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Internet per lo studio e per la didattica

Internet è ormai entrata in moltissime case, e - pur se con un certo ritardo - inizia a fare la sua comparsa anche in molte scuole, di ogni ordine e grado. La potenziale utilità della rete per lo studio e la didattica è veramente difficile da negare: proviamo ad elencare, in maniera certo disordinata, sommaria e incompleta, solo alcuni fra gli usi possibili:

  • la sterminata quantità di informazione disponibile in rete può ampliare in maniera decisiva (ma non sostituire) le risorse informative di qualunque biblioteca d'istituto, in qualunque materia;
  • la possibilità di comunicazione globale rende facile stabilire contatti con classi, scuole e paesi lontani, e può sia portare alla realizzazione di progetti didattici comuni, sia dare allo studio delle lingue straniere una dimensione nuova, quotidiana e divertente;
  • la possibilità di realizzare un sito d'istituto o di progetto trasforma la vecchia realtà del giornalino scolastico in uno strumento ad alta visibilità, facile da realizzare e in grado di includere informazione multimediale;
  • proprio la dimensione multimediale della rete e degli strumenti informatici utilizzati per la navigazione, oltre a rivelarsi particolarmente vicina al mondo degli studenti, facilita l'interazione fra materie diverse e diversi argomenti di studio;
  • l'uso di Internet si rivela inoltre - per il forte interesse delle giovani generazioni verso la rete - uno degli strumenti migliori per introdurre gli allievi al mondo dell'informatica e dei nuovi media, la cui conoscenza è ormai fondamentale per l'ingresso nel mondo del lavoro;
  • la rete costituisce poi - come vedremo - un ricchissimo serbatoio di software didattico e di strumenti educativi;
  • l'educazione a distanza (sulla quale torneremo in chiusura di questo capitolo) trova in Internet uno strumento prezioso, in grado di modificarne e ampliarne radicalmente le prospettive, e di semplificare l'integrazione fra educazione a distanza ed educazione in presenza;
  • anche in Italia, i vari organi preposti alla definizione e al coordinamento delle politiche educative del paese - a partire dal Ministero della Pubblica Istruzione - cominciano ad utilizzare Internet come strumento privilegiato per la diffusione di informazioni e notizie.

Le possibilità appena ricordate sono solo alcune fra le molte delle quali si potrebbe parlare. Eppure, se si parla dell'uso di Internet in un contesto scolastico o comunque educativo, emergono spesso perplessità e resistenze, alcune delle quali meritano senz'altro di essere considerate. In particolare, si osserva spesso che:

  • proprio per la vastità dell'informazione disponibile, che - come abbiamo visto parlando di ricerca in rete - può spesso presentarsi come poco omogenea e disorganizzata, l'uso della rete può finire per disorientare lo studente, anziché aiutarlo;
  • analogamente, è spesso difficile stabilire il grado di affidabilità dell'informazione reperita in rete, col rischio di fornire informazioni erronee o di parte;
  • inoltre, sulla rete sono facilmente reperibili tipologie di informazione inadatte a un pubblico giovane e immaturo: l'esempio più chiaro (ma non necessariamente l'unico) è fornito dai siti pornografici;
  • gli insegnanti non hanno la preparazione necessaria ad aiutare gli studenti nella navigazione in rete; il fatto stesso che in alcuni casi gli studenti possano avere in questo campo delle capacità migliori di quelle dei loro insegnanti può portare a indebolire il ruolo del docente;
  • le scuole non dispongono dei fondi e delle attrezzature necessarie ad allargare l'uso della rete all'intero corpus studentesco.

