Nella realizzazione dei dispositivi ottici, i reticoli di interferenza
sono spesso registrati in guide planari. Una tipica configurazione è
mostrata in figura 2.20 [17]: il primo prisma accoppia i due fasci oggetto e di riferimento durante la registrazione, e il solo fascio di riferimento nella fase di lettura; il secondo prisma disaccoppia il fascio diffratto e trasmesso dall'ologramma durante la lettura. Le intensità dei due fasci sono misurate da rivelatori posti in fronte al secodo prisma.
Figura 2.20:
Olografia in guida.
In generale si possono registrare reticoli di interferenza di onde di differenti
modi e polarizzazioni; usualmente i due fasci sono onde piane monocromatiche
con la stessa lunghezza d'onda, polarizzazione, intensità, e incidono
sul primo prisma con lo stesso angolo gm (si veda par. 2.4), così da avere lo stesso modo m-esimo di propagazione nella guida. Per campioni di niobato di litio il sistema di riferimento è tale per cui z coincide con ĉ; nella figura l'asse x è scelto ortogonale alla guida planare (cristallo x-cut) e y denota la direzione di propagazione dei modi TE o TM (a seconda della polarizzazione). I vettori d'onda dei due fasci usati per la registrazione olografica formano un angolo ±q
con l'asse y molto piccolo (tipicamente 0.05 rad.), in modo che
sia parallelo a ĉ. Il campo elettrico associato al modo TEm è2.3:
(2.48)
con bm≥k0n1 (2.32).
La sovrapposizione dei due modi genera un pattern sinusoidale di intensità:
(2.49)
con
modulo del vettore d'onda del reticolo (usualmente vengono registrate 105 linee/cm).
Per effetto fotorefrattivo il pattern sinusoidale induce una variazione dell'indice di rifrazione:
(2.50)
con
dove max[Esat] è il valore massimo del campo elettrico generato dalla ridistribuzione
delle cariche per t→ ∞ ; si dimostra [17] che:
L'efficienza di diffrazione è definita come il rapporto tra l'intensità dell'onda rifratta e la somma delle intensità dell'onda rifratta e trasmessa dall'ologramma, e vale [27]:
(2.51)
con l la lunghezza d'onda dei due fasci nel vuoto, d la lunghezza d'interazione (generalmente qualche mm), e <Dnm> il valor medio della variazione dell'indice di rifrazione, che in
genere non differisce molto per modi diversi (dell'ordine di 10+5). Se si trascura il fattore di perdita esponenziale,
hm è funzione crescente2.4 della lunghezza di interazione (dello spessore della lastra), in quanto più raggi possono soddisfare la condizione di interferenza costruttiva ed essere rifratti (si veda la figura 2.14).
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Guide di luce in niobato di litio drogato con ferro per applicazioni
olografiche Barbara Imperio
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