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La raffineria API di Falconara e la locale
centrale termoelettrica, alimentata con gli scarti di lavorazione della prima, hanno
provocato un pericoloso inquinamento di ozono nel mese di agosto e i loro dirigenti hanno deliberatamente ignorato l'ordinanza del sindaco di
Falconara. |
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l'articolo precedente del Resto del Carlino
sull'argomento (21 agosto 2000) |
Ancona 30 agosto 2000
"La nostra salute non si contratta"
FALCONARA La vicenda dell' allarme ozono del
mese di agosto a Falconara e le conseguenti ordinanze del sindaco Carletti e del prefetto
D' Acunto hanno dimostrato che "tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge,
ma alcuni sono più uguali degli altri". È quanto affermano in una nota i comitati
dei cittadini residenti, secondo cui "la raffineria Api aveva l' obbligo di ridurre
la produzione già con l' ordinanza n. 150 del 3/8/2000" e che "ciò che doveva
e poteva fare immediatamente lo ha iniziato a fare dopo 21 giorni, imponendo un' aberrante
quanto inaccettabile contrattazione alle autorità pubbliche".
"È pertanto inammissibile - continua una nota, in cui si annuncia il ricorso alle
vie legali - che le stesse autorità abbiano contrattato una propria ordinanza che, in
quanto tale, andava rispettata e fatta rispettare dal momento della sua notifica. D' altra
parte che cosa è stato fatto per la limitazione del traffico a Villanova? Un' ordinanza
che i mortali cittadini hanno rispettato. Al contrario, che cosa sarebbe accaduto se il
prefetto, come ha paventato nella propria ordinanza, avesse ordinato l' evacuazione di
parte della popolazione per i rischi connessi all' inquinamento, e la popolazione avesse
ignorato l' ordine di abbandonare le proprie abitazioni? Avrebbe, il prefetto, inviato
quella forza pubblica che non ha inviato alla raffineria Api?". "Oppure - si
chiedono ancora i cittadini - avrebbe aperto una contrattazione con la popolazione?".
"Di fatto, la raffineria Api, accettando di ridurre i livelli della produzione solo
dopo 21 giorni dall' emanazione della specifica ordinanza sindacale - prosegue la nota -
ha confermato di avere deliberatamente ignorato l' ordinanza del sindaco di Falconara; ha
determinato il consapevole e colpevole mantenimento della popolazione all' interno della morsa
dell' ozono chiaramente addebitabile all' emissione della stragrande maggioranza degli
ossidi di azoto prodotti dall' attività della nuova centrale. E perchè la
procura di Ancona non ha ordinato il sequestro preventivo della raffineria e della centrale
Igcc, come avrebbe potuto fare ai sensi dell' art. 321 del cpp?".
Per questi motivi, i comitati "adiranno le vie legali contro tutti i responsabili di
questa sconcertante storia". E "la ciliegina finale - conclude la nota - spetta
alla giunta regionale, visto che per bocca dell' assessore Ottaviani si è fatta viva ben
20 giorni dopo l' inizio dell' emergenza. Tale comportamento risulta coerente con l'
intenzione della Regione Marche di destinare 700 mila milioni del ministero dell' ambiente
per capire chi e quanto inquina a Falconara".
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