È chiaro che, prima di poter considerare brevemente gli enormi vantaggi che l'uso di Internet in ambito scolastico può comportare, occorre affrontare queste obiezioni. Il primo dato da rilevare è che, quand'anche i problemi appena ricordati comportassero la necessità di evitare o limitare fortemente l'uso di Internet da parte degli studenti, almeno all'interno del contesto scolastico (cosa che, è bene anticipare subito, non crediamo affatto), essi certo non implicano che Internet non debba essere utilizzata dagli insegnanti: al contrario, è evidente che l'insegnante deve essere in grado, per svolgere al meglio il proprio compito, di discriminare fra fonti informative diverse e valutarne rilevanza e attendibilità. La possibilità di incontrare in rete informazione considerata per qualunque motivo 'inadatta' ai più giovani non dovrebbe poi costituire un problema per gli insegnanti, che si suppongono adulti e maturi. Né si capisce come gli insegnanti possano affrontare, attenuare e in qualche caso magari addirittura capovolgere quel 'gap' generazionale di competenze in campo informatico e telematico che ne metterebbe in pericolo il ruolo e l'autorità, se non attraverso l'acquisizione delle competenze in questione, che passa necessariamente attraverso la familiarizzazione con la rete e la pratica del suo uso. Restano certo problemi gestionali e logistici, ma l'impegno del Ministero in questo campo - sul quale torneremo fra breve - mostra che il loro superamento è divenuto ormai una priorità per il sistema educativo nazionale.

Gli insegnanti, dunque, hanno bisogno di Internet. E, nell'utilizzarla, troveranno che la rete può aiutarli notevolmente, sia nella preparazione delle lezioni, sia nel campo della formazione permanente e dell'aggiornamento, sia nel contatto con altre esperienze e con altri progetti didattici, sia, infine, in aspetti non marginali della loro attività quali il disbrigo di pratiche burocratiche e l'acquisizione di informazioni su temi quali le assegnazioni e i trasferimenti, la formazione delle commissioni d'esame, la definizione dei contratti di lavoro, le problematiche sindacali.

E per quanto riguarda gli studenti? Siamo convinti che, per quanto alcune delle obiezioni sopra ricordate non manchino di un qualche fondamento, la disponibilità di un accesso alla rete, a scuola, anche per gli studenti, costituisca un passo essenziale sia per migliorare la qualità della formazione sia per collegarla più efficacemente al contesto culturale e sociale. Certo, la navigazione su Internet può essere dispersiva, ma la capacità di fornire agli studenti strumenti per reperire, selezionare, organizzare e valutare l'informazione, in un mondo in cui la quantità di risorse informative disponibili e la loro eterogeneità sono cresciute in maniera esponenziale, non può ormai non costituire una priorità anche per il mondo della scuola. Molto meglio educare a questa varietà - e ai problemi che essa comporta - piuttosto che rimuoverla artificialmente.

Quanto alla preparazione degli insegnanti, si tratta certo di un problema di grande rilievo, affrontato più volte, in molteplici sedi e attraverso un ventaglio assai ampio di posizioni e di proposte. Non vi è dubbio che la situazione italiana in questo campo sia ancora fortemente carente, e che vi sia, in questo, anche una responsabilità precisa del nostro sistema educativo, a partire da quello universitario.

Tuttavia, va anche ricordato che l'addestramento all'uso e alla padronanza delle nuove tecnologie ha sempre una fortissima componente di lavoro (e motivazione) individuale. Non si tratta di scaricare sul docente l'intera responsabilità della propria 'formazione tecnologica' - mossa che sarebbe evidentemente poco produttiva, oltre che sbagliata - ma di sollecitarlo ad agire anche individualmente: le nuove tecnologie 'non mordono', l'apprendimento per tentativi ed errori non è sempre il più veloce ma in genere - soprattutto in campo informatico - produce risultati duraturi ed efficaci, le librerie e la rete sono piene di manuali e risorse di tutti i tipi atti ad introdurre in maniera per quanto possibile piana e agevole tematiche anche complesse. Molto può essere fatto anche attraverso l'uso individuale di programmi didattici per computer, e non è ormai difficile trovarsi accanto, anche nel mondo scolastico, colleghi più preparati ai quali chiedere aiuto e suggerimenti.

