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Informazione ed editoria in rete

L'esperienza delle biblioteche digitali, su cui ci siamo soffermati nel capitolo precedente, costituisce un aspetto importante, ma non esclusivo, di un più vasto fenomeno: quello della editoria elettronica in rete.

Infatti, se le biblioteche digitali hanno lo scopo di trasportare il patrimonio testuale del passato nel nuovo medium telematico, si vanno moltiplicando anche gli esempi di pubblicazioni periodiche e quotidiane che trovano in Internet il loro canale di distribuzione.

Il mondo dell'editoria elettronica on-line è molto complesso e articolato, e necessiterebbe di una trattazione approfondita a sé stante. Già la semplice definizione di cosa sia una pubblicazione on-line propriamente detta si presenta assai meno semplice di quanto non possa apparire a prima vista. Da un certo punto di vista qualsiasi sito Web può essere considerato come un prodotto editoriale (a dimostrazione di ciò ricordiamo che la legislazione italiana equipara formalmente un sito Web ad una pubblicazione). Ma una simile generalizzazione, se da un parte coglie un aspetto interessante del modo in cui Internet modifica i meccanismi di formazione e di diffusione delle conoscenze e dell'informazione [61], democratizzandone il carattere, dall'altra ostacola una opportuna descrizione tassonomica dei nuovi fenomeni comunicativi. Ai fini della nostra trattazione, dunque restringeremo il concetto di 'pubblicazione on-line' a tutti quei siti che sono formalmente e sostanzialmente equiparabili a testate giornalistiche. In questa classe possiamo individuare tre sottogruppi:

  • i siti propriamente informativi dedicati all'attualità
  • i siti di pubblicazioni periodiche
  • i siti di pubblicazioni scientifiche

Ci rendiamo conto che questa categorizzazione da un lato è parziale e dall'altro sovradetermina la complessità dei fenomeni editoriali presenti su Internet. Ma ai fini di una breve trattazione descrittiva non potevamo fare a meno di ritagliare una porzione della complessità, e di imporvi un ordine, per quanto contestabile. Nelle pagine che seguono ci soffermeremo, senza pretendere di essere esaustivi, proprio su questo tipo di editoria on-line.

L'informazione on-line

Il rapporto che si è instaurato nel corso degli ultimi anni tra mondo dell'informazione e Internet ha avuto varie fasi. In un primo momento esso ha rispecchiato il paradigma ormai classico della dialettica tra 'atteggiamento apocalittico' e 'atteggiamento integrato', con netta prevalenza del primo tra gli operatori tradizionali dell'informazione. Così, mentre alcuni pionieri predicavano le magnifiche possibilità aperte da Internet per rinnovare il modo di fare informazione e di diffonderla, la maggioranza, al seguito di alcuni vecchi maître del giornalismo, si scagliava contro i rischi della immediatezza, della non verificabilità delle fonti, della confusione che avrebbe comportato l'uso del nuovo medium telematico.

In una seconda fase, di fronte alla esplosione del fenomeno Internet, e alla crescita degli utenti, si è passati ad una repentina corsa alla frontiera digitale. Nella gran parte dei casi questa corsa è stata caratterizzata da una scarsa consapevolezza circa le caratteristiche intrinseche della rete e le attitudini culturali ed economiche predominanti tra i suoi utenti. Si è così assisto alla proliferazione dei siti giornalistici sulla rete, in gran parte ricalcati pedissequamente sui modelli comunicativi dei giornali tradizionali.

Come dicevamo, in parte questa corsa è stata indotta dal 'fenomeno Internet' in quanto tale: apparire sulla rete significava essere all'avanguardia, con un immediato ritorno d'immagine. Ma non pochi editori, vecchi e nuovi, hanno creduto di poter applicare alle rete i medesimi assetti commerciali del sistema dell'informazione tradizionale. La realtà, tuttavia, ha ben presto frustrato queste entusiastiche aspettative. Molte esperienze di giornali a pagamento tentate negli scorsi anni si sono concluse con un sostanziale fallimento: costi altissimi e proventi bassi o nulli. E si noti che ad andare incontro al fallimento sono state iniziative messe in cantiere da grandi gruppi editoriali. Per citarne alcune basti ricordare GNN, chiuso nel novembre del 1996 da America On Line (il maggior provider Internet statunitense); Spiv, la rivista in rete tentata del gruppo Turner; Pathfinder, progetto di giornale a pagamento della Time-Warner; e ultimo ma non meno importante il tentativo di trasformare in una risorsa a pagamento la versione on-line di USA-Today, il quotidiano di maggior diffusione negli Stati Uniti.

Le ragioni del poco interesse mostrato dagli utenti verso queste iniziative sono molteplici. Certamente vi gioca un ruolo non secondario la scarsa ergonomia che ancora oggi caratterizza i dispositivi digitali, sia in termini di leggibilità su schermo (ancora poco soddisfacente e difficilmente prolungabile per i tempi necessari alla consultazione o alla lettura di interi giornali) sia in termini di trasportabilità. Probabilmente la generalizzazione della vendita on-line di beni immateriali come l'informazione è ostacolata anche dalla mancanza di mezzi di pagamento efficienti e non antieconomici per le microtransazioni (un tema già discusso nel capitolo 'La dimensione economica di Internet'). Ma assai più rilevante è la consuetudine alla gratuità delle risorse che è radicata tra gli utenti della rete. Le maggior parte delle informazioni su Internet sono di libero accesso, e questo ha creato un orizzonte di aspettative difficilmente modificabile, se non in ambiti assai ristretti e specialistici. A riprova di ciò si deve ricordare che i pochi siti informativi che sono riusciti ad adottare modelli commerciali di vendita per abbonamento o, più raramente, per consultazione, sono quelli che si occupano di temi altamente specializzati come l'informazione economica e finanziaria.

