La Regina dei Profeti
Il libro esamina il ruolo di Maria Santissima nella storia della salvezza. Cominciando da alcuni ritratti di donne bibliche antesignane della Madonna spiega l’importanza, nei piani di Dio, di tali figure femminili fino al ruolo incomparabile di Maria: Regina dei profeti. Con i suoi inviti e consigli ci richiama costantemente all’applicazione della Parola del Signore per ottenere la guarigione dell’anima e del corpo e per ottenere la salvezza eterna. Il libro esamina inoltre le principali apparizioni mariane a dimostrazione che Dio utilizza la Madonna nel ruolo di strumento eletto dello Spirito Santo per richiamare l’umanità dall’eresia e dal peccato. Infinitamente meglio di qualunque madre terrena ci rammenta, con i suoi consigli, l’importanza prioritaria della Parola di Dio che Lei ha partorito con l’incarnazione di Gesù.
A DAVIDE SALVADORI
Maria disse: "Fate quello che vi dirà".
(Giovanni 2,5)
"..Non disprezzare l'insegnamento di tua madre"
(Proverbi 1,8)
"Cari Figli! Anche oggi desidero dirvi:
Io sono con voi anche in questi giorni inquieti, nei quali satana vuole
distruggere tutto quello che Io e Mio Figlio Gesù stiamo costruendo. Egli vuol
rovinare specialmente le vostre anime e condurvi il più lontano possibile dalla
vita cristiana e dai Comandamenti che la Chiesa vi invita a vivere.
Satana vuole distruggere tutto quello che è
santo in voi e attorno a voi.
Perciò
figlioli, pregate, pregate, pregate, per poter comprendere tutto quello che Dio
vi da' attraverso le mie venute.
Grazie per aver risposto alla mia
chiamata."
(Messaggio della Madonna - Medjugorje - 25
settembre 1992)
"Se riflettiamo sul valore della preghiera del rosario, noteremo
sicuramente tutte le affermazioni fatte in gran numero da papi, da santi ed
infine dalla Madonna stessa, per esempio a Fatima, sulla benedizione e
l'efficacia di questa preghiera. Essa è effettivamente una forza nelle nostre
mani che sfruttiamo ancora troppo poco. Quando Don Bosco dice che una singola Ave Maria recitata devotamente fa
tremare l'inferno, cosa dire allora di un rosario recitato con
raccoglimento e devozione?
Ma questa volta vogliamo dedicarci ad un altro aspetto di questa
preghiera. Nel suo caso infatti non si tratta solo, forse neanche in primo
luogo, della nostra volontà di ricevere per mezzo di Maria un qualche bene
desiderato, ma della nostra volontà di "donare" qualcosa a Maria. Le
50 Ave Maria devono essere come rose che Le porgiamo quale espressione del
nostro amore per Lei, della nostra dedizione e devozione. Le intrecciamo una corona
di rose, "un rosario"! E, se nel nostro cuore dimora effettivamente
una scintilla di vero amore per Lei, noteremo noi stessi quanto poco vi si
possa conciliare una preghiera superficiale o distratta: sarebbe come offrirle
solo rose appassite.
Ma Maria merita questa devozione che scaturisce dal cuore, perché Ella
è proprio la Rosa mystica, la Rosa misteriosa. E come tale ci appelliamo a Lei,
anche nella litania lauretana.
"Rosa mystica" sta a significare che Maria è il fiore più
grande dell'umanità. Ella è "il suo fiore più grande, come Cristo è il suo
fiore più grande". Maria rappresenta il massimo di tutta la perfezione e
la magnificenza della Grazia come in un fulcro. San Luigi Maria Grignion di
Montfort scrive che Dio ha riunito tutte le grazie che ci vuole donare, come in
un mare, e che ha chiamato questo mare col nome di Maria. Maria è
l'incarnazione più pura e senza macchia di ciò che Dio ha "inteso"
fin dall'eternità con la Sua idea della creazione.
Agli inizi del Cristianesimo la rosa era simbolo del Paradiso. Così
Maria è il Paradiso che Dio si è creato, senza macchia di peccato ne' di
tenebre. Qui il Suo amore trova sempre un'eco che non è impedita da alcuna
infedelta'.
Il colore rosso del fiore è inoltre simbolo di sofferenza e di
martirio. Honorius Augustodiunensis, uno scolastico del dodicesimo secolo,
scrive che le sofferenze di Maria superano tutte le sofferenze dei martiri,
come la rosa supera, con il suo colore rosso, tutti gli altri fiori. Questa
sofferenza di Maria è stata la Sua pieta' per Cristo. Nella Sua anima, Ella ha
sofferto più di tutti i martiri nel proprio corpo. "E anche a te una spada
trafiggera' l'anima" (Luca 2,35).
Infine Maria è la "rosa senza spine". In Maria non c'è, come
sostiene San Bernardo di Clairvaux, nessuna severita', nulla che possa incutere
timore. Mentre in Cristo non lodiamo solo la Sua misericordia, ma temiamo anche
la Sua autorita' e solennita' divina, e in Lui troviamo non solo la Redenzione,
ma anche il Giudizio, Maria è tutta dolcezza che garantisce, sempre e solo, un
sicuro rifugio, che elargisce a tutti sempre e solo le grazie acquistate da
Cristo per noi, sulla Croce con la Sua Passione.
Come potrebbe Maria non essere colei che fa da tramite per le grazie se
Ella, nella Sua divina Maternita', ci ha donato addirittura il Creatore di
tutte le grazie?
"E se Cristo fosse nato mille volte, e non in Te, Tu saresti persa
per sempre", ci insegna il Cherubino Viandante. Se quindi è stata Maria a
far nascere Cristo nella stella di Betlemme, allora è anche Lei a farlo nascere ogni volta, di nuovo, nelle nostre anime.
E proprio in questa Sua caratteristica di madre mistica di Cristo possiamo
invocarLa anche come "Rosa mistica". Ce lo insegna anche una delle
profonde invocazioni dell'Inno Acatisto, la lode mariana più famosa della
cristianita', sorta in seguito al Concilio di Efeso del 431 e del giubilo
generale che ne venne per il riconoscimento di Maria quale vera madre di
Dio."
"AVE, ROSA MISTICA".[1]
"Cari Figli, anche oggi vi invito alla preghiera.
Solo con la preghiera e il
digiuno si può fermare la guerra.
Perciò, cari figliolini miei, pregate e testimoniate con la vostra vita
che siete miei e che mi appartenete, perché Satana in questi giorni
torbidi
vuole sedurre quante più anime possibile.
Perciò vi invito a decidervi per Dio e Lui vi proteggera' e vi
mostrera' cosa dovete fare e quali vie percorrere.
Invito tutti coloro che mi hanno detto si', a rinnovare la
consacrazione al Mio Figlio Gesù, al Suo cuore e a Me, così che possiamo usarvi
ancor più efficacemente come strumenti di pace in questo mondo senza pace.
Medjugorje è per voi tutti un invito a pregare e anche a vivere i
giorni di grazia che Dio vi da'. Perciò, cari figli, accettate con serieta'
l'invito alla preghiera.
Io sono con voi e la vostra sofferenza è la mia.
Grazie per aver risposto al mio invito".
(Messaggio dato dalla Madonna a Medjugorje il 25 aprile 1992)
"Cari Figli! Non vi rendete conto dei messaggi che Dio vi manda
attraverso di me. Egli vi concede grazie, ma voi non capite. Pregate lo Spirito Santo perché vi illumini.
Se sapeste quante grazie vi concede Iddio, voi preghereste senza
interruzione..."
(Messaggio dato dalla Madonna a Medjugorje l'8/11/1984)
PREMESSA
"Pare che Bernadette non oda nulla. Un altro rumore le penetra
nelle orecchie. È il Gave, entrato di nuovo in agitazione. Di nuovo infuria un
panico che risale il corso del fiume, qualcosa come la corsa pazza di cavalli
al galoppo e di vetture; di nuovo le grida assordanti: "Salvati!...levati
di qui!". Bernadette alza, atterrita, le braccia tese verso la Signora. E
il volto della Signora si fa per la prima volta severo ed altero, come se la
carriera di lei, Bernadette, non fosse ancora arrivata alla fine, come se
avesse ancora da condurre lotte e da vincere nemici. La Signora aggrotta le ciglia
e guarda fisso il fiume, come per domarlo con i suoi occhi celesti raggianti.
Ci riesce immediatamente. Le voci si spengono. L'antichissimo strepito e
spumeggiare del Gave si abbatte ai piedi della Signora come un lupo
addomesticato".
"Bernadette"- Franz Werfel[2]
Padre Dario Betancourt scrive :"[3]In Maria di Nazareth incontriamo una fonte
abbondante ed inesauribile di salvezza."
Spesso noi studiamo ed analizziamo compiutamente la vita e le parole
dei vari santi, ma non utilizziamo sufficientemente le parole che Maria, madre
di Gesù e madre nostra (Giovanni 19,26/27), per volontà dello Spirito Santo, ci
rivolge nel corso dei secoli.
Lo scopo di questo libro è di evidenziare, mediante una breve analisi
biblica ed un esame delle principali apparizioni mariane, l'importanza della
Madonna per la nostra salvezza. Come infatti una madre terrena si preoccupa
fino "alla fine" del bene dei propri figli, così Maria, nostra madre
per volontà del Signore, si preoccupa della salvezza di tutti i suoi figli sulla
terra. Trascurare i suoi insegnamenti costituisce per me, come minimo, un
peccato di leggerezza. La Scrittura ci edifica infatti ricordandoci:"
..Ascolta, figlio mio, l'istruzione di tuo padre e non disprezzare
l'insegnamento di tua madre.." (Proverbi 1,8).
Vivere quindi i messaggi che la Madonna ci rivolge nel corso dei secoli
è sicuramente un segno di saggezza in quanto se è vero che è possibile salvarsi
anche solo in Gesù, è altrettanto vero che il Signore ha scelto di nascere da
Maria per attuare il suo piano di redenzione. La Madonna costituisce quindi lo strumento scelto dallo Spirito Santo per
darci Gesù e, mediante le apparizioni mariane, per ricordarci la via da
seguire per ottenere la salvezza.
Nell'Enciclica Redemptoris Mater[4] leggiamo:"...Possiamo dire, pertanto,
che in questa pagina del Vangelo di Giovanni troviamo quasi un primo apparire
della verita' circa la materna sollecitudine di Maria. Questa verita' ha
trovato espressione anche nel magistero del recente Concilio, ed è importante
notare come la funzione materna di Maria sia da esso illustrata nel suo
rapporto con la mediazione di Cristo. Infatti, vi leggiamo:"La funzione
materna di Maria verso gli uomini in nessun modo oscura o diminuisce l'unica
mediazione di Cristo, ma ne mostra l'efficacia", perché "uno solo è
il mediatore tra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo Gesù" (1 Timoteo 2,5).
Questa funzione sgorga, secondo il beneplacito di Dio, "dalla
sovrabbondanza dei meriti di Cristo, si fonda sulla mediazione di lui, da essa
assolutamente dipende ed attinge tutta la sua efficacia". Proprio in
questo senso l'evento di Cana di
Galilea ci offre quasi un preannuncio
della mediazione di Maria, tutta orientata verso il Cristo e protesa alla
rivelazione della sua potenza salvifica.
Dal testo giovanneo appare che si tratta di una mediazione materna.
Come proclama il Concilio: Maria "fu per noi madre nell'ordine della
grazia". Questa maternita' nell'ordine della grazia è emersa dalla stessa
sua maternita' divina: perché essendo, per disposizione della divina
provvidenza, madre-nutrice del Redentore, è diventata una "compagna
generosa in modo del tutto singolare e umile ancella del Signore", che
"coopero'...all'opera del Salvatore con l'obbedienza, la fede, la speranza
e l'ardente carita' per restaurare la vita soprannaturale delle anime".
"E questa maternita' di Maria nell'economia della grazia perdura senza
soste...fino al perpetuo coronamento di tutti gli eletti".
E[5] "...Mediante tale "ardente
carita'", intesa a operare in unione con Cristo la restaurazione della
"vita soprannaturale delle anime", Maria entrava in modo del tutto
personale nell'unica mediazione "fra Dio e gli uomini", che è la
mediazione dell'uomo Cristo Gesù. Se ella stessa per prima ha sperimentato su
di se' gli effetti soprannaturali di questa unica mediazione - gia'
all'annunciazione era stata salutata come "piena di grazia", - allora
bisogna dire che per tale pienezza di grazia e di vita soprannaturale era
particolarmente predisposta alla cooperazione con Cristo, unico mediatore
dell'umana salvezza. E tale cooperazione è appunto questa mediazione
subordinata alla mediazione di Cristo...Dopo la dipartita del Figlio, la sua
maternita' permane nella Chiesa come
mediazione materna: intercedendo per tutti i suoi figli, la Madre coopera
all'azione salvifica del Figlio-Redentore del mondo..Con la morte redentrice
del suo Figlio, la materna mediazione della serva del Signore ha raggiunto una
dimensione universale, perché l'opera della redenzione comprende tutti gli
uomini".
Ma Pietro e Giovanni replicarono:"Se sia giusto innanzi a Dio
obbedire a voi più che a lui, giudicatelo voi stessi; noi non possiamo tacere
quello che abbiamo visto e ascoltato".
(Atti 4,19/20)
Il Signore stesso ha voluto "valorizzare" il ruolo di Maria,
conferendole innanzitutto, come c'insegna la Bibbia, quattro funzioni principali:
a) Combattimento escatologico
- "Allora il Signore Dio disse al serpente. "...Io porro' inimicizia
tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccera' la
testa e tu le insidierai il calcagno" (Genesi 3,15) - "Nel cielo
apparve poi un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i
suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle. Era incinta e gridava
per le doglie ed il travaglio del parto...Allora il drago si infurio' contro la
donna e se ne ando' a far guerra contro il resto della sua discendenza, contro
quelli che osservano i comandamenti di Dio e sono in possesso della
testimonianza di Gesù" (Apocalisse 12,1 seg.);
b) co-mediatrice, in virtu'
dei meriti di Cristo, nel piano redentivo e salvifico - "Nel sesto mese,
l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una citta' della Galilea, chiamata
Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide,
chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse:
"Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te....Ecco concepirai un
figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sara' grande e chiamato Figlio
dell'Altissimo; il Signore Dio gli dara' il trono di Davide suo padre e
regnera' per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avra'
fine....Allora Maria disse:"Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di
me quello che hai detto". E l'angelo parti' da lei" (Luca 1,26 seg.);
c) madre della Chiesa - "Gesù allora, vedendo la madre e li'
accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: "Donna, ecco
il tuo figlio!". Poi disse al discepolo: "Ecco tua madre!". E da
quel momento il discepolo la prese nella sua casa. (Giovanni 19,26-27) -
"Tutti questi erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune
donne e con Maria, la madre di Gesù e con i fratelli di lui" (Atti 1,14);
d) maestra della Chiesa e quindi di ciascuno di noi -
"Figlio mio, osserva il comando di tuo padre, non disprezzare
l'insegnamento di tua madre" (Proverbi 6,20).
Inoltre il Signore, mediante le numerose apparizioni mariane
riconosciute dalla Chiesa , intende
avvalorare perennemente il ruolo di Maria, sposa dello Spirito Santo; quindi
strumento eletto del medesimo per la santificazione della Chiesa . Basti per
questo ricordare quanto la Madonna stessa ha affermato a Fatima[6]:"Avete visto l'inferno, dove vanno le
anime dei poveri peccatori. Per
salvarle, Dio vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato.
Se faranno quello che io vi diro', molte
anime si salveranno e ci sara' pace. La guerra finira' presto. Ma se non
smettono di offendere Dio, sotto il regno di Pio XI, ne comincera' un'altra
peggiore. Quando vedrete una notte illuminata da una luce sconosciuta,
sappiate che è il grande segno che Dio vi da' che sta per punire il mondo a
causa dei suoi crimini, per mezzo della guerra, della fame e della persecuzione
alla Chiesa ed al Santo Padre. Per
impedirla, io verro' a domandare la consacrazione della Russia al mio cuore
Immacolato e la comunione nei primi sabati. Se daranno retta alle mie richieste, la Russia si convertira' e ci
sara' pace; se no, diffondera' i
suoi errori nel mondo, provocando guerre e persecuzioni contro la Chiesa. I
buoni saranno martirizzati e il santo Padre avra' molto da soffrire, parecchie
nazioni saranno annientate. Alla fine il mio Cuore Immacolato trionfera'. Il
Santo padre mi consacrera' la Russia, che si convertira' e sara' concesso al
mondo un certo periodo di pace". Il prof. Zampetti Pierluigi ha
esaurientemente spiegato[7] la dinamica seguita a tale messaggio:
dinamica storica che è sotto gli occhi di tutti.
I messaggi mariani sono cioe'
talmente importanti per Dio che la loro inosservanza provoca castighi mondiali. E questo è ovvio in quanto la Bibbia ci
insegna che, se le parole dei profeti ed i loro avvertimenti non venivano
accettati, seguiva un castigo "correttivo"; logica conseguenza di
una disubbidienza a Dio che mandava i
suoi profeti ad avvisare l'umanità "corrotta". A maggior ragione la
disubbidienza ai messaggi di Maria (regina dei profeti), mandata come Lei
stessa più volte ripete, da Dio per aiutarci a ricordare le vie di
santificazione, provoca castighi. La Madonna non aggiunge nulla alla
Rivelazione, ma come madre della Parola Incarnata (Giovanni 1,1 seg.) ci
ricorda solamente il nostro dovere di cristiani e, nel contempo, con
esortazioni bibliche c'insegna le vie della santita'. I messaggi della Madonna
in sintesi sono: conversione; preghiera individuale e familiare giornaliera (in
particolare del Rosario) "Voglio che veniate qui il 13 del mese che viene.
Che continuate a recitare tutti i giorni il Rosario (intero) in onore della
Madonna del Rosario, per ottenere la pace nel mondo e la fine della guerra. Per
ottenere le grazie è necessario recitare il Rosario durante l'anno"[8]; Eucarestia; confessione mensile; digiuno;
lettura familiare della Bibbia accompagnata dalla preghiera; preghiera per i
peccatori, per i defunti, per la pace, per essere protetti ecc.[9] Vedremo comunque meglio, esaminando le
principali apparizioni mariane , ciò che la Madonna, per incarico di Dio, ha
detto all'umanità. Anche i messaggi inascoltati della Madonna apparsa a
Medjugorje hanno provocato le conseguenze che tutti possiamo verificare. Klaus
Peter Kuhn scrive[10]: "In quale luce appare l'episcopato
competente (riguardo a Medjugorje)? L'operato della Madonna è ostacolato per
esempio dal fatto che il vescovo di Mostar, addirittura contro il monito di
Roma, finora ha sempre continuato a parlare apertamente contro Medjugorje?
Quante persone sono state così tenute lontane dalla "Regina della
Pace" e quante grazie sono così andate perse?
O il motivo va visto nel fatto che la commissione pastorale istituita
dai Vescovi jugoslavi voleva proibire ai veggenti e ai padri spirituali di
Medjugorje di dare testimonianza pubblicamente dei messaggi della - Regina
della Pace -?".
In sintesi conviene ricordare le parole della Sacra Scrittura :"Se
infatti questa teoria o questa attivita' è di origine umana, verra' distrutta;
ma se essa viene da Dio, non riuscirete a sconfiggerli; non vi accada di
trovarvi a combattere contro Dio!" (Atti 5,38/39).
Ecco quindi l'importanza di accettare e vivere i messaggi che la
Madonna, nel corso dei secoli, ha donato all'umanità. Non per sua semplice
volontà, bensi' per incarico specifico di Dio. Cerchero' comunque, nel
proseguo, di meglio spiegare il valore di tali messaggi che la Madre di Dio e
madre nostra ci rivolge con immenso amore "Cari figli...Io a più riprese
vi ho dato dei messaggi in nome di Dio, ma voi non mi avete ascoltato... "
(Messaggio dato dalla Madonna a Medjugorje il 6/12/1984) - "...Siate
consapevoli, miei diletti, che io sono la vostra Mamma e che sono venuta sulla
terra per insegnarvi ad ascoltare (Dio) per amore, a pregare per amore, e non
perché spinti dalla croce che portate..." (Messaggio-Medjugorje
29/11/1984)- "Io mai ti lascero'. Il mio Cuore Immacolato sara' il tuo
rifugio e il cammino che ti condurra' a Dio" (Messaggio dato dalla Madonna
a Fatima).
Papa Giovanni Paolo II nella
"Declaratio" conclusiva del Sinodo sull'Europa il 14 dicembre 1991
disse[11]: "Maria Madre del Signore e causa della
nostra speranza, ci insegna ad essere aperti agli impulsi di Dio e ad attendere
umilmente la salvezza. Ci insegna ad accogliere in noi la Parola di Dio e a
metterla in pratica con tutto il cuore: "E sua madre serbava tutte queste
parole nel suo cuore" (Luca 2,51). Così ella ha accompagnato, a fianco di
suo Figlio, l'inizio dell'evangelizzazione. Anche oggi dimora "concorde
nella preghiera", come prima della Pentecoste (Atti 1,14), nel cuore della
Chiesa , e invoca insieme a noi lo Spirito Santo. "Possa ella rifulgere
come Stella dell'evangelizzazione da rinnovare sempre", indicandoci la via
per giungere a Cristo e alla piena unita' tra i suoi discepoli, "affinche'
il mondo creda" (Giovanni 17,21). Così ella, anche in questi giorni, ci
prendera' per mano come madre dolcissima e ci condurra' al Bambino nella
mangiatoia, a Colui che è insieme il Signore e il Redentore del mondo".
LE DONNE NELLA BIBBIA
Prima comunque di parlare in dettaglio delle
principali apparizioni mariane, di quelle apparizioni cioe' che hanno
interessato ed interesseranno il mondo intero, conviene esaminare alcune figure
bibliche di donna che possiamo considerare antesignane di Maria. Come del resto
Gesù ha avuto numerosi profeti che lo hanno preceduto, anche Maria è stata
anticipata, secondo il mio modesto parere, da alcune figure che hanno
preannunciato il suo arrivo.
Elenchero' le principali figure di donna ed
alla fine cerchero' di esaminarne le caratteristiche omogenee.
EVA
"Il serpente era la più astuta di tutte
le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio. Egli disse alla donna:"È vero
che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?".
Rispose la donna al serpente: "Dei frutti degli alberi del giardino noi
possiamo mangiare, ma del frutto dell'albero che sta in mezzo al giardino di
Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti
morirete". Ma il serpente disse alla donna: "Non morirete affatto!
Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e
diventereste come Dio, conoscendo il bene ed il male".....Allora il
Signore Dio disse al serpente:...Io porro' inimicizia tra te e la donna, tra la
tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccera' la testa e tu le insidierai
il calcagno..." (Genesi 3,1 seg.).
Senza la disubbidienza di Eva non è possibile
comprendere il ruolo di Maria: nuova Eva: perfetta nell'ubbidienza. Eva, sposa
di Adamo e madre dell'umanità, disubbidendo (peccato di Lucifero - Isaia 14,12
seg. - Ezechiele 28,12 seg.) e portando alla disubbidienza Adamo ha provocato
la caduta dell'umanità e il relativo allontanamento dal paradiso terrestre.
Maria, sposa di Giuseppe, per la sua ubbidienza a Dio ha permesso allo Spirito
Santo di operare il grandioso evento della nascita del divino salvatore: Gesù
Cristo. Mediante due donne, entrambe spose "umane" (per Dio è
estremamente importante la famiglia, NDA), siamo passati dalla caduta (Eva
disubbidiente con Adamo) alla salvezza (Maria ubbidiente con Giuseppe).
LA MADRE DI SANSONE
"Gli Israeliti tornarono a fare quello
che è male agli occhi del Signore e il Signore li mise nelle mani dei Filistei
per quarant'anni. C'era allora un uomo di Zorea di una famiglia di Daniti,
chiamato Manoach; sua moglie era sterile e non aveva mai partorito. L'angelo
del Signore apparve a questa donna e le disse: "Ecco, tu sei sterile e non
hai avuto figli, ma concepirai e partorirai un figlio. Ora guardati dal bere
vino o bevanda inebriante e dal mangiare nulla di immondo. Poiche' ecco, tu
concepirai e partorirai un figlio, sulla cui testa non passera' rasoio, perché
il fanciullo sara' un nazireo consacrato a Dio fin dal seno materno; egli
comincera' a liberare Israele dalle mani dei Filistei". La donna ando' a
dire al marito: "Un uomo di Dio è venuto da me; aveva l'aspetto di un angelo di Dio, un aspetto terribile. Io non
gli ho domandato da dove veniva ed egli non mi ha rivelato il suo nome, ma mi
ha detto: Ecco tu concepirai e
partorirai un figlio; ora non bere vino ne' bevanda inebriante e non
mangiare nulla di immondo, perché il fanciullo sara' un nazireo di Dio dal seno
materno fino al giorno della sua morte"....Poi la donna partori' un figlio
che chiamo' Sansone. Il bambino crebbe e il Signore lo benedisse. Lo spirito
del Signore comincio' ad investirlo quando era a Macane-Dan, fra Zorea ed
Estaol. (Giudici 13,1 seg.)
ANNA
"C'era un uomo di Ramataim, uno Zufita
delle montagne di Efraim, chiamato Elkana, figlio di Ierocam, figlio di Eliau,
figlio di Tocu, figlio di Zuf, l'Efraimita. Aveva due mogli, l'una chiamata
Anna, l'altra Pennina. Pennina aveva figli mentre Anna non ne aveva. Quest'uomo
andava ogni anno dalla sua citta' per prostrarsi e sacrificare al Signore degli
eserciti in Silo, dove stavano i due figli di Eli Cofni e Pincas, sacerdoti del
Signore.Un giorno Elkana offri' il sacrificio. Ora egli aveva l'abitudine di
dare alla moglie Pennina e a tutti i figli e le figlie di lei le loro parti. Ad
Anna invece dava una parte sola; ma egli amava Anna, sebbene il Signore ne
avesse reso sterile il grembo. La sua rivale per giunta l'affliggeva con durezza a causa della sua umiliazione,
perché il Signore aveva reso sterile il suo grembo. Così succedeva ogni anno:
tutte le volte che salivano alla casa del Signore, quella la mortificava.Anna
dunque si mise a piangere e non voleva prendere cibo. Elkana suo marito le
disse: "Anna, perché piangi? Perché non mangi? Perché è triste il tuo
cuore? Non sono forse io per te meglio di dieci figli?".Anna, dopo aver
mangiato in Silo e bevuto, si alzo' e ando' a presentarsi al Signore....Essa
era afflitta e innalzo' la preghiera al Signore, piangendo amaramente. Poi fece
questo voto: "Signore degli eserciti, se vorrai considerare la miseria
della tua schiava e ricordarti di me, se non dimenticherai la tua schiava e
darai alla tua schiava un figlio maschio, io
lo offriro' al Signore per tutti i giorni della sua vita e il rasoio non
passera' sul suo capo"...Il mattino dopo si alzarono e dopo essersi
prostrati davanti al Signore tornarono a casa in Rama. Elkana si uni' a sua
moglie e il Signore si ricordo' di lei. Così alla fine dell'anno Anna concepi'
e partori' un figlio e lo chiamo' Samuele...Allora Anna prego':
"Il mio cuore esulta nel Signore,
la mia fronte s'innalza grazie al mio Dio.
Si apre la mia bocca contro i miei nemici,
perché io godo del beneficio che mi hai
concesso.
Non c'è santo come il Signore,
non c'è roccia come il nostro Dio.
Non moltiplicate i discorsi superbi,
dalla vostra bocca non esca arroganza;
perché il Signore è il Dio che sa tutto
e le sue opere sono rette.
L'arco dei forti si è spezzato,
ma i deboli sono rivestiti di vigore.
I sazi sono andati a giornata per un pane,
mentre gli affamati hanno cessato di
faticare.
La sterile ha partorito sette volte
e la ricca di figli è sfiorita.
Il Signore fa morire e fa vivere,
scendere agli inferi e risalire.
Il Signore rende povero e arricchisce,
abbassa ed esalta.
Solleva polvere il misero,
innalza il povero dalle immondizie,
per farli sedere insieme con i capi del
popolo
e assegnare loro un seggio di gloria.
Perché al Signore appartengono i cardini
della terra
e su di essi fa poggiare il mondo.
Sui passi dei giusti egli veglia,
ma gli empi svaniscono nelle tenebre.
Certo non prevarra' l'uomo malgrado la sua
forza.
Il Signore...saranno abbattuti i suoi
avversari!
L'Altissimo tuonera' dal cielo.
Il Signore giudichera' gli estremi confini
della terra;
dara' forza al suo re
ed elevera' la potenza del suo Messia".
(1 Samuele 1,1 seg.)
GIUDITTA
"In quei giorni venne a conoscenza della
situazione Giuditta figlia di Merari...Suo marito era stato Manasse, della
stessa tribu' e famiglia di lei; egli era morto al tempo della mietitura
dell'orzo. Mentre stava sorvegliando quelli che legavano i covoni nella
campagna, il suo capo fu colpito da insolazione. Dovette mettersi a letto e
mori' in Betulia sua citta' e lo seppellirono con i suoi padri nel campo che
sta tra Dotain e Balamon. Giuditta era rimasta nella sua casa in stato di
vedovanza ed erano passati gia' tre anni e quattro mesi. Si era fatta preparare
una tenda sul terrazzo della sua casa, si era cinta i fianchi di sacco e
portava le vesti delle vedove. Da quando era vedova digiunava tutti i giorni,
eccetto le vigilie dei sabati e i sabati, le vigilie dei noviluni e i noviluni,
le feste e i giorni di gioia per Israele. Era bella d'aspetto e molto avvenente
nella persona; inoltre suo marito Manasse le aveva lasciato oro e argento,
schiavi e schiave, armenti e terreni ed essa era rimasta padrona di tutto. Ne' alcuno poteva dire una parola maligna a
suo riguardo, perché temeva molto Dio.
Venne dunque a sapere le parole esasperate
rivolte dal popolo alle autorita', perché erano demoralizzati per la mancanza
di acqua, e anche Giuditta seppe di tutte le risposte che aveva date loro Ozia
e come avesse giurato loro di consegnare la citta' agli Assiri dopo cinque
giorni. Subito mando' la sua ancella particolare che aveva in cura tutte le sue
sostanze a chiamare Cabri e Carmi, che erano gli anziani della sua citta'.
Vennero da lei ed essa disse loro: "Ascoltatemi bene, voi capi dei
cittadini di Betulia. Non è stato affatto conveniente il discorso che oggi
avete tenuto al popolo, aggiungendo il giuramento che avete pronunziato ed interposto
tra voi e Dio, di mettere la citta' in mano ai nostri nemici, se nel frattempo
il Signore non vi avra' mandato aiuto. Chi siete voi dunque che avete tentato
Dio in questo giorno e vi siete posti al di sopra di lui, mentre non siete che
uomini? Certo, voi volete mettere alla prova il Signore onnipotente, ma non ci
capirete niente, ne' ora ne' mai. Se non siete capaci di scorgere il fondo del
cuore dell'uomo ne' di afferrare i pensieri della sua mente, come potrete
scrutare il Signore, che ha fatto tutte queste cose, e conoscere i suoi
pensieri e comprendere i suoi disegni? No, fratelli, non vogliate irritare il
Signore nostro Dio. Se non vorra' aiutarci in questi cinque giorni, egli ha
pieno potere di difenderci nei giorni che vuole o anche di farci distruggere da
parte dei nostri nemici. E voi non pretendete di impegnare i piani del Signore
Dio nostro, perché Dio non è come un uomo che gli si possano fare delle minacce
e pressioni come ad uno degli uomini. Perciò attendiamo fiduciosi la salvezza
che viene da lui, supplichiamolo che venga in nostro aiuto ed ascoltera' il
nostro grido se a lui piacera'. Realmente in questa nostra generazione non c'è
mai stata, ne' esiste oggi una tribu' o famiglia o popolo o citta' tra di noi,
che adori gli dei fatti da mano d'uomo, come è avvenuto nei tempi passati. Per
questo motivo i nostri padri furono abbandonati alla spada e alla devastazione
e caddero rovinosamente davanti ai loro nemici. Noi invece non riconosciamo
altro Dio fuori di lui e per questo speriamo che egli non trascurera' noi e
neppure la nostra nazione. Perché se noi saremo presi, restera' presa a anche
tutta la Giudea e sara' saccheggiato il nostro santuario e Dio chiedera'
ragione di quella profanazione al nostro sangue. L'uccisione dei nostri fratelli,
l'asservimento della patria, la devastazione della nostra eredita' Dio la fara'
ricadere sul nostro capo in mezzo ai popoli pagani tra i quali ci capitera'
d'essere schiavi e saremo così motivo di scandalo e di disprezzo di fronte ai
nostri padroni. La nostra schiavitu' non ci guadagnera' alcun favore, perché la
porra' a nostro disonore il Signore Dio nostro. Dunque, fratelli, dimostrino ai
nostri fratelli che la loro vita dipende da noi, che i nostri sacri pegni, il
tempio e l'altare, poggiano su di noi. Oltre tutto ringraziamo il Signore Dio
nostro che ci mette alla prova, come ha gia' fatto con i nostri padri.
Ricordatevi quanto ha fatto con Abramo, quali prove ha fatto passare ad Isacco
e quanto è avvenuto a Giacobbe in Mesopotamia di Siria, quando pascolava i
greggi di Labano suo zio materno. Certo, come ha passato al crogiuolo costoro
non altrimenti che per saggiare il loro cuore, così ora non vuol fare vendetta
di noi, ma è a fine di correzione che il Signore castiga coloro che gli stanno
vicino". Allora rispose a lei Ozia: "Quanto hai detto, l'hai
proferito con cuore retto e nessuno può contraddire alle tue parole. Poiche'
non da oggi è manifesta la tua saggezza, ma dall'inizio dei tuoi giorni tutto
il popolo conosce la tua prudenza, così come l'ottima indole del tuo cuore. Ma
il popolo soffriva terribilmente la sete e ci ha costretti a comportarci come
abbiamo fatto, parlando loro a quel modo e addossandoci un giuramento che non
potremo trasgredire. Ma ora prega per noi tu che sei donna pia e il Signore
inviera' la pioggia a riempire le nostre cisterne e non continueremo a venir
meno". Giuditta rispose loro: "Sentite, voglio compiere un'impresa
che passera' di generazione in generazione ai figli del nostro popolo. Voi
starete di guardia alla porta della citta' questa notte: io usciro' con la mia
ancella ed entro quei giorni dopo i quali avete deciso di consegnare la citta'
ai nostri nemici, il Signore per mia mano provvedera' ad Israele. Voi pero' non
indagate sul mio piano: non vi diro' niente finche' non sara' compiuto quel che
voglio fare". Le risposero Ozia e i capi: "Va' in pace e il Signore
Dio sia con te per far vendetta dei nostri nemici"... Allora Giuditta
cadde con la faccia a terra e sparse cenere sul capo e mise allo scoperto il
sacco di cui sotto era vestita e, nell'ora in cui veniva offerto nel tempio di
Dio in Gerusalemme l'incenso della sera, Giuditta supplico' a gran voce il
Signore: "Signore, Dio del padre mio Simeone, tu hai messo nella sua mano
la spada della vendetta contro gli stranieri, contro coloro che avevano sciolto
ad ignominia la cintura d'una vergine, ne avevano denudato i fianchi a vergogna
e ne avevano contaminato il grembo ad infamia. Tu avevi detto: Non si deve fare
tal cosa! Ma essi l'hanno fatta. Per questo hai consegnato alla morte i loro
capi e al sangue quel loro giaciglio, macchiato del loro inganno, ripagato con
l'inganno; hai abbattuto i servi con i loro capi e i capi sui loro troni. Hai
destinato le loro mogli alla preda, le loro figlie alla schiavitu', tutte le
loro spoglie alla divisione tra i tuoi figli diletti, perché costoro, accesi
dal tuo zelo, erano rimasti inorriditi della profanazione del loro sangue e a
te avevano gridato chiamandoti in aiuto. Dio, Dio mio, ascolta anche me che
sono vedova. Tu hai preordinato ciò che precedette quei fatti e i fatti stessi
e ciò che segui'. Tu hai disposto le cose presenti e le future e quello che tu
hai pensato si è compiuto. Le cose da te deliberate si sono presentate e hanno
detto: Ecco ci siamo; perché tutte le tue vie si sono preparate e i tuoi
giudizi sono preordinati. Ora ecco gli Assiri hanno aumentato la moltitudine
dei loro eserciti, vanno in superbia per i loro cavalli e i cavalieri, si
vantano della forza dei loro fanti, poggiano la loro speranza sugli scudi e
sulle lance, sugli archivi e sulle fionde e ignorano che tu sei il Signore che
disperdi le guerre; Signore è il tuo nome. Abbatti la loro forza con la tua
potenza e rovescia la loro violenza con la tua ira: fanno conto di profanare il
tuo santuario, di contaminare la Dimora ove riposa il tuo nome e la tua gloria,
di abbattere con il ferro il corno del tuo altare. Guarda la loro superbia, fa'
scendere la tua ira sulle loro teste; infondi a questa vedova la forza di fare
quanto ho deciso. Con l'inganno delle mie labbra abbatti il servo con il suo
padrone e il padrone con il suo ministro; spezza la loro alterigia per mezzo di
una donna. Perché la tua forza non sta nel numero, ne' sugli armati si regge il
tuo regno; tu sei invece il Dio degli umili, sei il soccorritore dei derelitti,
il rifugio dei deboli, il protettore degli sfiduciati, il salvatore dei
disperati. Si', sì, Dio del padre mio e di Israele tua eredita', Signore del
cielo e della terra, creatore delle acque, re di tutte le tue creature, ascolta
la mia preghiera; fa' che la mia parola e l'inganno diventino piaga e flagello
di costoro, che fanno progetti crudeli contro la tua alleanza e il suo tempio
consacrato, contro il monte elevato di Sion e la sede dei tuoi figli. Dà a
tutto il tuo popolo e ad ogni tribu' la prova che sei tu il Signore, il Dio
d'ogni potere e d'ogni forza e non c'è altri fuori di te, che possa proteggere
la stirpe d'Israele" (Giuditta 8,1 seg.).
Grazie
alla preghiera ed alla totale fiducia in Dio, Giuditta riusci' a farsi ricevere da Oloferne (simbolo di satana,
NDA), accecato dalla passione, e, dopo averlo fatto ubriacare, gli taglio' la
testa e salvò Israele dagli Assiri spaventatisi per la morte del loro capo.
Come non ricordare le parole della Genesi:
"..Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua
stirpe: questa ti schiaccera' la testa
e tu le insidierai il calcagno" (Genesi 3,15).
ESTER
"...Allora quelli che stavano al
servizio del re dissero: "Si cerchino per il re fanciulle vergini e
d'aspetto avvenente; stabilisca il re in tutte le province del suo regno
commissari, i quali radunino tutte le fanciulle vergini e belle nella reggia di
Susa, nella casa delle donne, che dara' loro quanto è necessario per
abbigliarsi; la fanciulla che piacera' al re diventera' regina al posto di
Vasti". La cosa piacque al re e così si fece. Ora nella cittadella di Susa
c'era un Giudeo chiamato Mardocheo, figlio di Iair, figlio di Simei, figlio di
un Beniamita, che era stato deportato da Gerusalemme fra quelli condotti in
esilio con Ieconia re di Giuda da Nabucodonosor re di Babilonia. Egli aveva
allevato Hadassa, cioe' Ester, figlia di un suo zio, perchè essa era orfana di
padre e di madre. La fanciulla era di bella presenza e di aspetto avvenente;
alla morte del padre e della madre, Mardocheo l'aveva presa come figlia.
Quando l'ordine del re e il suo editto furono
divulgati e un gran numero di fanciulle venivano radunate nella cittadella di
Susa sotto la sorveglianza di Egai, anche Ester fu presa e condotta nella
reggia, sotto la sorveglianza di Egai, guardiano delle donne. La fanciulla
piacque ad Egai ed entro' nelle buone grazie di lui; egli si preoccupo' di
darle il necessario per l'abbigliamento ed il vitto; le diede sette ancelle
scelte nella reggia e assegno' a lei ed alle sue ancelle l'appartamento
migliore nella casa delle donne. Ester non aveva detto nulla ne' del suo popolo
ne' della sua famiglia, perché Mardocheo le aveva proibito di parlarne.
Mardocheo tutti i giorni passeggiava davanti al cortile della casa delle donne
per sapere se Ester stava bene e che cosa succedeva di lei. ....Quando arrivò
per Ester figlia di Abicail, zio di Mardocheo, che l'aveva adottata per figlia,
il turno di andare dal re, essa non domandò se non quello che le fu indicato da
Egai, eunuco del re e guardiano delle donne. Ester attirava la simpatia di
quanti la vedevano. Ester fu dunque condotta presso il re Assuero nella reggia
il decimo mese, cioè il mese di Tebet, il settimo anno del suo regno. Il re amo'
Ester più di tutte le altre donne ed essa trovo' grazia e favore agli occhi di
lui più di tutte le altre vergini. Egli le pose in testa la corona regale e la
fece regina al posto di Vasti (il re Assuero non permise più alla regina Vasti
di comparire alla sua presenza in quanto quest'ultima rifiutò di comparire
davanti al re che voleva mostrare al popolo ed ai capi la sua bellezza). Poi il
re fece un gran banchetto a tutti i principi e ai ministri, che fu il banchetto
di Ester; concesse un giorno di riposo alle province e fece doni con
munificenza regale...
In seguito, il re Assuero promosse Aman
figlio di Hammedata, l'Agaghita, alla più alta dignita' e pose il suo seggio al
di sopra di quelli di tutti i principi che erano con lui. Tutti i ministri del
re, che stavano alla porta del re, piegavano il ginocchio e si prostravano
davanti ad Aman, perché così aveva ordinato il re a suo riguardo. Ma Mardocheo
non piegava il ginocchio ne' si prostrava. I ministri del re che stavano alla
porta del re dissero a Mardocheo: "Perché trasgredisci l'ordine del
re?". Ma, sebbene glielo ripetessero tutti i giorni, egli non dava loro
ascolto. Allora quelli riferirono la cosa ad Aman, per vedere se Mardocheo
avrebbe insistito nel suo atteggiamento, perché aveva detto loro che era un
giudeo. Aman vide che Mardocheo non s'inginocchiava ne' si prostrava davanti a
lui e ne fu pieno d'ira; ma disdegno' di mettere le mani addosso soltanto a
Mardocheo, poiche' gli avevano detto a quale popolo Mardocheo apparteneva. Egli
si propose di distruggere il popolo di Mardocheo, tutti i Giudei che si
trovavano in tutto il regno d'Assuero. Il primo mese, cioè il mese di Nisan, il
decimosecondo anno del re Assuero, si gettò il pur, cioè la sorte, alla
presenza di Aman, per la scelta del giorno e del mese. La sorte cadde sul
tredici del decimosecondo mese, chiamato Adar. Allora Aman disse al re Assuero:
"Vi è un popolo segregato e anche disseminato fra i popoli di tutte le
province del tuo regno, le cui leggi sono diverse da quelle di ogni altro popolo
e che non osserva le leggi del re; non conviene quindi che il re lo tolleri. Se
così piace al re, si ordini che esso sia distrutto; io farò passare diecimila
talenti d'argento in mano agli amministratori del re, perché siano versati nel
tesoro reale". Allora il re si tolse l'anello di mano e lo diede ad Aman,
l'Agaghita, figlio di Hammedata e nemico dei Giudei. Il re disse ad Aman:
"Il denaro sia per te: al popolo fa' pure quello che ti sembra bene".
Il tredici del primo mese furono chiamati i segretari del re e fu scritto,
seguendo in tutto gli ordini di Aman, ai satrapi del re e ai governatori di
ogni provincia secondo il loro modo di scrivere e ad ogni popolo nella sua
lingua. Lo scritto fu redatto in nome del re Assuero e sigillato con il sigillo
reale. Questi documenti scritti furono spediti per mezzo di corrieri in tutte
le province del re, perché si distruggessero, si uccidessero, si sterminassero
tutti i Giudei, giovani e vecchi, bambini e donne, in un medesimo giorno, il
tredici del decimosecondo mese, cioe' il mese di Adar, e si saccheggiassero i
loro beni..." (Ester 1,1 seg.). Il racconto si conclude con l'intervento
intercessore di Ester presso il re Assuero che fa impiccare Aman e riabilita i
Giudei. Conviene ricordare la preghiera di Ester prima di intercedere presso il
re Assuero.
"Anche la regina Ester cercò rifugio
presso il Signore, presa da un'angoscia mortale. Si tolse le vesti di lusso e
indosso' gli abiti di miseria e di lutto; invece dei superbi profumi si riempi'
la testa di ceneri e di immondizie: umilio' molto il suo corpo e con i capelli
sconvolti si muoveva dove prima era abituata agli ornamenti festivi. Poi
supplico' il Signore e disse:
"Mio Signore, nostro re, tu sei l'unico!
Vieni in aiuto a me che sono sola e non ho altro soccorso se non te, perché un
grande pericolo mi sovrasta.