Certo, tutto questo non può bastare, e non può scaricare il mondo scolastico e universitario dal compito fondamentale di 'formare i formatori'. Ma, senza la spinta rappresentata dalla curiosità e dall'iniziativa individuale, la sfida in questo campo sarebbe persa in partenza: spesso è la natura stessa degli strumenti che si vuole imparare a conoscere, a richiedere una familiarità e un addestramento anche autonomo e individuale. In alcuni casi, questo può comportare per l'insegnante investimenti di tempo e denaro non indifferenti. La scuola dovrà trovare il modo di riconoscere e incentivare questi investimenti individuali, e dovrà fornire un contesto nel quale inserirli e coordinarli, in modo da evitare la dispersione e il disorientamento: si tratta di un compito del quale è difficile sopravvalutare l'importanza. Dal canto nostro, non possiamo che raccomandare all'insegnante di fare questi investimenti: difficilmente se ne pentirà.

In secondo luogo, occorre sollecitare non solo i singoli docenti, ma anche gli istituti a informarsi, seguire, sfruttare il più possibile le iniziative di formazione disponibili, a cominciare da quelle previste dal Ministero e da strutture come IRRSAE e Università. Il ruolo che in questo contesto possono avere i singoli istituti scolastici è fondamentale, anche per la larga autonomia che è ormai loro riconosciuta. Per gli istituti non si tratta più solo di fare da 'cinghia di trasmissione' di informazioni provenienti dall'alto, ma anche di muoversi autonomamente per sollecitare, spingere alla partecipazione e se del caso organizzare o coordinare direttamente iniziative di formazione dei propri docenti. Naturalmente, è importante che questo accada non in maniera spontanea e disorganizzata ma seguendo modelli precisi e ragionevolmente uniformi. Fra i siti che segnaleremo, molti dedicano pagine al problema della formazione e dell'aggiornamento degli insegnanti, e permettono di seguire le molteplici iniziative organizzate in questo settore.

Abbiamo accennato, fra le possibili obiezioni all'uso di Internet in ambito scolastico (ma lo stesso discorso si potrebbe fare, più in generale, per quanto riguarda l'uso didattico delle nuove tecnologie) a uno dei temi 'classici' del dibattito sulla formazione dei docenti: il 'gap' di competenze che può a volte sussistere fra studenti e docenti, a tutto favore dei primi. Un gap che ha portato molti a rilevare come nel campo delle nuove tecnologie possa molto spesso accadere che siano i docenti a dover imparare dagli studenti, e non viceversa. Il ruolo (e l'autorità) dell'insegnante non ne risulteranno inevitabilmente indeboliti?

È inutile negare che in alcuni casi questo possa essere vero. Riteniamo però che occorra guardare a questa prospettiva, che spaventa (a torto!) molti insegnanti, cum grano salis. Innanzitutto, va notato che le competenze degli studenti all'interno della classe restano comunque di norma assai differenziate. Alcuni studenti possono avere una particolare familiarità con Internet e con i nuovi media, ma molti altri non ne avranno alcuna. L'insegnante non si trova dunque davanti a una situazione in cui dover abdicare al proprio ruolo a favore di una generazione compatta di 'piccoli mostri' tecnologici, ma in una situazione in cui poter sfruttare nel lavoro didattico quotidiano, a vantaggio proprio ma anche del resto della classe, le eventuali competenze specifiche già acquisite da alcuni dei propri allievi, per promuovere una formazione che riguarda comunque tutti i partecipanti al dialogo didattico.

Questa situazione dovrà essere gestita con saggezza, trasformandola in una occasione di apprendimento cooperativo, e tenendo sempre presente che le competenze degli allievi, pur essendo talvolta assai sviluppate, possono tendere a essere 'poco meditate': sarà allora il docente che potrà spingere alla riflessione e all'inquadramento di competenze prevalentemente pratiche all'interno di un contesto più complesso e generale. Occorrerà anche guardarsi dal rischio di scambiare la padronanza dello strumento tecnologico utilizzato per l'apprendimento, con la padronanza degli argomenti trattati.

