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LA CONFESSIONE

 

"Poiché non gradisci il sacrificio e, se offro olocausti, non li accetti. Uno spirito contrito è sacrificio a Dio, un cuore affranto e umiliato, Dio, tu non disprezzi".

Sal. 51,18

 

"Per il tuo nome, Signore, perdona il mio peccato anche se grande".

Sal. 25,11

 

"Vedi la mia miseria e la mia pena e perdona tutti i miei peccati".

Sal. 25,18

 

"Beato l'uomo a cui è rimessa la colpa, e perdonato il peccato".

Sal. 32,1

 

"Ed egli, pietoso, perdonava la colpa, li perdonava invece di distruggerli. Molte volte placò la sua ira e trattenne il suo furore, ricordando che essi sono carne, un soffio che va e non ritorna".

Sal. 78,38

 

"Aiutaci, Dio, nostra salvezza, per la gloria del tuo nome, salvaci e perdona i nostri peccati per amore del tuo nome".

Sal. 79,9

 

"Hai perdonato l'iniquità del tuo popolo, hai cancellato tutti i suoi peccati. Hai deposto tutto il tuo sdegno e messo fine alla tua grande ira. Rialzaci, Dio nostra salvezza, e placa il tuo sdegno verso di noi".

Sal. 85,3

 

"Egli perdona tutte le tue colpe, guarisce tutte le tue malattie…"

Sal. 103,3

 

"Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: - Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi -"

Gv. 20,22

 

"Voglio ricordare che non si deve far pesare sul penitente il proprio gusto, ma rispettare la sua sensibilità per quanto concerne la scelta della modalità di confessione, cioè se faccia a faccia o attraverso la grata del confessionale"

Giovanni Paolo II[1]

 

"Mai si raccomanderà abbastanza la delicatezza circa le materi oggetto del sesto precetto del Decalogo".

Giovanni Paolo II[2]

 

"Il sacramento della penitenza non è e non deve diventare una tecnica psicoanalitica o psicoterapeutica".

Giovanni Paolo II[3]

 

"Nel rinnovare questo insegnamento e queste raccomandazioni, non si vuole ignorare certo che la Chiesa di recente, per gravi ragioni pastorali e sotto precise e indispensabili norme, per facilitare il bene supremo della grazia a tante anime, ha esteso l'uso dell'assoluzione collettiva. Ma voglio richiamare la scrupolosa osservanza delle condizioni citate, ribadire che, in caso di peccato mortale, anche dopo l'assoluzione collettiva, sussiste l'obbligo di una specifica accusa sacramentale del peccato, e confermare che, in qualsisia caso, i fedeli hanno diritto alla propria Confessione privata".

Giovanni Paolo II[4]

 

"Il sacerdote, nel ministero della Penitenza, deve enunziare non le sue private opinioni, ma la dottrina di Cristo e della Chiesa."

Giovanni Paolo II[5]

 

 

Come si evince da alcune frasi bibliche sopra riportate la richiesta di perdono riveste un'importanza notevole per poter ottenere la misericordia di Dio. I salmi più volte lodano la compassione del Signore che "perdona tutte le tue colpe", ma tali orazioni ispirate sottolineano l'invocazione del salmista che, con cuore contrito, domanda perdono dei peccati.

Gesù ci ha regalato il sacramento della Confessione (Gv. 20,22) tanto temuto dal demonio il quale ha affermato che tale Sacramento ha il valore di un esorcismo in quanto taglia le radici che ci tengono collegati al peccato: letame spirituale che fortifica satana.

Ben consci della sua essenzialità molti santi, tra cui Padre Pio ed il Santo Curato d'Ars, dedicavano ore alla confessione dei penitenti. In quei momenti predicavano, consigliavano, redarguivano e, di fronte alla sincera contrizione dell'interessato, perdonavano in nome della Santissima Trinità purificando l'anima. Padre Dario Betancourt, nel suo libro "Sacramenti", ha scritto un interessante capitolo su questo "dono di Dio" e ne evidenzia pure le capacità di guarigione anche fisica. Del resto la Madonna, a Fatima, rispose ai veggenti che chiedevano il risanamento di molte persone che alcune le avrebbe guarite subito, altre dovevano invece pregare il Rosario durante l'anno e chiedere perdono delle proprie colpe.

