Novembre 2004 - Marzo 2006
ROMA, PROCURA della Repubblica di Piazzale Clodio

INTRODUZIONE ESPLICATIVA:
Riepiloghiamo:
Dopo aver portato a mano il nostro primo esposto ai carabinieri di Rovigo, questi ci consigliarono di spedirne una copia a Vicenza e una copia a Padova. Ma visto che nell'esposto citavamo un amico di nostro  zio, facente parte di un'associazione nazionale, e alcuni contatti con altra persona molto importante e correlata , e che in aggiunta, lo zio vantava di ottenere informazioni segrete dei procedimenti in corso nel tribunale di Padova attraverso i carabinieri di Padova,  pensammo che era più opportuno spedire l'incartamento alla Procura di Roma, sede dell'associazione nazionale. Di questo primo esposto abbiamo già parlato in estrattoprimoesposto.htm.

Dopo dell'invio delle prime testimonianze in Novembre 2004, ci accaddero fatti molto spiacevoli, che ci indussero, a inviare nuovi scritti, e a chiedere alla Procura che venissero valutati congiuntamente. Per questo quando ci fu una violazione di domicilio, la denuncia  la inviammo a Roma e non a Padova.

Inviammo dunque il 30/12/04 altre testimonianze, il 28/02/2005 inviamo unan denuncia per violazione di domicilio,  il 10/03/2005 una denuncia sulla sottrazione e/o smarrimento di documentazione, il 19/03/2005 altri fatti,  e via così come elecato nella tabella "T1" sotto riportata.

Ma la Procura di piazzale Clodio non dava segni di vita. In Marzo 2005 venimmo a sapere che il nostro primo esposto era stato inviato a Padova, e  appurammo che tutti gli altri esposti successivi  non avevano addirittura raggiunta la Procura di Roma. E gli esposti continuarono a sparire:  a metà aprile continuammo a constatare che le nostre raccomandate venivano perse e/o intercettate!

Si fa notare di come gli esposti cominciarono a sparire a Roma  da inizio di gennaio 2005, cioè dal momento che il primo esposto fu spedito per competenza dalla Procura di Roma a quella di Padova.

Tra tutti gli incartamenti spediti a Roma dopo il primo esposto, arrivò solo  un aggiornamento da noi spedito di proposito con un nome diverso per vedere se bucava la rete di intercettazione! Tale esposto lo identifichiamo con il codice R7 perchè rappresentava la settima raccomandata inviata a Roma.


Il nuovo magistrato di Roma , a cui era stato assegnato l'incaratamento della nostra settima raccomandata, aprì un fascicolo iscrivendo nel registro apposito il reato 616 del codice penale  per la sottrazione e/o smarrimento delle raccomandate precedenti, che risultavano a suo dire, non pervenute in procura. Chiedeva solo dopo pochi giorni l'archiviazione, con la motivazione che non vi erano elementi per stabilire se si era verificato di un furto o uno smarrimento. Anche in questo caso il magistrato ha mostrato totale indifferenza alla nostra situazione patita, mostrando la volontà di non voler perseguire i colpevoli, perchè non attuò nessuna procedura atta ad entrare in possesso del materiale precedente, che egli stesso aveva giudicato "sparito" e che poteva essere fondamentale per determinare i colpevoli. Inoltre i magistrati romani potevano fare di più con quell'aggiornamento che comunque era pervenuto. Infatti vi erano dei reati che potevano essere perseguiti d'ufficio che non furono perseguiti d'ufficio.


Non potemmo fare altro che ricorrere alla legge per difenderci.  Fummo costretti a segnalare il problema avvenuto negli uffici romani,  altrimenti le nostre denunce risultavano come se non le avessimo mai fatte, con grave danno giuridico nei nostri confronti, perchè alcune di queste contenevano dei fatti che il cittadino è obbligato a segnalare. Così nacquero alcuni procedimenti in capo alla Procura di Napoli e Perugia.... contro i magistrati romani.Nessuno si augura di entrare in conflitto con tali persone, nemmeno noi.