Se bene affrontata, dunque, la situazione in cui si 'impara dagli studenti' (e perché non si dovrebbe? Forse che il dialogo didattico e l'attività di insegnamento non costituiscono in ogni caso una occasione di formazione continua per il docente?) si trasforma in una situazione in cui si impara con gli studenti. Una situazione che, lungi dallo svuotare di significato la figura del docente, gli può offrire al contrario - e lo diciamo per esperienza diretta - particolari soddisfazioni.

Resta da discutere un'ultima, delicata questione, quella della presenza in rete di informazione 'vietata ai minori', talvolta particolarmente spiacevole, o addirittura illegale. La scuola non dovrebbe avere l'obbligo di impedire l'accesso a informazione di questo tipo, anche a costo di rinunciare, tout court, ai possibili benefici derivanti dall'uso didattico di Internet?

Si tratta certo di problemi reali, ed è indubbio che una certa vigilanza sia opportuna. Vorremmo però raccomandare anche una buona dose di pragmatismo. Gli studenti hanno mille occasioni, nel mondo che li circonda, per 'navigazioni' spesso ben più pericolose di quelle sulle pagine di un sito pornografico, e d'altro canto il divieto e la sanzione in questi casi possono poco, da un lato perché entrano in conflitto con la natura di risorsa informativa generale propria della rete, dall'altro perché da sempre il fascino del proibito tende ad incentivare piuttosto che disincentivare i comportamenti che si vorrebbe sanzionare. La scuola può certo cercare di scoraggiare usi poco opportuni della rete, sia attraverso la presenza (più che la censura) degli insegnanti, sia, se proprio lo si ritiene opportuno, attraverso l'installazione di prodotti software che blocchino la navigazione su alcuni fra i siti dal contenuto meno accettabile. Alla pagina http://home.snap.com/main/channel/item/0,4,-8263,00.html troverete una rassegna di alcuni di questi strumenti - che noi personalmente non amiamo molto - con link a altri siti che discutono il problema. Dovendo selezionare uno strumento di 'protezione' consigliamo di orientarsi verso la tecnologia PICS (Platform for Internet Content Selection) definita dal W3 Consortium, di cui abbiamo già parlato nell'ambito della discussione sulla dimensione sociale di Internet, nella sezione dedicata a 'Internet per bambini' e su cui torneremo ampiamente in seguito. Riteniamo però che sarebbe sbagliato limitare più di tanto l'uso - anche libero - di Internet da parte degli studenti: una scuola che affrontasse l'educazione degli studenti alla rete preoccupandosi principalmente di come esercitare uno stretto controllo censorio non renderebbe un buon servigio né ai propri allievi, né alla società.

Alcune risorse in rete su scuola e didattica

Ma cosa si può trovare concretamente su Internet di utile al lavoro quotidiano di un insegnante o di uno studente? È arrivato il momento di soffermarsi brevemente su alcune delle risorse che la rete mette a disposizione in questo settore. Naturalmente, la nostra rassegna non potrà essere in alcun modo esaustiva, sia per la varietà delle risorse esistenti, sia per l'inevitabile differenza fra le necessità degli insegnanti e degli studenti inseriti in cicli e percorsi didattici diversi. Per questo motivo, cercheremo anche in questo campo di indicare da un lato alcune metarisorse, dall'altro alcune iniziative che ci sembrano particolarmente rappresentative o indicative delle potenzialità della rete.

Il primo sito da segnalare, per quanto riguarda le risorse italiane in rete, è sicuramente quello del Ministero della pubblica istruzione. Recentemente rinnovato nella struttura e nella grafica, questo sito (all'indirizzo http://www.istruzione.it) ospita informazioni di interesse didattico (ad esempio tutte le notizie relative al 'Programma di Sviluppo delle Tecnologie Didattiche', che rappresenta il maggior sforzo fatto finora in Italia per introdurre la multimedialità nel mondo della scuola), notizie sulle attività di formazione e aggiornamento del corpo docente, materiale normativo e circolari varie, informazioni pratiche come le notizie su assegnazioni e trasferimenti e sul contratto nazionale di lavoro, e molto altro ancora. In rete sono anche i siti di molti provveditorati agli studi (un elenco è all'indirizzo http://www.istruzione.it/linkprovv.htm) e di molte sedi IRRSAE (Istituti Regionali di Ricerca, Sperimentazione e Aggiornamento Educativi; un elenco è all'indirizzo http://www.istruzione.it/linkirrsae.htm).