Il fallimento delle aspettative di redditività immediata dei siti giornalistici ha aperto una nuova fase nel rapporto tra informazione e Internet, caratterizzata da una trasformazione sia dei modelli comunicativi sia dei modelli di business.

Per il primo aspetto, si è assistito ad una profonda innovazione nel modo di fare informazione on-line. Dalla versione fotocopia del giornale cartaceo si è così passati ad una comunicazione progettata direttamente per la rete, caratterizzata da una modularizzazione dell'offerta informativa, da una progressione del livello di approfondimento e dunque della lunghezza dei brani di informazione, da una adozione di tecniche comunicative multimediali, da una migliore utilizzazione di apparati interattivi e di coinvolgimento degli utenti come la posta elettronica e i forum sia asincroni sia, occasionalmente, in tempo reale.

Protagoniste di questa innovazione del linguaggio sono state anche le testate radiotelevisive, che in un primo momento sembravano tagliate fuori dalla rete. A fronte di siti informativi in cui il testo scritto è accompagnato solo da poche immagini statiche, si è così passati a siti in cui testo, parlato e immagini (statiche e in movimento) vengono integrate per mettere a disposizione dell'utente quantità enormi di informazione. Naturalmente l'integrazione sortisce i suoi effetti a condizione di fornire strumenti di navigazione e di selezione agili e amichevoli, elemento su cui si dovranno fare ulteriori passi in avanti. In alcuni casi i siti di carattere informativo si sono evoluti fino a divenire dei veri e propri centri di servizi avanzati per gli utenti, assumendo il ruolo di cosiddetti portal, i punti di accesso alla rete completi di ogni strumento che un utente potrebbe volere a disposizione nel momento in cui si connette.

Dal punto di vista del modello di business, invece, dal miraggio (almeno per ora) della vendita on-line di informazione si è passati al servizio finanziato dalla cessione di spazi pubblicitari. Questo modello, a sua volta, basandosi come è noto sul numero di contatti che un sito riesce ad assicurarsi e che dunque può vendere ai committenti di inserzioni, ha spinto ad un miglioramento qualitativo dei siti, e ad una qualificazione dei servizi offerti gratuitamente agli utenti.

Di conseguenza, allo stato attuale su Internet sono disponibili molti siti a carattere informativo di ottimo livello, in grado di rappresentare una fonte di notizie in tempo reale con molte delle caratteristiche che tradizionalmente erano proprie dell'informazione televisiva o radiofonica, ma al contempo con la capacità di approfondimento e di contestualizzazione che solo la stampa può offrire.

Una finestra su Internet per i giornali tradizionali

Il numero di testate giornalistiche disponibili on-line ammonta ormai a diverse migliaia. Si va dai grandi giornali di rilievo internazionale fino ai piccoli quotidiani locali che trovano su Internet una utenza tipicamente comunitaria, limitata ma assai fedele e attenta. Per avere degli elenchi più o meno completi rimandiamo come di consueto ai cataloghi sistematici di risorse Web, nelle relative sezioni.

La maggior parte dei siti a carattere giornalistico sono la versione on-line di testate cartacee, e da esse ereditano contenuti e struttura. In alcuni casi, tuttavia, soprattutto per i siti delle testate più importanti, la versione on-line si è evoluta fino ad assumere il carattere di una iniziativa editoriale autonoma (spesso dotata di una redazione specifica) secondo i caratteri che abbiamo delineato nel paragrafo precedente.

Da questo punto di vista si segnalano in modo particolare i servizi Web della grandi testate giornalistiche statunitensi (ricordiamo che attualmente, negli Stati Uniti, si contano oltre duemila siti giornalistici), che sono senza dubbio tra le risorse Internet in assoluto più interessanti.

Uno dei migliori è il sito del New York Times (http://www.nytimes.com), più volte premiato, che in una grafica molto elegante e funzionale, offre una notevole quantità di informazioni in tempo reale, articoli e commenti realizzati appositamente per la versione on-line o tratti dal quotidiano cartaceo, oltre a varie sezioni di approfondimento tematico (fra cui quella dedicata alla didattica, già ricordata parlando di Internet per la scuola), e una serie di pagine dedicate ai fatti 'locali' di New York. È disponibile anche un servizio di ricerca d'archivio.


figura 109: La home page del sito del 'New York Times'

Altrettanto ben fatti sono i siti del Washington Post (http://www.washingtonpost.com) e di USA Today (http://www.usatoday.com).

Passando ai periodici, ricordiamo Time.com, il grande servizio on-line realizzato dal gruppo Time Warner. Si tratta di un sito molto articolato che contiene una sezione di notizie quotidiane, le pagine Web dei due grandi magazine del gruppo, Time e Life, e una serie di altri servizi tematici, tra cui una sezione dedicata alle notizie internazionali più importanti realizzata in collaborazione con la Reuters. Della testata cartacea principale sono presenti una selezione degli articoli pubblicati nel numero corrente, mentre per quanto riguarda Life sono disponibile i contenuti completi, oltre ad una selezione delle copertine di questo importante periodico di costume.


figura 110: La home page di 'Time.com'

Anche l'altro grande periodico americano, Newsweek ha un sito web di ottimo livello, intitolato Newsweek.com (http://www.newsweek.com). Nata direttamente per la rete è invece Slate (http://www.slate.com), rivista on-line realizzata dalla Microsoft. Dopo un tentativo (fallito) di vendere l'accesso per abbonamento, questo periodico è stato ristrutturato e messo a disposizione gratuitamente degli utenti, nell'ambito del portal MSN. Anche Slate ha una sezione di aggiornamenti quotidiani e una serie di articoli tematici a carattere informativo e culturale di ottimo livello.

