Libri scritti da Arrigo Muscio Lettera di un bambino
abortito alla madre La catechesi di satana
durante un recente caso di esorcismo |
LA BIBBIA Sono più saggio di tutti i miei maestri, perché medito i tuoi insegnamenti” Sal. 119,99 “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio” Mt. 4,4 Catechismo della Chiesa Cattolica 131 « Nella Parola di Dio è insita tanta efficacia e potenza da essere
sostegno e vigore della Chiesa, e per i figli della Chiesa saldezza della
fede, cibo dell'anima, sorgente pura e perenne della vita spirituale ».
159 « È necessario che i fedeli abbiano largo accesso alla Sacra
Scrittura ». 160 132 « Lo studio della Sacra Scrittura sia dunque come l'anima della sacra
teologia. Anche il ministero della parola, cioè la predicazione pastorale, la
catechesi e tutta l'istruzione cristiana, nella quale l'omelia liturgica deve
avere un posto privilegiato, si nutre con profitto e santamente vigoreggia
con la parola della Scrittura ». 161 133 La Chiesa « esorta con forza e insistenza tutti i fedeli [...] ad
apprendere "la sublime scienza di Gesù Cristo" (Fil 3,8) con
la frequente lettura delle divine Scritture. "L'ignoranza delle
Scritture, infatti, è ignoranza di Cristo" ». 162 Dei Verbum 25 Parimenti il santo Concilio esorta con ardore e insistenza tutti i
fedeli, soprattutto i religiosi, ad apprendere « la sublime scienza di Gesù
Cristo » (Fil 3,8) con la frequente lettura delle divine Scritture. «
L'ignoranza delle Scritture, infatti, è ignoranza di Cristo ». Marialis Cultis – Paolo VI 30. La necessità di un’impronta
biblica in ogni forma di culto è oggi avvertita come un postulato generale
della pietà cristiana. Il progresso degli studi biblici, la crescente
diffusione delle sacre scritture e, soprattutto, l’esempio della tradizione e
l’intima mozione dello Spirito, orientano i cristiani del nostro tempo a
servirsi sempre più della bibbia come del libro fondamentale di preghiera, ed
a trarre da essa genuina ispirazione e insuperabili modelli. Novo millennio ineunte -
Giovanni Paolo II 39. Occorre, carissimi Fratelli e
Sorelle, consolidare e approfondire questa linea, anche mediante la
diffusione nelle famiglie del libro della Bibbia.
Per conoscere la vera identità di
Cristo, occorre che i cristiani, soprattutto nel corso di questo anno,
tornino con rinnovato interesse alla Bibbia, "sia per mezzo della
sacra liturgia ricca di parole divine, sia mediante la pia lettura, sia per
mezzo delle iniziative adatte a tale scopo e di altri sussidi".(24) Nel
testo rivelato, infatti, è lo stesso Padre celeste che ci si fa incontro
amorevolmente e si intrattiene con noi manifestandoci la natura del Figlio
unigenito e il suo disegno di salvezza per l'umanità.(25) Discorso di Giovanni Paolo II sull’interpretazione della Bibbia L’enciclica Providentissimus Deus ricordava, a questo proposito, il
carattere particolare dei Libri Sacri e l’esigenza che ne risulta per la loro
interpretazione: «I Libri Sacri – dichiarava – non possono essere assimilati
agli scritti ordinari, ma, essendo stati dettati dallo stesso Spirito Santo e
avendo un contenuto di estrema gravità, misterioso e difficile sotto molti
aspetti, noi abbiamo sempre bisogno, per comprenderli e spiegarli, della
venuta dello stesso Spirito Santo, ovvero della sua luce e della sua grazia,
che bisogna certamente domandare in un’umile preghiera e preservare
attraverso una vita santificata» (EB 89). In una formula più breve, presa in
prestito da S. Agostino, la Divino
afflante Spiritu esprimeva la stessa esigenza: «Orent ut
intellegant!» (EB 569). Sì, per arrivare ad un’interpretazione pienamente valida delle parole
ispirate dallo Spirito Santo, dobbiamo noi stessi essere guidati dallo
Spirito Santo, per questo, bisogna pregare, pregare molto, chiedere nella
preghiera la luce interiore dello Spirito e accogliere docilmente questa
luce, chiedere l’amore, che solo rende capaci di comprendere il linguaggio di
Dio, che «è amore» (1Gv 4, 8.16). Durante lo stesso lavoro di
interpretazione, occorre mantenersi il più possibile in presenza di
Dio. 10. La docilità allo Spirito Santo produce e rafforza un’altra
disposizione, necessaria per il giusto orientamento dell’esegesi: la fedeltà
alla Chiesa. L’esegeta cattolico non nutre l’illusione individualista che
porta a credere che, al di fuori della comunità dei credenti, si possa
comprendere meglio i testi biblici. È vero invece il contrario, poiché questi
testi non sono stati dati ai singoli ricercatori «per soddisfare la loro
curiosità o per fornire loro degli argomenti di studio e di ricerca» (Divino
afflante Spiritu, EB 566) essi sono stati affidati alla comunità dei
credenti, alla Chiesa di Cristo, per alimentare la fede e guidare la vita di
carità. Il rispetto di questa finalità condiziona la validità
dell’interpretazione. La Providentissimus Deus ha ricordato questa
verità fondamentale e ha osservato che, lungi dall’ostacolare la ricerca
biblica, il rispetto di questo dato ne favorisce l’autentico progresso (cf.
