LOCANA - NUOVE NOMINE NEL CDA Ospedale Vernetti, bufera senza fine
LOCANA - E’ bastato che il Consiglio
comunale si trovasse nella necessità di rinnovare il consiglio di
amministrazione dell’ospedale “Vernetti”, perché la maggioranza,
come per incanto, si ricompattasse e tutti i problemi interni si ricomponessero
all’improvviso.
Infatti, il 24 settembre scorso
era scaduto il mandato di commissario straordinario dell’ente conferito
dalla Regione Piemonte a Giovanni Tarizzo; e insieme a lui sono naturalmente
decaduti tutti gli altri componenti del consiglio. Al loro posto sono state
nominate le seguenti persone: Angiolino Mastrullo, originario di Bisacce
(Avellino); Roberto Ceresa di Torino; Tiziano Lusci di Musei (Cagliari);
Luciano Perotti di Locana; Raffaele Costa di Pont Canavese. Designato,
in qualità di presidente, Angiolino Mastrullo.
Come si vede Locana non è
più in grado di esprimere un presidente locale; i membri del
Consiglio poi sono tutti “foresti” ad eccezione di Luciano Perotti, dipendente
dell’Aem e se si vuole Tiziano Lusci, titolare della pizzeria “Primavera”;
il neo-presidente Mastrullo è un funzionario della Regione, mentre
Ceresa è stato parlamentare della Lega Nord.
Da una prima valutazione appare
ovvio che tutte le nuove nomine rientrino nel quadro di un’operazione politica
per recuperare i quattro consiglieri di maggioranza della Lega Nord, i
quali a suo tempo non avevano accettato di buon grado la nomina di Tarizzo
a commissario ed erano diventati dei “transfughi”: la crisi aveva raggiunto
il suo culmine con le dimissioni dell’assessore Claudio Conti (sostituito
da Marisa Bertolino), senza dimenticare che appena due mesi fa una seduta
di Consiglio comunale era stata annullata per mancanza del numero legale,
vista l’assenza - oltre che dei consiglieri di minoranza - dei quattro
rappresentanti della Lega Nord. Ora, con la nomina alla guida del Vernetti
di persone gradite e tendenzialmente vicine al partito del Carroccio, tutto
appare risolto.
A questo punto, tuttavia, la gente
si domanda se sia possibile che un Comune come Locana davvero non possa
esprimere persone in grado di gestire un Ente sia pure importante e delicato.
Perché operando in questo modo, la ricompattata maggioranza guidata
dal sindaco Albino Bellino ha espressamente dichiarato questo: che
non c’è nessun locanese all’altezza di dirigere un Ente locale,
come l’ospedale. A un rappresentante della minoranza che al primo cittadino
ha chiesto con quale dignità continuasse il mandato anzichè
dimettersi, Bellino ha replicato di ritenere suo dovere restare al suo
posto per condurre a termine la ricostruzione del dopo alluvione. A questo
riguardo, Bellino ha dichiarato: “Tante opere sono già state realizzate
o in fase di attuazione. Come il disalveo dell’Orco e dei suoi affluenti,
la diga della Fucina, il ponte di Pratolungo e quello del Gurgo che sarà
terminato entro un anno. Si è già ottenuto il finanziamento
di 1070 euro per il ponte di Davion. Di competenza dell’Anas è la
costruzione del ponte di Casetti”.
Il tentativo di riportare l’attenzione
su altre tematiche - nel corso dell’ultima seduta consiliare è stato
approvato il conto consuntivo del 2001 (con un fondo cassa al 31 dicembre
di circa 2 miliardi 442 milioni di vecchie lire) e sono state approvate
le convenzioni tra i Comuni della comunità montana per i servizi
associati di protezione civile e di polizia locale - non ha tuttavia cancellato
lo scalpore suscitato dal nuovo episodio del “caso-Vernetti”. Da segnalare
a riguardo la dura critica dell’ex-consigliere comunale ed ex-assessore
alla Comunità montana Giovanni Bruno Mattiet: “Si tratta solo di
giochi di potere. Ognuno pensa solo ai propri interessi. Se si pensasse
ai problemi della popolazione, al piccolo turismo, a quello della disoccupazione
e a quello del dopo alluvione, sarebbe meglio. In questo modo - continua
- l’abbandono della popolazione del nostro Comune diventerà irreversibile”.
Intanto, le offerte per l’Ospedale e per la Casa di riposo diventano sempre
più esigue.