Io ho sentito fin dalla mia nascita, in seno
alla mia famiglia (educazione biblica familiare, NDA), che tu, Signore, hai
scelto Israele da tutte le nazioni e i nostri padri da tutti i loro antenati
come tua eterna eredita', e hai fatto loro secondo quanto avevi promesso. Ora
abbiamo peccato contro di te e ci hai messi nelle mani dei nostri nemici, per
aver noi dato gloria ai loro dei. Tu sei giusto, Signore!.
Ma ora non si sono accontentati dell'amarezza
della nostra schiavitu', hanno anche posto le mani sulle mani dei loro idoli,
giurando di abolire l'oracolo della tua bocca, di sterminare la tua eredita',
di chiudere la bocca di quelli che ti lodano e spegnere la gloria del tuo
tempio e il tuo altare, di aprire invece la bocca delle nazioni a lodare gli
idoli vani e a proclamare per sempre la propria ammirazione per un re di carne.
Non consegnare, Signore, il tuo scettro a dei
che neppure esistono. Non abbiano a ridere della nostra caduta; ma volgi contro
di loro questi loro progetti e colpisci con un castigo esemplare il primo dei
nostri persecutori.
Ricordati, Signore; manifestati nel giorno
della nostra afflizione e a me da' coraggio, o re degli dei e signore di ogni
autorita'. Metti nella mia bocca una parola ben misurata di fronte al leone e
volgi il suo cuore all'odio contro colui che ci combatte, allo sterminio di lui
e di coloro che sono d'accordo con lui.
Quanto a noi, salvaci con la tua mano e vieni
in mio aiuto, perché sono sola e non ho altri che te, Signore!
Tu hai conoscenza di tutto e sai che io odio
la gloria degli empi e detesto il letto dei non circoncisi e di qualunque
straniero. Tu sai che mi trovo nella necessita', che detesto l'emblema della
mia fastosa posizione che cinge il mio capo nei giorni in cui devo fare
comparsa; lo detesto come un panno immondo e non lo porto nei giorni in cui mi
tengo appartata. La tua serva non ha mangiato alla tavola di Aman ne' ha
onorato il banchetto del re ne' bevuto il vino delle libazioni. La tua serva da
quando ha cambiato condizione fino ad oggi, non ha gioito di nulla, se non di
te, Signore, Dio di Abramo. Dio, che su tutti eserciti la forza, ascolta la
voce dei disperati e liberaci dalla mano dei malvagi; libera me dalla mia
angoscia!" (Ester 4,17k seg.).
Le figure femminili bibliche prima
riportate presentano delle
caratteristiche comuni: tutte le
protagoniste possiedono una solida fiducia in Dio. Pur trovandosi in
differenti condizioni angosciose, ricorrono con totale fiducia al Signore: gli
elevano una preghiera e attendono, con fede ferma e decisa, che Dio intervenga.
In Giuditta ed in Ester poi possiamo ammirare la grande capacita' d'intercessione per il popolo di Israele e i miracoli che il Signore compie per loro
mezzo. Possiamo quindi considerare tali personaggi come antesignani di
Maria la quale, in misura piena e totale riunisce tutte le loro
caratteristiche: in particolare il
potere d'intercessione per il "popolo di Dio" (per Maria ormai
l'intera umanità - Giovanni 19,26/27) e
la totale fiducia in Lui. Tutte caratteristiche che, come ripeto,
esploderanno in Maria Santissima.
Spesso si accusa la Chiesa di considerare la donna in modo
"retrivo", quasi come la "servetta" dell'uomo. La donna
invece secondo la Bibbia, quindi secondo Dio, ha ben precise caratteristiche
che la valorizzano pienamente.
"Una donna perfetta chi potra' trovarla?
Ben superiore alle perle è il suo valore.
In lei confida il cuore del marito
e non vera' a mancargli il profitto.
Essa gli da' felicita' e non dispiacere
per tutti i giorni della sua vita.
Si procura lana e lino
e li lavora volentieri con le mani.
Ella è simile alle navi di un mercante,
fa venire di lontano le provviste.
Si alza quando è ancora notte
e prepara il cibo alla sua famiglia
e da' ordini alle sue domestiche.
Pensa ad un campo e lo compra
e con il frutto delle sue mani pianta una
vigna.
Si cinge con energia i fianchi
e spiega la forza delle sue braccia.
È soddisfatta, perché il suo traffico va
bene,
neppure di notte si spegne la sua lucerna.
Stende la sua mano alla conocchia
e mena il fuso con le dita.
Apre le sue mani al misero,
stende la mano al povero.
Non teme la neve per la sua famiglia,
perché tutti i suoi di casa hanno doppia
veste.
Si fa delle coperte,
di lino e di porpora sono le sue vesti.
Suo marito è stimato alle porte della citta'
dove siede con gli anziani del paese.
Confeziona tele di lino e le vende
e fornisce cinture al mercante.
Forza e decoro sono il suo vestito
e se la ride dell'avvenire.
Apre la bocca con saggezza
e sulla sua lingua c'è dottrina di bonta'.
Sorveglia l'andamento della casa;
il pane che mangia non è frutto di pigrizia.
I suoi figli sorgono a proclamarla beata
e suo marito a farne l'elogio:
"Molte figlie hanno compiuto cose
eccellenti,
ma tu le hai superate tutte!"
Fallace è la grazia e vana la bellezza,
ma la donna che teme Dio è da lodare.
Datele del frutto delle sue mani
e le sue stesse opere la lodino alle porte
della citta'" (Proverbi 31,10 seg.)
Sicuramente anche queste parole si adattano
perfettamente a Maria che non dobbiamo dimenticare fu, anche sulla terra, madre
e sposa esemplare in senso biblico. La sua totale dedizione a Dio, la sua
fiducia in Lui nonostante le avversita' e la contraddizione della croce la
rendono insuperabile. Come ripeto dobbiamo pensare che il popolo d'Israele aspettava un Messia condottiero o re, sul tipo di Davide e Salomone. Che figura di Messia rappresento' Gesù,
morto in croce? Ma Maria, sotto la croce, immersa in un tremendo dolore, si fido' di Dio, contro tutte le apparenze.
Nessuno potra' mai battere questa fede! L'importanza di Maria nel piano
redentivo e salvifico di Dio dura tutt'oggi anche se noi, peccando contro lo
Spirito Santo[12], suo sposo, trascuriamo i suoi
consigli.
LA REGINA DEI PROFETI
"...Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del
mondo" (Matteo 28,20).
Il Signore ha promesso che restera' con noi
fino alla fine del mondo. Ed è presente in mezzo a noi:
a) "dove sono due o tre riuniti nel mio
nome io sono in mezzo a loro" (Matteo 18,20);
b) nell'Eucarestia "Ora, mentre essi
mangiavano, Gesù prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzo' e lo
diede ai discepoli dicendo: "Prendete e mangiate; questo è il mio
corpo". Poi prese il calice e, dopo aver reso grazie, lo diede loro, dicendo:
"Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell'alleanza, versato per
molti, in remissione dei peccati" (Matteo 26,26 seg.)- "Quando (Gesù)
fu a tavola con loro (discepoli di Emmaus), prese il pane, disse la
benedizione, lo spezzo' e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo
riconobbero. Ma lui spari' dalla loro vista" (Luca 24,31);
c) mediante l'opera dello Spirito Santo;
d) mediante l'azione di Maria Santissima
sposa e strumento eletto dello Spirito Santo;
e) mediante l'azione degli uomini "Dopo
questi fatti il Signore designo' altri settantadue discepoli e li invio' a due
a due avanti a se' in ogni citta' e luogo dove stava per recarsi.." (Luca
10,1 seg.) - "Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel
nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare
tutto ciò che vi ho comandato" (Matteo 28,19).
E
Maria, mediante le sue numerose ed importantissime apparizioni, esorta il mondo alla conversione e gli
ricorda la via per raggiungere la santita'. Non aggiunge nulla alla Rivelazione
(del resto lei è la madre della Parola - Giovanni 1,1 Seg.), ma ci ricorda
l'importanza della medesima "Cari figli! Oggi vi chiamo affinche' nelle vostre case leggiate ogni giorno la
Sacra Bibbia, che dovra' trovarsi in un punto dove la si vede sempre e dove
vi ricorda che "deve essere
letta" e accompagnata con la preghiera" (Messaggio della Madonna
di Medjugorje del 18/10/1984)[13].
Analizzero' le principali apparizioni mariane
riconosciute dalla Chiesa come autentiche:
la loro importanza; il messaggio mariano (quindi divino) in esse contenuto ed i
segni soprannaturali che hanno accompagnato tali apparizioni (spesso ci si
vergogna a parlare di soprannaturale e ci si dimentica che la Chiesa è nata dal miracolo della
"Resurrezione" ed è sempre stata accompagnata da prodigi).
Comincero', in ordine cronologico, con un'apparizione estremamente importante,
anche se considerata minore.
CARAVAGGIO
"L'apparizione di Caravaggio prevale su innumerevoli altre perché ha
avuto, come scopo, un avvenimento di decisiva importanza: la pace della Patria
e la pace e l'unione della Chiesa ; alle quali l'apparizione concorse con
influssi rapidi, efficaci e risoluti".[14]
Riportero' il "più antico racconto del fatto miracoloso" vergato
su pergamena, in lingua italiana a caratteri paleografici, conservato
nell'abitazione vescovile presso il santuario, in una felice traduzione
italiana del cav. Don Giovanni Stroppa, arciprete di Caravaggio.[15]
"A Dio Ottimo Massimo, la provvidenza del quale dispone bravamente
ogni cosa e la pieta' come non lascio' mai privi di aiuto celeste tutti i
fedeli, così si compiacque una volta con l'Apparizione della Vergine Madre di
Dio riguardare anche il popolo di Caravaggio e aiutarlo e onorarlo altresi'. Poiche'
l'anno 1432 dal parto della stessa Vergine, il giorno 26 maggio all'ora
ventuna, una donna chiamata Giovannetta oriunda del Castello di Caravaggio, di
anni 32, figlia di un certo Pietro de Vacchi e moglie di Francesco de Varoli
(che tutti conoscevano di specchiati costumi, religiosa e pia e di vita
semplice ed onesta) essendo fuori del borgo di Caravaggio, percorrendo la via
di Milano per recare a casa alcuni fasci d'erba, che ivi aveva falciata da dare
ai giumenti, mentre ripensava seco stessa, ecco, avanti ai suoi occhi una
Matrona bellissima e ammirabile, di alta statura, dal viso grazioso, e
dall'aspetto venerando, di un atteggiamento ineffabile e non mai pensato
vestita di color viola e il capo coperto di un bianco velo, venire e poi
arrestarsi verso la stessa Giannetta. E Giovannetta atterrita a si' venerando
aspetto della nobile Matrona, stupita esclamo': "O Vergine Maria!". E
questa subito a lei: "Non temere o
figlia, sono d'essa, ti prostra e prega" e Giovannetta rispose:
"Signora, mi manca il tempo perché i miei giumenti attendono queste
erbe". E allora la Beatissima Vergine le disse: "Accogli i miei voleri". Ciò dicendo pose la mano sulla
spalla della Giovannetta e la fece inginocchiare, soggiungendo: "Ascolta e ricorda la mie parole.
Voglio che riferisca, ovunque possa giungere la mia voce e a quelli cui non
potrai direttamente, indichi per mezzo di altri". E così, con due
grosse lagrime (che Giovannetta poi disse che erano lucidissime e le parevano
come gocce d'oro) aggiunse: "Intendeva
l'Altissimo mio figlio, Onnipotente, distruggere a fondo questo globo terrestre
per la nequizia degli uomini che sempre nuove scelleraggini commettono e
precipitano di peccato in peccato; ma io per delitti dei miseri ho innalzato
preghiere allo stesso mio Figlio supplicandolo per sette anni. Per il che
voglio che tu dica a tutti e a ciascuno degli uomini di digiunare a pane e acqua ogni venerdi' in onore dello stesso mio
Figlio e di festeggiare per mia
devozione il vespero del sabato. Devono infatti dedicarmi quel pomeriggio
per tanti e si' grandi beni che per me hanno ottenuto dal Figlio mio".
E tutte quelle parole la stessa Signora Vergine a mani aperte, come afflitta,
proferiva. Allora Giannetta disse: "Queste cose non mi crederanno gli
uomini". E a lei la Clementissima Vergine: "Alzati, disse, e non temere e riferisci ciò che ti ho comandato;
e quanto dirai sara' comprovato da tali meraviglie che nessuno dubitera' della
verita' delle tue parole". Ciò detto, e fatto un segno di croce verso la Giannetta, spari' ai suoi occhi.
Giovannetta subito torno' a Caravaggio raccontando ciò che aveva visto e d
udito. Per le quali cose molti, credendo a lei, cominciarono a visitare quel
luogo: e ivi trovarono una fonte non mai vista prima, alla quale allora certi
ammalati, e molti in appresso, confidando nella potenza divina si recarono e
ritornarono poi liberati dalle infermita', di cui erano afflitti. Per le
preghiere e pei meriti della Gloriosissima Vergine Madre di Dio e del Signore
Nostro Gesù Cristo, al quale col Padre e con lo Spirito Santo sia sempre lode e
gloria per la salute dei fedeli. Così sia!"
"A segnare la divina origine dell'Apparizione e dei suoi doni, al
cenno della celeste Regina, dal prato benedetto toccato dalla sua presenza,
sgorga una limpida e copiosa sorgente d'acqua, cui traggono a salute, in ogni
tempo, moltitudini di infelici, e le cui virtu' vengono affermate anche dal
subito fiorire di un ramo secco, gettatovi a sfida da un incredulo ostinato e
insolente.
Giovannetta porta il messaggio al suo popolo; e pure ai governanti, per
sollecitarli, in nome della Madonna, agli accordi e alle opere di concordia e
di pace.
Ardisce, così, lasciarsi persuadere a presentarsi a Filippo Maria
Visconti, Signore di Milano; poi al governo della Repubblica Veneta; e, più
tardi, su galere veneziane, si porta con numeroso seguito fino a
Costantinopoli, all'Imperatore d'Oriente Giovanni III Paleologo, il cui
intervento, sollecitato dalla Madonna a mezzo di Giovannetta, sara' decisivo
per il ritorno della Chiesa greca all'unita'
della Chiesa Romana.
Dovunque la veggente reca, a prova dell'Apparizione e della missione
avuta, anfore di acqua della Fonte miracolosa, che opera prodigi di guarigione su innumerevoli infermi.
Ed ecco che - contro ogni previsione e speranza, poiche', umanamente
parlando, le condizioni in cui si trovava il territorio nostro e tutta la
Chiesa non parevano che presagire nuove
e più affliggenti amarezze - ecco che la pace si realizza: per la patria e,
più, per la Chiesa , nel ritorno di dissidenti e scismatici all"Unico
ovile sotto l'unico Pastore".
1433 - pace tra Milano e Venezia:
- richiamo delle truppe
milanesi dal territorio pontificio.
1438 - ritorno dei Greci all'unita' della Chiesa Romana, e proclamazione del primato
personale del papa su tutta la Chiesa
(Concilio di Firenze).
Seguono i ritorni degli Armeni (1439), dei Giacobini (1442), di altri
Orientali, del Regno di Bosnia ecc.
L'Apparizione di Caravaggio resta, così, mirabilmente legata alla causa
della Pace e dell'Unita' della Chiesa
di Cristo".[16]
L'apparizione di Caravaggio presenta alcune particolarita' che la
Madonna richiamera' nei secoli successivi nelle apparizioni
"mondiali":
a) richiesta di digiuno a pane
ed acqua - Medjugorje;
b) festeggiare per devozione
mariana il sabato - Fatima.
Come in tutte le apparizioni
autentiche la Madonna richiama il mondo
alla penitenza ed alla preghiera: in particolare raccomanda, per evitare i castighi divini, il digiuno dal peccato. In questo
continua l'attivita' di tutti i profeti mandati dal Signore a predicare la
conversione al popolo d'Israele, ma con una differenza fondamentale: il suo indiscutibile ed esclusivo potere
d'intercessione presso il Signore. Continuando l'episodio di Cana (Giovanni 2,1 seg.) in cui la Madonna fece
iniziare prima del tempo i miracoli al Signore (unica figura in tutta la Bibbia
con tale potere d'intercessione), Maria intercede perennemente presso il
Signore per la nostra salvezza "Intendeva
l'Altissimo mio Figlio, Onnipotente, distruggere a fondo questo globo terrestre
per la nequizia degli uomini che sempre nuove scelleraggini commettono e
precipitano di peccato in peccato; ma io per delitti dei miseri ho innalzato
preghiere allo stesso mio Figlio supplicandolo per sette anni.."[17]
Inoltre , come tutte le apparizioni autentiche, anche questa è
accompagnata da prodigi che avvalorano la predicazione di Maria "E questi
saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome
scacceranno i demoni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti
e, se berranno qualche veleno, non rechera' loro danno, imporranno le mani ai
malati e questi guariranno"..."Allora essi partirono e predicarono
dappertutto, mentre il Signore operava insieme con loro e confermava la parola
con prodigi che l'accompagnavano" (Marco 16,17).
Nel caso di Caravaggio i segni soprannaturali sono costituiti:
a) dall'acqua miracolosa che
tutt'oggi opera guarigioni prodigiose nei confronti di chi ha fede (Matteo
9,29) e di chi prega,
b) dai numerosissimi ex voto
(migliaia) che nel corso dei secoli testimoniano le numerose grazie ricevute
dai fedeli.
Riportero' due grazie straordinarie di cui esiste testimonianza presso
il Santuario.
LA GHIGLIOTTINA
"Questo strumento di decapitazione, che la storia fa risalire solo
al 1789, al medico francese Guillotin, di cui ricorda il nome, trova qui un
lontano ma chiaro antenato.
Che cosa ricorda?
Nei primi mesi del 1520 venne catturato, qui presso, un tortonese capo
di briganti, e venne condannato a morte. Perché l'esecuzione della sentenza
servisse di monito a molti, la si differi' al 26 maggio, giorno anniversario
dell'Apparizione, in cui gran folla conveniva a Caravaggio.
Ma, nell'attesa, il condannato s'era pentito e convertito. Il giorno 26
- innalzato il palco, e adunata la folla con squilli di tromba - si dava
esecuzione alla sentenza.
Ma, per quanti tentativi si facessero, quando la scure calava sul collo
del condannato s'inceppava e non lo sfiorava neppure. Allora la folla grido' al
miracolo, affermando che era la Madonna che non voleva fosse contaminato il suo
giorno di grazia da uno spargimento di sangue.
Il condannato ritorno' al carcere: ma poi il Senato di Milano lo mando'
libero, ritenendo cosa ingiusta il condannare uno che era stato salvato per
divino intervento.
Eretto il nuovo tempio, la ghigliottina fu sistemata su una parete
esterna, con sotto la grande scritta latina, voluta da Nicolo' Secco a
commemorazione del fatto, cui egli aveva assistito da fanciullo.
Ora la ghigliottina è scesa qui a più chiara visione dei visitatori; e,
mentre la lunga epigrafe latina rimane all'antico posto, all'esterno del
Tempio, qui poche parole spiegano il fatto: "Sul capo del bandito
penitente - qui dalla umana giustizia atteso a morte - la materna bonta' della
vergine - arresta la scure ferale - XXVI Maggio MDXX"[18]
IL CATENACCIO SPEZZATO
"Ricorda questo fatto. Il 9 agosto 1650 un devoto pellegrino si
imbatte' qui in un suo nemico che lo minacciava di morte. L'aggredito corse
verso il Tempio per sfuggire alle ire del nemico armato, e, trovando la porta
chiusa, invoco' la Madonna. Il catenaccio si spezzo', la porta si aperse a suo
rifugio e si richiuse da se' in faccia all'ira del persecutore.
Allora il catenaccio, nei due pezzi sui battenti, fu conservato a
ricordo; e perché i visitatori non lo asportassero, vi si misero le due rozze
inferriate. Ora, demolito il portale, ne furono salvati i due pezzi col
catenaccio, e posti in visione sotto il cristallo. Le parole dicono a
spiegazione: "Infranto per virtu' suprema il catenaccio del portale - La
Madonna qui rifugia e salva da ira nemica un suo devoto-1650".[19]
Demonio: "Nessun vero devoto della Madonna va
all'Inferno! È stata creata apposta!"[20]
S. MARIA DELLA CROCE
Un'altra apparizione, considerata a torto minore, riveste una
indiscutibile importanza in quanto, grazie a quest'apparizione, la Madonna
mostra "al mondo" il suo
indubitabile soccorso, anche concedendo ai suoi devoti la possibilita' di
ricevere i Sacramenti in punto di morte (polizza per il Paradiso). Spesse volte
ho udito personalmente, durante numerosi esorcismi, lamentarsi il diavolo sul
ruolo di Maria che accompagna e aiuta, salvandoli, anche negli ultimi istanti,
i suoi devoti.
"Al Reverendissimo Padre in Cristo e Signore Spettabilissimo
Fabrizio Marliano degnissimo Vescovo di Piacenza. Breve relazione di Andrea
Robatto, cremasco, vicario e luogotenente di Sua Signoria di Crema, riguardo ad
un fatto meraviglioso accaduto recentemente presso di noi. Potrei pensare che
il mio grande desiderio superi le possibilita' dell'ingegno, e che le mie
capacita' siano eclissate nel descrivere quei miracoli che sono recentemente
avvenuti nella nostra patria ed ai nostri giorni; ciò nonostante ho ritenuto
che fosse cosa ingiusta e contraria al mio dovere verso di te, o Reverendissimo
Presule, se non avessi raccontato la grazia della divina pieta' e la Clemenza
della Beatissima Madre di Dio Maria, con la speranza che il fatto abbia in
futuro uno scrittore non del tutto inadeguato rispetto alla eccezionalita' e
alla grandezza dell'avvenimento, e molto più bravo di me nel raccontare.
Pertanto, in perpetuo ricordo del fatto ed in lode e gloria della Pia Vergine
Madre di Dio Maria, ho stabilito di narrare a Sua Signoria, il più brevemente
possibile, il fatto straordinario così come l'abbiamo visto noi stessi e come
l'abbiamo udito raccontare da persone degne di fede. Dunque: nell'anno della
nostra salvezza 1490, il 3 di Aprile, un certo Bartolomeo, cittadino bergamasco
della valle Imagna, figlio di Contaldo, unito in matrimonio con Caterina,
figlia del fu Bartolomeo Uberti, cittadino cremasco, fortemente contrariato per
il rinviato pagamento della dote promessa, nel giorno predetto parti' da
Bergamo per recarsi a Crema dalla moglie che abitava in casa del fratello, e,
addotta la scusa che era stato riammesso in citta' (egli infatti era stato
bandito dalla patria a causa di un omicidio) e che i suoi genitori desideravano
ardentemente conoscerla, con dolci parole, alle ore 23, la condusse fuori
citta'.
Presso la Chiesa di San
Bartolomeo, appena fuori le mura della citta' di Crema a Porta Ripalta, le
comanda di montare a cavallo sul quale era salito solo.
Probabilmente egli dirige il suo cammino lentamente intorno alle mura
fino a Porta Pianengo, che conduce a Bergamo, perché sopraggiungessero le
tenebre e venissero chiuse secondo l'uso le porte della citta'. Da qui prende
la strada principale per Bergamo. Dopo aver percorso un pochino di strada
allontanandosi dalla citta', dalla strada principale devia verso un sentiero
che conduce al Novelletto. Poiche' la moglie gli faceva notare che si
allontanava dalla strada principale, egli afferma di prendere quella perché era
più breve. Dopo aver percorso per quella strada due tiri di freccia, ad un
trivio, che era vicino, scende da cavallo e chiede alla moglie che faccia
altrettanto. Ella risponde negativamente dicendo di non aver bisogno di nulla,
pensando che il marito fosse svoltato forse per alleggerire il ventre. Allora
egli, col proposito di realizzare il suo delittuoso progetto, strappa di sella
la moglie e lega il cavallo ad un albero li' vicino; poi improvvisamente (oh,
delitto orrendo!), più crudele di una belva ferocissima, sguainata la spada,
assale la moglie, parte del suo stesso corpo; ella, come vede la spada omicida
diretta contro il suo capo, alzato il braccio, mette a protezione del capo la
mano destra; egli (oh fatto indegno!), più bestialmente di una tigre feroce,
gliela tronca in un sol colpo e, pieno di collera, strappa crudelmente quella
mano pendente dal braccio e la getta lontano, poi, a più riprese, le trapassa
il braccio fino al midollo e le spezza le ossa del gomito. E poiche' egli alza
di nuovo la spada su di lei, ella afferra l'arma con la sinistra; egli nella sua
efferatezza, strappa la spada dalla sinistra ferita e mentre ella invoca più
volte la Beata Vergine perché la soccorra, la ferisce crudelmente alla testa
quattro volte fino nel profondo del cervello. Poi le colpisce gravemente anche
il braccio sinistro fino alle ossa. Se non che, mentre egli stringe di nuovo
senza misericordia la spada e la dirige verso il suo capo, l'arma si spezza in
due parti. Cade ella (oh, dolore!) cade abbattendosi a terra come morta; allora
egli, per spegnere in lei ogni traccia di vita se ancora gliene rimanesse,
infligge nella schiena della moglie un pugnale più corto che portava su di se'.
Questo (cosa meravigliosa a dirsi!) scivola tra la pelle e le vesti
della donna senza causarle ferita alcuna. Quel pezzo di diavolo finalmente
risale a cavallo e ritorna rapidamente sulla strada principale, dopo aver
lasciato la moglie sola nelle tenebre, convinto che fosse gia' morta. Ma, o
ineffabile Pieta' di Dio, o inestimabile grazia del Salvatore, o indicibile
misericordia dell'Avvocata di tutto il popolo cristiano! Ecco che a quella
donna prona a terra, quasi morta, che implorava piamente come poteva il
patrocinio della Vergine e che le chiedeva di non lasciarla morire senza
confessione e senza i Sacramenti della Chiesa , corre in aiuto la clementissima
sempre Vergine Madre di Dio Maria, soccorso attentissimo del genere umano,
sotto le sembianze di una povera donnetta che, presala per il braccio le disse:
"Figlia mia, alzati, non temere". Allora quella, ripreso animo, le
chiese: "Chi sei, o donna!". "Quella che hai invocato poco fa, risponde; seguimi". E subito
Caterina, con mano destra mozzata, con il cranio tutto fatturato, con i nervi e
le ossa delle braccia tagliate, tanto che secondo il parere di tutti i medici
sarebbe dovuta gia' essere morta subito per lo spasimo, segue la Beata Vergine
che la guida verso una casa non molto distante, in direzione della citta',
nella notte tenebrosa e piovigginosa (era infatti circa la seconda ora di
notte). Frattanto gli abitanti di quella casa, un pover'uomo con la moglie ed i
figli, sentendo la voce di qualcuno che gridava ed invocava la Beata Vergine,
escono dalla casa; e poiche' con l'orecchio teso cercano di individuare la voce
e non vedono nulla a causa dell'oscurita' della notte, ritornano dentro. Di
nuovo escono di casa al suono della medesima voce, e poiche' non vedono nulla,
si chiudono dietro l'uscio. Aperta una terza volta la porta perché continuavano
a sentire con una certa frequenza questa voce che gridava "o Benedetta
Signora!" decidono di cercare di sapere di che cosa si trattasse. Ma ecco
li', appena dischiusa la porta, una donna insanguinata, tanto che credettero
che vi fosse volata.
La donna che la accompagnava scomparve. Spaventati per l'eccezionalita'
dell'evento, le chiedono chi sia. Quella chiede che la accolgano sotto il loro
tetto, affermando di essere la figlia di Bartolomeo Uberti.
Essi invece, non riconoscendola affatto per le ferite e per il sangue
che copriva tutto il suo volto, la credono una prostituta, così conciata forse
dai suoi protettori e diventano restii ad accoglierla. Ella dice loro di non
temere di ospitarla, conferma di essere quella che aveva detto e racconta loro
lo svolgimento dei fatti, come abbiamo sopra riferito e cioe' in che modo suo
marito l'avesse così crudelmente ferita e come alle sue pressanti invocazioni,
la Vergine Maria piena di grazia l'avesse condotta fin la'. E davvero potrei
dire che non avrebbe potuto da sola, nella notte tenebrosa, raggiungere quel
luogo, anzi, chiunque l'avesse vista con la mano troncata, con tutto il cranio
fracassato, con le articolazioni ed i nervi dei gomiti fatti a pezzi, con le
ossa che versavano il midollo, avrebbe detto che non si sarebbe potuta nemmeno
reggere in piedi se la clementissima Vergine Madre di Dio, in onore della quale
recitava ogni giorno devotamente quella preghiera che è detta comunemente
Corona della Vergine (Rosario, NDA), mossa a compassione ed impietositasi per
l'orrendo fatto, non le avesse prestato pietoso ed indispensabile aiuto. Ma
anche provando compassione per lei, che cosa potrebbero fare per una donna
tanto disgraziata! La notte è scura, essi abitano in campagna, le porte della
citta' sono chiuse, non s'intendono di medicina e quand'anche se ne
intendessero, in quel tugurio non hanno alcun genere di medicinali. Decidono
dunque, poiche' erano sotto il portico, di condurla in una costruzione li'
vicina dove c'è la stalla, perché almeno non muoia di freddo; essi infatti in
casa non avevano fuoco. Quello che hanno deciso lo eseguono pietosamente: condotta
da quegli ospiti, entra nella stalla dove cade subito a terra: infatti non
poteva reggersi in piedi senza l'aiuto della Beata Vergine. Col loro aiuto si
rialza per adagiarsi sulla paglia. Implora nuovamente l'aiuto della Vergine che
la mantenga in vita fino all'alba per non spirare senza i Sacramenti della
Chiesa come le bestie. E a quelli che
la interrogano di nuovo racconta, con voce tanto chiara che si sarebbe potuto
credere che non avesse alcun male, tutto ciò che le era accaduto, ricordando
ottimamente ogni singolo particolare come fedelmente l'abbiamo riportato in
precedenza. Poi chiede che le si dia dell'acqua da bere; bevutane un po' e
sciacquatasi la bocca, si lamenta perché ha freddo ai piedi. Allora gli ospiti,
acceso il fuoco ve la portano vicino e li' rimase fino all'alba, senza
lamentarsi, senza gridare pur essendo straziata da tante ferite gravissime;
anzi, come dicono, fu vista appisolarsi. Sorto finalmente il giorno, uno di
quegli ospiti si reca dai parenti della donna e racconta loro il triste
accaduto (il fratello Cristoforo Uberti era in quel momento fuori citta').
Quelli si precipitano subito e tristemente da lei, la quale chiede loro non un
medico del corpo, ma subito un medico dell'anima. Essi la consolano come
possono, piangendo intanto l'orribile fatto. Caterina poi chiede loro che
vadano a cercare la mano tagliatale. Quelli obbediscono, si recano sul luogo
del fatto criminoso, non vi trovano la mano cercata e ritornano pensando che
sia stata divorata forse da una belva. Ma Caterina, quando capisce che sono
tornati senza aver concluso nulla, chiede che ritornino sul luogo, affermando
che la devono trovare di sicuro, perché la donna che l'aveva condotta li',
quando lei si era lamentata di lasciare la mano in pasto alle belve, le aveva
detto queste parole: "seguimi, figlia, e non temere per la mano
abbandonata; infatti, anche se restera' per terra 15 giorni, la faro'
ritrovare". Sentite, queste cose, ritornano sul luogo del delitto e poco
lontano ritrovano finalmente la mano cercata e la spada spezzata in due parti e
la prendono con se'. Poi, posta Caterina su di una barella, appositamente
preparata, la fanno portare in citta', e precisamente in casa della sorella,
nuora di Filippo Tensini.
Fatto qui venire immediatamente il parroco del luogo, confessa i suoi
peccati da buona cristiana, con animo devotissimo e tanto sicuro da sembrare
niente affatto inferma pur avendo ricevuto 14 ferite, ciascuna delle quali a
parere dei medici era mortale. Poi ripete ai presenti ed al giudice lo svolgimento
dei fatti ed infine riceve l'estrema unzione; e mentre per tutta la notte
(fatto straordinario!) dalle ferite non era fluito sangue quasi per niente,
improvvisamente incomincio' una emorragia tale che, immobile, rese subito
l'anima all'Altissimo ed alla gloriosa Vergine, alla quale si raccomandava
moltissimo, non senza aver prima dichiarato che perdonava di cuore al marito
che le aveva causato la morte in modo così crudele. In quello stesso giorno
detto delle Palme, e cioe' il 4 Aprile alle ore 18 viene pietosamente tumulata,
tra il naturale sbigottimento di tutta la citta' addolorata per un avvenimento
così tragicamente feroce. Intanto moltissimi incominciano a discutere. Alcuni
dicevano di non credere assolutamente che la Vergine Maria Madre di Dio fosse
apparsa a questa donna, altri invece dicevano di si'. I medici da parte loro
confermavano che ella non sarebbe potuta vivere senza cure non dico per tutta
la notte, ma neppure per un'ora; moltissimi poi aggiungevano di non ritenere
assurdo che la madre della misericordia, la Piena di Grazia Beatissima Vergine
Maria, Avvocata di tutto il genere umano presso Dio Onnipotente, che non aveva
mai abbandonato nessuno di coloro che speravano in lei e che la invocavano
devotamente, avesse prestato il suo pietoso aiuto, soprattutto in un caso così
doloroso a questa devotissima donna che chiedeva non ricchezze, non onori, e
neppure la salute del corpo, ma solamente il tempo di confessarsi. Ma ecco che
la Beatissima Vergine, volendo risolvere queste discussioni e rivelare la
verita', muove lo spirito e la mente di un ragazzo di 11 anni, figlio del
nostro concittadino Francesco Marazzi, domiciliato nella casa attigua alla
nostra, che ormai da quattro anni soffriva in modo grave per una fistola al
piede sinistro e, come noi stessi abbiamo visto spessissimo, non poteva
camminare senza l'aiuto di un bastone.
Nel giorno dell'Invenzione della Santa Croce il ragazzo prega la madre
di condurlo nel luogo in cui si dice che la Beata Vergine abbia pietosamente soccorso
la donna ferita: egli infatti non dubita
di conseguire la guarigione[21] se raggiungera' quel luogo in cui la Beata
Vergine ha calpestato la terra con i suoi piedi.
Nel giorno predetto dunque viene condotto nel luogo desiderato, che
dista dalla citta' in mezzo miglio, e dove era stata infissa nel terreno,
secondo l'uso, una piccola croce di legno. Qui piange devotamente ed invoca
l'aiuto della pietosissima Madre di Dio Maria per meno di un'ora; poi, buttato
via il bastone al quale si appoggiava, grida di essere guarito e tutto contento
ritorna subito in citta' camminando regolarmente, benedicendo e lodando la
clementissima Madre di Dio Maria. Quando tutta la popolazione di Crema lo vide
andare in giro guarito, conosciuto lo svolgimento dei fatti, si precipita a
gara in quello stesso luogo. Tutti gli ammalati ci vanno, alcuni come possono,
altri si fanno portare. Che dire di più? Sua Signoria non sentirebbe in quel
luogo niente altro che le grida di coloro che invocano l'aiuto della Vergine.
Numerose persone in quel giorno ed in quel luogo sono state riportate alla
salute: alcuni alla integrita' del vedere, altri del camminare, alcuni altri
alla perfetta guarigione delle braccia e di diverse infermita' fisiche. Io
stesso lessi i loro nomi registrati in quel giorno, che raggiungevano il numero
di 40; per non essere inutilmente troppo lungo, ho ritenuto più opportuno
passarli sotto silenzio. Tuttavia, se li vorro' enumerare uno per uno, Sua
Signoria ne conoscera' più d'uno. Piuttosto Ella avrebbe potuto vedere allora
questo popolo che, spinto da una altissima devozione, gettava la' chi denaro,
chi cinture d'argento, chi anelli, chi altri doni. Avresti potuto vedere
parecchi che, abbandonati la' quegli attrezzi di legno con l'aiuto dei quali
camminavano e che il volgo chiama "scarsule", ritornavano in citta'
lieti e risanati, lodando e benedicendo Dio Onnipotente e la gloriosa Vergine.
Quel giorno, fino al tramonto, vi andarono e ne tornarono moltissimi, come le
formiche quando, nella calda estate, fanno lunghe file per procurarsi il cibo;
quel luogo viene visitato devotissimamente da persone di entrambi i sessi e
senza distinzione di eta', mentre lo rende famoso in modo mirabile la
Clementissima Madre di Dio Maria. Il giorno dopo, al mattino, tutto il clero con
i nobili e con tutto il popolo, processionalmente, preceduti secondo l'uso dal
vessillo e dalle croci, salmodiando e ringraziando Dio onnipotente e la Beata
Vergine, si recano devotamente nel luogo predetto e li' cantano solennemente la
m 8(essa in onore della Madre di Dio.
Sarebbe valsa veramente la pena di vedere in quel momento tutta questa citta'
affluire in folla in quel luogo, ed i numerosissimi e diversi doni gettati
all'immagine della Madre di Dio Maria posta la' dove si dice che abbia
risollevato la donna ferita: moltissimi ammalati, ai quali per molti anni
l'opera dei medici (Marco 5,25 seg.) non aveva dato giovamento, rivolgendosi supplichevolmente e
devotamente a quella immagine ritrovavano immediatamente e miracolosamente
la salute. Alcuni infatti si rialzano subito, alcuni altri, nei quali forse in
un primo tempo la devozione era meno intensa, perseverando ottengono finalmente la misericordiosa guarigione
della vista, del camminare, del cancro, dell'epilessia, delle diverse malattie
che erano loro capitate; i nomi di costoro, per non sembrare di tessere la
genealogia del Salvatore e poiche' sarebbero comunque del tutto ignoti a Sua
Signoria, io li tacero': e in tutta verita' (lungi da me l'idea di mentirle!),
questa sola cosa diro' a Sua Signoria: che nel tempo di soli tre giorni, 80
persone dell'uno e dell'altro sesso, sia di fuori che del luogo, di molti dei
quali io stesso sapevo che prima erano ammalati ed ora stanno bene, hanno
ricevuto la guarigione per le preghiere e l'intercessione della Clementissima
Vergine Maria della Croce. In suo onore questo Magnifico Comune ha giustamente
deciso di edificare in quel luogo un bellissimo tempio col titolo di Santa
Maria della Croce perché proprio nel giorno dell'invenzione della Santa Croce
ultimo scorso, come abbiamo gia' detto, si è degnata di profondere tanto
misericordiosamente la sua clemenza a favore della sua citta' e continua ancora
a farlo ogni giorno, come indicano le innumerevoli tavolette dipinte appese in
quel luogo fino ad oggi dagli ammalati e come attestano i nomi fedelmente
registrati dei guariti. Perciò si da' il caso che, sebbene alla Clementissima
vergine Madre di Dio Maria, sia debitore tutto il mondo, lo sia
grandissimamente e più di tutti gli altri il popolo cremasco che ella ha voluto
investire di onore e di grazia tanto grandi da ritenere opportuno che il suo
patrocinio venga implorato dai bisognosi qui da noi a preferenza delle diverse
parti del mondo. Di tutte queste cose dunque io mi sono preoccupato in base al
mio ufficio, di informare Sua Signoria così come mi risulta che siano avvenute;
ho pensato infatti che, poiche' qui i miracoli aumentano di giorno in giorno,
questo fatto tanto eccezionale sia giunto almeno per fama anche costa' e nelle
altre citta' vicine e temo che questa fama, estendendosi, dissolva la verita'
dell'accaduto e, come al solito, aggiunga e tolga il più ed il meno, se non si
presenta un testimone veritiero. In tutta verita' fino a questo momento le cose
stanno così. In seguito, se capitera' qualcosa di nuovo che sia degno d'essere
ricordato, mi preoccupero', sempre secondo verita' di informarne sua Signoria
Reverendissima, alla cui benevolenza mi raccomando vivamente.
Crema, 19 maggio 1940
Poiche' ho promesso che avrei informato sua Signoria, se fosse capitata
qualche cosa degna di essere conosciuta oltre a questi avvenimenti miracolosi
che sono avvenuti presso di noi e che io ho più sopra riferito, credo che
potrei essere accusato di falso se non aggiungessi anche ciò che ho appreso
oggi da testimoni veritieri e degni di fede che mi hanno riferito sotto
giuramento. Si tratta di questo: ieri al tramonto, e cioe' alle ore 23 del 18
corrente, moltissime persone si erano recate per devozione come avviene ogni
giorno, dalla citta' alla immagine dipinta della Beata vergine Maria della
Croce posta con decoro temporaneamente nel luogo del ferimento della donna. Tra
gli altri erano presenti in quel momento il Prevosto di San Martino dell'ordine
degli Umiliati, Padre Maffeo, Rettore della Parrocchia di San Pietro, ed i
nostri ottimi concittadini Giacomo figlio del Signor Leandro Zurla ed Obizzo di
Almenno. Ed ecco che quella immagine fu vista miracolosamente abbassare ed
alzare le palpebre, pianissimo, tanto che si poteva valutare il movimento.
Tutti i presenti, colpiti da pauroso stupore, incominciarono a piangere
dirottamente. Gia' prima io avevo udito affermare da molti questo stesso fatto,
ma ero stato restio a prestargli fede, non perché non credessi che la
gloriosissima Madre del Salvatore potesse dare questi ed anche più grandi
segni, ma perché di solito gli occhi di coloro che guardano per lo più si
ingannano specialmente se sono distratti da una qualche grande devozione. Ma
dal momento che erano presenti come testimoni tanti uomini dabbene (e in
particolare sacerdoti, di solito restii, salvo eccezioni, a credere nei
miracoli- NDA) e degni di fede, non ho potuto non riferire a sua Signoria la
verita' di un fatto tanto straordinario e meraviglioso. Che cosa preannunciano
tanti e tali miracoli che si verificano di giorno in giorno in questo luogo,
noi non lo sappiamo. Certo è che tutti pensavano che straordinari miracoli e
prodigi di questo genere preannuncino che avverra' qualcosa di grande. E perché
tutto questo si risolva in bene, noi non cessiamo d'invocare fervorosamente Dio
Onnipotente e la Sua Pietosissima Madre Maria Vergine. E preghiamo moltissimo
che, per la Sua benevolenza ed umanità nei riguardi di questo suo devotissimo
popolo cremasco, la stessa cosa voglia fare anche Sua Signoria Reverendissima
alla cui benevolenza anche noi ci raccomandiamo."
Crema, 19 Maggio 1490 [22]
Con questa apparizione la Madonna ha mostrato al mondo (è chiaro
infatti che come Madre dell'umanità non limita i propri interventi ad una sola
persona o ad un gruppo limitato, ma rivolge
l'insegnamento a quanti si affidano a Lei secondo i requisiti biblici)
che nessun vero devoto deve temere
di restare da Lei inascoltato se la
invoca e/o prega con fede. Il significato comunque di questa apparizione è,
secondo il mio modesto parere, strettamente collegato alla richiesta dei
Sacramenti finali. La protagonista infatti non chiese, probabilmente delusa da
un simile marito (facilmente un demonio incarnato), ne' la salute ne' la
guarigione, ma soltanto di morire da cristiana: cioe' in grazia di Dio. Io
ritengo quindi che chi si reca in pellegrinaggio presso il Santuario di S.
Maria della Croce e con preghiera, possibilmente del Rosario (la protagonista
infatti lo pregava quotidianamente), chiede alla Madonna di assisterlo
permettendogli di ricevere i Sacramenti finali, sicuramente otterra' quanto
richiesto. Questa apparizione contiene, in embrione, quanto la Madonna
promettera' in seguito a Fatima: assistere,
in punto di morte, con tutte le grazie necessarie alla salvezza chi si
confessera', comunichera' e preghera'
il Rosario intero per cinque primi sabati
del mese consecutivi (riportero' integralmente tale promessa nel
capitolo dedicato a Fatima). Ovviamente la promessa di Fatima non sminuisce la
particolare intercessione a tale riguardo che il pellegrino ricevera' recandosi
in pellegrinaggio al Santuario di S. Maria della Croce.
Quindi, per ricapitolare, con
l'apparizione sopraindicata la Madonna
assicura tutti i devoti del suo sicurissimo intervento, se ovviamente pregata ed invocata, in qualunque situazione; anche
quella più disperata od impossibile all'uomo "Cari figli! Oggi vi voglio
invitare: pregate, pregate, pregate.
Nella preghiera conoscerete la gioia più sublime e la via d'uscita da ogni
situazione che vi sembra impossibile." (Messaggio dato dalla Madonna a
Medjugorje il 28-3-1985)
Come tutte le apparizioni mariane, anche questa è stata accompagnata da
mirabili segni soprannaturali che dimostrano che tali interventi non sono opera
umana, ma divina e che quindi esiste l'al di la' (tacendo questi segni siamo
arrivati al punto, ateismo pratico, in cui ci troviamo). Innanzitutto
l'inspiegabile situazione psicofisica in cui è stata coinvolta la protagonista:
inspiegabile secondo la scienza medica; poi le numerose guarigioni avvenute per
intercessione di Maria Santissima che tuttora continuano[23] se vi è preghiera e penitenza.