Maggiore fortuna dal punto di vista della vendita a sottoscrizione hanno avuto le grandi testate economiche internazionali. Il prestigioso Wall Street Journal (http://www.wsj.com), richiede un abbonamento annuale di 49 dollari, che da diritto a consultare l'edizione completa del quotidiano, aggiornamenti finanziari in tempo reale e una serie di servizi di banche dati. La stessa testata tuttavia ha realizzato il sito Dowjones.com (http://dowjones.wsj.com), che offre una grande quantità di notizie economiche in modo del tutto gratuito.

Una politica di distribuzione per abbonamento è stata adottata anche dall'Economist, che pure permette di accedere a una parte dei suoi articoli in modo gratuito (http://www.economist.com). L'abbonamento consente anche di effettuare ricerche sull'archivio completo del giornale, una risorsa di grande livello per chi opera nel settore finanziario. Anche il londinese Financial Times ha una sua versione on-line che richiede un abbonamento annuale per essere consultata pienamente; i servizi gratuiti sono comunque molti e di buon livello, e comprendono le quotazioni in tempo reale dei maggiori indici borsistici del mondo (http://www.ft.com). Tra i periodici economici, ricordiamo infine il sito di Business Week (http://www.businessweek.com), molto completo e caratterizzato dalla stessa politica di distribuzione parte a pagamento e parte gratuita.

Per quanto riguarda l'Italia, superato un primo momento di diffidenza, quasi tutte le grandi testate nazionali hanno aperto un loro sito Web [62]. Tra i quotidiani, citando in ordine alfabetico, ne ricordiamo alcuni: Avvenire, Corriere della Sera, Gazzetta dello Sport, Il Foglio, Il Giornale, Il Giorno, Il manifesto, Il Messaggero, la Repubblica, Il Sole 24 Ore, La Stampa, Il Tempo, l'Unità. Fra i periodici invece, oltre a testate specialistiche e di settore, troviamo riviste quali Espresso, Panorama, Famiglia Cristiana, Internazionale, Diario, Liberal. Per non riempire queste pagine con una interminabile lista di URL, abbiamo preferito evitare di fornire esplicitamente gli indirizzi di tutte le testate. Un ottimo e aggiornato repertorio delle pubblicazioni italiane presenti su Internet (tanto quotidiani e periodici di informazione quanto riviste di settore) è costituito dalla pagina 'L'edicola della Città Invisibile', all'indirizzo http://www.citinv.it/iniziative/info/edicola; un altro strumento prezioso è il ricco database di giornali e riviste italiani e stranieri accessibile attraverso la sezione 'edicola' del sito della Camera dei deputati (http://www.camera.it).

Se dal punto di vista quantitativo la presenza delle testate italiane su Internet è senza dubbio soddisfacente, lo stesso non può dirsi del livello qualitativo dei siti Web da esse create. In diversi casi le edizioni telematiche sono delle copie della versione cartacea, più o meno complete, spesso messe on-line con ritardi notevoli rispetto alla uscita in edicola. Si tratta comunque di una fonte di informazione preziosa (specialmente per chi, ad esempio vivendo all'estero, non può facilmente reperire le edizioni cartacee), ma niente a che vedere con i siti portal allestiti dai grandi quotidiani statunitensi.

L'unica testata che ha realizzato un servizio on-line di ottimo livello è la Repubblica con il suo Repubblica.it (http://www.repubblica.it), senza dubbio il migliore sito giornalistico italiano. Sin dalla prima versione le pagine Web del quotidiano romano si sono caratterizzate come un vero e proprio servizio informativo autonomo, seppure complementare dell'edizione cartacea. Ma con la recente ristrutturazione il sito è divenuto un vero e proprio portal, che offre notizie giornalistiche in tempo reale realizzate da una redazione ad hoc, il testo del quotidiano in edicola, approfondimenti che integrano gli articoli sul quotidiano, e articoli completamente originali, oltre ad una serie di servizi strumentali per gli utenti, come un motore di ricerca e un sistema di web mail gratuito. Inoltre grande attenzione è stata data alla interattività con il lettore, attraverso la costruzione di diversi forum dedicati ai temi di attualità politica e di costume di maggior richiamo. Si tratta senza dubbio dell'unico sito a carattere informativo italiano che si pone sullo stesso livello di quelli anglosassoni cui abbiamo fatto riferimento in apertura di paragrafo.


figura 111: La home page di la Repubblica.it

Come le testate giornalistiche, anche molte agenzie di stampa hanno percepito la funzione innovativa di un canale di distribuzione come la rete. Ricordiamo gli esempi della Reuters (http://www.reuters.com), e in Italia dell'ANSA (http://www.ansa.it) e della ADN Kronos (http://www.adnkronos.it).

