PONT - AFFOLLATO DIBATTITO ALLA
PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI CAVERI L’Europa, le istituzioni
e le politiche per la sopravvienza della
montagna
PONT - Erano davvero molti gli abitanti
delle valli Orco e Soana che lo scorso venerdì 26 aprile si sono
recati presso la sala consiliare di Pont Canavese per assistere alla presentazione
del libro “L’Europa e la Montagna” scritto dall’On. Luciano Caveri, alla
presenza dell’autore che ne ha illustrato i contenuti in modo chiaro e
conciso.
La serata di presentazione del libro
del parlamentare europeo, esponente di spicco del movimento autonomista
valdostano “Union Valdotaine” ed attualmente presidente del Comitato Italiano
per il 2002 Anno Internazionale delle Montagne, era inserita nel ciclo
di conferenze su tematiche culturali della minoranza linguistica francoprovenzale,
organizzate in collaborazione dalle associazioni “Effepi” e “Ij Canteir”
e dall’assessorato alla cultura del Comune di Pont.
Davanti ad un folto pubblico di
valligiani, tra cui anche alcuni sindaci ed amministratori comunali, Caveri
ha dunque illustrato i contenuti essenziali del suo libro sui rapporti
tra le istituzioni dell’Europa comunitaria e le aree montane. Rapporti
per la verità non sempre idilliaci, come ben sintetizzato dal seguente
brano riportato sulla copertina del volume (dato recentemente alle stampe
dalle edizioni Tararà di Verbania): “Ognuno ha il proprio punto
di vista. Proponiamone due: come si vedono le montagne europee dalla pianura
di Bruxelles e come dalle vallate delle stesse montagne si può guardare
alle istituzioni comunitarie. Uno sguardo incrociato, insomma, che chissà
non consenta di guardarsi dritto negli occhi come bisogna fare al momento
di un brindisi”.
L’europarlamentare ha esordito spiegando
che, definendo il 2002 come “Anno Internazionale delle Montagne”, si è
significativamente utilizzato il termine plurale perché, non solo
nel mondo, ma nella stessa Europa ci sono montagne assai diverse tra loro:
lo stesso l’arco alpino presenta situazioni e problematiche assai variegate,
cosa di cui si deve tener conto.
Partendo poi dalla considerazione
che ben il 38% del territorio dell’Unione Europea è considerato
montano e che, a livello nazionale, più della metà dei Comuni
italiani sono classificati montani o parzialmente montani, appare più
che mai necessaria la necessità di elaborare una politica per la
montagna che tenga in giusta considerazione sia gli aspetti storici che
quelli economici del territorio alpino.
La storia racconta infatti che le
forme di “autogoverno” delle valli, con i piccoli Regni sorti a cavallo
dell’arco alpino, nella seconda metà dell’ottocento furono spazzate
via dallo sviluppo degli Stati nazionali. I quali, portando i confini sulla
linea dello spartiacque, condannarono le nostre montagne a zona di marginalità.
Nel frattempo, si sono verificati
anche profondi cambiamenti dell’economia della montagna, la quale da prettamente
rurale ed artigianale si è trasformata dapprima in industriale (con
l’insediamento delle fabbriche all’imbocco delle valli tra fine Ottocento
ed inizio Novecento) ed ha quindi vissuto lo sviluppo del turismo nell’ultimo
secolo.
Caveri ha quindi sottolineato come
la nuova Legge nazionale sulla Montagna del 1994 sia stata in gran parte
disattesa nella sua concreta applicazione. “Viste anche le riforme costituzionali
in atto che portano verso un regionalismo più spinto - ha
spiegato il parlamentare europeo - vi è quindi la necessità
di elaborare una nuova politica per la montagna, da inserire in un’ottica
europea”. Ed infatti, secondo l’on. Caveri, occorre prima di tutto fare
maggiore chiarezza su quali parti del territorio possono essere veramente
classificate come “aree montane”, ed inoltre la specificità della
montagna deve essere recepita ed inserita sia nei Trattati che nella futura
Costituzione Europea, per ottenere in futuro fondi strutturali per queste
aree, ma anche per avere garanzie di mantenimento dei servizi pubblici
essenziali nelle zone montane e marginali.
Al termine della presentazione del
libro si è aperto un dibattito con il pubblico e gli amministratori
presenti in sala, dove sono state evidenziate alcune problematiche (scuole
ed uffici postali a rischio di chiusura, strade e trasporti pubblici insufficienti,
danni alluvionali ancora da rimarginare, crisi occupazionale) che, anche
nelle valli Orco e Soana, rendono quanto mai incerto il futuro della presenza
dell’uomo in montagna.