Vi è inoltre il prodigio della lacrimazione del quadro raffigurante la
Madonna con Gesù bambino che si trova all'interno del Santuario. A tale
lacrimazione assistettero numerose suore che asciugavano le lacrime dal volto
della Madonna[24]. Vi fu poi il ripetuto movimento degli occhi
della Madonna, sempre di tale quadro, Il fenomeno venne osservato da
numerosissimi testimoni, anche sacerdoti. Nel 1869 il fenomeno perduro' per
qualche mese: furono chiamati anche specialisti per studiarlo (compreso un
celebre medico oculista); nell'archivio del Santuario sono depositate
quattrocento lettere giurate che dichiarano d'aver osservato il fenomeno.[25] Poco tempo dopo tale segno vi fu la vicenda
storica di Porta Pia e la relativa fuga
del papa.
PIETRALBA
"I tasselli della tradizione orale e scritta ci danno la seguente
ricostruzione degli eventi originari.[26]
Nel pianoro di Pietralba esistevano due masi, il Weissensteiner e lo
Hilpoldt. Titolare del maso Weissensteiner era Leonardo Weissensteiner. Costui nel 1547 inizio' ad avere problemi di
salute, che rendevano difficile lo svolgimento del suo ruolo di capo maso e di
capo famiglia. Per questo si rivolse alla Vergine Madre con l'unica preghiera
che conosceva, il rosario. E la
Vergine gli venne incontro apparendogli e dicendogli: "Io ti guariro'. In cambio tu mi costruirai
una cappellina con un campanile al quale appenderai una campanella. Ogni sera tu suonerai la campanella,
perché la gente dei masi circonvicini si raccolga a pregare o preghi in casa propria. Più mi
pregherete e più avro' io la forza di intercessione presso la misericordia di
Dio per voi tutti". Leonardo rispose di si' con entusiasmo. Ma ben
presto si dimentico' della promessa e ritorno' al lavoro dei campi. Sennonché
dopo alcuni anni ricadde nella malattia. Il tormento, la febbre e il dolore
erano talmente forti che i familiari non potevano lasciarlo solo senza
assistenza. E quando dovevano allontanarsi, facevano in modo che non potesse
abbandonare il letto. Un giorno eluse l'assistenza dei familiari, fuggi' nel
bosco, percorrendo la strada degli eremi e precipitando negli anfratti scoscesi
della Vallarsa. Quando rinvenne, si trovo' senza alcuna ferita. Nella solitudine
gli apparve la Madonna che lo rimprovero' di non aver mantenuto la promessa.
Leonardo si penti' e promise che appena tornato a casa avrebbe fatto quanto gli
chiedeva. La Vergine sorrise e gli diede uno strano segno: "Il segno che tu manterrai la promessa è
questo: tu rimarrai in questo luogo per nove giorni e nove notti, senza
mangiare e bere. Poi i tuoi familiari, che ti stanno cercando, ti troveranno
sano e salvo".
Così avvenne.
Tornato a casa, prese piccone e badile e scavo' le fondamenta di una
cappellina, che ancora esiste, e di un campaniletto al quale appese una
campanella. Tutto felice alla sera suonava la campanella. Non solo la gente
pregava, ma sperimentava in se stessa la misericordia che la Vergine Madre
aveva manifestato a Leonardo, tanto che la cappellina è stata subito chiamata:
"Il luogo dove la Vergine concede le grazie".
Anche quest'ultima apparizione, considerata minore, presenta alcune
caratteristiche di fondamentale importanza.
Pure in questo caso la Madonna appare
a chi l'invoca con il Rosario, preghiera prediletta, dopo la S. Messa, non
solo da Maria ma anche, in quanto preghiera biblica[27], da Gesù.
La devozione al Rosario è caratteristica comune a molti veggenti:
apparizioni a S. Maria della Croce,
alla Madonna della Stella (Gussago), a
Pietralba, a Fatima ecc.
La Madonna con questa apparizione chiede al "mondo" la preghiera comunitaria, anche familiare. Questa richiesta
verra' perfezionata con le apparizioni di Medjugorje in cui dirà al mondo:
"Sono più contenta quando pregate
in famiglia il Rosario, genitori con figli. Contro una famiglia che prega unita
il Rosario satana non può fare nulla"[28].
Anche l'invito a pregare di più
per ottenere maggiori grazie verra' ripreso e a Medjugorje"Cari
figli..Io sono con voi e intercedo per voi presso Dio affinche' Lui vi
protegga; pero' mi sono necessarie le vostre preghiere e il vostro si'.."
(Messaggio del 25/2/1992).
Infine da questa stupenda apparizione impariamo che tutti siamo
chiamati alla preghiera ed alla santita': Leonardo, ammalato, può e deve
pregare per guarire, come del resto tutti gli ammalati del Vangelo anche se
aiutati a volte dalle preghiere degli altri. Non c'è scappatoia: com'è vero che
Gesù può guarire anche grazie alle preghiere altrui, specialmente se accordate
(Luca 4,38-Matteo 18,19), è altrettanto vero che affinche' la guarigione sia
completa occorrono la conversione e la
preghiera costante dell'interessato (Luca 11,24 seg.-Luca 17,11 seg.-Giovanni
5,14 seg.).
Questa apparizione, come tutte del resto, presenta dei segni straordinari
che l'accompagnano: la caduta nell'anfratto di Leonardo senza ferite, la sua
permanenza in tale posto per nove giorni senza bere ne mangiare e le numerose
grazie che adornano le pareti interne del Santuario che, nel corso dei secoli,
testimoniano l'intervento "perenne" di Maria nei confronti di chi la
invoca con fede e preghiera.
Dopo aver parlato, a titolo di esempio, di alcune apparizioni mariane
"minori", ma estremamente importanti per la validita' dei messaggi in
esse contenuto, descrivero' le apparizioni più caratteristiche a livello
mondiale: Guadalupe, Rue De Blac, La Salette, Lourdes, Fatima, Medjugorje. A
tali apparizioni hanno fatto e faranno seguito grandi avvenimenti mondiali.
GUADALUPE
"Qui si racconta ordinatamente
come poco tempo fa miracolosamente apparve la Perfetta Vergine Santa Maria
madre di Dio, nostra Regina, sul colle Tepeyac, in seguito chiamato Guadalupe.
Dapprima si fece vedere da un indio che aveva nome Juan Diego; poi
apparve con la preziosa Immagine dinanzi a don fra Juan de Zummaraga, da poco
nominato vescovo (...).
1. Dieci anni dopo la conquista di Citta' del Messico, quando ormai era
cessata la guerra e in ogni villaggio regnava la pace,
2. la fede, come i fiori, cominciava a sbocciare, a rinverdire, e gia'
la conoscenza del vero Dio, cioe' di Colui che è l'autore della vita, metteva
le prime radici.
3. In quel tempo, era l'anno 1531, nei primi giorni di dicembre,
accadde che un indio, un uomo povero del popolo,
4. il cui nome, secondo la tradizione, era Juan Diego, abitante di
Cuauhtitlan
5. ma nelle cose di Dio dipendente in tutto da Tlatilolco,
6. di mattina assai presto, era un sabato, stava recandosi appunto la'
per la preghiera e la catechesi.
7. Quando giunse nei pressi del colle chiamato Tepeyac gia' albeggiava.
8. Udi' allora sul colle un canto melodioso, come se fosse il canto di
uno stormo di uccelli rari; quando cessavano le loro voci, sembrava che il
colle rispondesse ripetendone l'eco. Il loro canto, oltremodo soave e delizioso,
superava quello del coyoltòtotl, del tzinitzcàn e quello di tutti gli altri
uccelli canori.
9. Juan Diego si fermo' per vedere. Si disse: "Sono forse una
persona degna e meritevole di quanto odo? Sto forse sognando o sono nel
dormiveglia?
10. Dove mi trovo? Forse sono stato trasferito nel luogo di cui ci
hanno parlato i nostri antenati, i nostri nonni, cioe' nella terra dei fiori,
del mais, della nostra carne e del nostro sostentamento? Sono forse nel
paradiso terrestre?".
11. Intanto guardava sulla cima del colle, rivolto verso dove sorge il
sole, nella direzione da cui proveniva il celestiale canto.
12. All'improvviso il canto s'interruppe e si fece un profondo
silenzio. Allora senti' che dalla sommita' del colle una voce lo chiamava per
nome con dolcezza: "Juanito, Juan
Dieguito!".
13. Senza esitazione si diresse perciò verso il luogo da cui proveniva
la voce. Non provava nessun turbamento, ne' alcuna cosa gli procurava timore.
Anzi si sentiva allegro e il suo cuore era ricolmo di gioia. Comincio' così a
salire la collina per vedere chi fosse a chiamarlo.
14. Appena giunto sulla sommita', vide una giovane Signora che stava
li' in piedi
15. e lo invitava ad avvicinarsi.
16. Quando fu di fronte a Lei, resto' molto colpito dal suo
affascinante aspetto che superava ogni immaginazione:
17. il suo vestito risplendeva come il sole, come se riverberasse;
18. la pietra su cui posava i piedi era come se sprigionasse raggi
luminosi;
19. lo splendore di Lei sembrava quello di un bracciale in cui sono
incastonate pietre preziose;
20. la terra che le stava intorno riluceva come i bagliori
dell'arcobaleno nella nebbia;
21. i mezquites e nopales e le altre erbe che li' crescono di solito
sembravano smeraldi; le foglie assomigliavano a turchesi; i ramoscelli, le
spine, gli aghi brillavano come oro.
22. Egli si prostro' alla sua presenza e ascolto' la sua parola, che
era estremamente delicata, sommamente affabile, attraente ed accattivante.
23. Gli disse: "Ascolta,
Juanito, mio povero figlio amatissimo, dove sei diretto?".
24. Egli rispose: "Mia amabilissima Signora e Regina, voglio
raggiungere la tua piccola casa di Messico Tlatilolco per seguire l'istruzione
religiosa che li' ci viene impartita dai nostri sacerdoti, che sono l'immagine
vivente di Nostro Signore".
25. Dopo questo breve dialogo, la Signora gli rivela subito la sua
preziosa volontà.
26. Gli dice: "Sappi, mio
povero figlio amatissimo, che io sono La Perfetta Sempre Vergine Santa Maria,
la madre del verissimo ed unico Dio,
di colui che è l'autore della vita, del creatore degli uomini, di colui nel
quale tutte le cose sussistono, del Signore del cielo, del padrone della terra.
Desidero ardentemente che in questo luogo venga costruita la mia piccola casa
sacra, mi venga eretto un tempio,
27. in cui io voglio mostrarlo,
renderlo manifesto,
28. darlo alle genti attraverso
il mio amore, la mia compassione, il mio aiuto, la mia protezione,
29 perché, in verita', io sono
la vostra Madre misericordiosa:
30. tua, di tutti coloro che
abitano questa terra
31. e di tutti quegli uomini
che mi amano, mi invocano, mi cercano e ripongono in me tutta la loro fiducia.
32. Qui ascoltero' il vostro pianto e i vostri lamenti. Mi prendero' a
cuore e curero' tutte le vostre numerose pene, le vostre miserie, i vostri
dolori per porvi rimedio.
33 E perché si possa realizzare
quanto il mio amore misericordioso desidera, recati al palazzo del vescovo a
Citta' del Messico e digli che io ti mando per rivelargli quanto desidero, e
cioe' che mi provveda qui una casa, erigendomi un tempio ai piedi di questo
colle. Gli racconterai tutto ciò che hai visto e ammirato e ciò che hai udito.
34. Stai sicuro che te ne saro'
molto grata e ti ricompensero';
35. per questo ti arricchiro' e
ti glorifichero'.
36. La tua fatica e il servizio che mi fai andando a sollecitare la mia
petizione saranno degnamente ricompensati.
37. Ora che hai ascoltato, mio
povero figlio amatissimo, la mia parola, va' e porta a termine la
missione!".
38. Juan Diego si prostro' alla presenza e le
rispose: "Mia Signora, corro subito ad eseguire la tua parola, a
realizzare il tuo volere e così per ora il tuo povero indio si separera' da
te".
39. Quindi discese frettolosamente dal colle e imbocco' la strada che
viene direttamente da Citta' del Messico.
40. Entrato in citta', si diresse subito al palazzo del vescovo, che da
poco tempo era giunto nel paese. Il suo nome era Juan de Zuma'rraga ed era
francescano.
41. Appena giunto, prego' i servi di dire al vescovo che chiedeva di
vederlo subito.
42. Dopo una lunga anticamera, allorche' il vescovo comando' che
entrasse, essi vennero a chiamarlo.
43. Entrato, si inginocchio' davanti a lui e si prostro'. poi gli
rivelo', gli racconto' la preziosa parola della Regina del Cielo, il suo
messaggio, narrandogli anche tutto ciò che aveva ammirato, visto ed udito.
44. Il vescovo lo lascio' parlare e ascolto' il messaggio, ma non gli
dette molto credito.
45. Congedandolo gli disse: "Figlio mio, torna un'altra volta e ti
ascoltero' con più calma. Riflettero' bene sulla ragione per cui sei venuto e
su quanto mi hai riferito".
46. Juan Diego usci' e camminava triste perché non si era compiuto
subito l'incarico per cui era stato mandato.
47. Lo stesso giorno torno' indietro e punto' decisamente verso la
sommita' della collina del Tepeyac.
48. Qui ebbe la felice sorpresa di incontrare la Regina del Cielo, che
lo stava aspettando proprio nel luogo in cui gli era apparsa la prima volta.
49. Appena la vide, si prostro' davanti a Lei, si getto' a terra e le
disse:
50. "Mia Signora e Regina, mia povera Figlia amatissima[29], sono stato dove mi hai mandato per portare
a termine la tua amorevole missione. Sebbene con molte difficolta', sono
riuscito ad incontrare il vescovo e gli ho comunicato il messaggio che mi avevi
affidato.
51. Mi ha ricevuto amabilmente ed ha ascoltato tutto con attenzione,
pero' mi sono reso conto, da quanto mi ha risposto, che non ha prestato fede
alle mie parole.
51. Mi ha detto: "Torna un'altra volta e ti ascoltero' con più calma.
Riflettero' bene sulla ragione per cui sei venuto e su quanto mi hai
riferito".
52. Mi ha detto: "Torna un'altra volta e ti ascoltero' con più
calma. Riflettero' bene sulla ragione per cui sei venuto e su quanto mi hai
riferito".
53. Dalla sua risposta ho capito che egli pensa che la richiesta di
edificarti un tempio in questo luogo non proviene da te, ma sia frutto della
mia fantasia.
54. Pertanto ti supplico, mia amabilissima Signora e Regina, di
affidare l'incarico di portare il tuo messaggio a qualche persona importante,
che sia stimata, conosciuta, rispettata ed onorata affinche' le diano credito.
55. Io in verita' sono un uomo dei campi, sono mecapal, sono cacaxtli,
sono coda, sono ala; io stesso ho bisogno d'essere condotto, portato in spalla.
Il luogo dove tu m'invii, o Vergine mia, mia povera Figlia amatissima, non è
adatto a me e mi è estraneo.
56. Per favore, dispensami! Anche se so che chiedendoti questo ti reco
dispiacere e ti disgusto, o mia dolcissima Signora, meritando così il tuo sdegno".
57. La perfetta Vergine, degna di onore e di venerazione, gli replico':
58. "Ascolta, mio povero
figlio amatissimo. Non sono pochi i miei servi fedeli a cui potrei affidare
l'incarico di portare il mio messaggio.
59. Ma è molto necessario che
vada proprio tu e nessun altro e che attraverso la tua mediazione si realizzi
il mio desiderio e si porti a compimento il mio volere.
60. Perciò ti prego vivamente,
mio povero figlio disprezzato, anzi ti ordino di presentarti nuovamente domani
al vescovo.
61. Gli farai sapere ancora una
volta ciò che desidero affinche' mi costruisca il tempio che gli chiedo
62. e ripetigli che sono
personalmente io, La Sempre Vergine Santa Maria, la Madre di Dio, a
mandarti".
63. Juan Diego, da parte sua, le rispose: "Mia amabilissima
Signora e Regina, io non voglio rattristare il tuo volto e contristare il tuo
cuore. Di buon grado mi impegnero' ad eseguire la tua parole; in nessun modo
voglio esonerarmi dal farlo ne' mi lascero' spaventare dalle difficolta' del
viaggio.
64. Andro' a mettere in opera la tua volontà, ma forse non saro'
ascoltato; e anche se lo fossi, probabilmente non mi crederanno.
65. Domani sera, al tramonto del sole, tornero' per riferirti ciò che
il vescovo mi avra' risposto.
66 Per ora mi congedo rispettosamente da te, mia povera Figlia
amatissima. Tu intanto riposati un po'".
67. E torno' subito a casa sua e ando' a dormire.
68. Il giorno seguente era domenica. Di buon mattino, mentre era ancora
buio, usci' di casa e si diresse immediatamente verso Tatlilolco per
partecipare alla catechesi e rispondere all'appello. Quindi si sarebbe recato a
vedere il signor vescovo.
69. Verso le dieci era gia' pronto: aveva partecipato alla Messa ed
all'istruzione religiosa; aveva risposto all'appello e la molta gente si era
ormai dispersa.
70. Juan Diego si diresse allora verso il palazzo del vescovo.
71. Giuntovi, insistette per poterlo vedere e dopo non poche
difficolta' riusci' finalmente ad incontrarlo.
72. Si inginocchio' ai suoi piedi e scoppio' a piangere. Tra i
singhiozzi gli riferi' nuovamente il messaggio della Regina del Cielo,
73. pregandolo di prestar fede alle sue parole, che esprimevano la
volontà della perfetta Vergine, e invitandolo ad erigere il tempio nel luogo da
lei indicato.
74. Il vescovo, per verificare l'attendibilita' di quanto aveva
ascoltato, pose molte domande a Juan Diego, interrogandolo soprattutto sul
luogo in cui aveva visto la Signora e sull'aspetto che ella aveva. Egli
racconto' dettagliatamente tutto al signor vescovo.
75. E nel riferire puntualmente ogni cosa, disse anche che
evidentemente si trattava della perfetta Vergine, l'amabile e meravigliosa
Madre di nostro Signore Gesù Cristo.
76. Neppure questa volta il vescovo presto' fede alle sue parole.
77. Il vescovo disse che non avrebbe realizzato quanto egli chiedeva
solamente sulla base della sua parola,
78. ma che sarebbe stato molto necessario, per poter essere creduto
come inviato della Regina del Cielo in persona, un qualche preciso segno.
79. Dopo averlo ascoltato, Juan Diego replico':
80. "Signor vescovo, precisa quale tipo di segno chiedi, affinche'
io possa riferirlo alla Regina del Cielo che mi ha mandato".
81. Il vescovo, pero', visto che Juan Diego confermava tutto e in nulla
vacillava e dubitava, lo congedo' senza rispondergli.
82. Anzi, appena fu uscito, comando' subito ad alcuni suoi servi di
fiducia che lo pedinassero e osservassero bene dove si dirigeva, chi vedeva e
con chi parlava.
83. E così fu fatto. Juan Diego imbocco' direttamente la strada che
portava fuori dalla citta'.
84. Quelli che lo seguivano, all'altezza del burrone che si trova
vicino al Tepeyac, sul ponte di legno, lo persero di vista. E benche'
cercassero in ogni direzione, non riuscirono a rintracciarlo.
85. Così tornarono indietro. Erano molto irritati, non solo perché il
fatto li aveva imbarazzati, ma anche perché non avevano potuto raggiungere il
loro scopo.
86. Si presentarono al signor vescovo e cercarono di convincerlo a non
farsi ingannare da costui. Gli dissero che senz'altro questi raccontava bugie e
che era un visionario o un sognatore.
87. Conclusero dicendo che, se fosse tornato un'altra volta, lo
avrebbero preso e duramente castigato affinche' non tornasse più a dire bugie e
a burlarsi di loro.
88. Nel frattempo Juan Diego si incontrava con la Santissima Vergine e
le comunicava la risposta ricevuta dal signor vescovo.
89. La Signora, dopo averlo ascoltato, gli disse:
90. "Bene, figlio mio,
torna qui domani mattina e porterai al vescovo il segno che ti ha chiesto.
91. In tal modo ti credera'!
Non dubitera' più ne' sospettera' ancora di te.
92. E sappi, figlio mio, che io
ricompensero' la preoccupazione, il lavoro e la fatica che per me stai
sopportando.
93. Adesso va', perché domani
ti aspetto qui".
94. Ma il giorno seguente, lunedi', quando cioe' Juan Diego avrebbe
dovuto ricevere il segno da portare al vescovo per essere creduto, non torno'.
95. Infatti, non appena giunto a casa, aveva trovato un suo zio, di
nome Juan Bernardino, gravemente ammalato.
96. Corse subito a chiamare un medico. Questi gli reco' un po' di
sollievo, ma ormai era troppo tardi in quanto era molto grave.
97. Durante la notte lo zio prego' Juan Diego che, appena fosse
spuntata l'alba, si recasse a Tlatilolco a chiamare un sacerdote che lo
confessasse e lo preparasse ad una buona morte.
98. Era infatti sicuro di essere in fin di vita e che non sarebbe più
guarito.
99. Il martedi', mentre era ancora buio, Juan Diego usci' di corsa e si
mise in cammino verso Tlatilolco per chiamare un sacerdote.
100. Giunto proprio al viottolo che fiancheggia il Tepeyac, verso
ponente, strada che percorreva di solito quando si recava in citta', disse tra
se':
101. "Se vado avanti per questa via probabilmente incontrero' di
nuovo la Signora, la quale mi tratterra' sicuramente perché io porti il segno
al vescovo, come mi ha ordinato.
102. È necessario invece che per il momento ci lasci risolvere il
nostro problema. Bisogna che per prima cosa io chiami in fretta un sacerdote
poiche' mio zio lo aspetta con ansia".
103. Aggiro' perciò la collina, la risali' e passo' sul fianco opposto,
sul lato orientale, in modo da raggiungere rapidamente Tlatilolco senza essere
trattenuto dalla Regina del Cielo.
104. Pensava ingenuamente che facendo quel giro non avrebbe potuto
scorgerlo Colei che invece vede perfettamente in ogni parte.
105. Infatti, come prese a scendere dal colle, la vide. Ella lo stava
guardando.
106. Gli venne incontro sul fianco del colle, tagliandogli la strada e
gli disse:
107. "Che cosa è accaduto,
mio povero figlio amatissimo? Dove sei diretto?".
108. Egli si senti' smarrito o forse si vergogno', si spavento' e si
fece timoroso.
109. Si prostro' alla sua presenza e la saluto' dicendole:
110. "Mia amabilissima Signora, spero che ti vada tutto bene. Hai
riposato bene?
111. Sto per darti un dispiacere. Ti faccio sapere, o mia Signora, che
un povero tuo servitore, cioe' mio zio, è molto malato.
112. Una grave infermita' lo ha colpito e certamente presto morira'.
113. Io mi sto recando in gran fretta presso la tua casa a Tlatilolco
per chiamare qualcuno degli amati da nostro Signore, uno dei nostri sacerdoti,
perché venga al suo capezzale per confessarlo e prepararlo ad una buona morte.
114. E in verita' siamo nati per questo, noi che viviamo aspettando il
travaglio della nostra morte.
115. Ma appena compiuto questo incarico, tornero' subito qui un'altra
volta per portare, o mia Signora, il tuo messaggio.
116. Ti prego di perdonarmi. Abbi con me ancora un po' di pazienza,
perché così facendo non voglio ingannarti, mia povera Figlia amatissima. Domani
senz'altro verro' qui in tutta fretta".
117. Dopo aver ascoltato le ragioni di Juan Diego, la pietosa perfetta
Vergine gli rispose:
118. "Ascolta, figlio mio,
riponilo nel tuo cuore. Non temere e non affliggerti. Non si turbi il tuo cuore e non preoccuparti ne' di questa ne' di
qualsiasi altra infermita'.
119. Non sto forse qui io, che sono tua Madre? Non stai forse sotto la
mia protezione? Non sono forse io la fonte della tua gioia? Non sei forse nel
cavo del mio manto, nella croce delle mie braccia? Cosa vuoi di più?
120. Niente deve affliggerti e
turbarti. Non angustiarti per l'infermita' di tuo zio, perché per ora non
morira'. Sappi anzi con certezza che è gia' perfettamente guarito".
121. (Nello stesso istante, come si pote' constatare in seguito, suo
zio guari').
122. Appena Juan Diego ebbe udite le amorevoli parole della regina del
Cielo, provo' un grande sollievo e si senti' confortato.
123. La supplico' allora che lo mandasse immediatamente dal vescovo per
portargli il segno che lo avrebbe indotto a credere al messaggio.
124. La celeste Signora lo invito' quindi a salire sulla sommita' del
colle, dove gli era apparsa precedentemente.
125. Gli disse: "Sali, mio
povero figlio amatissimo, sulla cima del colle, dove mi hai visto e dove ti ho
affidato la missione.
126. Li' troverai una grande
varieta' di fiori. Tagliali e raccoglili, facendone dei mazzetti. Poi scendi e
portali alla mia presenza".
127. Juan Diego sali' subito sul colle,
128. e quando giunse in cima si stupi' per la gran quantita' di fiori
di Castiglia appena sbocciati, graziosi e belli, che vi aveva trovato
nonostante si fosse fuori stagione;
129. si era infatti nel periodo invernale.
130 I fiori diffondevano un odore soavissimo; sembravano gioielli
preziosi imperlati di rugiada notturna.
131. Comincio' dunque a tagliarli, ne fece dei mazzetti e li avvolse
nella tilma.
132. È certo che la sommita' del colle non era il luogo adatto perché
vi nascessero fiori; vi abbondano solo pietraie, cardi, spini, cactus e
mezquites,
133. e se per caso fosse stato possibile che vi nascesse qualche erba,
non era certo quello il tempo. Si era infatti nel mese di dicembre, la stagione
in cui il gelo la fa da padrone e distrugge ogni vegetazione.
134. Juan Diego scese quindi di corsa e porto' alla celeste Signora i
diversi fiori che aveva raccolto.
135. Quando li vide, lei li prese nelle sue mani venerabili;
136. poi li ripose tutti insieme nell'ayate di Juan Diego dicendogli:
137."Mio povero figlio
amatissimo, questi diversi fiori costituiscono la prova, il segno, che tu devi
portare al vescovo.
138. Da parte mia gli dirai che
essi sono la prova che il mio messaggio è l' espressione della mia volontà, che
egli deve eseguire.
139. Sono anche la prova che tu
sei il mio messaggero e sei meritevole della massima fiducia.
140. Ti comando tuttavia con
molto rigore di aprire il tuo ayate unicamente alla presenza del vescovo, solo
a lui mostrerai ciò che porti.
141. Gli racconterai tutto
puntualmente. Gli dirai che ti ho ordinato di salire sulla sommita' del colle
per tagliare fiori e gli riferirai tutto ciò che hai visto ed ammirato.
142. In modo che tu possa
vincere il vescovo e lui si decida ad edificare il tempio che gli ho chiesto,
in conformita' alla mia volontà".
143. Appena la Celeste Signora ebbe finito di parlare, Juan Diego si
mise in cammino sulla strada che porta a Citta' del Messico. Procedeva
contento.
144. Camminava con il cuore pieno di gioia perché era sicuro che questa
volta ogni cosa sarebbe andata bene e tutto sarebbe stato portato a termine
perfettamente.
145. Faceva molta attenzione a ciò che portava nel cavo del suo
mantello perché nulla andasse perduto;
146. e si deliziava della fragranza dei diversi preziosi fiori.
147. Quando raggiunse il palazzo del vescovo, gli andarono incontro il
maggiordomo e gli altri servitori.
148. Li supplico' di introdurlo alla presenza del vescovo, ma nessuno
se ne diede pensiero. Facevano finta di non capirlo o perché era ancora molto
presto,
149. o perché ormai gia' lo conoscevano e lo ritenevano un importuno.
150. I compagni che in precedenza lo avevano pedinato, avevano infatti
raccontato loro come lo avevano misteriosamente perso di vista.
151. Egli dovette attendere molto a lungo prima di avere una risposta.
152. Nonostante fosse gia' trascorso molto tempo, continuava a rimanere
li', con la testa bassa, senza far nulla aspettando di essere chiamato. I
servi, essendosi accorti che portava qualcosa nella sua tilma, gli si
avvicinarono per vedere di che si trattasse e soddisfare le loro curiosita'.
153. Quando Juan Diego si rese conto che in nessun modo poteva
nascondere loro ciò che portava e temendo che potessero spintonarlo e
malmenarlo, mostro' loro, aprendo leggermente la tilama, che erano fiori.
154. I servi videro che si trattava di fiori preziosi, variegati,
fioriti in una stagione insolita e li ammirarono molto soprattutto per la loro
freschezza, per la loro bellezza e per il loro profumo.
155. Tentarono perciò di portargliene via qualcuno.
156. Per ben tre volte cercarono di prenderli, ma non ci riuscivano in
nessun modo.
157. Infatti, ogni volta che provavano, i fiori si sottraevano
apparendo come ricamati, o dipinti, o cuciti sulla tilma.
158. Allora corsero immediatamente dal vescovo e gli raccontarono ciò
che avevano visto.
159. Gli dissero che l'indio, che gia' altre volte era venuto e che ora
gia' da tanto tempo attendeva di essere ricevuto, desiderava vederlo.
160. Il vescovo, udito ciò, ritenne che quella fosse la prova per
convincerlo a mettere in atto quanto quel piccolo uomo sollecitava
161. e subito dette ordine che fosse introdotto.
162. Entrato, Juan Diego si prostro' alla sua presenza, come gia' aveva
fatto le altre volte.
163. Di nuovo racconto' quanto aveva visto, udito ed ammirato.
164. Gli disse: "Mio Signore, ho eseguito quanto mi hai ordinato.
165. Sono andato a dire alla celeste Signora, alla mia Padrona, Santa
Maria, l'amata Madre di Dio, che chiedevi una prova per potermi credere e dare
il via alla costruzione della sua santa casa nel luogo da lei indicato.
166. E le ho detto anche, come tu mi hai incaricato, che ti avevo dato
la mia parola di venirti a portare un qualche segno concreto della sua volontà.
167. Ella ha accolto benevolmente il tuo desiderio e la tua richiesta,
purche' sia rispettata e realizzata anche la sua amata volontà.
168. Ed oggi, di buon mattino, mi ha nuovamente inviato presso di te.
169. Poiche' aveva promesso di fornirmi il segno che le avevo chiesto,
subito mi ha accontentato.
170. Mi ha mandato sulla cima del colle, dove io l'avevo vista
precedentemente, affinche' vi raccogliessi diverse rose di Castiglia.
171. E io le ho tagliate e gliele ho portate.
172. Lei le ha prese con le sue sante mani
173. e le ha avvolte nuovamente nel mio ayate,
174. perché venissi a portartele e le consegnassi unicamente a te solo.
175. Ben sapendo che la sommita' del colle non era un luogo adatto alla
crescita dei fiori, in quanto c'è solo abbondanza di pietre, cardi, huizaches,
cactus, mezquites, tuttavia non per questo ho dubitato.
176. Arrivato infatti sulla cima del colle, ho potuto ammirare un
paesaggio paradisiaco.
177. C'era una gran quantita' di diversi fiori pregiati, pieni di
rugiada, luminosi. Io li ho tagliati.
178. Ella mi disse che li portassi da parte sua. Quella era la prova,
il segno che le chiedevi per realizzare la sua volontà.
179. Così sarebbe apparsa chiara anche la verita' del mio messaggio.
180. Ecco ora qui i fiori. Fammi il favore di accettarli".
181. Quindi apri' il suo ayate, in cui erano deposti i fiori raccolti
182. e non appena questi si sparsero per terra,
subito sul mantello si disegno' e si manifesto' alla vista di tutti
l'amata immagine della perfetta vergine Santa Maria, Madre di Dio, nella forma
e figura in cui la vediamo oggi,
184. così come è conservata nella sua amata casa, nel tempio eretto ai
piedi del Tepeyac e che invochiamo con il titolo di Guadalupe.
185. Visto ciò, il vescovo e tutti coloro che erano presenti caddero in
ginocchio profondamente stupiti e ammirati.
186. Poi si alzarono per vederla meglio e il loro volto si riempi' di
tristezza e di afflizione. La guardavano non con curiosita', ma con cuore
sincero.
187. Il vescovo con le lacrime agli occhi, rattristato, la prego' e le
chiese perdono per non essere stato sollecito ad accogliere il suo messaggio e
ad eseguire la sua volontà.[30]
188. Rimanendo in piedi, si accosto' a Juan Diego, ne sfilo' dal collo
la tilma,
189. su cui si era impressa l'Immagine della celeste Signora,
190. e ando' subito a collocarla nella sua cappella.
191. Juan Diego trascorse ancora una giornata nella casa del vescovo,
trattenuto come ospite.
192. All'indomani il vescovo gli disse:"Andiamo a vedere il luogo
in cui la celeste Signora desidera che le sia costruito un tempio".
193. Intanto si comincio' immediatamente a reperire gente che lo
erigesse.
194. Juan Diego, dopo aver indicato il luogo in cui la regina del Cielo
voleva che le si innalzasse il tempio, chiese il permesso di potersene andare.
195. Voleva far ritorno alla sua casa per vedere lo zio Juan
Bernardino, che era assai grave quando lo aveva lasciato per andare a chiamare
un sacerdote a Tlatilolco perché lo confessasse e lo preparasse ad una buona
morte. La celeste Signora gia' lo aveva pero' assicurato che lo zio era ormai
guarito.
196. Ma non lo lasciarono andare a casa da solo. Alcuni vollero
accompagnarlo.
197. Arrivati a casa trovarono lo zio perfettamente guarito e in buona
salute.
198. Egli, da parte sua, si meraviglio' molto al vedere il nipote
accompagnato da tante persone
199. e gli chiese per quale motivo era oggetto di tanto onore.
200. Juan Diego allora gli racconto' che quando era uscito di casa per
andargli a chiamare un sacerdote, gli era apparsa, presso il Tepeyac, la
celeste Signora.
201. Ella lo aveva mandato a Citta' del Messico per incontrare il
vescovo e invitarlo a costruirle un tempio sul Tepeyac.
202. Le aveva detto anche che non si affliggesse per la salute dello zio,
perché gia' era guarito. E ciò lo aveva molto consolato.
203. Juan Bernardino confermo' che la celeste Signora lo aveva guarito
in quel preciso momento
204. e rivelo' anzi che lui stesso l'aveva vista esattamente nella
stessa forma in cui era apparsa a suo nipote.
205. Aggiunse che anche lui aveva ricevuto il compito di andare dal
vescovo a Citta' del Messico
206. e che, appena avesse avuto l'opportunita' di recarvisi, gli
raccontasse tutto ciò che aveva visto
207. e la maniera miracolosa in cui era stato guarito.
208. Disse infine che la celeste Signora gli aveva fatto conoscere il
titolo con cui la venerata Immagine avrebbe dovuto essere invocata: "La
perfetta Vergine Santa Maria di Guadalupe".
209. Condussero allora Juan Bernardino alla presenza del vescovo perché
lo mettesse al corrente di tutto ciò che gli era successo e portasse la sua
testimonianza.
210. Entrambi, zio e nipote, rimasero ospiti per vari giorni nella casa
del vescovo
211 fino a quando non fu eretto il tempio della Regina del Cielo sul
Tepeyac, nel luogo stesso in cui era stata vista da Juan Diego.
212. Il vescovo, nel frattempo, trasporto' nella cattedrale l'amata
Immagine della celeste Signora.
213. La tolse allora dalla sua cappella privata, in cui si trovava, per
dar modo a tutto il popolo di poterla ammirare e venerare.
214. Assolutamente tutti in citta' si commossero allorche' si recarono
ad ammirare e pregare la preziosa immagine.
215. Ne riconoscevano la provenienza soprannaturale.
216. Le presentavano le loro suppliche.
217. Erano stupiti per il modo miracoloso con cui essa era comparsa sul
mantello di Juan Diego:
218. infatti la preziosa Immagine non è stata dipinta da nessun uomo
sulla terra."[31]
Gli interventi soprannaturali che hanno accompagnato l'apparizione di
Guadalupe sono numerosissimi. Innanzitutto conviene parlare del manto: evento
straordinario per eccellenza.
"L'Ayate in questione è fabbricato con Agave popotule...Da essa si
estraggono le fibre che si usano per fabbricare cordoni...Francisco Clavier
Clavijero così lo descrive. "..non ha più di sei o sette rami, perché
quando uno cresce, ne muore uno di quelli vecchi. Con le sue foglie un tempo si
facevano ceste o stuoie, mentre oggi si usano per sombreri o altro. La
corteccia, che ha lo spessore di tre dita, non è in realta' che un insieme di
membrane, lunghe circa un piede, sottili e flessibili, ma assai resistenti; e i
poveri ne uniscono molte insieme per farne un giaciglio."[32]
Su questo manto fabbricato con fibre vegetali si è miracolosamente
stampata l'Immagine della Madonna come risulta dalle testimonianze del racconto
dell'apparizione.
"La lunga durata di oltre 225 anni di cui gode la mirabile Pittura
di Nostra Signora di Guadalupe, le condizioni che contrastano con tale durata e
che sono numerose in questa terra messicana ove è situato il Santuario in cui
l'immagine è venerata da tutto il mondo, mi fanno naturalmente riflettere su di
essa. Mexico non è solo fondata su
una laguna circondata da altre, ma le stesse Valli che la circondano abbondano
di salnitro; per cui la sua aria non può che essere umida e carica di
particelle salnitrose, nemici che, considerando il clima temperato della
regione, sono sufficienti a sgretolare, come ogni giorno osserviamo, gli
edifici e a corrodere persino lo stesso ferro.
È certo che il tessuto su cui è raffigurata la Sacra Immagine non aveva
bisogno di nemici tanto potenti per distruggersi in breve tempo: bastava solo
il materiale di cui si compone a disfarlo a poco a poco...Ragion per cui
giudico che dobbiamo attribuire questa rara conservazione a uno speciale
privilegio di cui gode per esservi dipinta sopra la sacra immagine. Ciò
risultera' ancora più evidente considerando un'altra speciale circostanza, che
ha provocato in me una grande ammirazione quando la osservai.
Il Telo o Ayate su cui è dipinta la Regina degli Angeli è formato di
due pezze uguali, unite o cucite con un filo di cotone molto sottile, che di
per se' è incapace di resistere a qualunque tensione. Questo fragile filo,
invece, resiste da ormai più di due secoli alla forza naturale, peso o tiro dei
due Teli che unisce, i quali, per loro natura, sono pesanti e molto più ruvidi
del debole cotone. Questo fragile filo ha resistito anche agli assalti degli
innumerevoli ritocchi pittorici e al fatto che l'immagine viene continuamente
toccata, nelle occasioni in cui si apre il vetro di protezione: la qual cosa,
pur non facendosi tutti i giorni, dev'essere avvenuta molte volte nel corso
degli oltre duecento anni".[33]
Un incidente accaduto all'Ayate nel 1791 mise in risalto un'altra
caratteristica del sacro dipinto, tale da contravvenire alle leggi
fisico-chimiche naturali. Sappiamo che solamente il soprannaturale (divino) ed
in molti casi il preternaturale (diabolico) possono agire in palese contrasto
con le leggi naturali.
"Alcuni operai, nel ripulire la cornice d'argento e d'oro,
lasciarono cadere inavvertitamente sulla tela del liquido formato da una
soluzione di acido nitrico concentrato e acqua al 50 per cento.
Orbene, quando l'acido nitrico entra in contatto con le proteine
presenti nelle cellule di piante e animali produce una reazione detta
"xantoproteica", che disfa gli aminoacidi e riproduce un caratteristico colore giallo. In effetti, ancora
oggi due lunghe macchie si notano verticalmente per quasi i due terzi
dell'altezza della tela a partire dall'angolo in alto a destra di chi guarda.
Sono due i fenomeni di cui non è stato possibile a tutt'oggi dare una
spiegazione scientificamente adeguata:"1) l'Ayate non si è disfatto
venendo a contatto con l'acido nitrico; 2) le macchie della reazione
xantoproteica vanno scomparendo poco a poco.
Si aggiunga che rimane ancora misterioso e senza spiegazione
scientifica il fatto, ormai accertato con sicurezza, che l'Ayate di Juan Diego,
su cui è la Santissima Vergine di Guadalupe, respinge gli insetti e la polvere
sospesa nell'aria".[34]
In più l'Immagine dipinta sull'ayate è il risultato, secondo noti
pittori che l'hanno esaminata, di quattro stili diversi
"..Guardando l'immagine si
ha la netta impressione che essa sia dipinta tutta ad olio. Così pensarono
Miguel Sanchez e Becerra Tanco, che poterono addirittura toccarla!. Ma abbiamo
gia' osservato che ai pittori del 1666 questo dato non appariva così sicuro:
essi conclusero infatti il loro esame dicendo che non era possibile determinare
se "è a tempera o ad olio detta pittura, perché sembra sia l'una che
l'altra, ma non è quanto sembra; perché solamente Dio nostro Signore conosce il
segreto di quest'opera...". E Cabrera, nel suo Maravilla americana aveva
addirittura parlato, con suo personale grande stupore, di ben quattro diversi
tipi di pittura, dicendoli applicati da "mano più che umana".[35]
Infine un ricercatore scientifico americano e pittore lui stesso, dopo
aver fotografato l'immagine con tecniche all'infrarosso, pubblico' uno studio
agli inizi del 1980 che "ebbe subito una risonanza tra gli studiosi di
Guadalupe e fra la stessa gente semplice del Messico, poiche' ha dimostrato che
la scienza, lungi dal negare quanto una secolare tradizione affermava, non
faceva che rafforzare le tesi della miracolosa origine dell'Immagine".[36]
IL VOLTO
"Tutti coloro che hanno avuto modo di osservare anche una semplice
fotografia dell'immagine si trovano d'accordo nel giudicare il volto della
Guadalupana come una vera e propria meraviglia. Benche' simile al volto della
Vergine di Guadalupe d'Estremadura, esso fu tuttavia riconosciuto fin
dall'inizio come totalmente indio, specie per la sua caratteristica colorazione
"morena": sintesi di due culture diverse, di due mondi opposti, che
proprio nella Vergine trovarono la loro storica, concreta possibilita' di
riconciliazione.
Proprio al volto della Vergine Callahan dedica la parte forse più bella
di tutto il suo studio, che merita di essere riportata per intero.
"Il volto della Vergine di Guadalupe costituisce uno dei
capolavori di espressione artistica facciale. Per la finezza della forma, la
semplicita' di esecuzione, l'aspetto e l'incarnato, sono davvero pochi i casi
che lo possono uguagliare fra le grandi opere del mondo. Di tutti i ritratti
che ho avuto modo d'osservare nella mia vita, nessuno si può dire eseguito in
eguale maniera.
Gli ingrandimenti fotografici a
luce infrarossa non rivelano
la presenza di preparazione o fondo di alcun tipo, caratteristica questa che, gia'
di per se', fa della pittura qualcosa di
straordinario. La tonalita' del colorito del volto e delle mani è
chiaramente indigena e, osservata dalla distanza di circa un metro, appare di
una tinta verde-grigiastra (oliva). Esaminati da vicino con la lente
d'ingrandimento, i pigmenti sembrano passare dal grigio nelle ombre profonde al
bianco brillante nella zona più chiara della guancia. L'assenza di preparazione
è evidente non solo nell'ingrandimento all'infrarosso, ma anche in quelli
ripresi con luce visibile, e per questo si vedono vuoti gli interstizi del
tessuto grezzo. È interessante notare come la parte più chiara della guancia
sia dipinta con un pigmento sconosciuto che è praticamente "rappreso"
nella tela grezza del mantello e appare semitrasparente alla luce infrarossa.
Se la brillantezza di tale pigmento fosse dovuta a grossi strati di calce o
gesso applicati alla tela, questi si sarebbero screpolati con il passare dei
secoli...Una delle tecniche, in verita' meravigliose e inesplicabili, impiegate
per conferire realismo alla pittura è costituita dal modo in cui è stata
sfruttata la trama della tela, priva di preparazione, per dare al volto
profondita' e sembianze di vita. Ciò è particolarmente evidente per la bocca,
dove una falla presente nella trama della tela appare in rilievo e segue alla
perfezione il labbro superiore. Altre rozze imperfezioni dello stesso tipo si
notano sotto la zona chiara della guancia sinistra, di quella destra e sotto
l'occhio destro. Ritengo davvero impossibile che un qualsiasi pittore potesse
trovare un mantello con alcune falle nel tessuto situate in modo tale da
accentuare luci ed ombre, per derivarne un simile realismo. Ancor più
inconcepibile sarebbe la possibilita' di una pura coincidenza!
Come si vede nelle fotografie infrarosse, gli occhi e le ombre attorno
al naso formano semplici righe scure che non sono state tracciate in precedenza
sulla tela, ma che fanno parte del pigmento stesso del volto. Osservando da
vicino, la parte chiara delle palpebre è così tenue da farle sembrare quasi
inesistenti.
Il nero degli occhi e dei capelli non può essere ossido di ferro, ne'
altro pigmento destinato a diventare grigio col tempo, poiche' la pittura non
risulta ne' screpolata, ne' scolorita.
La caratteristica più straordinaria del volto e delle mani è la loro
qualita' tonale, un effetto fisico dovuto alla luce riflessa sia della tela del
mantello sia della pittura stessa.
