Comune di Bologna: Relazione previsionale e programmatica per il periodo 2002-2004
Allegato 3
Indirizzi e orientamenti per gli enti e le società controllate e collegate
1. Indirizzi per il piano triennale 2002-2004 delle Società controllate
1.1 SEABO S.p.A.
...
si è acquisita una partecipazione (11%) nella società Energia Italiana che, in cordata con la statunitense
Mirant e l’austriaca Verbund, partecipa alle gare per le Genco – ENEL; assegnata ad altri la prima (Elettrogen alla cordata
guidata dalla spagnola Endesa) il prossimo obiettivo è l’aggiudicazione di Eurogen (ca. 7.000 MW);
...
sempre nel settore dell’energia elettrica (produzione e vendita) si sono consolidati importanti accordi di
collaborazione sia per quanto riguarda la costruzione di un cosiddetto "green field", ovvero una nuova centrale a ciclo
combinato da 800 MW, sia per quanto riguarda la commercializzazione di energia elettrica da vendere ai clienti idonei;
l’obiettivo dichiarato è di consolidare definitivamente la capacità di Seabo, anche attraverso la neo costituita società
Easyenergy, di operare nel mercato liberalizzato dell’energia elettrica;
si è positivamente avviato il percorso per l’acquisizione della quota di maggioranza della società Nuova Geovis che
rappresenta, come noto, il secondo grande impianto provinciale di trattamento-smaltimento rifiuti; ottenuta una
offerta vincolante dalla società Fisia (Gruppo Impresilo) che detiene il 55% della società, si sta negoziando con l’altro
partner Unieco la possibilità di collaborare per costituire, unendo le strutture impiantistiche di Nuova Geovis e
dell’I.C.R. (impianto compostaggio rifiuti di Seabo), un grande polo provinciale per il trattamento della frazione
organica dei rifiuti urbani;
da Il
Resto del Carlino (verso il 20 agosto 2002)
Centrali? No, grazie
Un impatto ambientale di notevoli dimensioni nel raggio di 20 chilometri con circa 30 mila chili annui di ossidi di zolfo immessi nell'atmosfera oltre a 15 mila di polveri sottili e pesanti, considerate cancerogene, 840 mila di azoto e più di 200 mila di biossido di carbonio (gas serra).
Tutto questo produrrà un effetto disastroso per l'agricoltura con piogge acide e ricaduta delle polveri che vanificheranno quella biologica danneggiando tutto il resto mentre le polveri sottili, che entrano direttamente nei polmoni, essendo cancerogene, produrranno gravi danni alla salute dei cittadini.
Lo denuncia il Partito della Rifondazione comunista rendendo pubblica per primo, la notizia della prossima costruzione di una centrale termoelettrica alimentata a gas metano nel Comune di Bentivoglio su di un terreno posto tra via Saletto e via Altedo al confine tra San Pietro in Casale, Bentivoglio ed Altedo.
Questo spiega Giampiero Spada, capogruppo di Rifondazione nel consiglio comunale di San Pietro in Casale, aggiungendo che da tempo le amministrazioni dei Comuni interessati erano a conoscenza del progetto di costruzione presentato da una multinazionale, la Mirant spa, al ministero delle attività produttive con richiesta di autorizzazione alla sua realizzazione, “e ci chiediamo - aggiunge - per quali segreti motivi non ne siano stati informati i cittadini pur sapendo che queste centrali sono dannose per l'agricoltura, l'ambiente e la salute”.
“Ed ancor più grave – denuncia determinato e con forza – il nostro gruppo è venuto a conoscenza della proposta di localizzazione il 9 agosto scorso in maniera indiretta attraverso la lettura di una delibera di giunta datata 30 luglio, quando ormai il periodo di 30 giorni per presentare le osservazioni da parte nostra e dei cittadini era sfumato il 1° di agosto. Si è trattato di un imperdonabile abuso che non può trovare alcuna giustificazione”.