Il discorso a questo riguardo richiederebbe un approfondimento che purtroppo esula dai limiti di spazio che ci sono concessi. Infatti l'entrata delle agenzie nel mercato della fornitura di informazioni direttamente al pubblico ne cambia la natura di fonti e modifica gli assetti tradizionali del sistema dell'informazione. Se a ciò si aggiunge la proliferazione di agenzie nate direttamente su Internet e in generale di fonti di informazione più o meno controllate che sulla rete trovano un canale di distribuzione globale a basso costo (durante la guerra del Kossovo se ne sono avuti diversi esempi), ci si rende conto della ricchezza di materiali informativi primari cui ciascun utente può accedere. Molti osservatori hanno temuto (e temono tuttora), o auspicato, che questa ricchissima offerta mettesse a repentaglio la funzione di mediazione esercitata dai giornalisti e dunque dai giornali tradizionali, decretandone a breve o medio termine la crisi definitiva. In effetti il successo dei portal giornalistici sembra smentire queste previsioni, e indicare come proprio il ruolo di mediazione che svolge il giornalista sia esaltato dalla proliferazione di fonti dirette, nella gran parte dei casi non controllabili, tra cui è assai difficile orientarsi. Ma, crediamo, non è solo il ruolo di guida in un universo disordinato e potenzialmente caotico ad essere necessario; accanto ad esso resta il tradizionale ruolo di opinion maker, di elaboratore di punti di vista. Ciò che cambia è il fatto che tali opinioni sempre più difficilmente potranno essere contrabbandate come fatti, e sempre meno quei fatti potranno distorcere, poiché i lettori saranno in molti casi in grado di verificarne direttamente le fonti.

Un'ultima segnalazione va fatta per un servizio che non è nato in rete, ma che su Internet - pur conservando la grafica quasi inesistente e le caratteristiche spartane che lo caratterizzavano - ha raccolto un successo del tutto inatteso. Ci riferiamo al Televideo RAI, che dispone di un proprio sito all'indirizzo http://www.televideo.rai.it. Possiamo dire per esperienza che poche fonti informative in rete, a livello internazionale, vantano la tempestività di aggiornamento del nostro Televideo, e l'enorme successo del sito, che ha ormai servito diverse decine di milioni di pagine, testimonia l'interesse del pubblico per questo servizio. E' probabile che in futuro, grazie all'evoluzione delle trasmissioni televisive in formato digitale, Televideo possa svilupparsi adottando la codifica HTML anche per le pagine trasmesse sui normali televisori, realizzando così una integrazione ancor maggiore fra servizi televisivi e servizi di rete.

Servizi avanzati per gli utenti

Accanto alla possibilità di fornire informazioni aggiornate, la presenza su Internet delle testate giornalistiche consente di mettere a disposizione di un pubblico più vasto una serie di servizi che normalmente erano accessibili esclusivamente a settori limitati di professionisti dell'informazione. Tra questi il più interessante è l'accesso ai sistemi di ricerca d'archivio.

Quasi tutti i siti di giornali e periodici hanno realizzato, in varie forme, un tale servizio di ricerca. Tuttavia nella maggioranza dei casi per usufruire completamente di queste preziose risorse è richiesta una forma di pagamento per abbonamento o per singola prestazione.

Per limitarci all'area italiana, ricordiamo ad esempio il servizio realizzato dal gruppo Rizzoli-Corriere della Sera, denominato 'Globnet' (http://globnet.rcs.it), che comprende un motore di ricerca in grado di lavorare su un archivio storico assai ampio del Corriere della Sera e della Gazzetta dello Sport. Per utilizzarlo è però prevista una registrazione piuttosto cara. Gratuita è invece la ricerca sugli ultimi sette numeri di entrambi i quotidiani.

Anche Il Sole 24 Ore rende accessibile on-line, su sottoscrizione, un prezioso servizio denominato Banche dati on-line che, oltre all'archivio storico dei numeri del quotidiano, contiene anche molti periodici specializzati nel settore economico (http://www.ilsole24ore.it).

Più limitato l'analogo servizio di ricerca del manifesto, che riguarda i numeri dell'ultima settimana, ma che è arricchito dall'archivio completo della versione italiana dell'interessante mensile Le Monde Diplomatique (http://www2.mir.it/mani/).

I servizi di ricerca d'archivio non sono allestiti solo dalle testate stesse, ma anche da società specializzate di document delivery. In questo settore, estremamente interessante è il sito Bell+Howell Information and Learning, realizzato dalla eponima Bell & Howell, una fra le maggiori società nel settore della documentazione elettronica. Forte di un database di diciassettemila periodici, ottomila giornali e diverse migliaia di articoli scientifici (inclusi quasi tutti i maggiori quotidiani del mondo) questo sito offre un servizio on-line denominato ProQuest Direct, che permette di effettuare ricerche assai sofisticate (che includono la visualizzazione di grafici e fotografie inserite nel database). Anche in questo caso, l'accesso alle informazioni più recenti della base dati è gratuito, e funziona da richiamo promozionale per l'accesso (a pagamento) alla base dati completa. Per saperne di più, la URL è http://www.umi.com.

Sicuramente anche questo settore - che offre notevoli potenzialità economiche - conoscerà un rapido sviluppo nei prossimi mesi; le brevi indicazioni fin qui fornite non costituiscono dunque in alcun modo un elenco esaustivo di risorse, ma hanno invece un valore prevalentemente esemplificativo e di indicazione di possibili linee di tendenza.

Un ulteriore orizzonte aperto dall'editoria informativa in rete è la possibilità di personalizzare - nel senso più stretto del termine - la vendita dell'informazione. Una idea che viene spesso riassunta con il termine inglese daily me, il giornale composto seconda le esigenze e gli interessi specifici del lettore. Grazie all'interattività consentita dagli strumenti telematici, l'utente sarebbe in grado di 'costruire' il proprio giornale in maniera da acquistare, e quindi leggere, solo le notizie che lo interessano realmente, senza perdersi nel 'rumore di fondo' di decine di articoli non pertinenti. E potrebbe farlo attingendo a più fonti giornalistiche (a più testate) contemporaneamente.