Guardando l'Immagine da vicino, si rimane alquanto delusi dal rilievo e
dal colorito del volto. Ma osservato da circa due metri di distanza l'incarnato
acquista una tonalita' verde-oliva, o verde-grigiastro. Sembra quasi che, in
qualche modo, il pigmento bianco del volto e delle mani si combini alla tela
grezza per "raccogliere" la luce e rifrangere lontano il tono
olivastro della pelle. Una tecnica simile non sembra essere possibile per mano
d'uomo, mentre in natura la si trova con frequenza nella colorazione delle
piume degli uccelli, nelle ali delle farfalle e nelle elitre dei coleotteri dai
colori brillanti. Tali colori obbediscono alla rifrazione della luce e non
dipendono dal suo assorbimento o dalla sua riflessione ad opera dei pigmenti
molecolari, ma piuttosto dal rilievo della superficie delle piume e delle ali
delle farfalle.
Lo stesso effetto si prova osservando il volto dell'Immagine, e lo si
può notare facilmente allontanandosi lentamente dal dipinto finche' le
imperfezioni della tela non si notano più. Quando pigmento e rilievo si
fondono, scaturisce come per incanto la stupenda bellezza della Madonna
"morena". Improvvisamente l'espressione del volto appare riverente
benche' gaudiosa, india benche' europea, di colorito olivastro benche' con
tratti bianchi. Si ricava l'impressione di un volto, aspro come quello delle
donne che vivono nei deserti del Messico e al tempo stesso gentile come quello
di una sposa nella sua notte di nozze. Nei suoi tratti paiono fondersi la
cristianita' dell'Europa bizantina e il naturalismo del Nuovo Mondo indio: un
simbolo perfetto per tutti i popoli di un grande continente".[37]
L'Immagine Sacra presenta ancora qualcosa di veramente straordinario
che nessun falsario (per quanto impossibile riuscire a riprodurre, per le
ragioni riportate prima, l'Immagine miracolosa) poteva inserire a quel tempo.
Preferisco riportare per intero la relazione che riguarda tale scoperta
eccezionale.
"Nel 1929 il fotografo Alfonso Marcue' Gonzalez, studiando alcuni
negativi dell'Immagine, scopri' nell'occhio destro della Vergine quello che
poteva sembrare il riflesso di un mezzo busto d'uomo. La scoperta, ovviamente,
non pote' essere ulteriormente approfondita e furono le stesse autorita'
ecclesiastiche a chiedere a Gonzalez di mantenere il silenzio, fintanto che il
fenomeno non fosse stato studiato con certezza. Dovettero pero' passare alcuni
decenni prima che un disegnatore di professione, nonche' fotografo ufficiale
della Basilica di Guadalupe, Carlos Salinas, firmasse in tal senso una pubblica
dichiarazione: "..martedi' 29 maggio 1951 io, Jose' Carlos Salinas Chavez,
vidi per la prima volta riflessa nella pupilla del lato destro della Vergine di
Guadalupe la Testa di Juan Diego, accertandone subito la presenza anche sul
lato sinistro".
Ovviamente la rivelazione pubblica desto' non solamente stupore, ma
anche grande interesse scientifico specie tra i medici specializzati in
oculistica che ebbero modo di osservare l'Immagine, rilasciando alcune
dichiarazioni firmate che lo stesso Carlos Salinas raccolse più tardi in un
libro.
Uno di essi, un medico chirurgo molto accreditato, Rafael Torija
Lavoignet, pote' esaminare l'Immagine senza la protezione del cristallo in ben
cinque occasioni (dal luglio 1956 al maggio 1958), utilizzando un oftalmoscopio
come fonte luminosa e, naturalmente, una lente d'ingrandimento. Al termine, egli
riassunse i suoi studi in dieci punti:
1) il riflesso di una figura
umana si nota a occhio nudo, con discreta evidenza, nell'occhio destro
dell'Immagine originale di Guadalupe;
2) il riflesso di tale figura è situato nella cornea;
3) la sua distorsione corrisponde alla naturale curvatura della cornea
stessa;
4) il riflesso della figura risalta sull'iride dell'occhio;
5) spalla e braccio della figura riflessa appaiono in rilievo sul
rotondo della pupilla, causando un effetto stereoscopico;
6) oltre a questo riflesso, si
notano altre due figure che, unitamente alla prima, corrispondono alle tre
immagini di Purkinje-Sanson;
7) tali riflessi divengono brillanti quando sono colpiti da un fascio
di luce diretta;
8) indirizzando nell'occhio una
fonte luminosa, l'iride diventa brillante, riempendosi di luce, e i riflessi
luminosi contrastano con maggior chiarezza;
9) tali riflessi luminosi dimostrano che la figura umana è un'immagine
riflessa nella cornea e non un'illusione ottica provocata da una qualche
particolarita' del tessuto dell'ayate;
10) anche nella cornea dell'occhio sinistro dell'Immagine si nota con
sufficiente chiarezza un riflesso che corrisponde alla figura riscontrata
nell'occhio destro. Non si vedono pero' gli altri due riflessi di
Purkinje-Sanson per due motivi: a) la posizione dell'occhio sinistro, rispetto
alla fonte luminosa, angola la proiezione in modo tale da rimanere senza
riflessi luminosi, rendendo così ancor più naturale l'effetto ottico; b)
l'immagine riflessa è situata sulla superficie esterna della cornea,
distorcendosi in accordo con la sua curvatura e con le leggi ottiche di
proiezione e di riflessione".[38]
"Proprio al centro dell'occhio, ma in scala molto più ridotta
rispetto alle altre figure fin qui descritte, si delinea quello che appare un
vero e proprio nucleo familiare, composto da una donna, un uomo e alcuni
bambini. L'individuazione di questo gruppo ha permesso a Jose' Aste di
formulare che "...questo piccolo gruppo possa rappresentare una specie di
messaggio. È di grande interesse considerare che, se fosse vera questa ipotesi,
tale "messaggio" non poteva che essere destinato a noi, poiche' sono
dovuti passare ben 450 anni perché lo sviluppo della tecnologia attuale ci
permettesse di coglierlo".
Analizzando nel loro insieme le immagini riflesse in entrambi gli occhi
della Vergine, ma particolarmente quelle dell'occhio sinistro, ci troviamo di
fronte a due scene ben distinte: quella "principale", che rappresenta
il momento dell'impressione della Vergine sulla tilma dell'indio; e quella
"secondaria", in scala molto ridotta, che riproduce il gruppo
familiare indigeno. Quasi tutte le persone che fanno parte della prima scena
sembrano intente a osservare il mantello di Juan Diego. Di esse, solo una da'
l'impressione di guardare direttamente l'indio e non il suo mantello: è l'indio
seduto. Ciò potrebbe spiegarsi - commenta l'autore - con "l'importanza che
dovette significare per quell'indio il fatto di vedere un altro indio lasciar
stupiti e meravigliati tanti spagnoli".
Ci si potrebbe chiedere, a questo punto, come sia possibile che lo
stesso Juan Diego appaia riflesso negli occhi della Vergine considerando che,
nell'Immagine di Guadalupe, Maria è raffigurata di spalle rispetto all'indio.
Jose' Aste avanza al riguardo un'ipotesi personale: "La Santa Vergine in
persona stava osservando la scena. Era cioe' presente, ma invisibile,
all'evento prodigioso della consegna dei fiori al vescovo e dell'impressione
della sua immagine sulla tilma. È ciò che accade quando si scatta una fotografia:
negli occhi del fotografo si vede riflesso quanto egli stava inquadrando al
momento dello scatto. Quando Juan Diego apri' la sua tilma, in quel preciso
istante dovette imprimersi su di essa l'Immagine divina e l'impressione
racchiuse la Vergine presente, compreso ciò che i suoi occhi stavano
osservando".[39]
MIRACOLI
Numerosi sono i miracoli e le grazie che avvengono per intercessione
della Madonna di Guadalupe. Come sempre, ogni apparizione "genuina" è
accompagnata da segni e prodigi che "premiano" la fede e la preghiera
dei devoti. È vero che anche degli increduli qualche volta guariscono, ma
queste grazie le dobbiamo alle costanti preghiere che i veri credenti offrono
al Signore anche per la guarigione dell'anima e del corpo di tutti i fratelli
"..Uscito dalla sinagoga entro' nella casa di Simone. La suocera di Simone
era in preda ad una gran febbre e lo pregarono per lei. Chinatosi su di lei,
intimo' alla febbre, e la febbre la lascio'.." (Luca 4,38-39) - "In
verita' vi dico ancora: se due di voi sopra la terra si accorderanno per
domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concedera'.."
(Matteo 18,19).
Riportero' comunque qualche evento miracoloso verificatosi all'inizio
delle apparizioni e riferito, con ampie testimonianze, dalle cronache del
tempo.
"Quando per la prima volta condussero l'Immagine di N.S. di
Guadalupe al Tepeyac, dopo che si fini' di costruire il suo tempio, si
verifico' il primo di tutti i miracoli che ella ha fatto. Ci fu allora una
grande processione, in cui fu condotta da tutti gli ecclesiastici che c'erano,
nessuno escluso, e da vari spagnoli sotto il cui potere stava la citta', come
pure da tutti i signori e nobili messicani e da altra gente giunta da ogni
parte. Si ordino' e adorno' ogni cosa lungo il viale che da Mexico conduce al
tepeyac, dove era stato eretto il tempio della Signora del Cielo. Tutti
andarono in processione con grandissimo giubilo. La via traboccava di gente; e
nel lago, che era molto profondo, andavano non pochi nativi in canoe, alcuni
facendo scaramucce. Uno degli arcieri, abbigliato secondo l'usanza chichimeca,
tese un poco il suo arco e, inavvertitamente, fece partire all'improvviso la
freccia che feri' uno delle scaramucce, trapassandogli la gola. Questi cadde.
Vedendolo ormai morto, lo condussero e lo distesero davanti alla sempre Vergine
nostra Regina, che i parenti invocarono perché volesse risuscitarlo (Matteo
18,19, NDA). Dopo che gli ebbero estratto la freccia, non solamente ella lo
risuscito', ma guari' anche la ferita: gli rimasero solo i segni dove la
freccia era entrata e uscita. Allora egli si alzo': la Signora del Cielo lo
fece camminare, infondendogli allegria. Tutta la gente si meraviglio' molto e
lodo' l'Immacolata Signora del Cielo, Santa Maria di Guadalupe, che in questo
modo realizzava gia' la promessa fatta a Juan Diego di soccorrere sempre e
difendere i nativi e coloro che la invocavano. A quanto si dice, questo povero
indio rimase da allora nella benedetta casa della Santa Signora del Cielo,
dedicandosi a spazzare il cortile, il tempio, la sua entrata....
Un nobile spagnolo di questa citta' di Mexico, chiamato don Antonio
Carbajal, andava a Tollantzinco in compagnia di un giovane, suo parente.
Passando per il Tepeyac, entrarono un momento nel tempio della nostra purissima
e preziosa madre di Guadalupe; e li', di fretta, pregarono e salutarono la Regina del Cielo perché li soccorresse e li
difendesse, facendoli giungere felicemente a destinazione. Dopo essere
usciti, ormai in marcia sulla via, andavano discutendo della Vergine; di come
era apparsa la sua preziosa Immagine, dell'evento prodigioso e dei vari
miracoli che ella aveva compiuto, per favorire coloro che la invocavano. Mentre
erano in cammino, il cavallo su cui andava il giovane a un certo punto cadde,
perché si era imbizzarrito o forse qualcosa lo aveva spaventato; poi l'animale
scatto' repentinamente correndo per dirupi scoscesi, mentre quello tirava
invano il freno con tutte le sue forze senza poterlo trattenere; circa mezza
lega lo fece camminare, mentre i suoi compagni cercavano inutilmente di
arrestarne la corsa: ma non ci fu modo di riuscirvi; andava come portato dal
vento. Alla fine lo persero di vista e pensarono che avrebbero trovato il
giovane ridotto a pezzi, perché il luogo verso il quale si dirigeva correndo era
molto pericoloso, pieno di dirupi scoscesi. Ma Nostro Signore e la sua
pietosissima e beata Vergine Madre vollero salvarlo. Quando riuscirono a
trovarlo, il cavallo era fermo con la testa bassa e le zampe piegate: non
poteva più muoversi. Il giovane pendeva per un piede, attaccato alla staffa.
Vedendolo, si meravigliarono molto di trovarlo vivo e che niente gli fosse
successo ne' si fosse fatto male in alcun punto. Subito lo presero in braccio e
gli liberarono il piede. Quando fu in piedi, gli chiesero come si era salvato,
poiche' non gli era successo nulla; ed egli disse loro: "Avete ben visto
che, uscendo da Mexico, passammo in fretta per la casa della Signora del Cielo,
la nostra preziosa madre di Guadalupe, da dove ripartimmo, ammirati della sua benedetta
Immagine, che eravamo stati a pregare. Quindi, lungo la via venimmo discorrendo
di tutti i miracoli che ella ha fatto e di come la sua santa Immagine sia
apparsa per prodigio. Tutto ho conservato molto bene nella memoria. Così quando
mi sono accorto d'essermi messo in grave pericolo, che in nessun modo potevo
salvarmi, che in ogni caso andavo a perdermi o a morire e che mancavo di ogni
aiuto, allora con tutto il mio cuore ho
invocato la purissima Signora del Cielo, la nostra preziosa Madre di
Guadalupe, perché avesse pieta' di me e mi soccorresse; e immediatamente vidi
che essa stessa, così come appare nella preziosa Immagine della nostra Regina
di Guadalupe, mi soccorse e mi salvo': prese il freno al cavallo, che subito si
fermo', le obbedi' e s'inchino', sembrando che dinanzi a lei piegasse le
ginocchia, così come si trovava quando siete arrivati". Lodarono dunque
fervorosamente la Signora del Cielo; poi proseguirono il loro cammino.
Una volta ci fu uno spagnolo che stava pregando in ginocchio davanti
alla Signora del Cielo, la nostra preziosa Madre di Guadalupe. E accadde che si
spezzo' la corda con cui era appesa, di fronte a lui, una grande lampada, molto
pesante, che cadde proprio sul suo capo. Tutti i presenti pensarono che costui
dovesse essere morto e si fosse rotta la testa, o che si fosse ferito
gravemente, perché la lampada era caduta da grande altezza. Pero' non solo non
gli successe nulla, ne' si fece alcun male, ma nemmeno la lampada si
danneggio'; il cristallo non si ruppe; non si sparse l'olio che conteneva e non
si spense la fiamma che ardeva. Tutti i presenti ammirarono molto il miracolo
che in quell'occasione fece la Signora del Cielo.
Poco dopo che la Signora del Cielo si era mostrata a Juan Diego e che,
assai prodigiosamente, era apparsa la sua preziosa Immagine, ella fece molti
miracoli. A quanto si dice, proprio allora sgorgo' anche la piccola fonte che
sta dietro il tempio della Signora del Cielo, verso oriente; nel punto dove
scese incontro a Juan Diego, perché la Signora del Cielo non lo vedesse,
volendo andare prima a chiamare il sacerdote, che confessasse e preparasse suo
zio Juan Bernardino, che era molto grave; nel punto stesso dove ella gli
taglio' il cammino e lo mando' a cogliere i fiori sulla cima del colle; dove
anche gli mostro' la piana su cui si doveva erigere il tempio; e dove, infine,
lo invio' al signor vescovo, a cui consegno' i fiori, che erano il segno e la
prova della sua volontà, perché le si ergesse un tempio. L'acqua che sgorga da
li', pur sollevandosi, perché gorgoglia, non per questo trabocca: e non scorre
molto, ma pochissimo ; è limpida e odorosa, ma non gradevole; è un poco acida e
adatta a tutte le infermita' di coloro che la bevono di buon grado e con essa
si bagnano. Per questo sono innumerevoli i miracoli che con essa ha fatto la
purissima Signora del Cielo, la nostra preziosa Madre Santa Maria di Guadalupe.
Ad una spagnola, abitante di questa Citta' di Mexico, comincio' a
gonfiarsi il ventre, come ad un'idropica, e sembrava che stesse per scoppiare.
I medici spagnoli fecero degli esperimenti applicandole diverse medicine;
niente le fece bene ne' miglioro' la sua salute; anzi il ventre le andava
sempre crescendo (Marco 5,25 seg., NDA). Erano ormai dieci mesi che portava
quell'infermita' ed era certa di dover morire, se non la guariva la Signora del
Cielo, la purissima santa Maria di Guadalupe. Ordino' allora che la
trasportassero in barella al Tepeyac, alla casa della Signora del Cielo; di
mattina l'alzarono, la portarono al tempio e l'adagiarono alla sua presenza; ella la prego' dunque con tutto il suo
cuore che avesse pieta' di lei e le desse la salute; dinanzi a lei si umilio' e pianse. Domando' che le
dessero un poco d'acqua della fonte per bere; e come la bevve, si calmo' e
comincio' a dormire. Passato il mezzogiorno,
coloro che la portavano uscirono fuori un istante per ammirare le molte
cose intorno e la lasciarono sola, mentre dormiva e si riposava il suo corpo.
Uno dei nativi che, per voto, stava spazzando il tempio, vide che da sotto la
donna spuntava una vipera terrificante (chiaro simbolo di una infestazione o
possessione diabolica, Genesi 3,1 seg- Apocalisse 12,9 seg., NDA), lunga un
braccio e una spanna e assai grossa; si spavento' molto e strillo' alla
spagnola inferma: ella subito si sveglio', si erse spaventatissima e grido' per
invocare aiuto. La vipera fu uccisa e subito guari' e le si sgonfio' il ventre.
Ancora quattro giorni rimase li', pregando ogni giorno la Signora del Cielo che
le aveva fatto la grazia di guarirla; e quando ritorno' a casa, non la
portarono più a braccia, ma torno' con i suoi piedi, assai contenta di non
sentire alcun male....Nell'anno 1544 scoppio' la peste e colpi' Juan
Bernardino: quando fu grave, vide in sogno la Signora del Cielo, che gli disse
che era ormai ora di morire; che si consolasse e non si turbasse il suo cuore,
perché ella lo avrebbe difeso nel momento della morte e lo avrebbe condotto al
suo palazzo celeste, essendosi sempre consacrato a lei e avendola sempre
invocata. Mori' il 15 maggio di quell'anno e fu trasportato al Tepeyac, per
essere sepolto dentro il tempio della Signora del Cielo; tutto fu fatto su
ordine del vescovo. Quando mori', aveva ottantasei anni".[40]
Secondo Don Gabriele Amorth[41] l'Apparizione di Guadalupe riveste una
primaria importanza in quanto la Madonna, presentandosi visivamente con le
caratteristiche atzeche, ha avvalorato la predicazione evangelica non come un
"qualcosa di estraneo, d'importato, ma d'intrinseco anche nella natura india"[42].
In effetti l'importanza teologica di questa apparizione è
notevolissima. La Madre di tutto il genere umano (Giovanni 19,26) ha confermato
con tale apparizione le parole evangeliche ed ha dimostrato, assumendo
sembianza indie, che "..Non v'è
preferenza di persone presso Dio" (Efesini 6,9)- "Non c'è più
giudeo ne' greco; non c'è più schiavo ne' libero; non c'è più uomo ne' donna,
poiche' tutti voi siete uno in Cristo Gesù" (Galati 3,28). E l'ha
dimostrato accontentando, con grazie e prodigi, anche i propri figli aztechi, che devotamente la pregano.
I numerosi prodigi avvenuti per intercessione di Maria santissima
dimostrano l'eterna verita' delle parole bibliche "Tu che abiti al riparo
dell'Altissimo
e dimori all'ombra dell'Onnipotente,
di' al Signore: "Mio rifugio e mia fortezza,
mio Dio, in cui confido".
Egli ti liberera' dal laccio del cacciatore,
dalla peste che distrugge.
Ti coprira' con le sue penne
sotto le sue ali troverai rifugio.."
(Salmo 91,1 seg.)
Infine possiamo sintetizzare gli aspetti principali che la Madonna
richiamera' costantemente nelle apparizioni successive: l'importanza della preghiera, richiesta indirettamente con la
costruzione del tempio per pregare, la consacrazione a Maria (Fatima), la speciale protezione che accorda ai
propri devoti (l'abbiamo visto anche nelle apparizioni minori), l'eterno valore della Bibbia. Anche il
cavallo che si ferma improvvisamente davanti alla Madonna dimostra che:
"..Tutte le creature del cielo e della terra, sotto la terra e nel mare e
tutte le cose ivi contenute, udii che dicevano:
"A Colui che siede sul trono e all'Agnello
lode, onore, gloria e potenza,
nei secoli dei secoli.."
(Apocalisse 5,13)
E come tutte le creature s'inchinano di fronte al Creatore
dell'universo, per volontà di Dio, s'inchinano anche di fronte alla Regina
dell'universo. Non dobbiamo infatti dimenticare, e lo prova l'importanza delle
apparizioni mariane, che la Madonna non
è una santa qualsiasi, bensi' la Regina
degli angeli, dei santi e ...dei profeti; strumento eletto dello Spirito
Santo, di cui è sposa, per rinnovarci spiritualmente, insegnandoci
concretamente le vie della salvezza. "Non aggiunge nulla alla Rivelazione,
ma ci ricorda come Madre divina, come dobbiamo agire per vivere santamente e
guadagnarci il paradiso."[43]
Ma soprattutto ci richiama costantemente sull'importanza della
comunione con Dio. Ci invita continuamente alla conversione che "non è possibile se non si prega"
(messaggio dato a Medjugorje il 25-6-'92) e ci ricorda che solo Dio da' la pace
e la liberazione da ogni tirannia ( come ad esempio la caduta del comunismo
profetizzata a Fatima). Ma ciò è possibile ottenerlo con la conversione e la
preghiera. Diversamente, il comportamento peccaminoso e ribelle dell'umanità
(Fatima) provochera' quei castighi che la Bibbia c'insegna seguono sempre il
peccato. Altro che teologia della liberazione che si fonda esclusivamente
sull'operato degli uomini!. Solo Gesù vi
fara' liberi "Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei
discepoli; conoscerete la verita' e la verita' vi fara' liberi" (Giovanni
8,31).
Vi sono poi due passaggi evangelici su cui è opportuno riflettere:
"Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia , e tutto il resto vi
sara' dato in aggiunta" (Matteo 6,23) e l'episodio della moltiplicazione
dei pani e dei pesci. In quest'ultimo
Gesù moltiplica i pani ed i pesci perché...."sento compassione di
questa folla: ormai da tre giorni mi
vengono dietro e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché
non svengano lungo la strada....Dei pezzi avanzati portarono via sette sporte
piene (simbologia della possibilita' di sfamare tutti quanti antepongono il
regno di Dio e la sua giustizia, NDA)- (Matteo 15,32 seg.)
Giovedì
18.7.1985 (Messaggio dato dalla Madonna a Medjugorje)
"Cari figli! Oggi vi invito a collocare
nelle vostre case numerosi oggetti sacri, e ogni persona porti addosso qualche
oggetto benedetto. Benedite tutti gli oggetti; così satana vi tenterà di meno,
perché avrete la necessaria armatura contro satana.
Grazie per aver risposto alla mia
chiamata!".
L'APPARIZIONE DI RUE DI BAC
meglio conosciuta come l'apparizione della Medaglia Miracolosa).
"Nella 1a apparizione del 18 luglio 1830, la Madonna apparve a Suor
Caterina Labourè nella chiesa del convento. Si sedette per due ore sulla
poltrona usata dal P. Superiore Aladel, disse alla suora che l'avrebbe
incaricata di una grande missione e scomparve.
La 2a apparizione avvenne il 27 novembre dello stesso anno. Suor
Caterina era in chiesa e stava meditando, quando le apparve la Madonna. Un
bianco velo Le scendeva fino ai piedi che calpestavano un serpente (segno di
vittoria su satana, NDA) ed erano appoggiati sul globo. Nelle mani teneva un
altro globo più piccolo. Gli occhi erano rivolti al cielo e, quando il piccolo
globo disparve, le dita, inanellate di preziosissime gemme, mandavano luminosi
raggi di luce. La Madonna disse a suor Caterina che il globo voleva indicare il
mondo intero ed i raggi significavano le grazie che Ella spargeva su tutti
coloro che ricorrevano a Lei. Intorno alla Vergine, intanto, si era formato un
ovale, nel quale si leggeva: "O Maria concepita senza peccato, pregate per
noi che ricorriamo a Voi". Poi la visione giro' su se stessa ed apparve
una grande M, sormontata da una croce. Sotto si formarono due cuori: di Gesù e
di Maria (verranno avvalorati con le apparizioni di Fatima, NDA). La suora
ricevette l'ordine dalla Madonna stessa di far coniare una medaglia come il
modello che aveva visto: chiunque l'avesse portata con fede, avrebbe ricevuto
grandi grazie.
La 3a apparizione avvenne in dicembre, e la suora ricevette nuovamente
l'ordine di far coniare la medaglia.
L'Arcivescovo di Parigi, Mons. De Quelen, ne diede il permesso due anni
dopo, e tanti furono i prodigi ottenuti, che la medaglia venne chiamata
"miracolosa".
La suora visse fino al 1876 nell'ospizio di Enghien, dove mori'. Fu
beatificata da Pio XI il 28-5-1933, e canonizzata il 27-7-1947 da Pio
XII".[44]
SIGNIFICATO DELL'APPARIZIONE
In questa apparizione è la Madonna che si rivela in alcune delle sue
più mirabili prerogative: Ella, cioe', è la Donna bellissima, preservata da
ogni macchia di peccato (perciò è vestita di bianco..); è la Madre degli uomini dei quali ha pieta' ed ai quali impetra
tutte le grazie divine (perciò i fasci luminosi proiettati dalle sue mani); è la Regina del mondo (perciò il globo
sotto i piedi).
Sul retro della Medaglia, la lettera M è l'iniziale di Maria. Essa è
sormontata da una Croce per manifestare che proprio dalla Croce, e per la
Croce, deriva il mistero di gloria e di grandezza di Maria.
I due cuori, l'uno di Gesù e
l'altro di Maria, indicano la profonda unione e somiglianza esistente tra loro "..I cuori di Gesù e di Maria stanno
attenti alla voce delle vostre suppliche" ( messaggio dato dall'angelo del
Portogallo ai tre veggenti di Fatima).
Le dodici stelle simboleggiano le virtu' della Vergine SS., i dodici
apostoli e la corona dei Santi, dei quali Maria è speciale Regina.
Come si vede, nella Medaglia sono riunite, a tratti rapidi ma
nettissimi, le grandi verita' dell'Immacolata Concezione di Maria, della sua
Maternita' e Mediazione universale, della sua Regalita'. Sotto molti aspetti
questa apparizione ha preparato i grandi avvenimenti di Lourdes (1858).
GRAZIE E PRODIGI
Per volere di Maria, fu coniata tra molte difficolta' quella Medaglia
che, diffusa per il mondo, suscito' ovunque una tale fioritura di prodigi e di
bene da essere denominata, dalla voce semplice del popolo, "Medaglia miracolosa".
Tra i prodigi, celeberrimo quello della conversione subitanea,
assolutamente inattesa, dell'ebreo incredulo Alfonso Ratisbonne che si decise a
portare la Medaglia al collo solo per far contento un amico. In una visita alla
Chiesa romana di S. Andrea delle Fratte, la Vergine della Medaglia gli apparve
folgorante, bellissima, sconvolgendogli letteralmente l'anima. Era il 20
gennaio 1842. Egli divenne quindi cattolico e, ben presto, sacerdote ed
apostolo di prima linea.
RISPOSTA ALLE OBIEZIONI
Ma - tu dirai - può un pezzo di metallo operare prodigi?...Portare al
collo una medaglia non è superstizione?...Ti sbagli! Non è il pezzo di metallo
che opera prodigi, ma la fede fervida di chi tutto attende da Colei che in tale
metallo è raffigurata. Anche tu, forse, porti la "fede" al dito o una
fotografia nel portafoglio. È superstizione la tua o gesto puerile? O non
piuttosto un atto di amore per chi ami?...
Ma perché proprio una...Medaglia?...Nessuno può conoscere a fondo i
disegni di Dio. È certo, pero' che Dio suole operare meraviglie, scegliendo le
cose deboli per confondere i grandi e i più forti. Portare, allora, addosso una
Medaglia può essere un atto di umile fiducia in Dio, e certamente un atto di
amore. Chi ama una persona ha in grande considerazione tutto ciò che le
appartiene e gliela ricorda. La Medaglia di Maria aiuta a divenire più buoni.
Sotto il Suo sguardo è più difficile peccare!.
La Medaglia miracolosa può essere anche un mezzo di apostolato; ed è un
apostolato estremamente facile, alla portata di tutti. Non si richiede,
infatti, molto per offrire una medaglia anche a persone sconosciute. San
Massimiliano Maria Kolbe, il martire della carita' nel campo di Auschwitz, ne
fece, a somiglianza di altri, uno dei mezzi principali del suo apostolato; e
gli aderenti al suo Movimento della Milizia dell'Immacolata continuano in tutto
il mondo la sua meravigliosa missione.
Gli uomini, come hanno bisogno di ritrovare un Padre che li ami, hanno
assoluta necessita' di una Madre che insegni loro a vivere in profondita' la
loro fede. La Medaglia miracolosa presenta ad essi la più Bella e Santa delle
mamme".[45]
Per quanto riguarda le innumerevoli grazie che la Madonna concede a chi
porta al collo con fede la medaglia miracolosa, mi permetto riportare tre
episodi emblematici.
Mia figlia Rossella di circa 6 anni, nel settembre 1991, mentre giocava
al mare accanto ad alcune altalene di ferro situate sulla spiaggia, venne
colpita vicino alla tempia dal ferro appuntito del seggiolino di un'altalena su
cui si trovava una bambina di dieci
anni che "andava veloce", durante la fase di ritorno. L'urto fu
tremendo, al punto che mia figlia, gettata a terra, rotolo' su se stessa per
tre volte. Preoccupatissimi la portammo immediatamente al pronto soccorso della
localita'. Mentre l'accompagnavamo , io , mia moglie e la figlia più grande
recitammo il Rosario. Il responso medico fu: nessuna traccia di sangue all'interno dell'orecchio, nessun danno.
Il giorno dopo, l'ematoma bluastro visibile poco dopo il colpo sull'orecchio
sinistro scomparve "inspiegabilmente", senza alcun medicinale. Al
medico che cortesemente mi aveva detto che ero stato fortunato, risposi invece
che ero stato "graziato".
Il sig. Felini Lidio, di circa 87 anni, durante la seconda guerra mondiale fu salvato dalla
medaglietta miracolosa, tuttora conservata gelosamente, anche se ammaccata, che
"blocco'" una pallottola dum dum, riducendone gli effetti devastanti.
Il colonnello medico che lo curo', parlo' di miracolo ed anche il
"Corriere della Sera", con un articolo del tempo, riferi' di questa
straordinaria grazia.[46]
Infine il prof. Simone Morabito, psichiatra di Bergamo conosciuto per i
suoi studi sulla possessione diabolica, consiglia tutti i suoi pazienti di portare al collo la Medaglia miracolosa
che lui stesso considera foriera di grandi grazie e barriera contro satana.[47]
[20]Ma la bestia fu catturata e con essa il falso profeta che alla sua
presenza aveva operato quei portenti con i quali aveva sedotto quanti avevano
ricevuto il marchio della bestia e ne avevano adorato la statua. Ambedue furono
gettati vivi nello stagno di fuoco, ardente di zolfo.
[21]Tutti gli altri furono uccisi dalla spada che usciva di bocca al
Cavaliere; e tutti gli uccelli si saziarono delle loro carni.
(Apocalisse 19,20 seg.)
LA SALETTE
"Il 19/9/1846 la Madonna apparve, una sola volta, a Massimino
Giraud e a Melania Calvat, di 11 e 14 anni, mentre pascolavano le mucche. I
bambini per prima cosa videro un globo luminoso aprirsi con l'Apparizione di
una Signora, seduta sopra una pietra, che piangeva con il volto tra le mani.
Poi la videro alzarsi, dirigersi verso di loro e, sempre piangendo, raccomando' la preghiera e la penitenza.
Massimo mori' a 42 anni ed è sepolto nel cimitero di La Salette.
Melania invece mori' a 73 anni ed è sepolta ad Altamura (Bari) nella
Chiesa del suo Ordine.[48]
Di fondamentale importanza è il segreto di La Salette che, con l'aiuto
di alcuni passi dell'Apocalisse e della preghiera allo Spirito Santo, deve far
meditare su quanto è avvenuto ed avverra'.
"Lucifero si scatenera'. Si ergeranno le chiese di satana. La Massoneria e lo spiritismo si
rafforzeranno. Il materialismo si diffondera' in molti paesi. In questo
tempo nascera' l'Anticristo, un vero demonio incarnato, di religione ebrea, che
si allevera' con i suoi sudditi. Fara' prodigi. Arrivera' a Roma. E ci sara'
l'ultima guerra, mai vista prima. Per tre giorni il fuoco cadra' dal cielo. Il
sangue scorrera' dappertutto. Sorgeranno due testimoni, pieni di Spirito di
Dio. Condanneranno gli errori diabolici dell'Anticristo, ma saranno uccisi. Per
mezzo del sangue, delle lagrime e delle preghiere dei giusti, Dio si lascera'
piegare. Dopo tre giorni tutto sara' rinnovato. Dio sara' servito e
glorificato!"[49]
L'apparizione di La Salette fu avversata notevolmente da esponenti
della Chiesa, prima d'essere dichiarata autentica.
"Quattro Vescovi francesi si diedero da fare per soffocare tale
fede nella popolazione. Ma...morirono tutti di morte tragica e misteriosa. Il
Vescovo Ginovilhac di Grenoble, che aveva fatto rinchiudere la piccola Melania
in un convento inglese per metterla in silenzio, mori' poco dopo in un
manicomio. Il suo successore, il Vescovo Fava, che pure fece di tutto per evitare
la diffusione del fatto, fu trovato morto, steso sul pavimento, svestito, con
gli occhi stravolti e i pugni chiusi. Il Vescovo Gilbert di Amiens e poi di
Bordeaux, che aveva detto: "Il segreto de La Salette non è altro che un
tessuto di irreligiosita', di menzogna e di esagerazione", poco tempo
dopo, il 16 agosto 1889, fu trovato morto nella sua camera, anch'egli per
terra; e, durante i suoi funerali, il feretro crollo' dal catafalco.
L'Arcivescovo Darboy, di Parigi, che interrogo' personalmente Massimino,
facendogli violenze ideologiche per conoscere il segreto della Vergine, e che,
irritatissimo, per non averlo ottenuto, aveva detto al ragazzo: "Le parole
della tua bella Signora contengono stupidaggini, come stupido sara' il tuo
segreto", si senti' rispondere dal ragazzo: "È così vero che ho visto
la bella Signora, come sono certo che prima di tre anni Lei sara'
fucilato". Si era ancor lontani dalla "Comune", dagli atti
rivoluzionari, ne' l'allegra spensierata Francia del secondo impero li
prevedeva; eppure, il 24 maggio 1871, si realizzo' anche questa profezia:
l'Arcivescovo veniva fucilato dai comunardi di Parigi.[50]
Il segreto di La Salette che trovera' pronta conferma negli anni
successivi, in particolare per quanto riguarda la diffusione dello spiritismo e
della Massoneria può essere meglio compreso meditando i seguenti passi biblici
di cui costituisce ratifica.
"[9]Quando sarai entrato nel paese che il Signore tuo Dio sta per
darti, non imparerai a commettere gli abomini delle nazioni che vi abitano.
[10]Non si trovi in mezzo a te chi immola, facendoli passare per il
fuoco, il suo figlio o la sua figlia, né chi esercita la divinazione o il
sortilegio o l'augurio o la magia;
[11]né chi faccia incantesimi, né chi consulti gli spiriti o gli
indovini, né chi interroghi i morti,
[12]perché chiunque fa queste cose è in abominio al Signore; a causa di
questi abomini, il Signore tuo Dio sta per scacciare quelle nazioni davanti a
te.
(Deuteronomio 18,9 seg.)
[31]Non vi rivolgete ai negromanti
né agli indovini; non li consultate per non contaminarvi per mezzo loro. Io
sono il Signore, vostro Dio.
(Levitico 19,31)
[1]Lo Spirito dichiara apertamente che negli ultimi tempi alcuni si
allontaneranno dalla fede, dando retta a spiriti menzogneri e a dottrine
diaboliche,
[2]sedotti dall'ipocrisia di impostori, gia' bollati a fuoco nella loro
coscienza.
[3]Costoro vieteranno il matrimonio, imporranno di astenersi da alcuni
cibi che Dio ha creato per essere mangiati con rendimento di grazie dai fedeli
e da quanti conoscono la verità.
[4]Infatti tutto ciò che è stato creato da Dio è buono e nulla è da
scartarsi, quando lo si prende con rendimento di grazie,
[5]perché esso viene santificato dalla parola di Dio e dalla preghiera.
(1 Timoteo 4,1 seg.)
[1]Vidi salire dal mare una bestia che aveva dieci corna e sette teste,
sulle corna dieci diademi e su ciascuna testa un titolo blasfemo.
[2]La bestia che io vidi era simile a una pantera, con le zampe come
quelle di un orso e la bocca come quella di un leone. Il drago le diede la sua
forza, il suo trono e la sua potestà grande.
[3]Una delle sue teste sembrò colpita a morte, ma la sua piaga mortale
fu guarita.
Allora la terra intera presa d'ammirazione, andò dietro alla bestia
[4]e gli uomini adorarono il drago perché aveva dato il potere alla
bestia e adorarono la bestia dicendo: «Chi è simile alla bestia e chi può
combattere con essa?».
[5]Alla bestia fu data una bocca per proferire parole d'orgoglio e
bestemmie, con il potere di agire per quarantadue mesi.
[6]Essa aprì la bocca per proferire bestemmie contro Dio, per
bestemmiare il suo nome e la sua dimora, contro tutti quelli che abitano in
cielo.
[7]Le fu permesso di far guerra contro i santi e di vincerli; le fu
dato potere sopra ogni stirpe, popolo, lingua e nazione.
[8]L'adorarono tutti gli abitanti della terra, il cui nome non è
scritto fin dalla fondazione del mondo nel libro della vita dell'Agnello
immolato.
[9]Chi ha orecchi, ascolti:
[10]Colui che deve andare in prigionia, andrà in prigionia; colui che
deve essere ucciso di spada di spada sia ucciso.
In questo sta la costanza e la fede dei santi.
[11]Vidi poi salire dalla terra un'altra bestia, che aveva due corna,
simili a quelle di un agnello, che però parlava come un drago.
[12]Essa esercita tutto il potere della prima bestia in sua presenza e
costringe la terra e i suoi abitanti ad adorare la prima bestia, la cui ferita
mortale era guarita.
[13]Operava grandi prodigi, fino a fare scendere fuoco dal cielo sulla
terra davanti agli uomini.
[14]Per mezzo di questi prodigi, che le era permesso di compiere in
presenza della bestia, sedusse gli abitanti della terra dicendo loro di erigere
una statua alla bestia che era stata ferita dalla spada ma si era riavuta.
[15]Le fu anche concesso di animare la statua della bestia sicché
quella statua perfino parlasse e potesse far mettere a morte tutti coloro che
non adorassero la statua della bestia.
[16]Faceva sì che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e
schiavi ricevessero un marchio sulla mano destra e sulla fronte;
[17]e che nessuno potesse comprare o vendere senza avere tale marchio,
cioè il nome della bestia o il numero del suo nome.
[18]Qui sta la sapienza. Chi ha intelligenza calcoli il numero della
bestia: essa rappresenta un nome d'uomo. E tal cifra è
seicentosessantasei".
(Apocalisse 13,1 seg.)
LOURDES
La storia delle apparizioni di Lourdes è famosissima: numerosi films e
libri si sono occupati di uno dei più straordinari eventi che hanno interessato
ed interesseranno il mondo intero: Bernadette Soubirus e le apparizioni di
Lourdes.
Dalle apparizioni della Madonna ad una bambina povera, quasi
analfabeta, asmatica e avversata dai sapienti di questo mondo è scaturito uno
dei più grandiosi miracoli di tutti i tempi. Da allora milioni di pellegrini si
recano da tutto il mondo a Lourdes per pregare e ricevere grazie. Se qualche
potente avesse progettato qualcosa di
analogo, nonostante tutto il suo denaro e la sua influenza, non ci sarebbe
riuscito. Ecco l'opera dello Spirito Santo "Ma Dio ha scelto ciò che nel
mondo è stolto per confondere i sapienti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è
debole per confondere i forti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è ignobile e
disprezzato e ciò che è nulla per ridurre a nulla le cose che sono, perché
nessun uomo possa gloriarsi davanti a te" (1 Corinzi 1,27 seg.)- "Sta
scritto infatti: Distruggero' la sapienza dei sapienti e annullero'
l'intelligenza degli intelligenti" (1 Corinzi 1,19).
Riportero' quindi la cronaca di
tali apparizioni contenente le parole
eterne dette dalla Madonna a Bernadette e quindi a tutto il mondo.
L'11 febbraio 1858 è Giovedi' Grasso. Su Lourdes c'è fitta nebbia, ma
senza pioggia. Sono circa le undici del mattino. Al Cachot dove abita la
famiglia Soubirous fa freddo e non c'è più legna. Antonietta (Toinette) e
Giovanna Abadie accompagnano Bernadette nei boschi di Massabielle per
raccogliere legna e cercare qualche osso da vendere.
Giunte al mulino di Savy, anziche' proseguire per il bosco,
s'incamminano lungo il canale di scarico del mulino che porta davanti ad una
grotta. Mentre Bernadette sta scalzandosi per attraversare l'acqua del canale,
ha la prima apparizione. Dice Bernadette nel suo racconto autografo delle Apparizioni:
"Vidi una signora vestita
di bianco, con un velo anch'esso bianco, una cintura azzurra ed una rosa gialla
su ogni piede. Anche la corona del suo rosario era gialla...
La signora prese la corona che
aveva al braccio e fece il segno della croce. Anch'io cercai di farlo e ci
riuscii. mi inginocchiai e recitai la corona insieme alla bella signora. L'Apparizione faceva scorrere i grani del
rosario senza muovere le labbra. Al termine, mi fece cenno di avvicinarmi,
ma io non osai...Allora scomparve improvvisamente".
Antonietta e Giovanna non sono presenti all'Apparizione perché intente
a raccogliere legna nei pressi della Grotta. Bernadette raccontera' loro il
fatto lungo la strada del ritorno.
Nei giorni 12 e 13 febbraio non c'è stata apparizione. Bernadette non
va alla grotta perché la madre glielo ha proibito tassativamente. Nel tardo
pomeriggio si reca in parrocchia e va a confidarsi dall'abate Pomian, vice
parroco di Lourdes, che sta nel confessionale.
L'abate Pomiam l'ascolta attentamente, ma rimane scettico e dubbioso.
In serata ne parla al parroco Peyramale il quale non da' alcuna importanza al
fatto.
"La seconda volta che sono
tornata alla Grotta era la domenica seguente. Mia madre mi aveva proibito di
andarvi.
Dopo la Messa solenne, insieme
con le altre due compagne, andammo nuovamente a chiedere il permesso alla
mamma. Non voleva assolutamente perché temeva cadessi nell'acqua e facessi
tardi per i Vespri. La rassicurai e mi permise di andarvi.".
L'Apparizione avviene tra mezzogiorno e le quattordici. Sono presenti
una decina di persone tra le quali Antonietta, sorella di Bernadette e Giovanna
Abadie.
Tre episodi di rilievo: prima di andare alla grotta Bernadette si reca
alla Chiesa parrocchiale con una
bottiglietta per prelevare dell'acqua benedetta. Con essa aspergera'
l'apparizione dicendole "di restare casomai venisse da Dio, altrimenti di
andarsene". Intervento di Antonio Nicolau dal vicino mulino di Savy
richiamato dal pianto e dalle grida di spavento dei presenti di fronte
all'estasi di Bernadette. Scena di collera della madre di Bernadette al mulino
di Savy.
"La terza volta che sono
andata alla Grotta è stato il giovedi' successivo. Ci sono andata insieme ad
alcune rispettabili persone. Queste mi avevano consigliato di portare carta,
penna ed inchiostro; di chiedere alla signora che se avesse qualcosa da dire,
avesse la bonta' di metterlo per iscritto".
Bernadette presentando all'apparizione carta, penna e calamaio chiede: "Volete avere la bonta' di scrivere il
vostro nome e quello che desiderate da me?. Ecco la risposta: "Quello che devo dirvi non è
necessario che lo mettiate per iscritto. Volete farmi la gentilezza di tornare
qui durante quindici giorni? Io non vi prometto la felicita' in questo mondo,
ma nell'altro".
È venerdi'. Si ritiene che l'apparizione sia avvenuta di buon mattino.
Sono presenti alla grotta: la madre di Bernadette, la zia Bernarda, la signora
Milhet ed una decina di persone. È una apparizione breve, d'un quarto d'ora,
senza messaggio, silenziosa. Tutto si svolge nell'estasi e nella
contemplazione.