EB 108-109). È riconfortante constatare che dei recenti studi di filosofia
ermeneutica hanno portato una conferma a questa visione delle cose, e che
esegeti di diverse confessioni hanno lavorato in analoghe prospettive,
sottolineando, per esempio, la necessità di interpretare ogni testo biblico
come facente parte del Canone delle Scritture riconosciuto dalla Chiesa, o
essendo più attenti agli apporti dell’esegesi patristica. Essere fedeli alla Chiesa, significa, infatti, situarsi risolutamente
nella corrente della grande Tradizione che, sotto la guida del Magistero,
assicurato di un’assistenza speciale dello Spirito Santo, ha riconosciuto gli
scritti canonici come parola rivolta da Dio al suo popolo, e non ha mai
cessato di meditarli e di scoprirne le inesauribili ricchezze. Il Concilio
Vaticano II lo ha ribadito: «Tutto questo, infatti, che concerne il modo di
interpretare la Scrittura, è sottoposto in ultima istanza al giudizio della
Chiesa, la quale adempie il divino mandato e ministero di conservare e
interpretare la parola di Dio» (Dei
Verbum, n. 12). La Madonna ci rammenta da Medjugorje l’importanza della lettura giornaliera della Bibbia in famiglia. La veggente Vicka ripete spesso che è necessario leggere quotidianamente qualche riga al giorno della Sacra Scrittura e viverla. Tra i milioni di pellegrini che si sono recati a Medjugorje sono però pochissimi coloro che leggono ogni giorno la Parola di Dio. Molti hanno iniziato a pregare il Santo Rosario, si confessano almeno una volta al mese, digiunano, partecipano anche durante i giorni feriali alla Santa Messa, ma non hanno ancora adempiuto a questo desiderio mariano. La Madonna, mediante l’invito alla lettura della Parola di Dio, ha rammentato l’importanza fondamentale della medesima in quanto “Tutta la Scrittura infatti è ispirata da Dio e utile per insegnare, convincere, correggere e formare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona” (2 Tm. 3,16). Con la Parola Dio ha creato l’universo (Gen. 1,1 seg.); con la Parola Gesù ha guarito gli ammalati, ha scacciato i demoni, ha resuscitato i morti, ha comandato agli elementi atmosferici ecc. Sempre con la Sua Parola il Signore ha dissolto le tenebre dell’ignoranza ed ha portato la luce dove gli uomini insegnavano i loro precetti. Molte persone sono guarite dai dubbi, dalle angosce e da molte malattie fisiche meditando la Sacra Scrittura “Venuta la sera, gli portarono molti indemoniati ed egli scacciò gli spiriti con la sua parola e guarì tutti i malati” (Mt. 8,16) – “Quello seminato nella terra buona è colui che ascolta la parola e la comprende; questi dá frutto e produce ora il cento, ora il sessanta, ora il trenta” (Mt. 13,23) Molti cristiani non hanno però ancora compreso che saranno giudicati in base alla Parola di Dio e non in base alle teorie umane che tendono ad adattarsi alle mode e agli interessi di comodo “Chi mi respinge e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho annunziato lo condannerà nell'ultimo giorno. Perché io non ho parlato da me, ma il Padre che mi ha mandato, egli stesso mi ha ordinato che cosa devo dire e annunziare. E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico come il Padre le ha dette a me” (Gv. 12,48); di conseguenza si affidano alle “libere interpretazioni” sociologiche e moderniste, mentre dovrebbero leggere le seguenti encicliche sull’importanza della Sacra Scrittura e sulla necessità di conoscerla: Il grande
studioso biblico S. Girolamo affermò “Non bisogna seguire l'errore dei genitori né quello degli antenati,
bensì l'autorità delle Scritture e la volontà di Dio maestro" (Ier. IX, 12 e segg.). Oggi,
invece, molti cristiani e sacerdoti
anziché richiamarsi alle espressioni bibliche, come consigliato anche
dalle encicliche sopra indicate, preferiscono affidarsi alla parola degli
uomini. Tutti i problemi
fisici e spirituali derivano dall’inosservanza o dall’ignoranza della Parola
di Dio, come ho scritto nel mio libro “Il vaso di
Pandora”. Finchè gli uomini anteporranno le teorie umane alla
Sacra Scrittura commetteranno il peccato di idolatria, con tutte le relative
conseguenze. Ecco perché la Regina dell’universo insiste sulla necessità
quotidiana di leggerla e di viverla “Poi vidi i morti, grandi e piccoli,
ritti davanti al trono. Furono aperti dei libri. Fu aperto anche un altro
libro, quello della vita. I morti vennero giudicati in base a ciò che era
scritto in quei libri, ciascuno secondo le sue opere” (Ap. 20,12)
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