Un esempio interessante di questa forma di distribuzione delle informazioni, anche se ancora assai lontana dalle visioni teoriche sull'argomento, è offerto (gratuitamente) dal servizio Crayon (che sta appunto per Create Your Own Newspaper). Si tratta di un progetto sperimentale curato da due ricercatori della Bucknell University, Dave Maher e Jeff Boulter. Attraverso un modulo in linea (raggiungibile all'indirizzo http://crayon.net) l'utente può scegliere a quali fonti informative attingere (naturalmente scelte fra quelle disponibili su Internet): tra quelle americane sono comprese ad esempio CNN, New York Times, USA Today, ABC; sono poi presenti giornali e riviste locali, fonti di informazione internazionali (dai giornali neozelandesi a quelli islandesi, dal Financial Times al Jerusalem Post), agenzie, giornali e riviste specializzate in campo culturale o sportivo, servizi di previsioni del tempo, singoli editorialisti, e addirittura la cronaca rosa e le strisce di fumetti.

Una volta completata la selezione, viene generata automaticamente una pagina HTML, che può essere salvata e utilizzata come 'trampolino di lancio' verso tutte le fonti informative indicate: una sorta di 'indice di risorse' costruito interattivamente. Tuttavia, la navigazione all'interno di questi siti è lasciata all'utente: il programma non permette una vera e propria selezione dell'informazione.

Il futuro di questo tipo di applicazioni è nella fusione di queste due possibilità: scelta delle fonti di informazione, e contemporaneamente scelta (ad esempio attraverso parole chiave) degli argomenti che ci interessano. Un giornale personalizzato di questo tipo non è troppo lontano: i problemi principali da risolvere sono da un lato quelli relativi al ritorno economico (per sopravvivere, il servizio dovrebbe probabilmente essere a pagamento, anche se la vastità del pubblico potenziale garantirebbe costi assai limitati per l'utente finale), dall'altro quelli relativi all'adozione di standard uniformi nei database delle varie risorse informative (condizione indispensabile perché un singolo motore di ricerca possa interrogarli tutti in maniera efficiente). Ma ci sentiamo di prevedere che nel prossimo futuro gli esperimenti in questo campo cresceranno di numero e di interesse.

Ricordiamo infine che una variante di questo tipo di servizi sono i sistemi di information push, sui quali ci siamo già soffermati: canali informativi che trasmettono automaticamente ai programmi client dei singoli utenti servizi informativi personalizzati. Forse il futuro del giornalismo in rete e in particolare dei giornali on-demand sarà largamente basato su questo tipo di tecnologia. Ma si deve rilevare che, dopo il grande interesse suscitato un paio di anni fa, il fenomeno push ha subito una netta battuta di arresto.

I siti informativi di origine televisiva

Come abbiamo accennato, un ruolo molto importante nell'evoluzione dei servizi di diffusione dell'informazione on-line è stato giocato dai siti realizzati dalla testate giornalistiche radiotelevisive.

Arrivate su Internet con un certo ritardo rispetto alle testate cartacee, esse sono state in grado di recuperare rapidamente lo svantaggio accumulato: in parte grazie alla notevole disponibilità finanziaria e in parte grazie alla attitudine delle redazioni radiotelevisive a lavorare in tempo reale, e dunque a sfruttare a pieno i vantaggi di immediatezza offerti dalla rete. Probabilmente ciò che ha sospinto i grandi network televisivi ad esplorare il mondo della comunicazione in rete è stata la notevole evoluzione che si è registrata nel settore della distribuzione di audio e video in tempo reale su Internet grazie alla tecnologia dello streaming. Essa infatti ha reso possibile la diffusione via rete del prodotto specifico di una testata televisiva, le immagini video.

Chiaramente la prospettiva verso cui queste sperimentazioni si muovono è quella della Web Television, o del Web Casting ad alta qualità, il cui avvento è legato alla evoluzione delle infrastrutture di rete. Allo stato attuale, i siti realizzati da testate televisive si presentano come servizi di informazione non dissimili da quelli realizzati da giornali e periodici, con il valore aggiunto dei servizi video forniti in streaming.

Per citare alcuni esempi, ricordiamo l'ottimo servizio Web realizzato dal network all news per eccellenza, la CNN di Ted Turner. CNN Interactive infatti è uno dei migliori siti di informazione presenti su Internet. Giovandosi della enorme rete di corrispondenti di cui che il noto network dispone, fornisce notizie in tempo reale su ogni argomento e da ogni parte del mondo, parte delle quali corredate da servizio in video o in solo audio. Tra i tanti servizi del sito, vi è anche un sistema di video on demand che permette di ricevere filmati di archivio su vari temi, non necessariamente a carattere informativo ma anche di divulgazione tecnico scientifica. Il sito della CNN dispone anche di una stanza chat utilizzata dalla popolare trasmissione Q&A per permettere ai telespettatori da tutto il mondo di porre domande in tempo reale agli ospiti in studio.


figura 112: La home di 'CNN Interactive'

Naturalmente anche i grandi network statunitensi tradizionali (diffusi, cioè, via terra) hanno degli imponenti siti Web. Trattandosi di siti legati all'intero network, nelle loro home page trovano spazio i riferimenti all'intero palinsesto e non solo alle news. Tuttavia in genere gli spazi dedicati all'informazione sono sempre di ottimo livello. La CBS, ad esempio, ha un ottimo sito (http://www.cbs.com) su cui, accanto alle notizie del momento, si stagliano i rimandi a trasmissioni di grande successo come il noto Letterman Late Show, un talk show di culto negli Stati Uniti.