Un altro sito che merita senz'altro attenzione è quello della Biblioteca di Documentazione Pedagogica di Firenze (http://www.bdp.it): oltre all'informazione su numerosi progetti didattici italiani ed europei (a cominciare dai progetti Socrates e Leonardo), il sito consente l'accesso a banche dati bibliografiche e di materiali multimediali per la didattica, e a notiziari e raccolte di link.

Il sito del CEDE (Centro Europeo dell'Educazione - http://www.cede.it) ospita fra l'altro l'osservatorio sugli esami di stato e un archivio relativo all'autovalutazione delle scuole.

Il progetto 'Internet Scuola', nato grazie a un accordo fra il Ministero della pubblica istruzione e l'ENEA (Ente per le nuove tecnologie, l'energia e l'ambiente), è stato uno dei primi siti italiani dedicati al mondo della scuola. Ospita un vasto archivio che raccoglie le iniziative nella rete di moltissime scuole italiane. L'indirizzo è http://www.quipo.it/internetscuola.

Spazio a sé meritano anche le pagine sul mondo della scuola realizzate da TIN, il provider di casa Telecom. L'indirizzo è http://webscuola.tin.it/. Si tratta naturalmente di un sito 'sponsorizzato', ma la ricchezza di materiali e informazioni è notevole. Fra l'altro, il sito ospita forum tematici sulla didattica, una rubrica di lettere e quesiti coordinata da Roberto Maragliano, e una raccolta di risorse e materiali didattici su numerosi argomenti (da Dante all'Amleto, dai Fenici ai Quark). Inoltre, il sito comprende il testo completo della convenzione fra Ministero della Pubblica Istruzione e Telecom Italia per facilitare l'accesso delle scuole alla rete. La convenzione prevede che le scuole statali di ogni ordine e grado, nonché quelle non statali parificate o legalmente riconosciute, possano richiedere un accesso gratuito alla rete, attraverso linee commutate o ISDN. Prevede inoltre uno sconto del 20% sul prezzo degli abbonamenti privati per docenti, e del 10% sul prezzo degli abbonamenti privati per studenti (ma con la diffusione da parte di numerosi provider delle offerte di accesso gratuito alla rete, l'effettiva convenienza di questi ultimi pacchetti è senz'altro discutibile).

Un altro sito 'sponsorizzato' di estremo interesse è quello realizzato dal quotidiano economico Il Sole 24 ore (http://www.ilsole24ore.it/scuola), che raccoglie fra l'altro molto materiale normativo. Una ricca raccolta di materiale normativo, organizzata in una vera e propria banca dati, è anche presente, assieme a notizie di ogni genere, sul sito della rivista La tecnica della scuola, all'indirizzo http://www.tecnicadellascuola.it/.

Numerosissimi sono anche i siti che fanno capo ad associazioni di docenti (ad esempio il CIDI, http://www.cidi.it/), o a sindacati nazionali e di base (un elenco è all'indirizzo http://www.edscuola.com/archivio/sind.shtml).

Un progetto certamente interessante per gli insegnanti, in grado di far apprezzare le potenzialità didattiche dell'integrazione fra media diversi, è rappresentato da 'Mosaico - Una mediateca per la scuola'. Si tratta di un'iniziativa promossa da RAI Educational. Attraverso un apposito sito Internet, all'indirizzo http://www.mosaico.rai.it, è possibile consultare una vera e propria banca dati di unità didattiche audiovisive realizzate dalla RAI. Un modulo presente sul sito permette agli insegnanti di richiederne la messa in onda nell'ambito della programmazione quotidiana del canale televisivo satellitare di RAI Educational; i programmi trasmessi possono essere registrati nelle scuole e utilizzati nel corso delle lezioni.

