Origine del Santo Rosario |
Correva l'anno di grazia 1214. Da parecchio tempo la Linguadoca, regione meridionale della Francia, era devastata de un'infame e terribile eresia: quella degli Albigesi.
Indetta una Crociata per arrestare il male, lo scontro tra i cattolici ed eretici non avrebbero tardato a verificarsi. E la terra della nobile nazione francese divenne teatro di innumerevoli e sanguinose battaglie nelle quali cattolici e albigesi si disputavano il territorio palmo a palmo. Nel frattempo, malgrado il tanto sangue versato, l'eresia continuava a devastare le anime.
Furono giorni di terribile tormento quelli, c'erano momenti in cui tutto sembrava perduto e la trionfante eresia distruggesse tutto, tutto macchiasse e lordasse. In questo stato di estrema tribolazione per la Cristianità, San Domenico di Guzmàn (1170 -1221) , mosso da divina ispirazione, penetrò in una grande e profonda foresta vicina a Tolosa (capitale della Linguadoca) e vi trascorse tre giorni e tre notti in continua preghiera e penitenza, senza cessare di gemere, di piangere e di flagellarsi, implorando Dio affinchè avesse pietà della sua propria gloria calpestata dai piedi dell'eresia albigese.
In conseguenza di così grande ardore e sforzo, finì per cadere quasi morto. Ed ecco che allora, la Madre Santissima, risplendente di gloria gli apparve. "La Santissima Vergine, che era in compagnia di tre principesse del Cielo, gli disse: "Sai tu, mio caro Domenico, di quale arma si servì la Santissima Trinità per riformare il mondo ? - "O signora, rispose lui, Voi lo sapete meglio di me, perchè dopo vostro Figlio Gesù Cristo siete stata il principale strumento della nostra salvezza" . Ella continuò: "Lo strumento principale di questa opera fu il Salterio angelico, che è il fondamento del Nuovo Testamento. Pertanto, se vuoi guadagnare a Dio questi induriti, prega il mio salterio". Il santo si rialzò molto consolato e, infiammato di zelo per il bene di quei popoli, entrò nella cattedrale. Nello stesso momento le campane suonavano, per intervento degli angeli, per riunire gli abitanti. All'inizio della predica scoppiò una spaventosa tempesta. La terra tremò. il sole fu coperto dalle nubi, i tuoni e i lampi raddoppiarono di intensità, facendo tremare e impallidire tutti gli astanti. Il loro terrore aumentò nel vedere un'immagine della Santissima Vergine, Esposta in un luogo elevato, levare tre volte le braccia al cielo per chiedere a Dio vendetta contro coloro che non si fossero convertiti e non fossero ricorsi alla protezione della Santa Madre di Dio.
Il Cielo voleva, con questi prodigi, stimolare la nuova devozione del Santo Rosario e farla maggiormente conoscere. La tempesta cessò, alla fine, per le preghiere di San Domenico. Egli continuò il suo sermone e spiegò con tanto fervore ed entusiasmo l'eccellenza del Santo Rosario, che quasi tutti i tolosani lo adottarono, rinunciando ai loro errori.
In poco tempo si verificò un grande mutamento nella vita e nei costumi della città. Questa narrazione, di cui è autore il Beato Alano de la Roche (1428 - 1475), nel suo famoso libro "Della dignità del Salterio" ( Ossia, del Rosario. Dal tempo in cui San Domenico stabilì questa devozione fino all'anno 1460, quando il Beato Alano de la Roche la rinnovò per ordine del Cielo, il Rosario fu chiamato Salterio di Gesù e della Santissima Vergine, per analogia con il Salterio di Davide che contiene 150 salmi - lo stesso numero delle salutazioni angeliche che compongono il Rosario (Cfr. San Luigi Grgnon di Montfort op. cit. 24 - 25), è conforme ad una solida e venerabile tradizione secondo la quale la predicazione del Rosario fu raccomandata personalmente da Nostra Signora a San Domenico.
"Malgrado che, modernamente, l'autenticità di questi fatti sia stata contestata da diversi specialisti, che adducono l'assenza di documenti contemporanei che l'attestino, la critica storica sta dimostrando la giustezza di considerare San Domenico - fondatore dell'Ordine dei Predicatori (o Domenicani) - come l'istitutore del Rosario, e la voce di numerosi Pontefici Romani lo
San Domenico di Guzman |
Scriveva Leone XIII° : ".....San Domenico, per risanare le piaghe della società, introdusse l'uso del Rosario. Egli, illuminato dall'alto, capì non esservi allora rimedio più efficace che ricondurre gli uomini a Cristo, invitandoli a contemplare con frequenza i misteri della redenzione e ricorrendo alla meditazione di Maria che ha il potere di estirpare tutte le eresie".
Così, la devozione del Santo Rosario continua ad essere strettamente vincolata a San Domenico, senza alcun dubbio il suo primo grande propagatore. Ottenendo eccellenti frutti, egli lo recitò durante il resto della sua vita "non soltanto per dare l'esempio, ma ad alta voce nelle città e nelle campagne, davanti ai grandi ed ai piccoli, ai saggi ed agli ignoranti, davanti ai cattolici ed agli eretici".
Una spiritualità, quella di San Domenico e dei suoi ordini religiosi, fortemente basate sul culto mariano. Altra figura centrale nella devozione del Santo Rosario è quella di santa Caterina da Siena (1347 - 1380), seguace della spiritualità domenicana e autrice di scritti sul Vangelo e su Maria, in cui la profondità teologica si abbina ad una intensissima fede.