TABELLA T1:
ELENCO degli Esposti e denunce presentati presso
la Procura della Repubblica di Roma di piazzale Clodio

contenenti fatti diversi e indicati  da valutarsi congiuntamente.
Il colore verde indica documenti pervenuti,
il colore rosso indica documenti non pervenuti (intercettati, persi e/o rubati).



invio
Numero
raccomandata
data invio data avviso
 recapito
Risultato Descrizione
1
R1
12638620060-6

03/11/04
06/11/05


pervenuta
Inviamo il primo  esposto tramite lettera raccomandata
L'esposto viene letto dal dottor Verusio e viene spedito, per competenza in dicembre 2004 alla Procura di Padova. Noi non fummoinformati del trasferimento del fascicolo a Padova.
2
R2
12359264804-2
30/12/04
04/01/05 scomparsa
Inviamo un secondo esposto per raccomandata, contenente ulteriori testimonianze da aggiungere al primo. La ricevuta di ritorno ci indica che la raccomandata è pervenuta in Procura il 04 gennaio 2005. Ma da nostra verifica fatta a Roma non risulterà né registrato nel database, né assegnato ad alcun magistrato. Il magistrato ci confermerà, molto più avanti che questo esposto non è mai pervenuto.
3
R3
12243605700-2
28/02/05
Non richiesto
scomparsa
Inviamo tramite raccomandata una denuncia per  violazione di domicilio. Da nostra verifica fatta a Roma non risulterà né registrato nel database, né assegnato ad alcun magistrato. Il magistrato ci confermerà, molto più avanti che questo documento non è mai pervenuto.
4
R4
12655572160-6
10/03/05
Non richiesto
scomparsa
All'inizio di Marzo ci rechiamo a Roma e scopriamo che la R2 e la R3 non sono pervenute a Roma. Appena torniamo a casa,  inviamo una nuova raccomandata 
Da nostra verifica fatta a Roma in Aprile, non risulterà né registrato nel database, né assegnato ad alcun magistrato. Il magistrato ci confermerà, molto più avanti che questo documento non è mai pervenuto.
5
R5
12647252084-5
19/03/05
Non richiesto
scomparsa
Esposto con i nuovi fatti del 15 marzo e altri testimonianze. Da nostra verifica fatta a Roma in Aprile, non risulterà né registrato nel database, né assegnato ad alcun magistrato. Il magistrato ci confermerà, molto più avanti che questo documento non è mai pervenuto.
6
R6
11870447669-6
15/04/05
19/04/05


scomparsa
Esposto con i fatti del 25 marzo, altre testimonianze.
 Il magistrato ci confermerà, molto più avanti che questo documento non è mai pervenuto.
-
Deposito ufficio primi atti della  documentazione precedentemente smarrita (R1-R6), in due plichi di 88 e 52 pagine
19/04/05
19/04/05.
scomparsi
Ritorniamo a Roma e constatiamo che in Procura Ordinaria non risultano pervenute né registrate le raccomandate R2, R3,R4, R5 e R6. Così depositiamo presso l'ufficio primi atti due plichi, di 88 e 52 pagine, contenenti tutte le raccomandate inviate (R1,R2,R3,R4,R5,R6)

 Il magistrato ci confermerà, molto più avanti che questi due atti  non sono mai pervenuti.
7
R7
12655764443-5
05/05/05

pervenuta
Inviammo a Roma un aggiornamento degli esposti precedenti includendo l'elenco della documentazione non pervenuta cosi come risultava da nostra interrogazione fatta in Procura il 19/04/2005.
 Il magistrato ci confermerà di aver ricevuto questo documento e di aver verificato che i documenti precedenti non sono pervenuti e che ci si trova davanti dunque al reato 616 c.p relativo a smarrimento e/o sottrazione. 
8
R8
12847849428-0
21/11/05
Non richiesto
scomparsa
Ennesimo tentativo di inoltrare il materiale scomparso. Questa volta la lettera raccomandata è indirizzata direttamente al magistrato che aveva preso in mano il fascicolo dell' R7.
Indirettamente, il magistrato fa capire nel suo fax di aprile 2006 che anche questa raccomandata non è pervenuta e che le "carte scomparse" permangono "carte scomparse".

NOTE:
Noi constatammo della scomparsa della documentazione in oggetto in primis  nel  momento in cui andammo a Roma a chiedere informazioni sugli atti inviati, e precisamente  marzo '05 e in un momento successivo: il 19 aprile '05, in quest'ultimo caso conserviamo anche una prova registrata.

In novembre '05 venimmo a conoscenza, tramite una comunicazione della procura di Roma,  che di tutti gli atti descritti nella tabella T1**, ne era pervenuto uno solo, l'aggiornamento R7.   L'R7  di  11 pagine, da noi spedito il 5/5/5, che conteneva i riferimenti di tutto il materiale precedentemente inviato, permise comunque al magistrato di constatare che  gli atti precedenti erano effettivamente scomparsi, e iscrisse per questo nel registro delle notizie di reato, il reato 616 c.p. "smarrimento o sottrazione di documenti".. Iscrisse il reato a fine settembre '05, e solamente dopo pochi giorni, il 4.10.05, chiedeva l'archiviazione  al GIP, notificandoci copia della richiesta tramite fax (che riportiamo di seguito).


