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Domenica
26 maggio 2002 - Ore 21.00 Ouverture,
canzonette, arie, cori di W.A. Mozart eseguiti dal vivo. Dopo il "Don Giovanni" e "Le nozze di Figaro", il gruppo teatrale - musicale Leonardo Da Vinci di Cerea non poteva evitare di mettersi alla prova anche con "Così fan tutte", ultimo capolavoro nato dalla collaborazione di Lorenzo Da Ponte (1749 - 1838) e W. A. Mozart (1756 - 1791). Una edizione adattata e ridotta che mantiene però i dialoghi di Da Ponte e li accompagna con le canzonette, i cori, i duetti musicali di Mozart eseguiti dal vivo. L'argomento, a quanto pare, è tratto da un fatto di cronaca avvenuto in una non ben determinata città imperiale e divenuto oggetto di gran pettegolezzi. Due ufficiali, per dimostrare ad un amico scettico, la fedeltà delle loro rispettive fidanzate, fingono di dover partire per la guerra, poi ritornano, travestiti da ricchi mercanti albanesi e si mettono a corteggiare l'uno la fidanzata dell'altro...con gli esiti che si vedranno. Il tutto, nella fantasia di Da Ponte, si svolge a Napoli. "Così fan tutte", come scrive Luigi Lunari, "da un punto di vista strettamente teatrale e funzionale, è per certo il più perfetto dei libretti di Da Ponte. Nella sua struttura rigorosamente simmetrica, animata dalle due coppie di innamorati, alle quali si aggiunge la classica servetta Despina e il vecchio filosofo Don Alfonso...la commedia svolge il suo filo narrativo con la stringatezza e il rigore di un giallo moderno" (1). L'opera appare giocosa per le situazioni, le battute, la musica, ma non si può non tener conto che quando fu rappresentata la prima volta, il 26 Gennaio 1790, il popolo di Parigi aveva già espugnato la Bastiglia e Mozart era già malato, stanco, oppresso da sempre più gravi preoccupazioni economiche. Essa quindi, come sottolinea ancora Luigi Lunari, riassume "tutti gli umori, l'esperienza, la saggia o astuta teatralità di un genere destinato a tramontare con la società in cui è prosperato...un mondo che, già segnato dalla storia, si concede un'ultima, divertita riflessione su se stesso" (2). In realtà, nella musica di Mozart, non è difficile cogliere "sotto la spumeggiante veste esteriore, non solo la sottile malinconia così essenziale al grande teatro comico, ma anche l'ironia venata di cinismo, una punta di amarezza o addirittura una sorta di crudeltà infantile" (3) verso ciò che Mozart aveva avuto di più sacro, tanto da farne, probabilmente, una religione personale: l'amore, la lealtà, la solidarietà, il rispetto, la musica.... Giuliano Zanetti (1)
L. Lunari - Introduzione, p. XLIV in L. Da Ponte,
Tre libretti per Mozart, ed. BUR, MI 1990. Altre Date
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