sentimento che ci induce a farci avanti, a non nasconderci, per poter
essere responsabili del bene di ciascuno e di tutti, ammettendo gli errori
e cercando di comprenderne il peso. Non so se oggi, come ieri, questi
fraintendimenti dolorosi che assalgono i giovani sono il risultato di una
ingiustizia sociale, che moltiplica i casi di emarginazione, di protesta e
di disagio. Però sono certo che non saranno le parole, i libri, a salvare
chicchessia dal proprio destino. Educare significa non tirarsi indietro,
ma avanzare con il bagaglio delle proprie esperienze, come somma degli
errori, per porsi a diga di ogni facile conclusione: perché solo in
questa direzione può esistere una politica sociale degna di questo nome,
che possa partorire giustizia. Per addivenire a questa nuova cultura,
occorre, ineludibile, una condizione: il diritto alla vita e alla tutela
di ogni minore passa attraverso un’azione collettiva, dove nessuno può
chiamarsi fuori. Un’azione che è anche fatica, ma va affrontata giorno
dopo giorno.
p@role
@ltre
Sognare
L'uomo che non è capace di sognare
è un povero diavolo, un eunuco.
L'uomo che è capace di sognare
e di trasformare i suoi sogni in realtà
è un rivoluzionario.
L'uomo che è capace di amare
e di fare dell'amore uno strumento per il cambiamento
è anch'egli un rivoluzionario.
Il rivoluzionario quindi è un sognatore,
è un amante, è un poeta,
perchè non si può essere rivoluzionari
senza lacrime negli occhi e senza tenerezza nelle mani.
Thomas Borge (Nicaragua) (fonte: Federica Sciuscio)
Imbrogli
"E' possibile imbrogliare chiunque una volta, e qualcuno sempre, ma
non è
possibile imbrogliare tutti sempre."
(Abramo Lincoln) (fonte: Claudio Cappuccino)
Errori
Amico, sii orgoglioso dei tuoi errori, perché in essi hai offerto pezzi
di te stesso. (Fritz Perls)
(Fonte: Luisa Fattori)
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