INIZIO ORIGINALE pervenuto dalla Procura di Roma il 09/11/2005, da noi ricevuto tramite internet fax direttamente sulla nostra casella di posta elettronica:


_______________________________________________________________________________________


Dunque analizzando il fax:
Il magistrato dichiara che il nostro esposto inviato il 5/5 del 2005  è arrivato, ed almeno per questo documento  il reato di sparizione non si è manifestato. Chiede l'archiviazione del caso perchè sebbene pur ritenuto che i precedenti esposti non sono pervenuti, non vi sono elementi per accertare se si tratta di smarrimento o sottrazione, e in quest'ultimo caso chi sia l'autore.

Dunque:
I  documenti, tramite i quali chiedevamo un aiuto ed un intervento subirono questa sorte:
  1. Il primo esposto fu spedito da Roma a Padova e non se ne seppe più nulla.
  2. Le raccomandate R2,R3,R4,R5,R6 (e gli atti D1,D2)  non raggiunsero mai la Procura di Roma (o meglio, alcune la raggiunsero come mostrano le ricevute, ma scomparirono prima di essere registrate nel database e assegnate ad un magistrato).
  3. La raccomandata R7 raggiunse il magistrato che ci spedì il fax sopra riportato.
Notare che da ottobre 2004 a Maggio 2005 furono smarrite e/o sottratte 6 (sei) nostre lettere raccomandate. In aggiunta furono smarriti due fascicoli riepilogativi, depositati a mano presso l'ufficio apposito della Procura.

In pratica non ci è stato possibile far pervenire denunce ed esposti nelle maniere consentite. Quello che  vi stiamo dicendo è confermato da nostre verifiche fatte a Roma in Marzo e Aprile 2005 e confermato dalle ricevute delle lettere raccomandate, dai timbri apposti per i depositi documenti  effettuati direttamente in Procura, dalla denuncia fatta in Questura di Brescia nel 2006. Queste prove devono essere poste in relazione a quanto dichiarato dal  PM nel  fax3/04/06 e dalle parole del PM contenute nella richiesta di archiviazione sopra riportata.

Indirettamente, la scomparsa dei documenti è testimoniata dal fatto che non furono aperti dei procedimenti per i reati descritti nelle pagine scomparse.


Ragionevolmente:
A questo punto rimaneva solamente la strada di quell'esposto del 05/05/05, sfuggito alla rete di intercettazione, pervenuto al PM di Roma. Quel documento infatti era l'unico riuscito a passare la fitta rete di intercettazioni. O almeno così sembrava. Tuttavia, il procedimento, generato dall'esposto del 05/05/05, fu archiviato senza effettive indagine e chiuso senza un regolare processo.
Non ci fu permesso di presentare in nessuna maniera  i documenti smarriti, ed esercitare così un diritto fondamentale dal punto di vista civile ed umano. Il PM ed il GIP archiviarono tutto, senza preoccuparsi di entrare in possesso di quanto sottratto e/o smarrito in precedenza. In pratica l'iter sviluppatosi per questo fascicolo, sfuggito alla rete, diede sostanzialmente gli stessi risultati della sottrazione, anzi risultati ancora peggiori, perchè il giudice dichiarò che il reato non si era manifestato, senza però procedere come la legge prescrive in questi casi, compiendo un errore grossolano che è evidente e che spieghiamo in queste pagine, e che tali errori portarono poi un'altra procura ad acquisire immediatamente la documentazione da noi sottoposta a prova dei fatti..

Il GIP ed il PM, nei documenti da loro firmati, rilasciano affermazioni in netto contrasto tra loro, pur sostenendo di essere d'accordo. Nelle loro stesse dichiarazioni vi sono  errori logici  e informazioni oggettivamente errate. Oltre tutto il decreto di archiviazione scritto dal GIP ,  va contro anche la sentenza della cassazione del 2001**  riportata nel link.  Un reato così grave, proprio perchè avvenuto all'interno della Procura, non doveva essere sottovalutato con la semplice presunzione d'infondatezza, senza sentire i diretti testimoni. Il non aver proseguito le indagini, recuperando quanto "smarrito", implica non solo il non voler conoscere la verità, ma anche il non voler trovare i responsabili, mettendo così a rischio l'intero sistema giudiziario e anche il prestigio della Procura di Roma..



Per approfondimenti vedere i documenti:
1-Ricevute atti scomparsi Roma
2-"Il Giuoco delle tre carte"
3- Carteggio con la Procura


Sulla questione tentammo di far intervenire:
ancora nel 2005 la Procura di Milano , senza risultati;
nel 2006, la Questura di Brescia (dove dimoravamo)
, senza risultati;
nel 2006, la Procura di Napoli 
(con risultato)


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