«Noi siamo contro la costruzione di nuove centrali - continua ancora Spada - perché prima di tutto vanno riconvertite le vecchie a carbone e oli combustibili migliorandone l'efficienza che permetterebbe di ridurre l'emissione di gas serra contribuendo alla copertura di eventuali deficit di energia elettrica. Ma c'è di più: da nostre informazioni certe, sarebbero in fase di progettazione preliminare, su commissione della Seabo, altre due centrali da costruire rispettivamente ad Argelato ed a Minerbio con gravissime conseguenze per l'intera pianura bolognese”.
Luigi D'Ambrosio
da Il
Resto del Carlino (verso il 20 agosto 2002)
Vogliamo energia pulita
Sulla pianura bolognese incombe lo spettro delle centrali termoelettriche. Sono quattro, almeno sulla carta, le richieste già avanzate. La Mirant SpA ha bruciato le tappe e presentato il progetto al ministero dell'Ambiente. L'impianto, da 800 Megawatt, sorgerebbe al confine fra i territori di Bentivoglio e Altedo, tra lo zuccherifizio e il casello autostradale. Le altre tre centrali (Minerbio, Argelato e Crevalcore) al momento sono semplici bozze che Seabo ed Enipower (del gruppo Eni energia elettrica) tengono chiuse in un cassetto. A Crevalcore, peraltro, in passato proprio la Mirant s'era trovata la strada sbarrata dal consiglio comunale. Seabo, dunque, starebbe valutando la soluzione ideale, che potrebbe essere quella di rispondere alla concorrenza con una centrale da 800 Mw a Minerbio. Ma secondo i tecnici della Provincia di Bologna, un solo impianto sarebbe sufficiente a garantire il fabbisogno locale di energia elettrica.
Strategie a parte, i dati diffusi da Rifondazione comunista circa l'effetto inquinante della futura centrale di Bentivoglio sarebbero eccessivamente pessimistici in quanto fanno riferimento alle emissioni di una tradizionale centrale a olio combustibile quando il nuovo impianto, cosiddetto a turbogas, sarebbe invece alimentato a metano.
“La differenza — spiega Gabriele Bollini dell'ufficio provinciale sull'impatto ambientale — sta nell'assenza di emissioni di anidride solforosa e polveri, mentre vengono dimezzate quelle di monossido di carbonio e ridotte del 75% quelle di ossido d'azoto”. Intanto prosegue il coro di no all'invasione delle centrali. “Un impianto a metano inquina meno di uno tradizionale, è vero, ma avrebbe comunque un impatto notevole su un territorio, come quello della nostra pianura, già invaso da discariche e inceneritori — attacca Alfredo Vigarani, presidente provinciale dei Verdi —. Prima di costruire nuove centrali, occorre perseguire la strada delle fonti rinnovabili, come il solare e l'eolico. Vogliamo solo energia pulita. Con il nuovo decreto Marzano «sblocca centrali», inoltre, lo stato può scavalcare gli enti locali e decidere sopra la testa dei cittadini. Per questo — aggiunge Vigarani —, chiediamo ai Comuni di vigilare e di attivarsi per garantire ai cittadini il massimo livello di partecipazione, promuovendo iniziative informative su un tema così delicato”.