Molto ben fatto è anche il sito del più antico e prestigioso network televisivo del mondo, la britannica BBC (http://www.bbc.co.uk), la cui sezione dedicata alle informazioni, BBC news, è una delle migliori in assoluto e soprattutto, in ottemperanza allo spirito sovranazionale della BBC, viene distribuito in diverse lingue tra cui l'arabo, il cinese e il giapponese.

Anche i network italiani hanno recentemente potenziato la loro presenza sulla rete. La RAI sul suo sito (http://www.rai.it) ha una serie di link alle varie testate giornalistiche che forniscono dei buoni servizi di informazione, tra cui quello del recentemente istituito canale tematico di informazione RAI News 24 (che in ambito televisivo viene diffuso su satellite digitale e, di notte, su RAI 3). Mediaset (http://www.mediasetonline.com) dal canto suo ha di recente realizzato un vero e proprio portal (il cui varo è stato accompagnato da una cospicua campagna promozionale sulle reti televisive del gruppo) che si segnala per una notevole cura e per la molteplicità dei servizi offerti, che vanno dalle news fino ai giochi di gruppo on-line.

Le riviste on-line

Il secondo genere di siti editoriali presenti sulla rete è rappresentato dalle riviste on-line. Abbiamo già avuto modo di ricordare la presenza su Internet di alcuni grandi periodici di informazione politica e di costume. E non poche sono le testate di settore che hanno aperto un loro sito Web, in cui offrono in parte o del tutto i contenuti delle versioni cartacee, di norma con lo scarto di un numero (per il panorama italiano rimandiamo alla già ricordata 'Edicola' del sito 'Città invisibile').

Ma forse di maggiore interesse è il fenomeno delle riviste nate direttamente per la rete, senza avere un loro corrispettivo cartaceo. A differenza di quanto avviene nel settore dell'informazione quotidiana, che impone dei costi notevoli e una struttura redazionale complessa, alla portata di imprese editoriali già consolidate, nell'ambito della stampa periodica la distribuzione on-line rappresenta una vera e propria nuova frontiera, aperta a chiunque abbia buone idee e volontà di sperimentare. Grazie all'abbattimento degli alti costi di produzione e distribuzione imposti dalla stampa cartacea, la rete può infatti dare voce a realtà sociali, politiche e culturali che avrebbero difficoltà ad emergere nel panorama editoriale tradizionale.

Ovviamente non tutte le riviste e i periodici sulla rete sono riconducibili ad esperienze che potremmo latamente definire di 'autoproduzione'. Ad esempio, la pubblicazione forse più nota e seguita su World Wide Web, HotWired è la cugina elettronica della famosa Wired - il mensile per eccellenza della 'generazione digitale' -, e rappresenta anche dal punto di vista economico un vero e proprio gigante [63]. Il sito principale di HotWired è all'indirizzo http://www.hotwired.com. Ma in realtà il servizio è un vero e proprio portal, articolato in una famiglia di siti che offrono articoli, interviste, notizie, racconti, consigli tecnici per gli sviluppatori di servizi on-line (nella notissima sezione 'Web Monkey'); insomma, tutto quello che può esserci di interessante intorno al campo delle nuove tecnologie e dei loro effetti sociali e culturali - visti naturalmente dalla prospettiva teorica della 'ideologia californiana' e del relativo 'tecno-utopismo' che ha sempre caratterizzato il gruppo di Louis Rossetto, Kevin Kelly e soci. Oltre alla qualità dei contenuti, le pagine di 'HotWired' sono un esempio avanzatissimo di integrazione multimediale, con immagini, animazioni e contributi sonori, e la loro grafica, come quella della rivista cartacea, è divenuta un punto di riferimento nell'ambito della editoria on-line.


figura 113: La esuberante pagina principale di 'HotWired'

Un'altra rivista on-line di area statunitense, meno nota ma di un livello qualitativo molto alto è Feed Magazine (http://www.feed.com). Si tratta di un mensile di cultura e politica diretto da Steven Johnson, al quale collaborano alcuni dei più importanti teorici dei nuovi media e dei loro effetti sociali, politici e culturali. I temi di cui si occupa Feed non sono legati in modo esclusivo al mondo del digitale. Sono anzi frequenti gli articoli di polemica politica e di critica sociale (la rivista si colloca infatti nell'area liberal). Ma senza dubbio la riflessione sui nuovi media occupa un posto importante nell'agenda dei temi trattati. E in questo ambito Feed costituisce la tribuna principale di una corrente di pensiero che si contrappone al 'tecnoutopismo californiano', per assumere una posizione che alcuni protagonisti in un noto manifesto hanno battezzato 'tecnorealismo': una visione neoilluminista delle nuove tecnologie che, pur senza concedere nulla a posizioni neoluddiste, non rinuncia alla critica e alla analisi dei limiti dello sviluppo tecnologico.