Logicamente il confessionale richiede, come ci insegna il magistero della Chiesa senza la necessità di scomodare la legge 675 sulla riservatezza che tutela anche il "cittadino penitente", il rispetto della riservatezza di chi si rivolge al confessore.

Purtroppo l'esercizio di tale importante sacramento sta creando notevoli problemi ai fedeli. Molti sacerdoti infatti non utilizzano più la grata che rimane sempre aperta. E' vero che può essere chiusa dal penitente, ma con notevole disagio del medesimo in quanto il confessore già l'ha visto in faccia.

Dobbiamo quindi immaginare l'imbarazzante situazione di chi (specialmente donne) deve confessare "de visu" peccati di natura sessuale! O li tacciono oppure, notevolmente a disagio, li confessano a chi, disubbidendo alle direttive della Chiesa, non utilizza la grata!

Ma vi sono altri aspetti che diabolicamente allontanano i fedeli dalla frequenza alla Confessione che la Madonna da Medjugorje raccomanda sia almeno mensile:

a)      alcuni confessionali privi di grata si sono trasformati in una specie di sofà dello psicanalista dove persone comodamente sedute, anziché in ginocchio come richiesto dalla circostanza, "conversano" coi sacerdoti dei loro problemi senza alcun accenno di contrizione;

b)      alcuni preti "ridono" di  peccati considerati importanti da chi li espone.

Riguardo a quest'ultimo caso mi è stato raccontato l'episodio di una ragazza che ad un confessore aveva esposto il peccato "di non aver messo Dio al primo posto nella sua vita". Il sacerdote invece di lodare la giovane che aveva capito la lezione evangelica di Gesù (Lc. 10,25) sull'importanza prioritaria del primo comandamento ricordata spesso nei messaggi della Madonna di Medjugorje e si rammaricava della sua mancanza,  le rispose ridendo con battute tipo "L'hai messo in castigo?" - "Ti stava scomodo?" - "Ti infastidiva?" ecc.

Di fronte a certi atteggiamenti acquistano fresca attualità le parole del Signore "Ora a voi questo monito, o sacerdoti. Se non mi ascolterete e non vi prenderete a cuore di dar gloria al mio nome, dice il Signore degli eserciti, manderò su di voi la maledizione e cambierò in maledizione le vostre benedizioni. Anzi le ho gia maledette, perché nessuno tra di voi se la prende a cuore. Ecco, io spezzerò il vostro braccio e spanderò sulla vostra faccia escrementi, gli escrementi delle vittime immolate nelle vostre solennità, perché siate spazzati via insieme con essi. Così saprete che io ho diretto a voi questo monito, perché c'è anche un'alleanza fra me e Levi, dice il Signore degli eserciti. La mia alleanza con lui era alleanza di vita e di benessere e io glieli concessi; alleanza di timore ed egli mi temette ed ebbe riverenza del mio nome. Un insegnamento fedele era sulla sua bocca, né c'era falsità sulle sue labbra; con pace e rettitudine ha camminato davanti a me e ha trattenuto molti dal male. Infatti le labbra del sacerdote devono custodire la scienza e dalla sua bocca si ricerca l'istruzione, perché egli è messaggero del Signore degli eserciti. Voi invece vi siete allontanati dalla retta via e siete stati d'inciampo a molti con il vostro insegnamento; avete rotto l'alleanza di Levi, dice il Signore degli eserciti. Perciò anch'io vi ho reso spregevoli e abbietti davanti a tutto il popolo, perché non avete osservato le mie disposizioni e avete usato parzialità riguardo alla legge". (Mal. 2,1 seg.)

 

 

 

 

 



[1] Il Sacramento della penitenza - Libreria editrice Vaticana, pag. 47

[2] Opera citata, pag. 44

[3] Opera citata, pag. 45

[4] Opera citata, pag. 25

[5] Opera citata, pag. 39