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LA CARITA’

 

[3]Mi disse: <<Figlio dell'uomo, io ti mando agli Israeliti, a un popolo di ribelli, che si sono rivoltati contro di me. Essi e i loro padri hanno peccato contro di me fino ad oggi.

[4]Quelli ai quali ti mando sono figli testardi e dal cuore indurito. Tu dirai loro: Dice il Signore Dio.

[5]Ascoltino o non ascoltino perché sono una genìa di ribelli sapranno almeno che un profeta si trova in mezzo a loro.

[6]Ma tu, figlio dell'uomo non li temere, non aver paura delle loro parole; saranno per te come cardi e spine e ti troverai in mezzo a scorpioni; ma tu non temere le loro parole, non t'impressionino le loro facce, sono una genìa di ribelli.

[7]Tu riferirai loro le mie parole, ascoltino o no, perché sono una genìa di ribelli.

Ez. 2,3

 

[7]Vedendo però molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: <<Razza di vipere! Chi vi ha suggerito di sottrarvi all'ira imminente?

[8]Fate dunque frutti degni di conversione..

Mt. 3,7

 

“Convertitevi e credete al Vangelo”

Mc. 1,15

 

5 aprile 1984

“Cari figli, questa sera vi chiedo in particolare di onorare il Cuore del mio Figlio Gesù. Pensate alle ferite inferte al Cuore di mio Figlio, quel Cuore offeso con tanti peccati. Questo Cuore viene ferito da ogni peccato grave. Grazie per essere venuti anche questa sera!”

(Messaggio dato dalla Madonna a Medjugorje)

 

“Pregate, pregate, pregate”

(la Madonna a Medjugorje in diversi messaggi)

 

Una delle parole chiave che vanno di moda ai nostri tempi è la carità. In nome della carità si marcia, si protesta, si critica, si opera. Anche molti cristiani pontificano con questo termine, ma spesso a sproposito. E’, infatti, necessario operare una netta distinzione tra il concetto di carità biblico (al quale si devono richiamare necessariamente tutti i cristiani) e quello laicista. Secondo il “mondo” per carità s’intendono essenzialmente le opere materiali che possono giovare al prossimo; quindi tutte le attività di volontariato che sfamano i poveri, procurano un tetto a chi ne è sprovvisto, offrono istruzione ed assistenza ecc. vengono considerate encomiabili attività caritatevoli. Ed in effetti queste azioni, se sono disgiunte da occulti interessi personali (che talvolta vengono evidenziati dai mass media e dalle indagini della magistratura), costituiscono certamente delle opere meritevoli. La carità in senso biblico però non si esaurisce nelle opere sopra indicate ma, diversamente dal mondo, offre prioritariamente Gesù Cristo; Sommo Bene, incomparabile ricchezza spirituale e fisica che riassume in sé tutte le altre. Di conseguenza le opere caritatevoli in senso biblico trovano giustificazione nel Vangelo; perciò, l’evangelizzazione, la preghiera di guarigione, di conversione per i malati nello spirito, di liberazione per gli infestati ed i posseduti; le azioni intraprese per ottenere una vera giustizia, per confortare i dubbiosi, per sfamare gli affamati, per rivestire gli ignudi, per difendere i deboli (ad esempio i bambini dagli aborti, dai pedofili, dalla pornografia; le donne dalle molestie e dalle discriminazioni), per contrastare il maligno in tutte le sue manifestazioni ecc. sono tutte (in senso biblico s’intende) azioni caritatevoli.

Esiste però un’altra opera di carità che non viene mai considerata tale; anzi viene spesso stigmatizzata persino da molti cosiddetti cristiani. Si tratta della denuncia del male in tutte le sue forme per correggere i peccatori e richiamarli alla conversione. San Giovanni Battista è un esempio sublime di quest’azione caritatevole. Questo santo, giudicato da Gesù come il più grande tra i nati da donna“In verità vi dico: tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni il Battista; tuttavia il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui” (Mt. 11,11), non esitò a denunciare le azioni riprovevoli senza farsi intimidire e ciò gli costò la testa! Lo stesso Gesù è finito in Croce per aver stigmatizzato il comportamento degli uomini del tempo contrario alla legge divina. Se avesse approvato le loro azioni sarebbe stato incoronato Re per acclamazione!

Anche ai nostri giorni perdura questo attacco contro la carità biblica più importante; quella tesa a correggere i comportamenti in violazione della Parola eterna di Dio. La Parola di Dio insegna che ogni male spirituale e fisico deriva dall’inosservanza della Sacra Scrittura. Richiamare gli uomini alla Sua ottemperanza è stato il compito di tutti i profeti ed in particolare di Gesù (la Parola incarnata Gv. 1,1 seg.).

Però anche molti cristiani ignorano, o fingono d’ignorare, che la Verità (cioè Dio) non può scendere a compromessi con l’errore; di conseguenza confondono la stigmatizzazione del peccato e la riprovazione del medesimo con il desiderio di recupero del peccatore. I profeti quando, per conto di Dio, criticavano il comportamento peccaminoso ed idolatrico d’Israele lo facevano per richiamare il popolo alla conversione (es. Giona). Quando il Papa ha scritto l’enciclica “Veritatis splendor” lo ha fatto per rammentare l’eternità della legge morale, la quale dev’essere sempre osservata nell’interesse personale, familiare e sociale.

Criticare pertanto quanti ricordano l’eternità della Parola di Dio e l’altrettanto eterno dovere di osservarla è un’opera ispirata dal diavolo. Satana cerca sempre, in tutti i modi, di spingere gli uomini a disattendere gli insegnamenti amorevoli di Dio, ben sapendo quali disastri e problemi ciò comporta.