Fra gli altri siti da visitare, suggeriamo anche di dare un'occhiata a http://www.eurolink.it/scuola/ e al quotidiano didattico in rete Educazione & Scuola (http://www.eduscuola.it - il sito dispone anche di un chat).

A livello europeo, ricordiamo il sito dell'European Schoolnet, progetto di raccordo tra i ministeri della pubblica istruzione di numerosi paesi europei, all'indirizzo http://www.en.eun.org/front/actual/, Eurydice, rete informativa sull'educazione in Europa, all'indirizzo http://www.eurydice.org/, il Thematic Network of Teacher Education in Europe, all'indirizzo http://tntee.umu.se/, e il sito del XXII direttorato generale della Commissione Europea (Education, Training and Youth) all'indirizzo http://europa.eu.int/en/comm/dg22/dg22.html.

Fra i moltissimi link di oltreoceano che si potrebbero segnalare, ci limitiamo a ricordare l'Educational Resources Information Center, all'indirizzo http://www.accesseric.org/¸ il sito del Dipartimento all'educazione statunitense, all'indirizzo http://www.ed.gov/, il vero e proprio 'portale scolastico' di Education World, all'indirizzo http://www.education-world.com/, e il sito Web66 dell'Università del Minnesota, all'indirizzo http://web66.umn.edu/, al cui interno trovate il più vasto elenco mondiale di scuole presenti in rete (Italia compresa) e numerosissime altre risorse, fra cui una 'macchina virtuale' (una Mustang!) per accompagnare gli insegnanti all'esplorazione degli usi didattici ella rete. Infine, un esempio interessante di uso didattico della rete da parte di un giornale è fornito dal New York Times, che all'indirizzo http://www.nytimes.com/learning/ offre un sito dedicato a insegnanti, genitori e studenti, ricco di materiali didattici direttamente connessi alle notizie di attualità del quotidiano. Un insegnante vi può così trovare, ad esempio, proposte di articolazione in unità didattiche di un argomento di attualità, informazioni multimediali e strumenti bibliografici di approfondimento, per realizzare lezioni che partano da articoli del giornale, e ne approfondiscano e analizzino il contenuto. Durante la guerra del Kosovo, questo sito ha messo a disposizione agli insegnanti di tutto il mondo la raccolta forse più completa e articolata di materiale didattico su radici, motivazioni e sviluppi del conflitto.

In rete sono presenti anche molte raccolte di software educativo di vario genere, a pagamento e no; per farsene un'idea, basta dare un'occhiata a qualcuno dei siti elencati nella pagina http://www.geocities.com/Athens/4557/software.htm.

Se i siti dei quali ci siamo occupati finora sembrano interessare innanzitutto i docenti, non mancano certo risorse nate in primo luogo per gli studenti. Per quanto riguarda il nostro paese, lo stesso sito del Ministero per la pubblica istruzione, alla pagina http://www.istruzione.it/studenti/, ne segnala diverse, compreso un elenco delle associazioni studentesche in rete. I siti destinati a studenti di tutte le età sono del resto numerosissimi; uno dei molti esempi che si potrebbero fare, in questo caso dedicato ai più piccini, è il sito statunitense http://www.funschool.com/; per quanto riguarda i 'più grandi', un interessante esempio italiano destinato agli studenti universitari è il sito http://www.university.it/, dotato di una vera e propria banca dati di appunti di lezioni, a disposizione per lo scambio fra i frequentatori del sito. Qualsiasi elenco, comunque, è in questo caso carente: i siti di moltissime scuole, e larghe sezioni di quelli di quasi tutte le università italiane, sono in gran parte opera degli studenti, e ne riflettono dunque direttamente attività ed interessi.