Oltre ai vari articoli e all'archivio storico, il sito di Feed (anch'esso basato su una grafica piuttosto vistosa, anche se dallo stile anni 40) ospita a rotazione nella sezione 'The Loop' dei forum sui temi dibattuti dalla rivista, cui partecipano sia i normali lettori sia gli autori e i collaboratori, dando vita ad interessantissime discussioni di livello decisamente più alto rispetto a quanto avviene di norma in rete.


figura 114: La copertina di 'Feed'

Un'altra rivista elettronica su Web di area nordamericana che è necessario segnalare al lettore è CTHEORY (http://www.ctheory.com). Ideata e diretta da Arthur Kroker, uno dei più celebri ideologi 'alternativi' del mondo digitale, e dalla moglie Marilouise, CTHEORY è la tribuna della estrema sinistra nell'ambito della cultura digitale. Seguendo l'impostazione del suo creatore, i saggi pubblicati su questo periodico trattano di teoria sociale, critica radicale della tecnologia o meglio del suo uso capitalistico, e cultura underground. Gli articoli e le recensioni sono aggiornati con cadenza settimanale, ma sono elencati tutti in una medesima pagina Web. Un vero e proprio appuntamento imperdibile per chi si interessa delle trasformazioni socioculturali nell'era digitale.

Per venire ad esperienze nostrane, una impostazione culturale in parte simile a quella di Feed, anche se meno attenta al mondo delle tecnologie e più a quello dei fenomeni culturali, trova espressione sulla pagine (Web, naturalmente) del mensile Golem (http://www.golem.it). Nato a inizio 1997, Golem è un periodico on-line di attualità politica e culturale al quale collaborano firme di grande prestigio, a cominciare da Umberto Eco. Il sito, a differenza delle esperienze americane che abbiamo citato, ha una grafica assai sobria, anche se molto curata; permette di accedere anche ai numeri passati della rivista, oltre che ad una serie di forum

Molto interessante è anche l'esperienza di Galileo (http://www.galileonet.it). Si tratta di una rivista fondata e gestita da un gruppo di giovani giornalisti formatisi alla scuola di giornalismo scientifico di Trieste, che rappresenta uno degli esempi più avanzati di divulgazione nel nostro paese, oltre che una esemplificazione paradigmatica delle possibilità che la rete offre a chi, pur senza disporre di ingenti finanziamenti, è in possesso di competenze e di spinta alla sperimentazione. Lo stesso potrebbe dirsi per la storica Beta (http://www.beta.it/), una rivista tecnica dedicata al mondo dell'informatica, che costituisce una vera e propria miniera di preziosi consigli sull'uso e sulla programmazione dei computer.

Per chi si interessa di cinema un punto di riferimento molto importante è Tempi Moderni, una delle migliori pubblicazioni di settore presente in rete (http://www.tempimoderni.com). In un sito graficamente molto bello i lettori possono trovare articoli monografici dedicati a singoli registi o tradizioni filmiche, insieme a rubriche di attualità e anteprime sulla produzione cinematografica del momento e su tutto quanto riguarda il mondo del cinema.


figura 115: La copertina di un numero di 'Tempi Moderni' dedicato a Stanley Kubrick

Un'altra storica rivista on-line italiana è Delos, un vero e proprio periodico 'cult' per gli appassionati di fantascienza (http://www.delos.fantascienza.com). Vi trovano spazio tutti gli aspetti di questo mondo, dalla produzione editoriale a quella cinematografica, dalla critica alla produzione creativa. Da notare che il sito offre anche la possibilità di scaricare una versione completa di ogni numero, da leggere comodamente off-line.

Ricchissima è anche l'offerta di riviste letterarie, con una articolazione che va dai siti che pubblicano gli inediti di aspiranti scrittori a periodici di critica e analisi testuale più seri.

In questo campo, una 'new entry' del 1999 è Katalibri (http://www.katalibri.com), rivista on-line dedicata al mondo dei libri e della cultura e collegata al quotidiano la Repubblica. Da segnalare anche l'esperienza di DADA (http://dadamag.agonet.it), un sito dedicato alla scrittura letteraria amatoriale che ha dato vita a DadaMag, una vera e propria rivista letteraria on-line. Simile per impostazione la rivista Neotipi (http://www.neotipi.it), che però si orienta maggiormente verso la critica letteraria. Ancora più noto è il circolo letterario telematico Fabula (http://www.fabula.it). Oltre a offrire spazi di discussione su argomenti letterari e culturali, esso raccoglie nel suo archivio inediti di ogni genere e forma. Vi si trovano sia testi di autori affermati, sia esemplari di quella letteratura sommersa che finora era condannata a languire nei cassetti. Dedicato a questo universo di autori, Fabula ogni anno bandisce anche il concorso 'Il tacchino letterario': i partecipanti devono scrivere un breve racconto, partendo da uno fra tre incipit redatti da narratori affermati.

Il successo di queste riviste letterarie on-line dimostra come la frequentazione di Internet tenda a liberare le energie creative di persone che non sarebbero mai state in grado di pubblicare nel contesto delle tradizionali tecnologie della stampa. Naturalmente, restano i dubbi sulla qualità letteraria di questi scritti. Ma forse ci troviamo nel corso di una transizione che cambierà l'idea stessa della letterarietà.

L'editoria scientifica

Un altro settore che può trarre un grande vantaggio dalla distribuzione telematica è l'editoria scientifica, ovvero tutte quelle pubblicazioni accademiche e specialistiche che si rivolgono a una utenza di ricercatori e studiosi. Internet, oltre a ridurre i costi, risolve problemi come la velocità di circolazione e la necessità di una diffusione più ampia possibile, particolarmente sentite in questo ambito editoriale. Per questa ragione un numero crescente di pubblicazioni specializzate, tra cui alcune delle più prestigiose riviste accademiche statunitensi, affiancano edizioni elettroniche alle tradizionali versioni stampate.