di Lorenzo Priviato
da e-gazette
NEL BOLOGNESE RICORRONO ALL’ART.117 CONTRO UNA CENTRALE TERMOELETTRICA
Bologna, 26 agosto - Continuano le battaglie in tutta Italia per la costruzione di centrali elettriche osteggiate dalle popolazioni dove dovrebbero sorgere gli impianti. Interessata questa volta la zona del bolognese tra i comuni di Bentivoglio, Malalbergo e San Pietro in Casale nella periferia nord della città. Il 3 luglio scorso la Mirant Italia ha inviato al ministero la richiesta di autorizzazione all’avvio dei lavori di una centrale termoelettrica a Bentivoglio. I sindaci interessati hanno già manifestato forti perplessità sostenuti anche da Rifondazione Comunista che, in un volantino diffuso nella zona interessata invita alla mobilitazione per impedirne la costruzione. Ma tutta questa sollevazioni potrebbe non produrre alcun risultato visto il recente decreto del ministro delle attività produttive, Antonio Marzano, consente ai comuni interessati solo di fare osservazioni, senza avere di fatto la possibilità di bloccare i progetti. Dunque lasciando, in sostanza, la decisione nelle mani di Roma. A questo punto i comuni però potrebbero decidere di ricorrere all’intervento delle regioni. Un documento di osservazioni presentato dagli amministratori fa ricorso infatti alle nuove competenze federali assegnate alle Regioni in materia energetica in cui fanno sapere che "si ritiene di condividere la posizione assunta dalla regione Emilia-Romagna nei confronti del decreto di legge Marzano per far valere le competenze delle regioni nelle politiche energetiche attribuite dal nuovo articolo 117 della costituzione". "Nel raggio di 20 chilometri - informano - l'impatto ambientale di queste centrali é notevole; esse immettono nell'atmosfera circa 30 mila kg annui di ossidi di zolfo, 15 mila kg annui di polveri sottili e pesanti, 840 mila kg annui di azoto e 200 mila kg di gas serra. Tutto questo produrrà un effetto disastroso per l'agricoltura, con piogge acide e la ricaduta delle polveri che danneggeranno seriamente le coltivazioni. Le polveri sottili (cancerogene) entrano direttamente nei polmoni producendo gravi danni alla salute". La situazione verrà affrontata il prossimo 2 settembre in un incontro in regione e il 4 settembre al ministero delle attività produttive in una conferenza dei servizi cui partecipano Regione, Provincia di Bologna e comune di Bentivoglio.
da Il
Resto del Carlino, 5 set 2002
Progetto congelato
Colpo di scena sul progetto della centrale termoelettrica di Bentivoglio. Il ministero delle Attività produttive ha accolto
la richiesta degli enti locali di congelare l'operazione che la multinazionale americana Mirant s'era sforzata di
accelerare presentando, già in agosto, la valutazione di impatto ambientale. Lo stop a Mirant potrebbe spianare le
porte a Seabo, che nel frattempo sta progettando un impianto identico a Minerbio, a pochi chilometri di distanza.
Battuta al primo round, Seabo potrebbe ora trarre vantaggio dal fatto di «giocare in casa». Il piano energetico
regionale, peraltro, prevede una sola centrale in provincia di Bologna, anche se Verdi e Rifondazione dicono no a
qualsiasi nuovo impianto. Ieri mattina, a capo di una delegazione composta da tecnici di Regione, Provincia e Comuni
interessati, il sindaco di Malalbergo Raffaele Finelli (nella foto) ha partecipato a Roma alla conferenza dei servizi per
sciogliere il nodo della “doppia centrale”. Alla fine il ministero ha accolto la richiesta di bloccare tutto e ripartire
daccapo. «Il progetto di Mirant — spiega Finelli — è carente da molti punti di vista, per questo abbiamo chiesto una
proroga dei tempi. Queste iniziative non si fanno ad agosto, se si vuole un minimo di concertazione». Il decreto
“sblocca centrali” del ministro Marzano, infatti, prevede solo 30 giorni di tempo per presentare le osservazioni e i
sindaci si sentono privati di fatto della scelta sulla dislocazione degli impianti energetici. Tutto sospeso, dunque, e a
tempo indeterminato. «Esistono situazioni problematiche — dice Finelli — e le motivazioni di Mirant non sono state
considerate sufficienti». La centrale, peraltro, sorgerebbe in una zona di pregio ambientale, distante dalle case ma «a
mezzo chilometro dalla nuova zona industriale di Altedo — aggiunge Finelli — dove tutti gli imprenditori
fuggirebbero. D'accordo che la tecnologia dell'impianto sarebbe pulita e innovativa, ma si tratta pur sempre di un
colosso largo 30 metri con una ciminiera alta 60…». Il ministero s'è impegnato a compiere un sopralluogo a
Bentivoglio, mentre gli enti locali avranno il tempo per presentare altre osservazioni, cui Mirant dovrà rispondere. Solo
allora si riaprirà la conferenza dei servizi. E ora anche Mirant deve modificare strategia: «Non è un problema nostro se
Seabo ha presentato un altro progetto — spiega l'azienda —. Comunque con Seabo siamo pronti a collaborare, anche
per costruire l'impianto insieme. In merito alla sospensione siamo tranquilli. Il ministero verificherà che il nostro
progetto non pregiudica la qualità ambientale di quella zona».
di Lorenzo Priviato
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