Per concludere questa breve rassegna, risulterà dunque senz'altro opportuna la segnalazione di alcune metarisorse: una raccolta (commentata) di link sul Web scolastico italiano, curata da Antonio Marsano, è all'indirizzo http://www.infocom.it/edulinks/, mentre un'ottima raccolta di link di interesse per i docenti, realizzata da Stefano Franzato, è all'indirizzo http://www.geocities.com/Athens/4557/index.html. Le pagine di Franzato contengono molti link utili anche a far capire che l'uso di Internet per la didattica non deve riguardare necessariamente solo World Wide Web: vi troviamo così elenchi di chat, newsgroup, mailing list (ricordiamo in particolare le liste Didaweb), progetti di collaborazione a distanza attraverso la posta elettronica, e così via. Alla pagina http://www.clearinghouse.net/cgi-bin/chadmin/viewcat/Education?kywd++ trovate un elenco di documenti settoriali relativi alle risorse educative di tutto il mondo presenti in rete. Se cercate documenti, informazioni e materiali relativi a progetti educativi e corsi sulle materie più disparate, dalla tecnica alberghiera alla viticoltura, dalla biochimica alla filosofia stoica, date poi un'occhiata all'indirizzo http://www.wco.com/~ejia/. Una guida a Internet per insegnanti, in italiano, è all'indirizzo http://helios.unive.it/~cli/guida/hguida.htm, mentre una ottima raccolta di risorse e link sull'uso didattico delle nuove tecnologie, relativa soprattutto alla situazione statunitense, è all'indirizzo http://www.wam.umd.edu/~mlhall/teaching.html.

Didattica a distanza

Resta da dire qualcosa su quella che è per certi versi la modalità più avanzata di uso della rete a scopi didattici: la didattica a distanza via Internet.

La didattica a distanza non nasce certo con l'informatica: corsi di istruzione e formazione per via postale esistono da più di un secolo, e già negli anni '50 molto lavoro si è concentrato sui progetti di educazione a distanza attraverso l'uso della televisione. In Italia, un'esperienza di grande rilievo in tal senso è stata la famosa serie televisiva Non è mai troppo tardi, condotta negli anni '60 dal maestro Alberto Manzi, che ha contribuito all'alfabetizzazione di base di decine di migliaia di persone. E, per citare solo una delle più importanti fra le moltissime esperienze estere, a partire dal 1969 in Inghilterra la Open University ha esplorato tutte le strade della didattica a distanza, integrando corsi a dispense e su audio e videocassette con trasmissioni radio e televisive, l'uso degli strumenti postali e, da qualche anno, anche di quelli telematici.

Proprio l'esperienza della Open University può dire qualcosa sul rilievo che possono avere gli strumenti dell'educazione a distanza per la società: più di due milioni di iscritti, 200.000 dei quali nel solo 1998, un numero maggiore di quello di qualunque altro istituto di istruzione secondaria o universitaria del Regno Unito.

Non vi è dubbio che la diffusione di Internet apra all'educazione a distanza strade e possibilità del tutto nuove. Innanzitutto, rende possibile la formazione di vere e proprie comunità didattiche, mentre tutti gli altri strumenti (dispense, audio e videocassette, trasmissioni radio e televisive) riuscivano al più a stabilire un canale di comunicazione (ad esempio postale o telefonica) fra docenti e discenti, ma lasciavano in genere questi ultimi nell'impossibilità pratica di comunicare fra loro, condividere e discutere problemi ed esperienze. In sostanza, la didattica a distanza attraverso la rete rende possibile forme di apprendimento collaborativo, che sappiamo essere un aspetto fondamentale della didattica in presenza.

Ma la possibilità di lavoro didattico collaborativo non riguarda solo gli studenti: la teledidattica facilita infatti l'interazione anche fra docenti e centri didattici, magari distribuiti sul territorio o addirittura su scala internazionale. È così possibile, ad esempio, prevedere all'interno di un corso, accanto al corpus docente 'stabile', l'intervento a distanza di 'docenti ospiti'.

L'educazione a distanza permette inoltre notevoli vantaggi ed economie di scala anche nella distribuzione e nell'utilizzazione degli strumenti di sussidio alla didattica: per fare solo un esempio, la consultazione a distanza di biblioteche, audio e videoteche può permettere sia a centri educativi distribuiti sul territorio, sia ai singoli docenti e discenti di utilizzare in qualunque momento risorse essenziali al loro percorso di apprendimento, in maniera semplice e immediata e senza necessità di spostamenti fisici.

