- ll cortile del  Casotto di Superga oggi -

     

Dopo il 17 Novembre 1931 mia madre e mia nonna rimasero sole,  nel 1932 abbandonarono il quartiere Sassi, e mai più tornarono alla vecchia casa, il Casotto di Superga.

Per necessità economiche mia madre orfana di padre fu costretta ad abbandonare la scuola ed accettare un lavoro mal retribuito in un'azienda tessile torinese. Durante tutta la sua vita mai si occupò di politica. Mia nonna riuscì a far dimenticare alla giovane figlia il cupo passato lontano per paura di ritorsioni. E così accadde che mia madre nel dopoguerra sposasse mio padre ex-soldato di Mussolini durante la guerra partigiana. Mia nonna paterna nel ventennio fascista era stata capofabbricato, interessata informatrice di quel regime che Bertolino Pietro aveva così tenacemente combattuto.

Ironia del destino.  

 

Io sono il nipote, sono nato molti anni dopo la morte di mio nonno.

Ho studiato, vissuto e prosperato con il denaro del ramo fascista della mia famiglia.

Ma le aspettative della nonna paterna capofabbricato non hanno trovato   compimento.

Il fascismo non desta in me sentimenti, l'arricchimento per fini consumistici non mi tocca, la patria non mi chiama, il carrierismo seducente non mi illude, razzismo e maschilismo sono distanti.

E ancor di più.

Sono nato nello stesso giorno il 12 Luglio, alla stessa ora di Bertolino Pietro, una coincidenza davvero curiosa.

Dicono che la nostra. somiglianza sia notevole.

Anch'io ho sempre odiato e sofferto per la guerra anche se non l'ho mai vissuta.

Ironia del destino oppure esiste qualcosa oltre l'orizzonte?

 

A volte nell'oscurità della notte quando tutt'intorno è silenzio e quiete, mi sembra di udire un flebile sussurro come se mio nonno Bertolino Pietro, invisibile accanto,  volesse comunicarmi qualcosa attraverso il tempo:

 

Che la vita va vissuta con dignità, che la vita deve avere un significato anche se a volte il dolore ed il vuoto ci fanno credere il contrario.

 

Forse mio nonno è veramente tornato.


bertolino.pietro@libero.it