CUCCIAGO:
LA BIBLIOTECA
di Gerardo
Monizza*
La biblioteca
di Cucciago è un contenitore: quattro mura, tre piani, un paio di scale
(con ascensore), tavoli, sedie e scaffali. Naturalmente anche i libri.
Nient'altro. Per alcuni è uno scrigno prezioso; per altri: una scatola
inutile, un giocattolo costoso, uno spreco.
La biblioteca è un'invenzione dell'uomo colto per darsi un contegno;
per dimostrare agli altri (incolti, incivili, ignoranti...) che anche il
sapere è sostanza, è materia. Solo così facendo, cioè
materializzando la cultura, l'uomo riesce a sopravvivere alla derisione
e al disprezzo. Il sarcasmo degli illetterati può anche uccidere.
Allineati uno a fianco dell'altro, i libri sono i testimoni della fatica
che il dotto deve fare per apprendere: l'impegno si misura in metri, la
sapienza in ripiani, l'intelligenza in scaffali, l'astuzia in collane,
l'arguzia in autori. Una bella libreria (pubblica o privata) è la
facciata dell'animo del suo proprietario: vera, verosimile o supposta.
E' ciò che egli pensa di essere o anche quello che gli altri immaginano
di lui. Chiunque (anche una bestia patentata) può dubitare
dell'intelligenza di un altro; nessuno potrà sospettare - invece - che
dietro una biblioteca ben fornita possa esserci il vuoto.
Dunque: le biblioteche non garantiscono una cultura, tuttavia
suggeriscono una buona inclinazione verso il sapere e possederle
(superata la faccenda dei costi e dello spazio) potrebbe rivelarsi anche
un'operazione utile. Per una comunità, addirittura indispensabile.
Le biblioteche sono un contenitore magnifico. In quelle quattro mura
potrebbero ritrovarsi - persino - delle idee che, se ben esposte e
rintracciabili, darebbero ai volonterosi frequentatori l'occasione di
ampliare le proprie.
Ogni comune che si rispetti (che abbia cioè il senso alto della propria
funzione) oramai ne possiede una e nei comuni più attivi, del resto, se
ne trovano di moderne e molto funzionali. In provincia di Como sono
circa ottanta sviluppatesi in una sorta di esplosione culturale a catena
a partire dai primi anni Settanta del Novecento. Infatti, dopo la
creazione delle Regioni, la Lombardia volle immediatamente fissare una
normativa specifica (Legge regionale n. 41 del 1973) con la quale si
avviava il sistema bibliotecario comprensoriale.
L'esplosione provocò seri danni alla concezione tradizionale del sapere
e alla visione ristretta della cultura; le piccole biblioteche divennero
i luoghi privilegiati della lettura, della riflessione, dello scambio,
dell'incontro...
Questa, ovviamente, è fantacultura: le cose non andarono esattamente in
tale maniera perché, nonostante le fatiche di molti bibliotecari, gli
sforzi di parecchi amministratori pubblici e le fantasie degli addetti,
le biblioteche non sono (o almeno non tutte) il punto centrale dei paesi
e delle cittadine della provincia di Como. Il lavoro da fare è ancora
molto e gli investimenti mai sufficienti.
Intanto, qua e là, continuano a spuntare come funghetti preziosi e
prelibati, biblioteche sempre più accoglienti, architettonicamente
interessanti, funzionali, attrezzate e belle come la biblioteca di
Cucciago.
Nato come asilo (luogo privilegiato per l'educazione dell'infanzia)
l'edificio s'è trasformato nell'architettura, ma non negli ideali,
rimanendo il luogo principale per l'educazione della comunità.
L'aspetto esteriore è ancora quello antico, sereno, semplice
dell'edificio di pubblica utilità, con spazio verde e alberi attorno.
Dentro, è stato svuotato dai divisori murali per ricavarne la torre dei
libri. Ferro, legno, vetro: solidità, calore e trasparenza con aggiunta
della comodità.
La Biblioteca comunale di Cucciago, intitolata a Pietro Panzeri, è una
torre aperta dalla quale viene lanciata una sfida: la cultura non è un
baluardo irraggiungibile. Non ci sono barriere (e non s'intendono solo
quelle architettoniche) e neppure separazioni dei generi. Tutto lo
scibile è visibile e raggiungibile.
Tutto è certamente un'esagerazione. Infatti, la biblioteca possiede
"solamente" undicimila volumi e non si espande nell'infinità
delle materie: privilegia la letteratura, ma tiene d'occhio la storia,
soprattutto locale. Non ci sono masse che l'assaltano ogni giorno, ma
sempre un buon numero di lettori, in costante aumento; del resto è uno
spazio giovane, aperto - nella nuova sede - da appena un anno e a
disposizione di una comunità di circa tremila abitanti. Gli iscritti
sono seicento.
La frequentano, in particolare, i ragazzi della scuola dell'obbligo; non
mancano le donne (lettrici di romanzi e di gialli) e compaiono pure gli
studenti delle superiori e qualche universitario: certamente con lo
scopo di utilizzare l'arioso ambiente per lo studio.
La Biblioteca di Cucciago è uno spazio aperto che dispone alla serenità.
Non ha divisioni verticali e i tre piani lasciano un'ampia disponibilità
alla scelta: quello dell'accettazione, della bibliotecaria, dei libri più
richiesti e con qualche immagine alle pareti; il secondo che è una
vasta balconata che gira all'intorno; il terzo che chiude a soffitto lo
spazio e che è stato opportunamente destinato ai volumi della storia
locale.
Biblioteca a scaffale aperto, ma il catalogo è disponibile su computer,
con possibilità di prendere, scegliere, sfiorare, toccare e - magari -
pure leggere i volumi. Frequentarla, è un'esperienza molto fisica che
apre la mente e dovrebbe invogliare i più refrattari (quelli che mai
toccherebbero un libro...) a lasciarsi finalmente coinvolgere. Questa è
la grande sfida che la Biblioteca ha lanciato: leggere. Ai cucciaghesi
il compito di rispondere.
Gerardo Monizza*
*Giornalista.
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Fonte:
"IL FOGLIO" - Quaderno
della Biblioteca Comunale di Cucciago, Settembre 2001, n. 7
nuova serie.
Si
ringraziano vivamente per la disponibilità la redazione de
"IL FOGLIO" e la Biblioteca
Comunale di Cucciago (CO). |
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