Un particolare: per la prima volta Bernadette porta con se' alla grotta
un cero benedetto. Lo portera' ogni volta che vi tornera' fino al 25 marzo,
giorno della XVI apparizione durante la quale la visione si dichiara essere
l'Immacolata Concezione.
V Apparizione: 20 febbraio 1858
Anche l'apparizione del 20 febbraio è secondaria. Avviene verso le sei
del mattino. Praticamente si riduce alla recita del rosario e all'estasi di
Bernadette.
Sono presenti alla grotta: la madre di Bernadette, la signora Milhet ed
una trentina di persone.
È la 1a domenica di Quaresima. L'apparizione avviene di buon mattino:
presenti un centinaio di persone tra le quali la madre di Bernadette e la zia
Basilia.
Due episodi caratterizzano questa giornata: l'incontro di Bernadette
con l'abate Pene', vicario di Lourdes, e l'interrogatorio della Veggente da
parte del commissario di polizia Jacomete dopo i vespri. È il primo
interrogatorio ufficiale che Bernadette subisce.
Bernadette si reca alla grotta nel primo pomeriggio. È seguita a
distanza da due guardie per disposizione del commissario di polizia Domenico
Jacomete. La prima delusione: la signora non appare. Racconta Bernadette: "Sono tornata alla grotta per quindici
giorni. La visione mi è apparsa tutti i giorni ad eccezione di un lunedi' e
venerdi'".
Il lunedi' era esattamente il 22 febbraio. Sulla strada del ritorno
dalla grotta commentera' semplicemente con tono scoraggiato: "Non so in che cosa ho mancato verso
quella signora perché non sia apparsa!"
L'apparizione avviene di buon mattino e l'estasi dura circa un'ora.
Bernadette dirà che in questa occasione le sono stati confidati "tre segreti personali con l'ordine di non
rivelarli a nessuno".
Sono presenti alla grotta la madre, le due zie di Bernadette ed un
centinaio di persone. Tra queste alcune personalita' ed uomini di cultura. In
particolare: l'avvocato Dufo, membro del consiglio comunale e futuro sindaco di
Lourdes, il sig. Estrade ed il dott. Dozous medico-scienziato e positivista
ateo. Quest'ultimo si è recato alla grotta per osservare e controllare da
vicino Bernadette e smascherare in nome della medicina e della scienza la
"montatura di Massabielle".
Dozous torna a casa fortemente
scosso nella sua incredulita'. Si convertira' e diverra' uno dei testimoni base
degli avvenimenti di Lourdes.
Sono presenti 200-300 persone. L'apparizione dice a Bernadette:
"Penitenza! Penitenza!
Penitenza!"
"Pregate Dio per i
peccatori!"
Poi la prega di "salire in
ginocchio l'interno della grotta, di baciare la terra in segno di penitenza per
i peccatori".
Con l'ottava apparizione inizia "la fase penitenziale" delle
Apparizioni. Da questo momento,
Bernadette, ogni volta che andra' alla grotta, ripetera' sempre gli stessi atti
di penitenza (che molti pellegrini si guardano bene dal ripetere; eppoi,
tornati a casa, si lamentano per non essere stati guariti NDA).
L'apparizione avviene verso le 5 del mattino. Sono presenti Bernarda e
Lucilla, zie di Bernadette e circa 300 persone.
È piovuto tutta la notte, fa freddo. Nonostante ciò, la grotta è
letteralmente stipata di gente. L'invito rivolto ieri dall'apparizione a
Bernadette qui si completa e si allarga. Non
solo deve camminare in ginocchio, baciare la terra, ma anche mangiare dell'erba
selvatica.
Alla nona apparizione è legata l'origine della Sorgente. Racconta
Bernadette:"La visione mi disse di
andare a bere alla fontana. Non vedendola, andai a bere al fiume. Mi disse che
non era la' che dovevo andare e mi fece segno col dito di recarmi sotto la
roccia.
Vi andai, ma vi trovai soltanto
un po' di acqua melmosa. Vi misi la mano ma non riuscii a prenderne. Allora
scavai con le mani e solo così riuscii a prenderne. Per tre volte la gettai via
perché sporca, alla quarta riuscii a berla.
Mi fece mangiare anche
dell'erba che si trovava vicino alla fontana".
(È estremamente importante meditare sul fatto
che solamente dopo che Bernadette - che ovviamente rappresenta tutto il genere
umano- ha pregato il Rosario con la Madonna apparsa con una lunga corona del
medesimo[51]e ha fatto penitenza camminando in ginocchio
nella grotta e mangiando erba selvatica amara, la Madonna ha fatto scaturire la
sorgente miracolosa che guarira' moltissime persone. Non è altro che un richiamo
biblico alle parole eterne di Gesù "Cercate prima il regno di Dio e la sua
giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta." (Matteo
6,33). Sarebbe opportuno che i pellegrini meditassero su questa scala di
priorita'. Eviterebbero domande inutili e provocatorie. "Cari figli! Oggi
vi invito a leggere ogni giorno la Bibbia nelle vostre case: collocatela in
luogo ben visibile, in modo che sempre vi stimoli a leggerla e a pregare.
Grazie per aver risposto alla mia chiamata!". (Medjugorje-Giovedì
18.10.1984)
La sera del 25 febbraio
Bernadette viene interrogata dal Procuratore imperiale a Lourdes, Giacomo
Vitale Dutour. È minacciata di prigione se non promette di non ritornare alla
grotta. Bernadette non promette nulla.
Venerdi' 26 febbraio non c'è stata apparizione. Sabato 27 invece, è
puntuale alla presenza di circa 800 persone.
Bernadette ripete gli stessi atti di penitenza fatti alla nona apparizione
poi prende il solito posto e inizia il rosario: entra in estasi silenziosa.
L'apparizione avviene alle 7 del mattino. Sono presenti circa 1100
persone; tra queste, il comandante Renault, inviato dal prefetto di Tarbes
Massy per rendersi conto dei "fatti straordinari".
Dopo la Messa solenne (è la domenica di Quaresima), una sgradita
sorpresa attende Bernadette: una guardia l'invita a seguirla per comparire
davanti al giudice Istruttore Ribes.
All'interrogatorio assistono il commissario di polizia Jacomet e la
guardia campestre Latapie. È il terzo interrogatorio che Bernadette subisce.
Alle solite minacce di prigione, ella risponde con serena fermezza.
L'apparizione avviene alle 7 del mattino. Sono presenti i genitori di
Bernadette e 1300 persone (secondo il calcolo del commissario Jacomet).
Per la prima volta un sacerdote è presente alla grotta e assiste
all'estasi di Bernadette: è l'abate Antonio De Zirat di Bordes. È presente anche
Giovanni Vergez, sindaco di Ossen.
Sono presenti alla grotta le due zie di Bernadette e circa 1600
persone. L'apparizione chiede la
costruzione di un Santuario e che si vada alla grotta in pellegrinaggio.
Racconta Bernadette: "Mi disse di
andare a dire ai sacerdoti di costruire cola' un Santuario. Mi recai dal signor
parroco per riferirgli la commissione. Egli mi fisso' per un momento poi mi
disse in tono affatto rassicurante:"Come si chiama questa signora?"
Gli risposi di non saperlo. Mi
disse di chiederglielo. Il giorno dopo feci così, ma ella non faceva che
sorridere".
Peyramale, parroco di Lourdes, accoglie la veggente in malo modo. La
sua diffidenza nei confronti degli avvenimenti di Massabielle lo fanno
esplodere in frasi poco garbate. Bernadette, emozionata e soprattutto
intimorita, dimentica la seconda parte della missione: la richiesta di un
pellegrinaggio alla grotta.
La sera torna dal parroco. L'incontro è preparato da Domenica Cazenave,
confidente di Bernadette. Ella stessa l'accompagna in canonica. Peyramale
l'ascolta. Risponde semplicemente:"Domandate a questa signora il suo nome
e quando lo sapremo costruiremo il Santuario e organizzeremo un
pellegrinaggio". Non aggiunge altro. Ha paura di perdere nuovamente la
calma.
Bernadette si reca alla grotta verso le sette del mattino accompagnata
dalla madre. L'attendono circa 4000 persone (secondo il rapporto del
commissario di polizia Jacomet). La visione non appare: delusione e disappunto
tra la folla.
Bernadette torna a casa e va a scuola con la tristezza nel cuore. È la
seconda volta che la signora manca all'appuntamento. Dopo la scuola, avverte
nel suo intimo quella forza irresistibile. Nel pomeriggio torna alla grotta
accompagnata dallo zio Andrea Sajous e dalla cugina Giovanna Védère. Non c'è
quasi nessuno. La Visione appare.
Avvenimenti di rilievo della giornata: il parroco Peyramale, combattuto
dal dubbio, va a consigliarsi a Tarbes dal suo amico padre Ribes. A sera
Bernadette si reca per la terza volta da Peyramale. Egli è completamente
cambiato nell'arco di una giornata. Incertezza e tolleranza si sono sostituiti
allo scetticismo ed al rimprovero.
Undici di sera: il commissario Jacomet, il segretario del sindaco
Joanas ed il sergente di gendarmeria Angla ispezionano minuziosamente la
grotta.
Giovedi', ore quattro del mattino: nuova ispezione della grotta da
parte del commissario Jacomet. Quattro agenti agli ordini dell'Aggiunto Capdeville
sono incaricati di sorvegliarla.
È il grande appuntamento del quattro marzo, la conclusione della
Quindicina. Tutti si attendono qualcosa di straordinario, magari un grande
miracolo. Il servizio d'ordine alla grotta e in paese è imponente.
Sono presenti il commissario Jacomet, la cugina di Bernadette Giovanna
Védère e le due zie; inoltre 7000-8000 persone. Bernadette si dirige alla
grotta dopo la messa delle 6,30; due gendarmi l'affiancano e l'accompagnano.
L'apparizione dura circa 45 minuti: preghiera, estasi, i soliti atti
penitenziali, la rinnovata richiesta della identita' della Signora, la risposta
di un sorriso. Tutto qui.
Conseguenza? Grande delusione e disappunto tra la folla; soddisfazione
e sospiro di sollievo da parte delle autorita'. Nel pomeriggio, Bernadette si
reca nuovamente da Peyramale per ripetergli il desiderio dell'apparizione: la
costruzione di un Santuario ed il pellegrinaggio alla grotta. Peyramale insiste
nel conoscere l'identita' dell'apparizione.
C'è una pausa nelle apparizioni. Dura venti giorni durante i quali Bernadette non si reca alla grotta. Non avverte quella forza irresistibile che la invita. Per lei è una pausa salutare durante la quale ritrova la sua tranquillita', continua a frequentare la scuola e si prepara alla Prima Comunione.
Il 18 marzo è interrogata dal Procuratore Imperiale a Lourdes, Giacomo
Vital Dutour presente il commissario Jacomet.
XVI Apparizione: 25 marzo 1858
La sera del 24 marzo a Lourdes regna la calma. Gli avvenimenti della
grotta per molti sono diventati un ricordo sempre più lontano. Bernadette col
passare dei giorni è ritornata nel silenzio e nell'anonimato. E tutto questo
con grande soddisfazione delle autorita' civili.
Il 25 marzo 1858 è la festa dell'Annunciazione e questa suscita in
molti la segreta speranza di qualcosa di straordinario. Bernadette avverte dal
canto suo quella forza irresistibile e si reca alla grotta verso le cinque del
mattino. L'accompagnano i genitori. Credono di essere soli, invece no. Notano
nel buio molte ombre in movimento. Alla grotta c'è anche il commissario
Jacomet, implacabile sorvegliante della Veggente.
Per tre volte Bernadette chiede all'apparizione la sua identita':
finalmente la risposta! Ma ascoltiamo direttamente Bernadette: "Dopo la Quindicina, le ho chiesto
ancora chi fosse e per tre volte consecutive. Ma ella sorrideva sempre. Mi
azzardai a domandarlo ancora. Questa volta pero', levo' gli occhi al cielo,
congiunse le mani all'altezza del petto e mi disse: Io sono l'Immacolata Concezione. Sono le ultime parole che mi ha
rivolto. Aveva gli occhi azzurri".
Bernadette dalla grotta si reca direttamente in canonica per riferire
al parroco l'identita' dell'apparizione. È tutta raggiante in volto. Peyramale,
invece, è sorpreso e sconcertato. Nella frase di Bernadette ha compreso tutto.
Si sente improvvisamente il vero sconfitto in questa storia. Si convince sempre
più che gli avvenimenti di Massabielle hanno del soprannaturale e che l'umile
Bernadette sta diventando la messaggera dell'Immacolata per Lourdes e per il
mondo.
Altro intervallo senza apparizioni. È durato circa 10 giorni.
I fatti del 25 marzo hanno riportato la grotta al centro
dell'attenzione generale e rinnovato l'afflusso dei pellegrini. Le autorita'
locali sono preoccupate e invocano drastici provvedimenti. Con la XVI
apparizione riprendono ed aumentano le noie e le sofferenze per Bernadette. Il
27 marzo viene sottoposta ad un esame medico-psichico da parte dei dottori
Belancie, Lacrampe e Peyrus per ordine di Massy prefetto di Tarbes. Ciò allo
scopo di internare la Veggente in un ricovero di malati per sintomi di nevrosi
e squilibrio mentale.
L'interrogatorio e la visita durano oltre due ore. Il 31 marzo i 3
dottori, dopo quattro giorni di riflessione, trovano un accordo e inviano al
sindaco di Lourdes ed al Prefetto un rapporto ch'è un capolavoro di
compromesso. In definitiva si consiglia di rinviare la cosa.
L'apparizione avviene verso le cinque del mattino. Sono presenti un
centinaio di persone, tra queste il dott. Dozous. Durante questa apparizione
avviene il miracolo del cero.
Durante l'estasi Bernadette per
10-15 minuti ha tenuto le mani strette attorno alla fiamma del cero senza
avvertire nulla. La fiamma, mossa dal vento, passava attraverso le dita senza
bruciarle. Terminata l'estasi, Bernadette con gesto repentino allontana le mani
e lascia cadere il cero. Il dott. Dozous, che osservava attentamente, si avvicina
subito per controllare le mani della fanciulla: sono perfettamente intatte,
senza alcun segno di bruciatura. Questo fatto determina la sua definitiva
conversione.
Il 12 novembre 1859 dirà nella sua deposizione: "Ne ebbi
abbastanza. Mi convinsi che in quel fenomeno c'era qualcosa di misterioso e
soprannaturale". Il 9 aprile 1858, due giorni dopo il fenomeno, dirà al
commissario Jacomet: "Ho esaminato
le sue mani: nemmeno la più leggera traccia di bruciatura. Adesso credo! Ho
visto con i miei occhi".
È l'intervallo più lungo nella storia delle apparizioni. In questi tre
mesi accadono avvenimenti di notevole rilievo. Il 3 giugno 1858 Bernadette fa
la Prima Comunione nella Cappella dell'Ospizio di Lourdes. Il fenomeno delle
false apparizioni riveste una particolare importanza: una degenerazione del
religioso e del soprannaturale con conseguente Decreto di chiusura e di
interdizione alla grotta. Il Decreto è del 10 giugno nei seguenti 5 articoli:
1 - È vietato attingere acqua alla sorgente della grotta.
2 - È vietato l'accesso al suolo comunale denominato "riva
Massabielle".
3 - All'entrata della grotta sara' innalzata una barriera per impedirne
l'accesso.
4 - Ogni contravventore della presente Ordinanza sara' perseguito
secondo legge.
5 - Il commissario di polizia e le autorita' comunali sono incaricate
della osservanza della presente ordinanza.
Della XVIII ed ultima apparizione Bernadette non ha fatto mai cenno
nelle sue deposizioni: ne' il 17 novembre 1858 davanti alla Sottocommissione
d'inchiesta, ne' il 7 dicembre 1860 davanti al vescovo mons. Laurence.
Quali le ragioni di questo silenzio? Probabilmente Bernadette ha
ritenuto questa apparizione esclusivamente personale, riservata. Ce ne parlano
pero' varie testimonianze.
La data è quella del 16 luglio, festa della Madonna del Carmelo. La
grotta è ancora bloccata dall'Ordinanza prefettizia, il divieto di accesso è
ancora in vigore. Bernadette avverte nel suo intimo l'irresistibile invito.
Come fare? Rinunziare? Disobbedire all'Ordinanza prefettizia ed incorrere nelle
sanzioni previste dalla legge? Zia Lucilla Casterot trova una soluzione:
andranno insieme alla grotta per altra strada. Prendono la strada per Pau e si
recano nella Prateria Ribére, di fronte alla grotta sbarrata dall'altra sponda
del fiume ad una distanza di 150 metri circa. Questa zona non rientra nel
perimetro del divieto prefettizio. Di qui Bernadette vede per l'ultima volta la
Vergine Immacolata. Dirà più tardi:"Io
non vedevo ne' la barriera ne' il Gave. Mi sembrava di essere davanti alla
grotta come le altre volte. Vedevo soltanto la Vergine. Mai l'ho vista così
bella!"
L'estasi è durata un quarto d'ora circa. Terminata l'apparizione,
Bernadette si alza con il suo solito atteggiamento lento e raccolto. In volto
le si legge una felicita' piena.
La notizia della XVIII apparizione resta in un cerchio ristrettissimo
di persone, tra le quali l'abate Pène. Nemmeno l'attento commissario Jacomet
verra' a conoscenza della cosa.
Si chiude così il ciclo delle apparizioni. È nata veramente Lourdes,
destinata a diventare una storia di fede, un messaggio di speranza, un invito
costante alla preghiera ed alla penitenza, un faro acceso dalla Vergine
Immacolata per milioni di uomini desiderosi di ritrovare o meglio capire il
senso di Dio nella loro vita.[52]
Le apparizioni di Lourdes, su cui sono stati scritti libri e girati
films più o meno fedeli alla realta' storica dei fatti, presentano una
caratteristica particolarissima: l'incontro della Madre Divina con i figli
sofferenti, in anima e corpo, e l'offerta ai medesimi dei rimedi per
eccellenza: preghiera e penitenza.
Biblicamente ricaviamo che vi sono tre tipi di sofferenza:
a) conseguenza del peccato
"Ecco che sei guarito; non peccare più, perché non ti abbia ad accadere
qualcosa di peggio" (Giovanni 5,14); (Quando Dio è triste a causa delle
nostre anime, ci invia le sofferenze per poterci salvare);[53]
b) strumento per manifestare le
opere di Dio "Rabbi', chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché
egli nascesse cieco?". Rispose Gesù:"Ne' lui ha peccato ne' i suoi
genitori, ma è così perché si manifestassero in lui le opere di Dio"
(Giovanni 9,1-2);
c)Prova (Giobbe 1,1 seg.);
d) unione con le sofferenze di Cristo
per la salvezza dei peccatori "Vi esorto dunque, fratelli, per la
misericordia di Dio, ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e
gradito a Dio." (Romani 12,1)- Invito della Madonna di Fatima ai tre
pastorelli ad offrire le sofferenze per la salvezza dei peccatori.
È chiaro comunque che se non ci fosse stato il peccato originale non ci
sarebbero sofferenze. Tali sofferenze spariranno a coloro che andranno in
Paradiso "Ecco la dimora di Dio con gli uomini!
Egli dimorera' tra di loro
ed essi saranno suo popolo
ed egli sara' il "Dio-con-loro".
E tergera' ogni lacrima dai loro occhi;
non ci sara' più la morte,
ne' lutto, ne' lamento, ne' affanno,
perché le cose di prima sono passate".
(Apocalisse 21,3 seg.)
Lourdes è il luogo in cui sono avvenute migliaia di guarigioni che la
scienza medica ha considerato inspiegabili.
L'UFFICIO MEDICO DI LOURDES
Prima di parlare dei miracoli di Lourdes è indispensabile spiegare la
funzione del "Bureau de Constatations Médicales" e delle procedure
adottate per esaminare le guarigioni. Credo che ciò sia fondamentale in quanto
molti equivoci nascono dall'ignoranza, a volte deliberatamente stimolata da
parte degli "strumenti delle tenebre" (Matteo 13,24 seg.), per i loro
scopi mistificatori della verita'.
"Nel 1882 è stato istituito il "Bureau de Constatations
Médicales" chiamato oggi "Ufficio Medico di Lourdes". È formato
da medici presenti a Lourdes, ma aperto ad ogni altro medico di qualsiasi
nazione, fede ed ideologia. Suo compito è quello di constatare dal punto di
vista medico le guarigioni che avvengono sul posto e raccogliere un
"dossier" sanitario che permetta di certificare sia la malattia
precedente che la guarigione.
Dal 1947 esiste un secondo Organo stabile composto da 30 medici con
sede a Parigi. Dapprima fu denominato "Comitato Medico Nazionale",
dal 1954 "Internazionale". Di fronte alla guarigione, la prima fase è
l'esame dello stato presente del guarito. Tutti possono accertarsi,
interrogare, prendere visione dei documenti.
Se il fatto è ritenuto clinicamente
inspiegabile, viene definito dall'Ufficio
Medico "grande guarigione". Trascorso il tempo di almeno un anno,
il caso passa al "Comitato Medico Internazionale". Il
"dossier" viene affidato ad un esperto della malattia in questione,
scelto tra i membri del Comitato. Dopo approfondito esame, questi passa le
conclusioni alla riunione plenaria del Comitato che avviene a Parigi al massimo
una volta all'anno per la conferma o meno del "carattere
inspiegabile" della guarigione.[54]"
Secondo il dott. Mario Botta, membro del Bureau Medical,[55] "...Con il termine
"guarigione" bisogna intendere la fine di una malattia, con ritorno
degli elementi anatomici alla loro normale costituzione, implicante la
cessazione delle turbe delle funzioni organismiche che riprendono il loro corso
normale.
Di solito, perché si realizzi la guarigione occorrono mezzi ed occorre
tempo; ed anche, una volta riavuta la salute, la malattia stessa può
recidivare, cioe' ricomparire, dopo un periodo di benessere più o meno lungo.
Definiamo ora il concetto di "miracolo", valendoci delle
parole stesse dell'ex Presidente del Bureau Médical, dott. Alfonso Olivieri:
"Ciò che noi chiamiamo miracolo è senza dubbio una guarigione, ma una
guarigione cui la Chiesa ha
riconosciuto ufficialmente il carattere autenticamente soprannaturale".
A questo punto conviene considerare come viene praticamente realizzato
il controllo delle guarigioni.
Il controllo si articola in 4 diversi momenti:
1) I medici (accompagnatori dei Pellegrinaggi, curanti, presenti a
Lourdes). I curanti compilano le cartelle cliniche consegnate poi ai medici del
pellegrinaggio nelle quali si indicano le condizioni del malato, la natura, la
data dei trattamenti praticati e la loro efficacia. La cooperazione dei medici
curanti è necessaria per le inchieste ulteriori in caso di guarigioni.
2) Bureau Médical de Lourdes. I medici presenti a Lourdes al momento della
guarigione vengono convocati al Bureau per esaminare il "guarito" e
sono pregati di rispondere alle seguenti domande:
a) La malattia descritta nei certificati esisteva veramente al momento
del pellegrinaggio a Lourdes?
b) La malattia si è immediatamente arrestata nel suo decorso quando
nulla faceva prevedere un miglioramento?
c) Vi è stata guarigione? È avvenuta senza l'uso di medicine, o
comunque queste si sono rivelate sicuramente inefficaci?
d) È bene prendere tempo prima di dare una risposta?
e) È possibile dare una spiegazione medica di questa guarigione?
f) La guarigione sfugge totalmente alle leggi della natura?
Il primo esame ha luogo di solito all'indomani della guarigione ed è
ovviamente insufficiente. "L'ex-malato" è riesaminato successivamente
ogni anno, soprattutto nei casi in cui la malattia è suscettibile di presentare
nella sua normale evoluzione dei lunghi periodi di remissione, cioe' di
diminuizione temporanea dei sintomi. Ciò allo scopo di accertare la
autenticita' della guarigione e la sua stabilita' nel tempo.
3) Comitato medico Internazionale di Lourdes. Comprende una trentina di
medici di varie nazionalita', in maggioranza specialisti in campo medico e
chirurgico. Esso si riunisce a Parigi circa una volta all'anno per pronunciarsi
su dei casi di guarigione precedentemente riconosciuti dal Bureau Médical. Ogni
caso è affidato all'esame di un esperto che ha il tempo che desidera per
giudicare e completare il dossier che gli è sottoposto. La sua relazione viene
poi discussa dal Comitato che può accettare, aggiornare o respingere le
conclusioni del Relatore.
4) Commissione Canonica. Essa è infine incaricata di esaminare il caso
sia sul piano medico che religioso. Questa commissione, costituita dal Vescovo
della Diocesi di cui è originaria la persona guarita, propone a Lui le sue
conclusioni, riguardanti il carattere soprannaturale di questa guarigione e ne
conosce la paternita' divina.
La decisione finale spetta al Vescovo che solo può pronunciare un
giudizio canonico riconoscendo "miracolosa" la guarigione."
Il dott. Pilot (responsabile dell'Ufficio Medico Internazionale di
Lourdes), da me intervistato[56], ha dichiarato:"Sono circa duemila le
guarigioni che la scienza medica internazionale ha riconosciuto come
"straordinarie" dall'inizio delle Apparizioni fino ad oggi.
Sessantacinque sono i miracoli dichiarati dalla Chiesa ". Ed alla mia domanda
sul perché di questa differenza ha risposto: "I criteri che la scienza
medica adotta per il discernimento sono i medesimi adottati dalla Chiesa . Noi
consegnamo i dossier ai vescovi che hanno competenza sulla diocesi in cui sono
avvenute le guarigioni. Spetta a loro stabilire teologicamente che si è
trattato di un miracolo".
Ora se noi pensiamo a certi vescovi,[57] possiamo comprendere perché i "miracoli", nonostante il
parere scientifico internazionale, siano così pochi. Del resto anche il Papa
ritiene, in generale, che:"Può accadere che con le loro imperfezioni o addirittura con le loro colpe, anche
dei vescovi vengano meno alle esigenze della loro missione e rechino danno alla comunita'. Non c'è
da meravigliarsene: anche gli apostoli avevano dei difetti: durante la vita pubblica
di Gesù litigavano per il primo posto; Paolo ebbe uno scontro con Pietro su
questioni dottrinali ed aveva un carattere non facile. Infine ecco la
consapevolezza della Chiesa , formata da uomini, di essere peccatrice, dunque
"semper reformanda". Il Cristo ha voluto operare per mezzo di uomini
imperfetti e in certi momenti riprovevoli, perché al di sopra delle loro
debolezze avrebbe trionfato la forza della grazia, data dallo Spirito
Santo"[58].
Per fortuna ci pensa lo Spirito
Santo a far "propaganda" stimolando i guariti a testimoniare ciò che
Dio ha fatto per loro (Luca 8,39).
Al numero, considerevole, dei guariti secondo la scienza medica
dobbiamo aggiungere anche le migliaia di persone che hanno ottenuto grazie di
guarigione per malattie che non hanno riscontro documentato; per cui non
vengono prese in considerazione dai medici. Pensiamo ad esempio al famoso mal
di testa cronico per il quale non c'è rimedio. Spesso non è diagnosticabile
come causa organica, ma costituisce un tormento per chi ne è affetto. Una
guarigione da tale malattia non è documentabile, ma è pur sempre una grande
grazia per chi la riceve. E così per altre infermita'...comprese quelle
spirituali e le liberazioni dai demoni; anch'esse escluse dal computo
ufficiale.
Per concludere riportero' un miracolo dichiarato tale anche dalla
Chiesa , avvenuto il 16 aprile 1962.[59]
"Vittorio Micheli, 22 anni, in servizio militare come Alpino a
Feltre, è ricoverato il 16 aprile 1962 all'Ospedale Militare di Verona per
dolori a livello dell'osso ischiatico sinistro, dolori comparsi nel mese di
Marzo precedente.
L'esame obiettivo, molto dettagliato, riporta i seguenti elementi:
segni soggettivi: il malato accusa dolori a livello del rachide
lombo-sacrale, dell'anca e della coscia sinistra irradiati all'arto inferiore;
segni obiettivi: presenza a livello della regione iliaca sinistra di
una voluminosa massa, a contorni irregolari, molliccia, situata profondamente.
La mobilizzazione dell'anca è estremamente ridotta a seguito del dolore
che essa comporta. Accorciamento dell'arto inferiore sinistro di entita' non
precisata.
È prescritta una terapia medica: ACTH e vitamine B1 e B12; nessun
miglioramento. I dolori aumentano, la deambulazione diventa sempre più
difficoltosa. Radiografie dell'anca sinistra, 22 maggio 1962 (cioe' dopo più di
un mese di ricovero): "Alterazione strutturale dell'osso con osteolisi
(che significa distruzione della sostanza ossea) che interessa la meta'
inferiore dell'ala iliaca sinistra ed il tetto acetabolare. I caratteri della
lesione fanno pensare a una forma neoplasica (sospetto osteosarcoma). 29 maggio
1962: biopsia. Il muscolo piccolo gluteo è in parte distrutto, sostituito da un
tessuto lardaceo, di consistenza dura, privo di vasi sanguigni e senza alcuna
delimitazione (tumore non capsulato). Al disotto del muscolo piccolo gluteo si
reperta il piano osseo iliaco con numerose propaggini irregolari senza limiti
netti, in certi punti friabili e facili ad essere staccate. In questa massa
ossea vegetante si prelevano parecchi frammenti.
Reperto istologico: prof. Natucci.
Il muscolo piccolo gluteo è invaso da un sarcoma a cellule fusiformi
caratterizzato da un'abbondante proliferazione di elementi cellulari allungati,
arrotondati, con nuclei fortemente atipici...L'esame dei frammenti ossei mostra
un aspetto necrotico.
22 giugno 1962: Micheli è indirizzato all'Ospedale Militare di Trento.
Aggravamento dei dolori a livello del bacino e dell'arto inferiore sinistro.
Grande apparecchio gessato pelvi-pedidio. 18 luglio 1962: il malato è trasferito
al Centro Tumori di Borgo Valsugana in vista di un trattamento al cobalto. Tre
giorni dopo Micheli viene dimesso in quanto ritenuto non in grado di essere
sottoposto a terapia radiante.
L'équipe medica sembra dunque aver
ritenuto inutile la radioterapia.
Dolori continui. Stato generale pessimo: pallore, ipotonia muscolare,
ingrandimento dell'ombra cardiaca, comparsa di extrasistoli, P.A.100/70. Nulla
di patologico all'addome e ai polmoni.
Diagnosi: osteosarcoma dell'emibacino sinistro.
Il gesso pelvi-pedidio viene rinforzato, esso è ben tollerato e
permette il cammino.
5 agosto 1962: il malato viene di nuovo ospedalizzato a Trento con il
suo gesso e qui restera' fino al 23 aprile 1964 (durante la degenza furono
eseguite numerose radiografie).
13 novembre 1962: le nuove radiografie evidenziano un aggravamento del
processo di distruzione dell'emibacino sinistro, con lussazione della testa del
femore che risale di 5 cm.
12 gennaio 1963: condizioni stazionarie. Viene tolto l'apparecchio
gessato. Radiografia: nessuna apprezzabile variazione nell'aspetto del tumore.
Il femore ha perso ogni connessione con il bacino, è completamente lussato. Un
nuovo apparecchio gessato viene approntato il 19 febbraio 1963. Nel corso dei
primi mesi del 1963 Micheli accusa disturbi digestivi.
1 aprile 1963. I dolori riprendono a livello dell'anca sinistra con
irradiazione verso il ginocchio.
24 maggio 1963: si sostituisce l'apparecchio gessato con uno
rinforzato, poiche' il malato desidera
andare in pellegrinaggio a Lourdes. Durante il cambiamento dell'apparecchio
gessato un nuovo esame clinico dimostra: anca sinistra estremamente deformata,
globosa; l'arto inferiore sinistro ha un aspetto ciondolante. Esso è riunito al
bacino soltanto da un fascio di parti molli senza alcun elemento scheletrico.
Alla palpazione non si rileva nessun elemento osseo, ma soltanto una massa
informe di consistenza pastosa. Il malato è incapace di imprimere all'arto
inferiore sinistro il benche' minimo movimento.
24 maggio-6 giugno 1963: Pellegrinaggio
a Lourdes.
Micheli fu immerso con il suo
gesso nella piscina il 29 Maggio 1963. "Dopo il bagno ebbi fame,
potei sospendere immediatamente gli analgesici che prendevo costantemente. Un mese
dopo il pellegrinaggio ho constatato che il mio stato era cambiato e ho notato
un consolidarsi della mia coscia nel gesso, nel senso che la coscia sembrava
attaccata al bacino. Ho provato a camminare e mi accorsi che la gamba poteva
sostenermi, ho gettato le stampelle e bastone e ho potuto camminare liberamente
nel gesso. Quando mi hanno tolto il gesso, in febbraio ho potuto camminare
subito".
30 giugno 1963: condizioni generali migliorate, arresto improvviso nella evoluzione del tumore (dott. Frizzera).
L'esame clinico dice: il dolore è diminuito, lo stato generale è migliore, il
paziente cammina con il suo apparecchio gessato. Nessun trattamento. Un
certificato precisa: "condizioni generali decisamente migliorate".
23 agosto 1963: radiografia sotto gesso. Si constata una densificazione
della zona tumorale e sopra la testa del femore un orletto di condensazione che
sembra essere l'abbozzo del contorno di un neocotile.
5 gennaio 1964: Micheli continua a camminare con l'apparecchio gessato
senza dolori e senza stampelle.
18 febbraio 1964: viene rimosso l'apparecchio gessato, è possibile la
deambulazione immediata senza alcuna difficolta'. All'esame obiettivo si
rileva: risalita del gran trocantere (sporgenza ossea del femore), pertanto
l'anca sinistra è ad un livello più alto che la destra, in posizione di
lussazione. Accorciamento dell'arto inferiore sinistro di 3 cm. Atrofia (cioe',
potremmo dire, dimagrimento, assottigliamento) della coscia, con riduzione
circonferenziale di 7 cm.
Radiografie del 19 febbraio 1964: "singolare ricostruzione dei tessuti ossei del bacino che erano
completamente distrutti, la testa del
femore si è ricreata una nuova cavita', situata a 4 cm circa sopra la
precedente".
12 maggio 1964: visita di controllo del dott. Frizzera (osp. di Levico)
che constata: "condizioni generali floride, deambulazione senza bastone,
senza dolori, con soltanto una leggera zoppicatura; arto inferiore sinistro in
leggera rotazione esterna di 20°, l'aspetto dell'articolazione è normale.
L'escursione articolare dell'anca è ampia. Esame clinico toracico e addominale
negativo.
Il Bureau Médical di Lourdes ha ricevuto a diverse riprese notizie del
Micheli; tutti i certificati inviati dal dott. Frizzera, che ha seguito il
Micheli molto da vicino, e dal dott. Brandolani confermano le eccellenti
condizioni del Micheli.
All'esame obiettivo locale la palpazione della branca ileo-pubica
sinistra mostra la presenza di una massa grossa come un uovo di piccione,
liscia, dura, solidale all'osso. La mobilita' è soddisfacente. La deambulazione
si effettua senza bastone e senza dolori. Micheli
può saltare, correre,...L'atrofia muscolare della coscia è progressivamente
regredita, ora non è più che di 2 cm.
Micheli afferma che si sente molto bene; lavora in una industria dove rimane
in piedi 8-10 ore al giorno, guida l'automobile, fa delle escursioni in
montagna; non ha mai interrotto il suo lavoro.
22 giugno 1968: nuova visita di controllo con radiografia all'Ospedale
di Levico. Il dott. Frizzera scrive al dott. Olivieri confermandogli che
Micheli va molto bene. La radiografia ha evidenziato un osso iliaco un po'
slargato all'altezza della sede del tumore scomparso, ma l'osso è ben
consolidato. Inoltre, articolazione coxo-femorale con neo-cotile ben
continente, buona interlinea articolare, eccellente calcificazione dell'insieme
dello scheletro.
23 aprile 1969: esame clinico del dott. Frizzera. Condizioni generali
floride, peso Kg. 81. Esame del collo e del torace negativo. P.A. 140/90.
Addome trattabile ed indolore, fegato e milza nei limiti della norma. Emibacino
sinistro: si nota una irregolarita' di consistenza osteo-cartalaginea della
branca ileo-pubica; la branca ischio-pubica è normale. Il gran trocantere è 3
cm. al di sopra del normale rispetto al lato destro. Movimenti dell'anca:
flessione 90°, rotazione interna ed esterna pressoche' complete.
Ginocchio normale. Nessuna atrofia dell'arto inferiore sinistro. 24
gennaio 1972: il dott. Frizzera ha voluto confermare per iscritto l'eccellente
salute di Vittorio Micheli che non risente di alcun disturbo, cammina
normalmente, può reggersi sulla sola gamba sinistra dove prima esisteva il sarcoma.
DISCUSSIONE
Ritengo di fondamentale importanza riportare i termini della
discussione medica relativi alle guarigioni "inspiegabili" scientificamente.
E ciò per fare un po' di chiarezza riguardo a quanto di falso, superficiale, disinformato e diabolico circola
riguardo alle guarigioni di Lourdes.
"Va detto che il medico deve comportarsi in sede di discussione dei
fatti di Lourdes, come nella vita medica quotidiana (nel suo studio,
nell'ospedale), deve lasciarsi guidare dai fatti, senza nulla aggiungere ne'
togliere, e discutere di fronte al "malato di Lourdes" come davanti
ad un malato ordinario.
Il trattamento: il dott. Romanese, specialista in chirurgia
ortopedica, e il medico colonnello Cindolo affermano in modo perentorio che Micheli non ha mai subito trattamenti di
terapia radiante, ne' assunto medicinali citostatici, ne' è stato mai
sottoposto ad interventi chirurgici a scopo terapeutico. Ha soltanto
ricevuto prima del pellegrinaggio a Lourdes analgesici e narcotici.
Gli esami strumentali: la metodica diagnostica più importante è
stata applicata, cioe' si è effettuata la biopsia i cui risultati sono incontrovertibili,
essendo stati controllati da tre professori di Facolta', specialisti in
materia, di fama internazionale.
Discussione della diagnosi
Diagnosi clinica. La neoformazione presentata dal Micheli a
livello dell'anca sinistra era "informe" e di "consistenza
pastosa" con "invasione delle parti molli". Questi caratteri
sono significativi di malignita' della forma tumorale in oggetto.
Diagnosi radiologica. Le
radiografie (eseguite nel '62-'63) hanno evidenziato una neoformazione
distruttiva della maggior parte dell'osso iliaco con
1) osteolisi importante e scomparsa della cavita' cotiloidea;
2) la neoformazione sconfinava progressivamente confondendosi con
quella delle parti molli;
3) non vi era il benche' minimo
accenno a ricostruzione ossea.
Questi tre caratteri
documentano la malignita' del tumore.
Diagnosi anatomo patologica. È stata formulata dai prof. Natucci, Payan
e Fabre che hanno esaminato i vetrini istologici a diverse riprese con i loro
collaboratori. La diagnosi anatomo-patologica si articola in 3 momenti:
1) si trattava di un tumore maligno. I caratteri istologici: assenza di
capsula delimitante, presenza di mitosi, di atipie nei nuclei delle cellule,
l'invasione dei muscoli e la distruzione del tessuto connettivo.
I professori anatomo-patologi italiani e francesi con i loro
collaboratori, in totale una quindicina di specialisti, sono stati tutti
d'accordo nella diagnosi, compresi i non
credenti.
Questa unanimita' internazionale è troppo significativa per non essere
sottolineata.
2) Qual'era la natura di questo sarcoma? È sorta una discussione se si
trattasse di un osteosarcoma (sarcoma originato a carico dello scheletro con
ossificazioni irregolari), oppure di un sarcoma a cellule fusiformi (sarcoma
suscettibile di interessare tutti i tipi di connettivo), od anche di un
reticolo-sarcoma (sarcoma originato a carico dei connettivi di tipo
reticolare). A rigore queste diagnosi non si contraddicono (va detto infatti
che in campo di neoplasie maligne possono esistere varianti morfologiche a
seconda delle sedi di prelievo e talvolta del momento evolutivo). I tre
specialisti interpellati in proposito concordano nell'affermare che si tratta di un tumore maligno di
origine connettivale, in particolare di un sarcoma a cellule fusiformi.
3) Precisare l'origine del sarcoma. Dai clichés radiografici, tenuto
conto dell'imponente osteolisi dell'osso iliaco risulta chiaro che il sarcoma
aveva preso origine a livello dell'osso iliaco ed aveva secondariamente invaso
le parti molli circostanti.
Dal punto di vista anatomo-patologico i dati collimano con quelli
radiologici, infatti il prof. Payan nei suoi reperti del 7 aprile '65 e 18
aprile '69 scrive: "Le aree neoplastiche si trovano a contatto con le
trabecole osteoclisate".
La prognosi del sarcoma, si sa, è estremamente severa.
Problema della guarigione
Possiamo affermare che nel caso di Micheli si tratta effettivamente di
una guarigione poiche', come appare evidente, gli elementi anatomici hanno
ripreso la loro normale struttura (vedi scheletro e articolazione distrutta che
si sono riformati) e le funzioni (mobilita', deambulazione) sono state
ripristinate.
Affrontando in modo analitico il problema è doveroso porci precise
domande.
a) La guarigione è veramente effettiva sul piano clinico, anatomico e
radiologico?
Clinico: i diversi esami clinici praticati nel corso degli anni dal '63
in poi e confermati recentemente dal dott. Frizzera rilevano uno stato di salute eccellente, la scomparsa dei dolori,
la deambulazione normale, escursioni articolari dell'anca ampie.
Persiste soltanto una claudicatio dovuta al fatto che la ricostruzione
dell'articolazione dell'anca è avvenuta ad un livello un po' superiore a quello
controlaterale.
Da oltre 13 anni Micheli non ha più presentato nulla di patologico,
egli conduce una vita familiare e sociale normale. Pratica un lavoro faticoso,
fa escursioni in montagna.
Radiologico-anatomico: le radiografie eseguite dal '64 in poi
evidenziano una ricostruzione strutturalmente normale dell'osso iliaco e della cavita'
cotiloidea. L'osso si è ricostituito non soltanto nella sua morfologia esterna,
ma anche sono ricomparse in modo ordinato le trabecole ossee, lo stato di
calcificazione è eccellente. L'adattamento delle superfici articolari fra loro
è perfetto, l'insieme del sistema osseo ileo-femorale è solido.
b)Qual'è la data della guarigione? La risposta si trova nelle
testimonianze dei medici italiani, in sintesi nei loro certificati si dice che:
"è al momento del pellegrinaggio a
Lourdes che lo stato di Micheli si è radicalmente modificato".
Il momento preciso della guarigione può essere desunto dalle
affermazioni dello stesso Micheli il quale, senza esitazione,racconta che dal momento in cui fu immerso nella piscina
egli ebbe fame, inoltre avverti' netta la sensazione che il suo arto
ciondolante fosse di nuovo attaccato al bacino....non ebbe più bisogno di
analgesici, essendo i dolori
immediatamente scomparsi.
Normalmente, quando una malattia grave guarisce passa un tempo più o
meno lungo prima della ripresa dello stato generale e delle funzioni
organismiche. Per Micheli non ci fu
affatto convalescenza (condotto la' su una barella, in condizioni
gravissime, riprese a camminare un mese dopo il ritorno da Lourdes). Noi non abbiamo mai osservato una tale
trasformazione nel caso di un sarcoma, ne', a maggior ragione, non sottoposto
ad alcun trattamento. L'assenza di convalescenza deve far riconoscere, in tutta
buona fede, che la guarigione è avvenuta "fuori dal tempo".
c)Qual'è stata la natura intrinseca della guarigione? Va detto che
l'osso è costituito da una impalcatura connettivale (cellule e fibrille)
biologicamente vivente, e da sali minerali, materiali inerti che conferiscono
allo scheletro solidita' e resistenza. In un tumore osseo maligno è colpita la
sola componente connettivale: è a spese di questa che si sviluppano e
proliferano le cellule neoplastiche cancerose. I sali minerali subiscono
passivamente le fluttuazioni dello sviluppo tumorale: a volte abbondano, come
nel caso dei sarcomi osteogenetici, a volte, al contrario, scompaiono, come nel
caso dei sarcomi osteolitici (vedi Micheli).
Nel caso di guarigione di un sarcoma sono gli elementi connettivali
cancerosi che cessano di proliferare, poi degenerano e il tumore scompare. È
solo secondariamente che i sali minerali vengono richiamati a livello dell'osso
primitivamente interessato dal tumore. Un sarcoma osseo può essere
"intrinsecamente" guarito anche se "estrinsecamente"
l'immagine radiologica scheletrica non è modificata all'istante, ci vuole
infatti del tempo perché l'osso si ricalcifichi completamente.
Dunque lo stato "biologico" di Micheli è evoluto in due
tempi: 1°) scomparsa del sarcoma; 2°) ricalcificazione.
d) Si è mantenuta stabile la guarigione? Sono trascorsi più di dodici
anni, quindi ben più dell'intervallo di tempo di 5 anni richiesto per il
controllo delle recidive tumorali, da che Micheli è venuto in pellegrinaggio a
Lourdes, e la guarigione si è mantenuta completa, senza il minimo difetto.
e) Esistono dei segni residui della malattia? Si', essi consistono
nella presenza ad un livello più alto della cavita' cotiloidea ricostruita che,
peraltro, risulta perfetta sul piano anatoma-funzionale. Tale diversa localizzazione del neocotile rende autentica la
pre-esistenza della malattia, cioe' del sarcoma.
f) La guarigione è clinicamente spiegabile? Il parere degli specialisti
è categorico: nessuna spiegazione medica
della guarigione di Micheli può essere fornita; nessuno ha potuto mai
constatare una simile ricostruzione degli elementi ossei con totale scomparsa
dell'infiltrazione neoplastica delle parti molli.