Un caso esemplare è quello di Postmodern Culture (titolo che viene spesso abbreviato nell'acronimo PMC), che è stata anche la prima rivista elettronica in assoluto (http://jefferson.village.virginia.edu/pmc). Fondata nel settembre del 1990, PMC è oggi una delle più autorevoli e seguite pubblicazioni di dibattito culturale, filosofico e artistico su Internet, e annovera tra i suoi collaboratori studiosi di primo piano, come John Unsworth, Stuart Moulthrup e Gregory Ulmer.

Non possiamo rendere conto in questa sede di tutti i temi che animano la rivista, ma la testata non lascia molti dubbi sul quadro di riferimento teorico: PMC è infatti un importante luogo di dibattito teorico sul postmoderno, nelle sua varie articolazioni (si va dalla critica letteraria e artistica fino alla analisi politica), con frequenti incursioni nel decostruzionismo. A questa impostazione si affianca una forte vocazione interdisciplinare, e una attenzione particolare ai fenomeni culturali legati alle nuove tecnologie. D'altra parte, molta della riflessione teorica sugli effetti sociali e culturali delle nuove tecnologie, specialmente negli Stati Uniti, proviene da ambienti postmodernisti e decostruzionisti, dove concetti come 'rete', 'comunicazione orizzontale', 'decentramento', 'testualità aperta', hanno un notevole successo.

Ma, indipendentemente dal giudizio che si attribuisce a tale orizzonte teorico, l'esperienza di PMC presenta aspetti di grande interesse. Da menzionare, ad esempio, l'uso intelligente delle possibilità comunicative offerte dall'ambiente multimediale e interattivo del Web, e la scelta di accogliere, accanto agli interventi saggistici di impianto tradizionale, sperimentazioni di scrittura creativa e di arte multimediale. La presenza tra i suoi curatori di Stuart Moulthrup, infatti, ne fa uno dei punti di riferimento dello 'sperimentalismo ipertestuale'.

Un ulteriore aspetto da segnalare è il rapporto interattivo con i lettori, che possono contribuire al dibattito sia inviando lettere (tramite la posta elettronica, ovviamente), sia proponendo contributi formali. La selezione dei contributi, come avviene nella maggior parte delle riviste scientifiche anglosassoni, si basa sul sistema di peer review. Un articolo proposto per la pubblicazione al comitato editoriale viene sottoposto al vaglio di alcuni esperti indipendenti. In base al giudizio di questi recensori il contributo viene accolto, scartato o rinviato all'autore perché lo revisioni ulteriormente. Ogni numero della rivista, inoltre, ospita una o più repliche o commenti ad interventi proposti nei numeri precedenti, a dimostrazione della vitalità del dibattito che la rivista riesce a suscitare.

La forte inclinazione dialogica dei curatori di PMC è ulteriormente testimoniata dalla scelta di affiancare alla pubblicazione un ambiente interattivo virtuale, battezzato PMC2. Si tratta di un sistema MUD, tecnicamente simile agli ambienti di giochi di ruolo on-line. Come tali ambienti, PMC2 è suddiviso in stanze virtuali, dove i partecipanti, che possono assumere identità reali o fittizie, danno luogo a discussioni sia in tempo reale, sia attraverso lo scambio di messaggi di posta elettronica. Talvolta queste discussioni rivestono un carattere più formale, e assumono il tono di veri e propri seminari.

A partire dal 1997, PMC è entrata a far parte del progetto MUSE realizzato dalla John Hopkins University Press (http://muse.jhu.edu). Si tratta di un sito che, con la sottoscrizione di un abbonamento, permette di ricercare e consultare le edizioni elettroniche di molte prestigiose riviste di ambito umanistico (ricordiamo, tra le altre The Henry James Review, Imagine, The Kennedy Institute of Ethics Journal, Philosophy and Literature, New Literary History).

Anche in Italia esistono alcune riviste scientifiche nate esclusivamente sulla rete. Limitandoci al campo umanistico, segnaliamo per il livello scientifico e tecnico Arachnion, una pubblicazione dedicata alla letteratura e alla storia antica, realizzata da un gruppo di studiosi dell'Università di Torino. L'indirizzo Web è http://www.cisi.unito.it/arachne/arachne.html. Dedicata agli studi di letteratura italiana contemporanea è invece la newsletter Bollettino '900, curata da un gruppo di giovani ricercatori dell'Università di Bologna. Viene distribuita sia tramite posta elettronica sia su Web (http://www.comune.bologna.it/iperbole/boll900/), e ospita interventi critici, polemiche culturali, articoli e saggi, recensioni e annunci di convegni: tutto ciò che costituisce il tradizionale armamentario dello studioso di letteratura.


Note

[61] In questo capitolo useremo il termine 'informazione' e i suoi derivati nel senso comune di insieme delle notizie e dei fatti rilevanti, o di apparato dei media deputato alla loro diffusione sociale, e non nel senso tecnico proprio della teoria dell'informazione adottato (pur se in maniera talvolta non rigorosa) nel resto del libro.

[62] Anzi si deve dire che il primo quotidiano in assoluto ad aver avuto una edizione elettronica completa è stato proprio una testata italiana, l'Unione Sarda (http://www.unionesarda.it), presente in rete sin dal 1994.

[63] Si deve dire che si è trattato di un gigante dai piedi di argilla, visto il deficit che ha rapidamente accumulato, tanto da costringere i fondatori della famosa 'bibbia dell'era digitale' a cedere il loro magazine.



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