"Caro Gesù Bambino, ti prego:
ridammi la voce, il viso e le mani da bambino", scrive il noto giornalista
Igor Man, nella sua lettera a Gesù Bambino (pubblicata su
"Caro Gesù Bambino" di Aa.Vv., Ed. Paoline). La Festa di Natale,
è ovvio, è la festa dei bambini, la festa di un Dio che si
fa bambino. In chi di noi non ha, almeno una volta, risvegliato la
nostalgia di una fanciullezza (più o meno) lontana, di un'innocenza
perduta da tempo, di uno sguardo sulla realtà più limpido
o meno 'inquinato' del nostro?
Tornare a guardare al Natale, a
questo Natale e dintorni, con gli occhi e le attese dei bambini,
dei ragazzini (3/4° elementare) già in grado di formulare dei
sogni e di esprimere le loro valutazioni… è l'ambizione di
questa pagina. Mi sono rivolto a due maestre, Gianna e Marisa, l'una di
Bollengo, l'altra di Vische, ed ho suggerito ai loro alunni due piste di
riflessione: 1) raccontare il Natale; 2) esprimere dei desideri per questo
Natale. Le risposte sono intenzionalmente mescolate. Così ogni desiderio
di confronto campanilistico sarà cancellato in partenza.
Che cosa è per te
il Natale?
La risposta è corale. "E'
una festa molto gioiosa, perché arriva Babbo Natale che ti porta
i regali, ed anche perché è la nascita di Gesù" (Alessandra).
Il bimbo Gesù ed il vecchio benefico. Simone ha idee ancora più
chiare: "Natale è un momento di gioia, felicità, allegria
e di pace. E' gioia perché è nato Gesù. E' pace perché
Gesù volle la pace nel mondo. E' speranza perché ci fa riunire
con gli amici in allegria". "Detto in poche parole - taglia corto Giorgia
- il Natale è la festa più bella del mondo".
In qualcuno affiora già la
distinzione fra il Natale-favola ed il Natale-evento della storia: "Il
Natale, per me, è un giorno di felicità, perché è
nato Gesù e perché si ricevono i doni. Io credo che questa
festa sia, come per me anche per tutti i bambini, una festa felice. Io
non credo a Babbo Natale, però mi hanno raccontato una storia vera".
Francesco ricorda l'origine di Babbo
Natale: "Il Natale è per me la festa in cui San Nicola (Babbo Natale)
passa dai bambini a dare dei regali".
Natale, festa dei doni, ma anche
della gioia di stare insieme. Lo ricorda Alberto: "Il Natale è per
me a festa più bella che ci sia, perché ci sono tanti doni,
ma anche perché si sta insieme". "Un giorno di felicità -
osserva Cristina - che si espande in tutto il mondo”.
Che cosa mi aspetto da questo Natale?
Il Natale è, naturalmente,
il momento in cui si raccolgono attese, desideri, speranze. Le attese spaziano
dai regali che si vorrebbe ricevere, alle situazioni in cui un intervento
soprannaturale sarebbe … proprio necessario. "Da questo Natale mi aspetto
- scrive Paolo - che l'acqua in Lombardia finisca di distruggere case ed
altre costruzioni. Oltretutto in Molise ci sono terremotati e senza tetto.
Dico io, se vogliamo un Natale più bello, almeno la Terra dovrebbe
finirla di combinare guai Anche quelli della Fiat si mettono in mezzo,
hanno lettere attaccate a quel pino che, soggiunge con un pizzico di humour
nero, per poco cade giù dal peso delle lettere! Spero che mio papà
riesca a farsi fare uno sconto dai pasticceri, con tutti i panettoni
che comprerà…".
"Vorrei che le lettere di licenziamento
con cui hanno addobbato un albero - scrive Francesca - fossero presto sostituite
con altre di assunzione. Spero che quell'acquaccia in Lombardia smetta
di allagare tutto e addirittura di far crollare le case, come se ci fosse
il terremoto. Spero anche che tutte le persone di San Giuliano stiano bene
e abbiano presto una casa".
I desideri sono anche rivolti a
realtà più vicine: "Che ci sia pace in famiglia” (Kanchan),
"Che io possa dimagrire prima di Natale, che tutti vadano d'accordo e non
si litighi più" (Marika); "Che mi passi l'orticaria, e che
non sia dovuta la formaggio, perché se è dovuta al formaggio,
non so più che cosa fare; che i bambini terremotati ricevano dei
soldi per ricostruire le case, e che l'Etna smetta di eruttare…" (Marco).
"Spero che l'Etna si calmi - ribadisce
Kanchan -, che gli operai della Fiat tornino a lavorare, e che cada la
neve. Per il Natale deve cadere la neve; senza la neve non è
Natale: è come uno scrittore senza penna".
I preparativi
del presepe
Il Natale senza presepe è impensabile. Il suo allestimento è un momento importante. "Io ho già fatto il presepe con le statuine ereditate da mio nonno: così ho risparmiato. Oggi si vendono statuine a 15 euro l'una!" (Paolo). "Si prepara l'alberello con i nastri - scende nei dettagli Giorgia - e con i fiocchi rossi, e soprattutto il presepe con la stella cometa, l'angioletto sopra il tetto e il bue e l'asinello che riscaldano Gesù bambino nella capanna con la paglia".
Ai regali, dunque, non si rinuncia - "Solo tre bamboline e gli stivali a punta (Daniela); "una cassetta con il game box - scrive Alessio - e che il mio Comune (Vische) costruisca una palestra per la scuola". Ma le attese sono tutte appuntate sulla pace, sulla serenità, sulla concordia. Una pace che si estenda anche alla creazione: "Speriamo che l'Etna ritrovi la pace che aveva prima e che non crei più disastri".
Qualche considerazione
a mo' di conclusione
E, pazienza se qualcuna delle
conclusioni apparirà piuttosto ovvia!
1. Che il Natale sia ancora inscritto
nel codice culturale, oltre che religioso, del nostro mondo mi pare sia
fuori dubbio. Il Natale è atteso, desiderato. E' un giorno diverso
dagli altri. Ha una sua precisa fisionomia.
2. Il Natale è la festa dei
desideri, e non solo di regali (come è ovvio!), ma di ciò
che ci manca o che sentiamo presente ancora in misura insufficiente ed
inadeguata. Il desideri riguardano prima che gli oggetti, la qualità
delle relazioni: la pace, la concordia, la soluzione ai problemi sociali…
3. Al Natale serve ancora il presepe,
cioè il racconto attraverso l'immagine. I discorsi sono poco efficaci.
Fin dai tempi di San Francesco, c'è bisogno di 'rappresentare' per
'vedere il vangelo con gli occhi'. Ma ogni rappresentazione può
avere esiti differenti: evocare una favola lontana a lieto fine, oppure
lasciarsi scuotere da un annuncio di pace che è per oggi.
d.p.a.