In breve
- Micheli è stato guarito da un
tumore canceroso del bacino;
- Micheli non ha subito alcun
trattamento;
- Una articolazione distrutta
si è ricostruita spontaneamente senza intervento chirurgico;
- L'arto inferiore, che era
inutilizzabile, è divenuto solido;
- Micheli ha camminato di nuovo
un mese dopo il suo ritorno da Lourdes;
- La prognosi era senza
riserve: ora il malato è vivo e presenta uno stato di salute eccellente, a 13
anni dal suo ritorno da Lourdes.
DECRETO CANONICO
S.E. Mons. Alessandro Maria Cottardi
Arcivescovo di Trento
Trento, 26 maggio 1976
"...Vi sono elementi sufficienti a riconoscere un intervento
speciale della potenza di Dio Creatore e Padre. In esso si manifesta, oltre un
segno della benevolenza divina verso l'uomo sofferente, la validita' di intercessione della Vergine Immacolata".
Ho riportato il documento medico inerente al 65 miracolo, dichiarato
tale anche dalla Chiesa , in modo che chiunque non sia in malafede possa
meditare sull'analisi medico-scientifica che accompagna seriamente questi
prodigi. Se poi ripensiamo a quanto dichiarato dal dott. Pilot, responsabile
medico dell'Ufficio Medico Internazionale di Lourdes,[60] non possiamo non riflettere sulla grande
occasione che Dio, tramite Sua e nostra Madre, ha donato all'umanità per
purificarsi nell'anima e nel corpo. Altro che maghi e stregoni, veicoli di
perdizione e di violazione biblica![61]
"[1]Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una donna vestita di
sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici
stelle.
[2]Era incinta e gridava per le doglie e il travaglio del parto.
[3]Allora apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago rosso, con
sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi;
[4]la sua coda trascinava giù un terzo delle stelle del cielo e le
precipitava sulla terra. Il drago si pose davanti alla donna che stava per
partorire per divorare il bambino appena nato.
[5]Essa partorì un figlio maschio, destinato a governare tutte le
nazioni con scettro di ferro, e il figlio fu subito rapito verso Dio e verso il
suo trono.
[6]La donna invece fuggì nel deserto, ove Dio le aveva preparato un
rifugio perché vi fosse nutrita per milleduecentosessanta giorni.
[7]Scoppiò quindi una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli
combattevano contro il drago. Il drago combatteva insieme con i suoi angeli,
[8]ma non prevalsero e non ci fu più posto per essi in cielo.
[9]Il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo
e satana e che seduce tutta la terra, fu precipitato sulla terra e con lui
furono precipitati anche i suoi angeli.
[10]Allora udii una gran voce nel cielo che diceva:
«Ora si è compiuta
la salvezza, la forza
e il regno del nostro Dio
e la potenza del suo
Cristo,
poiché è stato
precipitato
l'accusatore dei
nostri fratelli,
colui che li accusava
davanti al nostro Dio
giorno e notte.
[11]Ma essi lo hanno
vinto
per mezzo del sangue
dell'Agnello
e grazie alla
testimonianza del loro martirio;
poiché hanno
disprezzato la vita
fino a morire.
[12]Esultate, dunque,
o cieli,
e voi che abitate in
essi.
Ma guai a voi, terra e
mare,
perché il diavolo è
precipitato sopra di voi
pieno di grande
furore,
sapendo che gli resta
poco tempo».
[13]Or quando il drago si vide precipitato sulla terra, si avventò
contro la donna che aveva partorito il figlio maschio.
[14]Ma furono date alla donna le due ali della grande aquila, per
volare nel deserto verso il rifugio preparato per lei per esservi nutrita per
un tempo, due tempi e la metà di un tempo lontano dal serpente.
[15]Allora il serpente vomitò dalla sua bocca come un fiume d'acqua
dietro alla donna, per farla travolgere dalle sue acque.
[16]Ma la terra venne in soccorso alla donna, aprendo una voragine e
inghiottendo il fiume che il drago aveva vomitato dalla propria bocca.
[17]Allora il drago si infuriò contro la donna e se ne andò a far
guerra contro il resto della sua discendenza, contro quelli che osservano i
comandamenti di Dio e sono in possesso della testimonianza di Gesù.
[18]E si fermò sulla spiaggia del mare.
[1]Vidi salire dal mare una bestia che aveva dieci corna e sette teste,
sulle corna dieci diademi e su ciascuna testa un titolo blasfemo.
[2]La bestia che io vidi era simile a una pantera, con le zampe come
quelle di un orso e la bocca come quella di un leone. Il drago le diede la sua
forza, il suo trono e la sua potestà grande.
[3]Una delle sue teste sembrò colpita a morte, ma la sua piaga mortale
fu guarita.
Allora la terra intera presa d'ammirazione, andò dietro alla bestia
[4]e gli uomini adorarono il drago perché aveva dato il potere alla
bestia e adorarono la bestia dicendo: «Chi è simile alla bestia e chi può combattere
con essa?».
[5]Alla bestia fu data una bocca per proferire parole d'orgoglio e
bestemmie, con il potere di agire per quarantadue mesi.
[6]Essa aprì la bocca per proferire bestemmie contro Dio, per
bestemmiare il suo nome e la sua dimora, contro tutti quelli che abitano in
cielo.
[7]Le fu permesso di far guerra contro i santi e di vincerli; le fu
dato potere sopra ogni stirpe, popolo, lingua e nazione.
[8]L'adorarono tutti gli abitanti della terra, il cui nome non è
scritto fin dalla fondazione del mondo nel libro della vita dell'Agnello
immolato.
[9]Chi ha orecchi, ascolti:
[10]Colui che deve andare in prigionia, andrà in prigionia; colui che
deve essere ucciso di spada di spada sia ucciso.
In questo sta la costanza e la fede dei santi.
[11]Vidi poi salire dalla terra un'altra bestia, che aveva due corna,
simili a quelle di un agnello, che però parlava come un drago.
[12]Essa esercita tutto il potere della prima bestia in sua presenza e
costringe la terra e i suoi abitanti ad adorare la prima bestia, la cui ferita
mortale era guarita.
[13]Operava grandi prodigi, fino a fare scendere fuoco dal cielo sulla
terra davanti agli uomini.
[14]Per mezzo di questi prodigi, che le era permesso di compiere in
presenza della bestia, sedusse gli abitanti della terra dicendo loro di erigere
una statua alla bestia che era stata ferita dalla spada ma si era riavuta.
[15]Le fu anche concesso di animare la statua della bestia sicché
quella statua perfino parlasse e potesse far mettere a morte tutti coloro che
non adorassero la statua della bestia.
[16]Faceva sì che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e
schiavi ricevessero un marchio sulla mano destra e sulla fronte;
[17]e che nessuno potesse comprare o vendere senza avere tale marchio,
cioè il nome della bestia o il numero del suo nome.
[18]Qui sta la sapienza. Chi ha intelligenza calcoli il numero della
bestia: essa rappresenta un nome d'uomo. E tal cifra è
seicentosessantasei."
(Apocalisse 12,1 seg.).
Per comprendere l'importanza delle
apparizioni di Fatima bisogna meditare sui passi biblici sopra riportati.
Secondo alcuni commentatori la donna vestita di luce simboleggia chiaramente la
Madonna, madre della Chiesa, ed il dragone rosso il comunismo, considerato
dalla stessa Madonna eresia e manifestazione quindi delle forze infernali.
Infine vi è la profezia della bestia, figura, secondo Clotilde Bersone[62] (che l'ha vissuta in prima persona ed ai
massimi livelli) e secondo numerose
encicliche, della Massoneria la cui piena attivita' era stata, come abbiamo
visto, profetizzata a La Salette.
Anche sulle apparizioni di Fatima sono stati scritti libri e girati
films. Io mi limitero' a riportare i punti salienti delle apparizioni ed in
particolare i messaggi che la Madonna, tramite i tre pastorelli (Lucia,
Francesco e Giacinta), ha rivolto al mondo. Per una più approfondita disamina
di Fatima consiglio comunque i libri "La profezia di Fatima ed il crollo
del comunismo" di Pier Luigi Zampetti, ed. Rusconi e "Le memorie di Suor
Lucia" - Grafica Almondina di Torres Novas ( quest'ultimo lo si trova nei
negozi specializzati di Fatima).
Nel 1917, poco prima della rivoluzione russa e della diffusione
dell'eresia comunista nel mondo, la Madonna apparve a tre pastorelli: Lucia,
Francesco e Giacinta. Lucia, fattasi suora, è tuttora viva, mentre gli altri
due piccoli veggenti morirono, come profetizzato dalla Madonna, poco tempo dopo
le apparizioni. Sono molto venerati e numerose grazie avvengono tramite la loro
intercessione.
Le apparizioni di Maria Santissima furono precedute da quelle
dell'Angelo del Portogallo che qualche guida turistica si ostina a considerare
come l'arcangelo Michele, che invece e il protettore, come la Bibbia ci insegna, di Israele. La Sacra Scrittura è
comunque ricca di tali apparizioni angeliche: basti pensare all'apparizione
dell'arcangelo Gabriele a Maria.
APPARIZIONI DELL'ANGELO
"..Cominciammo a vedere ad una certa distanza, sopra gli alberi
che si stendevano verso Oriente, una luce più bianca della neve, in forma d'un
giovane trasparente, più brillante d'un cristallo attraversato dai raggi del
sole. Quanto più si avvicinava, distinguevamo sempre meglio le
fattezze...Arrivando vicino a noi disse: "Non
abbiate paura! Sono l'Angelo della pace. Pregate con me".
E, inginocchiatosi per terra, curvo' la fronte fino al suolo. Spinti da
un movimento soprannaturale, l'imitammo e ripetemmo le parole che gli sentivamo
pronunciare:"Mio Dio! Io credo,
adoro, spero e Vi amo. Vi chiedo perdono per quelli che non credono, non
adorano, non sperano e non Vi amano."
Dopo aver ripetuto questo per tre volte si alzo' e disse:"Pregate così. I cuori di Gesù e di Maria
stanno attenti alla voce delle vostre suppliche".
D'improvviso, vediamo lo stesso Angelo vicino a noi.
"Pregate! Pregate molto! I
Cuori di Gesù e di Maria hanno su di voi disegni di misericordia. Offrite
costantemente all'Altissimo orazioni e sacrifici."
"Come dobbiamo sacrificarci?" - domandai.
"Di tutto quello che
potete, offrite un sacrificio in atto di riparazione per i peccati con cui Egli
è offeso e di supplica per la conversione dei peccatori. Attirate così sopra la
vostra Patria la pace. Io sono il suo Angelo Custode, l'Angelo del Portogallo.
Soprattutto, accettate e sopportate con sottomissione le sofferenze che il
Signore vi mandera'".
...Recitammo il nostro Rosario e la preghiera che nella prima
apparizione ci aveva insegnato. Mentre eravamo li', ci apparve per la terza
volta, tenendo in mano un calice e su di esso un'Ostia, dalla quale cadevano
nel calice alcune gocce di sangue. Lasciando il calice e l'Ostia sospesi in
aria, si prostro' per terra e ripete' per tre volte l'orazione: "Santissima Trinita', padre, Figlio e
Spirito Santo, Vi adoro profondamente e Vi offro il preziosissimo Corpo,
Sangue, Anima e Divinita' di Gesù Cristo presente in tutti i tabernacoli della
terra, in riparazione degli oltraggi, sacrilegi e indifferenze con cui Egli
stesso è offeso. E per i meriti infiniti del Suo Santissimo Cuore e del Cuore
Immacolato di Maria, Vi chiedo la conversione dei poveri peccatori".
Dopo, alzatosi, prese di nuovo in mano il calice e l'Ostia e diede a me
l'Ostia; quel che c'era nel calice lo diede da bere a Giacinta e a Francesco,
dicendo allo stesso tempo: "Prendete
e bevete il Corpo e il Sangue di Gesù Cristo, orribilmente oltraggiato dagli
uomini ingrati. Riparate i loro crimini e consolate il vostro Dio".
Di nuovo si prostro' per terra e ripete' con noi, ancora tre volte, la
stessa orazione"[63].
LE APPARIZIONI DELLA MADONNA
13 maggio 1917
"Mentre con Giacinta e Francesco giocavamo sul pendio della Cova
De Iria, facendo un muricciolo attorno ad una macchia, vedemmo improvvisamente
una specie di lampo....Vedemmo un altro lampo e fatti alcuni passi, vedemmo
sopra un leccio una Signora vestita tutta di bianco, più luminosa del sole,
diffondendo una luce più chiara ed intensa d'un bicchiere di cristallo pieno d'acqua cristallina attraversato dai
raggi del sole più ardente....La Madonna ci disse:" Non abbiate paura. Non vi faccio del male. Sono del cielo. Sono venuta
a chiedervi di venire qui per sei mesi consecutivi, il giorno tredici, a questa
stessa ora. Poi vi diro' chi sono e che cosa voglio. Quindi, tornero' qui di
nuovo una settima volta."
Lucia chiese:"Ed anch'io andro' in cielo?"
"Si ci andrai."
"E Giacinta?"
"Anche lei"
"E Francesco?"
"Anche, ma deve recitare
molti Rosari."
"Volete offrivi a Dio per
sopportare tutte le sofferenze che Egli vorra' mandarvi in atto di riparazione
per i peccati con cui Egli è offeso, e di supplica per la conversione dei peccatori?"
"Si' lo vogliamo."
"Allora dovrete soffrire
molto, ma la grazia di Dio sara' il vostro conforto."
"Recitate il Rosario
tutti i giorni per ottenere la pace nel mondo e la fine della guerra."
13 giugno 1917
Dopo aver recitato il rosario con Giacinta e Francesco ed altre persone
presenti, vedemmo di nuovo il riflesso di luce che si avvicinava (quello che
chiamavamo lampo) e subito dopo la Madonna sul Leccio, tutto come a maggio.
"Cosa vuole da me?" domandai.
"Voglio che veniate qui il tredici del prossimo mese, che recitiate il rosario tutti i giorni
(per rosario la Madonna intende quello intero, cioe' i quindici misteri, anche
se in fasi diverse, NDA) e che impariate
a leggere. Poi vi diro' quel che voglio".
Domandai la guarigione di un malato.
"Se si converte
guarira' entro l'anno".
"Vorrei chiederle di portarci in cielo".
"Si'; Giacinta e Francesco
li porto tra poco, ma tu resti qui ancora per qualche tempo. Gesù vuole
servirsi di te per farmi conoscere ed amare. Egli vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato."
"Restero' qui da sola?" domandai addolorata.
"No, figlia. E tu ne
soffri molto? Non ti scoraggiare, io non
ti lascero' mai. Il mio Cuore Immacolato sara' il tuo rifugio ed il cammino che
ti condurra' fino a Dio".
13 luglio 1917
"Voglio
che veniate qui il tredici del mese prossimo e che continuate a recitare il
Rosario tutti i giorni in onore della Madonna del Rosario, per ottenere la pace nel mondo e la fine
della guerra, perché soltanto lei vi potra' aiutare" (Cari figli!
Oggi, come non mai, vi invito alla preghiera.
Che la vostra preghiera sia preghiera per la
pace. Satana è forte e vuole distruggere non solo la vita umana, ma anche la
natura e il pianeta su cui vivete, perciò cari figli, pregate per poter essere protetti, mediante la preghiera, con la
benedizione della pace di Dio.
Dio mi ha mandata tra voi per aiutarvi.
Se
volete, aggrappatevi al Rosario, giacche' solamente il Rosario può ottenere il
miracolo nel mondo e nella vostra vita.
Io vi benedico e rimango con voi, finche' Dio
lo vorra'.
Grazie perché voi non tradirete la mia
presenza qui.
Grazie perché la vostra risposta serve al
bene e alla pace.
Grazie per aver risposto alla mia chiamata.
--- Medjugorje,25 gennaio 1991)
A questo punto fece alcune richieste che non ricordo bene. Quel che mi
ricordo è che la Madonna disse che
bisognava recitare il rosario per ottenere le grazie durante l'anno.
E continuo': "Sacrificatevi
per i peccatori, e dite molte volte, specialmente ogni volta che fate qualche
sacrificio: O Gesù, è per amor vostro, per la conversione dei peccatori ed in
riparazione per i peccati commessi contro il Cuore Immacolato di Maria." Dicendo queste ultime parole, apri' di nuovo
le mani, come nei due mesi precedenti. Sembro' che il riflesso penetrasse la
terra e vedemmo come un grande mare di fuoco, che sembrava stare
sotto terra. Immersi in quel fuoco, i demoni e le anime, come se fossero braci
trasparenti e nere o bronzee, con forma umana che fluttuavano nell'incendio,
portate dalle fiamme che uscivano da loro stesse insieme a nuvole di fumo,
cadendo da tutte le parti simili al cadere delle scintille nei grandi incendi,
senza peso ne' equilibrio, tra grida e gemiti di dolore e disperazione che
mettevano orrore e facevano tremare dalla paura. I demoni si riconoscevano
dalle forme orribili e riluttanti di animali spaventosi e sconosciuti, ma
trasparenti e neri. Spaventati, come
per chiedere aiuto, alzammo gli occhi alla Madonna che ci disse con bonta' e
tristezza: "Avete visto l'inferno, dove cadono le anime dei poveri
peccatori. Per salvarle Dio, vuole
stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato. Se faranno quello
che io vi diro', molte anime si salveranno ed avranno pace. La guerra sta per
finire. Ma, se non smetteranno di
offendere Dio, nel pontificato di Pio XI ne comincera' un'altra peggiore.
Quando vedrete una notte illuminata da una luce sconosciuta, sappiate che è il
grande segno che Dio vi da', che punira'
il mondo per i suoi delitti, per mezzo della guerra, della fame e delle
persecuzioni alla Chiesa ed al Santo Padre. Per impedirla, verro' a chiedere la consacrazione della Russia al mio
Cuore Immacolato, e la comunione riparatrice nei primi sabati. Se ascolteranno
le mie richieste, la Russia si convertira' e ci sara' pace. Se no, spargera' i suoi errori nel mondo,
suscitando guerre e persecuzioni alla Chiesa. I buoni saranno martirizzati, il
Santo Padre avra' molto da soffrire, varie nazioni saranno distrutte. Finalmente
il mio Cuore Immacolato trionfera'. Il Santo Padre mi consacrera' la Russia che
si convertira', e sara' concesso al mondo qualche tempo di pace. In Portogallo
si conservera' sempre il dogma della fede; ecc. Quando reciterete il rosario, dopo ogni mistero dite: O Gesù Mio!
Perdonateci, liberateci dal fuoco dell'inferno, portate in cielo tutte le anime
specialmente quelle che più ne hanno bisogno".
13 agosto 1917
"...Nel frattempo vidi, con Francesco, il riflesso della luce che
noi chiamavamo lampo e, arrivata Giacinta un istante dopo, vedemmo la Madonna
sopra un leccio.
"Che cosa vuole da me?"
"Voglio che continuiate a
recitare il Rosario tutti i giorni. Nell'ultimo mese faro' il
miracolo, affinche' tutti credano".
"Che cosa vuole che si faccia dei soldi che la gente lascia nella
Cova d'Iria?"
"Facciano due portantine:
una, portala tu con Giacinta e altre due bambine vestite di bianco; l'altra, la
porti Francesco con altri tre bambini. I soldi delle portantine sono per la
festa della Madonna del Rosario; e quel che avanza è per la costruzione
di una cappella, che faranno fare".
"Vorrei chiederle la guarigione di alcuni malati".
"Si'; alcuni li guariro'
entro l'anno".
E prendendo un aspetto più triste: "Pregate,
pregate molto; e fate sacrifici per i peccatori, perché molte anime vanno
all'inferno, perché non c'è chi si sacrifichi e interceda per loro".
E, come al solito, comincio' ad elevarsi in direzione dell'oriente.
13 settembre
Avvicinandosi l'ora, m'incamminai con Giacinta e Francesco, in mezzo a molta
gente, che ci lasciava avanzare con difficolta'. Le strade erano affollate di
gente.
Tutti ci volevano vedere e parlare. La' non c'era rispetto umano.
Numerose persone, perfino signore e signori, riuscendo a rompere la folla che
si stringeva attorno a noi, venivano a gettarsi in ginocchio davanti a noi,
chiedendoci di presentare alla Madonna le loro necessita'.
Altri, non riuscendo ad arrivare vicino a noi, gridavano da lontano:
"Per amor di Dio! Chiedete alla Madonna che guarisca mio figlio, ch'è un povero
sciancato!"
Un altro:"Che guarisca mio figlio, ch'è cieco!"
Un altro: "Il mio, ch'è sordo!"
"Che riporti a casa mio marito..."
"Mio figlio che è in guerra!"
"Che converta un
peccatore!"
"Che mi dia salute, perché sono tubercoloso!" ecc. ecc.
La' si vedevano tutte le miserie della povera umanità; alcuni gridavano
perfino da sopra gli alberi ed i muri, ove salivano per vederci passare.
Dicendo agli uni di si', stringendo la mano ad altri per aiutarli a levarsi
dalla polvere della terra, avanzammo adagio adagio, con l'aiuto di alcuni
signori che ci aprivano il varco in mezzo alla folla.
Adesso, quando leggo nel Nuovo Testamento quelle scene incantevoli del
passaggio di Gesù nella Palestina, mi ricordo di queste a cui il Signore,
benche' ancor così bambina, mi fece assistere nei poveri sentieri e strade da
Aljustrel a Fatima e alla Cova d'Iria. E ne ringrazio Dio, offrendoGli la fede
del nostro buon popolo portoghese. E penso:"Se
questa gente si prostra così davanti a tre poveri bambini, soltanto perché a
loro è concessa misericordiosamente la grazia di parlare con la Madre di Dio,
cosa non farebbero se vedessero davanti a loro Gesù Cristo stesso?
Poco dopo vedemmo il riflesso della luce e subito dopo la Madonna sopra
il leccio.
"Continuate a recitare
il rosario per ottenere la fine della guerra. In ottobre verra' anche il Signore, La
Madonna Addolorata, la Madonna del Carmine, S. Giuseppe col Bambino Gesù, per
benedire il mondo. Dio è contento dei vostri sacrifici, ma non vuole che dormiate con la corda. Portatela soltanto di giorno."
13 ottobre 1917
Poco dopo, vedemmo il riflesso di luce e subito la Madonna sopra il
leccio.
"Voglio dirti che facciano
qui una cappella in Mio onore; che sono la Madonna del Rosario;
che continuino sempre a dire il rosario tutti i giorni ("La Madonna ha chiesto che nelle
nostre famiglie, nelle nostre comunita' si cominci a pregare il Rosario. La sua
grande gioia è quando i figli pregano con i genitori ed i genitori con i figli.
La Madonna ci ha anche parlato di quanto satana sia forte e di come si impegni
a disturbarci, per questo ci chiede di rafforzare la nostra preghiera"-
Vicka[64]). La
guerra finira' e i soldati torneranno presto alle loro case."
"Io avrei molte cose da chiederLe: se cura dei malati e se converte
i peccatori, ecc."
"Alcuni si'; altri, no.
Devono emendarsi; chiedano perdono dei loro peccati."
E prendendo un aspetto più triste: "Non
offendano più Dio Nostro Signore, che è gia' molto offeso".
E aprendo le mani, le fece riflettere nel sole; e mentre si elevava, il
riflesso della Sua stessa luce continuava a proiettarsi nel sole.
Sparita la Madonna nell'immensa distanza del firmamento, vedemmo,
accanto al sole, S. Giuseppe col Bambino e la Madonna, vestita di bianco, con
un manto azzurro. San Giuseppe e il Bambino sembravano benedire il mondo, con
alcuni gesti in forma di croce tracciati con la mano. Poco dopo, svanita
quest'apparizione, vidi il Signore e la Madonna, che mi pareva la Madonna
Addolorata. Il Signore sembrava benedire il mondo, nello stesso modo di S.
Giuseppe. Spari' questa visione, e mi parve di veder di nuovo la Madonna, con
aspetto simile alla Madonna del Carmine"[65].
Sul segreto di Fatima si è discusso molto, anche a sproposito. Ma
proprio meditando sulle parole della Madonna possiamo comprendere l'importanza
"concreta", per la nostra salvezza, dei suoi insegnamenti.
Disubbidendo a Lei, quindi a Dio che l'ha mandata, pecchiamo e ne paghiamo le
conseguenze, come ha ben affermato Don Gabriele Amorth (esorcista a Roma e membro
della Pontifica Accademia Mariana Internazionale)[66]. Non possiamo permetterci di ignorare quanto la Regina dei profeti ci
suggerisce in quanto tali
insegnamenti, se da un lato non
aggiungono nulla alla Sacra Scrittura, dall'altro lato ci richiamano costantemente
all'importanza prioritaria della Parola
di Dio "Non di solo pane vivra' l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla
bocca di Dio" (Matteo 4,4) ed alle pratiche perennemente consigliate dalla medesima: essenzialmente preghiera
e penitenza.
IL SEGRETO
Lucia:"Bene, il segreto consta di tre cose distinte, due delle
quali sto per rivelare.
La prima fu la visione
dell'inferno (gia' trattata
nell'apparizione del 13 luglio,NDA). E dobbiamo ringraziare la buona Madre del Cielo,
che prima ci aveva prevenuti con la promessa di portarci in Cielo (nella prima
apparizione), altrimenti credo che saremmo morti di spavento e di terrore.
In seguito alzammo gli occhi alla Madonna che ci disse con bonta' e
tristezza:"Avete visto l'inferno
dove cadono le anime dei poveri peccatori. Per salvarle, Dio vuole stabilire nel mondo la devozione al Mio Cuore
Immacolato. Se faranno quel che vi
diro', molte anime si salveranno ed avranno pace. La guerra sta per finire;
ma se non smetteranno di offendere Dio,
durante il pontificato di Pio XI ne
comincera' un'altra ancora peggiore.
(Seconda parte del segreto)
Quando vedrete una notte
illuminata da una luce sconosciuta (Lucia ritenne che la
"straordinaria" aurora boreale nella notte del 25 Gennaio 1938 era il
segno di Dio per l'inizio della guerra), sappiate che è il grande segno che Dio
vi da' che sta per castigare il mondo per i suoi crimini, per mezzo della
guerra, della fame e delle persecuzioni alla Chiesa ed al Santo Padre.
Per impedirla, verro' a
chiedere la consacrazione della Russia al mio Cuore Immacolato e la comunione
riparatrice nei primi sabati.
Se accetteranno le mie richieste, la
Russia si convertira' ed avranno pace; se no, spargera' i suoi errori per il
mondo[67],
promovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa. I buoni saranno martirizzati,
il Santo Padre avra' molto da soffrire, varie nazioni saranno distrutte. Finalmente, il mio Cuore Immacolato
trionfera'.
Il Santo Padre mi consacrera'
la Russia, che si convertira', e sara' concesso al mondo un periodo di
pace."
CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE
IL MESSAGGIO
DI FATIMA
PRESENTAZIONE
Nel passaggio dal
secondo al terzo millennio il Papa Giovanni Paolo II ha deciso di rendere
pubblico il testo della terza parte del « segreto di Fatima ».
Dopo gli eventi
drammatici e crudeli del secolo XX°, uno dei più cruciali della
storia dell'uomo, culminato con l'attentato cruento al « dolce Cristo in terra
», si apre dunque un velo su di una realtà che fa storia e che la interpreta in
profondità, secondo una dimensione spirituale a cui la mentalità odierna,
spesso venata di razionalismo, è refrattaria.
Apparizioni e
segni soprannaturali punteggiano la storia, entrano nel vivo delle vicende
umane e accompagnano il cammino del mondo, sorprendendo credenti e non
credenti. Queste manifestazioni, che non possono contraddire il contenuto della
fede, devono convergere verso l'oggetto centrale dell'annuncio di Cristo:
l'amore del Padre che suscita negli uomini la conversione e dona la grazia per
abbandonarsi a Lui con devozione filiale. Tale è anche il messaggio di Fatima
che, con l'accorato appello alla conversione e alla penitenza, sospinge in
realtà al cuore del Vangelo.
Fatima è senza
dubbio la più profetica delle apparizioni moderne. La prima e la seconda parte
del « segreto » — che vengono pubblicate nell'ordine per completezza di
documentazione — riguardano anzitutto la spaventosa visione dell'inferno, la
devozione al Cuore Immacolato di Maria, la seconda guerra mondiale, e poi la
previsione dei danni immani che la Russia, nella sua defezione dalla fede
cristiana e nell'adesione al totalitarismo comunista, avrebbe recato
all'umanità.
Nessuno nel 1917
avrebbe potuto immaginare tutto questo: i tre pastorinhos di Fatima
vedono, ascoltano, memorizzano, e Lucia, la testimone sopravvissuta, nel
momento in cui riceve il comando del Vescovo di Leiria e il permesso di Nostra
Signora, mette per iscritto.
Per quanto
riguarda la descrizione delle prime due parti del « segreto », peraltro già
pubblicato e perciò conosciuto, è stato scelto il testo scritto da Suor Lucia
nella terza memoria del 31 agosto 1941; nella quarta memoria dell'8 dicembre
1941 vi aggiunge poi qualche annotazione.
La terza parte
del « segreto » fu scritta « per ordine di Sua Eccellenza il Vescovo di Leiria
e della Santissima Madre... » il 3 gennaio 1944.
Esiste un solo
manoscritto, che viene qui riprodotto fotostaticamente. La busta sigillata fu
custodita dapprima dal Vescovo di Leiria. Per meglio tutelare il « segreto »,
la busta fu consegnata il 4 aprile 1957 all'Archivio Segreto del Sant'Uffizio.
Suor Lucia fu avvertita di ciò dal Vescovo di Leiria.
Secondo appunti
d'Archivio, d'accordo con l'Em.mo Card. Alfredo Ottaviani, il 17 agosto 1959 il
Commissario del Sant'Uffizio, Padre Pierre Paul Philippe, O.P., portò a
Giovanni XXIII la busta contenente la terza parte del « segreto di Fatima ».
Sua Santità « dopo talune esitazioni » disse: «Aspettiamo. Pregherò. Le farò
sapere ciò che ho deciso ».(1)
In realtà Papa
Giovanni XXIII decise di rinviare la busta sigillata al Sant'Uffizio e di non
rivelare la terza parte del « segreto ».
Paolo VI lesse il
contenuto con il Sostituto Sua Ecc.za Mons. Angelo Dell'Acqua, il 27 marzo
1965, e rinviò la busta all'Archivio del Sant'Uffizio, con la decisione di non
pubblicare il testo.
Giovanni Paolo
II, da parte sua, ha richiesto la busta contenente la terza parte del « segreto
» dopo l'attentato del 13 maggio 1981. Sua Eminenza il Card. Franjo Seper,
Prefetto della Congregazione, consegnò a Sua Ecc.za Mons. Eduardo Martinez
Somalo, Sostituto della Segreteria di Stato, il 18 luglio 1981, due buste: –
una bianca, con il testo originale di Suor Lucia in lingua portoghese; –
un'altra color arancione, con la traduzione del « segreto » in lingua italiana.
L'11 agosto seguente Mons. Martinez ha restituito le due buste all'Archivio del
Sant'Uffizio.(2)
Come è noto Papa
Giovanni Paolo II pensò subito alla consacrazione del mondo al Cuore Immacolato
di Maria e compose egli stesso una preghiera per quello che definì « Atto di
affidamento » da celebrarsi nella Basilica di Santa Maria Maggiore il 7 giugno
1981, solennità di Pentecoste, giorno scelto per ricordare il 1600°
anniversario del primo Concilio Costantinopolitano, e il 1550° anniversario del
Concilio di Efeso. Essendo il Papa forzatamente assente venne trasmessa la sua
allocuzione registrata. Riportiamo il testo che si riferisce esattamente all'atto
di affidamento:
« O Madre
degli uomini e dei popoli, Tu conosci tutte le loro sofferenze e le loro
speranze, Tu senti maternamente tutte le lotte tra il bene e il male, tra la
luce e le tenebre che scuotono il mondo, accogli il nostro grido rivolto nello
Spirito Santo direttamente al Tuo cuore ed abbraccia con l'amore della Madre
e della Serva del Signore coloro che questo abbraccio più aspettano, e insieme
coloro il cui affidamento Tu pure attendi in modo particolare. Prendi sotto
la Tua protezione materna l'intera famiglia umana che, con affettuoso
trasporto, a Te, o Madre, noi affidiamo. S'avvicini per tutti il tempo della
pace e della libertà, il tempo della verità, della giustizia e della speranza
».(3)
Ma il Santo
Padre, per rispondere più pienamente alle domande di « Nostra Signora » volle
esplicitare durante l'Anno Santo della Redenzione l'atto di affidamento del 7
giugno 1981, ripetuto a Fatima il 13 maggio 1982. Nel ricordo del Fiat
pronunciato da Maria al momento dell'Annunciazione, il 25 marzo 1984 in piazza
San Pietro, in unione spirituale con tutti i Vescovi del mondo, precedentemente
« convocati », il Papa affida al Cuore Immacolato di Maria gli uomini e i
popoli, con accenti che rievocano le accorate parole pronunciate nel
1981:
« E perciò, o
Madre degli uomini e dei popoli, Tu che conosci tutte le loro sofferenze e le
loro speranze, Tu che senti maternamente tutte le lotte tra il bene e il male,
tra la luce e le tenebre, che scuotono il mondo contemporaneo, accogli il
nostro grido che, mossi dallo Spirito Santo, rivolgiamo direttamente al Tuo
Cuore: abbraccia con amore di Madre e di Serva del Signore,
questo nostro mondo umano, che Ti affidiamo e consacriamo, pieni di
inquietudine per la sorte terrena ed eterna degli uomini e dei popoli.
In modo speciale
Ti affidiamo e consacriamo quegli uomini e quelle nazioni, che di questo
affidamento e di questa consacrazione hanno particolarmente bisogno.
“Sotto la Tua
protezione cerchiamo rifugio, santa Madre di Dio”! Non disprezzare le
suppliche di noi che siamo nella prova! »
Poi il Papa continua
con maggiore forza e concretezza di riferimenti, quasi commentando il Messaggio
di Fatima nei suoi tristi avveramenti:
« Ecco,
trovandoci davanti a Te, Madre di Cristo, dinanzi al Tuo Cuore Immacolato,
desideriamo, insieme con tutta la Chiesa, unirci alla consacrazione che, per
amore nostro, il Figlio Tuo ha fatto di se stesso al Padre: “Per loro — egli ha
detto — io consacro me stesso, perché siano anch'essi consacrati nella verità”
(Gv 17, 19). Vogliamo unirci al nostro Redentore in questa consacrazione
per il mondo e per gli uomini, la quale, nel suo Cuore divino, ha la potenza di
ottenere il perdono e di procurare la riparazione. La potenza di questa
consacrazionedura per tutti i tempi ed abbraccia tutti gli uomini, i popoli
e le nazioni, e supera ogni male, che lo spirito delle tenebre è capace di
ridestare nel cuore dell'uomo e nella sua storia e che, di fatto, ha ridestato
nei nostri tempi. Oh, quanto profondamente sentiamo il bisogno di
consacrazione per l'umanità e per il mondo: per il nostro mondo contemporaneo,
in unione con Cristo stesso! L'opera redentrice di Cristo, infatti, deve essere
partecipata dal mondo per mezzo della Chiesa. Lo manifesta il
presente Anno della Redenzione: il Giubileo straordinario di tutta la
Chiesa. Sii benedetta, in questo Anno Santo, sopra ogni creatura Tu,
Serva del Signore, che nel modo più pieno obbedisti alla Divina
chiamata! Sii salutata Tu, che sei interamente unita alla
consacrazione redentrice del Tuo Figlio! Madre della Chiesa! Illumina il
Popolo di Dio sulle vie della fede, della speranza e della carità! Illumina
specialmente i popoli di cui Tu aspetti la nostra consacrazione e il nostro
affidamento. Aiutaci a vivere nella verità della consacrazione di Cristo per
l'intera famiglia umana del mondo contemporaneo. AffidandoTi, o Madre, il
mondo, tutti gli uomini e tutti i popoli, Ti affidiamo anche la
stessa consacrazione del mondo, mettendola nel Tuo Cuore materno. Oh,
Cuore Immacolato! Aiutaci a vincere la minaccia del male, che così facilmente
si radica nei cuori degli uomini d'oggi e che nei suoi effetti incommensurabili
già grava sulla vita presente e sembra chiudere le vie verso il futuro!
Dalla fame e
dalla guerra, liberaci!
Dalla guerra
nucleare, da un'autodistruzione incalcolabile, da ogni genere di guerra, liberaci!
Dai peccati
contro la vita dell'uomo sin dai suoi albori, liberaci!
Dall'odio e
dall'avvilimento della dignità dei figli di Dio, liberaci!
Da ogni genere di
ingiustizia nella vita sociale, nazionale e internazionale, liberaci!
Dalla facilità di
calpestare i comandamenti di Dio, liberaci!
Dal tentativo di
offuscare nei cuori umani la verità stessa di Dio, liberaci!
Dallo smarrimento
della coscienza del bene e del male, liberaci!
Dai peccati
contro lo Spirito Santo, liberaci! liberaci!
Accogli, o Madre
di Cristo, questo grido carico della sofferenza di tutti gli uomini! Carico
della sofferenza di intere società!
Aiutaci con la
potenza dello Spirito Santo a vincere ogni peccato: il peccato dell'uomo e il
“peccato del mondo”, il peccato in ogni sua manifestazione.
Si riveli, ancora
una volta, nella storia del mondo l'infinita potenza salvifica della
Redenzione: potenza dell'Amore misericordioso! Che esso arresti il male!
Trasformi le coscienze! Nel Tuo Cuore Immacolato si sveli per tutti la luce
della Speranza! ».(4)
Suor Lucia
confermò personalmente che tale atto solenne e universale di consacrazione
corrispondeva a quanto voleva Nostra Signora (« Sim, està feita, tal como
Nossa Senhora a pediu, desde o dia 25 de Março de 1984 »: « Sì, è stata
fatta, così come Nostra Signora l'aveva chiesto, il 25 marzo 1984 »: lettera
dell'8 novembre 1989). Ogni discussione perciò ed ogni ulteriore petizione sono
senza fondamento. Nella documentazione che viene offerta si aggiungono ai
manoscritti di Suor Lucia quattro altri testi: 1) la lettera del Santo Padre a
Suor Lucia in data 19 aprile 2000; 2) una descrizione del colloquio avuto con
Suor Lucia in data 27 aprile 2000; 3) la comunicazione letta per incarico del
Santo Padre, a Fatima il 13 maggio c.a. da Sua Eminenza il Card. Angelo Sodano,
Segretario di Stato; 4) il commento teologico di Sua Eminenza il Card. Joseph
Ratzinger, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della
Fede. Un'indicazione per l'interpretazione della terza parte del « segreto
» era già stata offerta da Suor Lucia in una lettera al Santo Padre del 12
maggio 1982. In essa dice:
« La terza
parte del segreto si riferisce alle parole di Nostra Signora: “Se no [la
Russia] spargerà i suoi errori per il mondo, promuovendo guerre e persecuzioni
alla Chiesa. I buoni saranno martirizzati, il Santo Padre avrà molto da
soffrire, varie nazioni saranno distrutte” (13-VII-1917). La terza parte
del segreto è una rivelazione simbolica, che si riferisce a questa parte del
Messaggio, condizionato dal fatto se accettiamo o no ciò che il Messaggio
stesso ci chiede: “Se accetteranno le mie richieste, la Russia si convertirà e
avranno pace; se no, spargerà i suoi errori per il mondo, ecc.”. Dal
momento che non abbiamo tenuto conto di questo appello del Messaggio,
verifichiamo che esso si è compiuto, la Russia ha invaso il mondo con i suoi
errori. E se non constatiamo ancora la consumazione completa del finale di
questa profezia, vediamo che vi siamo incamminati a poco a poco a larghi passi.
Se non rinunciamo al cammino di peccato, di odio, di vendetta, di ingiustizia
violando i diritti della persona umana, di immoralità e di violenza,
ecc. E non diciamo che è Dio che così ci castiga; al contrario sono gli
uomini che da se stessi si preparano il castigo. Dio premurosamente ci avverte
e chiama al buon cammino, rispettando la libertà che ci ha dato; perciò gli
uomini sono responsabili».(5) La
decisione del Santo Padre Giovanni Paolo II di rendere pubblica la terza parte
del « segreto » di Fatima chiude un tratto di storia, segnata da tragiche
volontà umane di potenza e di iniquità, ma permeata dall'amore misericordioso
di Dio e dalla premurosa vigilanza della Madre di Gesù e della
Chiesa. Azione di Dio, Signore della storia, e corresponsabilità
dell'uomo, nella sua drammatica e feconda libertà, sono i due perni sui quali
si costruisce la storia dell'umanità. La Madonna apparsa a Fatima ci
richiama a questi valori dimenticati, a questo avvenire dell'uomo in Dio, di
cui siamo parte attiva e responsabile.
Tarcisio Bertone, SDB
Arcivescovo emerito di Vercelli
Segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede
"Giovanni Paolo II ha visto sempre una connessione tra la sua
guarigione, dopo il ricovero al Gemelli, e la Madonna di Fatima: si sente un
miracolato. Non per nulla ha fatto pervenire al santuario, come ex voto, la
pallottola che lo colpi' e che fu ritrovata sul selciato di Piazza S.
Pietro".[68]
Il Cardinale Poletti in un articolo su "L'Osservatore Romano"
ha scritto: "La più autentica interpretazione del fatto l'ha offerta lo
stesso attentatore, Ali' Agca, al Papa quando gli fece visita a Rebibbia: "Perché Lei non è
morto? Io so di avere mirato giusto...So che il proiettile era devastante...perché
allora non è morto? Cos'è questo che dicono...Fatima?"[69]
Il 13 maggio dell'anno successivo il Papa si reco' a Fatima.
"Vengo qui oggi perché proprio in questo giorno nello scorso anno, in
Piazza S. Pietro a Roma, si è verificato l'attentato alla vita del Papa, misteriosamente coinciso con l'anniversario
della prima apparizione a Fatima, che ebbe luogo il 13 maggio 1917. Queste
date si sono incontrate tra loro in modo tale che mi è parso riconoscervi una
speciale chiamata a venire qui. Ed ecco, oggi sono qui. Sono venuto a
ringraziare la Divina Provvidenza in questo luogo che la Madre di Dio sembra
avere così particolarmente scelto".[70]
Per quanto riguarda la consacrazione della Russia, il Papa nel 1984
consacro' il mondo intero e quindi anche la Russia al Cuore Immacolato di
Maria. Qualcuno obietta che tale consacrazione non è avvenuta come richiesto
dalla Madonna e cioe' con particolare riferimento a tale Stato. "Poi la Madonna mi disse: "È arrivato il
momento in cui Dio chiede che il
Santo Padre faccia, in unione con tutti i Vescovi del Mondo, la consacrazione
della Russia al Mio Cuore Immacolato, promettendo
di salvarla con questo mezzo. Sono tante le anime che la giustizia di Dio
condanna per i peccati commessi contro di Me, che vengo a chiedere riparazione:
sacrificati per questa intenzione e prega". Informai di tutto il
confessore, che mi ordino' di scrivere ciò che la Madonna voleva che si
facesse".[71]
Io non sono certo in grado di rispondere in merito. Solo Dio e la
Madonna lo sanno ed i papi, come tutti gli altri uomini, risponderanno davanti
a Dio, nel giorno del giudizio, del loro operato. Giustamente il papa ha
ricordato "Può accadere che con le loro imperfezioni o addirittura con le
loro colpe, anche dei vescovi vengano meno alle esigenze della loro missione e
rechino danno alla comunita'. Non c'è da meravigliarsene: anche gli apostoli
avevano dei difetti: durante la vita pubblica di Gesù litigavano per il primo
posto; Paolo ebbe uno scontro con Pietro su questioni dottrinali ed aveva un
carattere non facile. Infine ecco la consapevolezza della Chiesa, formata da
uomini, di essere peccatrice, dunque "semper reformanda". Il Cristo
ha voluto operare per mezzo di uomini imperfetti e in certi momenti
riprovevoli, perché al di sopra delle loro debolezze avrebbe trionfato la forza
della grazia, data dallo Spirito Santo".[72]
"Ci si può chiedere se sia legittimo includere tra le verita'
divine da credere una realta' umana, storica, visibile come la Chiesa; una realta' che, come ogni cosa umana,
presenta limiti, imperfezioni, peccaminosita' nelle persone appartenenti a
tutti i livelli della sua struttura istituzionale: sia nei laici che negli
ecclesiastici, persino in noi pastori della Chiesa, senza che nessuno sia escluso da questa triste eredita' di Adamo. Gesù
Cristo stesso ha voluto che la fede nella Chiesa affronti e superi questa
difficolta', quando ha scelto Pietro come pietra su cui edificare la sua
Chiesa. Si sa dal Vangelo quanto fosse umanamente imperfetta e fragile la
roccia prescelta, come Pietro dimostro' al momento della grande prova; tuttavia
il Vangelo stesso ci attesta che la triplice negazione compiuta da Pietro, poco
tempo dopo le assicurazioni di fedelta' date al maestro, non ha cancellato la
sua elezione da parte di Cristo. Anzi Pietro raggiunge una nuova maturita'
attraverso la contrizione per il suo peccato. Riflettendo sulla vita e sulla
morte di Simon Pietro, è più facile passare dalla contrapposizione Cristo-si',
Chiesa-no.