L'uso degli strumenti informatici a fini didattici, con la connessa applicazione dei concetti di ipertesto e ipermedia, facilita la creazione di itinerari di studio personalizzati, rendendo lo studente molto più autonomo nella scelta, nella graduazione e nel controllo del proprio percorso di apprendimento. La telematica allarga ulteriormente questa possibilità, dato che gli itinerari didattici proposti possono essere collegati direttamente a risorse e materiali esterni. Così, ad esempio, la scelta ormai abituale della rete Internet come strumento privilegiato per la comunicazione didattica a distanza permette, fra gli altri vantaggi, di inserire i contenuti didattici all'interno di un ambiente informativo aperto: in ogni momento lo studente ha la possibilità di affiancare e integrare ai contenuti specifici del corso che sta seguendo altre informazioni tratte dalla rete.

L'educazione a distanza per via telematica può utilizzare sia strumenti di comunicazione asincrona, sia strumenti di comunicazione sincrona. Nel primo caso, l'interazione degli studenti fra loro e con i docenti avviene sfruttando la posta elettronica, o appositi sistemi di messaggistica come le liste o i newsgroup, mentre i contenuti didattici possono essere in rete, ad esempio sotto forma di pagine Web. Nel secondo caso si possono utilizzare strumenti quali stanze chat e videoconferenze, eventualmente integrati da una lavagna condivisa (si tratta di una 'lavagna virtuale' disegnata sullo schermo del computer, sulla quale gli utenti connessi possono tutti scrivere o disegnare: le modifiche effettuate sulla lavagna di uno dei computer collegati vengono automaticamente trasmesse alle lavagne degli altri).

Ovviamente, i risultati migliori si ottengono con progetti educativi che utilizzano un ventaglio differenziato di strumenti, scegliendo di volta in volta quelli più adeguati ai contenuti didattici e agli obiettivi che si vogliono raggiungere. Da questo punto di vista, non bisogna pensare che l'uso delle reti telematiche renda automaticamente obsoleti altri, più tradizionali mezzi di trasferimento di contenuti didattici. Ad esempio, strumenti di rete e televisione possono bene integrarsi, come mostrano le esperienze della già citata Open University e, in Italia, l'esperienza del consorzio Nettuno. Quest'ultimo offre veri e propri corsi di diploma universitario a distanza e dispone dal 1998 di un canale satellitare digitale per la trasmissione delle lezioni, affiancato non solo da dispense e videocassette tradizionali, ma anche da un sito Internet (http://nettuno.stm.it) che ospita, fra l'altro, lo streaming video di alcune delle lezioni. Un altro esempio interessane è dato dalla già ricordata trasmissione Mosaico di RAI SAT 3, il canale educational della RAI, che trasmette contenuti didattici su richiesta dei singoli docenti. Questi contenuti possono essere registrati e inseriti nella mediateca della scuola, ed essere integrati, da parte del docente, nella normale lezione in presenza. Va tenuto presente, a questo proposito, che la diffusione della televisione digitale permetterà di utilizzare lo strumento televisivo non solo per trasmettere video, ma anche per trasmettere testi (ad esempio le pagine Web di un corso, senza necessità di una connessione diretta alla rete), e soprattutto software: si può dunque prevedere che anche le trasmissioni digitali via satellite costituiranno un canale di crescente importanza per i progetti di educazione a distanza.


figura 101: la home page del consorzio Nettuno

Pur correndo il rischio di sottolineare un aspetto apparentemente ovvio, occorre infine ribadire che l'educazione a distanza non è necessariamente alternativa e concorrenziale rispetto all'educazione in presenza. Al contrario, i risultati migliori si ottengono spesso integrando i due momenti, ad esempio affiancando a contenuti didattici trasmessi a distanza momenti di verifica e di esercitazione pratica in presenza.



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