La festa
nella centrale termoelettrica di Montalto di Castro ha qualcosa che stride, e non sono
solamente i rumori delle macchine, i ronzii, le fumate, i risucchi d'acqua, così potenti
da sovrastare i suoni di un concerto. Pur avendovi
partecipato alcuni di quelli che negli anni 60 e 70 guidarono la lotta contro le
centrali nucleari, il solo fatto che l'Enel abbia consentito il libero accesso ad una sua
centrale, come si concede lo stadio ad una star che attirerà migliaia di fans, dovrebbe
porre qualche interrogativo. Che cosa ha spinto questa società, a fine corsa nel regime di monopolio, a indire
una grande kermesse musicale all'interno dei recinti che i suoi vigilantes controllano con
attenta solerzia, tanto da ritirare il rullino ad un visitatore che aveva fotografato
l'esterno dell'edificio della centrale di Trino Vercellese?
E' stata un'occasione unica per l'Ente elettrico, che
ha potuto così dar lustro al proprio blasone, sempre un po' appannato, anche nell'ultimo
decennio. L'energia elettrica che, negli intervalli fra una canzone e l'altra, attraverso
la mediazione di D'Annunzio e dei Futuristi, diventa energia vitale, pura.
Finita l'era controversa del nucleare e del carbone, occultata la successiva, quella degli
oli pesanti, rimosse le agitazioni degli ultimi mesi negli impianti ormai obsoleti e le
proteste dei comitati contro le nuove centrali, ora tutto è risolto, nessuna
preoccupazione ha più motivo di esistere, da quando alla sua guida c'è uno di quelli che
ne contestava un tempo la costruzione. La sua garanzia vale una festa, con tanto di poeti
e di cantanti.
Eppure, nel paese, le centrali non sono tanto amate e
là dove se ne propone una, pur anche dell'ultima generazione, gli abitanti si inquietano,
firmano petizioni, contestano chi le definisce pulite per il solo fatto che
inquinano meno delle precedenti. Perché fidarsi delle promesse dei suoi costruttori e dei
dirigenti? Inaffidabili, perché quando si pone l'alternativa fra salute dei cittadini e
interessi della produzione, si privilegia la seconda, in barba alle ordinanze dei sindaci e alle convenzioni
pattuite con tante strette di mano.
A Montalto di Castro hanno festeggiato per una sera,
accanto ai fumi prodotti da otto turbine a metano e da quattro alimentate con olio
combustibile, poi se ne sono andati. Hanno fatto bene. Chi resta, non ha tanti motivi per
far festa. |