La logica del mistero della incarnazione comporta l'accettazione di
tutto ciò che nella Chiesa è umano, per il fatto che il figlio di Dio assunse
la natura umana, in solidarieta' con la natura contaminata dal peccato nella
stirpe di Adamo. Perciò la peccaminosita' dei cristiani (dei quali si dice , a
volte non senza ragione, che non sono migliori degli altri), la peccaminosita'
degli stessi ecclesiastici non deve suscitare un atteggiamento farisaico di
separazione e di rifiuto, ma deve piuttosto spingerci a una più generosa e
fidente accettazione della Chiesa, a un si' più convinto e meritorio in suo
favore perché sappiamo che proprio nella Chiesa e mediante la Chiesa questa
peccaminosita' diviene oggetto della potenza divina della redenzione.
Il no alla Chiesa viene talvolta basato non sui suoi difetti umani ma
su un principio generale di rifiuto di mediazione, cosicche' è la stessa
mediazione di Cristo che viene rifiutata da chi pretende di stabilire da se'
ciò che è buono o cattivo, e rifiuta quindi di essere "eterodiretto",
sia da un Dio trascendente sia da una Chiesa che lo rappresenta in terra.
Spesso dietro al rifiuto verso l'istituzione, si nasconde l'individualismo
morale. E dietro alla pretesa di autonomia morale, di frequente ci sono i
condizionamenti di opinioni altrui, di vincoli ideologici e politici, di pressioni
sociali, delle proprie inclinazioni e passioni, di certa cultura e persino
dell'opinione pubblica. La ricerca di totale autonomia che fa rifiutare la
Chiesa nasce dal senso dell'autosufficienza personale o collettiva, per cui ci
si ritiene indipendenti dall'essere sovrumano o si respinge, in nome della
liberta', ogni direzione morale esterna. Ciò è frutto di grande ignoranza della
realta'. Dio è concepito come nemico della liberta', come padrone tirannico,
mentre è proprio lui che ha creato la liberta' ad esserne il più autentico
amico".[73]
Le parole del papa furono le seguenti:"In modo speciale Ti
affidiamo e consacriamo quegli uomini e quelle nazioni che di questo
affidamento hanno particolarmente bisogno..Oh, quanto ci fa male tutto ciò che nella
Chiesa e in ciascuno di noi si oppone alla santita' e alla consacrazione!
Quanto ci fa male che l'invito alla penitenza, alla conversione, alla preghiera
non abbia riscontrato quella accoglienza che doveva! Quanto ci fa male che
molti partecipino così freddamente all'opera della Redenzione di Cristo. Oh,
Cuore Immacolato! Aiutaci a vincere la minaccia del male, che così facilmente
nei cuori degli stessi uomini d'oggi e nei suoi effetti incommensurabili gia'
grava sulla nostra contemporaneita' e sembra chiudere le vie del futuro!".[74]
"Dopo tale consacrazione, un anno dopo, il 10 marzo 1985 Chernenko
muore. Gli succede Gorbaciov, che inizia una rivoluzione nella
rivoluzione".[75]
Le conseguenze del crollo del "regno del male" come l'ha
definito Eltsin, sono sotto gli occhi di tutti. E secondo il prof. Zampetti,
autore dell'opera su Fatima spesso citata, ciò costituisce uno dei più grandi
miracoli che tutti possono osservare.[76]
Il comunismo, eresia
profetizzata dalla Madonna a Fatima, è caduto come le mura di Gerico
(Giosue' 6,20 seg.). Se qualcuno,
qualche mese prima dell'epoca Gorbaciov, avesse osato profetizzare
quanto poi avvenuto, sicuramente sarebbe stato considerato un pazzo. Mi
permetto, a conferma di quanto asserito, riportare alcune considerazioni di certi
"profeti" del comunismo.
- Nella sua introduzione allo Stupidario della sinistra (Arnoldo
Mondadori editore), l'autore del libro, Fausto Gianfranceschi scrive:
".....Avrete gia' capito, dal titolo e da queste righe, che il prezioso
stupidario raccoglie detti memorabili, riferiti ad un arco cronologico molto
lungo, di personaggi che hanno occupato
e continuano ad occupare la scena culturale italiana: e che, avendo
dominato la repubblica degli intellettuali quando si credeva che il futuro
fosse a sinistra, e avesse il suo simbolo nella falce e martello del PCI,
insistono a farvi da padroni. Alcuni dimentichi, altri addirittura orgogliosi
dei loro svarioni profetici e delle loro arroganze ideologiche. Si riprecipita,
con questa raccolta, nei tempi in cui, come ha detto Vittorio Strada,
"anticomunista era un'infamia, una scomunica, ed esserne colpito
significava uscire da tutto: carriere accademiche e parlamentari, salotti,
premi, tv, terze pagine...I detti sono in ordine alfabetico, secondo il nome di
chi ne fu colpevole. E noi preferiamo allinearne alcuni, piuttosto che
indugiare a commenti tutto sommato superflui.
Ranuccio Bianchi Bandinelli: L'Europa di domani sara' comunista.
Camilla Cederna: Sara' la lettura di qualche libro Einaudi, saranno i
discorsi di un bell'africano che s'incontra nel quartiere di Brera, fatto sta
che va ingrossando la setta dei milanesi che adesso hanno il complesso di
essere bianchi, anzi di questo loro insulso colore si vergognano un po'.
Alessandro Curzi: Eccola, finalmente, la patria dei Soviet, questo
Paese che amiamo da sempre, che è stato tanta parte dei nostri sogni, delle
nostre aspirazioni, la cui realta' ha dato forza e concretezza ai nostri
ideali, questo Paese al quale più che ad ogni altro ci lega la fratellanza, la
solidarieta', la coscienza dell'immenso potere che ha l'uomo di costruire un
mondo veramente e originalmente nuovo.
Franco Ferrarotti: Ormai una sola tradizione è rimasta in vita nel
quadro elettorale italiano: l'irreversibilita' degli incrementi elettorali del
partito comunista.
Natalia Ginzburg: Vecchia piccola borghesia, per piccina che tu sia,
non so dire se fai più rabbia, pena, schifo o malinconia.
Tullio Kezich: Mio figlio (dodici anni) e i suoi amici hanno
festeggiato il 25 dicembre (1968 n.d.r.) esponendo un cartello: "Buon
Natale, borghesi: sara' l'ultimo!". Mi sono associato all'augurio, lo
ammetto, senza crederci fino in fondo.- "Appena giunta la notizia, nel
caos dello studio televisivo di Bucarest qualcuno ha gridato: "L'Anticristo
è morto! È morto nel giorno della nascita di Cristo!". In effetti, proprio
in quel Natale che aveva ridotto a giornata lavorativa alla pari delle altre,
Nicolae Ceausescu è finito, con la moglie, vice-capo dello Stato, davanti ai
fucili del suo stesso esercito"-[77].
Carlo Levi: Chissa' quanto avranno speso gli americani per organizzare
la rivolta di Budapest.
Nanni Loy: In tutto il mondo si guarda all'Unione Sovietica come al
Paese più impegnato nella lotta per la liberazione dell'uomo.
Luigi Nono: La rivoluzione d'ottobre segna il passaggio della
preistoria alla storia.
Luigi Pintor: Ronald Reagan non è più l'uomo più potente della terra.
Da un giorno all'altro è diventato uno straccio. La sua Casa Bianca gli sta
crollando addosso come una cartapesta Hollywoodiana. I topi fuggono da tutte le
parti... È anche vecchio e in cattiva salute, può finire malissimo.
Gillo Pontecorvo: Votero' comunista perché penso che la situazione sia
seria, che solo il PCI possa essere un motore valido per andare avanti, e un
freno sicuro contro il grave pericolo di andare catastroficamente indietro.
Luigi Russo: Nessun altro popolo come i popoli sovietici è tanto geloso
della propria liberta'..In nessun momento rinunzierebbero a questa conquista
che essi hanno fatto della loro indipendenza interiore e civile.
Carlo Salinari: La paralisi della capacita' di pensare del mondo
culturale borghese rende ancora più evidente il contrasto con la vivacita'
della discussione avvenuta nell'URSS.
Eugenio Scalfari: Il cavallo sovietico (1959 n.d.r.) si trova ormai a
poche incollature di distacco dal cavallo americano e l'esito della corsa è
diventato quanto mai incerto. Chi vincera'?... Tutti i vecchi luoghi comuni
della maggiore efficienza dell'iniziativa privata e dell'enorme sperpero di
ricchezza che inevitabilmente
s'accompagna al collettivismo, cadono come castelli di carta di fronte
ai risultati raggiunti in quarant'anni dall'economia sovietica...Se l'America e
i suoi alleati dovessero continuare col ritmo attuale, mantenendo le
insufficienze del proprio sistema economico e sociale, allora bisogna fin d'ora
rendersi conto che il risultato della gara è gia' deciso.
Elio Vittorini: Perciò io trovo a volte più grande del leninismo la
dottrina di Stalin che tanta saggezza ha saputo contrapporre al rigorismo della
logica rivoluzionaria.
Lina Wertmuller: I miei film sono sempre un'indagine su quella malattia
che è la borghesia..Perché la borghesia è masochista. Si sa condannata a morte
dalla storia e gli piace sentirselo ricordare. Io che sono borghese lo so benissimo-.[78]
Per concludere, prototipo stesso dell'intellettuale
"profeta"e del pensatore come "nuovo sacerdote" è stato
Jean-Paul Sartre, di cui ricorre il decimo anniversario della morte. Anche qui,
sentiamo un brano tratto da un giornale, da un articolo di Francois Fejto:
"Rileggendo i testi politici di Sartre alla luce di ciò che oggi sappiamo,
di ciò che anche allora si sarebbe potuto sapere, si resta sbalorditi,
nauseati, ci si vergogna di essere degli intellettuali. Per fare un esempio,
nel 1954, dopo un viaggio in Russia, troviamo, in una serie di articoli per
Libération, frasi come questa: "In URSS la liberta' di critica è
totale"; "La condizione dei cittadini sovietici è in costante
miglioramento in una societa' che continua a progredire"; "Il cittadino
sovietico vive in un sistema competitivo a tutti i livelli, ma l'interesse del
singolo e quello della collettivita' gli appaiono coincidenti";
"Oggi, nell'URSS, l'emancipazione delle donne è totale";
"L'appartenenza alla classe dirigente, qui, non è una sinecura, perché
essa è sottoposta alla critica permanente di tutti i cittadini". Insomma,
"L'URSS marcia verso il futuro". E così via, in decine e decine di
pagine. E nel 1954. Un anno dopo la morte di Stalin, due anni prima delle rivelazioni
ufficiali dei suoi crimini".[79]
A queste "profezie comuniste" non sono sfuggiti sacerdoti
come Padre Turoldo che in una lettera scrisse a Berlinguer: "Voi siete
davvero una forza che può e che deve, insieme ad altre, ancora salvare il
paese".[80] E si' che tutti i Salmi, molti passi biblici
ed il Padre Nostro c'insegnano che è Dio l'unico e vero liberatore. Il
sacrificio salvifico e redentivo di Cristo non è servito a niente?
"Maledetto l'uomo che confida nell'uomo, che pone nella carne il suo
sostegno e il cui cuore si allontana dal Signore...Benedetto l'uomo che confida
nel Signore e il Signore è sua fiducia..." (Geremia 17,5 seg.).
La caduta del comunismo con tutti gli "scheletri" nascosti
negli armadi conferma l'eterna verita' della parola del Signore!
A questo punto consiglio
al lettore di meditare sul passo biblico concernente Elia e i profeti di Baal
(1 Re 18,20 seg.). Ricavera' senz'altro spunti di salutare riflessione ed utili
insegnamenti sulla differenza tra le profezie divine e quelle ispirate da
satana.
L'INFERNO
La visione dell'inferno, cruda e realistica, che contraddice le
opinioni di "certi teologi" in merito alla natura del medesimo, non è
che una conferma delle costanti affermazioni che Gesù e la Sacra Scrittura fanno
dello stesso. Citazioni che vanno accolte con la disponibilita' e semplicita'
di un bambino "In verita' vi dico: Chi non accoglie il regno di Dio come
un bambino, non vi entrera'" (Luca 18,17).
Riguardo alla "visione reale" dell'inferno, Giacinta esclamo':"L'inferno!
L'inferno! Quanta compassione ho delle anime che vanno all'inferno! E la gente la' dentro, viva, che brucia
come legna sul fuoco!".[81]
Giacinta inoltre affermo': "Se smettessero di offendere Dio, non
verrebbe la guerra ne' andrebbero all'inferno".[82]
Sintesi dei Messaggi di Fatima
La Madonna chiede:
1) la recita, tutti i giorni, del Santo Rosario per ottenere le grazie
e la pace nel mondo;
2) che gli uomini si pentano dei loro peccati e che ne domandino
perdono a Dio;
3) la consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria;
4) la "Comunione riparatrice" nel primo Sabato di ogni mese,
in onore del Cuore Immacolato di Maria.
La Madonna promette:
1) se si fara' ciò che io domando, si otterra' la pace;
2) se si compiranno le mie domande, la Russia si convertira';
3) se si fara' ciò che chiedo, si salveranno molte anime;
4) da parte mia prometto di assistere, in punto di morte, coloro che,
nel primo sabato di cinque mesi consecutivi si confesseranno, riceveranno la
Santa Comunione, reciteranno il Rosario e mi faranno compagnia per almeno un
quarto d'ora, meditando i misteri del Rosario con l'intenzione di riparare il
mio Cuore Immacolato.
"Per salvare il mondo, Dio
vuole stabilire nel mondo la devozione al Mio Cuore Immacolato".
Il Rosario è stato suggerito dalla Madonna a S. Domenico di Guzman,
secondo un'antica tradizione; ma, più che una devozione mariana, è una
devozione cristocentrica o cristologica.
È Cristo, difatti, che viene sempre contemplato, anche se con gli occhi
e il cuore di Maria; di Colei, cioe', di cui il Verbo stesso si è servito per
arrivare fino a noi; per cui Maria è, dopo Cristo, il vero pontefice tra la
divinita' e l'umanità.
Se qualche mistero riguarda esclusivamente Maria, è per presentarla
come primo e garante frutto della redenzione operata da Cristo.
Se non fosse stato cosi, la Madonna non avrebbe tanto caldamente
raccomandata la recita del Rosario a Lourdes come a Fatima e altrove; Leone
XIII non avrebbe scritto ben undici Lettere Encicliche tutte sul Rosario; molti
altri Papi non l'avrebbero continuamente inculcato nell'animo dei fedeli, come
Pio XII che scriveva: "Il Santo Rosario non solo sara' la preghiera
particolare che ogni giorno sale al cielo in odore di soavita', ma costituira'
altresi' una scuola efficacissima di vita cristiana" (Enciclica
Ingruentium malorum, 15 sett. 1951); mentre Giovanni Paolo II lo
definisce:" La mia preghiera prediletta. Preghiera meravigliosa;
meravigliosa nella sua semplicità e nella sua profondità".
Diceva Padre Pio da Pietrelcina: "Il Rosario è un dono
meraviglioso della Madonna all'umanità. Questa preghiera è la sintesi della
nostra fede; il sostegno della nostra speranza; l'esplosione della nostra
carita'. La corona è un'arma
potentissima per mettere in fuga il demonio (Padre Pio la chiamava la mia
arma), per superare le tentazioni, per vincere il cuore di Dio, per ottenere
grazie dalla Madonna. Amate e fate amare la Madonna. Pregate e fate pregare il
Rosario. Questo è il mio testamento spirituale."
ALCUNE PROMESSE
di MARIA SS. ai devoti del Rosario
(fatte al domenicano B. Alano de la Roche)
1) A tutti coloro che reciteranno il mio Rosario prometto la mia
specialissima protezione.
2) Il Rosario sara' un'arma potentissima contro l'inferno, distruggera'
i vizi, dissipera' il peccato e abbattera' le eresie.
3) Chi si raccomandera' col Rosario non perira'.
4) Chiunque recitera' devotamente il S. Rosario, con la meditazione dei
Misteri, si convertira' se peccatore, crescera' in grazia se giusto e sara'
fatto degno della vita eterna.
5) Io libero ogni giorno dal Purgatorio le anime devote del mio
Rosario.
6) I veri figliuoli del mio Rosario godranno di una grande gioia in
Cielo.
7) Ciò che chiederai col Rosario, l'otterrai.
8) Coloro che propagano il mio Rosario saranno da me soccorsi in ogni
loro necessita'.
9) La devozione del Santo Rosario è un gran segno di predestinazione.[83]
A proposito di tale importantissima preghiera, la più importante dopo
la Messa, ritengo utile riportare gli inviti del Papa a tale riguardo.
"Recitiamo con costanza il Rosario nelle comunita' ecclesiali e
nelle nostre famiglie. Esso in seguito alle ripetute invocazioni unira' i
cuori, ravvivera' i legami, rafforzera' la nostra speranza e donera' a noi
tutti la pace e la gioia di Cristo, che è nato, morto e risorto per noi.
Recitare il Rosario infatti significa mettersi alla scuola di Maria ed
apprendere da lei, Madre e Discepola del Cristo, come vivere in profondità' ed
in pienezza le esigenze della fede cristiana. Ella fu la prima credente, e
della vita ecclesiale, Ella nel Cenacolo fu centro di unita' e di carita' tra i
primi discepoli di suo Figlio.
Nella recita del Santo Rosario non si tratta tanto di ripetere delle
formule quanto piuttosto di entrare in colloquio confidenziale con Maria, di
parlarLe, di manifestarLe la propria disponibilita' nell'accettare i disegni di
Dio, di prometterLe fedelta' in ogni circostanza, soprattutto in quelle più
difficili e dolorose, sicuri della sua protezione, e convinti che Ella ci
otterra' dal suo Figlio tutte le grazie necessarie alla nostra salvezza.
Recitando il Santo Rosario, infatti, noi contempliamo il Cristo da una
prospettiva privilegiata, cioe' da quella stessa di Maria, sua Madre; meditiamo
cioe' i misteri della vita, della passione e della resurrezione del Signore con
gli occhi e col cuore di Colei che fu più vicina a suo figlio.
Siamo assidui alla recita del
Rosario sia nella comunita' ecclesiale sia nell'intimita' delle nostre famiglie: esso, sulla scia delle ripetute
invocazioni, unira' i cuori, riaccendera' il focolare domestico, fortifichera'
la nostra speranza e otterra' a tutti la pace e la gioia del Cristo nato, morto
e risorto per noi".[84]
A Fatima Giacinta ebbe anche alcune misteriose visioni che riporto.
VISIONI DI GIACINTA
"Non so com'è stato! Io ho visto il Santo Padre in una casa molto
grande, inginocchiato davanti ad un tavolo, con la faccia tra le mani, in
pianto. Fuori dalla casa c'era molta gente, alcuni tiravano sassi, altri
imprecavano e dicevano molte parolacce. Povero Santo Padre!"
"Non vedi tante strade, tanti sentieri e campi pieni di persone
che piangono di fame e non hanno niente da mangiare? E il Santo Padre in una chiesa,
davanti al Cuore Immacolato di Maria, in preghiera? E tanta gente in preghiera
con lui?"
GRANDE PROMESSA
"Giacinta e Francesco li porto presto; ma tu rimani qui ancora per
un po' di tempo. Gesù vuole servirsi di te per farMi conoscere ed amare. Egli vuole stabilire nel mondo la
devozione al Mio Cuore Immacolato. A chi l'abbraccera', prometto la
salvezza, e saranno amate da Dio queste anime, come fiori messi da Me a ornare
il Suo trono".
"Resto qui da sola?" disse Lucia con tristezza. "No,
figlia; Io non ti abbandonero' mai. Il Mio Cuore Immacolato sara' il tuo
rifugio e la via che ti condurra' fino a Dio".
Il 10-12-1925 le apparve la Santissima Vergine e, al Suo fianco,
sospeso in una nuvola luminosa, un Bambino. La Santissima Vergine, mettendole la
mano sulla spalla, le mostro' parimenti un cuore coronato di spine che teneva
nell'altra mano. Allo stesso tempo il Bambino disse: "Abbi compassione del
Cuore Immacolato della Tua Santissima Madre, che sta coperto di spine che gli
uomini ingrati in tutti i momenti Vi infliggono, senza che ci sia chi faccia un
atto di riparazione per strapparle".
In seguito la Santissima Vergine disse: "Guarda, figlia mia, il
Mio Cuore coronato di spine che gli uomini ingrati a ogni momento mi
conficcano, con bestemmie e ingratitudini. Tu almeno, cerca di consolarMi, e
di' che tutti quelli che per cinque
mesi, nel primo sabato, si confesseranno ricevendo poi la santa Comunione,
diranno un rosario, e Mi faranno 15 minuti di compagnia meditando sui 15
misteri del rosario, coll'intenzione di darMi sollievo, io prometto di
assisterli, nell'ora della morte, con tutte le grazie necessarie alla salvezza
di queste anime".
Fece presente a Gesù la difficolta' che alcune anime avevano di
confessarsi il sabato, e chiese che fosse valida la confessione di otto giorni.
Gesù rispose: "Si', possono essere molti più ancora, purche', quando Mi
ricevono, siano in grazia e abbiano l'intenzione di riparare il Cuore
Immacolato di Maria".
Lucia domando': "Gesù mio, e quelle che si dimenticheranno di
formulare quell'intenzione?" Gesù rispose: "Possono formularla nella
confessione seguente, approfittando della prima occasione che avranno per
confessarsi".
Il giorno 15 febbraio 1926 stavo molto occupata nel mio lavoro, e quasi
neppur di questo mi ricordavo. E, andandomene io a vuotare un secchio di
spazzatura fuori dall'orto dove, alcuni mesi prima, avevo incontrato un bambino
a cui avevo chiesto se sapeva l'Ave-Maria, e avendomi risposto di si', gli
dissi di recitarla, per verificare se la sapeva. Ma siccome lui non si decideva
a dirla da solo, la recitai io con lui per tre volte, e alla fine delle tre
Ave-Maria, gli chiesi di dirla da solo. Ma, siccome lui stette zitto e non fu
capace di dire l'Ave Maria da solo, gli domandai se sapeva dov'era la chiesa di
Santa-Maria. Mi rispose di si'. Gli dissi che ci andasse tutti i giorni e che
dicesse così: O mia Mamma del Cielo, datemi il Vostro Bambino Gesù!- Gli
insegnai questo, e venni via.
Il 15 febbraio 1926 tornando di la', come al solito, v'incontrai un bambino
che pareva il medesimo. E gli domandai allora: "Hai chiesto il Bambino
Gesù alla Mamma del Cielo?".
Il bambino si volta verso di me e dice: "E tu hai diffuso nel
mondo quel che la Mamma del Cielo ti ha chiesto?". E in un istante si
trasforma in un bambino splendente".[85]
MISTERO DELLA SANTISSIMA
TRINITA' E RICHIESTA DI CONSACRAZIONE DELLA RUSSIA AL SUO CUORE IMMACOLATO
"Venne alcune volte a confessare nella nostra cappella il P.
Goncalves. Mi confessai da lui e siccome mi capiva bene, continuai per il
periodo dei 3 anni che egli rimase qui come socio.
Fu allora che la Madonna mi avviso' ch'era arrivato il momento in cui
voleva ch'io comunicassi alla Santa Chiesa il Suo desiderio della Consacrazione della Russia, e la Sua promessa di
convertirla...La comunicazione fu così:
13-6-1929 "Io avevo chiesto ed ottenuto il permesso dalle mie
superiore e dal confessore di fare l'Ora Santa dalle undici a mezzanotte, tra
ogni giovedi' e venerdi'. Stando una notte sola, m'inginocchiai tra le due
balaustre nel mezzo della cappella per recitare, prostrata, le orazioni
dell'Angelo. Sentendomi stanca, mi alzai e continuai a recitarle con le braccia
aperte in forma di croce. L'unica luce era quella della lampada.
Improvvisamente tutta la cappella s'illumino' d'una luce soprannaturale e
sull'altare apparve una croce di luce che arrivava fino al soffitto. In una
luce più chiara si vedeva nella parte superiore della croce una faccia di uomo
e il corpo fino alla cintola, sul petto una colomba pure di luce e inchiodato
alla croce il corpo d'un altro uomo. Un po' sotto la cintola, sospeso
nell'aria, si vedeva un Calice e un'Ostia grande, sulla quale cadevano alcune
gocce di sangue che scorrevano dalle guance del Crocifisso e da una ferita del
costato. Scivolando giu' dall'Ostia quelle gocce cadevano nel Calice. Sotto il
braccio destro della croce c'era la Madonna (era la Madonna di Fatima...col Suo
Cuore Immacolato...nella mano sinistra...senza spada, ne' rose, ma con una
corona di spine e fiamme...) col Suo Cuore Immacolato nella mano...Sotto il
braccio sinistro, alcune lettere grandi, come se fossero di acqua cristallina
che scorresse sopra l'Altare, formavano queste parole: "Grazia e
Misericordia".
Compresi che mi veniva mostrato il Mistero della Santissima Trinita', e
ricevetti luci su questo Mistero che non mi è permesso rivelare. Poi la Madonna
mi disse: "È arrivato il momento in cui Dio chiede che il Santo Padre
faccia, in unione con tutti i Vescovi del Mondo, la consacrazione della Russia
al Mio Cuore Immacolato, promettendo di salvarla con questo mezzo. Sono tante
le anime che la giustizia di Dio condanna per i peccati commessi contro di Me,
che vengo a chiedere riparazione: sacrificati per questa intenzione e
prega". Informai di tutto il confessore, che mi ordino' di scrivere ciò
che la Madonna voleva che si facesse."[86]
IL MIRACOLO DEL SOLE
Il miracolo del sole è stato il segno visibile richiesto e concesso
dalla Vergine perché tutti credessero. Un autorevole testimone oculare, il
dott. Jose' Maria Proenca de Almeida Garret, professore nell'Universita' di
Coimbra, lo descrisse così:"Erano quasi le due del pomeriggio, una pioggia
torrenziale cadeva sulle persone in attesa. Il sole trapasso' con i suoi raggi
la fitta coltre di nubi e gli occhi di tutti si rivolsero lassu' come
magnetizzati. Il sole apparve come un disco dai chiari contorni, lucente, ma
non abbagliante; possedeva la luminosita' chiara e iridescente come una perla,
sembrava una ruota splendente proveniente dall'involucro argenteo di una
conchiglia, non aveva la minima somiglianza col sole che spunta fra la cortina
nebulosa. Il disco solare non era indistinto o velato, ma invece si stagliava
chiaro dallo sfondo e dall'atmosfera circostante. Questo disco variopinto e
lucente sembrava preso da un movimento frenetico: ruotava su se stesso con
enorme velocita', allo stesso tempo si liberava dal firmamento ed avvicinava,
rosso di sangue, alla terra minacciando di stritolare tutto con la sua furia
infuocata".[87]
Mediante il segno del sole la Madonna ha mostrato al mondo la realta' e
verita' delle parole bibliche della Genesi (1,1 seg.) sulla creazione. Solo
Dio, infatti, può con la "Sua Parola" ordinare al sole di muoversi
come fosse un giocattolo. Se pensiamo a certe teorie "naturalistiche"
sull'evoluzione "praticamente spontanea" dell'Universo, non possiamo
fare a meno di meditare sul valore "profetico" e "tampone"
del miracolo del sole. Meditino i satanisti su tale incredibile potere che è
riservato solo a Dio....che, con la Sua Parola, ha creato anche l'inferno in cui
vi finiscono i poveri peccatori come ha mostrato, con la visione del medesimo,
ai tre veggenti di Fatima la Madonna.
Dai messaggi e dall'esperienza di Fatima possiamo e dobbiamo trarre
alcune conclusioni. Il popolo portoghese accetto', in linea di massima, gli
insegnamenti della Madonna e si adopero' per vivere tali messaggi. Anche oggi
possiamo, se ci rechiamo in tale localita' nelle ricorrenze delle apparizioni,
osservare con quanta fede e con quanta preghiera i portoghesi, anche in
ginocchio, pregano il Rosario. La Madonna ha preservato tale nazione dalla
seconda guerra mondiale che coinvolse praticamente tutta l'Europa e protesse il
Portogallo anche dalla guerra civile spagnola che poteva, visti i tempi,
propagarsi come una fiamma anche a tale nazione.
[1]"Fu rivolta a Giona una seconda volta questa parola del
Signore:
[2]«Alzati, và a Ninive la grande città e annunzia loro quanto ti
dirò».
[3]Giona si alzò e andò a Ninive secondo la parola del Signore. Ninive era
una città molto grande, di tre giornate di cammino.
[4]Giona cominciò a percorrere la città, per un giorno di cammino e
predicava: «Ancora quaranta giorni e Ninive sarà distrutta».
[5]I cittadini di Ninive credettero a Dio e bandirono un digiuno, vestirono
il sacco, dal più grande al più piccolo.
[6]Giunta la notizia fino al re di Ninive, egli si alzò dal trono, si
tolse il manto, si coprì di sacco e si mise a sedere sulla cenere.
[7]Poi fu proclamato in Ninive questo decreto, per ordine del re e dei
suoi grandi: «Uomini e animali, grandi e piccoli, non gustino nulla, non
pascolino, non bevano acqua.
[8]Uomini e bestie si coprano di sacco e si invochi Dio con tutte le
forze; ognuno si converta dalla sua condotta malvagia e dalla violenza che è
nelle sue mani.
[9]Chi sa che Dio non cambi, si impietosisca, deponga il suo ardente
sdegno sì che noi non moriamo?».
[10]Dio vide le loro opere, che cioè si erano convertiti dalla loro
condotta malvagia, e Dio si impietosì riguardo al male che aveva minacciato di
fare loro e non lo fece."
(Giona 3,1 seg.)
Anche il paesino di Medjugorje
è stato, come vedremo, salvato dalla crudelissima guerra civile Jugoslava; ma
solo quel paesino che ha accettato e che vive i messaggi mariani. A Medjugorje
mi sono recato tre volte in periodi diversi e posso testimoniare che sempre, di
sera, i paesani ascoltavano la Santa Messa e recitavano l'intero Rosario
comunitario; diversamente dal resto della Jugoslavia, anche cattolica, che non
ha preso molto sul serio, all'inizio, le apparizioni mariane. "Ritengo, infine, che purtroppo soltanto questa
inevitabile realta' della guerra ci insegni a far propri i messaggi di
Medjugorje e a realizzarli nella vita" (Prof. Tomislav Ivancic)[88]- "Credo che le persone comincino a
riflettere più seriamente su ciò a cui ci ha esortato la Madre del Signore in
questi undici anni. Molti dicono ora: "Vedete, se avessimo ascoltato e
vissuto il messaggio della conversione, della preghiera, del digiuno, della
penitenza e dell'amore come all'inizio, ora avremmo sicuramente pace e
gioia...." So da fonte attendibile che molti dei nostri vescovi hanno
ricevuto da molte persone delle lettere: "Cosa ne dite ora dopo tutto
quello che sta accadendo? Per quale motivo non è stata accolta l'esortazione della
Madre di Dio, che con la preghiera ed il digiuno si potevano evitare guerre?
Perché non avete fatto null'altro che dire alle persone: Non andate, fino a
quando non viene riconosciuta dalla Chiesa?." (Padre Petar Ljubicic)[89]. Non sono certo andati a Medjugorje con la
fede che invece ha contraddistinto i Portoghesi "..Adesso, quando leggo
nel Nuovo Testamento quelle scene incantevoli del passaggio di Gesù nella
Palestina, mi ricordo di queste a cui il Signore, benche' ancor così bambina,
mi fece assistere nei poveri sentieri e strade da Aljustrel a Fatima e alla
Cova d'Iria. E ne ringrazio Dio, offrendoGli la fede del nostro buon popolo
portoghese. E penso:"Se questa
gente si prostra così davanti a tre poveri bambini, soltanto perché a loro è
concessa misericordiosamente la grazia di parlare con la Madre di Dio, cosa non
farebbero se vedessero davanti a loro Gesù Cristo stesso?".
La protezione della Madonna
accordata a chi segue i suoi messaggi, che sono poi quelli di Dio, non ci deve
stupire: basta riflettere sulle parole del salmo 91:
[1]"Tu che abiti al riparo dell'Altissimo
e dimori all'ombra
dell'Onnipotente,
[2]dì al Signore: «Mio rifugio e mia fortezza,
mio Dio, in cui
confido».
[3]Egli ti libererà dal laccio del cacciatore,
dalla peste che
distrugge.
[4]Ti coprirà con le sue penne
sotto le sue ali
troverai rifugio.
[5]La sua fedeltà ti sarà scudo e corazza;
non temerai i terrori
della notte
né la freccia che vola
di giorno,
[6]la peste che vaga nelle tenebre,
lo sterminio che
devasta a mezzogiorno.
[7]Mille cadranno al tuo fianco
e diecimila alla tua
destra;
ma nulla ti potrà
colpire.
[8]Solo che tu guardi, con i tuoi occhi
vedrai il castigo
degli empi.
[9]Poiché tuo rifugio è il Signore
e hai fatto
dell'Altissimo la tua dimora,
[10]non ti potrà colpire la sventura,
nessun colpo cadrà
sulla tua tenda.
[11]Egli darà ordine ai suoi angeli
di custodirti in tutti
i tuoi passi.
[12]Sulle loro mani ti porteranno
perché non inciampi
nella pietra il tuo piede.
[13]Camminerai su aspidi e vipere,
schiaccerai leoni e
draghi.
[14]Lo salverò, perché a me si è affidato;
lo esalterò, perché ha
conosciuto il mio nome.
[15]Mi invocherà e gli darò risposta;
presso di lui sarò
nella sventura,
lo salverò e lo
renderò glorioso.
[16]Lo sazierò di lunghi giorni
e gli mostrerò la mia
salvezza."
"Cari figli, anche oggi vi invito alla
preghiera, ora come non mai da quando il mio piano ha cominciato a realizzarsi.
Satana è forte e vuole disturbare i miei progetti di pace e di gioia e farvi
pensare che mio Figlio non sia forte in ciò che ha deciso.
Perciò vi invito, cari figli, a pregare e a digiunare ancor più
intensamente. Vi invito a qualche rinuncia per la durata di nove giorni
perché con il vostro aiuto si realizzi
tutto ciò che voglio realizzare secondo i segreti iniziati a Fatima.
Vi invito, cari figli, a comprendere
l'importanza della mia venuta e la serieta' della situazione. Voglio salvare
tutte le anime e offrirle a Dio. Perciò preghiamo perché tutto quello che ho
cominciato si realizzi completamente.
Grazie per aver risposto alla mia
chiamata".
(Medjugorje) - 25 agosto 1991
E la Madonna, a Medjugorje, si è collegata a Fatima.
Medjugorje è l'unica apparizione da me trattata su cui la Chiesa non si è
ancora pronunciata ufficialmente (la decisione finale spetta infatti al
Papa); le apparizioni, tra l'altro,
sono ancora in atto. Numerosi esponenti dell'alta gerarchia ecclesiastica
credono in tali apparizioni.
"Non posso ora dare un giudizio diverso
a nome della Conferenza episcopale, posso soltanto dire che se qualcuno è
convinto del carattere sovrannaturale delle apparizioni della Madre di Gesù a
Medjugorje, ciò è nel diritto della sua coscienza. Quando prega, fa bene!
Vorrei consigliare a tutti gli amici di Medjugorje, che sono convinti, di
pregare affinche' venga riconosciuta tutta la verita'. E debbono pregare per la
pace...Le persone che credono e che sono coscientemente convinte che con i
messaggi di Medjugorje essi riescono a convincere gli uomini a fare del bene-
alla conversione e alla pace- lo facciano pure..." (Cardinale DR. Franjo
Kuharic- Arcivescovo di Zagabria)[90].
"Totalmente positivi sono sempre stati, per esempio, i
giudizi del celebre teologo francese Rene' Laurentin, che fu consulente al
Concilio Vaticano II. È stato molte volte a Medjugorje ed ha scritto un libro
in difesa della autenticita' delle apparizioni. Il teologo svizzero Von
Balthasar ha definito i fatti di Medjugorje "una vicenda veramente guidata
dalla mano di Dio". ...Il cardinale di Praga, mons. Frantisek Tomasek, ha
visitato Medjugorje il 21 novembre 1988 e al termine della visita ha detto:
"Le apparizioni della Madonna significano molto per i fedeli del mio
paese". Nell'aprile del 1987, il cardinale Giuseppe Siri dichiaro' di
conoscere "molti atei che vanno a Medjugorje e poi ritornano col rosario
in mano" (dopo la Messa, preghiera principe contro satana NDA)".[91]
"Beato te, Simone figlio di Giona,
perché ne' la carne ne' il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta
nei cieli. E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edifichero' la mia
chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te daro' le
chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sara' legato
nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sara' sciolto nei
cieli".
(Matteo 16,17).
PAPA
"In occasione di una visita a Roma, con
i Vescovi del Texas nell'aprile del 1988, chiesi al S. Padre, durante un
incontro privato, quale fosse la sua opinione riguardo a Medjugorje. Egli
parlo' molto favorevolmente di tutto quanto la' succede ed espresse un'opinione
positiva. Più tardi, quando i vescovi del Texas commentarono con il S. Padre
gli avvenimenti di Medjugorje suscitando varie discussioni, Sua Santita' torno'
a sottolineare come Medjugorje abbia cambiato la vita di quanti vi sono andati e come i messaggi non siano in alcun modo
contrari al Vangelo".
(Mons. Michael OMI, Vescovo di San Angelo,
Texas. Riportato da National Catholic Register", 15 aprile 1990)
"Se non fossi il Papa sarei gia' andato
a Medjugorje", ha affermato il S. Padre, secondo la testimonianza di Mons.
Paolo Maria Hnlica, Vescovo ausiliario in Roma, il giorno 21 aprile 1989. In
quell'occasione fu rimproverato dal Santo Padre perché non era passato da
Medjugorje nel suo viaggio di ritorno da Mosca, dove si era recato per una determinata missione.
"Durante la nostra visita -Ad Sacra
Limina- ebbi 15 minuti di conversazione privata con il papa durante la quale
gli dissi: "Santo Padre, vengo adesso da Medjugorje dove stanno accadendo
cose meravigliose".
Il Papa replico': "Si', è molto buono
per i pellegrini andare a Medjugorje, a pregare e a fare penitenza. È una cosa
molto buona!". (Vescovo Silvester Treinen, Vescovo di Boise, Idaho,
durante l'omelia della Messa a Notre Dame, 14 maggio 1989).
"Oggi il mondo ha perso il suo interesse
per il soprannaturale. Ma molti stanno cercando questi valori, che troviamo a
Medjugorje attraverso l'orazione e la penitenza". (Affermazione del Papa
il giorno 1 agosto 1989 ad un gruppo di medici italiani dell'ARPA).
"Medjugorje è un grande centro
spirituale". Commento del Santo Padre durante una conversazione nel
febbraio 1990, secondo la testimonianza di don Murilo Kreiger, Vescovo
brasiliano, mentre parlava prima del suo quarto pellegrinaggio da Graca a
Medjugorje. Il S. Padre acconsentiva a dare la sua benedizione ai veggenti
(National Catholic Register, 23 aprile 1990).
L'Arcivescovo Angelo Kim, presidente della
Conferenza Episcopale di Corea, al termine dell'ultimo Sinodo dei Vescovi, si
diresse verso il S. Padre e gli disse:"Grazie alla Vostra Santita' la
Polonia si è liberata dal comunismo". Il S. Padre replico': "Non è
mio merito; esso è opera di Nostra Signora, come Lei stessa ha annunciato a
Fatima e a Medjugorje". ("L'Homme noveau" del 3 febbraio 1991).
"Quando ritornai dal mio viaggio
dall'Europa e dall'America, transitando da Roma ho incontrato il S. Padre.
Quando gli ho riferito che venivo da Medjugorje mi ha detto: "Abbiate cura
di Medjugorje, conservate Medjugorje, non rinunciate ma perseverate. Coraggio,
io sono con voi". (Dichiarazione di P. Jozo)-[92]
"Un giorno Giovanni Paolo II ricevette in udienza quarantacinque
sacerdoti americani, accompagnati da tre vescovi. Questi sacerdoti dissero al
Papa: "Santo Padre noi desidereremmo andare a pregare a Medjugorje".
Il Papa rispose: "Andate e pregate anche per me". Il 25 giugno 1985
Giovanni Paolo II ricevette un gruppo di sacerdoti della diocesi di Trento.
Durante l'incontro uno di questi chiese al Papa: "Posso andare a pregare a
Medjugorje?". "E perché no?", rispose il Pontefice. ..Il 24
gennaio 1987 il Papa ricevette i vescovi del Triveneto. Nell'Alta Italia, i
fatti di Medjugorje sono sempre stati molto seguiti. I pellegrinaggi che
partivano dalle varie citta' del Veneto erano numerosi. Il vescovo di Udine,
preoccupato, chiese consiglio al Papa. "Come dobbiamo comportarci?".
Il Santo Padre rispose: "Mi meraviglio di questa domanda. Non vi siete accorti
quanti buoni frutti spirituali sta producendo quel luogo di preghiera?". A
quell'incontro era presente anche monsignor Antonio Mistrorigo, vescovo di
Treviso, il quale, al rientro in diocesi, dichiaro': "Con il Papa abbiamo
parlato di Medjugorje. Egli mostra di conoscere bene la situazione e di
seguirla. Ritiene che non ci sia niente di male che in quel luogo si
preghi". Nell'agosto del 1989, l'Arcivescovo di New Mexico, nel Texas,
venne in pellegrinaggio qui a Medjugorje. Una sera, parlando con un gruppo di
persone, quasi a voler giustificare la sua presenza, racconto': "Nel
gennaio scorso sono stato in visita al Santo Padre. Gli ho detto:
"Santita', molti fedeli della mia diocesi vanno in pellegrinaggio a
Medjugorje e io non ho dato loro il permesso, ne' ho vietato di andarci. Che
cosa debbo fare?". Il Papa mi ha risposto: "Lascia che la gente vada.
Laggiu' si prega". Incoraggiato da questa risposta ho aggiunto:
"Pero' invitano anche me ad andare con loro". Il Papa mi ha risposto:
"Va e prega anche per me". Per questo mi trovo ora qui, con la
benedizione del Santo Padre".[93]
E ciò che il Papa pensa in
riferimento a Medjugorje è di fondamentale importanza in quanto "Persino
un Concilio, cioe' l'insieme dei vescovi di tutto il mondo, non può essere
veramente ecumenico, e cioe' riguardante tutta la Chiesa, se non è
confermato, o almeno accettato, dal
Romano Pontefice. Gli mancherebbe il sigillo della unita' garantita dal
successore di Pietro.
È per volontà divina che i vescovi esercitano i loro poteri collegialmente
sotto la potesta' del successore di
Pietro e cioe' del Papa". [94]
Inoltre "I papi, in quanto successori di Pietro, hanno tutti i
poteri sulla Chiesa, ma loro compito è aprire e non chiudere le porte del
Cielo, del quale sono state loro affidate le chiavi. Non si tratta solo del
potere di enunciare punti di dottrina o direttive generali di azione: secondo
Gesù è potere completo e totale, ossia potere di prendere tutte le misure
richieste dalla vita e dallo sviluppo della Chiesa".[95]
"Il servizio di Pietro, in funzione del Regno dei cieli, consiste
principalmente nel confermare i suoi fratelli, nell'aiutarli a conservare la
fede e a svilupparla. E poiche' la fede non si conserva senza lotta, Pietro
dovra' aiutare i fedeli nella lotta per vincere tutto quello che toglierebbe o
diminuirebbe la loro fede. È interessante notare che l'evangelista Luca, pur
parlando dell'umana fragilita' di Pietro, che non è messo al riparo dalle
difficolta' ed è tentato come gli altri Apostoli, tuttavia sottolinea che egli beneficia
di una preghiera speciale per la sua perseveranza nella fede: "Ho pregato
per te". Pietro non è stato preservato dal rinnegamento, ma, dopo aver
fatto l'esperienza della propria debolezza, egli è stato confermato nella fede,
in virtu' della preghiera di Gesù, al fine di poter adempiere alla missione di
confermare i suoi fratelli. Questa missione non si può spiegare in base a
considerazioni puramente umane. Essa, come lo stesso potere di Pietro,
appartiene al Regno dei Cieli".[96]
Il fenomeno è comunque mondiale. Si calcola
che , prima della guerra, circa venti milioni di pellegrini (per la maggior
parte esterni alla Jugoslavia) e circa centomila tra preti e vescovi (molti in
incognito) si sono recati in quella localita' baciata dalla grazia.
Anche su Medjugorje sono stati scritti
numerosi libri. Mi limitero' quindi a riportare i fatti più salienti e quanto
di solito viene trascurato dalla letteratura relativa (pareri medici, segni
straordinari ecc.) ed in particolare tutti i messaggi che la Madonna ha finora
dato tramite i veggenti al mondo, in quanto la Madonna vuole che si vivano e si
diffondano i suoi messaggi (quante volte ha ripetuto "vivete i miei
messaggi"!).
Giovedì
24.10.1985
"Cari figli, ascoltate e vivete i miei messaggi.
Io desidero essere la vostra guida".
Giovedì
27.2.1986.
"Cari figli! Vivete in umiltà i messaggi
che io vi do'".
Giovedì
17.7.1986
"Cari figli, vivete nell'umiltà perfetta
tutti i messaggi che io vi sto dando".
Giovedì
30.10.1986:
"Cari figli, a causa vostra sono restata
così a lungo per aiutarvi a mettere in pratica tutti i messaggi che io vi dò.
Perciò, cari figli, vivete con amore verso di me tutti i messaggi che io vi
dò".
Giovedì
1.1.1987
"...Perciò, cari figli, pregate senza
sosta e vivete tutti i messaggi che vi dò".
Giovedì
8.1.1987
"..Perciò, cari figli, vi supplico:
ascoltate i miei messaggi e viveteli affinché io vi possa guidare".
25
marzo 1992
"....Perciò pregate e vivete i Miei
messaggi e così vedrete i miracoli dell'amore di Dio nella vostra vita
quotidiana".
25
ottobre 1992
"... Perciò, cari figliuoli, ascoltate e
vivete ciò che vi dico, perché per voi è importante. Quando non saro' più con
voi ricordatevi delle mie parole e di tutto quello che vi ho detto. Io vi invito a cominciare da capo a cambiare
la vostra vita e a decidervi per la conversione: non a parole, ma con la
vita".
Tutto il contrario di quanto sta in genere
avvenendo. Lo stesso vale anche per la Bibbia: molto spazio per i libri di
teologia, spesso in antitesi con la medesima, e poco per la meditazione della
Parola eterna di Dio.
Ho
notato infatti che si diffondono "molte chiacchiere" e poco i
messaggi. Infatti se andate in qualunque libreria, anche cattolica, potete
sbizzarrirvi nella scelta dei libri su Medjugorje; ma se chiedete una raccolta
completa dei messaggi "autentici", ben difficilmente riuscirete a
trovarla. Che cos'è quindi più
importante? Quanto la Madonna consiglia o le chiacchiere degli uomini? La
Madonna è infatti venuta a Medjugorje per "insegnarci" come seguire
la via della conversione e della santita'. Sta supplendo alle "carenze
umane". Dio, nella Sua infinita misericordia, ci ha mandato Sua Madre per
rimediare ai guasti provocati da quanti si sono allontanati dalla Parola eterna
di Dio per inseguire le "favole". "Alla fine dei tempi vi
saranno impostori, che si comporteranno secondo le loro empie passioni"
(Giuda 17)- "Da questo conosciamo che è l'ultima ora. Sono usciti di mezzo
a noi, ma non erano dei nostri; se fossero stati dei nostri, sarebbero rimasti
con noi; ma doveva rendersi manifesto che non tutti sono dei nostri" (1
Giovanni 2,18/19)- "In esse (lettere di S.Paolo) ci sono alcune cose
difficili da comprendere e gli ignoranti e gli instabili le travisano, al pari
delle altre Scritture, per loro propria rovina" (2 Pietro 3,16) ecc.
STORIA DELLE APPARIZIONI
"All'inizio delle apparizioni Medjugorje
era un piccolo villaggio sconosciuto, neppure segnato sulle carte geografiche;
ora il villaggio è tra le localita' più conosciute di tutto il mondo.
Medjugorje significa "tra i monti",
difatti è situato ai bordi di un piccolo altopiano carsico, circondato da
colline.
Adesso molti pellegrini incominciano ad
avvertire un misterioso collegamento tra Medjugorje e il villaggio montano
visitato da Maria, appena diventata la Madre del Signore. A Medjugorje la
Madonna concludera' la lunghissima serie delle sue straordinarie visite fatte
durante i due millenni del cristianesimo.
A Medjugorje Dio lascera' un "Segno
indistruttibile e permanente" delle apparizioni della Madonna. Quel Segno
concludera' un'epoca.....A partire dall'apparire di quel Segno il mondo verra'
rapidamente purificato.
La Madonna ha detto di non aspettare quel
Segno per convertirsi, perché manchera' il tempo.
Medjugorje quindi nel piano di Dio è il Segno
dei tempi nuovi. A Medjugorje ci sono tre punti cercati da tutti i pellegrini.
C'è il Podbro, il colle delle prime apparizioni: qui verra' lasciato il Segno
che attestera' per sempre la realta' della Visita della Madre ai suoi figli.
C'è il Krizevac (monte della Croce): è il
monte della Via Crucis e della Croce che domina tutto il paesaggio. Ricorda che
come Gesù Cristo ha salvato il mondo con la Croce, così noi possiamo salvarci
solamente rinnegando noi stessi e portando la nostra croce quotidiana.
C'è la Chiesa Parrocchiale, dove c'è la
presenza di Gesù Eucaristico. I primi due posti invitano alla Chiesa, dove si
celebra l'Eucarestia (la Chiesa è formata da due guglie che simboleggiano la
devozione all'Eucarestia ed al Cuore Immacolato di Maria; quest'ultima devozione fu stabilita da Gesù
mediante i messaggi di Fatima NDA).....Il 24 giugno 1981 due ragazze, a passeggio in una stradina ai
piedi del Podbro, videro in alto, sul dorso del colle, la figura della Madonna
col Bambino in braccio che faceva segno a loro di avvicinarsi. Le ragazze
ebbero piuttosto paura e corsero a chiamare altre loro amiche, che a loro volta
videro la stessa figura; anche due ragazzi la videro, ma nessuno ebbe il
coraggio di avvicinarsi.
Tutti costoro dissero la cosa in casa e il
fatto divenne la conversazione serale della frazioncina: i più pensavano ad un
fenomeno di allucinazione, ma nessuno penso' che i ragazzi volessero ingannare,
poiche' erano da tutti ritenuti ragazzi sinceri ed onesti.
Il giorno dopo tre ragazze e un ragazzo del
giorno precedente più una ragazza e un bambino si portarono ai piedi del colle,
all'ora della sera precedente, alle 17,45, con la speranza, e quasi la
certezza, che la Madonna si sarebbe fatta vedere di nuovo. I sei erano accompagnati
da alcuni uomini. La figura della Madonna apparve di nuovo e i sei corsero
verso la figura ad una velocita' incredibile: sembravano risucchiati
dall'Apparizione. Quando arrivarono gli accompagnatori, i sei erano in
ginocchio e stavano conversando con la Madonna. Quella fu la prima delle
migliaia di apparizioni concesse dalla Vergine ai sei veggenti di Medjugorje.
I ragazzi che videro la Madonna, il 25 giugno
1981, sono quattro ragazze e due ragazzi:
Vicka Jvankovic, nata il 3 settembre 1964,
Mirjana Dragicevic, nata il 18 marzo 1965,
Marija Pavlovic, nata l'1 aprile 1965,
Ivan Dragicevic, nato il 25 maggio 1965,
Ivanka Ivankovic, nata il 21 giugno 1966,
Jakov Colo, nato il 6 marzo 1971
Da quel 25 giugno, considerato il giorno
della prima apparizione, la Madonna venne tutti i giorni fino ad oggi...Ai sei
ragazzi la Madonna ha dettato messaggi da trasmettere alla gente, dei segreti
che saranno svelati a suo tempo, delle cose personali e altri avvenimenti che
riguardano il futuro del mondo e della Chiesa....Ciò che concerne il futuro
della Chiesa e del mondo, per ora, rimane segreto. Alcuni veggenti conoscono
gia' i dieci segreti (Mirjana e Ivanka); altri non ancora."[97]
"...Le apparizioni, di cui godono i
veggenti, sono tridimensionali: loro hanno rapporti con la Madonna come con le
altre persone: possono toccarla, parlano..I ragazzi dicono che la Madonna è
bellissima, radiosa, immersa in un alone di luce, qualche volta intorno al
corpo ha una corona di stelle splendenti...Ha i capelli scuri, un poco ricci, la
carnagione scura, i pomelli rossi, gli occhi azzurri. Dimostra circa venti
anni. Indossa una lunga veste grigia ed un manto bianco. Nelle solennita' gli
abiti e il velo sono più splendenti. I suoi modi sono molto familiari. "[98]
Ai veggenti, esaminati scientificamente per
la prima volta nella storia delle apparizioni, si sono aggiunti, secondo
alcuni, anche Jelena Vasilj e Marijana Vasilj, che invece godono di "locuzioni interne", "Cioe'
sentono internamente la voce della Madonna e la vedono col cuore, cioe'
spiritualmente"[99].
Altre
persone diffidano invece delle locuzioni interne in quanto ritengono tali
"canali" non biblici. Cioe'
non sono i mezzi che, secondo la Sacra
Scrittura, il Signore utilizza per le
comunicazioni con gli uomini: sogni, visioni, voci "esterne al
soggetto" (1 Samuele 3,1 seg.)ecc. È pur
vero che Dio può fare qualunque cosa e non è soggetto ad alcuna legge
umana, ma è altrettanto vero che, per il discernimento della sua Chiesa, utilizza
"metodi biblici", cioe' non in contrasto con la Sacra Scrittura
"Gesù è lo stesso ieri, oggi e sempre!" (Ebrei 13,8). Spettera'
comunque alla Chiesa tale discernimento. Personalmente sono fermamente convinto
delle apparizioni ai sei "veggenti tradizionali". Nutro seri dubbi
sui locuzionisti. Saro' comunque ben lieto di ricredermi se la Chiesa (e non
l'opinione di singoli membri), dimostrera' la perfetta rispondenza biblica
delle locuzioni interne. Una frase in particolare non mi convince: "..La
Madonna le guida su una strada di profonda spiritualita', tiene loro vere e
proprie "lezioni di spiritualita'" che le bambine scrivono e a suo
tempo saranno rese pubbliche"[100]. Tale comportamento mi sembra in dissonanza
con quello tenuto nei confronti dei tre pastorelli di Fatima a cui la Madonna
ha raccomandato preghiera e penitenza per...raggiungere la piena santita'. La
Madonna, come meglio vedremo con i messaggi (di chiara conferma biblica),
invita alla costante preghiera (in particolare Messa e Rosario intero col
cuore) ed ai Sacramenti per proseguire
approfonditamente nella vita spirituale. Non esistono scorciatoie, come ben
avevano capito i Santi i quali erano, sono e saranno, sull'esempio di Gesù,
uomini di costante preghiera.
SEGNI STRAORDINARI
A Medjugorje, come a Fatima, la Madonna ha
dimostrato la Sua presenza con segni straordinari "...Il 6 agosto 1981: il
parroco, Padre Jozo, e tutti quelli che con lui in quel momento osservavano il
cielo, videro la parola MIR (Pace) scritta a caratteri luminosi nel cielo. Il 2
agosto 1981, è successo il miracolo del sole: tante persone hanno visto nel
sole vari segni come la Croce, l'Ostia,
la Madonna, schiere di Angeli con le trombe. Nell'ottobre del 1981, in paese,
si è vista una grande fiamma sul luogo delle prime apparizioni. Sono accorse
anche le guardie, credendo si trattasse di una provocazione, ma arrivate sul
posto videro solo una guardia inginocchiata: non bruciava neppure un filo
d'erba.
Sovente la Croce che è in cima al colle da'
segni, che talvolta durano ore: diventa luminosa, o assume la forma della Vergine
o di tau...Qualche volta questi segni si lasciano anche fotografare. Un
americano, per esempio, è riuscito a filmare il segno del sole per ben 10
minuti. "[101]
Io stesso ho visto un filmato, ripreso da un
pullmann gremito di pellegrini, in cui il sole pulsava in maniera
straordinaria. Mostrai tale filmato ad alcuni tecnici di televisioni private
che proiettarono le sequenze fotogramma
per fotogramma. Dopo tale prova, esclusero
qualunque tipo di contraffazione. Per questi tecnici le pulsazioni straordinarie
del sole erano autentiche e straordinarie.
STUDI SCIENTIFICI SUI
VEGGENTI DI MEDJUGORJE
"Il fenomeno delle apparizioni di
Medjugorje in Jugoslavia, studiato in diversi periodi dell'anno 1984 su 5
veggenti, si rivela scientificamente inspiegabile. L'osservazione clinica e
strumentale condotta dall'équipe francese permette di affermare che questi
giovani sono normali, sani di corpo e di mente.
Gli studi clinici e paraclinici minuziosi realizzati
prima, durante e dopo le estasi conducono alla conclusione che scientificamente
non esiste nessuna modificazione patologica dei parametri oggettivi studiati:
elettroencefalogramma, elettroculogramma, elettrocardiogramma, potenziali
uditivi.
Quindi: - non si tratta di epilessia, lo dimostrano gli
elettroencefalogrammi;
- non
si tratta di sonno o di sogno, perché anche questo lo dimostrano gli
elettroencefalogrammi;
- non
si tratta di allucinazione nel senso patologico del termine.
Non
è una allucinazione uditiva o visiva legata ad un'anomalia a livello dei recettori sensoriali periferici
(poiche' le vie uditive e visive sono normali).
Non
è una allucinazione parossistica: lo dimostrano gli elettroencefalogrammi.
Non
è un'allucinazione di tipo onirico come possono essere osservate nelle confusioni mentali acute o nel
corso dell'evoluzione delle demenze atrofiche.
- non
si tratta di isteria, di nevrosi o di estasi patologica, perché i veggenti
non hanno alcun sintomo di queste affezioni in tutte le loro forme cliniche;
- non
si tratta di catalessi, perché durante l'estasi i muscoli della mimica non
sono inibiti ma funzionano normalmente.
I movimenti di attenzione del globo oculare
dei ragazzi cessano simultaneamente all'inizio dell'estasi e riprendono
immediatamente alla fine. Durante il fenomeno estatico gli sguardi convergono e
c'è come un faccia a faccia tra i veggenti e la persona che è oggetto delle
loro visioni.
Questi giovani hanno sempre un comportamento
non patologico e ogni sera alle ore 17,45 essi cadono in uno "stato di
preghiera" e di comunicazione interpersonale. Essi non sono degli emarginati, sognatori, stanchi della vita,
angosciati: sono liberi e felici, ben inseriti nel proprio paese e nel mondo
moderno.
A
Medjugorje le estasi non sono patologiche e non c'è imbroglio. Nessuna
denominazione scientifica pare adatta a designare questi fenomeni.
Si
potrebbero definire come uno stato di preghiera intensa, separata dal mondo
esterno, uno stato di contemplazione e di comunicazione coerente e sana, con
una persona distinta che essi solo vedono, odono e possono toccare".[102]
Si consiglia a tal proposito di visionare la
videointervista effettuata al prof. Luigi Frigerio
(primario medico).
GUARIGIONI MIRACOLOSE
Numerose sono le guarigioni avvenute grazie
all'intercessione della Madonna di Medjugorje. Si parla di circa duecento di
cui alcune veramente inspiegabili, come ad es. la guarigione di Diana Basile
dalla sclerosi multipla a placche avvenuta istantaneamente a Medjugorje durante
l'apparizione. Chi volesse approfondire tale argomento può leggere i libri
citati nelle note. Il dott. Luigi Frigerio della Clinica Universitaria
Mangiagalli di Milano, da me intervistato, ha confermato la straordinarieta'
della guarigione di Diana Basile da lui visitata prima di recarsi a Medjugorje,
da dove torno' completamente guarita.
La signora Basile dichiara:
"Mi
trovavo ai piedi della scala vicino all'altare della chiesa di Medjugorje, il
23 maggio 1984. La signora Novella di Bologna mi ha aiutato a salire le scale
prendendomi per le braccia. Quando mi sono trovata la', non volevo più entrare
nella sagrestia. Ricordo che un signore di lingua francese mi diceva di non
muovermi da quel posto. In quel momento la porta si è aperta e io sono entrata
nella sagrestia. Mi sono messa in ginocchio dietro la porta. Allora sono
entrati i veggenti. Quando i ragazzi si sono inginocchiati insieme, come spinti
da una forza, ho udito un gran rumore, poi non ricordo più nulla (ne'
preghiera, ne' osservazione).
Ricordo
soltanto una gioia indescrivibile, e di aver rivisto, (come in un film) alcuni
episodi della mia vita che avevo completamente dimenticati (per esempio di
essere stata madrina al battesimo di un bambino i cui genitori sono attualmente
trasferiti altrove e che io neanche ricordavo più).
Alla
fine dell'apparizione, ho seguito i veggenti che si dirigevano verso l'altare
principale della chiesa di Medjugorje. Camminavo dritta come tutti gli altri e
mi sono inginocchiata normalmente, ma non me ne accorgevo. La signora Novella
di Bologna è venuta a trovarmi piangendo e mi ha detto: "Oggi ho avuto due
grazie, quella di averti accompagnata e quella di essermi confessata dal padre
Tomislav.
Il
signore francese, di circa 30 anni ( forse era un sacerdote perché aveva il
colletto ecclesiastico) era commosso e mi ha subito abbracciata.
Il
signor Stefano Fumagalli, consulente tessile del Tribunale di Milano (via
Zuretti, 12) che viaggiava con il medesimo pu llmann sul quale viaggiavo io, è
venuto a trovarmi dicendo: "Lei non è più la stessa persona. Chiedevo
dentro di me un segno, ed ecco che il segno viene da lei. Che
trasformazione!"
Tutto
ciò che sta accadendo ha fatto nascere dentro di me una fonte di gioia. È
difficile spiegarlo a parole.
Se
trovassi qualcuno con la mia stessa malattia che avevo prima, piangerei, perché
è difficile da comunicare, bisogna essere veri dentro. Noi non siamo fatti solo
di carne, siamo di Dio, facciamo parte di Dio. È difficile accettare la
malattia.
La
sclerosi a placche mi ha colpita a 30 anni, nel fiore dell'eta', con due figli
piccoli, ero svuotata all'interno.
Io
direi ad un'altra persona che avesse la stessa malattia: va' a Medjugorje. Io
non avevo speranza, ma mi dicevo: se Dio vuole così, io mi accetto così. Dio
comunque deve pensare ai miei figli. Gli altri dovevano fare quello che avrei
dovuto fare io. E ne soffrivo.
Nella
mia casa tutti sono felici: i miei figli e anche mio marito che era praticamente
ateo. Eppure ha detto: "Dobbiamo ritornarci per ringraziare".[103]
Un'altra guarigione prodigiosa dalla sclerosi
multipla a placche, malattia irreversibile e mortale, ha interessato la cantante
ed ex subrette Lola Falana. Il racconto di tale guarigione, avvenuta grazie
alla Madonna di Medjugorje, è contenuto nella videocassetta "Medjugorje
2000".[104]
INFERNO, PURGATORIO, PARADISO
La Madonna ha mostrato ad alcuni veggenti
l'Inferno, il Purgatorio ed il Paradiso[105].La visione dell'inferno è simile a quella
mostrata ai veggenti di Fatima, per cui rimando il lettore a tale visione. Nel
Purgatorio le anime erano nascoste da una nebbia in cui si udivano i lamenti
delle anime "purganti", quindi sofferenti: ecco perché la Madonna
invita a pregare per loro. Il Paradiso invece è stato mostrato come un luogo
arricchito da una luce sconosciuta sulla terra in cui le persone uniformate ad
un'eta' di circa vent'anni, piene di gioia, pregano, cantano e ringraziano il
Signore. È evidente che la visione del
Paradiso è comunque limitata; non è
stato mostrato nella sua totalita',
in quanto "..Conosco un uomo in Cristo che, quattordici anni fa -
se con il corpo o fuori del corpo non lo so - fu rapito in Paradiso e udi'
parole indicibili che non è lecito ad alcuno pronunziare" (2 Corinzi 12,
3)- "Ma tu non potrai vedere il mio volto, perché nessun uomo può vedermi
e restare vivo" (Esodo 33,20).
A questo proposito Jakov ricorda che per
circa mezz'ora, durata del tempo in cui furono portati dalla Madonna a vedere
le tre localita', scomparvero da casa, inutilmente cercati dai parenti[106].
Non esiste quindi la reincarnazione,
contraria alla Scrittura (Luca 16,19 seg.)- (Ebrei 9,27), e quindi di
ispirazione satanica.
COMPORTAMENTO DELLE AUTORITA'
Le autorita' politiche Jugoslave hanno sempre osteggiato le apparizioni di
Medjugorje, ma senza risultato, in quanto "..Se infatti questa teoria o
questa attivita' è di origine umana, verra' distrutta; ma se essa viene da Dio,
non riuscirete a sconfiggerli; non vi accada di trovarvi a combattere contro
Dio!" (Atti 5, 38-39). Infatti, nonostante la guerra serbo-croata-bosniaca
abbia distrutto circa trecento chiese cattoliche e la dirigenza serba avesse
minacciato, all'inizio e durante il conflitto, la distruzione primaria di
Medjugorje, questo paesino è rimasto miracolosamente illeso. Nessun ferito,
diversamente da ciò che si è verificato a pochi Km da tale localita'.
"Cari figli! Io amo questa
parrocchia e con il mio manto la proteggo da ogni attività di Satana"
-(Medjugorje- 11-7-1985).
"Il pilota serbo che era stato mandato a
bombardare Medjugorje, è stato abbattuto con il suo apparecchio, dopo circa 15
giorni (Misteri del Rosario? NDA), durante un'azione sopra Ciapljina. Riuscito
a salvarsi e fatto prigioniero ha dichiarato: "Quando dovevo bombardare
Medjugorje si è formata improvvisamente una grande nuvola bianca sul Santuario
e la zona circostante per cui non mi fu possibile sganciare le bombe
sull'obiettivo. Non riuscivo a vedere nulla per cui sganciavo le bombe a caso.
Quando poi mi allontanai da Medjugorje ho potuto constatare che le bombe
sganciate non erano esplose o se lo erano ciò era avvenuto molto lontano
dall'obiettivo".[107]
"Pregate perché Satana si allontani
dalla parrocchia e da ogni persona che giunge in questa parrocchia" (
Medjugorje - Giovedì 11.7.1985).
Anche qui, come a Fatima, la rispondenza
della gente ai messaggi mariani ha permesso la totale protezione dall'opera di
satana (guerre, odi, persecuzioni ecc.). Basti pensare che
all'"esterno" di Medjugorje "Donne, ragazze e persino bambine
musulmane della Bosnia sono sistematicamente costrette a prostituirsi ai
miliziani serbi: l'accusa è supportata da nuove drammatiche rivelazioni delle
vittime di questo estremo metodo di "pulizia etnica". Le vittime
sarebbero fra le 14 e le 30 mila.
Una ragazzina di 12 anni, Vazima Visovic, ha
raccontato alla televisione croata gli orrori che ha vissuto l'estate scorsa in
un campo di detenzione della Bosnia meridionale, dove i serbi avevano
concentrato le musulmane sequestrate nel corso dei combattimenti: "Ci
hanno tenuto li' per 27 giorni, senza quasi niente da mangiare", ha
raccontato la ragazzina dal fisico minuto con una voce senza inflessione che
suonava crudelmente adulta. "I cetnici ci picchiavano, ci maltrattavano e
ci violentavano, me compresa; venivano di notte e di giorno, sempre in gruppi
di due o tre, e ci portavano in certe stanze, io, mia madre e un'altra donna;
uno ci violento' tutte e tre; io ero sempre violentata da due o tre
uomini".
Asja Kesma, 22 anni, di Visegrad, ha
raccontato che le violenze per lei cominciarono dopo che i serbi le uccisero il
marito, lo scorso agosto; in quattro giorni dovette subire le aggressioni di 17
uomini: la prima notte la violentarono in 12...".[108]
Anche le autorita' ecclesiastiche Jugoslave
non si sono comportate coraggiosamente in merito. Per non contraddire l'ormai
ex vescovo di Mostar (Mons. Zanic)
hanno tergiversato con il risultato di.....una guerra sanguinosa. Come
giustamente ha sostenuto l'arcivescovo emerito di Spalato Mons. Frane Franic,
ex presidente della Conferenza Episcopale Jugoslava, Dio non permette che Sua
Madre venga derisa o non considerata[109].
Qualcuno si stupisce pure che alcune veggenti si siano sposate. Costoro
dimenticano che anche la Madonna si sposo' regolarmente con Giuseppe e, rimasta
vedova, non si fece suora. Infatti i modi di servire Dio sono molteplici: non
solo i sacerdoti e le suore servono Dio, ma tutti i battezzati che desiderano
farlo (1 Pietro 2,4 seg.-Marco 16,17 seg.-Luca 10,1 seg.). E quanto poi al
fatto che i veggenti, anziche' ritirarsi in convento, vadano in giro per il
mondo a "predicare" i messaggi mariani, è una cosa in piena aderenza
evangelica "Dopo questi fatti il Signore designo' altri settantadue
discepoli e li invio' a due a due avanti a se' in ogni citta' e luogo dove
stava per recarsi.." (Luca 10,1 seg.) - "Stringendoci a lui, pietra
viva, rigettata dagli uomini, ma scelta e preziosa davanti a Dio, anche voi
venite impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale,
per un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, per
mezzo di Gesù Cristo" (1 Pietro 2,4 seg.). Una bella meditazione su queste
parole alla luce dell'enciclica "Cristifideles laici" procurerebbe
notevole giovamento agli "esclusivisti".
"..Se un tempo i protagonisti della ventura missionaria erano i
sacerdoti, oggi sono tutti i credenti, specie i laici" (Giovanni Paolo
II).[110]
"Alcune persone (a proposito dei veggenti di Medjugorje, NDA) si
meravigliano del fatto che nessuno di loro abbia scelto la via del convento. Io
trovo la cosa molto interessante e addirittura significativa: la Chiesa del
nostro tempo vive più dei laici cristiani che del clero. I maggiori impulsi per
l'approfondimento e il rinnovamento della vita spirituale vengono dai laici.
Così trovo che anche il comportamento dei veggenti e l'indirizzo da loro preso
siano perfettamente normali e in linea con l'attuale situazione della
Chiesa"(Padre Ivan Dugandzic OFM).[111]
Altrettanto giustamente Don Gabriel Amorth
disse che non credere alle apparizioni mariane costituisce un peccato contro lo
Spirito Santo[112] "Cari figli! Non vi rendete conto dei messaggi che Dio vi manda attraverso di me.
Egli vi concede grazie, ma voi non capite. Pregate
lo Spirito Santo perché vi illumini. Se sapeste quante grazie vi concede
Iddio, voi preghereste senza interruzione" (Medjugorje-Giovedì 8.11.1984).
SINTESI
DEI MESSAGGI DI MEDJUGORJE
A
detta di tutti i veggenti e dall'esame dei messaggi, questi ultimi possono
essere sintetizzati come di seguito:
Quasi ogni messaggio inizia o finisce con un invito
alla preghiera. Sappiamo che la preghiera preferita da Gesù e dalla Madonna,
dopo la Messa, rimane il Santo Rosario (preghiera biblica per eccellenza,
Mariana, Cristologica, di intercessione, di lode, comunitaria). In particolare
la Madonna raccomanda di pregare il Rosario intero (cioe' le tre corone con i
quindici misteri) e di pregarlo in famiglia. "Contro una famiglia che
prega unita il Rosario satana non può nulla".[113]
Per la Madonna la preghiera è la chiave per
aprire ogni porta "..giacche'
solamente il Rosario può ottenere il miracolo nel mondo e nella vostra
vita."- "Cari figli! Oggi
voglio rivolgervi questo invito: PREGATE, PREGATE, PREGATE! Nella preghiera
conoscerete la gioia più sublime e la via d'uscita da ogni situazione che vi
sembra impossibile" (Medjugorje-Giovedì 28.3.1985)
e per
capire ogni cosa. Per comprendere il valore della preghiera è estremamente
utile meditare e pregare i Salmi.
Con la preghiera e il digiuno è possibile
ogni cosa: anche eliminare i castighi.[114]
"Cari figli! Vi invito a vivere la Santa
Messa. Molti di voi ne hanno sperimentato la bellezza, ma ci sono anche coloro
che non vengono volentieri. Io vi ho scelto, cari figli, e Gesù nella Santa Messa vi dà le sue grazie. Perciò vivete
coscientemente la Santa Messa e la vostra venuta sia piena di gioia. Venite con
amore ed accogliete in voi la Santa Messa" ( Medjugorje-Giovedì 3.4.1986).
È la preghiera più sublime: momento in cui
Gesù viene vivo in mezzo a noi. Duemila anni fa le persone correvano dove si
trovava Gesù per ascoltarlo e per domandargli le grazie "Se riusciro'
anche solo a toccare il suo mantello, saro' guarita" (Matteo 9,21); adesso
che possiamo riceverlo ad ogni Messa...andiamo dai maghi ...per farci bidonare.
La Madonna raccomanda almeno la confessione
mensile. Con la confessione i nostri peccati vengono distrutti e satana si
allontana da noi. Come il demonio ha
confermato spesso durante gli esorcismi, la confessione ha nei suoi confronti
lo stesso potere di scongiuro dell'esorcismo solenne della Chiesa.
Significa rinuncia e permette di resistere
alle tentazioni. Va applicato, rinunciando a varie cose (i famosi fioretti),
alla luce delle parole bibliche contenute nel capitolo 58,1 seg. di Isaia
"Piegare come un giunco il proprio capo, usare sacco e cenere per letto,
forse questo vorresti chiamare digiuno e giorno gradito al Signore? Non è
piuttosto questo il digiuno che voglio: sciogliere le catene inique, togliere i
legami dal giogo, rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo? Non
consiste forse nel dividere il pane con l'affamato, nell'introdurre in casa i
miseri senza tetto, nel vestire uno che vedi nudo, senza distogliere gli occhi
da quelli della tua carne?".
Il
digiuno principale rimane ovviamente il digiuno dal peccato al quale tutti gli
altri debbono essere propedeutici.
La Madonna raccomanda la lettura quotidiana in
famiglia della Bibbia (qualche riga al giorno). La Sacra Scrittura è la Parola
eterna di Dio. Nulla può essere ad Essa paragonato in quanto mediante la Bibbia
è Dio stesso che parla, ci insegna, ci fortifica e ci rende sicuri su quanto Lui vuole veramente da noi
"..Sono più saggio dei miei maestri, perché medito i tuoi insegnamenti.."
(Salmo 119,99).
Un discorso a parte
merita l'argomento demonio. La Madonna, proseguendo
la catechesi di Fatima (visione dell'inferno) denuncia, quasi in ogni
messaggio, la presenza di satana nel mondo ed il suo potere nefasto.
Richiamandosi a vari passi biblici (Matteo 8,16 / 13,24- 10,28 ecc.) ci mette
in guardia dal medesimo e ci insegna come neutralizzarlo efficacemente "Cari figli, rivestitevi dell'armatura contro Satana e vincetelo con il Rosario in mano".
(Medjugorie- Giovedì 8.8.1985) .
"Il diavolo è tentatore, è padre di menzogna, si vanta di essere
padrone del mondo, lotta contro l'avvento del Regno di Dio tra gli uomini. Se
Cristo fosse stato sconfitto il diavolo avrebbe la vittoria definitiva nella
storia. Quel momento della lotta nel deserto è, dunque, decisivo. Al fondo di
tutte le tentazioni vi era la prospettiva di un messianismo politico e glorioso
quale si era diffuso ed era penetrato nell'anima del popolo di Israele. Il
diavolo cerca di indurre Cristo ad accogliere questa falsa prospettiva, perché
è l'avversario del disegno di Dio, della sua legge, della sua economia di
salvezza..Ma le risposte date da Cristo stesso al tentatore smascherano gli
intenti essenziali del "padre della menzogna", il quale tenta, in
modo perverso, di servirsi delle parole della Sacra Scrittura per raggiungere i
suoi scopi. Gesù lo confuta sulla base della stessa parola di Dio applicata
correttamente. Ogni tentazione al male può essere respinta, sull'esempio di
Cristo, con la preghiera e il digiuno."
(Giovanni Paolo II)[115]
Prima
di passare ai messaggi che la Madonna ha dato e da' al mondo affinche' si salvi
conoscendo la via della santita'e che rivestono, come ripeto, priorita'
assoluta sulle chiacchiere degli uomini, concludo sperando che questa raccolta
di apparizioni mariane serva a far comprendere l'enorme importanza di Maria nel
piano salvifico e redentivo di Gesù Cristo, Suo figlio. La Madonna non è, come
qualcuno vuol farci credere, una specie di "zia Marta", santa, ma con
qualche mania, per cui se la si ascolta bene, diversamente non cambia nulla.
Come ho spiegato con le apparizioni di Fatima (i fatti storici successivi e
conseguenti alla mancata applicazione dei Suoi consigli sono sotto gli occhi di
tutti), l'inosservanza dei suoi appelli (che sono poi quelli di Dio dato che la
Madonna non aggiunge nulla alla Sacra Scrittura, ma ci richiama costantemente
alla meditazione della medesima), comporta castighi spaventosi in quanto
disubbidire alla Madonna (Regina dei profeti) equivale disubbidire a Dio che la
invia per la nostra salvezza. Lucifero lo sa bene: ecco perché combatte
strenuamente, cercando di vanificarle, le apparizioni mariane in quanto, come
lui stesso ha lamentato durante un esorcismo, gli sottraggono anime destinate
all'inferno.
"..Non disprezzare l'insegnamento di tua madre"
(Proverbi 1,8)
Per migliori informazioni su Medjugorje e sui relativi messaggi si
consiglia di consultare:
http://www.genitoricattolici.org/medjugorje.htm
[1][1] Padre Engelbert Recktenwald
- Rivista Medjugorje - N. 10 - II trim. '92
[2]Bernadette" - Franz
Werfel - Ed. Mondadori - pag. 137
[3] "I Sacramenti" ed. Dehoniane pag.13
[4] Redemptoris Mater, capitolo 22
[5] Opera citata, cap. 39
[6] Lucia racconta Fatima - Ed. Queriniana - pag. 80
[7] La profezia di Fatima ed il crollo del comunismo - Ed.
Rusconi
[8] Lucia racconta Fatima- Ed. Queriniana - pag.121
[9] I messaggi della Madonna di Medjugorje - Ed.
Medjugorje - Tocco di Casauria (Pe) - Tel. 085/880194-880132-21030.
Le apparizioni della Madonna a
Medjugorje - Famiglia Meroni e Giustina - Gorgonzola - Tel. 02/9510111
[10] Medjugorje - N. 9 - 1 trim '92 (Tocco Casauria) - pag.
6
[11] Cavaliere dell'Immacolata - aprile 1992 - pag. 7
[12] Don Gabriele Amorth - Intervista Teleleonessa Smv -
Brescia 1991
[13] "Le apparizioni della Madonna a Medjugorje"
- Associazione "Sotto il manto di Maria Regina della Pace" -
Gorgonzola (Mi)
[14] La Madonna di Caravaggio - Alberto Bianchi - pag.15
[15] Alberto Bianchi - opera citata-pag.27
[16] Alberto Bianchi - opera citata - pag. 22-23
[17] Alberto Bianchi - opera citata- pag. 28
[18] Alberto Bianchi - opera citata - pag. 67
[19] Alberto Bianchi - opera citata - pag. 69
[20]Da un esorcismo di Mons. Luigi Novarese
[21] E Gesù disse al centurione: "Va', e sia fatto
secondo la tua fede" (Matteo 8,13)
[22] Antico resoconto storico su S. Maria della Croce-La
Basilica di S. Maria della Croce a Crema- ed. Banca popolare di Crema
[23] Mons. Zeno Bettoni - rettore del Santuario- Teleleonessa
Smv - Brescia 1991
[24] Mons. Zeno Bettoni- Teleleonessa Smv - Brescia 1991
[25] Mons. Zeno Bettoni- Teleleonessa Smv- Brescia 1991
[26] Santuario di Pietralba- Edizioni Gino Rossato-36074
Novale di Valdagno (Vicenza)- pag.6
[27] Maria-Raniero Cantalamessa- Ed. Ancora
[28] Dichiarazioni della veggente Vika-intervista
Teleleonessa Smv- Brescia 1990
[29] "È come se le avesse detto: "Ti hanno
disprezzata come disprezzano me!". Juan Diego si rivolge a Maria usando
espressioni tipicamente indie. Nessun spagnolo dell'epoca avrebbe osato
rivolgersi alla madre di Dio con lo stesso tono. E anche questo prova
l'autenticita' del racconto ". Guadalupe. La tilma della Morenita -
Claudio Perfetti - pag. 52- nota 23.
[30] Tutto il contrario del vescovo di Mostar, Mons. Zanic
il quale, nonostante tutti i segni, i prodigi, gli studi scientifici effettuati
sui veggenti, l'opinione favorevole di papa Giovanni Paolo II (riportata da
alcune riviste e libri), continua imperterrito, non solo a negare
l'autenticita' delle apparizioni, ma le ostacola.
[31] "Guadalupe. La tilma della Morenita"-
Claudio Perfetti-pag.45 seg.
[32] Claudio Perfetti- Opera citata-pag. 139
[33]Claudio Perfetti-opera citata- pag. 113-114
[34]Claudio Perfetti-opera citata- pag. 137-138
[35]Claudio Perfetti-opera citata- pag.141-142
[36]Claudio Perfetti- opera citata- pag. 149
[37]Claudio Perfetti-opera citata-pag. 158 seg.
[38]Claudio perfetti- opera citata- pag. 168/169/170
[39]Claudio Perfetti- opera citata- pag. 177-178
[40]Claudio Perfetti-Opera citata-pag. 71 e seg.
[41]Esorcista ufficiale nella diocesi di Roma, membro della
Pontificia Accademia Internazionale Mariana, specialista in apparizioni mariane
ed autore di numerose pubblicazioni.
[42]Teleleonessa Smv, Intv srl, Teleboario srl- Intervista
a Don Gabriele Amorth- Brescia 1991.
[43]Don Gabriele Amorth-Teleleonessa Smv- Brescia 1991
[44]"La Madonna nel mondo"- Benvenuto Angelo
Saggiorato - pag. 151-152
[45]"La Medaglia Miracolosa"- Centro Nazionale
M.I.- Roma
[46]Teleleonessa SMV- Brescia 1992
[47]Teleleonessa SMV- Brescia
[48]"La Madonna nel mondo"- Benvenuto Angelo Saggiorato-
pag. 143.
[49]Chiesa Viva- Maggio 1991-Pag.2 N. 218
[50]Chiesa Viva- Nov. 1972- N. 14- pag. 17
[51] Altre biografie raccontano della preghiera del Rosario
recitata da Bernadette in sintonia con la Madre Celeste, apparsa con una lunga corona
di perle con alla fine un crocifisso d'oro. L'invito a pregare il Rosario
parti' dalla Madonna.
[52]Lourdes- Antonio Bernardo - Ed. André Doucet - Lourdes- pag. 3
seg.
[53]Ivo Andric- premio Nobel per la letteratura- Medjugorje
N. 12- 1992-pag. 6
[54]Lourdes - Antonio Bernardo- Ed. André Doucet- Lourdes - pag. 73
[55]Dott. Mario Botta - Conferenza sui Miracoli - Lourdes
28-7-1976
[56] Teleleonessa SMV - Brescia 1992
[57]30 Giorni- N. 11- Novembre 1992 / A tu per tu col
maligno- Padre Domenico Mondrone- ed. Roccia / Chiesa Viva - Luglio-Agosto 1992
- N. 231- pag. 4 seg.
[58]Giornale di Brescia- 1-10-1992
[59]Relazione del dott. Mario Botta- Teleleonessa SMV-
Brescia 1991
[60]"Sono circa duemila le guarigioni inspiegabili giudicate
tali con i criteri medico scientifici previsti dalla Chiesa" - Dr. Pilot -
Teleleonessa SMV- Brescia 1992
[61]Luce e Tenebre - Muscio Arrigo
[62]"L'eletta del Dragone"- Clotilde Bersone- Ed.
Italica - Pescara
[63]"Le memorie di Suor Lucia"- opera citata
[64]Medjugorje-Torino- N. 48- 1992- pag. 15
[65]"Le memorie di Suor Lucia". Opera citata
[66]Teleleonessa SMV - Brescia 1991
[67]Per meglio comprendere tale eresia consiglio il libro
"L'altra faccia di Carlo Marx" di Richard Wurbrand - Ed. Eun-
Marchirolo (Varese).
[68]Giornale di Brescia- Arcangelo Paglialunga
[69]Giornale di Brescia- Arcangelo Paglialunga
[70]"La profezia di Fatima ed il crollo del
comunismo"- Pier Luigi Zampetti- Ed. Rusconi- pag. 119
[71]"Memorie di Suor Lucia"- Ed. Grafica
Almondina- pag. 201
[72]Giovanni Paolo II-Giornale di Brescia - 1/10/1992
[73]Giovanni Paolo II)- Giornale di Brescia
[74]"La profezia di Fatima ed il crollo del
comunismo" - Opera citata- pag. 123
[75]"La profezia di Fatima ed il crollo del
comunismo"- Opera citata- pag. 125
[76]Teleleonessa SMV- Brescia 1991
[77]"Pensare la storia" - Vittorio Messori - pag.
444
[78]"Il ridicolo tra falce e martello"- Mario
Cervi - Giornale nuovo- 21-10-1992
[79]"Pensare la storia"- Vittorio Messori- pag.
500
[80] Lettera riportata dalla Rivista "Chiesa
viva"- N. 228-Brescia
[81]Giacinta - Dalle "Memorie di suor Lucia"-
Fatima
[82]"Memorie di Suor Lucia"- Opera citata
[83](Il Santo Rosario meditato)- Ed. Parrocchia S. Antonio
a Posillipo-Napoli-pag.3 seg.
[84](Giovanni Paolo II)- Osservatore Romano - 3-4 Ottobre
1988
[85]"Memorie si Suor Lucia"- ed. Grafica
Almondina- pag. 192 seg.
[86]"Memorie di Suor Lucia"- Ed. Grafica
Almondina- pag. 201
[87](Pier Luigi Zampetti)- La Profezia di Fatima ed il
crollo del comunismo- Ed. Rusconi- pag.102
[88]Per mesi il Prof. Dr. T. Ivancic si è preso cura dello
spirito dei soldati feriti in un ospedale di Zagabria. Molti feriti gli hanno
raccontato della meravigliosa esperienza con Dio ovvero di come hanno vissuto
durante la terribile guerra l'esperienza della protezione e della vicinanza di
Dio- Medjugorje N. 25- 1992-pag. 8
[89]Medjugorje-Ed. Tocco Da Casauria- N. 25- 1992 - pag.21
[90]Medjugorje-Ed. Tocco da Casauria- N. 25- pag. 11 e seg.
[91]"Medjugorje dieci anni dopo"- Renzo Allegri-
Ed. Carroccio- pag.80
[92]"Medjugorje Torino"- Novembre-dicembre 1992-
N. 48- pag. 5
[93]"Medjugorje dieci anni dopo"- Opera citata-
pag. 81-82
[94]Giovanni Paolo II - Giornale di Brescia 8-10-1992
[95](Giovanni Paolo II)- Giornale di Brescia - 27-11-1992-
pag. 1
[96](Giovanni Paolo II)- Giornale di Brescia- 3-12-1992
[97]"Le apparizioni della Madonna a Medjugorje"-
Associazione "Sotto il manto di Maria Regina della pace"- Gorgonzola
(Mi)- pag. 5 seg.
[98]"Le apparizioni della Madonna a Medjugorje" -
Opera citata- pag. 8
[99]"Le apparizioni della Madonna a Medjugorje"-
Opera citata- pag. 7
[100]"Le apparizioni della Madonna a Medjugorje"-
Opera citata- pag. 7
[101]"Le apparizioni della Madonna a Medjugorje"-
Opera citata- pag.9
[102]"Dossier scientifico su Medjugorje"-Autori
vari- Distribuzione ag. Mescat Milano- pag. 45/46. Questo dossier è stato
consegnato anche al Papa.
[103]"Studi medici e scientifici sulle apparizioni di
Medjugorje"- Henri Joyeux- René - Ed. Queriniana- pag. 164 seg.
[104]"Medjugorje 2000"- Ed. Medjugorje-Torino-
Casella Postale 671-10100 Torino
[105]Viska - Teleleonessa SMV- Brescia- Jakov- Teleleonessa
SMV- Brescia
[106]Jakov- Teleleonessa SMV- Brescia
[107]"Medjugorje Torino"- Novembre -Dicembre 1992-
N. 48- pag. 4
[108]"Giornale nuovo"- 13-12-1992
[109]Teleleonessa SMV
[110]Giornale di Brescia- 11-5-1991- Pellegrinaggio a Fatima
[111]Componente della commissione d'inchiesta sui veggenti
di Medjugorje - Medjugorje - N. 11 - III Trim. 1992 - pag. 16.
[112]Teleleonessa SMV
[113]Viska- Interviste varie
[114]INtervista a Viska- Teleleonessa SMV
[115] Giornale di Brescia- 22-7-1990